31 agosto 2013

A proposito di contraffazioni

Più la contraffazione di tutto il paese
Talvolta le notizie sulle contraffazioni causano autentico interesse
30.08.2013
[1] Repubblica della Russia centrale.
[2] Trimotore di linea di produzione russa progettato dall'ingegnere Aleksandr Sergeevič Jakovlev.
[3] Riferimento alla frase "Chi è nato per strisciare non può volare" della "Canzone del falco" di Maksim Gor'kij (pseudonimo di Aleksej Maskimovič Peškov) divenuta proverbiale.
[4] Città della Russia centro-meridionale.
[5] Capitale dell'Udmurtia.
[6] Villaggio dell'Udmurtia centro-meridionale.
[7] Repubblica della Russia centrale.
[8] Città del Tatarstan settentrionale, il cui nome significa "Canoe del Lungofiume".
 

28 agosto 2013

A proposito di vendette

L'uccisione di Kotiev è stata collegata alla vendetta di sangue per la morte di Magomed Evloev

Ingushetia.Ru,
28.08.2013, 14.20

L'attentato al segretario del Consiglio di Sicurezza dell'Inguscezia Achmed Kotiev può essere collegato alla morte del noto oppositore e giornalista inguscio Magomed Evloev, su tale versione degli inquirenti scrivono le "Izvestija", riferendosi a fonti nello SK [1].

I colleghi di Kotiev dicono che questi teneva personalmente le trattative con i guerriglieri e i loro familiari, convincendoli ad arrendersi alle autorità, e questo non piaceva ai capi dei gruppi. Dietro l'omicidio può esserci il capo dei guerriglieri locali Artur Getagažaev (Vati), che guida un drappello di 15 persone. A questa banda si attribuisce una serie di attacchi ad agenti delle strutture armate ingusci.

Gli inquirenti non escludono che la rappresaglia contro Kotiev possa essere legata al suo precedente lavoro al GOVD [2] di Nazran' [3] e alla scandalosa storia della morte dell'oppositore e creatore del sito "Ingushetia.ru" Magomed Evloev.

Il 31 agosto Evloev volò in Inguscezia da Mosca sullo stesso aereo dell'allora presidente della repubblica Murat Zjazikov e fu arrestato all'aereoporto da dei poliziotti che lo fecero sedere in una UAZ per portarlo a un interrogatorio. In macchina il giornalista fu ucciso con un'arma da fuoco. I poliziotti affermarono che Evloev avrebbe iniziato una colluttazione, avrebbe cercato di togliergli le armi e che durante la zuffa sarebbe partito un colpo per caso. I sostenitori e i familiari di Evloev non credettero alla versione ufficiale degli inquirenti. Questi ritennero che dietro il suo omicidio ci fossero le autorità e gli agenti delle strutture armate dell'Inguscezia.

Nel settembre 2008 sul sito "Ingushetia.ru" comparve una lista di persone, che, secondo i familiari, erano complici dell'omicidio di Evloev, per cui erano soggette alla vendetta di sangue. La lista consisteva di 13 cognomi, tra cui c'era quello dell'allora capo del GOVD di Nazran' Achmed Kotiev e altri.

L'avvocato della famiglia di Magomed Evloev Kaloj Achil'gov afferma che questa non è una vendetta di sangue: "Secondo l'usanza, la persona che annuncia una vendetta di sangue può indirizzarla solo all'autore materiale dell'omicidio o ai suoi parenti più prossimi e questa lista fu un passo emotivo dei genitori, un fattore intimidatorio per chi era in questa lista, ma non di più. Tenendo conto che l'autore materiale dell'omicidio è già morto e cioè la vendetta di sangue si è già compiuta, non penso che l'omicidio di Kotiev si possa legare a questa storia".

"Conoscevo bene Achmed Kotiev. Era una persona assolutamente non conflittuale e nessuno aveva fatto alcuna rimostranza nei suoi confronti, tanto meno per via della morte di Magomed Evolev", – ha detto al "Kommersant''" [4] il leader dell'opposizione inguscia Magomed Chazbiev. Tra l'altro il poliziotto che aveva sparato all'oppositore Evloev fu condannato e in seguito ucciso a colpi d'arma da fuoco, presumibilmente da dei vendicatori.

Non di meno lo SKR [5] dell'Inguscezia sta verificando anche questa versione, anche se lega l'omicidio all'attività professionale della vittima.

Ricordiamo che la mattina del 27 agosto ignoti hanno aperte il fuoco con armi automatiche sulla macchina in cui si trovavano Kotiev e il suo autista. Per le ferite subite l'autista è deceduto sul posto, Kotiev è morto più tardi in ospedale.

polit.ru [6]

"Ingushetia.Ru", http://ingushetiyaru.org/news/36523/ (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] Sledstvennyj Komitet (Comitato Inquirente), organo inquirente nazionale russo.

[2] Gorodskoe Upravlenie Vnutrennich Del (Direzione Cittadina degli Affari Interni), in pratica la polizia cittadina.

[3] Ex capitale dell'Inguscezia.

[4] "Commerciante", giornale economico-politico che nella grafia arcaica del titolo rimanda a un analogo giornale pre-rivolzionario.

[5] Sledstvennyj Komitet Rossii (Comitato Inquirente Russo). Vedi nota 1.

[6] Sito russo di notizie politiche da cui è stato tratto questo articolo.
 
 

27 agosto 2013

A proposito del Pacifico

Il mercato delle sovranità. Ingrosso, dettaglio, self-service
Come va la compera di voti degli stati nani per il nuovo mega-progetto dell'"EXPO-2020" a Ekaterinburg [1]
24.08.2013
[1] Città ai piedi degli Urali.
[2] Čto? significa "Cosa?" in russo.
[3] JUČTO sta appunto per JUžnaja Čast' Tichogo Okeana (Parte Meridionale dell'Oceano Pacifico).
[4] In realtà V.S. (Vladimir Semënovič) Vysockij, cantautore russo popolare in epoca sovietica, ma inviso al potere ufficiale.
[5] Probabile gioco di parole tra Cook e una zuppa coreana chiamata kuk in Russia (guk in Occidente).
[6] Personaggio del romanzo "Le dodici sedie" degli scrittori russi Il'ja Il'f (pseudonimo di Iechiel-Lejb Ar'evič Fajnzil'berg) e Evgenij Petrov (pseudonimo di Evgenij Petrovič Kataev).
[7] Sigla internazionale dall'inglese Bureau of International Expositions.
[8] Così scriveva della Russia il poeta russo Fëdor Ivanovič Tjutčev.
[9] Protagonista di molte opere dello scrittore russo per l'infanzia Kornej Čukovskij (pseudonimo di Nikolaj Vasil'evič Kornejčukov).
[10] Fabbrica Ottico-Meccanica degli Urali. Il corsivo è mio.
[11] Nome popolare della sede del governo russo.
[12] Moskovskij Gosudarstvennyj Institut Meždunarodnych Otnošenij (Istituto Statale per le Relazioni Internazionali di Mosca).
[13] "Nuovo Mondo", rivista letteraria.
[14] Versione umoristica dello slogan "Basta nutrire il Caucaso!" delle manifestazioni nazionaliste russe.
[15] Il romanzo postumo di Hemingway Islands in the stream (Isole nella corrente) è stato tradotto in russo come "Isole nell'oceano".
[16] Bajkalo-Amurskaja Magistral' (Ferrovia Bajkal-Amur), ferrovia dal lago siberiano Bajkal al fiume Amur nell'estremo oriente della Russia asiatica.
[17] "Democrazia sovrana" viene definito ufficialmente in Russia l'autoritarismo di Putin.
[18] A essere precisi l'isola si chiama Tarawa e la capitale Tarawa Sud.
[19] Il Vaticano non è preso in considerazione, d'altronde non fa parte dell'ONU...

25 agosto 2013

A proposito di Olimpiadi (IX)

Lev Levinson: a Soči durante l'Olimpiade si introduce lo stato di emergenza
24 agosto 2013, 20.39
L'introduzione di una serie di limitazioni a Soči durante la preparazione e lo svolgimento dei Giochi Olimpici viola i diritti degli abitanti e degli ospiti della città, dichiarano abitanti del luogo e attivisti per i diritti umani.
"Il 4 luglio 2007 alla 119.a sessione del CIO in Guatemala a seguito di due turni di votazione Soči fu scelta come sede dell'Olimpiade invernale del 2014."

Ricordiamo che il 23 agosto è entrato in vigore il decreto del presidente russo Vladimir Putin sull'introduzione di una serie di limitazioni a Soči durante la preparazione e lo svolgimento dei Giochi Olimpici del 2014. In particolare, dal 7 gennaio 2014 al 21 marzo 2014 nella città saranno proibite manifestazioni e riunioni. In questo periodo a Soči saranno introdotte zone controllate e proibite. L'accesso alle zone controllate si effettuerà solo dopo un'ispezione della polizia, a quelle proibite sarà permesso solo per provate necessità di servizio. Nella città sarà limitato l'ingresso ai mezzi di trasporto (tranne ai treni e ai mezzi di trasposto degli abitanti del luogo con accrediti).
Nella regione di fatto viene introdotto lo stato di emergenza, ha notato l'esperto dell'Istituto per i Diritti Umani Lev Levinson.

"Le limitazioni agli spostamenti e l'ispezione dei cittadini ai punti di ingresso sono elementi di uno stato di emergenze. Tra l'altro ciò avviene senza l'introduzione formale dello stato di emergenza, in quanto nella legge sullo stato di emergenza sono elencati tutti i motivi per cui esso può essere introdotto. Sono l'attività terroristica, la minaccia alla sicurezza e i cataclismi naturali, ma non si parla in alcun modo di manifestazioni sportive", – ha dichiarato l'attivista per i diritti umani al corrispondente di "Kavkazskij uzel".

L'esperto ha sottolineato anche che il regime dichiarato nel decreto consegna i diritti dei cittadini all'abuso di singoli enti.
"Nel decreto non ci sono riferimenti alla legge sullo stato di emergenza, anche se devono esserci, però ci sono riferimenti alla legge su Soči, che non può essere il fondamento di uno stato di emergenza. Inoltre a diversi enti sono stati delegati i poteri di stabilire quali oggetti sarà proibito portare nelle zone speciali, quali limitazioni saranno introdotte e così via. Risulta che i diritti dei cittadini, che possono essere limitati solo dalle decisioni dei tribunali o da atti normativi, saranno limitati dalle istruzioni degli enti", – ha dichiarato.
"Tenendo conto che un simile decreto è stato emesso per quanto riguarda il campionato del mondo di calcio che si svolgerà nel 2018, si può dire che il terrore sportivo si diffonde in buona parte del paese", – ha concluso L. Levinson.
Con il decreto è stata di fatto abolita la Costituzione del paese, ha dichiarato al corrispondente di "Kavkazskij uzel" Natal'ja Kalinovskaja, capo del TOS (territorial'noe obščestvennoe samoupravlenie [1]) di Psou [2], sul cui territorio si trovano gli impianti olimpici del nucleo costiero, come pure zone controllate e proibite.

"Su che base si stabiliscono i "filtri" per quelli che possono passare a piedi e con i mezzi di trasporto nelle zone controllate e proibite? Come abitante di zone controllate e proibite non capisco: perché i miei parenti prossimi, che vivono in un'altra città della Federazione Russa, non possono venire a casa da me con le loro macchine? Perché io o altri cittadini non possiamo svolgere manifestazioni, picchetti, cortei? Perché non ho diritti di andare nel territorio dove sono nata, cresciuta e vivo solo perché è stato dichiarato proibito da un alto funzionario?" – Natal'ja Kalinovskaja pone domande.
Simili misure non furono applicate durante lo svolgimento delle Olimpiadi-80 a Mosca, ha notato il leader della sezione locale del partito KPRF [3] Jurij Dzaganija.

"Ricordate l'Olimpiade del 1980 a Mosca. Qualsiasi persona poteva passeggiare liberamente per la città", – ha detto al corrispondente di "Kavkazskij uzel", aggiungendo che a Soči sono stati aboliti i diritti alla libertà di spostamento e allo svolgimento di manifestazioni.
"Le misure di sicurezza sono necessarie e non solo durante l'Olimpiade. Ma perché devono essere anticostituzionali, senza un meccanismo ben pensato per la loro realizzazione?" – ha posto la domanda il leader del KPRF.
"Quando abitanti comuni di Soči e movimenti sociali per sei anni hanno indirizzato al presidente della Federazione Russa migliaia di petizioni con la richiesta di rafforzare le misure di sicurezza e in particolare di eliminare l'ecocidio del luogo di villeggiatura, la corruzione negli organi di potere, la violazione dei diritti dei cittadini a un ambiente di vita favorevole, di bloccare la costruzione nel luogo di villeggiatura di edifici di grande altezza in una zona sismica, di limitare l'afflusso di popolazione criminale e di mezzi di trasporto di altre città non seguì alcuna reazione. Con questa inazione Soči è stata messa già da tempo in condizioni pericolose, che è impossibile eliminare con la sola firma di un decreto e la delimitazione della città in zone controllate e proibite", – ha dichiarato al corrispondente di "Kavkazskij uzel" il leader del partito "Jabloko" [4] a Soči Vladimir Kimaev.

"Quando vendetti la mia proprietà a Mosca e comprai un'abitazione a Soči in via Golenev [5], nessun funzionario mi avvertì che era stata costruita illegalmente. Al contrario, furono dati i permessi per l'installazione di acqua, gas ed elettricità. Come se nessuno avesse visto o sentito cos'era avvenuto. Però quando tutto fu venduto e per di più alcune volte, allora i funzionari tornarono in se dopo cinque anni e demolirono tutto il centro abitato in via Golenev", – ha raccontato al corrispondente di "Kavkazskij uzel"Sergej Baranov, aggiungendo che "la città è piena di investitori ingannati".

Questi ha notato che le persone giunte in città "sono diventate dei reietti". "Non abbiamo accesso ad alcune "zone" solo perché non siamo registrati a Soči e non abbiamo macchine con targhe di Soči", – ha dichiarato Sergej Baranov.
Nota della redazione: vedi anche le notizie "Ecologisti e attivisti di organizzazioni sociali hanno fatto richiesta di tenere una manifestazione ecologista a Soči", "Gli abitanti di Soči hanno espresso una protesta contro la chiusura degli ingressi alle loro case dalla strada principale", "A Soči gli abitanti di una casa in via Sevastopol'skaja [6] hanno chiesto di non coprire la loro casa con un cartellone "olimpico" ".

Autori: Semën Čarnyj, Svetlana Kravčenko; fonte: corrispondente di "Kavkazskij uzel"
 
"Kavkazskij uzel", http://www.kavkaz-uzel.ru/articles/229015/ (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1] "Autogoverno Sociale Territoriale". Il corsivo è mio.
[2] Quartiere della parte meridionale del comprensorio di Soči, quasi al confine con la Georgia.
[3] Kommunističeskaja Partija Rossijskoj Federacii (Partito Comunista della Federazione Russa).
[4] "Mela", partito di orientamento liberale, il cui nome prende spunto dalle iniziali dei fondatori Grigorij Alekseevič Javlinskij, Jurij Jur'evič Boldyrev e Vladimir Petrovič Lukin.
[5] Via della zona dell'entroterra di Soči.
[6] Via della zona dell'entroterra di Soči.
 

23 agosto 2013

A proposito del passato della Russia (XIV)

Reportage sul suicidio di un determinato paese

Chi sono oggi quelli del GKČP [1]: salvatori della grande potenza o congiurati?

21.08.2013, 13.59
giornalista
Esattamente 22 anni fa si verificarono gli avvenimenti che determinarono il futuro dell'URSS. Ma in particolare il fatto che è passato alla storia come il "Putsch di Agosto". Questo ha determinato anche la politica sul territorio di tutta la futura Russia, compreso il Caucaso, che in quel momento si trovava nel pieno della guerra: il Karabach, il conflitto Georgiano-Abcaso, l'avvento al potere dei nazionalisti nella Repubblica Socialista Sovietica Autonoma di Cecenia e Inguscezia. A cosa ha portato tutto questo, lo sappiamo. Ma si poteva fare un'altra strada?
Ora, tanti anni dopo, si può solo ipotizzare cosa sarebbe stato se avessero vinto quelli del GKČP. Ma la storia, com'è noto, non conosce il congiuntivo. Possiamo dare solo la nostra valutazione di quello che si verificò in realtà.
Così il 19 agosto 1991 un gruppo di persone formato da ministri dell'URSS in carica dichiara lo stato di emergenza nel paese, dicendo che la politica del presidente Gorbačëv era finita in un vicolo cieco, in particolare la politica della perestrojka. Ma lo scopo fondamentale del comitato era bloccare la firma del nuovo trattato dell'Unione, in cui di fatto era prescritta la liquidazione dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche.
Penso che meriti ricordare che non molto tempo prima il presidente della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa Boris El'cin aveva dichiarato la sovranità statale della Russia e passando per le repubbliche della Russia, tra cui quelle nazionali, pronunciò l'allora famosa frase: "Prendetevi tanta sovranità, quanta potete divorarne...". In seguito questo ha avuto il ruolo di bomba a effetto ritardato.
Merita comunque fare attenzione agli avvenimenti che a quel tempo si svilupparono in Cecenia accanto ai conflitti summenzionati.
Il tentato "colpo di stato" in URSS del 19-21 agosto 1991 fu il catalizzatore della situazione politica nella repubblica. Il comitato del PCUS della Repubblica di Cecenia e Inguscezia, il Soviet Supremo e il governo sostenevano il GKČP, ma l'OKČN [2] intervenne contro il GKČP.
Il 19 agosto per iniziativa del Partito Democratico Vainaco [3] nella piazza centrale di Groznyj iniziò una manifestazione a sostegno della leadership russa, ma dopo il 21 agosto prese a svolgersi con slogan per le dimissioni del Soviet Supremo con il suo presidente.
Il 4 settembre ebbe luogo la presa del centro televisivo di Groznyj e della Casa della Radio. Džochar Dudaev si mise a leggere un appello, in cui chiamò la leadership della repubblica "criminali, concussionari, malversatori" e dichiarò che dal "5 settembre allo svolgimento di elezioni democratiche il potere nella repubblica passa nelle mani del comitato esecutivo e di altre organizzazioni democratiche".
Il 6 settembre il Soviet Supremo della Repubblica Autonoma Socialista Sovietica di Cecenia e Inguscezia fu disperso dai sostenitori armati dell'OKČN. Gli uomini di Dudaev picchiarono i deputati e gettarono dalla finestra il presidente del consiglio cittadino di Groznyj Vitalij Kucenko. Di conseguenza il capo della città morì e più di 40 deputati furono feriti. Due giorni dopo gli uomini di Dudaev presero l'aeroporto "Severnyj" [5] e la TĖC-1 [5] e bloccarono il centro di Groznyj.
La politica di Gorbačëv e poi anche di El'cin aggravò talmente il problema delle nazionalità che verso il 1991 desideravano uscire dall'URSS non solo le Repubbliche dell'Unione, ma anche quelle autonome che si trovavano sul territorio della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa. Il GKČP voleva per l'appunto fermare anche questo baccanale.
Purtroppo gli avvenimenti presero un'altra strada: i sostenitori della Casa Bianca [6] dopo aver costruito le barricate (peraltro tra questi c'era anche Šamil' Basaev [7]), fecero propaganda nell'esercito e il putsch fu fatto fallire.
Tutti i partecipanti principali, come pure i simpatizzanti del comitato, furono arrestati. Di uscire asciutto dall'acqua riuscì solo a Gorbačëv. Secondo il presidente del Soviet Supremo dell'URSS Anatolij Luk'janov, il GKČP per l'appunto fu formato dallo stesso Gorbačëv ancora nel marzo dell'anno '91. Se è così, allora il crimine, come idea, non fu compiuto dagli stessi membri del comitato, ma proprio dal presidente dell'URSS.
Ai nostri tempi
Nella nostra società contemporanea, quelli del GKČP sono mostrati come criminali, golpisti, ma è così in realtà?
Primo, avevano diritto queste persone a introdurre lo stato di emergenza? Indubbiamente sì, infatti il comitato era costituito da ministri in carica e non di teppisti di strada come Basaev.
Secondo, i membri del comitato avevano un programma chiaro, distinto e costruttivo per far uscire il paese dalla crisi. El'cin aveva solo slogan, appelli all'anarchia perché i territori ottenessero il diritto all'indipendenza. Insomma, di fatto era un appello attivo alla disgregazione del paese, tra l'altro non solo dell'URSS, ma anche della Russia.
Chi portò al potere in Cecenia il rivoltoso generale Dudaev? Proprio il governo Russo, non quello Sovietico con a capo gli "orribili golpisti". Sarebbe stato zitto e fermo in Estonia.
Certo, il ruolo di Gorbačëv nei conflitti transcaucasici è grande, ma forse con l'arrivo dei democratici è cambiato qualcosa? Il sangue ha continuato a scorrere.
Ora possiamo solo ipotizzare, ponendoci la domanda: cosa sarebbe stato se il GKČP avesse vinto? Una cosa si può dire con precisione, non ci sarebbe stato quello che si è verificato in seguito all'avvento al potere della banda di El'cin: la rapina della Russia, le aste delle imprese statali, le "riforme shock".
Tra l'altro cosa volevano gli stessi "golpisti" è noto da tempo e pubblicato in fonti accessibili. Ecco alcune citazioni e giudizi su ciò che era il GKČP.
Anatolij Luk'janov
"Già da tempo si discute cosa fosse il GKČP: un putsch, una congiura o un colpo di stato? Definiamolo. Se fosse stata una congiura, dove avete visto che i congiurati vadano da colui contro cui si accordano?
Se fosse stato un putsch, avrebbe significato la rottura di tutto il sistema statale. Ma tutto fu conservato: sia il Soviet Supremo dell'URSS, sia il governo, sia tutto il resto. Cioè non era un putsch.
Ma forse era un colpo di stato? Ma dove avete visto un colpo di stato in difesa dell'ordine che esiste? Riconoscere questo come un colpo di stato è impossibile anche con una grande fantasia. Fu un tentativo male organizzato di alcune persone di andare dal leader del paese e accordarsi con lui sul fatto che non si poteva siglare un accordo che distruggeva l'Unione e che doveva intervenire.
Là c'erano Boldin [8], Šenin [9], Krjučkov [10], Varennikov [11] e Plechanov [12]. A tutti loro Gorbačëv strinse la mano e questi si divisero.
Questo deve sapere la gente, fu un disperato, ma male organizzato tentativo di un gruppo di leader del paese di salvare l'Unione, un tentativo di persone che credevano che il presidente li sostenesse, che accantonasse la firma del progetto di accordo dell'Unione che significava la formalizzazione giuridica della distruzione del paese sovietico…"
Gennadij Janaev [13]
"Non ho mai assolutamente riconosciuto di aver compiuto un colpo di stato e non lo riconoscerò mai. Per capire la logica delle mie azioni, come pure la logica delle azioni dei miei compagni, bisogna conoscere la situazione in cui il paese di trovava nell'agosto dell'anno '91.
Si trattava allora di una crisi praticamente totale, nel paese era in corso una lotta aperta per il potere tra i sostenitori della conservazione di un unico stato e di un unico ordinamento socio-politico e i suoi avversari.
Questa crisi politica si acuiva di giorno in giorno, spesso era accompagnata da azioni anticostituzionali e purtroppo la leadership politica non dava la dovuta valutazione di questo…
Non disperdemmo alcuna struttura statale, non incarcerammo alcun pubblico ufficiale, non sollevammo dall'incarico neanche Gavriil Charitonovič Popov, sindaco di Mosca, anche se portava informazioni sensibili all'ambasciatore americano 5-6 volte al giorno.
Questo non ci fu. Il Congresso dei Deputati del Popolo dell'URSS cacciò Gorbačëv e i presidenti, che poi divennero capi dei cosiddetti stati indipendenti..."
Vladimir Krjučkov
"Contrastammo la firma dell'accordo che distruggeva l'Unione. Sento che avevo ragione. Rimpiango che non siano state prese misure per il rigido isolamento del presidente dell'URSS, che non siano state presentate richieste al Soviet Supremo per la rinuncia del capo dello stato al proprio posto…"
Valentin Pavlov [14]
"Noi membri del GKČP non preparammo un colpo di stato. Credeteci, avevamo abbastanza intelligenza e possibilità per arrestare tutto il governo russo ancora lontano da Mosca, all'aeroporto, nelle dacie, per strada. C'erano tutte le possibilità che volevamo. Anche nell'edificio del Soviet Supremo della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa, se ci fossimo posti tale scopo..."
Postfazione
La nostra stampa di orientamento liberale ama criticare quelli del GKČP, chiamandoli criminali e traditori della patria, tra l'altro esaltando El'cin, che, come se fosse poco distruggere un grande stato, ha anche organizzato una Guerra Civile nella nuova Russia.
Ora molti membri del comitato hanno cessato di vivere: chi allora, nei giorni dell'agosto '91, chi in tempi relativamente recenti. E dopo tanti anni, probabilmente, merita valutare correttamente il ruolo di queste o quelle personalità storiche in quel periodo.
Come disse Cristo, "dai frutti li riconoscerete…" I frutti di El'cin sono visibili anche oggi, ma i frutti di quelle persone sono legati a un paese dove c'era molto di cattivo, ma c'era anche molto di buono. Dove la parola "atto terroristico" era una sorta di astrazione, il livello di criminalità era inferiore, una potenza forte, un mondo bipolare, la coesistenza assolutamente pacifica di popoli slavi e caucasici.
Grazie a Dio, qualche tendenza di quel tempo ritorna e quello che c'è stato negli anni '90 già non più. Penso che certamente non sia necessario erigere un monumento ai membri del GKČP, ma di mettere tutti i puntini sulle "i" è l'ora da tempo.
"Kavkazskaja Politika", http://kavpolit.com/oni-byli-protiv-raspada/ (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1] Gosudarstvennyj Komitet po Črezvyčajnomu Položeniju (Comitato Statale per la Situazione di Emergenza), nome della giunta che cercò di prendere il potere in URSS nell'agosto 1991.
[2] Obščenacional'nyj Kongress Čečenskogo Naroda (Congresso delle Nazionalità del Popolo Ceceno).
[3] I Vainachi sono il popolo da cui avrebbero origine ceceni e ingusci.
[4] "Settentrionale", il principale aeroporto di Groznyj.
[5] TĖC sta per TeploĖnergoCentral' (Centrale TermoElettrica).
[6] Nome popolare dell'allora sede del Soviet Supremo, adesso sede del governo.
[7] Šamil' Salmanovič Basaev, futuro leader dei guerriglieri indipendentisti ceceni.
[8] Valerij Ivanovič Boldin, allora capo dell'apparato del presidente dell'URSS.
[9] Oleg Semënovič Šenin, allora segretario del CC del PCUS.
[10] Vladimir Aleksandrovič Krjučkov, allora presidente del KGB.
[11] Valentin Ivanovič Varennikov, allora vice-ministro della Difesa dell'URSS.
[12] Jurij Sergeevič Plechanov, allora capo dei servizi interni del KGB.
[13] Gennadij Ivanovič Janaev, allora vice-presidente dell'URSS.
[14] Valentin Sergeevič Pavlov, allora primo ministro dell'URSS.