29 aprile 2010

A proposito di servizi

Lo FSB [1] amplia la propria sfera di arbitrio



Adesso per essere puniti non è obbligatorio commettere reati


Sabato scorso il governo ha presentato alla Duma un disegno di legge preparato all'interno dello FSB, secondo cui questa organizzazione potrà comminare ammonimenti ai cittadini. Per far ciò allo FSB sarà sufficiente sentenziare l'intollerabilità di azioni che provochino “l'insorgenza di cause e la creazione di condizioni per compiere reati indirizzati a minacciare la sicurezza” e avvertire il procuratore incaricato.

Tale lavoro di profilassi dei servizi di sicurezza era diffuso in URSS, quando non si reperivano gli estremi di reato, ma si voleva interrompere un certo tipo di attività.

Fra l'altro lo stesso estensore del disegno di legge ha chiamato i conseguenti emendamenti alla legge “Sul servizio federale di sicurezza” misure di profilassi speciale. La loro indispensabilità si spiega “con l'analisi delle informazioni che giungono allo FSB, che testimoniano dell'attivizzarsi dell'operato delle organizzazioni radicali, che porta all'aumento della tensione sociale e al rafforzamento dei processi negativi nella società, in primo luogo nell'ambiente giovanile”.

L'avvertimento sull'intollerabilità delle azioni e sull'indispensabilità della loro eliminazione riguarderanno tanto singole persone quanto diverse organizzazioni, tra cui le unioni sociali. L'avvertimento potrà essere pubblicata dai mezzi di informazione di massa senza il consenso degli organi di stato o della dirigenza delle organizzazioni, a cui “viene sottoposta la relazione”.

Peraltro proprio ai mezzi di informazione di massa, a tutta evidenza, toccherà portare su di se il fondamentale carico di attenzione degli organi di sicurezza. “I singoli mezzi di informazione di massa, tanto cartacei quanto elettronici, facilitano apertamente il formarsi di processi negativi nella sfera intellettuale, l'affermazione del culto dell'individualismo e della violenza, la sfiducia nella possibilità per lo stato di difendere i propri cittadini, attirando di fatto la gioventù verso l'attività estremistica”, – si dice nel testo del disegno di legge.

Lo stesso disegno di legge contiene passaggi non chiari, ma fondamentali, che possono esser lasciati completamente a disposizione dello FSB. Così, per esempio, in esso non sono prescritte le basi per emettere un avvertimento ufficiale. E' detto solo che è un adempimento obbligatorio, in caso contrario il trasgressore è chiamato a rispondere a norma dalla legge. “Ma quali sono le conseguenze legali di questo avvertimento? Cosa avverrà in caso di mancato adempimento dell'avvertimento e della prescrizione obbligatoria da adempiere? Nel disegno di legge non ci sono risposte neanche a queste domande”, – dice il vice-presidente della Commissione per la sicurezza della Duma di Stato, il deputato di “Russia Giusta” [2] Gennadij Gudkov. Le multe sono prescritte solo per il mancato adempimento o l'ostacolo all'adempimento degli obblighi di servizio degli agenti dello FSB. In tal caso per i cittadini vanno da 500 a 1000 rubli [3] o l'arresto amministrativo fino a 15 giorni; per i pubblici ufficiali da 1000 a 3000 rubli, per le persone giuridiche da 10 a 50 mila rubli.

Nel frattempo, secondo Gudkov, perfino in questa forma il disegno di legge potrebbe essere approvato. “Là è scritto che questo sarà regolato da future delibere dello FSB e della legislazione russa, che non ci sono. Dovremo fare interpellanza secondo il disegno di delibera del governo o di qualche atto normativo o credere allo FSB. Ecco qual è da noi la pratica di approvazione delle leggi: da noi il diritto pubblico è pari al 30%, tutto il resto è non pubblico (atti normativi e istruzioni istituzionali – nota dell'autrice)”, – dice questi.

Non è limitato in alcun modo il periodo di attuazione dell'avvertimento ufficiale. Non è neanche molto chiaro come propriamente dovrebbero “correggersi” la persona o l'organizzazione vicini a violare la sicurezza sociale. In particolare alla luce delle accuse all'indirizzo degli stessi mezzi di informazione di massa di “affermazione del culto dell'individualismo e della violenza, della sfiducia nelle possibilità dello stato di difendere i propri cittadini”. Forse i giornalisti saranno obbligati a scrivere articoli che smentiscono le loro intenzioni e i manifestanti a non riunirsi mai più? A tutta evidenza anche la decisione in merito sarà lasciata allo FSB.

“Questi dispongono di poteri, di cui nessuna organizzazione dispone da noi. Secondo me è semplicemente una sfacciataggine chiedere l'ampliamento dei poteri di un'organizzazione che già fa ciò che vuole”, – dice il capo del Gruppo di Helsinki [3] moscovita Ljudmila Alekseeva. Secondo lei questo disegno di legge può permettere pubblicamente l'intromissione in qualsiasi sfera della nostra vita.

“Questo è un ampliamento troppo pericoloso delle funzioni dello FSB, questo non ha, essenzialmente, un criterio oggettivo di veridicità o di falsità degli ammonimenti comminati”, – ha dichiarato alla “Novaja gazeta” il presidente del Fondo per la difesa della trasparenza Aleksej Simonov.

Gli esperti notano: ogni volta dopo un atto terroristico le autorità si gettano a difendere i propri cittadini con i metodi più bizzarri, a cominciare dalla chiusura dei canali televisivi per finire con la cancellazione delle elezioni dei governatori. Stavolta già una settimana dopo le esplosioni nel metrò il deputato Šlegel' ha presentato un disegno di legge che proibisce ai mezzi di informazione di massa di riprodurre le dichiarazioni dei terroristi. Tuttavia qui da ogni parte sono seguite critiche, fra cui anche da parte degli stessi parlamentari, e l'iniziativa di Šlegel' non ha avuto sviluppo.

Tuttavia l'attuale progetto ha tutte le possibilità di passare tutte le tre letture. Infatti il suo autore è il governo e ciò significa che “Russia Unita” con la propria maggioranza costituzionale gli garantisce il regime di transito senza ostacoli. La statistica è questa: dei 233 disegni di legge governativi esaminati dalla Duma di Stato di questa legislatura ne sono stati approvati 232.

Lola Tagaeva

28.04.2010, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2010/045/15.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] Federal'naja Služba Bezopasnosti (Servizio Federale di Sicurezza), l'erede del KGB.

[2] Partito moderato e filoputiniano.

[3] Da 13 a 26 euro circa.

[4] Da 26 a 78 euro circa.

[5] Da 260 a 1300 euro circa.

[6] Associazione nata negli anni '70 per chiedere all'URSS (e poi alla Russia) il rispetto degli accordi di Helsinki sui diritti umani.



http://matteobloggato.blogspot.com/2010/04/la-russia-neosovietica-di-putin-avra.html

27 aprile 2010

A proposito di leggi

Oggi si compiono 19 anni dall'approvazione della “Legge sulla riabilitazione dei popoli repressi”


Ingushetia.Org, 26.04.2010 09:24


Il 26 aprile 1991 il Soviet Supremo della Russia approvò la legge “Sulla riabilitazione dei popoli repressi”, che proponeva la riabilitazione totale dei popoli deportati. Purtroppo questa legge non è stata pienamente applicata finora. L'articolo 6 della detta legge propone anche una riabilitazione territoriale. Tuttavia all'inizio degli anni '90 del secolo scorso intrighi e rapporti personali sono stati qua e là più forti della Legge Federale, come pure oggi, peraltro.

Da allora il potere osseto ha fatto decine di tentativi di abrogare l'art. 6 della Legge e molte volte si è rivolto alla Corte Costituzionale russa. Ma tutti questi tentativi sono rimasti senza successo.

La legge resta in vigore, tuttavia la realizzazione è rimasta sulla carta.



Legge della RSFSR del 26 aprile 1991, N. 1107-I

Sulla riabilitazione dei popoli repressi”

(con gli emendamenti del 1 luglio 1993)



Il rinnovamento della società sovietica nel processo della sua democratizzazione e della formazione di uno stato di diritto nel paese richiede la purificazione di tutte le sfere della vita sociale dalla deformazione e dalla distorsione dei valori umani. Ciò ha creato le possibilità favorevoli per la riabilitazione dei popoli repressi negli anni del potere sovietico, che sono stati sottoposti a genocidio e attacchi calunniosi.

La politica dell'abuso e dell'illegalità, praticata a livello statale nei confronti di questi popoli, è stata contraria al diritto, ha offeso la dignità non solo dei popoli repressi, ma anche quella di tutti gli altri popoli del paese. Le sue tragiche conseguenze si riflettono ancora sullo stato dei rapporti interetnici e creano pericolosi focolai di conflitti interetnici.

Basandosi su atti internazionale, sulla Dichiarazione del Soviet Supremo dell'URSS del 14 novembre 1989 “Sul riconoscimento del carattere illegale e criminale degli atti repressivi contro i popoli sottoposti all'esilio forzato e sulla garanzia dei loro diritti”, sulle delibere del Congresso dei Deputati del Popolo della RSFSR e anche sulla vigente legislazione della RSFSR e dell'URSS, che ribadisce la parità dei diritti dei popoli sovietici e aspirando al ristabilimento della giustizia storica, il Soviet Supremo della RSFSR proclama l'abrogazione di tutti gli atti illegali approvati nei confronti dei popoli repressi e approva la presente Legge sulla loro riabilitazione.



Articolo 1. Riabilitare tutti i popoli repressi della RSFSR, riconoscendo illegali e criminali tutti gli atti repressivi contro questi popoli.



Articolo 2. Vengono riconosciuti repressi i popoli (le etnie, le popolazioni o i gruppi etnici e le altre comunità culturali ed etniche di persone formatesi storicamente, per esempio i cosacchi), nei confronti dei quali per motivi di appartenenza etnica o di altro genere è stata condotta a livello statale una politica di calunnia e genocidio, che ha accompagnato il loro esilio violento, l'abolizione delle formazioni statali su base etnica, la rottura dei confini dei territori su base etnica, lo stabilimento di un regime di terrore e violenza nei soggiorni speciali.



Articolo 3. La riabilitazione dei popoli repressi significa il riconoscimento e l'attuazione dei loro diritti al ristabilimento dell'integrità territoriale esistente prima della politica anticostituzionale di rottura delle frontiere, al ristabilimento delle formazioni statali su base etnica formatesi prima della loro abolizione e anche al risarcimento del danno inflitto dallo stato.

La riabilitazione prevede il ritorno dei popoli che non hanno una propria formazione statale su base etnica nei luoghi di residenza tradizionali del territorio della RSFSR, secondo la volontà espressa.

Nel processo di riabilitazione dei popoli repressi non devono essere lesi i diritti e gli interessi legali dei cittadini residenti al momento presente nei territori dei popoli repressi.



Articolo 3-1. Ai cittadini dei popoli repressi sottoposti a repressioni sui territori della Federazione Russa per motivi di appartenenza etnica o di altro genere si applica la Legge della RSFSR “Sulla riabilitazione delle vittime delle repressioni politiche”.



Articolo 4. Non è permessa l'opera di persuasione o la propaganda condotte allo scopo di ostacolare la riabilitazione dei popoli repressi.

Le persone che avranno compiuto tali azioni, così come quelle che avessero istigato ad esse saranno chiamate a rispondere secondo quanto stabilito dalla legge.



Articolo 5. Il ristabilimento e il mutamento delle formazioni statali su base etnica dei popoli repressi si attua sulla base della regolamentazione legislativa dei rapporti interetnici.



Articolo 6. La riabilitazione territoriale dei popoli repressi prevede l'attuazione sulla base della volontà espressa delle misure legali e organizzative per il ristabilimento delle frontiere dei territori su base etnica esistenti prima del violento mutamento anticostituzionale.

Per l'attuazione della riabilitazione territoriale nei casi indispensabili si può stabilire un periodo di transizione. La decisione di stabilire un periodo di transizione e di ristabilire le frontiere dei territori su base etnia viene presa dal Soviet Supremo della RSFSR.



Articolo 7. La riabilitazione politica dei popoli repressi che in precedenza hanno avuto le proprie formazioni statali su base etnica abrogate prevede il ristabilimento di queste formazioni nell'ordine stabilito dall'articolo 6 della presente Legge.



Articolo 8. La riabilitazione politica dei popoli repressi che non avevano proprie formazioni statali su base etnica significa il loro diritto al libero sviluppo etnico, al ritorno nel luogo di residenza precedente sul territorio della RSFSR, la garanzia ad essi di possibilità pari a quelle di altri popoli di esercitare i propri diritti e le proprie libertà politiche garantite dalla legislazione vigente.



Articolo 9. Il danno inflitto ai popoli repressi e ai singoli cittadini da parte dello stato in conseguenza delle repressioni è soggetto a risarcimento.

L'ordine di risarcimento del danno ai popoli riabilitati e ai singoli cittadini è stabilito dagli atti legislativi dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, della RSFSR e delle repubbliche che fanno parte della RSFSR.

Il risarcimento del danno ai popoli riabilitati e ai singoli cittadini è attuato gradualmente.



Aritcolo 10. La riabilitazione sociale dei popoli repressi significa che ai cittadini sottoposti a repressioni, il tempo di permanenza nei soggiorni speciali (nei luoghi di esilio) è conteggiata nell'anzianità di servizio in misura triplice. A questo riguardo si prevede anche l'aumento delle pensioni di anzianità per ogni anno di lavoro in considerazione dei periodi previsti dalla Legge della RSFSR “Sulle garanzie pensionistiche dei cittadini della RSFSR”.



Articolo 11. La riabilitazione culturale dei popoli repressi prevede l'attuazione di un complesso di misure per il ristabilimento del loro patrimonio spirituale e la soddisfazione delle esigenze culturali.

Ciò significa anche il riconoscimento ai popoli repressi del diritto alla restituzione ai centri abitati e alle località dei precedenti nomi storici illegalmente cancellati negli anni del potere sovietico.



Articolo 12. Tutti gli atti degli organi dell'Unione, delle repubbliche e locali e dei pubblici ufficiali promulgati nei confronti dei popoli repressi, ad esclusione degli atti che ristabiliscono i loro diritti, sono riconosciuti non costituzionali e perdono efficacia.



Articolo 13. Le particolarità dell'applicazione della presente Legge nei confronti dei popoli repressi residenti o aventi risieduto sul territorio della Federazione Russa sono regolate da singoli atti legislativi della RSFSR da applicare nei confronti di ogni popolo represso.



Il Presidente del Soviet Supremo della RSFSR B. El'cin

Mosca, Casa dei Soviet della RSFSR

26 aprile 1991


http://matteobloggato.blogspot.com/2010/04/alle-radici-dei-mali-del-caucaso-una.html

24 aprile 2010

A proposito di attentati (II)

Solo le vittime sono reali



La guerra di terroristi poco istruiti con organi [1] incompetenti


In chi ha anche una minima idea di cose militari il duplice atto terroristico nel metrò di Mosca ha suscitato una serie di domande. In esso ci sono molte stranezze.

Il presupposto è quello, derivante dalle informazioni ufficiali, di cui disponiamo oggi. Il 29 marzo alle 7.56 e alle 8.36 di mattina alle stazioni del metrò “Lubjanka” e “Park kul'tury” [2] sono rimbombate due esplosioni. Le esplosioni sono risuonate nei vagoni quando questi si trovavano alla stazione, al momento dell'entrata e dell'uscita dei passeggeri. Sono morte quaranta persone. Ne sono rimaste ferite altre ottanta.

Il direttore dello FSB [3] Aleksandr Bortnikov ha riferito al presidente Dmitrij Medvedev: le esplosioni sono state opera di due donne kamikaze, la potenza di una era equivalente a 1,5-2 kg di tritolo, della seconda a 2 kg, l'esplosivo utilizzato era l'esogeno.

Anche Aleksandr Bortnikov ha dichiarato che è stata un'azione ben programmata.

E' così? Esaminiamo i momenti che attirano l'attenzione.

Il tempo e il luogo

L'ora di punta mattutina nel metrò di Mosca dura dalle otto alle dieci di mattina. Notiamo che le otto di mattina sono solo l'inizio dell'afflusso di punta dei passeggeri. Mosca è una città di uffici, questi iniziano a lavorare alle nove-dieci. Alle otto la maggior parte delle persone siede solo nelle stazioni delle linee radiali e si dirige in centro. La maggiore densità del flusso di passeggeri all'interno del ramo circolare viene raggiunta verso le otto e mezza-nove.

Secondo. Perfino nell'ora di punta “Lubjanka” non è la stazione più trafficata. Sul ramo di Sokol'niki [4] la stazione più trafficata è “Komsomol'skaja” [5]: dalle periferie viene raccolto tutto il popolo – un gigantesco flusso di passeggeri dalle tre stazioni, il passaggio alla linea circolare.

Inoltre. Dopo la prima esplosione aumenta la probabilità di una reazione. Non di meno la seconda esplosione è solo dopo quaranta minuti. La gente in quel momento stava già cominciando a lasciare il metrò. Il vagone era semivuoto.

Cioè non sono stati scelti luoghi e tempi ottimali.

L'esogeno

E' una sostanza esplosiva che ha un effetto brisante (di frammentazione) – una polvere cristallina. Abbiamo sentito questo nome per la prima volta nel '99, prima di allora conosceva l'esogeno solo una ristretta cerchia di specialisti. E anche ora si di esso corrono molte voci. Per esempio, che è estremamente velenoso, 20 volte più a rischio di esplosione del tritolo – può detonare in fase di trasporto o perfino per frizione e lo si può cuocere in pentola in cucina…

Il professore di chimica e tecnologia dei composti organici dell'azoto della RChTU [6] Mendeleev Viktor Žilin:

Ci sono esplosivi d'ordinanza. Questi soddisfano tutte le normative, perché li si possa usare abbastanza in sicurezza. In tutto sono cinque: tritolo, esogeno, ottogene, tetrile, PETN. In tal modo l'esogeno è regolare, cioè abbastanza sicuro da maneggiare. Per quanto riguarda la tossicità, è effettivamente molto velenoso. Nel 1888 fu brevettato non come esplosivo, ma come mezzo per la lotta ai topi. Quando finisce nell'intestino da origine a formalina – gli animali a sangue caldo muoiono. Il processo produttivo è tecnologico, cioè è difficile produrlo in condizioni artigianali, peraltro si sprigionano gas tossici – sono indispensabili mezzi di difesa individuale. Sono necessari anche componenti speciali, per esempio acido nitrico concentrato.

L'esogeno non si usa puro: non si pressa, non si fonde, non si modella. Poi come esplosivo autonomo non si applica. Solo flemmatizzato, plastificato o in soluzioni.

La flemmatizzazione è l'aggiunta di sostanze leganti per la riduzione della sensibilità alle azioni di meccanismi (per pericolo di esplosione l'esogeno è comunque al secondo posto) e alla possibilità di pressioni. Nell'esercito russo l'esogeno flemmatizzato si usa per equipaggiare le munizioni: fondamentalmente mine e siluri acquatici e anche bombe aeree.

La plastificazione è l'aggiunta di polimeri per dare plasticità. Il più diffuso esplosivo d'ordinanza delle forze armate degli USA, il “С-4” è lo stesso esogeno plastificato (91%).

In soluzioni si applica nella produzione di mezzi esplosivi per uso civile.

Puro – in polvere – non si applica affatto.

Dove si può prendere l'esogeno? Flemmatizzato – nei magazzini della Marina Militare, dove si trova sotto forma di munizioni. Puro – nei magazzini della riserva da mobilitare, dov'è conservato in sacchi e ce n'è molto. Il tempo di conservazione è 20 anni. Si può anche supporre una fuga dalle fabbriche produttrici e, probabilmente, al 99% è stato usato proprio questo canale. Ma il fatto è che in Russia la produzione di esogeno è stata fermata circa dieci anni fa. Ora lo fanno solo USA e Cina.

Le donne kamikaze

Da dove vengono le donne kamikaze? Capisco che nelle agenzie dei cacciatori di teste non ci siano i loro curriculum. Vuol dire che dev'esserci una specie di agenti per l'individuazione di persone inclini a diventare shahid [7]. Dev'esserci una serie di misure per il loro trattamento psicologico. Devono esserci persone che si occupano di questa preparazione. Un posto per la preparazione. Dei mezzi per portare i kamikaze sul punto dell'attentato. Gruppi di controllo e accompagnamento.

Cioè deve esistere un qualche sistema che richiede grandi investimenti di denaro, organizzazione e principalmente di tempo. Lo shahid è un'arma costosa.

Cioè una bomba umana dev'essere usata con la massima efficacia.

La motivazione

L'attività di sabotaggio e terroristica è sottomessa a una di queste due motivazioni – o il raggiungimento di un concreto scopo finale o l'ottenimento di dividendi. La differenza di motivazioni dà differenza di risultati. Quando le persone sono guidate dalla prima motivazione, si ottengono gli ottimamente preparati e pensati nei dettagli “Nord-Ost” [8] e Beslan. Quando sono guidati dalla seconda – il blitz a Groznyj con un solo reggimento [9], le esercitazioni a Rjazan' [10] e l'attentato presso il “Nacional'” [11].

Il terrorismo non è una cosa fine a se stessa. Dietro ogni atto terroristico c'è qualche scopo. I rivoluzionari abbatterono lo zar. I militanti ceceni ottennero l'indipendenza dell'Ičkerija [12]. Gli emirati [13] costruiscono la shari'a nel Caucaso.

Gli atti terroristici si possono dividere in tre tipi - fanatici, intimidatori e su commissione. In quelli fanatici è importante l'uccisione del maggior numero di persone. In quelli intimidatori l'ottenimento della maggior risonanza pubblica possibile. In quelli su commissione l'ottenimento di dividendi.

Quelli fanatici e intimidatori si sottomettono alla prima motivazione – in vista dello scopo. Quelli su commissione alla seconda.

Gli atti terroristici con la prima motivazione si costruiscono sul principio “minimo sforzo – massimo risultato”. Tale è l'attentato al mercato di Vladikavkaz [14]. La recente esplosione a Kizljar [15]. L'attentato alle colonne militari in Cecenia [16]. Le esplosioni delle case a Mosca. L'attentato al “Nevskij èkspress” – nessuna šachidka [17].

Gli atti terroristici della seconda categoria usano schemi più dispendiosi, ma anch'essi sono orientati all'ottenimento del massimo effetto. Per esempio Budënnovsk [18], il “Nord-Ost”, Beslan.

Gli atti terroristici del terzo tipo usano schemi dispendiosi, ma peraltro il risultato è scarso o manca del tutto. Lo scopo è l'ottenimento di dividendi. Tali sono l'attentato delle donne kamikaze al festival “Kryl'ja” [19], lo stesso “Nacional'”, gli atti terroristici alle stazioni “Rižskaja[20], “Tret'jakovskaja” [21], “Belorusskaja” [22].

Cos'è stato davvero

Adesso guardate. Il rapporto del capo dello FSB al presidente va preso come la Bibbia – alla lettera. Se il Signore Dio ha detto che Giona sedette nel ventre della balena, significa Giona, nel ventre e balena. E non Abramo, non nella vescica natatoria e non di un carassio. Se Bortnikov davanti alle telecamere fa rapporto a Medvedev che è esploso l'esogeno, significa esogeno. Non “С-4”, non una miscela artigianale con polvere di alluminio e tritolo, ma proprio esogeno. In polvere.

Oggi l'analisi espressa permette di stabilire con certezza solo una sostanza esplosiva – il tritolo, la velocità e la temperatura di combustione del quale non sono così alte. Per una conferma al cento per cento delle altre ci vuole un esame di due-tre mesi. In generale l'esogeno al momento della detonazione si disgrega nei componenti chimici puri e non lascia tracce. Detona senza fumo né odore.

Viktor Žilin:

La questione è se c'è stata una piena detonazione. La velocità e la temperatura di combustione dell'esogeno sono più alte di quelle del tritolo e perciò è difficile supporre che bruci completamente. In questo caso, considerando che è stato usato un manufatto artigianale, non si può escludere tale probabilità, ma la definirei non molto alta.

Ma mettiamo che Bortnikov intenda sostanze esplosive contenenti esogeno. Allora otteniamo questo schema.

Prima variante: i terroristi vanno al magazzino della Marina Militare, dove il sottufficiale mette in ordine i siluri, comprano l'esogeno flemmatizzato, incendiano il magazzino, portano l'esplosivo ottenuto in qualche posto, dove preparano la cintura da shahid – ritagliano gli accessori, uniscono I cavi, le batterie, poi portano il manufatto pronto al punto di raccolta.

Seconda variante: prendono l'esogeno in polvere dai magazzini della riserva, dove il sottufficiale lo vende a sacchi, lo portano in qualche posto, là, indossato l'OZK [23], lo plastificano o lo flemmatizzano, preparano la cintura da shahid – accessori, cavi e batteria – e lo portano al punto di raccolta.

Terza variante. Portano l'esogeno, rubato in precedenza, nei covi. Secondo i comunicati ufficiali, il Caucaso ne è pieno. Periodicamente fanno esplodere qualcosa. Tuttavia in questo caso l'accesso al deposito (ai depositi) dev'essere garantito a una cerchia sufficiente di persone: gli emiri vengono eliminati uno dopo l'altro e tutti i magazzini vengono ereditati. Più avanti secondo lo stesso schema: plastificazione-flemmatizzazione, equipaggiamento, fornitura.

L'esogeno si può flemmatizzare con la comune paraffina o con la cera. Ma il processo in se è tecnologicamente complesso. Bisogna fare un'emulsione basica, porvi l'esogeno, fare una sospensione, aggiungere acido per distruggere l'emulsione, filtrare, peraltro in modo che non si ottenga un “caprone”, – un ammasso, nello slang dei chimici. Cioè non si può condurre quest'operazione in cucina.

Plastificare invece – sì, si può fare a casa, mescolando l'esogeno con comune plastilina. Ma il fatto è che in questo caso otterremo il più diffuso esplosivo dell'esercito russo – il plastico (80% di esogeno e 20% di polimeri).

Perché preparare plastico artigianale con non si sa quali caratteristiche, quando di industriale in Cecenia ce n'è tanto quanto il fango? Cede un po' di potenza, peraltro è estremamente comodo da maneggiare: è praticamente insensibile ai colpi, se incendiato semplicemente brucia, non richiede misure di protezione. La bomba standard è una bottiglia di Coca-Cola riempita di plastico. Nella prima e nella seconda guerra [24] nessuno ha mai sentito parlare di esogeno. Non è venuto dalla Cecenia – è giunto in Cecenia dalla Russia.

Ho parlato con un agente di uno dei servizi segreti, lo chiameremo Andrej I.:

Sei stato nelle basi?

– E' il mio lavoro.

Trovaste esogeno?

– Tritolo e plastico fin sopra i tetti. Non ho visto recipienti con l'esogeno.

Ma mettiamo che questo gruppo non avesse accesso al plastico, ma all'esogeno sì. Parallelamente si conduce la ricerca della potenziale donna kamikaze, passano alcuni mesi per il suo trattamento psicologico, poi anch'essa viene portata al punto di raccolta.

Qui viene equipaggiata del manufatto da “shahid” pronto, viene fatta sedere in autobus, viene portata a Mosca in qualche secondo punto di raccolta. All'ora X la donna kamikaze viene portata alla metropolitana, l'accompagna un gruppo di osservazione e forse un gruppo di copertura e garanzia per la ritirata.

Cioè vediamo che l'ingegneria di questo atto terroristico è complessa e non ottimale.

Inoltre. Un centimetro cubico di esogeno pesa 1,8 grammi. L'esogeno è più potente del tritolo. La quantità di esplosivo pari a un chilogrammo e mezzo di tritolo, occuperà circa un litro di volume. Sono dieci-undici pacchetti di sigarette.

Quale carico uniformemente distribuito sul corpo può portare una persona per non attrarre l'attenzione? Un chilogrammo e mezzo? O sei-sette? Nella stazione “Avtozavodskaja” [25] ne furono fatti esplodere quattro. L'esplosione si verificò nel tunnel. L'effetto fu del tutto diverso.

Adesso. Le donne kamikaze non erano in hijab né in uniforme, come tutti nel “Nord-Ost”, dove l'immagine delle šachidki giocò in favore del terrore, facendo nascere un sacco di leggende, ma in abito comune. Non hanno gridato: “Allah akbar!” e in generale non hanno fatto niente di ostentato. Si dice che fossero tutte come zombie e fatte di droga. Ma nel “Nord-Ost”, nella stessa situazione di partenza – Mosca, civili, bambini – non erano come zombie, erano consapevoli delle proprie azioni e delle loro conseguenze e desideravano la venuta di queste conseguenze. Non c'era bisogno di farle esplodere per mezzo dei telefoni cellulari.

A Džanet Abdullaeva, che si è fatta esplodere alla stazione “Park kul'tury” l'intelaiatura sul petto si è conservata del tutto, ma la parte inferiore del corpo è stata deturpata. La mano sinistra è integra, ma la destra è stata strappata via fino al gomito. Non c'era cioè una cintura su di lei, c'era una borsa sul fianco destro. Cosa le ha impedito di prendere da lì una maschera prima dell'attentato? Di gridare “Per mio marito ucciso”? E' stata data una versione secondo cui avrebbe voluto far esplodere la stazione “Oktjabr'skaja” [26], dove si trova il ministero degli Interni, ma non conosceva il metrò di Mosca. Non le hanno neanche mostrato una carta? Il 28 la seconda donna kamikaze – Mariam Šaripova – era a Machačkala [27]. La mattina del 29 I suoi resti si trovano a Mosca. Quando l'hanno preparata?

E' evidente che il livello di preparazione delle donne kamikaze era estremamente basso. Alla diciottenne Abdullaeva hanno raccontato qualche volta della “gèbnja [28] sanguinaria” e questa è andata a compiere l'atto eroico. Šaripova invece, può essere davvero, non sospettava affatto di essere una donna kamikaze

Cioè all'immagine della “vedova nera” non è stata fatta particolare attenzione da parte degli organizzatori.

Se il compito di usare l'immagine della šachidka non si era posto, allora la questione è: l'attenzione di chi attira su di se nel metrò della capitale una ragazza, per esempio, vestita in tuta sportiva, con uno snowboard in mano e uno zaino da turista sulle spalle? Quale carico si può portare nello zaino? Quale si può portare nella borsa?

Vuol dire che non c'era neanche lo scopo di massimizzare la quantità di vittime.

Particelle di polvere simile all'esogeno sono comunque state trovate sulle cose dei morti alla stazione “Park kul'tury”. I testimoni dicono che al momento dell'esplosione c'è stato un forte fumo e un odore acre, che causava raschio alla gola. Per di più alcune persone si sono rivolte all'ospedale con sintomi di soffocamento e edema polmonare. L'esplosione è stata debole, nel vagone non sono saltati neanche tutti i vetri. A partire da tutto ciò si può supporre: all'esplosivo erano stati aggiunti plastificatori contenenti cloro – sono anche facilmente accessibili, in questo caso al momento dell'esplosione avrebbero potuto formarsi sostanze che intossicano i polmoni, per esempio il fosgene, che dà tali sintomi. Allora la scarsa forza dell'esplosione si può spiegare. Ma non si può spiegare che sia avvenuta alla stazione – nel tunnel sarebbero state avvelenate molte persone in più. Cioè se anche è stato elaborato un piano di avvelenamento, non ha funzionato.

Ma è più probabile un'altra variante. Se nella composizione della sostanza esplosiva c'è un eccesso di ossidanti, allora al momento dell'esplosione possono comparire ossidi di azoto, che pure danno edemi polmonari. Peraltro l'esplosione avviene con abbondante fumo di colore giallo. Proprio di nubi di fumo e di odore specifico parlano i testimoni.

Come dire esplosivo artigianale, di bassa qualità.

Per il proprio ben espresso effetto brisante l'esogeno è buono quando in un piccolo volume è necessaria la massima potenza – per l'abbattimento di case e portaerei. In caso contrario il gioco non vale la candela [29]: è lo stesso che sparare un “S-300” [30] su un blindato. Lo riduce in molecole, ma perché, se c'è un lanciagranate?

...Nel fatto che l'esplosione sia avvenuta alla stazione “Lubjanka”, si vede evidentemente un simbolismo. Ma per il simbolismo sarebbe stato ben più efficace uscire sulla piazza stessa e farsi esplodere direttamente davanti all'edificio dello FSB. E poi, usando uno schema già rodato, quando sul luogo della prima esplosione giunge il gruppo investigativo, far esplodere la seconda donna kamikaze. E qui non è andata così. La risonanza dell'atto terroristico è direttamente proporzionale al numero di vittime. Dopo via Gur'janov [31], il “Nord-Ost” e Beslan la Russia trasalì. In questo caso gli atti terroristici già ora, dopo due settimane, non sono in prima pagina. L'atto terroristico non ha raggiunto lo scopo di ottenere risonanza.

La scarto di tempo tra le esplosioni è stato di quaranta minuti. Ma avrebbe avuto senso, se di esplosioni ce ne fossero state non due, ma come minimo tre. La prima, mezz'ora dopo la seconda, mezz'ora dopo la terza. Il panico era garantito, la gente in generale non sarebbe scesa nel metrò, aspettando la quarta. La città sarebbe stata paralizzata. Ma anche se la terza cintura ci fosse stata, non è esplosa. Di nuovo dilettantismo.

Un'esplosione nel tunnel fa un effetto molto maggiore. Perché le donne kamikaze si sono fatte esplodere alla stazione? Il primo pensiero che viene in testa – le hanno fatte esplodere per mezzo di un cellulare e lungo il tragitto il cellulare non prende. Lo stesso pensiero è venuto in testa anche agli inquirenti. Ma ecco la domanda – ma a che diavolo servono allora le šachidki, che non sono vestite da šachidki, non gridano “Allah akbar!”, non desiderano farsi esplodere da sole e per metterle in azione tocca tirarle a distanza?

Cos'è, un'azione ben programmata?

Dmitrij Medvedev ha dichiarato che le esplosioni a Mosca e a Kizljar sono anelli di una sola catena. Falso. Sono anelli di catene diverse. A Kizljar hanno fatto esplodere il nemico diretto – i poliziotti – e non dei civili. Hanno fatto esplodere direttamente l'OVD [32] e non la fermata d'autobus “OVD”. La seconda esplosione è stata tra gli agenti investigativi e non alla fermata vicina. E' stata fatta esplodere una Niva riempita di mezzo quintale di esplosivo e non uno straccio con dei bulloni. Hanno fatto esplodere secondo uno schema semplice ed efficace al massimo e non stando su un'amaca.

Anche quanto alle motivazioni la cosa non è chiara. La versione principale è la vendetta per l'eliminazione di Said Burjatskij [33] e Umalat Magomedov, marito di Džanet Abdullaeva. Ma se i vostri familiari venissero uccisi a colpi d'arma da fuoco da qualche maggiore dell'OMON [34], che fareste, preparereste dei kamikaze, plastifichereste dell'esogeno e fareste esplodere delle persone nel metrò o comprereste dagli sbirri stessi una banca dati e fareste saltare in aria il maggiore in persona? E poi: per Basaev, quasi un eroe nazionale dell'Ičkerija, non si sono vendicati. E per un forestiero buriato, una figura ben poco significativa, avrebbero fatto esplodere il metrò?

Non è stata fatta alcuna richiesta, nessuno si è preso la responsabilità in modo credibile. Due dichiarazioni una in contraddizione con l'altra di Dokku Umarov non ispirano fiducia – in un caso l'audio del filmato diverge dal movimento delle labbra, nell'altro la voce risuona per telefono. Si può ipotizzare che qualche emirato abbia deciso di guadagnare soldi o gloria, ma in tali casi compare sempre un resoconto. Finora questo non c'è. Cioè manca la motivazione, che non suscita domande, di questo atto terroristico.

– Questo non è terrorismo, – dice Andrej I. – Sono giochi al terrorismo. Ecco, vado per la città, guardo… Qui ci sono tante possibilità di organizzare un Armagheddon globale. Se vuoi, ti racconto come uccidere mezza Mosca per cento verdoni? (Lo racconta.)

Se effettivamente volessi scatenare il terrore, utilizzerei questo metodo per cento verdoni.

Se volessi uccidere i miei nemici, agirei secondo lo schema di Kizljar.

Ma se volessi ottenere un risultato “ottimale”, agirei in un altro modo – è elementare.

Riassunto

1. L'azione è stata programmata malissimo. Una delle due esplosioni non è avvenuta nel momento migliore, né nel posto migliore. La seconda esplosione è avvenuta senza tener conto dell'effetto della prima. Non è stato usato l'esplosivo più richiesto né quello di gran lunga più semplice da maneggiare. L'immagine dello shahid come simbolo non ha funzionato. L'ingegneria dell'atto terroristico è costruita secondo il principio della maggior resistenza con la non più alta efficacia. Due manufatti – gli shahid – sono andati perduti praticamente per nulla. Il rapporto “prezzo-qualità” non regge alla critica.

2. Il compito di raggiungere uno scopo concreto non è stato posto. E' stato posto il compito di organizzare un attentato più o meno notevole secondo il principio “far esplodere qualcosa da qualche parte in qualche modo”. L'unico scopo che si osserva è farlo sembrare vero. La motivazione è l'ottenimento di dividendi. Per altro si può ipotizzare che fosse stabilita una possibile minimizzazione del numero di vittime.

3. L'esogeno non c'era. Non poteva neanche esserci. C'era un esplosivo preparato artigianalmente a base di esso.

4. Non di meno Aleksandr Bortnikov dice che è stato fatto esplodere l'esogeno. Cos'è, un tentativo di indirizzare l'opinione pubblica nell'alveo necessario: esplosioni-esogeno-clandestinità cecena?

5. Parlare di responsabilità di qualche gruppo finora non si può fare in modo affidabile. Nessuno si è preso la responsabilità con una conferma al cento per cento.

6. Ha agito un gruppo evidentemente dilettantesco. Ma dilettanti peraltro strani – hanno accesso alle riserve di esogeno e dispongono di merce come gli shahid.

7. E' stato un attentato evidentemente su commissione. Organizzato malissimo, in fretta e con I mezzi sottomano. In questo atto terroristico solo una cosa non causa dubbi – è avvenuto molto, molto al momento giusto.

Conclusione

Se il metrò fosse stato fatto esplodere dalla “gèbnja sanguinaria”, sarebbe una mezza vittoria. Il guaio è che da noi non c'è nessuna gèbnja. E qualunque studente di un istituto tecnico professionale oggi può fare esplodere quello che vuole e dove vuole.

Non c'era nessuna terrificante piovra che stende i suoi tentacoli sul cuore stesso della nostra Patria dalla terribile clandestinità wahhabita [35]. C'era un gruppo di pastori con una classe e mezzo di istruzione da boy scout. E la domanda principale: chi e a che scopo li ha usati?

Quando è effettivamente necessario I servizi segreti sono anche in grado di rifilare a Chattab [36] una lettera avvelenata e di far saltare in aria Basaev con l'aiuto di un KamAZ [37] interposto. Ma quando non è necessario, l'esogeno sparpagliato per tutto il Caucaso, la via per il quale è nota a un pastore su due, può non trovarlo per dieci anni. E per dieci anni non fare attenzione ai magazzini di munizioni che bruciano uno dopo l'altro.

E se un bel giorno dal rubinetto invece dell'acqua scorresse qualche ricina, non ci si dovrà meravigliare.

Ancora una volta: se nel paese ci fosse una clandestinità terroristica ben organizzata, non ci saremmo più. Ma ci sono degli idioti poco istruiti, che vogliono farsi passare per Bin Laden locali per fare della grana o che vengono usati per questo. E davanti a questo, scusate l'espressione, avversario sono risultati senza forze tutte queste non esplose per poco Lubjanki e Žitnye [38]

Arkadij Babčenko
corrispondente speciale della "Novaja gazeta"

18.04.2010, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2010/041/06.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] Cioè i servizi segreti (organi del ministero degli Interni).

[2] “Parco della Cultura”, nel centro di Mosca.

[3] Federal'naja Služba Bezopasnosti (Servizio Federale di Sicurezza), il principale servizio segreto russo.

[4] Parco della zona nord-orientale di Mosca che da il nome alla linea che ha subito gli attentati.

[5] La stazione della piazza Komsomol'skaja, nel centro di Mosca, dove si trovano tre stazioni ferroviarie.

[6] Rossijskij Chimičesko-Techničeskij Universitet (Università Chimico-Tecnica Russa).

[7] “Martire” in arabo.

[8] “Nord-Est”, il musical che andava in scena nel teatro di Dubrovka preso dai terroristi nel 2004.

[9] Il fallito tentativo di abbattere il regime indipendentista di Dudaev con pochi ceceni filo-russi nel 2004.

[10] Nel 1999 (in un periodo di sanguinosi attentati a condomini, poi attribuiti a terroristi ceceni) alcuni agenti segreti piazzarono misteriosi sacchi con detonatori artigianali nello scantinato di un condominio di Rjazan', nella Russia centrale. Si parlò poi di “esercitazione” e si sostenne che nei sacchi vi fosse zucchero, ma il fatto resta oscuro...

[11] Nel 2003 una kamikaze si fece esplodere presso l'hotel “Nacional'” nel centro di Mosca, uccidendo sei passanti.

[12] Nome ceceno dell'autoproclamata repubblica indipendente di Cecenia.

[13] In realtà c'è un solo emirato del Caucaso, proclamato da Doku (Dokka) Chamatovič Umarov, ex presidente dell'autoproclamata repubblica cecena indipendente e ora “emiro”.

[14] Al mercato di Vladikavkaz, capitale dell'Ossezia del Nord, nel 1999 una bomba fece 52 morti.

[15] A Kizljar, nel Daghestan settentrionale, una bomba posta presso una scuola ha ucciso due poliziotti.

[16] Anno 2008, un morto.

[17] Russificazione e femminilizzazione di shahid.

[18] A Budënnovsk nel 1995 i terroristi ceceni sequestrarono un intero ospedale e poterono andarsene con alcuni ostaggi (poi liberati) dopo un fallito blitz russo.

[19] “Ali”, festival rock che si tiene alla periferia di Mosca. Nel 2003 subì un attentato con 20 vittime.

[20] L'attentato alla stazione “Di Riga” (dal nome della stazione ferroviaria nei pressi) del 2004, fece 10 vittime, tra cui l'attentatrice e un complice.

[21] La bomba del 1998 alla stazione “Tret'jakov” (presso la celebre galleria) fece tre feriti.

[22] La bomba alla stazione “Bielorussa” (dal nome della stazione ferroviaria) del 2001 fece solo danni materiali.

[23] Obščevojskoj Zaščitnyj Komplekt (Completo Protettivo Militare).

[24] La prima guerra di Cecenia durò dal 1994 al 1996, la seconda dal 1999 alla seconda metà degli anni 2000.

[25] Nella stazione “Della Fabbrica di Automobili” (vicina allo stabilimento della ZIL) nel 2004 fu compiuto un attentato che fece 41 morti.

[26] La stazione “Dell'Ottobre” si trova sulla linea circolare, a una fermata da “Park kul'tury”, dove la circolare interseca la linea di Sokol'niki.

[27] Capitale del Daghestan.

[28] Da Gè-Bè, spelling russo di GB, cioè KGB.

[29] Letteralmente “la pelle di pecora non vale la conciatura”.

[30] Missile terra-aria sovietico.

[31] Via della zona sudorientale di Mosca, dove nel 1999 l'esplosione di due condomini fece 100 vittime.

[32] Otdelenie Vnutrennich Del (Sezione degli Affari Interni), in pratica la sede della polizia.

[33] “Said il Buriato”, predicatore islamico e ideologo dell'Emirato.

[34] Otdel Milicii Osobogo Naznačenija (Sezione della Polizia con Compiti Speciali), sorta di Celere, nota per la sua durezza.

[35] In Russia per “wahhabiti” si intendono gli estremisti islamici in generale.

[36] Nome di battaglia del terrorista arabo Samir Saleh Abdullah Al-Suwailem.

[37] KAMskij Avtomobil'nyj Zavod (Fabbrica di Automobili della Kama – fiume della Russia centrale), marca di camion.

[38] Uso l'ironico plurale dell'originale. In via Žitnaja (“Delle Granaglie”) a Mosca c'è la sede del ministero degli Interni.



http://matteobloggato.blogspot.com/2010/04/lattentato-al-metro-di-mosca-tra-fatti.html

19 aprile 2010

A proposito dell'omicidio Markelov-Baburova

Le PR della prigione



Si tenta di trasformare gli indiziati per l'omicidio di Markelov e Baburova in vittime innocenti di un “regime criminale”


Questa settimana, martedì e mercoledì, al tribunale del quartiere Basmannyj di Mosca sono stati prolungati i tempi di detenzione degli indiziati dell'omicidio di Stanislav Markelov e Anastasija Baburova. Tichonov e Chasis, come si attendeva, sono rimasti dietro le sbarre. Tuttavia questa misura principalmente tecnica ha causato una stupefacente ondata di informazioni.

Ci hanno raccontato che Tichonov interviene per avere un procedimento pubblico e chiede udienze aperte per la propria causa. (Il giudice naturalmente ha rifiutato, in quanto la procura, portando argomenti a favore dell'isolamento del'indiziato di duplice omicidio ha comunicato informazioni coperte da segreto istruttorio.)

Poi per due giorni si è valutata la soap opera sull'offerta della mano e del cuore che Tichonov dalla cella ha fatto alla sua complice Chasis. Proprio questo occasionale romanticismo è risultato al top dei temi dei blogger.

Il finale dell'attacco di PR è il “fatto sensazionale”, capitato sul nastro delle notizie grazie agli sforzi dell'amico degli indiziati Baranovskij dell'odiosa organizzazione “Verdetto Russo” [1]: la pistola con cui è stato ucciso il giudice Čuvašov [2], forse sarebbe la stessa con cui avrebbero stato sparato a Markelov e Baburova.

In generale la pistola con cui hanno ucciso Stas e Nastja è stata sequestrata da tempo e unita ai materiali del procedimento penale. Cosa che la commissione inquirente è stata costretta a confermare all'istante per fermare le speculazioni. Tuttavia nella coscienza del pubblico si sono già insinuati il dubbio sul possesso da parte degli inquirenti di prove della colpevolezza di Tichonov e Chasis e la storia d'amore in prigione che strappa lacrime alle casalinghe.

E' evidente che l'indagine sulla pubblica esecuzione dell'avvocato Markelov e della giornalista Baburova si avvicina a un punto molto importante – il processo penale, che, a ben vedere, inizierà quest'anno. A questo processo si prepara non solo la procura, ma anche la destra radicale, che ha iniziato la sua guerra di PR. E prima possibile su lettori e ascoltatori si abbatterà uno tsunami di informazioni che non hanno a che fare con la vicenda: dettagli del matrimonio in prigione e della vita degli sposini; racconti su com'erano da piccoli e come amavano studiare; cose paurose sui tormenti dei “patrioti” in carcere; “fughe di notizie” sul corso delle indagini… Lo scopo è evidente: gli indiziati di un crimine cruento devono trasformarsi in vittime innocenti di un “regime criminale” e questa trasformazione deve compiersi nelle teste dei giornalisti che riferiranno del processo e dei potenziali giurati.

Sezione investigativa

16.04.2010, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2010/040/09.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] Organizzazione che fornisce aiuto legale agli estremisti di destra.

[2] Èduard Vladimirovič Čuvašov, giudice di un tribunale federale di Mosca ucciso il 12 aprile.



http://matteobloggato.blogspot.com/2010/04/fervono-i-preparativi-per-fare.html

A proposito di ambiente

Bajkal. Foto ricordo



Se la Russia di oggi ha pure una missione, questa consiste nel conservare per il pianeta i suoi polmoni – la Siberia e il suo pozzo – il Bajkal


Introduzione
Quando siamo andati lungo il Bajkal, la guida Aleksej Nikiforov si è aggiustata interiormente, ha cambiato faccia, ha smesso di imprecare, non ha fumato, in generale si è comportata come in chiesa. Se a qualcuno lì vicino fosse venuto in mente di gettare una cartaccia nell'acqua sacra, Nikiforov, penso, non l'avrebbe ucciso, ma quella persona si sarebbe resa conto della propria nullità. Per le nostre conversazioni rumorose borbottava scuse – ai venti, ognuno ha il proprio nome, e al Bajkal, si inchinava davanti a lui chiamandolo batjuška [1]. “Bisogna impetrare”, – ha detto, ha preso della vodka, l'ha versata, ha intinto l'anulare della mano sinistra nel bicchiere e ha scosso gocce di vodka nell'acqua ai quattro venti. Così sono venuto a sapere a cosa è necessario a una persona questo anulare [2]: questo, secondo gli aborigeni, è il più puro, perché con esso si servono anche le forze ultraterrene.
L'abitante di Irkutsk
[3] Nikiforov, è una persona radiosa, organizzatore e guida di spedizioni e viaggi, un po' – come tutti noi in Siberia – pagano. Lo abbiamo chiarito in modo speciale – è d'accordo con la trattazione veterotestamentaria: Dio in principio ha creato il cielo e la terra, “e lo Spirito di Dio aleggiava sulle acque”. Ma in questa frase questi, pare, fa molta attenzione non a questo inquieto Spirito, ma sul fatto che l'acqua a quel tempo già c'era.

E' la maggiore e la più profonda riserva di acqua dolce da 30 milioni di anni. Il Bajkal, è chiaro, aspetterà sia che il primo ministro Vladimir Putin vada in pensione, sia che il presidente del comitato per lo sfruttamento delle risorse naturali e per l'ecologia dell'unione degli industriali e degli imprenditori russa Oleg Deripaska fallisca.

Ma ciò non consola, in quanto nella Rus' [4] non sono sante solo le icone. Il Bajkal è santo. Per milioni di persone. E profanare ciò che è santo non è permesso né a Putin né a Deripaska. Fra l'altro quest'ultimo “è rimbalzato”, scambiando con profitto le azioni del Bajkal'skij celljulozno-bumažnyj kombinat [5] (BCBK) – l'unica impresa industriale che versi i rifiuti dritti nel sacro mare. E, come sottolineano i suoi PR, Deripaska (che in precedenza possedeva il pacchetto di maggioranza) non ha già più a che fare con il complesso industriale. Lo stesso Putin, firmata il 13 gennaio la delibera n. 1, che permette di nuovo di versare rifiuti nel Bajkal, finora non l'ha sostituito. Perciò questi resta il principale nemico del Bajkal e della Siberia.

Se ciò vi sembra troppo duro, lo ripeterò ancora una volta: non si tratta del fatto che il primo ministro sia andato contro la volontà storica – chiara e comprensibile – degli abitanti della regione del Bajkal, abbia umiliato e offeso i sentimenti di dignità umana e civile, l'essenziale è che ha fatto ingerenza nella sfera religiosa. Come conseguenza oggi per la difesa del Bajkal si uniscono persone completamente diverse con convinzioni diametralmente opposte o del tutto prive di esse. Cioè la protesta ha una base profonda, religiosa. Altrimenti non si spiegano i risultati delle votazioni sul sito di Irkutsk Babr.ru. Alla domanda su chi sia il principale nemico della Siberia hanno già risposto quasi 30 mila persone: 40% – Putin, 16% – Deripaska, 13% – “Russia Unita”, 5% – i moskali [6], 4% – la verticale del potere. In totale nell'attuale regime vede un nemico l'80% dei votanti.

La delibera n. 1 è un grande errore di Putin. Intende correggerla, scusarsi per essa? E perché dovrebbe cambiare? Tutto ciò che può fare, ciò di cui è capace, l'abbiamo visto nello scorso decennio. E di vedere questo come errore è dato a me, a Nikiforov (vedi Introduzione). Ma per Putin questo è nella logica della sua politica: la purga sistematica degli istituti ecologici e il rinnovamento di progetti mortali per la natura, che rifiutava anche il CC del PCUS.

L'ultimo intervento di Putin sul Bajkal alla seduta della Società Geografica Russa sembra opera di fantasia. Il premier, tentando di motivare la propria decisione di riavviare il BCBK, per esempio, ha dichiarato: “Ecco lo scarico delle acque di scolo. Nel 2008 il CBK – 27 mila 400 tonnellate. E la città di Ulan-Udè – 34 mila tonnellate. La canalizzazione della città di Irkutsk – 106 mila tonnellate…” In realtà gli scarichi del BCBK nel 2008 sono ammontati a 27,53 milioni di tonnellate. Mille volte di più. Ciò risulta dal rapporto statale “Sullo stato del lago Bajkal e le misure per la sua tutela nel 2008”. (Fra l'altro nel 2008 il complesso industriale a causa di un arresto dell'attività ha scaricato solo 2/3 dell'usuale volume annuale.) L'accademico Michail Gračëv, uno dei più autorevoli conoscitori del Bajkal, si è deciso – unico tra i grandi studiosi – ad additare pubblicamente il potere per la sua mancanza di conoscenza del proprio paese. In particolare per il fatto che “Irkutsk scarica effettivamente più rifiuti di Bajkal'sk [7], tuttavia si trova più in basso sul corso del fiume Angara e i suoi rifiuti non possono finire nel Bajkal”.

Ricordo che mio figlio di pochi anni, quando per la prima volta facemmo il giro del Bajkal in macchina, contò sulla base dei ponti i piccoli fiumi che sfociavano nel mare. Sapeva già allora che nel Bajkal sfociano 336 fiumi e ruscelli, ma esce solo l'Angara. O Putin e i consiglieri che gli hanno preparato l'intervento hanno manipolato consapevolmente dati inattendibili, o non sono andati a scuola, confondono le migliaia con i milioni e non hanno le conoscenze elementari della geografia dell'oltre-MKAD [8].

E' certamente una vergogna per il premier non conoscere il paese che governa. O ci fermiamo alla versione per cui deformazioni e menzogne sono consapevolmente consentite, così il premier ci è più caro?

Naturalmente, gli assistenti che hanno fatto sfigurare così il premier, facendone oggetto di scherno, dovrebbero essere rimossi da posti di responsabilità. Tuttavia di dimissioni, a parer mio, non è stata data comunicazione. E questo aggiunge ancora più stranezza all'accaduto.

Finché il BCBK si trovava sotto Deripaska, gli argomenti del potere in favore dei rifiuti nel Bajkal e dell'affumicamento di Bajkal'sk – “l'impresa che forma una città”, “i posti di lavoro” – suonavano assurdi: perché gli abitanti della regione dovevano pagare con la propria salute i profitti di Deripaska? Badare al suo business? Come può in generale il premier paragonare gli scarichi di città dove da secoli vivono i cittadini di questo paese agli scarichi del business di qualcuno? Non si tratta neanche dell'imparagonabile velenosità di questi ultimi, ma del fatto che la servitù della gleba da noi è stata abolita 150 anni fa. Ma nel fatto stesso che Putin si ingegni di fare questo paragone sta tutta l'essenza della sua politica interna.

Se tutte le costruzioni cospirazioniste non fossero idiozie, penserei che tutta questa storia, iniziata con l'immersione di Putin sul fondo del Bajkal nella scorsa estate, sia stata inventata per risolvere dei piccoli, mercantili problemi di Deripaska. Il BCBK ora non ha mercato di sbocco, ha problemi con la materia prima e con i quadri qualificati. E' in bancarotta, i debiti esistenti superano tutti i suoi ipotetici profitti. I documenti di concessione sono stati ottenuti solo per un ciclo senza scarichi (ma così non potrà lavorare). Dicono che a metà aprile il complesso industriale otterrà il permesso per un ciclo aperto – il lavoro con scarico di rifiuti nel Bajkal. Ma, come nota Gračëv, in tal caso il BCBK “risulterà fuori dall'ambito della legge, in quanto da un punto vigente della precedente versione della delibera è vietato lo scarico nel Bajkal di qualsiasi sostanza di cui non sia stata stabilita la PDK (predel'no dopustimaja koncentracija [9]), e di tali sostanze negli scarichi ce ne sono molte centinaia”.

Il BCBK, non appena si è arrestato, si è trasformato da ciò che porta denaro in ciò che lo porta via. A chi serve un complesso industriale morto con un mucchio di problemi per risolvere i quali sono necessari enormi stanziamenti? E il riavvio del BCBK sancito da Putin ha richiesto che Deripaska si liberasse di un'attività a lui già non più necessaria, divenuta non semplicemente una zavorra, ma un vero e proprio passivo, una serie di obblighi. Se n'è liberato vantaggiosamente. Una cosa è mercanteggiare una montagna di rifiuti e di rottami metallici, un'altra cosa è mercanteggiare un'impresa funzionante.

Il metodo è usuale, provato – il ricatto al potere con la minaccia di agitazioni sociali, lo sfruttamento degli ostaggi – gli abitanti della monogorod [10]. E la loro “sindrome di Stoccolma”. Un esempio dello stesso genere – il richiamo dello stato in aiuto – è Pikalëvo [11].

Di conseguenza Deripaska trasmette il 25,07% delle azioni del BCBK al partner nel business del legname Nikolaj Makarov. In cambio del suo pacchetto di minoranza nella struttura di Deripaska che controlla il BCBK – la “Continental Management”. E il 25,2%, come dichiarò ancora in inverno lo stesso Deripaska, lo trasmetterà all'amministrazione di Bajkal'sk. Il 49% del BCBK com'era, così resterà del Rosimuščestvo [12]. Tutte le questioni adesso passano allo stato.

Il potere ha dato il complesso industriale, il business se n'è servito, adesso restituisce debiti, rifiuti e problemi. Perché dare al comune di Bajkal'sk questa valigia senza manici, piena di merda [13] fino all'orlo? Questo per legge non ha diritto di avere proprietà non destinate all'uso per necessità municipali. Ma il fatto è che nelle democrazie tradizionali il potere e il business sono divisi. Il potere limita, il business resiste. Là c'è una lotta. Da noi c'è l'amore. L'amore mercenario a spese dei contribuenti-spettatori.

In fin dei conti Deripaska non c'entra, c'entrano di nuovo il bilancio, la municipalità e lo stato.

Ma, si capisce, nessuno schema cospirazionista è in atto in Russia, altrimenti si potrebbe decidere che Putin, sancendo l'inquinamento del Bajkal, realizza il piano dei nemici dello stato russo. Ma cosa c'è di valore da noi oltre al Bajkal e alla Siberia? E' proprio tutto ciò che è rimasto. Beh, ci sono ancora i teatri, i musei e i monasteri della Russia Europea. E se qualcuno vede un senso nelle conversazioni sulla missione del popolo russo, non consiste questa nel conservare per il pianeta i suoi polmoni – la Siberia e il suo pozzo – il Bajkal?

La quinta parte delle acque dolci del pianeta è nel Bajkal, peraltro questa è pulitissima, non ha bisogno dei filtri di Petrik&Gryzlov [14]. La sesta parte della popolazione della Terra in generale non ha accesso all'acqua potabile pulita. Riempi una bottiglia nel Bajkal e inviala. Fatti i conti, è super-redditizia. Ma al posto del BCBK bisogna fare un impianto per la trasformazione e l'utilizzo dei suoi rifiuti, delle sue discariche. E quando il lavoro sarà finito – un bel praticello verde, come avviene in Europa e in America.

La violenza su ciò che è santo è pienamente nello spirito dei governanti russi e di tutta la vita russa, l'attuale premier non è originale. Anche la maggior parte dei nostri governanti viene ricordata solo per quello. Sarebbe ancora bene se, come presso gli altri paesi e gli altri popoli, si disprezzassero i santuari altrui, no – i propri, quelli patrii. La civiltà dei consumi annienta il pianeta, ma ovunque già si aspira a frenare questo processo. In Russia i problemi ecologici sono da tempo divenuti i più importanti, tuttavia Putin, e dietro a lui tutta la verticale, ostentatamente non notano questo dato. Ma invano. In Europa da molto tempo hanno tolto dal potere chi non voleva fare i conti con la primaria necessità umana di un ambiente di vita sano. Da noi un giorno succederà lo stesso. Meglio – per tutti – che sia presto. Per non rimpiangere che il Bajkal ce le abbia date.

Aleksej Tarasov
nostro corrispondente, Krasnojarsk
[15]

14.04.2010, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2010/039/00.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] Appellativo ossequioso di persone anziane.

[2] Letteralmente “dito senza nome”, detto così perché anticamente soggetto a tabù.

[3] Città della Siberia meridionale sull'Angara, emissario del Bajkal.

[4] Antico nome della Russia.

[5] “Complesso Industriale della Cellulosa e della Carta del Bajkal” (il corsivo è mio).

[6] Dispregiativo per “russi” (il corsivo è mio).

[7] Città nata intorno alla famosa cartiera.

[8] La MKAD (Moskovskaja Kol'cevaja Avtomobil'naja Doroga – Strada Automobilistica Anulare Moscovita) è praticamente il GRA di Mosca. L'“oltre-MKAD” è il mondo fuori di Mosca...

[9] “Concentrazione limite concessa”.

[10] “Monocittà”, città nata intorno ad un impianto industriale.

[11] Centro abitato a nord di Pietroburgo sorto intorno a cementifici adesso in crisi.

[12] Qualcosa come “Proprietà Russa”, nome non ufficiale dell'ente che amministra le proprietà dello stato.

[13] Sic.

[14] Viktor Ivanovič Petrik è uno pseudo-scienziato, inventore di un filtro universale per l'acqua sponsorizzato anche dal presidente della Duma Boris Vjačeslavovič Gryzlov.

[15] Città della Siberia centrale.



http://matteobloggato.blogspot.com/2010/04/il-regime-di-putin-e-dannoso-anche-per.html

10 aprile 2010

A proposito di wahhabiti

Wahhabismo [1] light



Perché dopo gli atti terroristici nel metrò di Mosca sono risultati colpevoli i mezzi di informazione di massa


Il deputato della Duma di Stato ed ex našista [2] Robert Šlegel' ha presentato alla Duma di Stato un disegno di legge che proibisce ai mezzi di informazione di massa di riportare le dichiarazioni dei terroristi.

Io stessa la scorsa settimana ho violato questa futura legge una decina di volte, citando, per esempio, le parole di Magomed Tagaev [3] sul fatto che bisogna trucidare i russi nel Caucaso fino all'ultimo: “Qui c'è solo una via d'uscita – con la spada e il fuoco bruciare tutto a fondo e finire di massacrare chi è rimasto vivo, perché non ne sfugga neanche uno”. O le parole di Anzor Astemirov [4] sul fatto che “riconoscere infedele una persona concreta significa che bisogna ucciderla”.

Secondo il deputato Šlegel' non dobbiamo conoscere queste dichiarazioni. Ma dobbiamo sapere che i treni li fa esplodere l'opposizione – come afferma Gryzlov [5] o i georgiani – come afferma Patrušev [6].

“Ancora in autunno Dokku Umarov, intervenendo sul sito “Kavkaz-centr” [7], ha dichiarato di considerare gli obbiettivi civili e i civili stessi un bersaglio permesso, in quanto la popolazione russa paga le tasse e sostiene il potere che porta avanti la guerra in Cecenia”, – ha detto Andrej Babickij [8] su “Radio Free Europe” alcuni giorni fa.

Non è difficile notare che anche le parole di Babickij ricadano sotto la futura legge. Secondo il deputato Šlegel', non abbiamo diritto di sapere che dal punto di vista di Dokku Umarov siamo passibili di morte. Non abbiamo il diritto di sapere che nella home page di “Kavkaz-centr” c'è una predica dello sceicco ibn-Usejmin, in cui questa questione – l'uccisione di donne e bambini – è chiarita in modo speciale: “Ci è concesso uccidere donne e bambini, perché questo spezza il cuore del nemico”.

Ma dobbiamo sapere che i terroristi lavorano per denaro agli ordini dei servizi segreti americani.

Sarete d'accordo che è una domanda molto importante: perché il potere vuole porre il veto sull'informazione sul fatto che le persone che si contrappongono alla Russia considerano indispensabile massacrare tutti i russi nel Caucaso e permesso far saltare in aria donne e bambini? Perché questo ce lo rammenta Babickij e non il potere?

La risposta è molto semplice. In primo luogo, gli atti terroristici in Russia continuano da undici anni e la reazione del Cremlino ad essi è una reazione di profonda, grave paranoia.

Nel corso di questi undici anni il potere in un modo o nell'altro racconta che i terroristi sono finanziati dall'Occidente e che combattono per denaro. Perché?

Perché per le persone che hanno fatto della Russia un supermarket è una questione di psicologia. Ad essi, in primo luogo, è necessario umiliare il vero avversario e farlo scendere sotto il loro livello, “ma tutto questo per denaro”. In secondo luogo, al posto del vero avversario gli è psicologicamente indispensabile vedere davanti a se qualcosa di enorme, una superpotenza, la guerra con la quale gli darà anche di sentirsi non delle Gunvor [9] o dei Bajkalfinansgrupp [10], ma dei grandi uomini di Stato.

Prendiamo le ultime dichiarazioni di Gryzlov sul fatto che i terroristi si sarebbero accordati con i liberali e di Patrušev sulla pista georgiana. E' di nuovo la stessa psicologia.

Qual è la cosa più complicata nella posizione di Gryzlov? La cosa più complicata è che nel partito “Russia Unita” ci sono anche omicidi, truffatori e pedofili. E poiché non li cacciano, un giornalista liberale potrebbe supporre che questi abbiano semplicemente pagato per il posto nel partito. Perciò i giornalisti liberali che pompano le notizie sul pedofilo Igor' Pastuchov [11] e sul criminale-accademico Petrik [12] sono le persone più sgradite a Gryzlov. Ed è andata a finire che anche il metrò l'hanno fatto esplodere loro!

E qual è la cosa più complicata nella posizione di Patrušev? Il fatto che lo FSB [13] già da molti anni lotta con la Georgia. Che vengono sempre fuori dei Giorgadze [14], degli Alik-Rynok [15], dei Levan Pirveli [16], esplodono le ferrovie, a Tskhinvali vengono sequestrati perfino dei bambini, si verificano putsch di rara idiozia. Ed ecco che con tutti questi Giorgadze, Alik-Rynok, rivolte, esplosioni, Saakashvili è ancora vivo e con le palle [16]. E chi risponde di questo? Il signor Patrušev. Quindi come non dire qui che sono i georgiani a fare esplodere il metrò?

E così la mia prima tesi è chiara. La reazione delle autorità al terrorismo è pura psicologia. I terroristi non sono un pericolo per Gryzlov. Questi fanno esplodere il metrò e non la Duma. I giornalisti sono pericolosi – perciò sono anche colpevoli. E poiché il campo informativo non ha la capacità di dilatarsi all'infinito, la tesi per cui gli atti terroristici vengono organizzati dai liberali e dai georgiani con i soldi del Dipartimento di Stato non lascia spazio per esporre le vere idee di Dokku Umarov.

La mia seconda tesi è ancora più semplice: il potere russo non ama valutare pubblicamente le idee dei sostenitori del califfato mondiale, in particolare per quanto riguarda i rapporti con l'Occidente, perché sono simili alle idee del potere russo.

I salafiti [18] combattenti ritengono che il maledetto Occidente cadrà e che la pervertita America dei crociati e dei sionisti sarà spazzata via dalla faccia della terra – e sul lago Seliger [19] insegnano la stessa cosa.

I salafiti combattenti ritengono che la democrazia sia una forma di governo pagana, inaccettabile per un vero musulmano, e che il retto governo consista nel fatto che tutta la umma [20] affida il potere al giusto califfo – e sul lago Seliger insegnano che ci governa il giusto califfo Putin.

I salafiti combattenti raccontano che sono stati I maledetti crociati in America a far saltare in aria se stessi per eliminare lo stato islamico dell'Afghanistan – e gli ideologi del Cremlino inculcano lo stesso da tutti gli schermi televisivi.

Cosicché il motivo per cui Robert Šlegel' chiede il divieto per le formulazioni dei terroristi è molto semplice: le loro idee sull'Occidente, gli USA e la democrazia coincidono con le idee dei našisti, con la sola differenza che i našisti non vogliono morire per Allah. Vogliono andare a lavorare alla Gazprom.

Questo, lo sapete, è una sorta di wahhabismo light. Senza Allah. E il Cremlino non vuole associazioni.

Julija Latynina
osservatrice della "Novaja gazeta"

07.04.2010, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2010/036/02.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] Per “wahhabismo” in Russia si intende l'estremismo islamico in generale.

[2] Membro del movimento giovanile pro-Putin Naši (Nostri). E' evidente l'allusione al nazismo (altrove il movimento viene definito Putin-Jugend).

[3] Sorta di ideologo del terrorismo caucasico.

[4] Anzor Èl'darovič Astemirov, ideologo del terrorismo caucasico recentemente ucciso in un conflitto a fuoco.

[5] Boris Vjačeslavovič Gryzlov, presidente della Duma.

[6] Nikolaj Platonovič Patrušev, capo del Consiglio di Sicurezza.

[7] “Caucaso-centro”, sorta di sito ufficiale dell'“Emirato del Caucaso”.

[8] Andrej Maratovič Babickij, giornalista di opposizione.

[9] Impresa petrolifera degli “amici di Putin”.

[10] “Bajkal-finanza-gruppo”, finanziaria degli “amici degli amici”, che si è presa parte delle spoglie della JuKOS.

[11] Igor' Vasil'evič Pastuchov, deputato di “Russia Unita”, condannato per violenza sessuale ai danni di un minorenne.

[12] Viktor Ivanovič Petrik, pseudo-scienziato le cui “mirabolanti” invenzioni godono dell'appoggio di importanti politici di “Russia Unita”, tra cui Gryzlov.

[13] Federal'naja Služba Bezopasnosti (Servizio Federale di Sicurezza), il principale servizio segreto russo.

[14] Igor Giorgadze, ex militare e uomo politico georgiano filo-russo, arrestato per tentato colpo di stato.

[15] “Alik-Mercato”, soprannome di Aleksandr Iosifovič Ebralidze, imprenditore russo di origine georgiana intenzionato a candidarsi come presidente della Georgia per riportarla in orbita russa.

[16] Deputato filo-russo georgiano fuggito dal proprio paese dopo la “rivoluzione delle rose”.

[17] Allusione a Putin, che aveva affermato pubblicamente di voler “appendere Saakashvili per le palle”.

[18] Fondamentalisti, sostenitori del ritorno al “puro Islam”.

[19] Lago della Russia centro-settentrionale, presso cui si tengono I forum estivi dei giovani putiniani.

[20] Comunità islamica.



http://matteobloggato.blogspot.com/2010/04/i-wahhabiti-del-caucaso-e-quelli-del.html