20 aprile 2007

A proposito di El'cin

Indagine

Di chi è questa firma, Boris Nikolaevič[1]?

I successori di solito dimenticano le promesse dei predecessori

El’cin comprensibilmente non ricorda a V. Putin il suo decreto[2] sull’abolizione del servizio di leva. Alle armi chiamano come prima. Come prima El’cin ama il tennis, l’operazione “Successore” è ricominciata.
E’ facile supporre che con un tale sistema russo di passaggio del potere, questo, il potere, non adempirà mai i propri solenni obblighi nei confronti della società.

Boris Nikolaevič, mi rivolgo a Lei per una precisazione. Nel 1996 Lei, presidente della Federazione Russa, promise di abolire il servizio di leva e di passare ad un esercito a contratto entro il 2000. Adesso siamo nel 2007 e il Suo successore V. Putin ha emesso un decreto per l’ennesima chiamata alle armi e Sergej Ivanov (ancora poco tempo fa ministro della Difesa) ha dichiarato pubblicamente che nessuno ha mai promesso di passare ad un esercito russo a contratto.

Boris Nikolaevič! Allora scherzava? O adesso ci ingannano consapevolmente?

Ricordo bene quei giorni di maggio del 1996. Io, ufficiale di comando della 205.a brigata di fanteria meccanizzata, ero membro della commissione elettorale delle forze armate federali unite nella Repubblica Cecena per l’elezione del presidente della Russia. Il 16 maggio Lei, Boris Nikolaevič, firmò il tanto atteso decreto n. 722 “Sul passaggio allo svolgimento delle funzioni di soldato semplice e di sergente nell’esercito e nelle altre forze armate della Federazione Russa su base professionale”.

Il punto 1° del Suo decreto suonava: “Passare dalla primavera del 2000 nelle forze armate… allo svolgimento delle funzioni di soldato semplice e di sergente sulla base dell’ammissione di cittadini volontari al servizio militare su contratto con l’abolizione del servizio di leva…”.

Se sapeste, Boris Nikolaevič, come si rallegrarono le madri dei futuri soldati, con quale sollievo quell’anno votarono per Lei – per il loro presidente!

Ricordo la giornata di sole del 28 maggio 1996, quando il Suo elicottero atterrò nello spiazzo presso il quartier generale della 205.a brigata di fanteria meccanizzata nella zona dell’aeroporto “Severnyj”[3] di Groznyj. E lei, il presidente russo Boris El’cin, parlando davanti ai militari promise: tra qualche mese i soldati di leva che prestano il loro servizio in Cecenia saranno sostituiti da soldati a contratto.
Boris Nikolaevič, il 3 luglio 1996 Lei è stato eletto presidente della Russia per un ulteriore mandato. Ma alla primavera del 2000 года, quando il Decreto n. 722 avrebbe dovuto essere attuato, non siamo arrivati – il 31 dicembre 1999 Lei ha ceduto anticipatamente il potere al suo successore – Vladimir Putin.

Probabilmente, Lei e lui avete valutato l’avvenire e non credo che abbiate dimenticato di valutare i problemi dell’esercito russo. Il Suo famoso decreto è stato gettato nella spazzatura.

In questi 7 anni – dalla primavera del 2000 – nelle nostre forze armate sono morti più di duemila militari che prestavano servizio di leva, alcune migliaia sono rimasti invalidi. Se il suo decreto fosse entrato in vigore, tutti questi ragazzini sarebbero sani e salvi.
Così chiarisca, Boris Nikolaevič, mi risponda: che è successo al Suo decreto n. 722? Chi si è fatto beffe delle madri che hanno perduto i loro figli?

Dalla redazione

Boris El’cin ha dimenticato le promesse fatte in pubblico in quanto è diventato il primo pensionato-oligarca[4]

El’cin non commenta alcun appunto sul fatto che la Russia ha abbandonato la via democratica di sviluppo. A questo silenzio siamo abituati. Ma in modo un po’ impaurito (il che non è abituale) ha dimenticato la sua principale promessa fatta al paese – rendere l’esercito professionale e abolire il servizio di leva nel 2000. Duemila perdite di persone “non da guerra” non lo scuotono più, perché capisce, di cosa è debitore e a chi.
A El’cin è stato conservato il solito business familiare.
Gli immobili.
Abramovič è sano e salvo.
(Come si erano accordati, questi è stato ereditato.)
Con l’amato tennis tutto è a posto.
I
suoi figli vivono e si arricchiscono a Londra.
Ci sono, a dire il vero, anche delle preoccupazioni: bisogna ristabilire i documenti perduti riguardanti altri quattro ettari di terra a Rublëvka[5]. Egli li ristabilirà, crediamo che gli riuscirà.
Noi, a nostra volta, aiutiamo Boris Nikolaevič a ristabilire nella memoria un altro documento – il n. 722. Anche sePerché fargli questo adesso? Un qualche servizio di leva, qualche ragazzo
Alla fin fine ha meritato il diritto di ammirare le gambe di Safin e non quelle del soldato Syčëv[6].
Anche a questo servono i “successori”, a vivere tranquillamente il futuro, senza temere per il passato.

Vjačeslav Izmajlov
capo della sezione Situazioni di Emergenza

05.04.2007, Novaja Gazeta, http://www.novayagazeta.ru/data/2007/24/00.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)



[1] Ai russi con cui non si ha confidenza bisogna rivolgersi chiamandoli per nome e patronimico (quella sorta di cognome che deriva dal nome del padre – quello dell’ex presidente russo si chiamava evidentemente Nikolaj El’cin).

[2] Secondo la Costituzione russa il presidente può emettere decreti legislativi che entrano immediatamente in vigore (non devono contrastare con la Costituzione e con le leggi federali, ma di come verificare ciò e come operare una volta verificato tale contrasto si parla molto vagamente).

[3] Settentrionale.

[4] “Oligarchi” sono detti in Russia i potentissimi miliardari come Abramovič.

[5] Zona d’elite alla periferia di Mosca.

[6] Il soldato diciannovenne Andrej Sergeevič Syčëv, nella notte di Capodanno del 2006, fu picchiato con incredibile violenza da un sergente e tre commilitoni. Non ricevette cure mediche fino al 4 gennaio e a causa di una cancrena diffusa dovette subire l’amputazione di entrambe le gambe, l’evirazione e l’asportazione dello sfintere.


http://matteobloggato.blogspot.com/2007/04/la-radice-di-tutti-i
-mali.html

19 aprile 2007

A proposito di Ramzan Kadyrov (VI)

Circostanze

La difesa dei diritti umani e la spada[1]

Alcuni ex agenti segreti hanno creato un’organizzazione umanitaria e hanno consegnato un premio per la difesa dei diritti umani a Ramzan Kadyrov

Il Comitato internazionale per la difesa dei diritti umani (MKZPČ)[2] davvero a tempo, proprio per il suo insediamento, ha consegnato al presidente della Cecenia il suo premio più importante. In questa settimana a Ramzan Kadyrov verrà consegnata la “Stella d’Oro – Onore e Merito” e verrà attribuito il titolo di “Emerito difensore dei diritti umani”.

Anche in questo si può individuare il know-how. E’ apparso un trend nella politica russa: la creazione di organizzazioni per la difesa dei diritti umani “corrette”, che non fanno i “criticoni”, ma appoggiano gli sforzi intrapresi dallo stato per costruire una vera democrazia in Russia. Certo, queste organizzazioni per la difesa dei diritti umani sono fine a se stesse – create per profitto o per noia, – ma all’improvviso si sono rivelate opportune.

Di per se si potrebbe anche riderne – beh, hanno premiato Kadyrov in cambio di denaro (l’MKZPČ di certo non consegna sempre i premi per nulla) – se non si sapessero alcune cose: che il Comitato per la difesa dei diritti umani è stato fondato da ex čekisti[3] e da militari, che nei ruoli più importanti al suo interno figura il generale Kazancev (ex plenipotenziario del presidente e “pacificatore” della Cecenia), che alle decisioni del Comitato prende parte un altro comitato – la commissione sicurezza della Duma di Stato[4] della Federazione Russa e che ad uno dei massimi dirigenti dell’MKZPČ, nella chiesa di Cristo Salvatore[5], è stato consegnato, congiuntamente a Kobzon[6] e a Primakov[7], un premio quasi nazionale. In cambio sono stati momentaneamente premiati il presidente della Federazione Russa e quasi tutti i procuratori del Caucaso settentrionale.

La rimpatriata era meravigliosamente a luogo. E più precisamentea tempo.

E non conta tanto che i membri ufficialmente definiti tali del Comitato (Kofi Annan, Sophia Loren, Žirinovskij[8], Jakubovič e Žvaneckij[9]) neanche sospettino di avere rapporti con l’MKZPČ. Non importa che alcuni importanti politici dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, presi al volo da qualche parte per le scale, non avessero capito fino in fondo chi li premiava e per cosa. Adesso tutti questi, volenti o nolenti, sono nel grande gioco: garantiscono la legittimità del presidente Kadyrov e lavorano in tutto e per tutto per la creazione di una democrazia sovrana russa dal volto umano.
Ciò che era stato pianificato come un modo relativamente onesto di fare soldi si è trasformato in un progetto politico di successo, in un’operazione speciale di contropropaganda, il risultato della quale è stato fra l’altro la nascita di un grande difensore dei diritti umani – l’ex guerrigliero Ramzan Kadyrov.

E così, la sera del 26 marzo in uno dei portali di informazione compare la notizia che, il presidente della Repubblica Cecena Ramzan Kadyrov ha ricevuto il più importante premio del Comitato Internazionale per la difesa dei diritti umani – la “Stella d’Oro – Onore e Merito” con l’attribuzione del titolo di “Emerito difensore dei diritti umani”.

Controlliamo il calendario – forse è il primo di aprile… Ma il nome dell’organizzazione e dei premi non si associano a nulla. Fra l’altro nel comunicato si dice che il Comitato è rappresentato in 42 paesi.
Cerchiamo in Internet, chiariamo: il Comitato Internazionale per la difesa dei diritti umani (MKZPČ) è stato creato nel 2001 in Ucraina. Riunirebbe 247 organizzazioni non governative. La quantità di paesi in cui agisce il Comitato varia da 42 a 46, ma ne sono membri Kofi Annan, Leonid Kravčuk[10], Aleksandr Gapon[11], l’arcivescovo Pavel[12], Leonid Jakubovič, Vladimir Žirinovskij, Sophia Loren, Michail Žvaneckij e altre non meno conosciute personalità. Compito del Comitato è “impedire la creazione di un mondo unipolare” e “prevenire l’applicazione di una politica del duplice standard”.

Queste notizie sono state comunicate dal rappresentante degli interessi del Comitato Internazionale presso i mezzi di comunicazione di massa – la casa editrice “Prestiž-Info”.

Tra gli ultimi aggiornamenti del sito dell’organizzazione stessa c’è un comunicato stampa, datato maggio 2004. In esso si dice che “durante la sessione autunnale dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa sono entrati nell’MKZPČ tutti le più alte cariche del Consiglio d’Europa e dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa” e poi segue un’impensabile quantità di fotografia di tutte queste “alte cariche”, che (a giudicare dall’ambientazione delle fotografie) sono state prese al volo da qualche parte nei corridoi e per le scale per consegnargli onorificenze e medaglie. Tra i nuovi membri, che sono elencati per nome: il Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa Álvaro Gil-Robles, il presidente della Corte Europea di Strasburgo Lucius Wildhaber, il deputato dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa Hanna Severinsen. Tutti i nuovi membri hanno ricevuto immediatamente il titolo di “Emerito difensore dei diritti umani” ed è stato consegnato loro il simbolo aureo d’onore “Onore e merito”. Molti di loro, a dire il vero, sono già alti funzionari di spessore europeo.

In uno dei suoi comunicati stampa il Comitato comunica anche che i primi a ricevere simili premi sono stati L.D. Kučma[13], quando era presidente dell’Ucraina, il presidente della Federazione Russa V.V. Putin, l’Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario della Federazione Russa in Ucraina V.S. Černomyrdin[14] e l’ex presidente dell’Ucraina L.M. Kravčuk.

Non meno interessanti sono risultate le interviste ai dirigenti di questa organizzazione. Per esempio Igor’ Danilov, presidente dell’MKZPČ dice che i giuristi della loro organizzazione aiutano le persone scomparse di cui si effettuano ricerche. A dire il vero, non precisa se facciano questo gratuitamente o per denaro.

Per denaro, pare. Ecco cosa ha raccontato al centro “Demos”[15] Antonina Taranovska (Amnesty International, Kiev) sull’attività del Comitato sul territorio dell’Ucraina: “In realtà non fanno niente. Così asseriscono che in mezz’ora possono ritrovare una bambina che qualcuno ha venduto all’estero e riportarla in Ucraina. Negli ultimi tre mesi più di una volta hanno fatto simili azioni “da pubbliche relazioni”. Per tutto questo prendono soldi dalla gente: per esempio, c’è bisogno di cercare qualcuno – paga tremila in valuta[16] e noi lo ritroviamo. L’organizzazione è in rapporti di amicizia con la polizia delle regioni, di essa si parla nei giornali della polizia”.

La base russa dell’organizzazione è a Rostov sul Don[17]. A dire il vero, i nostri conoscenti delle organizzazioni per la difesa dei diritti umani di Rostov non sanno nulla dell’attività del Comitato, ma in Internet ci è riuscito di trovare alcune interviste molto interessanti (che sono corredate dalla nota: “a titolo di pubblicità”) del signor Boroncov-Berežnoj Dmitrij Leonidovič, grande principe[18], primo vicepresidente dell’MKZPČ, Gran Maestro del Sovrano Ordine ortodosso maltese di san Giovanni di Gerusalemme[19]. Dmitrij Leonidovič dice di essere un convinto sostenitore della forma di governo monarchica, che la Russia deve essere governata da un signore assoluto e che i funzionari vanno nominati, senza spendere soldi statali in elezioni.

Egli stesso collabora da tempo con le autorità locali e in particolare, basandosi sui principi dell’organizzazione, ha diretto l’ufficio regionale di Viktor Germanovič Kazancev nel periodo in cui era il rappresentante plenipotenziario del presidente della Federazione Russa nel distretto federale del Caucaso settentrionale[20]. (Fino ad allora il “difensore dei diritti umani” Kazancev aveva comandato le forze federali unite nel Caucaso settentrionale.) L’amicizia e la stretta collaborazione vanno ancora avanti – Viktor Kazancev è rappresentante straordinario e plenipotenziario dell’MKZPČ per questioni particolarmente importanti.

In un’altra sua intervista Dmitrij Voroncov-Berežnoj dice che tra i premiati con riconoscimenti del Comitato ci sono il governatore della regione di Rostov V.F. Čub, il presidente dell’assemblea legislativa della stessa regione Popov A.V., il procuratore della regione di Rostov Char’kovskij A.I., il presidente del tribunale regionale di Rostov Tkačëv V.N., il presidente della Camera Arbitrale di Rostov Fëdorenko N.V. e molti altri funzionari, che si sono messi in luce, evidentemente, nel campo della difesa dei diritti umani.

Anche Voroncov-Berežnoj, che è uno dei dirigenti di un’organizzazione, il cui scopo è “la difesa dei diritti inalienabili dei cittadini che sono perseguitati per motivi politici, razziali, religiosi e di altro genere”, parlando dei suoi rapporti con il cristianesimo e con l’islam, dice che “è difficile trovare un posto sulla Terra, dove la gente non soffra a causa degli attacchi dei musulmani e dove sullo sfondo dell’islam militante le altre religioni e credenze non cristiane non rappresentino una chiara minaccia al cristianesimo, all’umanità, alla civiltà”. Nella stessa intervista riflette sul modo in cui “contrapporsi all’islam mondiale”.

E poi ancora sui riconoscimenti: il 15 dicembre 2006 nella sala dei concili della chiesa di Cristo Salvatore ha avuto luogo la quarta cerimonia di conferimento dell’alto riconoscimento “Orgoglio della Russia”[21]. Fra i cavalieri decorati con la “più alta onorificenza sociale della Federazione Russa” ci sono: Primakov Evgenij Maksimovič, Kobzon Iosif Davidovič, Bokerija Leo Antonovič[22], Voroncov-Berežnoj Dmitrij Leonidovič – rappresentante straordinario e plenipotenziario del Comitato Internazionale per la difesa dei diritti umani presso l’ONU.


Persone interessate

Vladimir ŽIRINOVSKIJ è venuto a conoscenza dell’esistenza dell’МКЗПЧ grazie a un corrispondente della “Novaja Gazeta”: “Non sono mai entrato a far parte di tale organizzazione, – ha risposto. – E’ probabile che vogliano dare maggior peso alla loro organizzazione utilizzando cognomi noti”.

Il conduttore televisivo Leonid JAKUBOVIČ, dopo aver sentito le domande della “Novaja Gazeta” riguardo alla sua partecipazione al Comitato e al modo in cui questo avesse votato per Kadyrov, ha reagito laconicamente: “Che sciocchezze sono? E’ una totale assurdità! Non faccio parte di alcun Comitato”.

Neanche Michail ŽVANECKIJ ha mai sentito parlare dell’esistenza dell’MKZPČ, di cui farebbe parte. “Sento parlare per la prima volta dell’esistenza del Comitato, – ha detto. – Ricevo e conosco la “Novaja Gazeta”, ma del Comitato non so nulla. Sarebbe terribile, se solo acconsentissi ad avvicinarmi a quel Comitato”.

La redazione non ha ritenuto necessario disturbare con simili domande gli altri “membri” dell’MKZPČ, cioè Kofi Annan, l’arcivescovo Pavel ecc., soprattutto Sophia Loren.

Redatto sulla base del materiale del centro “Demos”.

02.04.2007, “Novaja Gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2007/23/00.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)



[1] Il titolo originale riecheggia Ščit i meč (Lo scudo e la spada), titolo di un romanzo dello scrittore sovietico Vadim Michajlovič Koževnikov.

[2] Abbreviazione del nome dell’associazione in russo (Meždunarodnyj Komitet Zaščity Prav Čeloveka).

[3] Čekisty erano detti gli agenti della ČK (Črezvyčajnaja Komissija po bor’be z kontrrevoljucej i sabotažem – Commissione Straordinaria per la lotta contro la controrivoluzione e il sabotaggio, la cui abbreviazione si legge čeka), il primo servizio segreto sovietico e per estensione sono chiamati così gli agenti segreti in generale.

[4] La “camera bassa” del parlamento russo.

[5] La principale chiesa ortodossa di Mosca insieme a san Basilio, distrutta sotto Stalin e ricostruita negli anni ’90.

[6] Iosif Davidovič Kobzon, cantante e “poeta laureato” dell’Unione Sovietica e della Russia putiniana.

[7] Evgenij Maksimovič Primakov, politico russo, già primo ministro e adesso a capo di un’associazione di imprenditori.

[8] Vladimir Vol’fovič Žirinovskij, politico nazionalista russo, leader del sedicente Partito Liberal-Democratico di Russia.

[9] Michail Michajlovič Žvaneckij, comico e scrittore satirico russo.

[10] Leonid Makarovyč Kravčuk, discusso politico ucraino, già presidente dell’Ucraina.

[11] Oscuro comandante della polizia di Kiev, divenuto sottosegretario degli Interni.

[12] Arcivescovo di Vyšgorod, nei pressi di Kiev (al secolo Pëtr Dmitrievič Lebed’).

[13] Leonid Danylovyč Kučma, secondo presidente dell’Ucraina, accusato di aver limitato la libertà di stampa e di aver fatto uccidere il giornalista Heorhij Ruslanovyč Gongadze.

[14] Viktor Stepanovič Černomyrdin, primo ministro sotto El’cin e imprenditore plurimiliardario.

[15] Centro per la difesa dei diritti umani e per la promozione della società civile fondato a Mosca nel 2004.

[16] Dollari, forse, ma ultimamente anche l’euro è apprezzato da quelle parti…

[17] Città della Russia meridionale.

[18] I titoli nobiliari sono stati riesumati nella Russia post-sovietica, ma mi pare che quello di “grande principe” competesse solo alla casa regnante (gli antichi sovrani russi erano detti “grandi principi”, il primo a fregiarsi del titolo di “zar” fu Ivan il Terribile).

[19] Sorta di “Cavalieri di Malta” ortodossi.

[20] Putin ha diviso la Russia in sette distretti capeggiati da plenipotenziari di sua fiducia.

[21] Si potrebbe perfino annotare che per la più pura spritualità ortodossa l’orgoglio è uno dei peccati più gravi…

[22] Famoso cardiochirurgo.


http://matteobloggato.blogspot.com/2007/04/tra-cani-non-si-mordono-anzi-si.html

17 aprile 2007

A proposito di Russia e Georgia

Dettagli

Senza contesto politico?

La Georgia ha denunciato la Russia alla Corte Europea per i diritti umani

La denuncia a nome dello stato è stata presentata il 26 marzo alla corte di Strasburgo dal rappresentante della Georgia nel Consiglio d’Europa Zurab Čiaberašvili. In tal modo la Georgia conta di ottenere risarcimenti per i danni morali e materiali subiti dai cittadini georgiani che sono stati deportati dal territorio della Federazione Russa negli ultimi mesi.

La denuncia presentata al tribunale internazionale consta di 200 pagine di testo e 30 minuti di filmati. La parte più importante di questo materiale sono le conclusioni di quattro mesi di lavoro della commissione parlamentare provvisoria d’inchiesta sulle violazioni dei diritti dei cittadini georgiani nella Federazione Russa. La commissione ha studiato le testimonianze dei cittadini georgiani deportati dalla Russia e dei dipendenti dell’ambasciata e del consolato georgiani a Mosca.

Nel complesso in nove mesi sono stati deportati dalla Russia circa cinquemila cittadini georgiani. Nel corso della deportazione, in varie circostanze, sono morte alcune persone.

A quanto risulta alla commissione parlamentare, i rappresentanti delle forze dell’ordine e del controllo dell’immigrazione russi hanno stracciato i passaporti di cittadini georgiani o hanno semplicemente ignorato il loro status legale, hanno separato dai genitori bambini in tenera età, hanno trattenuto in condizioni disumane persone arrestate, hanno rifiutato loro cure mediche e parte dei decreti di deportazione sono stati emessi dai tribunali in assenza degli imputati. Le autorità georgiane non hanno dimenticato di inserire nella denuncia il noto episodio riguardante la stesura di liste di alunni di etnia georgiana.

Come ha notato il rappresentante della Georgia presso la Corte Europea Besarion Bochašvili, questa denuncia “è un documento giuridico e non va inquadrato nel contesto politico”. Non di meno in Georgia la questione della presentazione della denuncia è diventata tema di dibattito politico. Il fatto è che, secondo le regole della Corte Europea il termine per la presentazione della denuncia scadeva il 27 marzo. Tuttavia il ministero della Giustizia georgiano, che ha studiato i lavori della commissione parlamentare, ha trascinato la questione fino all’ultimo. Il ministro di Giustizia Gija Kavtaradze ha dichiarato che presentare una denuncia alla corte di Strasburgo ha senso solo quando sono state raccolte abbastanza prove convincenti. L’opposizione parlamentare ha valutato questa posizione “mancanza di principi” e “incoerenza”. Secondo gli oppositori, le autorità della Georgia temevano di irritare troppo la Russia. In un modo o nell’altro, la rinuncia a presentare la denuncia difficilmente avrebbe migliorato di molto i rapporti russo-georgiani e nel frattempo avrebbe fortemente danneggiato la reputazione delle autorità della Georgia agli occhi dei propri cittadini.

Dmitrij Avaliani
Tbilisi

“Novaja Gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2007/22/11.html

29.03.2007 (traduzione e note di Matteo Mazzoni)


http://matteobloggato.blogspot.com/2007/04/russia-e-georgia
-orrori-e-paure.html

14 aprile 2007

A proposito della giustizia in Russia (III)

Il nodo del Caucaso

Fuoco a tutto spiano sui diritti[1]

Il progetto comune di Memorial[2] e della “Novaja Gazeta”. Gli uomini delle forze armate mascherati si sono attivizzati in Inguscezia

Ci rifacciamo di nuovo ai fatti avvenuti in Inguscezia. Con il passaggio in questa repubblica dell’“operazione antiterroristica” sono iniziati i sequestri di persona da parte di agenti delle forze armate: 2002 – 28 sequestri, 2003 – 52, 2004 – 48, 2005 – 47, 2006 – 35, in meno di tre mesi del 2007 – 9 sequestri.
Ma negli ultimi mesi le “operazioni speciali” nella repubblica somigliano di più ad esecuzioni extragiudiziali.

1 marzo 2007. Nel villaggio di Sagopši nella provincia di Malgobek[3] gli uomini delle forze armate hanno sequestrato un abitante, Visingiri Gatagažev, anno di nascita 1964. Dove sia non è dato finora sapere.

L’11 marzo nella città di Karabulak[4] gli uomini delle forze armate hanno arrestato il cittadino ceceno Ali Chil’dicharoev, anno di nascita 1985. Sua madre Zajnap dice di aver visto uno degli agenti mettere qualcosa sotto il materasso dopo di che lì “hanno trovato” una granata. Adesso Ali si trova nel GOVD[5] di Karabulak.

15 marzo. Verso le 6 del mattino nella casa dei Mutaliev, residenti nella città di Malgobek, hanno fatto irruzione gli uomini delle forze armate (20-25 persone) mascherati. Non si sono presentati e non hanno mostrato documenti, hanno perquisito la casa, non hanno trovato niente, ma hanno portato via Chusejn Mutaliev, anno di nascita 1980, l’hanno trascinato in cortile, l’hanno avvicinato alla macchina e hanno cominciato a picchiarlo. Mutaliev si è liberato e ha cercato di fuggire. Su di lui hanno aperto il fuoco a tutto spiano, Chusejn è rimasto ferito. I militari l’hanno messo a bordo della Volga[6] e sono partiti in direzione ignota. Il fratello di Chusejn Chasan è corso dietro a loro con la sua macchina. All’incrocio Kantyševskij[7] la colonna è stata fermata dagli agenti del GIBDD[8]. Gli uomini delle forze armate hanno mostrato un permesso speciale del GROU (Gruppa Operativnogo Upravlenija[9] del Caucaso settentrionale) e hanno proseguito per l’Ossezia Settentrionale.
Ma nel pomeriggio del 15 marzo l’Interfax ha diffuso la notizia: “Nel corso di un’operazione speciale degli agenti delle forze dell’ordine dell’Inguscezia e dell’Ossezia Settentrionale svoltasi a Malgobek (Inguscezia) è stato eliminato[10] il membro attivo di una NVF[11] Chusejn Mutaliev, come ha comunicato una fonte delle forze dell’ordine dell’Inguscezia: “Durante il tentativo di arrestare Chusejn Mutaliev, su cui pendeva un mandato di arresto federale per sequestro di persona (ai sensi dell’art. 126 del Codice Penale della Federazione Russa), questi ha fatto resistenza armata e ha tentato di far esplodere una granata. In quel momento ha ricevuto dei colpo di arma da fuoco grazie ai quali si è potuta evitare l’esplosione. Il guerrigliero è stato trasportato all’ospedale locale, dove è deceduto a causa delle ferite subite”. Mutaliev, secondo informazioni di servizio, era il leader ideologico di formazioni armate illegali ispirate al wahhabismo[12] e anche membro attivo delle bande del comandante in campo Chasmagomed Bogatyrëv. Oltre a questo si sospetta che abbia preso parte all’attacco contro l’Inguscezia del giugno 2004”.

Il giorno dopo, il 16 marzo, ai familiari fu comunicata ufficialmente la morte di Chusejn e fu consegnato loro il suo corpo. I parenti spiegarono che Mutaliev ferito non fu portato in un ospedale dell’Inguscezia. Inoltre allo ROVD di Malgobek fu detto loro che Chusejn non era ricercato, non aveva legami con i guerriglieri e non faceva parte di formazioni armate illegali.
A fare un “terrorista” di Chusejn avevano già provato l’anno scorso. Gli agenti della polizia lo arrestarono e lo tennero tre giorni nel GOVD di Malgobek.

Il 5 febbraio 2007 Chusejn Mutaliev si era rivolto al PC[13] di Memorial: “Mi hanno arrestato nel settembre 2006, mi hanno picchiato e hanno tentato di costringermi ad assumermi la responsabilità di crimini che non avevo commesso. Poi mi hanno rilasciato. Ma anche adesso mi perseguitano. Che devo fare? Sono pronto a rispondere a tutte le domande, ma che si rivolgano a me normalmente”.

Mutaliev e alcuni suoi amici erano intenzionati a scrivere una lettera aperta per dire che erano pronti a rispondere alle domande delle autorità, ma che esigevano il rispetto dei loro diritti costituzionali riguardanti la libertà di coscienza. Non hanno fatto in tempo.

“Novaja Gazeta”, http://novayagazeta.ru/data/2007/21/19.html

26.03.2007 (traduzione e note di Matteo Mazzoni)



[1] Il gioco di parole originario (strel’ba na poraženie v pravach) è assolutamente impossibile da tradurre. Strel’ba na poraženie significa “fuoco a tutto spiano” e poraženie v pravach significa “privazione di diritti” (in conseguenza di un atto giudiziario).

[2] Associazione nata per perpetuare la memoria delle vittime delle repressioni sovietiche e attualmente attiva nella difesa dei diritti umani.

[3] Città dell’Inguscezia settentrionale.

[4] Città dell’Inguscezia centro-settentrionale.

[5] Gorodskoj Otdel Vnutrennich Del (Sezione Cittadina degli Affari Interni), in pratica la sede della polizia cittadina.

[6] Marca di automobili russa.

[7] Località di Nazran’, ex capitale dell’Inguscezia.

[8] Gosudarstvennaja Inspekcija Bezopasnosti Dorožnogo Dviženija (Ispettorato Statale della Sicurezza del Traffico Stradale), in pratica la polizia stradale russa.

[9] Gruppo della Direzione Operativa.

[10] Letteralmente “annientato”, termine che gli organi di informazione russi usano senza problemi quando parlano dell’uccisione di terroristi o presunti tali da parte delle forze armate.

[11] Nezakonnoe Vooružënnoe Formirovanie (Formazione Armata Illegale).

[12] Corrente dell’islam radicale (va detto che, secondo la stampa ufficiale russa, tutti i terroristi caucasici o presunti tali sono wahhabiti).

[13] Pravozaščitnyj Centr (Centro per la Difesa dei Diritti Umani).


http://matteobloggato.blogspot.com/2007/04/non-solo-cecenia.html

06 aprile 2007

A proposito del modo di far politica in Russia

Si è difeso[1]

I membri della Duma hanno proposto a Zurabov[2] di spararsi, ma hanno acconsentito ad aspettare

Natalija Antipova

Il capo del ministero della Sanità e dello Sviluppo Sociale Michail Zurabov venerdì ha reso visita alla Duma di Stato dopo una lunga pausa, per render conto della situazione della fornitura supplementare di medicinali (DLO)[3]. E anche se alcuni singoli parlamentari hanno alluso al fatto che per il ministro fosse l’ora di farla finita, questi se l’è cavata con poco[4].

Michail Zurabov, con la sua impopolarità nella società[5], è divenuto già da tempo oggetto di mercanteggiamento politico. Parole dure sulla sue possibile rimozione dall’incarico erano sulla bocca dei rappresentanti di “Russia Unita”[6] proprio alla vigilia delle elezioni regionali. Le elezioni sono andate bene e il fervore emotivo è diminuito. Tra l’altro si prepara la campagna per la Duma[7] e le dimissioni del più odiato burocrate del paese in un periodo prossimo all’autunno probabilmente porterebbe ulteriori voti alla forza politica che finalmente cacciasse Zurabov.

L’ultima volta che il funzionario era comparso alla camera bassa del parlamento era stata l’anno scorso. La sua visita ha coinciso con il grave scandalo di corruzione del Fondo dell’assicurazione sanitaria obbligatoria, venuto alla luce proprio alla vigilia della sua comparsa. Allo stesso tempo sono emersi anche seri problemi con la fornitura di medicinali. I deputati più di una volta hanno invitato il ministro a correggere la situazione e hanno perfino minacciato di costringerlo a dimettersi, ponendogli un ultimatum, che è scaduto la settimana scorsa. Tra l’altro venerdì gli eletti del popolo, anche se hanno definito insoddisfacente il lavoro di Zurabov, si sono comportati abbastanza benevolmente. Perfino quelli che alla vigilia avevano minacciato di costringerlo a dimettersi.

- Nel paese non ci sono problemi con i medicinali, – ha notato Michail Zurabov, parlando nell’ambito dell’“ora del governo”[8]. – Non ci sono problemi con il trasporto dei medicinali là, dove servono. Ci sono problemi finanziari.

Il rapporto del ministro non ha soddisfatto i parlamentari. Il membro di “Russia Unita” Aleksandr Chinštejn ha ricordato a Zurabov come questi avesse promesso di dimettersi, se le riforme da lui pianificate avessero fallito. “Quando finalmente adempirà la sua promessa?” – ha chiesto il deputato. Zurabov non si è affatto preoccupato e per l’ennesima volta ha assicurato che si dimetterà immediatamente, se ciò risolverà i problemi. Un altro membro di “Russia Unita”, Pavel Voronin, ha proposto un’altra soluzione. “Lei è un ufficiale della riserva, ha una pistola che le è stata conferita per i meriti di servizio[9] – ha notato. – Se sa cos’è l’onore da ufficiale, deve sapere cosa farci”.

- Oggi negli interventi di tutti i deputati senza esclusione è stata espressa la proposta di valutare come insoddisfacente l’operato del ministero - così ha concluso il presidente della Duma di Stato Boris Gryzlov e ha proposto di stendere per il 3 aprile la bozza di una “vera e propria risoluzione della Duma di Stato”.

“Izvestija”, 26 marzo 2007, http://www.izvestia.ru/russia/article3102430/ (traduzione e note di Matteo Mazzoni)



[1] Difficile tradurre: otbilsja significa “si è difeso, ha respinto l’attacco”, ma colloquialmente può anche significare “se l’è svignata”.

[2] Michail Jur’evič Zurabov, ingegnere che deve la sua carriera politica all’ex ministro dell’Energia Evgenij Olegovič Adamov, caduto in disgrazia e attualmente in attesa di processo.

[3] Abbreviazione della dicitura russa, Dopolnitel’noe Lekarstvennoe Obespečenie.

[4] Letteralmente “con poco sangue” (si dice di un combattimento in cui le perdite sono limitate).

[5] Zurabov, al di là dei giochi politici che lo riguardano, è realmente odiato dalla gente, soprattutto dai pensionati a cui ha tolto le agevolazioni di cui godevano in cambio di un insussistente aumento delle pensioni.

[6] Partito che ha praticamente il solo scopo di sostenere la politica di Putin alla Duma.

[7] Le elezioni parlamentari avranno luogo il 2 dicembre.

[8] Momento dedicato alle interpellanze dei parlamentari russi ai membri del consiglio dei ministri.

[9] Effettivamente al tenente della riserva Zurabov nel 2002 è stata consegnato ufficialmente un revolver come segno di riconoscimento “per il grande contributo al consolidamento della legalità e dell’ordine”.


http://matteobloggato.blogspot.com/2007/04/verrebbe-da-dire
-se-in-russia-questa-la.html