29 gennaio 2010

A proposito della criminalità in Russia

Un'intera città ricercata a livello federale



A livello federale sono ricercate quasi 350000 persone. La popolazione di un capoluogo di regione. Una persona “perduta” ogni 400 abitanti della Russia. Questo è la testimonianza della piena paralisi del sistema di tutela dell'ordine


La banca dati della “Ricerca federale” si può comprare in ogni mercato di materiale radiofonico. Questa permette di “declassificare” la precisa quantità di persone scomparse senza lasciare traccia e di criminali in fuga. Scioccano non solo le cifre, ma anche le identità di alcune figure. Così sono stati dichiarati ricercati, per esempio, un generale, un ex capo della direzione della squadra narcotici di San Pietroburgo, un magnate della metallurgia e anche un cittadino ucraino, che vende casa presso Vladimir non sospettando di essere ricercato.

Nel n. 47 della “Novaja gazeta” dello 08.05.2009 con l'aiuto della banca dati della polizia “Ricerca di armo” chiarimmo quante pistole rubate e perdute giravano per il paese nello scorso anno. L'articolo fece molto rumore non solo da noi, ma anche all'estero. In quanto nella banca dati si sono trovati dei Kalashnikov russi sequestrati dai servizi segreti turchi ai militanti curdi. Continuiamo a studiare le informazioni vendute dagli stessi tutori dell'ordine.

Attenzione!
347332 persone sono ricercate a livello federale. Questo è la testimonianza della piena paralisi del sistema di tutela dell'ordine della Russia

Scomparsi senza lasciare traccia

E così, secondo la banca dati il 21 dicembre 2009 erano ricercate a livello federale 347332 persone. Tra queste 65105 sono scomparse senza lasciare traccia, 25525 risultano come “persone che hanno perso i legami con i familiari”. Il resto sono criminali, disertori, pazienti fuggiti dalle cliniche psichiatriche, mancati pagatori incalliti di alimenti (13399 persone) e persone ricercate a livello internazionale dall'Interpol (5773 fuggitivi).

La maggior parte di questi “scomparsi senza lasciare traccia” sono cittadini che erano andati al lavoro, al luogo di studio, erano andati in vacanza o erano andati in paesi lontani per fare un po' di soldi. Cosa gli sia successo dopo, nessuno lo sa. Come raccontano gli stessi poliziotti, la cosa più probabile è che il 70—80% non sia già più tra i vivi. E nel migliore dei casi si riuscirà a trovare solo i loro resti. Di uomini non tornati a casa ne risultavano 44333. Di donne – 32729. Su quanti bambini siano scomparsi negli ultimi tempi la banca dati della polizia tace.

L'elemento criminale e i pazienti in fuga

Metà degli “abitanti” della banca dati federale sono criminali. Le persone sottrattesi alle indagini ammontano a 72236 e 11683 persone “se la sono svignata” già con lo status di imputati. 7983 cittadini al momento di essere dichiarati ricercati avevano in mano l'obbligo di dimora e al contempo sono divenuti imputati per un altro reato. Dai processi ne sono fuggiti 3425. Ad aver compiuto la fuga dalle prigioni, dai luoghi di reclusione, dai comandi speciali e dalle celle di reclusione preventiva ne risultavano 3191. Tra queste 326 persone hanno compiuto la fuga direttamente dall'ITK (ispravitel'no-trudovaja kolonija [1]). Altri 199 in libertà condizionata e 147 cittadini sotto sorveglianza amministrativa se la sono filata.

Ricercate a livello federale risultano 861 tra uomini e donne, accusati secondo gli articoli su “Terrorismo”. La maggior parte dei terroristi “è sfuggita” ai ministeri degli Interni di Uzbekistan, Turkmenistan e Tadjikistan come ricercati a livello internazionale. Anche se, com'è noto, in questi paesi può essere considerato terrorista qualunque critico del regime. Di cittadini della Federazione Russa che devono rispondere di questo articolo e sono latitanti ce ne sono 357. I favoreggiatori di terrorismo sono 157 e 310 sono membri di formazioni armate illegali.

E adesso attenzione! Per il paese sono in fuga 3857 persone che hanno commesso omicidi e 185 recidivi particolarmente pericolosi, che hanno nel proprio bagaglio articoli abbastanza “pesanti”. Tra questi 501 fuggitivi sono armati. 54 criminali sono ricercati per l'omicidio di due o più persone. Tra queste ci sono 53 persone che hanno commesso omicidi in stato di insanità mentale. Secondo gli agenti operativi, molti di essi sono fuggiti all'estero. Altri si sono fatti dei nuovi documenti e vivono fra noi. A quale indirizzo a questi cittadini “salterà il cervello” di nuovo si può solo indovinare.

Tra i ricercati abbiamo trovato personaggi ben noti. Per esempio, Rustam Machmudov. Secondo la versione degli inquirenti, proprio questi nel 2006 commise l'omicidio dell'osservatrice della “Novaja gazeta” Anna Politkovskaja all'ingresso della sua casa in via Lesnaja [2]. Ora Machmudov è ricercato a livello internazionale. Ma ancora prima era ricercato secondo l'art. 215 [3] del Codice Penale della Federazione Russa. Non sappiamo proprio come sia stato “ricercato”, ma per otto anni Machmudov si è mosso liberamente per il paese. Purtroppo su quelli che gli hanno garantito I suoi documenti falsi di copertura e gli hanno fatto attraversare la frontiera non si fa parola nella banca dati dei ricercati.

Ecco che già da tre anni non riescono a prendere il 50enne Igor' Klimov, che il 2 maggio 2007 a Naro-Fominsk nei presso di Mosca ha violentato e ucciso Nastja Mordjukova di 4 anni (documento di ricerca n. 168544). Ai funerali di Nastja c'era tutta la città e le figure ufficiali hanno dichiarato più di una volta che l'omicida avrà la meritata punizione. Ma, come vediamo, tutto invano. Ricordiamo le caratteristiche di Klimov: altezza 175 cm, corporatura media, capelli grigi, porta gli occhiali da sole. Si sposta per tutto il territorio della Federazione Russa. Per le sue conoscenza può presentarsi come insegnante di informatica.

E di nuovo attenzione! A livello federale sono ricercate 1193 persone come fuggitivi dalle cliniche psichiatriche, tra questi 9 pazienti sono riconosciuti socialmente pericolosi. 269 di loro “se la sono data a gambe” avendo alle spalle omicidi e stupri. Quali di loro siano maniaci seriali si può solo indovinare. Altri pazienti “hanno lasciato perdere” mentre erano in obbligo di cura o per decisione del tribunale sono stati esaminati per insanità mentale.

Tra le altre figure si può notare il generale delle truppe cosacche ed ex comproprietario del night club di Piter [4] “Gollivudskie noči[5] Aleksandr Sobčak (documento di ricerca n. 282). Secondo la versione degli inquirenti, il 31 ottobre 2001 in un appartamento preso in affitto a Mosca Sobčak insieme al proprio autista Burdenjuk uccisero due “farfalle notturne”. Poco dopo il complice fu arrestato con effetti personali delle persone uccise e confessò. Ma finora non riescono a trovare il cosacco Sobčak.

La scioccante statistica può anche continuare. Per esempio, per gli spazi del paese vagano da qualche parte 75 pedofili (articolo 134 del Codice Penale della Federazione Russa), 969 stupratori (articolo 131 del Codice Penale della Federazione Russa) e 379 uomini accusati di molestie sessuali (articolo 132 del Codice Penale della Federazione Russa). A questo esercito si possono aggiungere 337 infetti da HIV sfuggiti ai medici e 495 cittadini che hanno infettato i propri partner con malattie veneree. Non è escluso che alcuni di questi “D” o “U” esercitino la prostituzione a lato dei viali o nei bordelli o nei gay club. Fra l'altro a livello federale sono ricercati 378 protettori. E di alcuni tra “maitresse” e “papponi” nella banca dati ci sono anche 2-3 schede. I “magnaccia” sono principalmente nativi di Ucraina, Bielorussia e Moldavia.

Inoltre in fuga si trovano 17350 persone che hanno commesso crimini gravi e particolarmente gravi. Per esempio, 282 dovrebbero stare sulle brande per associazione a delinquere, 867 per banditismo, 755 per estorsione e 594 per sequestro di persona. Tutti questi si sono dati alla fuga prima dell'arrivo della polizia. Tra i “noti” si possono prendere il capo di una banda di sequestratori, Denis Šilin (alias Marčenko, Šimin, Popov) e il suo braccio destro, l'esperto della Duma di Stato [6] Maksim Kan, che si nasconde in Sudamerica. Di questi personaggi abbiamo scritto più di una volta nelle pagine del nostro giornale. Ma quando a Šilin, Kan e ai loro favoreggiatori nelle strutture armate metteranno le manette, solo Dio lo sa.

Inoltre, 3212 banditi sono fuggiti di prigione, commettendo crimini. 5805 hanno commesso rapine. Altre 5203 persone sono ricercate per spaccio di droga e 1367 sfuggono alla giustizia per detenzione, trasporto e cessione di armi.

Le ricerche dello FSB [7]

Da parte dello FSB sono ricercati a livello federale 28 cittadini. La maggior parte di essi sono nativi del Daghestan. I più “famosi” fuggitivi sono ritenuti a buon diritto due. Sono l'ex capo dell'UFSKN [8] di San Pietroburgo e della regione di Leningrado [9], generale Aleksandr Karmackij e l'imprenditore Michail Živilo.

Secondo la scheda biografica, il signor Karmackij ha finito la Scuola Superiore del KGB “F.È. Dzeržinskij”. In seguito ha svolto servizio in vari ruoli negli organi di sicurezza dello Stato. Nel 1999 dal ruolo di capo del SÈK (Služba Èkonomičeskoj Kontrrazvedki [10]) dell'UFSB [11] della città di San Pietroburgo e della regione è passato a lavorare come capo dell'amministrazione del servizio federale di polizia fiscale. E nel 2003 con il decreto presidenziale n. 812 è diventato capo dell'UFSKN di Piter. Karmackij è stato insignito del titolo di agente d'onore del controspionaggio e della polizia fiscale. Non di meno il 13 agosto 2009 il cekista [12] d'onore è stato dichiarato ricercato a livello federale (documento di ricerca n. 333) per il procedimento penale n. 383013. Karmackij è stato incriminato secondo l'art. 188 c. 4 del Codice Penale della Federazione Russa (Contrabbando in misure particolarmente ampie praticato a livello collettivo) e rischia da 7 a 12 anni di detenzione e una multa fino a un milione di rubli [13]. Tuttavia, a quanto comunicano alcuni mezzi di informazione di massa, Karmackij avrebbe sofferto per la stretta amicizia con l'ex capo dello FKSN [14] Čerkesov in conseguenza delle cosiddette guerre cekiste. Secondo altri dati, il nome del generale sarebbe saltato fuori nel corso delle indagini del procedimento penale ai danni dell'autorevole imprenditore Kumarin-Barsukov. Per farla breve, Karmackij non voleva diventare un secondo Bul'bov [15] e, avendo in mano l'obbligo di dimora, si è dato alla fuga.

Michail Živilo in passato è stato proprietario della “Metallurgičeskaja Investicionnaja Kompanija” [16] (MIKOM). La sua compagnia fino al 2000 amministrava il kombinat metallurgico di Kuzneck [17], la fabbrica di alluminio di Novokuzneck [18] e alcune miniere di carbone a cielo aperto nel Kuzbass [19]. Živilo si sarebbe ritrovato ricercato a livello federale per aver preparato un attentato al governatore della regione di Kemerovo [20] Aman Tuleev. Secondo la versione degli inquirenti, l'imprenditore avrebbe coinvolto nel crimine il quattro volte campione olimpico Aleksandr Tichonov e suo fratello Viktor e questi, a loro volta, avrebbero dato l'ordine a due membri di un'OPG [21]. Quando tutto è stato scoperto, il campione olimpico si è dato alla fuga, ma suo fratello è stato condannato e dopo un anno è uscito dalla colonia penale con la condizionale. Nel febbraio 2001 Živilo è stato arrestato dalla polizia. Tuttavia la giustizia francese si è rifiutata di consegnarlo alla parte russa, rimandando alla scarsità di indizi. Di conseguenza a Živilo sono stati “strizzati” tutti gli affari in Russia e dell'attentato a Tuleev non si ricorda più nessuno.

Ricercata dai cekisti è una certa coreana Т., accusata di aver violato l'art. 322 del Codice Penale della Federazione Russa (organizzazione di immigrazione illegale). L'ha dichiarata ricercata la direzione operativa di ricerca dell'UFSB della regione di Astrachan' [22]. Per quali segreti sentieri la signora Т. abbia potuto scappare agli “sbirri” della direzione operativa di ricerca nella banca dati non è detto. Per altro per conto dello FSB sono ricercati anche altri stranieri in fuga: tre cittadini del Belgio, uno di Israele e anche un nativo della Polonia. Sono stati incriminati per traffico illegale di metalli preziosi.

Nella banca dati federale è stato “iscritto” un altro straniero – il nativo della regione di Zaporižžja [23] Aleksandr S. Gli uomini dello FSB lo cercano per via del “narcotico” articolo 228 del Codice Penale della Federazione Russa. L'ucraino è stato dichiarato ricercato il 06.11.2008. Ma ecco una cosa interessante. Scavando in Internet, ho trovato un annuncio del signor S. sulla vendita di una casa in legno a 40 km da Vladimir [24], datato 19 agosto 2009 (L'ingresso della casa è asfaltato. Il terreno misura 0,23 ha, nel cortile c'è un pozzo. Intorno c'è un bosco, vicino c'è un fiume). Ho telefonato al numero indicato e ho chiesto di comunicarmi i dettagli. In risposta una voce maschile mi ha chiamato psicopatico e ha riattaccato. Qualche tempo dopo il telefono ha squillato e S. ha raccontato quanto segue. Ne risulta che i cekisti abbiano avviato un procedimento penale nei suoi confronti quando si è rifiutato di deporre contro un suo conterraneo, da cui hanno trovato dell'erba. Quel che è interessante è che nessuno ha detto all'ucraino che è ricercato in Russia. Anche se, a detta del “fuggitivo”, questi va periodicamente a visitare i familiari.

Nella banca dati della polizia c'è ancora qualche curioso dettaglio. Secondo la circolare n. 2006/601, è stato trovato “vivo” l'ex comandante del reparto “Montanaro” [25] Movladi Bajsarov, che era stato dichiarato ricercato per sequestro di persona. Anche se è ben noto che Bajsarov è stato ucciso il 18 novembre 2006 sul viale Leninskij [26] in circostanze molto strane (vedi rapporto del GUVD [27]). Secondo la versione ufficiale, Bajsarov è stato ucciso a colpi d'arma da fuoco da agenti della polizia cecena quando ha fatto resistenza armata. Secondo la versione non ufficiale è stato il tipico omicidio su commissione. Si dice che il colpo di grazia alla testa del “montanaro” sia stato sparato da un deputato molto noto della Duma di Stato. E il curatore di Bajsarov per conto dello FSB, che lo aveva chiamato al cellulare alla vigilia e gli aveva garantito sicurezza ben presto si sarebbe licenziato dagli organi [28] e si sarebbe comprato un appartamento di lusso in un condominio d'elite.

Ma ecco che il documento di ricerca dell'ex capo della sezione per la difesa dell'ordine costituzionale e la lotta al terrorismo dell'UFSB russo della regione di Volgograd [29] Pëtr Samarskij nella banca dati della polizia per qualche motivo non c'è. Anche se gli inquirenti hanno detto più di una volta, di aver dichiarato il “lottatore contro il terrorismo” ricercato a livello federale. Secondo i dati delle indagini, Samarskij prese bustarelle da imprenditori locali per scagionarli in casi indagati dalla sezione investigativa dell'UFSB di Volgograd. Il cekista ricevette il denaro proprio sotto le finestre del suo ufficio. Samarskij fu arrestato nel maggio 2009 a Mosca, tuttavia durante una tappa a Volgograd riuscì a fuggire.

Fuggitivi dell'ambito economico

Passiamo agli articoli economici. Ricercate a livello federale per riciclaggio di denaro risultano 420 persone. Per attività imprenditoriale e bancaria illegale – 339 e 115 rispettivamente. Per truffa o appropriazione indebita e malversazione la polizia cerca 9295 e 1648 fuggitivi.

Per esempio, ecco che già da 20 anni fugge per il mondo un certo Golofteev (tre volte è stato dichiarato ricercato). Secondo la scheda, nel 1990 dello scorso secolo compì appropriazioni indebite su larga scala a Naberežnye Čelny [30] e scomparve in direzione ignota. Sono già cambiati tre presidenti e ci sono stati due tentativi di colpo di stato. Poi c'è stata la Cecenia, il “Kursk”, il “Nord-Ost” [31], Beslan, Evsjukov [32], due crisi finanziarie, le nanotecnologie e la lotta alla corruzione. Nel paese sono state abolite le elezioni dei governatori e siamo diventati un paese a democrazia “sovrana”. E questi è ancora in fuga. In ogni caso comunico: signor Golofteev! L'8 agosto 2007, per decisione della Corte Suprema del Tatarstan, il procedimento penale nei suoi confronti è stato cassato per prescrizione dei termini. Può tornare!

Nella banca dati si sono trovate quasi millecinquecento persone ricercate per via dei cosiddetti articoli “da funzionari”: 1028 per ostacolo all'imprenditoria legale, 147 per abuso d'ufficio e 248 “giacche” e “uniformi” si sono dati alla fuga dopo abusi di potere.

Inoltre nella banca dati si sono trovati 67 corrotti e 300 corruttori. La cosa interessante è che tra I corruttori ricercati si incontrano degli stranieri. A dare bustarelle sono stati colti 15 cinesi, 6 vietnamiti, 2 siriani e la cittadina della Mongolia Saran Chuulun. A vedere la scheda, la signora Chuulun ha cercato di “ungere” gli agenti della polizia ferroviaria alla stazione ferroviaria di Ulan-Udè [33]. Ma evidentemente qualcosa non è andata. Nella banca dati si è trovata anche la scheda di un ex agente dell'UVD del VAO [34] della città di Mosca Ruslan Ščerbaev, che nel 2002 prese una bustarella e se la filò. Dov'è adesso?

Disertori

In tutto sono stati dichiarati ricercati a livello federale 1526 disertori. Ma qui bisogna analizzare dettagliatamente. Per esempio, sono ancora ricercati 54 ucraini, 9 bielorussi, 15 estoni, 38 lituani, 2 lettoni, 128 georgiani, 236 armeni, 45 kazaki, 58 tagiki, 58 uzbeki, 5 turkmeni, 26 azeri, 11 chirghisi e 1 moldavo, che hanno volontariamente lasciato i loro reparti negli anni 1990-1991. Fra l'altro questo è successo nel periodo in cui le loro repubbliche si dichiararono indipendenti. Questi se ne sono andati senza armi e non hanno ucciso nessuno. Perché tenerli nella banca dati 19 anni dopo il crollo dell'URSS? Cosa abbiamo, pochi criminali nostri?

Conclusioni

Una così grande quantità di criminali in fuga è il risultato di una piena paralisi del sistema di tutela dell'ordine. I tutori dell'ordine sono “affilati” non per svolgere le proprie mansioni dirette, ma per guadagnare e dividere denaro. O per pacificare l'opposizione politica. Per esempio, dov'erano I Gruppy Nemedlennogo Reagirovanija [35] (GNR) al momento in cui venivano commessi degli omicidi? E i cinofili? Probabilmente alcuni stavano “tosando” i caucasici nei mercati o nelle piazze o proteggevano delle prostitute. Altri “pressavano” i commercianti o scrivevano numerosi rapporti per i capi. E gli agenti onesti, a ben vedere, riposavano dopo il “lavoro extra” fatto fuori servizio come guardie private e come autisti (di qualcosa bisogna vivere in qualche modo). Inoltre è ben noto che nella maggior parte delle OVD [36] di notte non funzionano le sezioni per le informazioni. Perciò “beccare” rapidamente i dati fondamentali su un criminale colto al volo o di una vittima è praticamente impossibile. E nei GUVD c'è un'intera trafila e la risposta non giunge in fretta. In molti sottoreparti di polizia non ci sono neanche i computer e Internet. Per ottenere informazioni se ne va del tempo prezioso. Come mostra la pratica, se non hanno preso un omicida su tracce calde, allora nessuno lo cercherà più. A meno che, certamente, non abbia commesso un crimine clamoroso come “regolare” un funzionario, un uomo politico o un uomo delle strutture armate. Resta da sperare che l'assassino cada in un nuovo crimine o chiacchieri da ubriaco con un informatore della polizia. Fra l'altro è indispensabile ricordare che oltre allo status di ricercato a livello federale esiste anche quello di ricercato a livello locale. E ciò significa che I criminali ricercati e le persone scomparse senza lasciare tracce sono tre volte di più.


Documento di ricerca di Berezovskij
[37]

1. Circolare|2001/392|
2. Motivo|E' SFUGGITO ALLE INDAGINI|
6. FIO [38]|BEREZOVSKIJ BORIS ABRAMOVIČ|
10. Sesso|UOMO|
11. Cittadinanza|RUSSO|
13. Data di nascita(D)|23.01.1946|
15. Luogo di nascita|MOSCA|
16. Passaporto|ХХV-МЮ 658189|
17. Articoli|ART. 159 C. 3 P.B [39]; ART. 174 C. 3, 5 [40]; ART. 33 [41]; ART. 193 [42]|
20. RD [43] N:|1147|
21. RD Data|01102001|
22. Iniziatore-1|GUVD DI MOSCA|
23. Iniziatore-2|ORU [44]|
24. Misura di sicurezza |ARRESTO|
25. DICHIARATO NUOVAMENTE RICERCATO. RICERCATO IN PRECEDENZA DALLO STESSO GUVD SECONDO QUANTO NEL TELEGRAMMA 114514 DEL 02102001
27. Data di consegna|01102001|
28. |Dato dello ZIC [45]|F886172|

Rapporto del GUVD sull'omicidio di Bajsarov

Il 18.11 alle 18.00 attraverso il servizio “02” [46] all'OVD è giunta comunicazione su una sparatoria all'indirizzo: viale Leninskij 30. Dopo che gli agenti di polizia sono giunti sul posto si è stabilito che durante lo svolgimento di una misura operativa di ricerca degli agenti dell'UBOP [47] del ministero degli Interni della Repubblica Cecena insieme agli agenti dell'UBOP del GUVD della città di Mosca al momento dell'arresto di Bajsarov Movladi Zajpulaevič, che era ricercato a livello federale ai sensi dell'art. 126-2 [48] del Codice Penale della Federazione Russa (r/d-119601 [49] del 15.11.2006), Bajsarov ha tentato di fare resistenza armata e di conseguenza è stato ucciso sul posto. Sul posto sono stati raccolti: 7 cartucce calibro 5,45 mm., 1 cartuccia calibro 9 mm. di PM [50], un ordigno artigianale, composto da una carica OG-17 [51] calibro 37 mm da AGS-17 [52] con innesco UZRGM [53] (l'innesco era attaccato con il nastro adesivo). Durante l'esame del cadavere di Bajsarov sono stati raccolti: una pistola PPS [54] calibro 9 mm n. ГН-147-И, tre caricatori con proiettili (18, 19 e 20 proiettili calibro 9 mm.), una pistola “Glock [55] 9х19” calibro 9 mm con 1 caricatore e 15 proiettili, una cartella di colore nero in cui si trovava un caricatore con proiettili (15 pezzi) per la pistola Glock e un silenziatore per essa, il distintivo da agente dello FSB della Federazione Russa per la Repubblica Cecena a nome del tenente colonnello Bajsarov (n. РО 04692). Il cadavere di Bajsarov con 11 ferite da arma da fuoco nelle zone della testa, del collo e del ventre, 5 al petto, ferite alla spalla destra, all'avambraccio sinistro e alla coscia destra è stato indirizzato all'obitorio 4. Vi si sono recati il segretario di stato e vice-ministro degli Interni della Federazione Russa Ovčinnikov e il vice-capo del GUVD Vasil'ev. Da parte della procura dello JuAO [56] è stata presa la decisione di avviare un procedimento penale ai sensi degli artt. 105-1 [57] e 222-1 [58] del Codice Penale della Federazione Russa. Al vice-comandante del reggimento di polizia dell'UVO [59] del ministero degli Interni della Repubblica Cecena tenente di polizia Rašaev Sultan Zebajraevič, anno di nascita 1981 (documento ЧРЕ 56386) è stata sequestrata un'arma automatica AKS-74U [60], calibro 5,45 mm., n. 825398 e 23 cartucce per essa. Da parte della procura dello JuAO viene condotta una verifica sulla legittimità dell'uso delle armi.

Sotto testo

Ognuno può finire nella lista dei ricercati. Il servizio è pagato dal vostro concorrente

Le misure di “influenza” sugli affari, stando alle informazioni degli avvocati che prendono parte alle misure per contrastare i raider e difendere gli affari, sono già suddivise da tempo in un pacchetto limitato, “il piccolo armamentario da gentiluomo”, e un complesso repressivo di grandi proporzioni sotto il nome di “armamentario completo da gentiluomo”, che si organizzano per l'attacco all'oggetto prescelto in cambio di denaro o su diretta indicazione di una persona al comando dello stato (in cambio di moltissimo denaro). Il piccolo armamentario consiste nell'organizzazione di un processo arbitrale “telecomandato” contro la vittima e nell'apertura di un procedimento penale ai danni di essa. Quello completo nell'arresto e nella reclusione preventiva di un proprietario espropriato come base di future trattative; nel processo arbitrale e nel sequestro delle proprietà per tutelare il querelante; nell'armamentario completo di verifiche degli organi fiscali e in tutte le possibili ispezioni; nell'organizzazione di processi civili. Si capisce che l'armamentario di “servizi” e le tariffe sono flessibili, dipendono dalle circostanze. Negli ultimi tempi sempre più speso nell'“armamentario completo da gentiluomo” già in fase di pianificazione si include anche la dichiarazione della vittima indicata come ricercato a livello internazionale. Questo si fa quando l'oggetto della persecuzione è già protagonista di un procedimento penale, ma ha nel frattempo immobili all'estero e visita regolarmente le sue proprietà. E se il procedimento è avviato al momento della partenza, allora la richiesta all'Interpol è un'appendice gratuita. Questa è già una tattica da raider – determinare il momento favorevole per l'attacco, ma anche il più alto livello di corruzione degli organi di tutela dell'ordine. Poiché la dichiarazione sullo status di ricercato a livello internazionale pone subito una persona agli occhi della gente comune nella condizione di reietto che vaga per il mondo nel tentativo di scampare la meritata punizione, questa misura è di grande effetto (ma non è efficace). Tanto più che ancor prima del processo e della presentazione di una reale base indiziaria per le indagini questa è consacrata dall'autorità delle organizzazioni internazionali, cioè dei paesi civili, dove “non mettono in prigione per nulla”. La reale efficacia di tale misura è nettamente limitata dal fatto che all'estero i russi dichiarati ricercati hanno tutte le possibilità di difendersi pienamente in tribunale, come ora accade con Čičvarkin [61]. E il rifiuto dell'estradizione mette subito in dubbio tutta la costruzione delle indagini. Ma questo non si riesce a spiegarlo in alcun modo al mandante. Perciò la dichiarazione di status di ricercato attraverso l'Interpol nei piani dei raider è più spesso una forma di propaganda.

V.Š.

P.S. Nella banca dati c'è la sezione “Mezzi di trasporto trafugati”. Secondo i dati, sono ricercati a livello federale 2 985 718 automobili, trattori e motocicli trafugati. Ma questa è già un'altra storia.

Sergej Kanev
reporter di cronaca nera

sbult@mail.ru

22.01.2010, “Novaja gazeta”, www.novayagazeta.ru/data/?rub=324 (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] “Colonia di Lavoro Correzionale”, istituto definito da non pochi una sorta di nuovo Gulag.

[2] “Boschiva”. Via del centro di Mosca.

[3] Violazione delle regole di sicurezza delle centrali nucleari.

[4] Nome colloquiale di San Pietroburgo.

[5] “Notti hollywoodiane”.

[6] Tutte le assemblee legislative russe si chiamano Duma, di qui la precisazione.

[7] Federal'naja Služba Bezopasnosti (Servizio Federale di Sicurezza), il principale servizio segreto russo.

[8] Upravlenie Federal'noj Služby po Kontrolju za oborotom Narkotikov (Direzione del Servizo Federale per il Controllo sul traffico di Narcotici).

[9] La regione di San Pietroburgo è tuttora chiamata ufficialmente “regione di Leningrado”.

[10] “Servizio di Controspionaggio Economico”.

[11] Upravlenie Federal'noj Služby Bezopasnosti (Direzione del Servizio Federale di Sicurezza).

[12] La ČK (pronunciata čè-ka, sigla di Črezvyčajnaja Komissija po bor'be s kontrrevoljciej i sabotažem – “Commissione Straordinaria per la lotta alla controrivoluzione e al sabotaggio”) era la prima polizia politica sovietica e i suoi agenti erano detti cekisti. Per estensione sono detti così tutti gli agenti segreti.

[13] Oltre 23700 euro.

[14] Federal'naja Služba po Kontrolju za oborotom Narkotikov (Servizio Federale per il Controllo sul traffico di Narcotici).

[15] Aleksandr Aresen'evič Bul'bov, generale dell'Antidroga arrestato per intercettazioni telefoniche illegali nel 2009 e in seguito sottoposto a obbligo di dimora.

[16] “Compagnia di Investimenti in Campo Metallurgico”.

[17] Città della Russia centrale.

[18] Città della Siberia sud-occidentale.

[19] Abbreviazioni di KUZneckij ugol'nyj BASSejn (Bacino Cabonifero di Kuzneck).

[20] Città della Siberia sud-occidentale.

[21] Organizovannaja Prestupnaja Gruppa (Gruppo Criminale Organizzato).

[22] Città della Russia meridionale.


[23] Città dell'Ucraina sud-orientale.

[24] Città della Russia centrale.

[25] Reparto speciale dello FSB, che opera nel Caucaso.

[26] Via del centro di Mosca.

[27] Glavnoe Upravlenie Vnutrennich Del (Direzione Centrale degli Affari Interni), in pratica la sede centrale della polizia.

[28] Cioè i servizi segreti, organi del ministero degli Interni.

[29] L'ex Stalingrado, nella Russia meridionale.

[30] Città della Russia centro-orientale.

[31] “Nord-Est”, il musical che andava in scena nel teatro di Dubrovka, preso dai terroristi ceceni nel 2002.

[32] Denis Viktorovič Evsjukov, poliziotto che in una sera 2009 uccise un automobilista e sparò all'impazzata in un supermercato, uccidendo una cassiera e ferendo molte persone, per di più con un'arma sequestrata in Cecenia.

[33] Città della Siberia orientale.

[34] Vostočnyj Administrativnyj Okrug (Circondario Amministrativo Orientale).

[35] “Gruppi a Reazione Rapida”.

[36] Otdelenija Vnutrennich Del (Sezioni degli Affari Interni), in pratica le sedi della polizia.

[37] Boris Abramovič Berezovskij, faccendiere russo che vive in Gran Bretagna come rifugiato politico.

[38] Familija Imja Otčestvo (Cognome Nome Patronimico).

[39] La sigla P.B è indecifrabile, ma l'articolo si riferisce a truffe compiute approfittando della propria posizione.

[40] Il comma 5 non esiste (o forse non esiste più), il 3 tratta di riciclaggio di denaro per conto terzi approfittando della propria posizione.

[41] Associazione a delinquere generica.

[42] Fuga di capitali in valuta straniera.

[43] Presumibilmente Rukovodjaščij Dokument (Documento Principale).

[44] Operativno-Raspredelitel'noe Upravlenie (Direzione per le Decisioni Operative).

[45] Zonal'nyj Informacionnyj Centr (Centro Informativo di Zona).

[46] Numero di emergenza della polizia, come il nostro 112.

[47] Upravlenie po Bor'be s Organizovannoj Prestupnost'ju (Direzione per la Lotta alla Criminalità Organizzata).

[48] Sequestro di persona.

[49] Vedi nota 43.

[50] Pistolet Makarova (Pistola Makarov).

[51] Oskoločnaja Granata (Granata a Frammentazione).

[52] Avtomatičeskij Granatomët Stankovyj (Lanciagranate Automatico Fisso).

[53] Universal'nyj Zapal Ručnoj Granaty Modificirovannyj (Innesco Universale da Granata a Mano Modificato).

[54] Pistolet Podvodnoj Strel'by (Pistola per Tiro Subacqueo).

[55] Pistola di fabbricazione austriaca.

[56] Južnyj Administrativnyj Okrug (Circondario Amministrativo Meridionale).

[57] Omicidio.

[58] Acquisto, cessione gratuita, vendita, detenzione, trasposto e porto illegali di armi.

[59] Upravlenie Vnevedomstvennoj Ochrany (Direzione per la Protezione Extraistituzionale).

[60] Kalashnikov di piccolo formato.

[61] Evgenij Aleksandrovič Čičvarkin, imprenditore russo, accusato di sequestro di persona ed estorsione mentre si trovava in Gran Bretagna.


http://matteobloggato.blogspot.com/2010/01/le-vere-emergenze-della-russia-una.html

22 gennaio 2010

A proposito dell'estrema destra russa (II)

Banda, agenzia, partito



Chi sono i “nazionalisti legali”


Prima dell'arresto di Nikita Tichonov e Evgenija Chasis, sospettati dell'omicidio di Stanislav Markelov e Anastasija Baburova dell'organizzazione slavofila “Immagine russa” si parlava solo in una ristretta cerchia di fascistologi. Nikita Tichonov è il co-fondatore della rivista “Immagine russa” e Evgenija Chasis è un'attivista di “Verdetto russo”, una struttura affiliata, che si occupa dell'accompagnamento giuridico e di pubbliche relazioni dei procedimenti penali a cui sono sottoposti gli estremisti di destra. La “Novaja gazeta” ha deciso di chiarire cosa rappresentano le organizzazioni a cui erano legati i sospetti di aver commesso l'esecuzione politica pubblica del 19 gennaio 2009.

Una citazione dal sito dell'organizzazione: “”Immagine russa“ non è una banda, non è un'agenzia propagandistica e non è un partito politico. Siamo tutto questo insieme. Sappiamo creare da zero dei progetti politici, garantire la difesa di chi ne ha bisogno e condurre campagne sui mezzi di informazione di massa (…)”.

“Immagine russa” si è formata all'inizio degli anni Zero dai ritrovi dei sostenitori del gruppo “Kolovrat” [1] – uno dei più vecchi gruppi nazisti in Russia. I temi principali dei testi sono lo hitlersimo e la propaganda della violenza e dell'odio razziali… Il gruppo ha anche una certa quantità di canzoni nazionaliste “tranquille”, senza appelli evidentemente perseguibili penalmente – per esempio di queste era composto il programma di un'esibizione pubblica stradale in piazza Bolotnaja [2] nel Giorno dell'unità nazionale [3], il 4 novembre 2009.

La “Kolovrat crew” – questo stesso fan club – è divenuta anche la base per la creazione di raggruppamenti nazisti a livello nazionale. Il libro degli ospiti del sito del gruppo per molto tempo ha svolto il ruolo di forum di discussione dei fascisti russi. I “Kolovrat” hanno imbastito un'ottima rete di vendita dei propri album e del proprio materiale per i fan, i “concerti chiusi” si sono svolti in tutto il paese talvolta più volte al mese. In tal modo la “Kolovrat crew” ha stretto molto in fretta saldi legami con molti attivisti di estrema destra in tutta la Russia.

La “crew” ha concluso la propria attività perché il leader del gruppo, Denis Gerasimov, è stato processato nella Repubblica Ceca (dove avrebbe dovuto aver luogo l'ennesimo concerto) per estremismo. E' stato in prigione per più di un anno. La propaganda in Internet a nome dei “Kolovrat” è stata interrotta, in quanto Gerasimov avrebbe potuto essere recluso nel “luogo di tortura praghese” per altri sette anni.

L'ossatura della “crew” è passata in nuovo ritrovo, che ha preso il nome di “Immagine russa”. “Immagine” è un'organizzazione nazionalista serba. Dopo i bombardamenti della NATO il tema serbo ha avuto ampia popolarità tra i nazional-patrioti russi. Si sono organizzati viaggi in Serbia, in cui sono capitati anche I membri della “Kolovrat crew”. Alcuni di essi hanno imparato il serbo. Il'ja Gorjačëv, coordinatore di “Immagine russa”, ha studiato per un dottorato in storia serba. “Immagine russa” è riuscita a far suo il “tema serbo”, il che ha permesso di ampliare i contatti della comunità tanto con i nazional-patrioti, quanto più tardi con le organizzazioni giovanili pro-Putin.

Avendo accesso a quasi tutte le basi attive dell'estrema destra russa degli anni 2000, i creatori di “Immagine russa” hanno ottenuto la possibilità di invitare alla collaborazione proprio quelli che ritenevano indispensabili. Non gli piaceva l'immagine del nazista come ottuso ragazzo del PTU [4] con la testa rasata. “Immagine russa” inizialmente si è orientata ai giovani lavoratori degli uffici, facendo particolare attenzione ad attrarre nelle proprie file imprenditori, giuristi, PR, giornalisti.

Dal 2003 sono usciti in tutto solo 8 numeri della rivista dell'organizzazione, ma ogni numero è stato abbastanza “grosso” e professionale. Inoltre “Immagine russa” ha tenuto una serie di concerti, allora si chiamavano “RO [5] crew”.

Di fatto fino al 2008 “Immagine russa” non ha preteso a partecipare indipendentemente alla politica. Anche se i loro membri hanno collaborato praticamente con tutti i principali nazionalisti del decennio: Aleksandr Sevast'janov [6], Nikolaj Kur'janovič [7] e altri. Questi hanno tentato di entrare tra gli assistenti dei deputati e gli speechwriter. I membri di “Immagine russa” sono stati tra i fondatori del DPNI [8]. Neanche il DPNI è la comunità politica più aperta, ma ci sono motivi per supporre che la parte del leone delle azioni di successo dei lottatori contro gli immigrati illegali sia frutto del lavoro di “Immagine Russa”.

Gli attivisti di “Immagine russa” si sono sforzati di guadagnare da ogni tornata elettorale – a metà degli anni Zero qua e là più frequenti e attive di ora. Hanno mirato a “Patria” [9], al KPRF [10], alla “gioventù del Cremlino”. Non così sinceramente come a Kur'janovič e Baburin, ma negli stessi posti vacanti da tecnologi della politica. Hanno mirato al denaro, ai legami, hanno cercato di introdurre nell'immagine dei grandi partiti coloriture nazionalistiche (e non senza successo).

Gli attivisti di “Immagine russa” non sono inclini a discutere pubblicamente i motivi del passaggio dalla “crew” informale all'organizzazione apertamente attiva. Si può supporre che a ciò li abbia spinti la disillusione sulle possibilità del DPNI. La comprensione del fatto che la società non è pronta a idee razziste: nonostante il sostegno di massa (oltre il 50%) allo slogan astratto “La Russia per i Russi”, comunque il 98% condanna gli atti di violenza contro i non slavi. Di conseguenza la propaganda orientata al piccolo borghese non sarà sufficientemente efficace. E la comprensione del fatto che senza il sostegno del potere ora è quasi impossibile occuparsi della politica seria. Al potere, tra l'altro, ci sono persone interessate all'interazione con gli estremisti di destra per la “pacificazione” dell'opposizione di sinistra e liberale contraria al sistema. E gli estremisti di destra hanno preso a interessarsi alla possibilità della propria legittimazione.

Di conseguenza anche “Immagine russa” si è riqualificata come struttura che svolge servizi di intermediazione tra il potere e i nazi. “Immagine russa” si posiziona come estrema destra amica del Cremlino, che si distingue con ciò dall'“Unione slava” e dal DPNI. Per altro è difficile dire se queste organizzazioni sono i loro rivali nel campo dell'estrema destra o se questo sia uno spettacolo inscenato per le autorità.

Il'ja Gorjačëv, coordinatore di “Immagine russa”, dice che della sua organizzazione fanno parte circa mille persone. Questa cifra è inverificabile, ma verosimile. Nel loro sito si afferma che il raggruppamento ha 22 sezioni regionali – secondo certi dati, anche questo è vicino alla realtà. Le fonti di finanziamento non sono rese note.

Quasi ogni settimana si svolgono alcune manifestazioni, a cui prendono parte gli attivisti di “Immagine russa”. Nel sito ci sono molte fotografie di azioni, ma nella maggior parte dei casi i volti dei partecipanti sono oscurati. “Immagine russa” invita ad andare alle proprie manifestazioni mascherati. Una parte notevole di manifestazioni non viene annunciata in precedenza e viene portata avanti “per la propria gente”: lezioni di nazionalismo, concerti, combattimenti corpo a corpo tra gli attivisti.

C'è anche un'attività rivolta all'esterno: partecipazione a tavole rotonde con varie figure ufficiali, azioni per vietare l'aborto, per limitare l'immigrazione, ecc. Il 1 maggio (del 2009) e il 4 novembre (del 2008 e del 2009) a “Immagine russa” è riuscito organizzare a Mosca manifestazioni stradali abbastanza grandi (da 500 a 1000 persone), indirizzate a sottrarre gente alle analoghe azioni dell'“Unione slava” e del DPNI. Un tema importante per “Immagine russa” è la difesa dei nazi-zèk [11]. “Immagine russa” e la struttura imparentata “Verdetto russo” raccolgono denaro per gli avvocati e per il “riscaldamento” [12] ai prigionieri. Gli attivisti di “Immagine russa” affermano che le persone condannate per omicidio a sfondo nazionalistico debbano avere lo status di prigionieri politici.

In “Immagine russa” ci sono tanto pagani quanto ortodossi, l'organizzazione espone l'una e l'altra simbologia. E anche se la maggior parte dei fondatori di “Immagine russa” sono ortodossi, questi non possono non collaborare con i pagani per via della popolarità di questa fede tra gli estremisti di destra.

“Immagine russa” afferma di non essere una struttura fascista, ma nazionalista. Minacciano di portare in tribunale chi li chiama fascisti. Ma finora non ci hanno portato nessuno. Nel sito di “Immagine russa” è esposto il programma politico. Questo è abbastanza sfumato, ma alcuni suoi singoli passaggi non sono molto amichevoli con la legislazione vigente in Russia.

“1.4. Nei territori da essa densamente popolati la popolazione aborigena non slava ha il diritto di organizzare la propria vita sulla base delle tradizioni nazionali e religiose corrispondenti. Al di fuori dei territori densamente popolati i loro abitanti sono limitati nei diritti civili”. “4.4. (…) Cittadini con pieni diritti sono i padri di famiglia che fanno parte dei reparti di autodifesa. (…) Tra le donne ottengono i diritti politici solo quelle che prendono parte all'attività sociale o che di propria volontà servono nei reparti armati”. “6.3. I matrimoni tra rappresentanti di razze diverse non sono permessi in quanto manifestazioni di atteggiamento menefreghista verso il destino della propria razza”.

Dell'ucciso Stanislav Markelov, evidentemente, in “Immagine russa” avevano una scarsa opinione. Citazioni dalla community di Livejournal di “Immagine russa”: “Pidocchio Markelov (in un altro modo, sorry, non posso chiamare questo avvocato) (…). Markelov, per la sua abitudine di difendere e fare assolvere qualsiasi schifoso (…)”. In questa comunità di blogger si può leggere anche del viaggio dei membri di “Immagine russa” nel villaggio di Lokot' nella regione di Brjansk [13], che ai tempi della Grande Guerra Patriottica [14] era uno dei centri degli occupanti hitleriani. O del fatto che il terrorista di Piter Dmitrij Borovikov [15] sia un “eroe del movimento nazional-socialista russo” e che gli uomini di Vlasov [16] “saranno eternamente nei nostri cuori”.

“…E' salito al trono tra le preghiere dei cittadini / Il Cancelliere del Reich Hitler: Führer_e_Cristo! / (…) / E i boccali di chiara, inebriante Loewenbrau / Solleviamo per te, Adolf!!!!” – citazione da una poesia, inserita là proprio nel giorno natale di Hitler.

Nel sito di “Immagine russa” si possono trovare non rari ricordi della collaborazione con strutture apertamente hitleriane e armate come Combat18 [17], la “Brigata Unita 88” [18] e i nazionalisti autonomi, i cui membri si occupano di incendi e terrorismo di strada nei confronti di cittadini di origine non slava e marciano per le strade, tendendo il braccio nel saluto fascista.

Dopo che “Immagine russa” si è trovata nell'epicentro degli avvenimenti legati alle indagini sul caso Tichonov-Chasis, da una parte la sua popolarità tra i nazi si è impennata, dall'altra i “nazionalisti legali” di “Immagine russa” hanno attratto su di se l'attenzione costante dei servizi segreti, che si sono posti una domanda: quanti militanti ancora possono coprire la loro vera attività stampando riviste e organizzando concerti?

Il'ja Nikitovič

20.01.2010, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2010/005/01.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] Gruppo rock che prende il nome da un simbolo solare arcaico slavo simile a una ruota di svastiche.

[2] “Paludosa”, tale era quella zona adesso nel centro di Mosca quando diventò un luogo di feste e mercati nel XV secolo.

[3] Il Giorno dell'unità nazionale ha sostituito come festa nazionale quella della Rivoluzione d'Ottobre (divenuta sotto El'cin la festa della “riconciliazione nazionale”). In quel giorno si ricorda l'insurrezione di Mosca del 1612 contro i Polacchi che volevano porre un loro candidato sul trono russo rimasto vacante. La festa ha un'impostazione evidentemente anti-occidentale ed è occasione per i nazionalisti di mettersi in mostra.

[4] Professional'no-Techničeskoe Učilišče (Istituto Tecnico Professionale).

[5] Dalla sigla russa del movimento (Russkij Obraz).

[6] Aleksandr Nikitič Sevast'janov, co-presidente del “Partito Nazional-Imperialista Russo”.

[7] Nikolaj Vladimirovič Kur’janovič, membro della nazional-socialista “Unione Slava”.

[8] Dviženie Protiv Nelegal'noj Immigracii (Movimento Contro l'Immigrazione Illegale), gruppo xenofobo.

[9] Partito moderatamente nazionalista.

[10] Kommunističeskaja Partija Rossijskoj Federacii (Partito Comunista della Federazione Russa).

[11] Il termine gergale zèk indicava i prigionieri del Gulag (deriva da Zaklujčënnye Kanalestroenija, “Reclusi addetti alla Costruzione del Canale”, cioè il canale tra il Mar Baltico e il Mar Bianco) ed è passato ad indicare i detenuti in generale, specialmente quelli delle colonie penali speciali.

[12] Termine gergale per “aiuto”, “appoggio”.

[13] Nella Russia centro-meridionale.

[14] Il conflitto tra la Germania nazista e l'Unione Sovietica.

[15] Terrorista di estrema destra ucciso dalla polizia nel 2006 durante un conflitto a fuoco.

[16] Andrej Andreevič Vlasov, generale russo passato ai nazisti nel 1942.

[17] Movimento neonazista britannico (18 sta per “Adolf Hitler” - “A” e “H” sono la prima e l'ottava lettera dell'alfabeto latino).

[18] Gruppo neonazista russo (88 sta per “Heil Hitler” - vedi sopra).



http://matteobloggato.blogspot.com/2010/01/i-nazionalisti-legali-e-unorribile.html

21 gennaio 2010

A proposito dell'estrema destra russa

Come li hanno presi



La “Novaja gazeta” continua l'indagine sull'omicidio di Stanislav Markelov e Anastasija Baburova, di cui sono accusati N. Tichonov e E. Chasis


Tichonov, com'è riuscita a chiarire la “Novaja gazeta”, ha aperto la porta da solo. Forse ha semplicemente reagito automaticamente al campanello, perché stava nell'ingresso e si preparava di nuovo all'ennesima azione. A ben vedere sembrava che non fosse possibile prevedere le mosse di un militante ben preparato, che aveva studiato in modo speciale criminologia, metodi di indagine, teoria e pratica delle organizzazioni segrete dalla Setta degli Assassini e ai membri di “Narodnaja Volja” [1] fino ai militanti di Saddam Hussein. Che avesse assimilato tutte le finezze della cospirazione. C'erano fondamenti per tali supposizioni: Tichonov per qualche anno è stato ricercato a livello federale come sospetto dell'omicidio dell'antifascista Rjuchin, ma viveva a Mosca in appartamenti presi in affitto o da amici e ha perfino attraversato tranquillamente la frontiera russa – è andato in Ucraina dai locali compagni di lotta.

E in generale l'assassino, probabilmente, postulava che il 19 gennaio 2009 sulla Prečistenka [2], sparando alla nuca all'avvocato Stanislav Markelov e alla giornalista Anastasija Baburova, avesse commesso il delitto perfetto, che nessuno avrebbe scoperto. In precedenza erano stati studiati i luoghi in cui erano poste le videocamere per strada e nel metrò, era noto che queste videocamere danno immagini molto cattive: secondo i documenti è stata installata un'apparecchiatura di qualità, in realtà è una merda [3]. A differenza degli assassini del banchiere Kozlov, per esempio, gli era noto che non si possono portare con se i telefoni cellulari, perché il billing permette di stabilire la posizione della persona in questo o quel momento e anche chi ha chiamato e dove si trovava quello con cui si ha fatto una conversazione.

Tuttavia sul pianerottolo Tichonov si è scontrato con gli agenti operativi, che gli hanno mostrato il mandato per la perquisizione dell'appartamento, in cui oltre a lui viveva anche Evgenija Chasis.

Gli agenti operativi sapevano da chi erano andati (a seguito di misure operative lunghe e molto precise si era stabilita l'identità dei sospetti e l'indirizzo della loro sede di cospirazione), perché il tentativo di Tichonov di frugare da qualche parte sotto l'ascella come a cercare i documenti non è riuscito. L'hanno immobilizzato al momento. E non invano.

Per la passeggiata serale Tichonov si preparava con le pistole. Sottolineo che queste armi sono state trovate non nell'appartamento, ma addosso a Tichonov. Proprio perciò si può supporre che nella notte fra il 3 e il 4 novembre 2009 , alla vigilia del Giorno dell'unità nazionale [4], divenuto la giornata panrussa del fascista, Tichonov e Chasis, uscita dall'appartamento dietro a lui, programmavano qualche operazione armata. E se gli agenti operativi avessero ritardato di qualche minuto…

La perquisizione è continuata fino al mattino – per più di 10 ore. Proprio tanto tempo è stato necessario agli agenti della polizia criminale per descrivere la folle quantità di armi e munizioni che sono stati trovati presso lo storico Nikita Tichonov e la giornalista Evgenija Chasis. E a ben vedere alcune di queste pistole avevano già sparato.

Poi, naturalmente, sono comparsi commenti del noto genere. Certo, la pratica poliziesca di lasciare furtivamente delle pistole è ampiamente applicata in Russia. Ma si può lasciare furtivamente una pistola e dei proiettili, si possono lasciare due pistole, lasciare furtivamente un intero arsenale è impossibile.

Molte cose ancor più curiose sono state ritrovate durante la perquisizione. Per esempio, documenti falsi con la fotografia di Tichonov, compilati non semplicemente in bello stile, ma con una professionalità impeccabile. (Di questo si è parlato in tribunale, che ha prolungato la reclusione degli arrestati.)

In quella stessa notte – tra il 3 e il 4 novembre – nell'edificio della Commissione inquirente hanno avuto luogo anche i primi interrogatori. Il suo risultato è stato reso noto qualche giorno dopo: Nikita Tichonov si è riconosciuto colpevole dell'omicidio di Stanislav Markelov e Anastasija Baburova. Non lo ha negato neanche nell'aula del tribunale, quando gli è stata inflitta una misura preventiva – l'arresto. Chasis ha scelto un'altra tattica di comportamento durante le indagini, seguendo punto per punto le raccomandazioni descritte in speciali manuali inseriti nei siti dei nazi-militanti – come fare lo stupidello nel modo giusto.

Dopo l'arresto

Delle persone mascherate sono state condotte per i corridoi del tribunale del quartiere Basmannyj [5]. Era programmato: solo il giudice avrebbe visto i loro volti. Certo, qualche tempo dopo tutto si sarebbe scoperto, ma agli inquirenti era indispensabile qualche giorno per consolidare le prove.

Proprio questi cappelli-maschere, messi sui volti dei sospetti col dietro davanti, hanno poi creato un'isteria di massa nei sostenitori dei militanti arrestati. Ci sono stati perfino dei picchetti presso l'ufficio dell'incaricato per i diritti umani. Ma in primo luogo, coprire i volti degli arrestati è una pratica generalmente accettata a livello mondiale (ricordate le immagini dei terroristi baschi o dei mafiosi italiani): i complici non sono stati ancora arrestati, si possono trovare dei testimoni, non si possono privare di valore gli identikit prima di giungere in tribunale – non ci sono pochi motivi. In secondo luogo, nel fatto che il giudice abbia avuto a che fare con persone mascherate perfino nelle condizioni del sistema giudiziario possono crederlo solo persone molto vicine… Non appena la stampa si è allontanata dalla sala delle udienze, le maschere sono state tolte. Non c'era alcuna traccia di percosse sui volti, non sono giunte dichiarazioni dei sospetti su pressioni fisiche, psicologiche o di qualsiasi altro tipo. Dopo il giudizio tutto questo si potrà trovare nei materiali del processo.

…Alla fine di dicembre del 2009 il tribunale ha prolungato la detenzione di Tichonov e Chasis per altri tre mesi – fino al 19 aprile. L'indagine preliminare continua: si cercano I complici e si consolidano le prove della colpevolezza degli arrestati.

Mi soffermo sull'ultima circostanza. Questo è importante, perché da Nikita Tichonov c'è da aspettarsi che a gennaio ritratti le deposizioni in cui ha riconosciuto di aver commesso il duplice omicidio. Perché in precedenza abbia confessato l'ha spiegato in modo non originale: l'hanno picchiato, gli hanno fatto pressioni psicologiche, promettendo di rinchiudere Evgenija Chasis in una cella maschile. A dire il vero, tutte queste argomentazioni sono state gettate nel campo mediatico ben prima che si giungesse in tribunale: inizialmente tramite Mironov-junior [6], sospettato dell'attentato a Čubajs [7] e in seguito da altri sostenitori e amici di Tichonov, interviste ai quali sono state attivamente pubblicate da alcuni dei principali giornali. Anche queste versioni sono diventate di lavoro, dopo che gli avvocati e i parenti di Tichonov gli hanno raccomandato di cambiare tattica di difesa.

Com'è noto, le confessioni, dal punto di vista della normale giurisprudenza non sono la prova principale. Se a parte queste gli inquirenti non hanno altro, in teoria il processo si può mandare al macero. Tutte queste confessioni sono piuttosto necessarie agli stessi imputati perché la giuria trovi almeno qualcosa per attenuare la condanna…

Ecco. Nel caso dell'omicidio di Markelov e Baburova c'è un intero complesso di prove oggettive. Naturalmente non le elencherò – aspettiamo il tribunale. Tanto più che gli inquirenti rifiutano categoricamente di fare qualsiasi commento perfino sulle circostanze del caso già note a tutti.

Chi sono

Qualche giorno dopo l'omicidio alla “Novaja gazeta”, dove lavorava Nastja Baburova, giunse una lettera per posta elettronica: “Il 19 gennaio nel centro di Mosca sono stati eliminati gli odiosi nemici della nazione russa Stanislav Markelov e Anastasija Baburova. La morte nello scorso anno del leader antifascista Fëdor Filatov e questa azione di gennaio sono il nostro ultimo avvertimento a tutti gli attivisti per i diritti umani, i giornalisti, gli antifascisti, gli sbirri e i funzionari antirussi. (…) In caso contrario voleranno ancora più teste. D'ora in poi nessuno dei nemici della nazione russa si troverà al sicuro”. E la firma – Organizzazione armata dei nazionalisti russi.

Della BORN [8] finora quasi nulla era noto – solo voci e link incomprensibili a siti fascisti. Per di più, esisteva una versione: un'organizzazione del genere non esiste di principio, semplicemente i nazi assegnano a un brand inventato tutti i crimini più seri – e anche l'elemento della cospirazione e le pubbliche relazioni del movimento. Ma non si tratta di nomi – BORN o non BORN, tanto più che i nazisti cambiano regolarmente i propri brand.

A partire da quanto è venuto a sapere la “Novaja gazeta”, ha un senso riesaminare in generale le idee sulle organizzazioni clandestine fasciste e distruggere i miti stabiliti nella coscienza sociale.

Primo mito: i fascisti russi sono giovani deficienti dei PTU [9] rapati a zero con gli anfibi [10] e i bomber, che attaccano i lavoratori immigrati. Ce ne sono così. Ma sono semplicemente giovani deficienti rapati a zero: senza una particolare ideologia, senza scopi e senza cervello. Essenzialmente sono I soliti gopniki [11]. Tra i veri fascisti delle organizzazioni clandestine la maggior parte sono giovani (sotto i 30) con un alto livello di istruzione, di regola umanistico: ci sono molti giornalisti (come Chasis), storici (come Tichonov), addetti alle pubbliche relazioni politiche di successo, politologi, sociologi… Ci sono anche quelli che hanno avuto esperienza di azioni militari in Cecenia. Questi studiano le esperienze delle organizzazioni clandestine del passato (struttura, metodi di cospirazione, tecnologia degli atti terroristici), criminologia, uso delle armi bianche e da fuoco, svolgono con impegno una speciale preparazione fisica… Non hanno problemi di ormoni e di maleducazione, sanno cosa fanno e perché.

Mito secondo. I fascisti russi sono fissati per l'ortodossia e la russofilia e il principale nemico per loro è lo straniero che professa un'altra fede. In realtà tra I fascisti russi si possono trovare anche georgiani, tatari ed ebrei. In realtà l'ortodossia è significativa nel loro ambiente, ma non meno del paganesimo. (Tichonov, per esempio, è un pagano.) In realtà le uccisioni di “bestie” (cioè africani, caucasici, persone provenienti dall'Asia centrale – secondo la loro terminologia) per loro o è un'azione di pubbliche relazioni o è un modo per attrarre sostenitori tra quei giovani deficienti. Le “bestie” non sono persone, la loro vita, come la loro morte, non ha significato in vista del raggiungimento del vero scopo – la creazione del proprio stato e della propria società composta di superuomini.

Un'illustrazione di questo. La scorsa settimana l'organizzazione di fascisti NW-WP ha messo in Internet il filmato dell'omicidio a Piter [12] di un cittadino del Ghana, che è stato compiuto il 25 dicembre 2009 [13]. Un uomo mascherato pronuncia il seguente testo: “I gastëry (gastarbajtery [14]nota dell'autore) e I rivoluzionari dimenticati cominciano a spuntare i coltelli contro le anime potenti”. Confrontatelo con la lettera giunta alla redazione della “Novaja gazeta”…

Per i fascisti russi i nemici fondamentali sono: giornalisti, avvocati, attivisti per i diritti umani e persone impegnate nel sociale, antifascisti, agenti degli organi di tutela dell'ordine e dei servizi segreti, uomini d'affari e funzionari statali, che, a loro parere, in un modo o nell'altro ostacolano la creazione della “vera Russia”.

La tattica scelta di conseguenza è il terrorismo individuale. I “Nemici della Russia” sono classificati per categorie, si raccolgono dati sul loro stile di vita, il loro luogo di residenza, i loro amici, conoscenti e familiari, talvolta viene stabilito un pedinamento (se è stata preso la decisione di “toglierli di torno”), si scelgono le figure prioritarie per clamorose esecuzioni pubbliche. Come con Stanislav Markelov e Anastasija Baburova, come con l'antifascista Ivan Chutorskoj.

Sotto la copertura di organizzazioni “patriottiche” legali (come la stessa “Immagine Russa”, la rivista della quale era diretta da Nikita Tichonov , – leggete i dettagli nel prossimo numero della “Novaja gazeta”) si creano organizzazioni armate clandestine. E i “patrioti legali”, tenendo giornalmente i contatti con i membri delle organizzazioni clandestine, non sanno, per esempio, che il finanziamento delle organizzazioni armate è non una volta, ma alcune volte più serio delle misere briciole, ottenute con azioni pubbliche, riviste e fogli. Nell'appartamento da cospiratori di Tichonov e Chasis, per esempio, sono state trovate alcune decine di migliaia di euro.

I membri delle organizzazioni armate di fascisti hanno svolto una buona preparazione specifica, non hanno carenze di armi e mezzi finanziari, sono numerosi e cospirano bene, hanno documenti falsi a sufficienza, hanno legami ben stabiliti con le strutture di potere, i mezzi di comunicazione di massa e gli organi di tutela dell'ordine. Nel loro organico ci sono anche combattenti d'elite, che si preparano in modo mirato all'eliminazione fisica dei “nemici della Russia”. Di persone come Nikita Tichonov solo a Mosca ce ne sono circa 10. E gli arresti di massa degli ultimi tempi non hanno indebolito seriamente queste organizzazioni armate, di cui, com'è apparso, non è noto alcunché ai servizi segreti. La domanda è: in che modo i servizi segreti e gli organi di tutela dell'ordine tanto numerosi e ben finanziati hanno potuto farsi sfuggire la creazione di una potente organizzazione terroristica militarizzata?

Sergej Sokolov

18.01.2010, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2010/004/01.html

[1] “Volontà Popolare”, gruppo rivoluzionario terroristico russo del XIX secolo, che uccise lo zar Alessandro II.

[2] Via del centro di Mosca.

[3] Sic.

[4] Festa nazionale che ha sostituito la festa della Rivoluzione d'Ottobre (in cui già dall'epoca di El'cin si festeggiava ufficialmente la “riconciliazione nazionale”). In questo giorno si ricorda l'insurrezione moscovita del 1612 contro i Polacchi che cercavano di porre un loro candidato sul trono russo rimasto vacante. Cacciati i Polacchi, ascesero al trono i Romanov.

[5] Quartiere del centro di Mosca. Il tribunale del Basmannyj è tristemente noto per l'uso politico della giustizia che vi si compie.

[6] Ivan Borisovič Mironov, figlio di Boris Sergeevič Mironov, uno dei leader del “Partito Nazional-Imperialista Russo”.

[7] Anatolij Borisovič Čubajs, politico ed economista che condusse le privatizzazioni sotto El'cin.

[8] Sigla russa dell'organizzazione (Boevaja Organizacija Russkich Nacionalistov).

[9] Professional'no-Techničeskie Učilišča (Istituti Tecnici Professionali).

[10] Il termine gergale suona più o meno “schiaccia-merde”.

[11] Termine colloquiale di origine non chiara per definire gruppi di teppisti identificabili per un certo modo di vestire, l'abuso di alcol e la violenza anche fine a se stessa.

[12] Nome colloquiale di San Pietroburgo.

[13] Giorno lavorativo nella Russia a stragrande maggioranza ortodossa (la Chiesa ortodossa ha mantenuto il calendario giuliano per cui il Natale ricorre il 7 gennaio del calendario civile).

[14] Dal tedesco Gastarbeiter (“lavoratore ospite”), termine con cui si definiscono i lavoratori immigrati.



http://matteobloggato.blogspot.com/2010/01/lassassinio-di-markelov-e-baburova-e.html

19 gennaio 2010

A proposito dei "servizi"

L'ufficio della Šaraška [1]



Lo FSB [2] spinge gli studiosi a fare scoperte scientifiche e poi li “incastra” per spionaggio. La testimonianza del direttore di un istituto dell'Accademia delle Scienze russa


A suo tempo mi fece grande impressione l'episodio descritto in un libro di Viktor Suvorov [3], in cui si raccontava del modo “scientifico” di un agente dei servizi segreti sovietici di incastrare un ingegnere di un'impresa dell'ambito della difesa. L'agente seppe conversare con l'“occhialuto” dei problemi tecnici che lo preoccupavano in modo tale che questo disse evidentemente troppo. Il destino ulteriore dell'“occhialuto”, stando a quest'opera, non fu invidiabile.

A dire il vero, non credevo che potesse esserci qualcosa del genere. Lo stato non può essere così spietato con i propri cittadini. Con le persone comuni, che non si erano macchiate di nulla. Ma si è messa in tal modo che già al nostro tempo è capitato di provare su se stessi qualcosa di simile. Tra l'altro di episodi del genere me ne sono successi non uno, ce ne sono state alcune decine (!)

Tutto ciò che è descritto sotto sono avvenimenti reali. Sono stati cambiati solo i cognomi dei protagonisti. Da qualche parte, per non toccare momenti irritanti, sono stati cambiati dettagli poco essenziali.

Nel 2004 nel mio ufficio di direttore di uno degli istituti scientifici dell'Accademia delle Scienze russa comparvero due ufficiali dello FSB. Il tenente colonnello Pčelin e il curatore del nostro istituto maggiore Paslënov ebbero una conversazione sulle violazioni finanziarie nell'istituto, scoperte poco tempo prima dal Rosfinnadzor [4]. Queste violazioni avevano tuttavia un carattere tecnico e perciò non mi inquietavano particolarmente. Non appena gli agenti degli organi [6] lo capirono, la conversazione passò su altri temi. Improvvisamente Pčelin chiese: “Dica, ma Lei ha nemici personali?”. “Probabilmente sì”, – risposi dopo avere un po' tentennato. “Sa, il nostro servizio ha possibilità così enormi che possiamo ammorbidire qualsiasi persona. Faccia i nomi e noi la aiuteremo”. Rimasi impressionato da questa proposta. Poi dissi che non avevo bisogno di questo tipo di servizi. Quando se ne andarono, capii che qui prima di tutto aveva avuto luogo un'usuale provocazione, evidentemente allo scopo di incastrarmi. Mi sorse la spiacevole percezione che i nostri servizi segreti lavorino con metodi molto sporchi, mirati all'“attivazione” delle inclinazioni più viziose delle persone. Avrei ancora capito se si fosse trattato di un soggetto con una stabile psicologia criminale – niente sciupa una persona del genere. Ma come si può applicare tutto questo a una persona comune, normale? Questa, indubbiamente, è una violazione dei diritti e delle libertà dell'uomo e del cittadino.

Nel 2005 abbiamo concluso un contratto vantaggioso con la società giapponese per il supporto alla scienza per preparare per loro un apparecchio scientifico (da noi all'istituto in questo campo c'erano ottimi specialisti e i componenti chiave dell'apparecchio in Russia costavano molto meno che sul mercato occidentale). Allora giunse da me Paslënov con una strana proposta: “Possiamo fare in modo che i giapponesi non perdano interesse a collaborare con voi”. Non lo capii affatto. Lo percepii solo quando l'apparecchio pronto durante un controllo doganale alla nostra frontiera fu rovinato in tal modo che per rimetterlo a posto toccò mandare un nostro specialista in trasferta in Giappone. Paslënov cioè aveva semplicemente proposto di fare a metà in modo elementare in cambio della garanzia di un atteggiamento normale dei servizi segreti nei nostri confronti. Se fosse semplicemente il desiderio di fare un guadagno o l'ennesima provocazione non si può determinare. Determinato era solo il senso sorto di nuovo di avere a che fare con qualcosa di sporco.

Si verificarono allora anche altri avvenimenti “interessanti”. Ma la cosa più importante aveva ancora da venire. Nel 2006 un collaboratore del nostro istituto, il professor Korostylëv lo FSB lo accusò di divulgazione di segreto di Stato. In cambio di un contributo dall'estero avrebbe trasmesso informazioni segrete. Era una totale sciocchezza. Il lavoro per il contributo consisteva in studi fondamentali nell'ambito di tematiche su cui gli studiosi del mondo intero si scambiano apertamente informazioni su riviste internazionali e in conferenze scientifiche. Le conclusioni “degli esperti”, sulla base delle quali è stato avviato il procedimento penale, erano assolutamente menzognere. Subito dopo l'avvio del procedimento penale mi invitarono a un colloquio alla sezione locale dello FSB. Gli stessi Pčelin e Paslënov mi proposero di collaborare allo smascheramento di Korostylëv. Al che gli ho detto che consideravo Korostylëv innocente. Quando me ne andai, entrambi avevano un'aria del tipo “Beh-beh, vedremo…”.

Il giorno dopo questa visita ricevette per posta elettronica una lettera di un certo Bednjakov di Mosca. Lo conoscevo un po', in precedenza aveva lavorato nello stesso ambito scientifico in cui lavoro. Questi mi comunicava di star collaborando con una ditta estera di innovazione scientifica e che questa ditta era interessata alla cooperazione con il nostro istituto su qualche tema allora di moda, che aveva a che fare con le nanotecnologie. Era stupefacente, ma proprio di questo tema iniziavamo allora ad occuparci. Bednjakov promise un generoso finanziamento da parte di fondazioni estere. Espressi interesse e presto Bednjakov comparve da noi con dei modelli per uno studio preventivo. Gli studi si conclusero con successo. Bednjakov giunse nel mio ufficio dicendo: “I nostri colleghi sono molto soddisfatti, mi hanno chiesto di pagarla direttamente ora”. Dissi che sono una figura ufficiale e che non posso ricevere denaro. “Concludiamo il contratto e allora riceverò quello che mi spetta nella cassa dell'istituto”. Mi colpì il cambiamento che si verificò improvvisamente in Bednjakov. Il suo aspetto divenne penoso, quasi con le lacrime agli occhi mi supplicò di non offendere i colleghi stranieri e di accettare il denaro. Subito dopo la sua partenza comparve da me il curatore Paslënov. Il suo aspetto era un po' smarrito. Cominciò a dire qualcosa di incomprensibile. A voce notevolmente abbassata all'improvviso prese di nuovo a propormi di collaborare, stavolta già per denaro.

Stranamente, dopo la partenza di Bednjakov tutti i rapporti con lui si interruppero completamente. E questo dopo numerose conversazioni sulle prospettive di questi studi e i risultati preventivi positivi! Qualche tempo dopo mi venne in mente all'improvviso come potessero stare le cose in realtà. Avremmo fatto un bell'effetto insieme, Korostylëv e io. Uno vende segreti agli stranieri, l'altro lavora illegalmente per una ditta straniera. Tutto questo si sarebbe inquadrato bene nell'ambito delle idee che si avevano allora in certe cerchie su come la scienza russa si sarebbe riorientata a lavorare per l'Occidente.

Ricordo la sensazione che mi sorse allora di essermi felicemente liberato di un serio pericolo. Di motivi per far sorgere tale sensazione in seguito ce ne furono più che a sufficienza. Con i miei occhi, per esempio, ho visto il rapporto di un agente operativo dello FSB sull'indispensabilità di avviare un procedimento penale nei miei confronti per divulgazione di segreto di Stato. Questo era il risultato dell'ennesima provocazione, che stavolta gli era riuscita. (Inizialmente mi fecero balenare l'idea dell'utilità di condurre un'expertise sulle relazioni di Korostylëv in altre organizzazioni scientifiche e poi mi accusarono del fatto che a queste organizzazioni le relazioni “segrete” sarebbero state spedite con una posta non segreta.) Non so cosa mi salvò allora. Forse l'evidente assurdità delle accuse mosse (copie di queste relazioni “segrete” si trovavano da tempo presso il finanziatore straniero). Forse la dura posizione della mia dirigenza – il vice presidente dell'Accademia delle Scienze russa dichiarò allora che non avrebbe abbandonato il direttore.

Il caso Korostylëv si concluse nel modo più felice – nel 2007 tutte le accuse a suo carico furono ritirate in conseguenza di un'expertise condotta finalmente in modo onesto sulle sue relazioni. Perché questo si verificò, non lo sappiamo. Fino ad allora con i casi di “scienziati-spie” non ce l'eravamo cavata senza menzogne. A ben vedere, questa fu una decisione della leadership del paese, presa contro il parere dello FSB.

Parrebbe che allora si potesse respirare in pace. Ma no, la catena delle trappole e delle provocazioni continuò. La sua descrizione prenderebbe troppo posto. Porto qui solo un caso, che mi fece una particolare impressione. Nello stesso 2007 si rivolse a me un certo Ivanov, rappresentante di una filiale della nostra città di una ditta straniera dedita all'introduzione sul mercato di materiale scientifico. In questa filiale lavoravano in collaborazione alcuni nostri ricercatori. Ivanov disse di essere interessato a un ampliamento della collaborazione con il nostro istituto e che avrebbe voluto siglare il corrispondente accordo. Aveva il testo pronto. Questo conteneva qualche centinaio di punti scritti in carattere piccolo. L'accordo era vantaggioso, secondo questo all'istituto sarebbe perfino spettato del denaro di questa ditta. Detti un'occhiata al testo, tutto sembrava normale. In ogni caso lo detti da guardare al mio vice. E devo essergli per sempre grato – questi fece attenzione a un breve punto nascosto in mezzo a un documento di molte pagine. Secondo questo punto ai nostri ricercatori, che lavoravano in precedenza in collaborazione nel tempo libero dal lavoro principale, adesso era permesso lavorare là anche nel tempo principale. Risultava che la gente doveva guadagnare lo stipendio dello stato russo da un tizio straniero. Per me questo significava subito due articoli del Codice Penale – abuso d'ufficio e uso illecito di finanziamenti statali. A Ivanov non dissi perché non avrei firmato l'accordo. Ma questi sorrise con comprensione: “Spero di vivere fino al tempo felice in cui ricorderemo tutto questo con umorismo”.

Mi sono rivolto con denunce per le evidenti provocazioni sia alla nostra dirigenza, sia al capo dell'UFSB [6] della nostra regione, il generale Radčenko e i suoi vice. La mia dirigenza non mi capì, ritenne che esagerassi. I vice del generale tacquero, ma egli stesso mi rispose per iscritto che lo FSB non aveva a che fare con i fatti indicati. Uno risposta autosmascherante: nel caso di Ivanov lo stesso fatto della trappola era così evidente che subito mi sorse la domanda: a chi era necessario ciò? Se non allo FSB, allora, probabilmente, ai servizi segreti stranieri – per il mio arruolamento. Sembrerebbe che allora lo FSB avrebbe dovuto obbligatoriamente interessarsi di questo…

Nel 2008 tutto continuò in questo spirito. Per esempio, un certo Vaščenko licenziato da noi per assenteismo si rivolse allo FSB per un appoggio e là lo imbeccarono a scrivere una delazione contro l'istituto. Questi lo fece, ma si impegnò troppo, accusando il direttore di un laboratorio di preparare tecnologie per il bioterrorismo. Per questo motivo ci fu una verifica ufficiale dello FSB. Ma la stupidità delle accuse era così evidente che la questione fu chiusa rapidamente.

Più tardi Vaščenko più di una volta cercò di ricattarmi per via di materiali segreti legati al lavoro precedente di cui sarebbe stato in possesso, che non avrebbero passato le dovute procedure all'istituto, ragion per cui gli organi avrebbero avuto un fondamento per mettermi sotto accusa. Il fatto che a questo ricatto avessero di fatto preso parte dei servizi accademici legati agli organi non lasciava dubbi sulla fonte di questa provocazione. Ma sapevo che tutto ciò era una rozza falsificazione e non reagii in alcun modo al ricatto.

Per nostra grande fortuna, tutte queste e altre trappole fallirono. Una volta, dopo l'ennesimo fallimento del genere, saltò anche lo stesso curatore Paslënov. Evidentemente, ricevuto una ramanzina dai superiori, una volta comparve nel mio ufficio comportandosi in modo del tutto inadeguato: prese a gridare di aver scoperto violazioni della segretezza nel lavoro dell'istituto e che adesso me la sarei vista brutta. E di nuovo l'unica salvezza per me, a suo dire, sarebbe stato l'assenso a collaborare. I suoi sospetti si rivelarono, certo, una totale sciocchezza, ma lo stesso fatto della rozza pressione era assai notevole.

Decisi che era troppo. Che un assenteista licenziato mi ricattasse rozzamente e che un maggiore dei servizi segreti urlasse al direttore di un istituto scientifico ben noto a livello mondiale... Nell'ottobre 2008 presentai una denuncia al presidente del nostro paese. Scrissi che intorno al nostro istituto dopo la fine ingloriosa per lo FSB del caso Korostylëv si osservava un'evidentemente insana attività di questo servizio segreto. Portai vari fatti.

La mia denuncia fu trasmessa alla Lubjanka [7] per essere esaminata. Presto sotto forma di telefonate e di fax da Mosca giunsero provocazioni di nuovo tipo. Non le racconterò, per non svelare del tutto il know-how dei nostri organi (non hanno violato I miei diritti e le mie libertà umane). Dirò solo che il loro scopo era mettere in cattiva luce la mia denuncia.

Nel dicembre 2008 ricevetti una risposta ufficiale dalla Lubjanka. Questa era assai notevole. Visto che era contemporaneamente anche una risposta al presidente del nostro paese, in essa non potevano esserci falsità. Perciò non c'erano come in precedenza cose del genere “Lo FSB non ha a che fare con i fatti indicati”. C'era qualcosa del tutto diverso: “Nelle azioni degli agenti degli organi di sicurezza nello svolgimento delle loro mansioni nel Suo istituto non sono state evidenziate violazioni della legislazione”. Cioè, delle azioni c'erano comunque state! E sul fatto che non ci fossero state violazioni era facile concordare. Nella Legge sull'operato degli organi operativi e di ricerca c'è una norma sul cosiddetto “esperimento operativo”. Tutte le trappole e le provocazioni si inquadrano facilmente in questa norma. In questo caso lo scopo dell'“esperimento” era, evidentemente, provare che alcuni studiosi russi si sono riorientati a lavorare per l'Occidente.

All'inizio del 2009 il generale Radčenko mi invitò a un colloquio da lui – riguardo al mio appello al presidente. Esposi nuovamente i fatti (non tutti, certo, in tutto, ripeto, ce n'erano alcune decine). Questi ascoltò attentamente. Si scusò a nome degli organi per l'uscita di Paslënov, ma quanto al resto disse: “Queste cose contro di lei sono state operate dai servizi segreti stranieri. Mi dispiace che sia passato il tempo, allora li avremmo beccati in flagrante”. Come mi sembrò, la cosa principale che lo interessava era se avessi prove dirette della partecipazione dello FSB a questi fatti. Convintosi che tutte le prove erano indirette, si tranquillizzò e ci lasciammo pacificamente. In generale il colloquio andò avanti in spirito benevolo e conclusi che adesso fosse giunta la fine di tutti i miei problemi.

Ma mi sbagliavo. Nel corso del 2009 ci furono 12 (!) nuovi casi di evidente provocazione. Il nostro istituto ricevette da alcune organizzazioni straniere proposte di cooperazione nell'elaborazione di diverse metodiche come: determinazione a distanza per mezzo di laser della luminosità dell'oceano (come per scopi ecologici, ma c'è anche il modo di trovare le tracce di sottomarini), generatori di nebbia artificiale (come per la purificazione dell'aria, ma è anche un metodo di mascheramento degli oggetti posti in date località), mezzi per la scansione per mezzo di eliche dello spessore delle calotte di ghiaccio negli oceani (anche questo ha un'applicazione militare diretta), ecc.. Le vie per cui queste proposte ci sono capitate fanno supporre che la loro fonte non si trovi affatto all'estero… Pare che l'“esperimento operativo” sia continuato.

Dispiace molto che l'applicazione della norma sull'“esperimento operativo” non sia regolamentata severamente dalla legge. Si può davvero applicarla contro cittadini ossequiosi delle leggi o contro organizzazioni e non una volta, ma qualche decina di volte di seguito? E' già tanto che non ci siamo ancora caduti. Perché quello che a prima vista è un pericolo puramente virtuale può trasformarsi in una reale condanna a molti anni. Così, per esempio, è successo allo studioso Igor' Sutjagin che abita nei pressi di Mosca. Molte circostanze della sua vicenda giudiziaria fanno supporre che sia stato vittima di una trappola dei cekisti [8] organizzata ad arte.

Ci sono anche altre vittime di questi “esperimenti”. Ci sono persone come Bednjakov, Ivanov, Vaščenko e molte altre simili a loro. Sono tutte persone con una psicologia deforme e un orientamento morale deviato. Tali sono diventati per molti aspetti grazie a un lavoro svolto con loro per l'attivazione dei lati oscuri dell'anima umana. Sono giustificate da qualche importante necessità dello stato tali “azioni degli agenti degli organi di sicurezza nello svolgimento delle loro mansioni”, che conducono alla degradazione morale della nostra gente? A mio parere, a conti fatti per il paese da tali metodi non si ha altro che danno. Fra l'altro, neanche persone tipo Paslënov e Pčelin si possono considerare membri normali della nostra società

Dossier della “Novaja gazeta”

I collaboratori dell'amministrazione dello FSB della regione di Novosibirsk [9] nel 2009 hanno scoperto oltre 100 agenti stranieri. “Quest'anno sono stati scoperti oltre 100 stranieri, che appartenevano all'apparato dei quadri e degli agenti dei servizi segreti di stati stranieri”, – si dice nel comunicato dell'istituzione. In casi particolari gli agenti dei servizi segreti stranieri vanno portati fuori dai confini del paese, altri agenti del controspionaggio semplicemente li “tengono sotto controllo”, ha precisato un rappresentante dell'amministrazione.

Ai servizi segreti esteri interessano le elaborazioni scientifiche portate avanti nella regione di Novosibirsk, in particolare nella cittadella accademica di Novosibirsk, hanno precisato allo UFSB.

“Il risultato del lavoro dell'amministrazione di Novosibirsk nel 2009 è stato il degno adempimento dei compiti per la lotta alla corruzione, alla sottrazione e allo spreco di risorse statali, all'operato di rappresentanti dei servizi segreti di stati stranieri, alla lotta ai tentativi di compiere atti terroristici, alla lotta al traffico illegale di armi, sostanze stupefacenti e metalli preziosi e al contrabbando”, – si dice nel comunicato stampa.

Sulla base di comunicati dei mezzi di informazione di massa



Commento

I loro metodi sono sempre stati di provocazione e reclutamento

L'accademico dell'Accademia delle Scienze Russa, membro del Comitato sociale in difesa degli studiosi Jurij Ryžov:

– Beh, che dire riguardo alla lettera dello studioso di Novosibirsk? Non ho letto le memorie di Suvorov su come lavoravano i servizi segreti sovietici, ma anche da altre fonti è ben noto a tutti che i loro metodi sono sempre stati di provocazione e reclutamento. Forse l'unica differenza tra gli ufficiali dei servizi segreti di allora e gli attuali è il fatto che quelli sovietici si occupavano di reclutamento per acquistare meriti presso la dirigenza, dimostrare la propria utilità, necessità, ecc.. Se questi in tal modo contavano su una promozione, gli agenti dei servizi di oggi in primo luogo hanno una qualifica più bassa, in secondo luogo, non li muove già più l'interesse per mostrine e stellette, ma il più primitivo, mercantile. Li muove l'aspirazione a cavalcare questi o quei flussi di denaro. Ma non per indirizzare questi flussi nelle casse dello stato, ma per spostarli nelle proprie. Tali sono gli stimoli di questo pubblico di provocatori e reclutatori oggi.

Ciò che racconta Sergej Dzjuba non è un caso unico. Occupandoci della difesa dei diritti umani dei cosiddetti “studiosi-spie”, abbiamo raccolto molti fatti del genere. Il loro numero ha cominciato a crescere enormemente negli anni Zero. E se all'inizio degli anni Duemila ci riusciva difendere almeno qualcuno, a cominciare dal 2004 tutte le provocazioni dello FSB si sono concluse tragicamente e la gente è stata messa in prigione con condanne che non danno neanche agli omicidi seriali.

Ed ecco che i cekisti della Russia democratica comunicano regolarmente su centinaia di agenti stranieri che si sono avvicinati alla nostra scienza e sono stati resi inoffensivi. Beh, questa è proprio un'assurdità. Gli uomini del KGB sovietico mi hanno detto che se in un anno acchiappavano tre-quattro vere spie, era un record. Perfino i professionisti del KGB ridono a crepapelle in risposta alle relazioni della dirigenza di vario livello dello FSB su centinaia di spie smascherate.

Sergej Dzjuba
direttore dell'Istituto di cinetica e combustione chimica della SO [10] dell'Accademia delle Scienze russa,
dottore di scienze fisico-matematiche,
professore

15.01.2010, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2010/003/00.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] Šaraška sta per “delinquenza”, ma anche per “polizia politica” e šaraškina kontora (“ufficio di delinquenti”, titolo dell'articolo e di un romanzo dello scrittore sovietico Boris Andreevič Guber) viene definita un'impresa truffaldina o comunque inaffidabile. Il gioco di parole è inestricabile.

[2] Federal'naja Služba Bezopasnosti (Servizio Federale di Sicurezza), l'erede del KGB.

[3] Pseudonimo di Vladimir Bogdanovič Rezun, storico sovietico emigrato nel Regno Unito.

[4] (ROSsijskaja) Federal'naja Služba FINansovo-Bjudžetnogo NADZORa (Servizio Federale (Russo) di Ispezione Finanziario-Contabile).

[5] Gli organi del ministero degli Interni, cioè i servizi segreti.

[6] Upravlenie Federal'noj Služby Bezopasnosti (Direzione del Servizio Federale di Sicurezza).

[7] Il palazzo nella piazza Lubjanskaja, tristemente noto come sede del KGB e adesso sede dello FSB.

[8] Če-Ka è lo spelling russo di ČK (Črezvyčajnaja Komissia po bor'be s kontrrevoljuciej i sabotažem – Commissione Straordinaria per la lotta alla controrivoluzione e al sabotaggio), la prima polizia politica sovietica. I suoi agenti (e per estensione tutti gli agenti segreti) sono detti cekisti.

[9] Città della Siberia meridionale, considerata una sorta di capitale della regione.

[10] Sibirskoe Otdelenie (Sezione Siberiana).



http://matteobloggato.blogspot.com/2010/01/i-giochi-sporchi-dei-servizi-russi-con.html