28 maggio 2007

A proposito del nazionalismo russo (II)

Mitingi[1].ru

Compagno “Pamjat’”[2]

In piazza Slavjanskaja[3] hanno ricordato Hitler, in piazza Puškin Kadyrov

Nella lotta con la “peste arancione”[4] è comparso un altro alleato del potere – i nazionalisti radicali, casualmente esclusi dalla lista degli “elementi pericolosi”. Sabato gli hanno permesso di tenere due manifestazioni (fissate, anche se non è stato detto ufficialmente, per l’anniversario della nascita del Führer).

In piazza Slavjanskaja si sono radunati sotto l’insegna “In difesa della libertà di scelta”. Gli organizzatori erano ex membri dell’RNE[5] e camerati di Dugin[6], unitisi nel partito “Rus’”[7].

Verso l’una sono giunte in piazza circa duecento persone coi capelli molto corti e gli stivali pesanti. Gli slogan ufficiali della manifestazione erano in tutto e per tutto i soliti: “contro gli abusi dei funzionari” e la “rivoluzione arancione”. Per questi begli scopi sono stati richiamati dal nulla vecchi membri dell’RNE, dell’associazione “Pamjat’” e di altri gruppi estremisti. Alcuni interventi sono stati penosi.

- Il potere ci proibisce di registrare il partito! Questo è anticostituzionale! – invocavano giustizia i rappresentanti del partito “Rus’”.

- Permettete ai russi di fare politica in qualche modo, – ha chiesto dalla tribuna un anziano nazionalista, che si trova adesso ai margini della vita politica.

Il leader dell’“Associazione Nazional-Socialista”[8] Dmitrij Rumjancev ha fatto un’analogia tra il potere russo e Hitler (a vantaggio di quest’ultimo).

- Si ritiene che Hitler volesse assoggettare i russi e fare a pezzi la Russia. Comunque questo lo sta facendo il potere russo. Ma Hitler ha reso potente il proprio paese, – ha dichiarato Rumjancev e si è orgogliosamente definito seguace degli imputati del processo di Norimberga.

- Gloria alla Rus’[9]! – hanno detto dalla tribuna. La folla ha risposto con il saluto nazista. Gli organizzatori hanno promesso: non ci saranno punizioni per questo.

Separato dai giovani si trovava un gruppo di anziani con bandierine di partiti non registrati. “Anche Lei condivide le idee hitleriane?” – ho chiesto a un uomo di aspetto “meridionale”[10]. “Sì!” – ha risposto convinto. Alla fine della manifestazione i “sostenitori” di “Rus’” si sono raccolti attorno a un giovane che pareva sapere il fatto suo. “Riceverete i soldi il 30 presso la sezione” – ha spiegato ai “nazional-socialisti”.

Soldi per cosa? I vecchietti si sono rifiutati di spiegarlo.

In piazza Puškin un’altra parte del campo ultranazionalista esigeva che fosse cambiato nome a via Achmat Kadyrov a Južnoe Butovo[11]. La manifestazione era condotta dai partecipanti alla cosiddetta “Marcia Russa”[12]. C’erano i deputati Dmitrij Rogozin[13] e Nikolaj Kur’janovič[14], i leader del DPNI[15] e dell’“Unione Slava”. Dissensi interni gli impedivano di riunirsi con i nazional-socialisti in piazza Slavjanskaja – ogni “partito” sospetta l’altro di collaborare con il Cremlino.

Gli oratori hanno parlato più chiaramente – della prima guerra cecena e della collaborazione di Kadyrov con i guerriglieri. In un angolo gli attivisti raccoglievano le firme per il cambiamento del nome della via per poi portarle nell’ufficio del sindaco. C’era meno gente (a dire il vero, parte delle teste rasate si era portata là dalla manifestazione precedente). Il saluto nazista era permesso anche qui. Anche i “dissenzienti” venivano rammentati:

- Alla fine piazza Puškin è stata strappata agli arancioni[16] – ha detto qualcuno dalla tribuna.

P.S. Ai “dissenzienti” non è stata solo strappata piazza Puškin, ma sono stati anche “ridotti” i loro diritti. Adesso il potere ha ottenuto ufficialmente il diritto di incarcerare i seguaci di Limonov[17] per estremismo. Misure simili si preparano anche per altri “dissenzienti”: l’AKM[18], il “Fronte Civico Unito”[19] e la sezione di Piter[20] di “Jabloko”[21]

Il’ja Vasjunin

23.04.2007, “Novaja Gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2007/29/08.html



[1] Mitingi (dall’inglese meeting) sta per “manifestazioni politiche”.

[2] Il titolo è un gioco di parole. Tovarišč Pamjat’ (compagna Memoria) era invocata nella canzone Tovarišč Pesnja (Compagna Canzone), colonna sonora di uno sceneggiato sovietico. Pamjat’ è anche il nome di un movimento nazionalista e antisemita nato all’epoca della perestrojka.

[3] “Slava”.

[4] L’arancione è il colore degli oppositori dell’ex presidente filo-russo ucraino Janukovič e per estensione di tutti gli oppositori di Putin e dei regimi che lo appoggiano.

[5] Russkoe Nacional’noe Edinstvo (Unità Nazionale Russa), partito neonazista che ha per simbolo una svastica camuffata.

[6] Aleksandr Gel’evič Dugin, studioso russo di idee nazionaliste.

[7] Rus’ è l’antico nome russo della Russia. Il nome moderno è Rossija.

[8] Movimento neonazista che neanche camuffa la propria svastica…

[9] Ma si potrebbe anche intendere “Gloria a Rus’”, cioè al partito “Rus’”, perché in russo gli articoli non esistono…

[10] Cioè caucasico.

[11] “Butovo meridionale”, in pratica il quartiere più meridionale di Mosca.

[12] La manifestazione dei nazionalisti svoltasi il 14 aprile in contemporanea alla “Marcia dei dissenzienti”, durante la quale gli oppositori di Putin hanno subito pestaggi e arresti. Va da se che i nazionalisti hanno potuto agire indisturbati.

[13] Fondatore del partito “Grande Russia”, che sostiene fra l’altro l’impossibile candidatura (non è cittadino russo) del dittatore bielorusso Lukašènka alla presidenza della Russia.

[14] Nikolaj Vladimirovič Kur’janovič, membro del movimento nazional-socialista “Unione Slava”.

[15] Dviženie Protiv Nelegal’noj Immigracii (Movimento Contro l’Immigrazione Illegale), movimento xenofobo.

[16] Gli oppositori di Putin si erano radunati là il 14 aprile, ma erano stati quasi subito caricati dalla polizia.

[17] Eduard Veniaminovič Savenko (Limonov è uno pseudonimo), leader del controverso “Partito Nazional-Bolscevico”.

[18] Avangard Krasnoj Molodëži (Avanguardia della Gioventù Rossa), partito marxista-leninista.

[19] Movimento di opposizione guidato dallo scacchista Garri Kimovič Kasparov.

[20] Nome colloquiale di San Pietroburgo.

[21] Partito di orientamento liberale fondato da Grigorij Alekseevič Javlinskij, Jurij Jur’evič Boldyrëv e Vladimir Petrovič Lukin. Il nome Jabloko (Mela), nasce dalle iniziali dei fondatori: Ja-B-L.


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23 maggio 2007

A proposito di guerra

La guerra umana

Per la prima volta nella storia dell’umanità i ministeri della difesa dei paesi più sviluppati si sono posti uno scopo innaturale, dal punto di vista di un normale ufficiale – adempiere un compito militare e non uccidere

La civiltà cristiana muore – dicono i disperati e le isteriche. Hanno troppa fretta. Nonostante gli orrori della globalizzazione, i principi evangelici dell’ordine europeo si sviluppano instancabilmente. Sotto il nostro mondo c’è una solida base morale. Permettetemi di elencare le sue componenti principali al momento presente:

teflon liquido,
tranquillizzanti di nuova generazione,
cianoacrilati[1],
schiuma sintetica “Sandia National”[2],
aerosol profumati,
generatori a microonde Active Denial System[3]...

Con particolare orgoglio chiudo l’elenco comunque incompleto con una componente nazionale, il “Ranec-E”[4].

Ecco in che modo strano e enigmatico si chiamano i prodromi dell’epoca dei conflitti incruenti. Sto parlando delle cosiddette armi non letali o umane. Per la prima volta nella storia dell’umanità i ministeri della difesa dei paesi più sviluppati si sono posti uno scopo innaturale, dal punto di vista di un normale ufficiale – adempiere un compito militare e non uccidere!

E’ chiaro che i militari stessi non sarebbero giunti a una tale perversione. Per fortuna i paesi guida del mondo adesso sono quasi tutte democrazie e là i militari sono comandati dai politici, cioè dai civili. Proprio questi hanno formulato anche un compito mai visto. Anche se i loro motivi avevano solo vagamente a che fare con l’umanità.

Storia generale

Oggi non di rado si scrive, che l’elaborazione di armi non letali, che non comportano gravi conseguenze per la salute del nemico, viene portata avanti negli interessi della polizia. Non è così. Tutto è cominciato con il crollo del sistema coloniale.

Allora gli eserciti occupanti cominciarono ad avere a che fare regolarmente con la partecipazione della popolazione civile all’azione delle forze di liberazione nazionale. Oltre che con tutte le forme di disobbedienza civile, le amministrazioni coloniali si scontrarono con combinazioni strane per la tradizione cristiana di attacchi armati e manifestazioni di protesta. (Oggi tutti conoscono la tattica dello “scudo umano”. Nell’URSS, alla vigilia della sua caduta, questo metodo fu applicato in Asia centrale e in Azerbaijan. Nella nuova Russia, in Cecenia.)

I soldati spesso si rifiutavano di sparare su una folla di donne, bambini e anziani, che del tutto volontariamente coprivano i guerriglieri armati nelle file posteriori. L’importante era avvicinarsi al massimo. Ma una volta là… Non facevano prigionieri.

In seguito la necessità di separare i civili dai guerriglieri e dai terroristi che si scambiavano di posto nella folla si è sempre e solo rafforzata. Sempre più spesso all’esercito, e non alla polizia, venivano affidati compiti non tradizionali, come operazioni di mantenimento della pace tra popoli che si odiavano l’un l’altro e che erano pronti a qualsiasi provocazione. In zone densamente popolate sono cominciate operazioni militari contro le narcomafie e perfino contro il terrorismo internazionale.

Nel 1962, mentre a Novočerkassk[5] il nostro esercito sparava su lavoratori disarmati, negli USA e in Europa già si cominciavano a fare ricerche scientifiche per creare nuove armi, che in certi casi permettessero di vincere senza uccidere. Un quarto di secolo dopo comparvero i primi modelli.

E’ chiaro che il principale percorso di sviluppo degli armamenti è quello per la creazione di armamenti letali sempre più precisi e potenti, soprattutto nucleari, che promettevano la morte della civiltà. Ma la stessa comparsa, tra la fine del ХХ e l’inizio del XXI secolo, di armi create specialmente per non uccidere dice molto. Beh, perlomeno che il nostro mondo non è senza speranza.

Nell’URSS la creazione di tali armi procedette senza entusiasmo. Un cannone acustico analogo all’ADS (vedi sopra) avrebbe dovuto essere installato sulle imbarcazioni delle guardie di confine: uccidere cittadini stranieri al momento della cattura, anche se erano bracconieri, era ritenuto scorretto. Ma finora le nostre guardie di confine mantengono i pescherecci giapponesi e coreani con armamenti navali. Ci sono stati esiti mortali.

Un’unica storia

Ma anche nel nostro paese ci sono stati successi nell’ambito dell’uso delle armi umane. Quando durante il conflitto armeno-azero[6] le nostre guardie al confine con la Turchia ricevettero l’ordine di proteggere per un po’ di tempo dai linciaggi qualche centinaio di profughi armeni, la situazione era critica. Con la copertura di una folla di anziani e di donne i guerriglieri tentarono di avvicinarsi il più possibile al cordone dietro il quale si nascondevano i profughi. L’organico delle guardie di confine non era sufficiente per una piena difesa e sparare su una folla senza gravi motivi non era possibile. Tutto procedeva verso una carneficina.

Purtroppo non ricordo il cognome del capitano che creò allora un sistema non letale, che salvò i profughi fino all’evacuazione, svolta poco dopo con successo. Un subordinato del KGB dell’URSS affermò che da parte loro il processo di creazione si svolse così: il capitano strizzò gli occhi e per un minuto stette concentrato a schiacciare un mozzicone nel posacenere. Dopo di che si raddrizzò e dette ordine di costruire.

Per mezza giornata costruirono una barriera di filo spinato attorno alla piccola cittadella di tende dei profughi. All’esterno di essa tesero a diverse distanze una dozzina di cavi d’acciaio. Presto comparve un camion UAZ, che trascinava un cavo con appesi dei pezzi di carne. In una colonna di polvere lo accompagnava un enorme branco di cani randagi, raccolti in tutto il circondario. Presso la barriera le guardie di confine misero loro rapidamente dei collari con guinzagli lunghi molti metri e con dei moschettoni li incatenarono ai cavi attorno al filo spinato.

A sera si creò una situazione di stallo. I guerriglieri raccoltisi per chiudere i conti con gli armeni erano armati di fucili da caccia, scudi metallici, coltelli e piè di porco. Con la copertura delle donne tentarono di avvicinarsi al filo spinato e tranciarlo. Attorno al perimetro della barriera con guaiti selvaggi correvano oltre cento cani furiosi di ogni taglia, colore e razza: il capitano aveva macellato un cavallo e un sergente che correva all’interno della barriera ne trascinava le interiora legate a un moschettone.

Le donne delle prime file degli attaccanti si fermarono. Su questo branco si poteva solo sparare. Le guardie di confine aspettavano questi spari. Questo avrebbe dato loro la base legale per aprire il fuoco in risposta. I guerriglieri non si decisero.

Questo sistema russo di armamento non letale mi da speranza per il futuro. In ogni caso il nostro capitano si era trovato tra le fila di quegli inglesi e francesi, che quarant’anni prima si rifiutarono di sparare sullo “scudo umano”.

In ogni caso non siamo del tutto Oriente, siamo più vicini all’Occidente.

Valerij Širjaev

20.04.2007, “Novaja Gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2007/color14/06.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)



[1] Colle tipo “Attak”.

[2] Laboratori di ricerca del Dipartimento per l’Energia degli Stati Uniti.

[3] Nome di arma a microonde dell’esercito americano, detta anche ADS.

[4] “Zaino E”, arma a microonde di fabbricazione russa.

[5] Città della repubblica caucasica della Karačaevo-Circassia.


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altro-mondo.html

18 maggio 2007

A proposito della giustizia in Russia (IV)

Processo in corso

Gli uomini dei corpi speciali sono scappati senza essere notati

Ul’man e i suoi compagni d’armi sono ricercati in tutta la Russia

Il 12 aprile 50 cosacchi sono giunti a Rostov dai villaggi cosacchi del Don per sostenere gli uomini dei corpi speciali accusati dell’omicidio di sei civili inermi della provincia di Šatoj in Cecenia. In quel giorno presso il tribunale militare distrettuale del Caucaso settentrionale avrebbero dovuto proseguire le arringhe delle parti in causa. Ma comunque i cosacchi non hanno visto il loro idolo, il capitano Ul’man. Insieme ai complici – il tenente Kalaginskij e il sottotenente Voevodin – si è nascosto chissà dove. L’avvocato di Ul’man Roman Kržečkovskij ha dichiarato che i telefoni cellulari di tutti e tre sono stati spenti e che né lui né gli avvocati degli altri imputati sanno dove si trovino adesso.

E’ perfettamente evidente, che il sottotenente e due ufficiali dei corpi speciali del comando dell’intelligence dell’esercito russo hanno deciso di darsi alla fuga perché stavolta, al terzo processo, c’era la minaccia di una vera reclusione. E’ evidente anche che una tale svolta degli avvenimenti era assolutamente prevista.

Durante l’ultima seduta il procuratore aveva chiesto per gli imputati da 18 a 23 anni di reclusione e al contempo non aveva accolto l’istanza per il mutamento della misura preventiva dalla firma di un impegno a non allontanarsi alla reclusione. Tale istanza era stata presentata dalla parte lesa, i familiari delle persone uccise a colpi d’arma da fuoco dagli uomini dei corpi speciali, e dai loro avvocati nella richiesta di appello inoltrata alla Corte Suprema della Federazione Russa dopo la seconda assoluzione degli imputati da parte della giuria. Tuttavia la Corte Suprema, pur impugnando la sentenza e rinviando il caso a un nuovo esame, lasciò la precedente misura preventiva – la firma. (Il capitano Ul’man durante l’istruttoria e le prime udienze si trovava nel SIZO[1] ed è stato liberato dopo il verdetto della giuria direttamente in aula.)
Gli imputati, accusati di aver compiuto un crimine particolarmente grave, hanno pienamente usufruito della propria libertà: hanno esercitato una palese pressione sui testimoni. Come ha dichiarato nel corso dell’ultima udienza il pubblico ministero colonnello Titov, i sottoposti del capitano Ul’man hanno rilasciato le vere deposizioni nella prima fase dell’istruttoria, quando Ul’man si trovava in stato di reclusione e non poteva influenzare i propri soldati. Di conseguenza, dopo che con loro “hanno condotto un lavoro” i comandanti e gli uomini dell’intelligence, o hanno ritrattato, o improvvisamente “hanno dimenticato” tutto.

Il soldato Cybdenov, che si era segnalato per una memoria fenomenale (stupì gli inquirenti perché ricordava tutti i nomi, i cognomi, gli indirizzi e le date di nascita degli abitanti del villaggio di Daj interrogati prima di essere uccisi a colpi d’arma da fuoco), al terzo e ultimo processo dapprima si è rifiutato di deporre, dicendo che gli faceva male la testa. Il giorno dopo, quando è riapparso al processo, il giudice gli ha domandato ironicamente:

- Ebbene, è già riuscito a ricevere le indicazioni dei vecchi compagni? Ora parlerà?

Cybdenov aveva ricevuto “indicazioni” – alle domande del procuratore ha risposto: “Non ricordo”.

La scomparsa facile da prevedere degli imputati conviene a molti. Al più importante processo ceceno dei nostri giorni guardano fissi sia in Cecenia, sia nelle altre regioni russe. Alle udienze vanno tanto i “patrioti” dei gruppi che sostengono Ul’man – cosacchi, attivisti dell’RNE[2] e di altre organizzazioni di sinistra[3] e nazionaliste, quanto i sostenitori dei diritti umani, che esigono pene dure per gli assassini di civili inermi, e gli studenti ceceni degli istituti superiori di Rostov. La situazione in aula è stata molto tesa dal primo all’ultimo giorno.

Qualunque sentenza emetta il tribunale, solleverà necessariamente un’ondata di proteste dall’una o dall’altra parte. Ma se non ci sono gli imputati, vuol dire che non c’è neanche il verdetto. Gli uomini dei corpi speciali sono ricercati in tutta la Russia. La prossima udienza è stata rinviata al 24 maggio, quando il tribunale dovrà decidere se interrompere le udienze o emettere una sentenza nei confronti dell’unico e solo imputato finora non fuggito, il maggiore Perelevskij.

Si ha l’impressione, che questo tipo di svolta degli eventi fosse scritto da un pezzo. Altrimenti perché persone accusate di omicidio plurimo avrebbero atteso la sentenza standosene tranquilli in libertà, mentre decine di migliaia di persone accusate di crimini meno gravi stanno per anni nel SIZO?

Anna Lebedeva
nostro corrispondente speciale

16.04.2007, “Novaja Gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2007/27/11.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)



[1] Sledstvennyj IZOljator (Carcere di detenzione preventiva).

[2] Russkoe Nacional’noe Edinstvo (Unità Nazionale Russa), partito neonazista.

[3] Di nostalgici dell’Unione Sovietica.


http://matteobloggato.blogspot.com/2007/05/giustizia-criminale.html

14 maggio 2007

A proposito della situazione militare della Russia

Vuoi entrare nell’esercito?

Se non vuoi, allora non fare il tirchio!

Di modi relativamente onesti per sottrarre i cittadini allo stato ce ne sono circa una ventina. I prezzi per scansare il servizio militare variano: da 1000 dollari a 8000 euro.

Il commercio delle chiamate alle armi è il solito mercato nero dei servizi. E come ogni mercato nero tende a legalizzarsi, parallelamente, come un effetto collaterale, autoregolamentandosi.

Nel segmento “non voglio fare il servizio militare” la richiesta è enorme. Il cliente, in pratica, è ogni uomo in età di chiamata alla leva. Una base significativa, che ogni manager commerciale invidierebbe – lo stato stesso obbliga i propri cittadini ad acquistare il servizio! Lo sforzo è minimo.

Questa richiesta generalizzata crea l’offerta. E’ avvenuta pressappoco lo stessa cosa che è avvenuta nel segmento “è necessaria la registrazione[1]”. E’ chiaro che un prezzo standard per i servizi dei distretti militari non esiste. Qualcuno è capace di ungere le ruote del distretto militare anche con cinquecento verdoni, mentre qualcuno non ce la fa neanche con quindicimila. Così come non esiste neanche una gradazione di prezzi per i rinvii, le certificazioni di malattia o l’esenzione totale. Comunque il prezzo medio a Mosca, come abbiamo potuto chiarire è 5000-6000 dollari.

Tuttavia negli ultimi anni si delinea una netta tendenza. I clienti aspirano a legalizzarsi non meno dei venditori. Su questo sfondo si è formata un’ampia rete “aiutanti all’esenzione”, che include avvocati, medici, gli stessi militari e – ecco il know-how! – imprese di intermediazione. Internet ne è piena, basta digitare in un motore di ricerca “come scansare il servizio militare”[2].

Le imprese di intermediazione agiscono pressappoco secondo un unico schema, proponendo non l’esenzione come tale, mа “l’assistenza legale di chi è stato chiamato alle armi”. In questo senso la dritta fondamentale è: noi ti aiutiamo a farti esentare dal servizio militare legalmente. Io so come e posso venderti la mia conoscenza, se non ce l’hai. Chi tra le persone chiamate alle armi è ferrato giuridicamente o anche semplicemente studia legge prima di presentarsi al distretto militare?

Di modi relativamente onesti per sottrarre i cittadini allo stato ne sono emersi circa venti. Tra questi ce ne sono anche di banali, come “ho dimenticato di rispondere alla chiamata a registrarsi nelle liste di leva dopo aver compiuto diciassette anni”, così come di assolutamente strampalati. Ecco i due più interessanti :

Rinuncia alla cittadinanza russa: “Dopo aver compiuto 18 anni portate alla polizia la dichiarazione di rinuncia alla cittadinanza russa e il servizio militare non sarà più una minaccia per voi. Ma bisogna fare questo tassativamente prima di ricevere la chiamata dal distretto militare. Si può ottenere la cittadinanza di qualsiasi altro paese. Tuttavia in questo caso possono chiamarvi a svolgere il servizio militare nella nuova patria. In ogni caso, dopo aver compito 27 anni potete riavere la cittadinanza russa. La procedura non è difficile come può sembrare”.

Servizio militare all’estero: “Si può ottenere l’esenzione dal servizio militare presentando un documento che attesti, che avete svolto il servizio militare nell’esercito di un altro paese. Per esempio, in Israele per i turisti ci sono tour “militari” speciali. Uno strampalato tour del genere è stato proposto a un mio collega. Questi ha prestato servizio simbolicamente per due settimane in una tranquilla caserma non lontano dall’orto di Getsemani[3]. Ha presentato al servizio militare l’attestato ricevuto. Il distretto militare lo ha lasciato andare”.

Credo che gli stessi distretti militari non siano contenti di queste aziende – gli riducono la clientela e fanno calare terribilmente i prezzi sul mercato. Il prezzo minimo – settemila rubli[4] per un servizio che consiste nel far mandare una persona chiamata alle armi a fare un esame in un istituto clinico autorevole. Per “istituti autorevoli” si intendono quelle organizzazioni sanitarie, i cui documenti sono considerati degni di fiducia dai distretti militari. L’esame stesso va dai 600 ai 10000 rubli[5], a seconda di quale malattia il giovane desidera che gli si scopra.

Il prezzo massimo è di circa trentamila dollari. Questo comprende l’avvocato personale, l’esame clinico e l’accompagnamento al distretto militare. L’esenzione dal servizio militare in questo caso è garantita.

Chiamato uno di questi uffici, ho posto il compito – abbiamo: un nipote chiamato alle armi, non abbiamo: voglia di svolgere il servizio militare. Ecco cosa mi hanno risposto: “Passate di qui, bisogna vedere la situazione clinica e il distretto militare. Il prezzo varierà a seconda del distretto militare. Ma risolveremo il vostro problema – i nostri obblighi saranno svolti per mezzo di un certificato di esenzione dal servizio scritto della commissione per la leva o per mezzo di una sentenza. Controlleremo anche se la chiamata alle armi è giunta al momento giusto”.

Fra l’altro al Comitato delle madri dei soldati[6] ritengono che questi siano soldi buttati al vento.
- Posso scommettere una cassa di cognac con voi che adesso non ci sono giovani in età di leva sani –, ha raccontato il presidente del Comitato Valentina Mel’nikova. – Ognuno di loro ha qualche malattia. Perciò non diciamo che nei distretti militari adesso prendono bustarelle. Nei distretti militari fanno ricatti – cioè si esigono soldi per quello che è già previsto dalla legge. Si tratta di diversi articoli del codice penale. Un esempio recente si è avuto, quando un medico della commissione clinica, dopo aver esaminato i documenti, ha detto: “Sì, la malattia c’è, ma la diagnosi va rafforzata, possiamo aiutarvi in questo”. Lo stesso accade quando si fanno gli esami in ospedale. Più chiara è l’inabilità al servizio, più si tenta di strappare soldi. Abbiamo inviato una lettera al presidente in cui proponiamo di organizzare centri medici giovanili, che seguiranno la salute dei giovani, questo aiuterebbe a risolvere il problema.

Gli ultimi casi giudiziari mostrano che i soldi vanno in varie direzioni – dove li prendono gli avvocati, dove i medici, dove gli stessi distretti militari. Fra l’altro, a dire il vero, non so se facciano per davvero qualcosa, perché da noi vengono anche persone che hanno pagato, ma il ragazzo comunque si è trovato nell’esercito.

Molte famiglie sono costrette a fare debiti per pagare le bustarelle al distretto militare.




Costo e particolarità dellesenzione in varie regioni del paese



Samara[7]

Secondo le testimonianze di fonti coinvolte, la chiamata di guerra, in conseguenza della quale vi chiameranno alle armi solo in caso di guerra, costa 40-45000 rubli[8]. Le cifre non variano molto a seconda dei quartieri. Ma a Tol’jatti[9] il prezzo può raggiungere 50000 rubli[10], i soldi vengono presi direttamente al distretto militare.

Omsk[11]

Nel febbraio 2007 la procura regionale ha concluso la gigantesca inchiesta sui distretti militari e le commissioni di leva iniziata un anno prima. Gli inquirenti hanno messo in luce più di 800 violazioni della legislazione sul servizio di leva. In conseguenza dell’inchiesta il presidente della commissione medico-militare della regione di Kalačinsk Aleskej Lukašenko, che per rilasciare documenti falsi prendeva dai giovani chiamati alle armi da 15000 a30000 rubli[12], è stato condannato a due anni e un mese di reclusione. Il comandante del distretto militare военкомата delle circoscrizioni Sovetskij e Kirovskij Aleksandr Majer se l’è cavata con una multa di 200000 rubli[13] per aver ordinato a un medico del distretto di falsificare gli esami clinici di un giovane chiamato alle armi. Questo servizio gli era costato 35000 rubli[14].
Secondo dati non ufficiali, che si è venuti a sapere dall’associazione regionale di genitori “Memoria[15]” e dal comitato delle madri dei soldati, il prezzo dell’esenzione dal servizio militare a Omsk è assai più alto: il rinvio di un anno costa 40000 rubli, ma il biglietto bianco[16] “tutto compreso” – non meno di 2000 dollari.

Saratov[17]

Per i giovani di Saratov le tariffe per l’esenzione dall’attuale chiamata alle armi sono saliti fino a 30000-50000 rubli[18].
Secondo i rappresentanti dell’Unione delle madri dei soldati di Saratov, la riforma del servizio militare rafforza solo la corruzione. “Lodando sperticatamente l’abbreviazione del periodo di ferma, i generali non hanno detto che questa automaticamente porta con se l’aumento di arruolamenti di due volte, ma l’hanno scorso sono aumentati tre volte. Ancora prima delle ultime disposizioni i distretti militari raccoglievano tutti quelli che erano capaci di muoversi, anche se le risorse erano esaurite – hanno distrutto la salute della giovane generazione. Se rafforzano questo piano, riconosceranno abili tutti quelli capaci di stare in posizione verticale”, – dice il leader dell’Unione Lidija Sviridova.
C’è il rischio che i prezzi ancora più “neri” crescano nel 2008, quando scadrà il rinvio per i giovani che accudiscono genitori invalidi. Si riesce a sfuggire al servizio militare, se il servizio sanitario rilascia un documento che attesta, che i genitori malati non sono in grado di badare a se stessi. All’Unione si sono già rivolte alcune famiglie, in cui sono invalidi padre e madre: “Con una pensione viviamo, ma mettiamo da parte l’altra – l’anno prossimo avremo bisogno di aver da parte 50000 rubli”, – dicono.

Kostroma[19]

A quanto dice il presidente della sezione regionale di Kostroma dell’organizzazione sociale “Comitato delle madri dei soldati” Nina Terëchovaja, per questa chiamata alle armi “i genitori di un ragazzo hanno racimolato 38000 rubli[20], altri ne hanno racimolati 60000[21] per dare bustarelle agli uomini del distretto militare e ai medici per ottenere l’esenzione dal servizio. Tenendo conto del fatto che lo stipendio medio dalle parti di Kostroma è 8000 rubli[22], in alcuni casi alle famiglie tocca… farsi dare un prestito da una banca per pagare le bustarelle. Naturalmente, tutto questo viene catalogato come “necessità inderogabili” o qualcos’altro…”.

San Pietroburgo

Secondo informazioni non ufficiali di cui dispone l’organizzazione per la difesa dei diritti umani “Madri dei soldati di Pietroburgo”, in città essere esentati dal servizio militare costa da 1500 euro (il minimo) a 8000 euro (il massimo che sia capitato alle “madri” di Pietroburgo). Il costo del servizio dipende dal diritto effettivo del giovane chiamato alle armi al rinvio (stato di salute, situazione familiare, istruzione, ecc.). Di meno, 60000-70000 rubli[23], prendono le imprese specializzate in questo campo per il cosiddetto “lavoro senza garanzie”. Il risultato garantito costa non meno di 100000-120000 rubli[24]. Inoltre viene detto che nel caso che insorga qualche difficoltà per ottenere lesenzione la soluzione di problemi inattesi sarà pagata allimpresa come aggiunta.
A quanto si è osservato, a Pietroburgo i prezzi più cari per l’esenzione dal servizio vengono stabiliti in sette quartieri: Admiral’tejskij, Vyborgskij, Kalininskij, Kirovskij, Krasnogvardejskij, Nevskij e Primorskij.


Sotto testo

L’eroismo del distretto di Balašicha[25]

Nel distretto militare della provincia di Balachta della regione di Krasnojarsk c’è il medaglione “Istituzione di alta cultura e modello di ordine”. Qui non ci sono persone che scansano il servizio militare. Il comandante del distretto Gennadij Bodrov a suo tempo si vantava del fatto che nel mese di novembre del 1999 aveva mandato nel Caucaso settentrionale a combattere per gli interessi della Federazione perfino un ragazzo che non aveva la cittadinanza russa. Vadim Krest’janinov tornò dalla guerra decorato, ma si rifiutarono di concedergli il passaporto russo. Non è permesso – poiché i membri della famiglia Krest’janinov si è trasferita dal Kazakistan, non hanno neanche il permesso di soggiorno. Per la Russia, per cui Vadim ha rischiato la vita, è comodo – senza passaporto russo non riceverà neanche quanto compete ai militari…

Ma adesso questo eccellente comandante di distretto Bodrov, da cui nessuno viene esentato dal servizio militare, si è esentato da solo dal distretto. Il tenente colonnello è andato a pranzo ed è sparito per quasi un mese. Ne è stata denunciata la scomparsa. L’hanno cercato a lungo e con grandi sforzi e l’hanno trovato in un appartamento preso in affitto nel centro di Krasnojarsk. L’hanno portato per chiarimenti alla procura del quartiere Kirovskij, che in precedenza aveva aperto un fascicolo per “omicidio”. Si è dovuto chiudere il caso – segni di violenza sul suo corpo, com’è stato detto dalla procura regionale, non sono stati trovati. Il comandante del distretto aveva preso l’appartamento in affitto da solo. Ma, come ha dichiarato, non ricorda nulla e non capisce cosa gli sia successo nelle ultime settimane. Di quale natura sia questa amnesia, non è stato comunicato né dalla procura, né dal distretto militare regionale, che hanno condotto un’inchiesta. Anche i medici, naturalmente, tacciono sulla diagnosi del comandante del distretto militare di Balachta. Al commissariato militare del SibVO[26] hanno spiegato che il distretto militare regionale potrebbe condannare Bodrov o privarlo dell’ennesima decorazione.

Poiché alla ricerca del comandante del distretto si è dedicata tutta la popolazione della regione, il ritrovamento in vita del tenente colonnello ha procurato oltre che gioia la comparsa di una grande quantità di versioni – dal rapimento di questi da parte degli alieni a una preparazione creativa della gioventù locale alla chiamata primaverile alle armi. Ma, si capisce, la più popolare è “si è sbronzato”. In un sito Internet locale è comparsa la proposta di chiamare un superalcolico “Bodrovka”. E lo slogan è già pronto: “Bodrovka” – per un mese non ti passa!.



Commenti sul tema nel nostro forum “OTKRYTO[27].RU

Meeres

Propongo di introdurre un’assicurazione sul servizio militare. Ti nasce un figlio, lo assicuri e paghi una certa somma ogni mese. Questa somma in futuro andrà destinata alle bustarelle ai distretti militari, ai medici, a tutti quelli a cui vanno date. Per la famiglia non sarebbe tanto pesante, per le compagnie assicurative sarebbe un guadagno, ma sui distretti militari e sui medici stiamo zitti.

Igor

Se si conoscono medici seri, ce la si può fare con loro. Si inghiotte un dado metallico legato a una lenza e si fa una UZI[28] - così si ottiene la fotografia di un’ulcera gastrica (verificato). Si può fare una cucitura cosmetica sul coccige. O sul ventre, per rappresentare un’ulcera operata. Ci sono molte cose del genere... La cosa più importante è che il malanno non venga diagnosticato con un’occhiata dal distretto militare. Beh, più grossa è la storia della malattia, meglio è…


sestra PROSTODOKTORA[29]

Ecco un tema che fa innervosire, anche scriverne FA INNERVOSIRE... Il figliolino amato in quel campo minato perché... Da tre anni – da quando ha compiuto 18 anni – due volte l’anno c’è panico in famiglia... In qualche modo finora sgamiamo”. Quanto ai prezzi in questa regione la cosa sta così – ancora un paio di anni fa, fino alle ultime perturbazioni nel distretto militare, – nel nostro CAO[30] questo costava 2500-3000 in valuta pregiata. Oggi già 6000 per lo stesso. E per tali vie traverse e con tali verifiche ripetute – prendono le bustarelle lo stesso. Di amici di mio figlio a casa ce n’è più che abbastanza – circa 10 persone dai 20 ai 24 – nessuno è stato nell’esercito e non ci vuole andare e il figliolino sui miei giudizi sugli obblighi civili ecc. regolarmente risponde: “Tu vuoi che torni idiota?”. E sono tutti ragazzetti bravi, non stupidi, attivi, che desiderano il progresso non solo per se, ma anche per il nostro paese... Esolo che NESSUNO vuole lattuale schiavitù dell’esercito!

Putešestvennik[31]

Finora si è parlato di una cifra come 2000-3000[32] a Kaluga. Qualcuno ha parlato di 6000 a Mosca. Ci sono altre informazioni?

Igor

Ieri ho parlato con un amico. C’è ancora un altro prezzo. Città di Ufa[33]. 35.000 rubli.



La cappella: da chi non ha fatto il servizio militare a chi non è tornato

Nel punto di raccolta della città di Železnodorožnyj, nei pressi di Mosca, dove accorrono i giovani chiamati alle armi di quasi cinquanta distretti militari di Mosca, c’è una cappella. La costruzione di essa è iniziata alla fine della prima campagna cecena ed è terminata all’inizio della seconda.

Questa cappella è un “dono-ricordo” dei genitori dei ragazzi che non sono stati chiamati alle armi per i giovani chiamati alle armi che sono caduti durante il servizio militare e non sono tornati. Iniziatore e realizzatore della costruzione della cappella è stato uno dei commissari militari della regione di Mosca. Questo commissario da quando è stato promosso tenente a quando è stato promosso generale è stato in servizio esclusivamente a Mosca. Non è mai stato in alcuna Cecenia[34], non è stato in Afghanistan né a Černobyl’. Ma aveva gli attestati di afgano[35] e di uomo di Černobyl’.

Prima di scrivere di questo commissario, gli ho fatto una domanda: “Come ha osato?”. Mi ha risposto con leggerezza che in questi “punti caldi” hanno spedito persone inutili. Ma lui era sempre utile. Per le esenzioni dal servizio di leva prendeva bustarelle, ma le divideva. Con questi fondi si è costruito una dacia e ha aiutato il comando della regione militare di Mosca e i più alti ufficiali del quartier generale a costruirsi dacie.

Per non essere stato in alcun “punto caldo” ha ricevuto tre decorazioni. E per la costruzione di quella stessa cappella ha ricevuto anche una decorazione ecclesiastica dalle autorità ortodosse.

Ho scritto di questo generale qualche anno fa. L’articolo si chiamava: “Il commissario dall’elmo non polveroso[36]”. Dopo di che è avvenuto un fatto raro: il comando della regione militare di Mosca, il ministro della Difesa russo Sergej Ivanov e il comandante supremo Vladimir Putin si sono trovati con la “Novaja Gazeta” dalla stessa parte della barricata. Il commissario militare “dall’elmo non polveroso” è stato rimosso dall’incarico e cacciato dalle forze armate.

Il commissario è stato cacciato, ma il sistema è vivo e vegeto, perché l’esercito di leva da molto tempo non corrisponde alle mutate condizioni socio-economiche della società russa contemporanea e alla situazione socio-politica del mondo.
Col mutare dei tempi muta solo il listino prezzi sotterraneo dei servizi dell’esercito. Che fare? C’è linflazione. E poi adesso è più comodo prendere bustarelle in rubli.

Il nostro esercito è diventato veramente di operai e contadini con un misto di figli degli intellettuali non d’elite che appena sopravvivono: i medici e gli insegnanti. Ma i figli dell’attuale elite moscovita, alla domanda dell’eroe di Griboedov[37], il colonnello Skalozub “In quale reggimento presta servizio?” potrebbero rispondere più o meno così: “Ho l’onore di prestare servizio in una banca commerciale”.

Arkadij Babčenko,
corrispondente speciale della “Novaja Gazeta”, partecipante ad azioni militari in Cecenia;

Nadežda Andreeva,
nostro corrispondente speciale, Saratov;

Georgij Borodjanskij,
nostro corrispondente speciale;

Darja (Marčenko) Grigor’jan,
nostro corrispondente speciale, Samara;

Nikolaj Donskov,
nostro corrispondente speciale, San Pietroburgo;

Anna Skudaeva;
Aleksej Tarasov
nostro corrispondente speciale, Krasnojarsk

Vjačeslav Izmajlov

13.04.2007, “Novaja Gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2007/color23/01.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)



[1] La registrazione che attesta la residenza, che in città come Mosca è indispensabile per non esserne cacciati.

[2] E’ proprio così. L’ho verificato personalmente.

[3] Anche qui posso portare una testimonianza personale. Quando, un anno fa, ho visitato il Getsemani, l’ingresso era presidiato da un militare armato di tutto punto… seduto su una sedia e intento a fumare (a riprova del fatto che il servizio di chi veglia sul luogo dove Gesù sudò sangue non è dei più duri…).

[4] Circa 200 euro.

[5] Dai 17 ai 286 euro circa.

[6] Associazione fondata nel 1989 per difendere i diritti dei soldati russi.

[7] Città della Russia meridionale.

[8] 1145-1290 euro circa.

[9] Nome ufficiale russo di quella che si usa chiamare Togliattigrad.

[10] Circa 1430 rubli.

[11] Città della Siberia sud-occidentale.

[12] Da 230 a 460 euro circa.

[13] Oltre 5700 euro.

[14] Circa 1000 euro.

[15] Associazione omonima di un movimento ultranazionalista.

[16] Il documento di esenzione.

[17] Città della Russia meridionale.

[18] Da 860 a 1430 euro circa.

[19] Città della Russia centrale.

[20] Oltre 1080 euro.

[21] Oltre 1710 euro.

[22] Circa 230 euro.

[23] 1710-2000 euro circa.

[24] 2850-3430 euro circa.

[25] Piccola città nei dintorni di Mosca. Ignoro perché si parli di questa città nel titolo del paragrafo.

[26] SIBirskij Voennyj Okrug (Distretto Militare della Siberia).

[27] “Aperto”.

[28] Ultra-Zvukovoe Issledovanie (Analisi con Ultra-Suoni), cioè ecografia.

[29] “Sorella di Prostodoktor”. Prostodoktor significa qualcosa tipo “semplice dottore”.

[30] Central’nyj Administrativnyj Okrug (Circoscrizione Amministrativa Centrale).

[31] “Viaggiatore”.

[32] Presumibilmente dollari.

[33] Capitale della Repubblica di Baschiria, nella parte centro-orientale della Federazione Russa.

[34] Cioè non ha preso parte né alla prima né alla seconda guerra cecena.

[35] Cioè di militare russo che ha combattuto in Afghanistan.

[36] Riferimento ironico ai “commissari dagli elmi polverosi” di cui parla la canzone Sentimental’nyj marš (Marcia sentimentale) dello scrittore, poeta e cantautore sovietico Bulat Šalvovič Okudžava.

[37] Aleksandr Sergeevič Griboedov, scrittore russo del XIX secolo, noto quasi esclusivamente per la commedia “Che disgrazia l’ingegno!”.

http://matteobloggato.blogspot.com/2007/05/in-russia-c-il-
servizio-di-leva-e-il.html