30 marzo 2007

A proposito di Ramzan Kadyrov (V)

RAMZAN KADYROV E’ DIVENTATO UN “EMERITO DIFENSORE DEI DIRITTI UMANI”

26.03.2007 12:29

Per i meriti acquisiti presso la comunità internazionale e l’operato personale nell’ambito della difesa dei diritti umani e del rafforzamento dei legami internazionali, il presidente della Repubblica Cecena Ramzan Kadyrov è stato insignito del più alto riconoscimento del “Comitato Internazionale per la difesa dei diritti umani”[1]: la “Stella d’oro - Onore e merito” con l’attribuzione del titolo: “Emerito difensore dei diritti umani”.

Come è stato comunicato a REGIONS.RU[2] nell’ufficio stampa del capo del governo della Repubblica Cecena, l’organizzazione sociale internazionale “Comitato Internazionale per la difesa dei diritti umani” è rappresentata in 42 paesi e di essa fanno parte persone note e stimate con grandi possibilità e con il desiderio di servire le idee di un Mondo nuovo nell’ambito dell’affermazione dei diritti e delle libertà di ogni persona.
Il “Comitato Internazionale per la difesa dei diritti umani” ha anche informato il sindaco della città di Groznyj M. Chučiev di aver insignito la città di Groznyj del più alto riconoscimento, la “Stella d’oro – Onore e Merito”.
Il riconoscimento verrà dato a Groznyj in occasione dell’anniversario della proclamazione della “Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo”.



[1] Organizzazione fondata a Kiev nel 2001 e presieduta da Igor Danilov, rappresentante russo dell’UNESCO. Le virgolette sono mie.

[2] Agenzia di stampa che si occupa della Federazione Russa e dal cui sito (http://regions.ru/news/2063764/) traggo questa notizia.

26 marzo 2007

A proposito di Ramzan Kadyrov (IV)

I compiti di Kadyrov

Sergej Markov[1], politologo

La candidatura di Ramzan Kadyrov, in qualità di leader della Cecenia, al posto di presidente, proposta da Vladimir Putin e in seguito approvata dal parlamento della Cecenia è assolutamente legittima. Alla base di questa affermazione c’è il grande accordo politico tra il Cremino, nella persona di Vladimir Putin, e la squadra di Kadyrov. Ancora poco tempo fa il leader della squadra era Achmat Kadyrov, oggi il suo leader riconosciuto è Ramzan Kadyrov. Secondo quanto stabilito da questo accordo la squadra di Kadyrov e il suo leader hanno pieni poteri in Cecenia per realizzare i più alti compiti politici.

Il primo e più importante compito è la sconfitta della coalizione dei separatisti ceceni, degli islamisti radicali, in particolare dei wahhabiti[2] e dei veri e propri banditi, che hanno preso il potere in Cecenia negli anni ‘90. Il secondo è la formazione di forze armate cecene in grado di combattere, di cui entrino a far parte non solo i ceceni che hanno combattuto dalla parte della Russia, ma anche quelli che nel corso della prima e perfino della seconda guerra [cecena][3] hanno combattuto contro la Russia. Entrambi questi compiti sono stati svolti brillantemente da Achmat e Ramzan Kadyrov. Grazie ai loro sforzi migliaia di persone dalle fila dei islamisti separatisti sono state portate nelle forze armate russe della Cecenia e ora combattono sotto le insegne russe per gli interessi della Russia. L’armata di Maschadov[4] e Basaev[5] è stata totalmente sconfitta, come realtà geopolitica è scomparsa insieme ai suoi leader. Inoltre è stata sgominata la maggior parte dei gruppi terroristici clandestini. Di conseguenza il numero di atti terroristici in Cecenia oggi è già minore che nelle altre repubbliche del Caucaso settentrionale, come, per esempio, il Daghestan.

La guerra in Cecenia è finita. Abbiamo vinto. Gli eroi principali di questa guerra sono i suoi leader politici Vladimir Putin, Achmat Kadyrov, Ramzan Kadyrov ma anche qualche migliaio di ragazzi giovani: ceceni, russi e altri, che hanno dato la loro vita per l’integrità territoriale della Russia, per la sicurezza dei cittadini della Russia, per la riduzione della minaccia del terrore. Nel 1999, quando Vladimir Putin e Achmat Kadyrov conclusero il proprio accordo politico, la minaccia che gli islamisti incendiassero tutto il Caucaso settentrionale era reale. Adesso questa minaccia è stata sventata. La Russia, appoggiandosi a questa unione politica, ha potuto riportare un’enorme vittoria geopolitica.

Il terzo compito è la ricostruzione di ciò che è stato distrutto dalla guerra. Ramzan Kadyrov sta svolgendo questo compito adesso. Mosca ha stanziato molti soldi e i ceceni stanno lavorando attivamente, risollevando la propria repubblica dalle rovine. Kadyrov promette che entro la fine del 2008 in Cecenia non resterà alcuna traccia fisica della guerra. A giudicare i tempi con cui procede la ricostruzione, si può credere a questa promessa. Ma una garanzia particolare che i soldi stanziati da Mosca non saranno rubati è la responsabilità personale di Ramzan Kadyrov davanti al proprio popolo; il suo appassionato desiderio di ricostruire la Cecenia più velocemente possibile; quell’indiscutibile autorità di cui gode il nuovo presidente presso la popolazione e quel duro regime politico, che ha permesso di consolidare tutti i gruppi e i clan della società cecena attorno a lui. Anche se, certamente, la corruzione resta un problema serio.

Il quarto compito, che diverrà il principale è la ricostruzione dell’economia. Finora la Cecenia sta venendo ricostruita a spese del centro[6], ma bisogna formare un’economia normale. Penso che sia politicamente importante per la repubblica sviluppare prima di tutto i settori che danno più lavoro. Questo permetterà di ridurre rapidamente la disoccupazione, cioè di ridurre la base potenziale degli islamisti radicali e dei gruppi criminali. Oggi va fatta particolare attenzione al settore edile (è molto importante sviluppare la produzione in loco di materiali da costruzione). Per quel che riguarda l’agricoltura bisogna garantirle la necessaria tecnologia, ma è ancora più importante il sistema di vendita all’ingrosso della produzione.

Un’altra specializzazione della Cecenia è il settore del petrolio e del gas. Il petrolio di Groznyj è di qualità molto alta, ma il picco della sua estrazione è stato superato e la produzione di derivati del petrolio è resa difficile dalla mancanza di quadri qualificati. Nel settore del petrolio e del gas è indispensabile l’ottimizzazione dell’estrazione e della lavorazione; l’accordo degli interessi del centro federale, delle autorità della repubblica e della Rosneft’[7].

Per lo sviluppo dell’innovazione è necessario ricostruire un sistema normale di istruzione e riportare nella repubblica gli specialisti russofoni, che in passato hanno giocato un ruolo abbastanza importante nell’economia della Cecenia, ma sono stati costretti a fuggire dagli orrori della guerra. E’ possibile utilizzare specialisti di altri paesi, che abbiano esperienza di ricostruzione di sistemi economici distrutti dalla guerra.

Il quinto compito è la formazione delle strutture politiche statali della Repubblica Cecena come parte integrante della Federazione Russa. Questo compito è stato in gran parte brillantemente svolto. Sono soprattutto gli stessi ceceni a governare la Cecenia, da questi, con l’aiuto del centro federale, sono stati create valide istituzioni statali: la presidenza, il governo, il parlamento, i poteri locali, che fanno presente l’autorità statale nell’ambito delle leggi valide in tutto il territorio russo. Lo specifico della Cecenia è la concentrazione del potere nelle mani di una personalità forte e questo ha giocato un ruolo enormemente positivo per la soluzione delle questioni chiave di ordine politico-militare: la vittoria nella guerra e la stabilizzazione della pace. Una ricostruzione accelerata richiede anche una determinata concentrazione del potere. Ma questa non è già più guerra, è pace, perciò è necessaria l’accurata osservanza delle leggi della pace nella loro interezza.

Bisogna rafforzare i diritti civili, che, è chiaro, sono stati sistematicamente violati nel corso della guerra. L’ultima delegazione dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa che si è recata in Cecenia ha notato un serio progresso nell’osservanza dei diritti umani. Ma c’è ancora molto da fare per superare i modi criminali di vita e di pensiero.

Il sesto compito è il ristabilimento della pace interetnica. Negli anni scorsi nella coscienza sociale della Russia è sorta la paura dei ceceni, la cecenofobia. Ma di principio i ceceni non si differenziano in nulla dagli altri popoli della Russia, si sono semplicemente trovati nel punto focale di un attacco geopolitico contro la Russia, ma il popolo ceceno è stato la prima vittima di questo attacco. La Cecenia era una repubblica multietnica e questa multietnicità deve essere ristabilita.

Secondo i dati del sondaggio della fondazione “Obščestvennoe mnenie[8], coloro che appoggiano la decisione di Vladimir Putin di proporre la candidatura di Kadyrov sono quattro volte di più di coloro che non l’appoggiano. E il numero di coloro che ritengono che sotto la presidenza Kadyrov la situazione in Cecenia migliorerà è nove volte maggiore di quello di coloro che ritengono che la situazione peggiorerà.

L’esperienza e le qualità personali di Ramzan Kadyrov permettono di sperare questo. Questi ha fatto una carriera strepitosa: giovane guerrigliero, poi notevole comandante in campo, poi capo del servizio di sicurezza del presidente di una repubblica in guerra, poi vice-premier, capo di tutte i reparti armati in assetto di guerra, poi primo ministro, che si occupa non solo dei problemi militari, ma anche e sempre più di problemi economici, adesso presidente della repubblica. Davanti a lui sta il compito di passare dalla consapevolezza di essere un leader politico-militare a quella di essere una figura statale, economica e politica. Saranno necessarie nuove conoscenze e capacità. Ha una squadra forte: politici esperti – Umar Džabrailov[9], Dukuvacha Abdurachmanov[10], Muslim Chučiev[11], specialisti di economia – Chusajn Džabrailov[12], Èli Isaev[13]; militari provati sul campo di battaglia – Adam Delimchanov[14], Ruslan Alchanov[15].

Ramzan Kadyrov non è forse troppo giovane per questi compiti? In effetti ha solo 30 anni. Penso che Ramzan Kadyrov sia più che adulto. Le persone maturano grazie al fatto di vivere una vita da adulti, grazie alla responsabilità, all’esperienza, alle sofferenze. Ramzan Kadyrov da 15 anni vive una vita da adulto. Ogni anno su di lui hanno pesato sempre maggiori responsabilità. E adesso che il popolo della Cecenia guarda a lui con speranza, queste sono diventate semplicemente enormi.

“Izvestija”, 19 marzo 2007, http://www.izvestia.ru/comment/article3102196/ (traduzione e note di Matteo Mazzoni)



[1] Sergej Aleksandrovič Markov, direttore dell’Istituto di Studi Politici con un passato nel KGB…

[2] Per “wahhabiti” in Russia più che i seguaci dell’ortodossia islamica di Muhammad ibn Abd al-Wahhab al-Tamimi si intendono gli estremisti islamici in generale…

[3] Markov parla per ellissi, come è normale fare in Russia. La prima guerra cecena fu combattuta tra il 1994 e il 1996 e si concluse con un armistizio. La seconda guerra cecena iniziò nel 1999.

[4] Aslan Alievič Maschadov, ex ufficiale dell’Armata Rossa, fu eletto presidente della Cecenia nel 1997. Caduto in disgrazia presso la Russia, gli è stata data la caccia come “terrorista” ed è rimasto vittima di un blitz dei corpi speciali russi nel 2005.

[5] Šamil’ Salmanovič Basaev, il più noto terrorista ceceno, rimasto ucciso in circostanze poco chiare (blitz dei corpi speciali russi? Incidente?) nel 2006.

[6] Il centro politico della Federazione Russa, cioè Mosca.

[7] Abbreviazione di Rossijskaja Neft’ (Petrolio Russo), colosso petrolifero statale russo.

[8] “Pubblica opinione” (il corsivo è mio). La fondazione opera in stretto contatto con l’amministrazione presidenziale russa…

[9] Umar Alievič Džabrailov, imprenditore ceceno, candidato alle elezioni presidenziali del 2004 della lista “La Forza della Ragione” (ha ricevuto lo 0,1% dei voti).

[10] Dukuvacha Baštaevič Abdurachmanov, presidente del parlamento ceceno, yesman di Kadyrov.

[11] Giornalista di professione, sindaco di Groznyj e figura assolutamente subalterna a Kadyrov.

[12] Chusajn Alievič Džabrailov, fratello di Umar, imprenditore del settore alberghiero, vicino a Putin.

[13] Ministro delle Finanze, figura abbastanza oscura.

[14] Chiamato altrove Demil’chanov o Demilchanov, parente e amico di Kadyrov nonché vice-premier.

[15] Ruslan Šachaevič Alchanov, ministro degli Interni, parente dell’ex presidente della Cecenia (in realtà semplice emissario di Mosca) Alu Dalaševič Alchanov.


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sarebbe-superfluo.html#links

20 marzo 2007

A proposito di società civile in Russia

Piter[1]

Il “Nord-Ost”[2] mette in guardia

La verità che non tutti vorrebbero sapere

Piter è la seconda città russa in cui ha avuto luogo l’iniziativa “Cittadini contro il terrore”. L’essenza del progetto è questa: i parenti delle vittime dei più gravi atti terroristici girano 30 città della Russia e raccontano i risultati delle loro indagini indipendenti, e mostrano il film “Incredulità”[3] sulle esplosioni dei condomini a Mosca e a Volgodonsk[4].

Nello scorso fine settimana nel centro per la difesa dei diritti umani di “Memorial”[5] di Piter i rappresentanti dell’organizzazione “Nord-Ost”[6] e il deputato della Duma di Stato[7] della Federazione Russa Jurij Savel’ev[8] hanno presentato agli abitanti di Piter un rapporto speciale sul “Nord-Ost”, compilato dai parenti delle vittime, e un’opinione particolare sulle circostanze dell’atto terroristico di Beslan.

A differenza di quanto accadde a Nižnij Novgorod[9], dove alla fine dello scorso anno partì il progetto “Cittadini contro il terrore”, l’incontro con gli abitanti di Piter è andato avanti senza disordini. Nel futuro prossimo i parenti delle vittime dell’atto terroristico hanno in programma di organizzare incontri con gli abitanti di Voronež[10] e di Čeljabinsk[11].

Elena Milašina

01.03.2007, “Novaja Gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2007/15/10.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)



[1] Nome colloquiale di san Pietroburgo.

[2] “Nord-Est”, titolo del musical che andava in scena nel teatro Dubrovka di Mosca quando i terroristi ceceni sequestrarono gli spettatori.

[3] Nedoverie si potrebbe tradurre anche come “sfiducia”, ma da come se ne parla nel sito http://www.nedoverie-film.com/RU/indexRU.htm, sembra che l’accento sia posto sull’incredibilità di ciò che viene raccontato.

[4] Nell’estate 1999 furono fatti esplodere dei condomini a Mosca e a Volgodonsk con centinaia di vittime. Questo dette il via alla “seconda guerra cecena”.

[5] Organizzazione nata per difendere la memoria delle repressioni di epoca sovietica e che adesso si batte per i diritti umani nella Russia di Putin.

[6] Organizzazione che riunisce i parenti delle vittime del blitz nel teatro di Dubrovka.

[7] “Duma” si chiamano anche i parlamenti dei vari soggetti della Federazione Russa.

[8] Deputato del partito filoputiniano “Patria” (ora confluito nell’ancor più filoputiniana “Russia Giusta”) che, sulla base delle proprie conoscenze di fisico, ha redatto un rapporto alternativo a quello ufficiale sui fatti di Beslan, in cui con solide prove si accusa gli autori del blitz di aver usato lanciafiamme e carri armati e di essere in fin dei conti i veri responsabili della morte degli ostaggi.

[9] Città della Russia centrale, chiamata Gor’kij in epoca sovietica.

[10] Città della Russia meridionale.

[11] Città della Russia asiatica occidentale, ai piedi degli Urali.


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12 marzo 2007

A proposito di Ramzan Kadyrov (III)

La borsa valori[1] dei presidenti

E’ noto chi sia più quotato in Cecenia ed è noto anche chi sostenga il valore commerciale del principale pretendente e come

A marzo, a ben vedere, sarà finalmente risolta la questione del presidente della Cecenia. Dopo le attese dimissioni spontanee di Alu Alchanov, legate al raggiungimento da parte del premier Ramzan Kadyrov dei 30 anni di età, sono rimaste da osservare solo le formalità costituzionali.

Il presidente russo Vladimir Putin non ha ancora proposto all’Assemblea popolare della Cecenia due o tre candidati alla presidenza e a Groznyj, Gudermes, Centoroj[2] i sostenitori di Kadyrov-junior già festeggiano la sua vittoria. Comunque, chi potrebbe dubitarne?

Ma bisogna mantenere almeno le apparenze del regolamento. Perciò mercoledì scorso il plenipotenziario del presidente nel distretto federale meridionale[3] Dmitrij Kozak è giunto a Groznyj per consultare l’opinione pubblica cecena, che era rappresentata esclusivamente dai sostenitori di Ramzan Kadyrov. L’opinione pubblica sarebbe stata pronta a gridare in coro il nome del proprio idolo, ma il maledetto regolamento esigeva di pronunciare almeno altri due-tre nomi.

Il presidente del parlamento Dukvach Abdurachmanov era indicibilmente felice del fatto che proprio a lui fosse stato affidato il compito di gridare per primo il nome dell’unico e irripetibile leader della Cecenia come candidato alla presidenza e ha cantato ditirambi a Ramzan Kadyrov – il più grande ceceno di tutti i tempi e il prescelto di Allah. Per dargli maggior valore ha deciso di aumentare la quantità di ceceni viventi sul pianeta fin quasi a raddoppiarla e di togliere al frattempo dal novero dei ceceni coloro che ancora combattono contro Ramzan.

Quanto al regolamento… A parte il leader trentenne della sezione regionale di “Russia Unita”[4] in Cecenia Ramzan Kadyrov, Kozak ha completato il novero dei candidati alla presidenza con altre due persone: il 55enne capo del distretto agrario di Groznyj Šachid[5] Džamaldaev, funzionario di scuola sovietica, soggetto a Ramzan, e il 36enne vicepresidente del fondo Achmat-Chadži Kadyrov[6] Muslim[7] Chučiev, che lavora contemporaneamente come primo vice direttore dell’amministrazione presidenziale e come vice premier della repubblica cecena, una persona, che deve totalmente la propria carriera al proprio patrono - Ramzan Kadyrov.

Così che se il presidente russo Vladimir Putin improvvisamente dimenticasse di presentare per la conferma da parte del parlamento il nome di Kadyrov e proponesse solo Džamaldaev e Chučiev, entrambi cadrebbero faccia a terra davanti a Ramzan e rifiuterebbero con terrore di adempiere al volere del presidente russo.

Ma non vi preoccupate, una simile umiliazione della massima autorità della Russia non ci sarà. Perciò, adempiute le doverose formalità che precedono l’incoronazione di Ramzan Kadyrov, ci occuperemo degli affari del fondo a nome di suo padre Achmat-Chadži Kadyrov, con cui hanno rapporti diretti due dei tre candidati.

Formalmente presidente del fondo, cosiddetto benefico, è ritenuta la vedova di Achmat-Chadži Kadyrov Ajmani – una modesta, silenziosa donna di montagna, madre amorevole dei propri figli e buona nonna dei propri nipoti. Nella migliore delle ipotesi, questa conosce il lavoro del fondo dai programmi della televisione cecena, che continuamente e dettagliatamente inculcano al popolo ceceno come suo figlio, il grande Ramzan, sta ricostruendo la Cecenia con i propri mezzi personali e quelli del fondo a nome di suo padre e come il fondo sia alimentato da semplici ceceni, estremamente bisognosi e estremamente coscienziosi, che danno le loro ultime risorse non ai propri figli, ma per il bene della repubblica.
Ma il mito che la Cecenia venga ricostruita con i soldi personali di Ramzan e con i mezzi del fondo di beneficenza, di cui il figlio del proprio padre è presidente del consiglio di tutela, è stato sfatato dall’osservatrice della “Novaja Gazeta” Anna Politkovskaja in un’intera serie di articoli. In particolare, nell’articolo “Ramzan Kadyrov, bellezza della Cecenia” (“Novaja Gazeta” n. 42 del 5.06.2006) questa, basandosi su documenti, firmati tra l’altro dallo stesso Ramzan Kadyrov (delibera del governo della Repubblica Cecena n. 184-r del 25.04.2006), ha dimostrato che “su 27 oggetti pianificati solo 6 figurano nell’elenco come soggetti a PARZIALI[8] finanziamenti tratti da introiti aggiuntivi”, di cui si può supporre che faccia parte il contributo personale di Ramzan il costruttore, la cui fonte è il cosiddetto fondo A. Kadyrov – lo stesso forziere magico, a cui affluiscono le donazioni volontarie dei cittadini”. E più avanti: “18 oggetti sono totalmente finanziati dallo stato – da noi, contribuenti di questo paese. E si tratta di tutte le ristrutturazioni degli edifici scolastici e dei collegi, delle future condutture del gas nei villaggi, della costruzione di ambulatori, perfino del museo statale Achmat-Chadži Kadyrov”. Qui si potrebbero aggiungere altri due oggetti finanziati congiuntamente dallo stato e dal fondo federale di sviluppo regionale, ma non dal fondo Achmat-Chadži...

Nel suo secondo articolo – “Deposizione delle armi, prelievo di Kadyrov[9]” (“Novaja Gazeta” n. 61 del 14.08.2006) – Politkovskaja raccontava di una reprimenda mai vista, espressa dai ministri Gref[10] e Kudrin[11] al momento della verifica dell’attività finanziaria del governo di Kadyrov. Di quattro miliardi di rubli[12], stanziati dal governo di Kadyrov per la ricostruzione, non sono stati trovati documenti finanziari che dessero conferma che fossero stati realmente spesi per essa. Nel frattempo lincontrollato Ramzan esigeva ancora quasi due miliardi[13].

Se Ramzan Kadyrov si comporta così con i soldi dello stato, per un simile utilizzo dei quali qualsiasi funzionario russo dovrebbe aspettarsi un processo e una condanna alla detenzione in una colonia penale a regime duro, che dire dei soldi non statali, tanto più se del fondo a nome di suo padre? Questi miliardi non sono controllati né da Gref, né da Kudrin. Se anche a qualcuno fosse permesso verificarli, potrebbe farlo solo come conviene a Ramzan.
Politkovskaja affermava che il fondo di Ramzan di fatto deruba tutti i lavoratori della Cecenia, stabilendo l’entità degli emolumenti per tutti – dal semplice lavoratore al ministro.

In questo senso il ministero più disciplinato è il ministero degli Interni della Repubblica Cecena, che è guidato da un parente di Ramzan Kadyrov, l’ex guardia del corpo di suo padre Ruslan Alchanov. Ai suoi sottoposti su indicazione diretta del proprio staff personale vengono periodicamente assegnati nuovi extra per la cosiddetta ricostruzione della Cecenia: agli ufficiali mille dollari, ai soldati semplici 10.000 rubli[14]. Questo mentre lo stipendio di un semplice poliziotto è 18.000 rubli[15]. (Anna Politkovskaja, “Ramzan Kadyrov, bellezza Cecenia”, “Novaja Gazeta” n. 42 del 5.06.2006)

Fra l’altro posso testimoniare che furti del genere avevano luogo anche molto prima della creazione del fondo A. Kadyrov – è una prassi consueta. Gli agenti della polizia cecena nel 2000 lamentavano che li si costringeva a sottoscrivere di aver ricevuto l’intera paga, mentre in realtà ricevevano molto meno. Questo era particolarmente caratteristico per la polizia della città di Gudermes[16] e il reggimento di guardia del complesso petrolifero, comandato dall’attuale vice-premier, parente e amico di Ramzan Adam Demil’chanov.

Ho telefonato al vice-presidente del fondo A. Kadyrov Muslim Chučiev. L’attuale formale candidato alla presidenza della Cecenia non ha saputo farmi i nomi di persone concrete, a cui sia stato fornito un qualche aiuto per le cure. Tra numerosi orfanotrofi e collegi Chučiev ha ricordato di solo di aver fornito aiuti all’orfanotrofio “Nadežda”[17]. Questo nonostante il fatto che anche i lettori della “Novaja Gazeta” negli anni più difficili abbiano aiutato l’orfanotrofio diretto da Berlant Kasaeva, la casa famiglia di Chadižat Gataeva, la 2.a scuola-collegio (diretta da Aslanbek Dombaev), un sanatorio, un collegio per bambini non udenti, un ospizio per anziani… Lattuale candidato alla presidenza non ha ricordato queste istituzioni.

Ho chiesto a Chučiev: “Da quali fonti è alimentato il vostro fondo?”. La sua risposta è stata: da donazioni volontarie degli abitanti della Repubblica Cecena. Alla mia domanda su chi tra i più noti imprenditori ceceni abbia fatto donazioni al fondo, il signor Chučiev ha ricordato solo Umar Džabrailov (che è il rappresentante della Repubblica Cecena al Consiglio della Federazione[18]).

Volevo sapere come vengono trasmessi gli aiuti economici ai bisognosi. Forse attraverso una banca o altre istituzioni finanziarie? Ma ho sentito dire da Chučiev che, beh, gli aiuti si rendono semplicemente necessari immediatamente e non c’è tempo per andare in banca, così li prendono semplicemente da qualche parte e li trasmettono ai bisognosi. E in tal modo come si può verificare da quale tasca li hanno presi, in quale li hanno messi e quanto è giunto al destinatario?
Allora avrei avuto molta voglia di chiedere al signor Chučiev: con quali soldi i più alti funzionari ceceni si comprano costose automobili straniere, con quali soldi si costruiscono case nella provincia di Kavkazskie Mineral’nye Vody[19], con quali soldi si comprano appartamenti costosi nei quartieri d’elite di Mosca, con quali soldi alcuni agenti della polizia cecena compiono trasferte di più giorni con armamentari da killer nei bagagliai?

Fra l’altro il signor Chučiev avrebbe difficilmente condiviso con me queste informazioni. Perciò io stesso mi prenderò la responsabilità di raccontare ai lettori in uno dei prossimi numeri della “Novaja Gazeta” perché Ramzan Kadyrov ha preso con se un gruppo di compaesani e parenti di Muslim Chučiev, originari di Zakan-Jurt[20] e senza legami con il suo tejp[21].

E per ora termino questo articolo con un resoconto di Anna Politkovskaja su cosa ha realmente finanziato il fondo: un concorso di bellezza, organizzato da Ramzan Kadyrov e Muslim Chučiev nella primavera scorsa. Allora alle dieci vincitrici regalarono delle automobili e poi le costrinsero a ballare davanti alla cerchia più ristretta di Kadyrov nel ristorante “Olimp”[22] di Gudermes. Le bellezze ballarono e i kadyroviti gettarono ai loro piedi banconote da cento dollari e da mille rubli[23]. Quando una delle vincitrici del concorso di bellezza si mise a piangere per la vergogna, Ramzan dette ordine di darle un orologio Chopard[24] con brillanti. E uno Chopard con brillanti comparve proprio lì, nella misera Gudermes.

Per la preparazione del materiale sono stati utilizzati articoli di Anna Politkovskaja.


Dossier dellaNovaja Gazeta

Muslim CHUČIEV è nato nel 1971 nel villaggio di Zakanjurt nella provincia di Ačchoj-Martan della Repubblica Socialista Sovietica Autonoma di Cecenia e Inguscezia. Nel 1994 ha terminato gli studi nella facoltà di giornalismo della MGU[25] “M.V. Lomonosov” ottenendo la specializzazione come “giornalista”. Ha lavorato alla televisione russa (RTR[26]) nel programma “Russia finanziaria”. Si è occupato del business della ristorazione. Nell’estate del 2004 è tornato da Mosca in Cecenia. Dall’agosto 2004 al gennaio 2006 è stato addetto stampa del presidente della Repubblica Cecena Alu Alchanov. Dal gennaio 2006 ad oggi è stato il vice-direttore dell’amministrazione presidenziale e il vice-premier del governo della Repubblica Cecena con il ruolo di ministro. Al contempo è vice-presidente del fondo A. Kadyrov. Il 27 gennaio 2007 è stato eletto presidente del consiglio della sezione regionale del partito “Russia Giusta”[27], creata in Cecenia per ordine di Ramzan Kadyrov.

Šachid DŽAMALDAEV, nativo della provincia Nadterečnyj[28] della Cecenia. 55 anni. Negli anni ‘90 dirigeva un kolchoz nel distretto agrario di Groznyj. Sotto Achmat-Chadži Kadyrov fu posto a capo dell’amministrazione del distretto agrario di Groznyj. Da aprile a dicembre 2005 è stato vice-presidente del consiglio di Stato[29] della Repubblica Cecena. Dal dicembre 2005 fino ad oggi è stato nuovamente a capo dell’amministrazione del distretto agrario di Groznyj nella Repubblica Cecena.

Vjačeslav Izmajlov

26.02.2007, http://www.novayagazeta.ru/data/2007/14/17.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)



[1] Letteralmente “borsa dei fondi”.

[2] Luogo natale e quartier generale di Kadyrov.

[3] Uno dei sette distretti in cui Putin ha diviso la Federazione Russa e a capo dei quali ha posto suoi uomini di fiducia.

[4] Partito che ha praticamente l’unico scopo di sostenere la politica di Putin.

[5] Nome curioso: shahid in arabo significa “testimone, martire”, ma il termine ormai si usa soprattutto per definire i terroristi kamikaze…

[6] Achmar-Chadži Abdulchamidovič Kadyrov, padre di Ramzan, eletto presidente della Cecenia nel 2003 grazie a brogli giganteschi e rimasto vittima di un attentato un anno dopo.

[7] “Sottomesso” in arabo. Nomen omen? Comunque il termine si usa soprattutto per esprimere la sottomissione ad Allah.

[8] Rilievo grafico dell’autore.

[9] Anche qui c’è un gioco di parole intraducibile: la parola složenie significa sia “deposizione” che “somma algebrica” ed è contrapposta, nel secondo significato, alla “sottrazione” (di fondi) operata da Kadyrov.

[10] German Oskarovič Gref, ministro per lo sviluppo economico e il commercio.

[11] Aleksej Leonidovič Kudrin, ministro delle finanze.

[12] Circa 116 milioni di euro.

[13] Oltre 58 milioni di euro.

[14] Oltre 290 euro.

[15] Oltre 520 euro.

[16] Città della Cecenia centrale.

[17] “Speranza”.

[18] La “camera alta” del parlamento russo, formata da rappresentanti dei soggetti territoriali della Federazione Russa.

[19] “Acque Minerali Caucasiche”, provincia meridionale della Repubblica Federativa Russa.

[20] Villaggio della Cecenia sud-occidentale.

[21] Il tejp è il tipico clan ceceno, formato da più famiglie. Il corsivo è mio.

[22] “Olimpo”.

[23] Circa 30 euro.

[24] Marca di orologi svizzeri di gran lusso.

[25] Moskovskij Gosudarstvennyj Universitet (Università Statale di Mosca).

[26] Rossijskoe Televidenie i Radioveščanie (Televisione e Radiotrasmissione Russa), la televisione di Stato russa.

[27] Partito formato dall’unione di tre partiti: il nazionalista “di sinistra” Patria, il Partito dei Pensionati Russi e l’ultraputiniano Parito Russo della Vita.

[28] “Dell’oltre Terek”, provincia nord-occidentale della Cecenia. Il Terek è il fiume principale della Cecenia.

[29] Organo formato dal presidente e dai governatori delle regioni.


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04 marzo 2007

A proposito della giustizia in Russia (II)

Verso le elezioni

Come mandare lo zèk[1] a quel paese[2]

Il territorio della Russia è legato da lunghi spostamenti di carcerati

Il 16 febbraio la Duma di stato[3] ha approvato in prima lettura il disegno di legge che modifica il Codice Penale. Il sig. Abel’cev, autore del progetto di legge, propone di non lasciare i condannati a pene detentive nel soggetto della Federazione Russa a cui appartengono, come si era fatto finora, ma di inviarli dove ci siano le “condizioni per distribuirli”. In altre parole, là, dove le autorità lo ritengano necessario. Formalmente questo viene spiegato con le difficoltà del sistema penitenziario ed è previsto nel caso in cui, nel soggetto della Federazione in cui risiede il condannato non vi siano posti liberi nei carceri e nelle colonie penali.

Di fatto torna la pratica di epoca sovietica, quando una persona condannata a Mosca poteva essere mandata a Magadan[4] e un criminale di Chabarovsk[5] poteva essere inviato a Vorkuta[6]. Gli zeki sono una forza lavoro a basso prezzo e alle autorità del sistema penitenziario balena la possibilità di mercanteggiare, distribuendo queste utili risorse lavorative a loro giudizio.

Non è un segreto che in molte colonie penali il lavoro non è garantito ai detenuti. Questo è una cosa che addolora i capi dei lager. Nella loro coscienza si è radicata l’idea delle armate del lavoro leniniste e del Gulag staliniano – il detenuto può correggersi solo grazie a duri lavori forzati. O morire.

Con questa idea, incarnata nella vita, per i capi dei lager la vita è sempre stata facile e allegra. Alle più alte autorità si potevano scrivere rapporti sui grandi successi produttivi e i detenuti riottosi potevano essere puniti con la reclusione in cella di rigore per non aver realizzato il piano. Il lavoro forzato è sempre stato la pietra angolare del sistema dei lager sovietici. Essenzialmente questo sistema non è cambiato e i capi dei lager non hanno affatto voglia di cambiarlo. Di organizzare da soli una produzione di qualche tipo, di regola, non sono capaci, poiché non sono stati formati al business, ma all’attività di sorveglianza.

Per il ministero della Giustizia, che controlla ora il sistema dei lager, è assai più semplice far passare alla Duma di stato i cambiamenti che gli fanno comodo nelle leggi vigenti che organizzare la produzione nelle colonie penali, costruire nuovi carceri dove mancano o ottenere dai tribunali una riduzione del numero di condanne a pene detentive. E’ chiaro infatti, che se si incarcera per tre anni un adolescente che si impossessa di una bicicletta altrui o una donna che raccoglie un secchio di patate in un campo altrui, le prigioni e le colonie penali saranno sempre strapiene.

I deputati che hanno votato a favore di questo disegno di legge, evidentemente, hanno considerato una minuzia inconsistente il fatto di aggravare non tanto le pene dei condannati quanto quelle delle loro famiglie. Per i detenuti stessi non è poi così importante in quale luogo della Russia si sconta la condanna. I lager siberiani, per esempio, da molti punti di vista sono migliori di quelli della Mordovia[7], degli Urali o delle regioni del Volga. Senza entrare nei dettagli, si può semplicemente notare, che la preferenza di un lager rispetto ad altri è uno dei temi prediletti dei sostenitori del trasferimento dei carcerati. Tuttavia per parenti e amici dei detenuti questo ha un’enorme importanza. Per famiglie rimaste senza la persona che le manteneva andare una volta o due l’anno a migliaia di chilometri di distanza dall’altra parte della Russia è molto difficile e talvolta semplicemente impossibile.

Il deputato S.N. Abel’cev, membro del gruppo parlamentare dell’LDPR[8], si è formato nell’Istituto Giuridico del ministero degli Interni della Federazione Russa e non c’è nulla di sorprendente nel fatto che sostenga gli interessi dell’istituzione a lui cara. Chi è che nella Duma di stato pensa alla giustizia per le famiglie di quasi un milione di detenuti, che si trovano in oltre novecento colonie penali e prigioni?

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P.S. Il disegno di legge del sig. Abel’cev è comparso proprio in tempo: se sarà accolto, scioglierà tutte le questioni sollevate dagli avvocati di Michail Chodorkovskij riguardo al motivo per cui al loro assistito, in violazione di quanto stabilito dal Codice Penale della Federazione Russa, non è stato permesso di scontare la pena detentiva nel carcere del luogo di residenza

Aleksandr Podrabinek[9]
osservatore della “Novaja Gazeta”, “Novaja Gazeta”, 22/02/2007, http://www.novayagazeta.ru/data/2007/13/06.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)



[1] Il termine Zèk deriva da z/k (abbreviazione di zaključënnye kanalestroenija – “reclusi addetti alla costruzione del canale” – pronunciata ze-ka) che indicava inizialmente i reclusi destinati alla costruzione del canale tra il Mar Bianco e il Mar Baltico e in seguito fu usato per indicare i reclusi del Gulag in generale.

[2] Il gioco di parole originale è impossibile da rendere in italiano. Il titolo Poslat’ zeka podal’še (“mandare lo zèk più lontano”) si rifà al modo di dire poslat’ kuda podal’še (letteralmente “mandare da qualche parte più lontano” cioè “mandare a quel paese”).

[3] Anche i parlamenti locali russi si chiamano “Duma”.

[4] Città dell’estremo oriente della Federazione Russa.

[5] Città dell’estremo oriente della Federazione Russa.

[6] Città dell’estremo nord della Russia, oltre il Circolo Polare Artico.

[7] Regione della Russia centrale, tristemente nota come luogo di deportazione.

[8] Liberal’no-Demokratičeskaja Partija Rossii (Partito Liberal-Democratico di Russia), a dispetto del nome partito populista di estrema destra.

[9] Aleksandr Pinchosovič Podrabinek, medico russo, denunciò negli anni ’70 gli abusi della psichiatria sovietica e non è certo il primo dissidente a criticare la politica di Putin…

http://matteobloggato.blogspot.com/2007/03/il-gulag-di-putin.html