Salve! Sono stato condannato al carcere a vita. Non mi sono riconosciuto colpevole né durante le indagini preliminari, né in tribunale, per questo ho subito uno ZČMT (zakrytaja čerepno-mozgovaja travma [1] – nota del redattore) e un trauma oculare, in conseguenza del quale sono rimasto cieco dall'occhio sinistro e il destro ha avuto un calo visivo al 10%). Sconto la pena nel centro abitato di Charp nel distretto Priuralskij [2] nel circondario autonomo Janalo-Nenec [3], FBU [4] IK-18 [5]. Al momento attuale sono detenuto nello FBU IZ-54/1 [6] della città di Novosibirsk [7], dove sono stato portato per lo svolgimento di atti investigativi, e ho la possibilità di rivolgermi a Voi con questo problema, visto che dall'IK-18 questo tipo di corrispondenza non viene inviato. Nell'IK-18 fui portato nell'agosto 2008. Nel gennaio 2009 mi portarono a Mosca per esaminare una denuncia alla sorveglianza, da là tornai nell'aprile 2009 e qui si cominciò… Giunse il mio turno per l'“elaborazione”. Fui posto nella stessa cella con il recidivo particolarmente pericoloso Ž., che di 36 anni di vita ne ha passati 20 dietro le sbarre. Nel corso di varie conversazioni Ž. a poco a poco mi fece domande su omicidi che mi erano noti nella città di Brjansk [8] (dove abitavo), che non erano stati risolti, che erano “clamorosi” e suscitavano grande interesse per le forze dell'ordine. Dopo qualche tempo mi chiamò un agente investigativo, il tenente colonnello del servizio interno S. e mi propose di scrivere confessioni di tutti i crimini da me raccontati, fra l'altro indicando tutti i complici dei crimini. Al mio rifiuto S. reagì con molta calma, dicendo: “Beh, vai, appena pensi di scrivere, me lo dirai, ti darò I moduli”. Dopo il mio ritorno in cella Ž. prese apertamente a costringermi a scrivere confessioni, usando ogni tipo di minacce, offese e umiliazioni. A incontrare S. Ž. andava giornalmente, ma le mie istanze per il trasferimento in una reclusione solitaria restavano senza risposta. Un giorno Ž. andò a incontrare S. e comunicò che se all'indomani non ci fossero state confessioni, sarei andato “rotolando” per le celle, inizialmente tra i matti e gli “abbassati”, poi nella press-chata [9], dove mi avrebbero picchiato giorno e notte, poi dai “galli svedesi”, dove mi avrebbero “sbattuto” 24 ore al giorno, ma comunque avrei scritto tutto quello che mi avrebbero detto. Mi rifiutai e il giorno seguente mi trasferirono in una cella con uno psicopatico, dopo un giorno da un condannato con inclinazioni sessuali anormali e così via. Non mi tenevano in una cella per più di tre giorni. Un giorno mi trasferirono in una cella con il condannato R., condannato per violenza sessuale e omicidio ai danni di minori, che “era giunto” dalla press-chata, dove per 6 giorni l'avevano picchiato, l'avevano usato come punchingball finché non fu d'accordo su tutte le condizioni, cioè di scrivere confessioni. R. ha scritto circa 80 confessioni di omicidi e violenze sessuali ai danni di minori in tutte le regioni della Federazione Russa, che non ha compiuto e ha calunniato molte persone come complici di crimini. Non mi misi a tentare la sorte e cominciai a scrivere tutto ciò che mi diceva Ž. dopo essere andato da S. Di conseguenza da me sono state scritte circa 30 confessioni, in cui ho calunniato una massa di persone come ree di aver compiuto o di essere state complici di omicidi, esplosioni e così via in molte regioni della Federazione Russa, da Mosca a Novosibirsk. Di più non sono riuscito a fare, in quanto mi hanno portato nella città di Ekaterinburg [10] per azioni investigative. Dopo aver scritto la prima confessione mi chiamò S. e disse che più di una volta l'avevano chiamato da Brjansk gli agenti dell'UVD [11] M. e F. e gli avevano chiesto che mi lavorasse duramente per una serie di omicidi nella città di Brjansk, che gli era noto che ero complice di questi omicidi, perfino di quelli che erano stati compiuti quando già mi avevano arrestato. Fui costretto a scrivere confessioni e a calunniare le persone che mi avevano chiesto. A quanto disse S., gli era indispensabile “risolvere” quanti più crimini particolarmente gravi possibile per ottenere più rapidamente il grado di colonnello e un posto allo FSIN [12] del ministero della Giustizia e conseguentemente anche un appartamento a Mosca. E gli agenti investigativi che giungono dalle regioni lo fanno divertire con ogni sorta di alberghi. Tutto ciò che ho detto sopra potrebbe sembrare una sciocchezza, ma ci sono fatti indiscutibili. Per esempio a giugno (2010) da me fu scritta la confessione dell'esplosione dell'automobile di un commerciante, per cui rimasero ferite alcune persone. Furono indicati anche i complici. Le circostanze del fatto e lo schema furono presi da S. su Internet. Da Ekaterinburg giunse un agente investigativo e risultò che questo crimine era stato risolto e per esso erano state condannate delle persone. Ž. prese da S. altre notizie e lo schema del luogo dell'accaduto – l'omicidio di un commerciante e di due guardie dell'OMON [13]. Dando spiegazioni all'incaricato per le indagini di Ekaterinburg le mie deposizioni furono corrette, furono chiariti dettagli, mostrate foto dei volti dei complici, fatti i loro nomi, tra cui anche quello del mandante e così via. Di conseguenza seppi tutti i dettagli del crimine, il tipo di armi, chi aveva quale vestito, il luogo, il tempo e così via, tutto ciò che era indispensabile per le indagini. Il 14.07.2010 fu scritta da me una confessione e fu trasmessa a un agente di Ekaterinburg e registrata con il numero 175. Qualche tempo dopo mi comunicarono che presto sarei andato a Novosibirsk per lo svolgimento di azioni investigative sulla confessione della sparatoria del 1992 contro la sezione di polizia della città di Iskitim [14], in cui furono uccisi 2 agenti di polizia. (…) decisi per conto mio che dopo l'arrivo nella città di Novosibirsk avrei raccontato tutto all'inquirente e, se mi fosse riuscito, ai membri della commissione sociale di osservazione e se non avessero preso misure, cosa di cui, certo, dubitavo molto, mi sarei suicidato, ma non avrei calunniato più nessuno e non sarei andato più a Charp. L'8.08.10 da me giunsero agenti investigativi dell'UVD della città di Ekaterinburg, uno dei quali era venuto da me a Charp, e disse che sarei stato detenuto a Ekaterinburg per 10 giorni e che in questo tempo era indispensabile condurre una serie di azioni investigative. Dopo di che giunse da me nel SIZO [15] un inquirente e resi deposizioni “di ammissione”, poi mi portarono sul luogo del crimine per un incidente probatorio, in cui pure mostrai e raccontai e così via. Gli agenti investigativi furono soddisfatti, ma ci fu una pausa da parte degli inquirenti. Gli agenti investigativi mi portarono da loro, mi mostrarono ancora una volta le foto delle persone che avrei dovuto riconoscere, una di queste la mostrarono nel SIZO [15], dal vivo, facendo un incontro casuale. Ma passò del tempo e gli inquirenti non si affrettavano a compiere il riconoscimento. Un giorno mi chiamò l'inquirente, tirò fuori in presenza di testimoni indipendenti una copia della spiegazione che mi fece un agente investigativo a Charp perché non dimenticassi le circostanze del fatto e mi comunicò che sarebbero andati a Brjansk, dove abitavo prima dell'arresto e avrebbero raccolto da 2,5 tomi le prove che non ero mai stato a Ekaterinburg e che con quel crimine non avevo niente a che fare. Mi fu proposto di raccontare la verità, cosa che feci. Il mio racconto consistette in circa 30 fogli a stampa su ciò che accade a Charp, come si falsificano i procedimenti penali, si calunniano persone innocenti e così via. Il 10.11.2010 fu da me ricevuta la delibera dell'inquirente sull'applicazione nei miei confronti del programma di difesa dei testimoni e il mio trasferimento in un altro IK, in quanto gli inquirenti avevano stabilito che nell'IK-18 avrei potuto essere sottoposto a violenza fisica da parte dell'amministrazione. E dove rivolgersi poi per far cessare l'abuso che si compie a Charp? Sul posto tutto è bloccato, la procura è sotto controllo e anche l'UFSIN [16]. I condannati sono così impauriti che nessuno dirà una parola cattiva contro l'amministrazione. Tornando al tema principale, voglio aggiungere che, a quanto ho sentito da Ž., mi è noto che durante la sua “tumultuosa attività lavorativa” sono stati falsificati da lui oltre 100 procedimenti penali. Questi è particolarmente orgoglioso che gli sia riuscito “mettere in gabbia” per 15 anni il capitano di polizia Čereda della città di Kemerovo [17] con la falsa accusa dell'omicidio del capo della scuola militare di comunicazioni. Per quanto sembri strano, è risultato che sono l'unica persona che si sia ribellata contro l'illegalità avvenuta nell'IK-18 per 5 anni, tra l'altro rendendomi conto che ciò mi costerà la vita e che le chances di successo sono praticamente pari a zero. E se il Signore sarà misericordioso, con il Vostro aiuto o senza verrà posto fine a questo abuso. Solo, come fare con quelle persone che sono già state condannate? Chi si occuperà di tutto ciò e a chi è necessario? Perché alla falsificazione dei procedimenti partecipano più spesso di tutti tanto gli sbirri, quanto gli inquirenti e i giudici, com'è noto, prendono le parti dell'accusa. Mi è andata bene che nel caso dell'omicidio nella città di Ekaterinburg l'inquirente avesse informazioni su entrambi gli autori di questo crimine, cosicché uno degli imputati aveva concluso un accordo con gli inquirenti e aveva reso una deposizione di ammissione, ma agli agenti investigativi ciò non era noto. Ma se non fosse stato così, allora? Mi limito a ciò. Con rispetto e i migliori auguri K. (Tutti i cognomi, le cariche e i titoli completi sono a disposizione della redazione.) DELIBERA sulla fornitura di una difesa di Stato (applicazione di misure di sicurezza) Città di Ekaterinburg 10 novembre 2010 L'inquirente per casi particolarmente importanti (…) della Commissione Inquirente presso la Procura della Federazione Russa per il distretto federale degli Urali, giurista di 1 classe Korešnikov D.S., esaminata l'istanza del testimone (…), giunta (…) dallo FBU IZ-54/1 del GUFSIN [18] russo per la regione di Novosibirsk e anche i materiali del procedimento penale n. 486809, HA STABILITO: Il caso penale n. 486809 viene esaminato per gli omicidi su commissione di Jakušev A.V., Sosnin A.Z., Prošukalov O.N., Istomin S.N., Šutov N.M., Melechin Ju.S. e Lebedeva T.N., l'attentato alla vita dell'agente di polizia Sof'in A.V., il tentato omicidio di Filimonov I.V., la creazione di una comunità criminale (di un'organizzazione criminale) e il compimento da parte di esso (di essa) di azioni criminose (…) sul territorio della regione di Sverdlovsk [19] e nella città di Mosca nel periodo dal 1995 al 2006. (…). Per le circostanza legate alla indagini sull'omicidio di Sosnin A.Z. e dei collaboratori della sua scorta Sof'in A.V. e Prošukalov O.N. in qualità di testimone è stato interrogato il condannato K. (…), che sta scontando una pena sotto forma di detenzione a vita nell'IK-18 dell'UFSIN russo per il circondario autonomo Jamalo-Nenec. (…) Al momento presente per il procedimento penale n. 486809 sono state raccolte prove che testimoniano la presenza nell'IK-18 dell'UFSIN russo per il circondario autonomo Jamalo-Nenec di una reale minaccia di violenza nei confronti di K. (…) per aver reso deposizioni di testimonianza sul procedimento penale n. 486809. Sulla base di quanto esposto (…) HA DELIBERATO: di applicare nei confronti del testimone K. (…) una misura di sicurezza indirizzata alla difesa della sua vita e della sua incolumità nella forma di un trasferimento (…) in un altro luogo in cui scontare la pena. (…) Inquirente Korešnikov D.S. Dalla redazione Ci è noto il detenuto di Charp Ž. Questi si rivolse a noi e agli organi inquirenti, cercando di farsi passare per un testimone del caso dell'omicidio di Anna Politkovskaja. Gli inquirenti e i giornalisti della “Novaja gazeta” verificarono le informazioni fornite dal provocatore: si chiarì che si cercava di mettere le indagini su una falsa pista. E ancora una cosa, forse la più importante. Nessuno sarebbe mai venuto a sapere nulla di questi crimini e del destino del detenuto K., se non fosse stato per il lavoro professionale e onesto dell'inquirente Korešnikov, che ha messo ordine nel caso e per la posizione non di principio del SIZO di Novosibirsk: del capo dell'istituzione e del capo del reparto speciale – che non hanno semplicemente a questo documento di finire sui mezzi di informazione di massa, ma l'hanno anche fornito di una lettera ufficiale di accompagnamento. Adesso il caso è del capo dello FSIN russo sig. Rejmer e del capo della Commissione Inquirente sig. Bastyrkin, a cui alla prima loro richiesta trasmetteremo tutti i cognomi a noi noti. E' indispensabile chiarire urgentemente quanti casi penali siano stati “risolti” in questo modo e quanti innocenti siano stati condannati per gravi imputazioni a lunghi periodi di detenzione. 27.03.2011 |