VKontrakte [1]! |
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Se Dmitrij Medvedev abolirà la leva barbarica, con questo solo giustificherà la propria presidenza
La dirigenza dello Stato Maggiore ha deciso finalmente di entrare in contatto con la società, che in tutti questi ultimi anni ha votato nel modo più espressivo possibile con gambe e bustarelle contro l'esercito di reclute, umiliante, pericoloso per la vita e insensato. Il Capo di Stato Maggiore, il generale di corpo d'armata Nikolaj Makarov, alla riunione delle accademie militari ha dichiarato che l'esercito russo è rimasto disperatamente indietro di 20 anni rispetto agli altri eserciti del mondo perché ha puntato sulle forze armate di massa e sull'acquisto di armamenti invecchiati dalle industrie. Questa dichiarazione era più che attesa perché pareva che gli ultimi sforzi dell'ente militare fossero diretti alla continuazione dell'avvincente caccia ai giovani e al compimento ad ogni costo del piano delle reclute. E' già un po' imbarazzante perfino ripetere ciò che è evidente: l'esercito russo ha strappato i giovani dal lavoro e dallo studio, ha ridotto il numero di cittadini economicamente attivi, li ha mutilati e uccisi, dando il proprio contributo alla negativa demografia russa, ha contribuito alla fioritura della corruzione, essenzialmente ha introdotto una tassa aggiuntiva per le famiglie povere – quelle che non potevano riscattarsi dai distretti militari. Perché fosse necessario in questi anni muovere guerra alla popolazione del proprio paese, andare contro il vento – la demografia – e non cominciare una vera riforma militare è decisamente incomprensibile. Il piano di riforma era pronto già all'inizio degli anni Zero. Fu rigettato perché costava caro. In questi anni per mantenere l'esercito in uno stato torbido sono stati spesi tanti soldi che con questi si sarebbe potuto fare più di una riforma dell'esercito. Abbiamo perso come minimo 10 anni. E insieme a questi anni molte giovani vite umane e bambini non nati. E perché fare bambini – per sottrarli all'esercito? In questo tempo l'esercito si è corrotto anche moralmente. E con tale forza che nessuna riduzione del periodo di servizio ha salvato dal nonnismo, né dalle richieste di denaro o dai pestaggi da parte degli ufficiali. Il giorno prima dell'intervento di Makarov il procuratore militare Sergej Fridinskij ha divulgato cifre terribili: nel 2010 il numero di crimini violenti nelle Forze Armate è cresciuto del 16%. Ciò significa che non si tratta dei periodi di servizio, ma del tipo di esercito: nella società contemporanea questo non può già più essere di leva. In ogni caso, del tutto di leva – bisogna pur lasciare una “finestra” per chi vuole servire e proprio in giovane età: il numero dei soldati in servizio a tempo, secondo Makarov, si ridurrà fino al 10-15% dei militari. Lo ripeteremo ancora una volta: tutto ciò stava in superficie, tutto ciò era evidente, lo sfacelo del vecchio esercito non aveva bisogno di alcuna prova aggiuntiva – perché l'hanno fatta lunga con la riforma? Ma poi, perché la fanno lunga anche con altre riforme: e se all'improvviso fosse distrutta quello strano stato di sonno della società, che è chiamato metaforicamente “stabilità”? E se all'improvviso se ne andassero le fonti di sostentamento e di reddito? E se all'improvviso noi, proprio noi, la volta successiva non venissimo scelti o nominati per una carica? Peraltro, a proposito del “venir scelti”. Se Dmitrij Medvedev abolisse la leva barbarica, caratteristica di arretrate società agrarie pre-industriali, con questo solo giustificherà la propria presidenza. Gli erigeranno un monumento popolare quelli che sentiranno che la vita dei loro ragazzi è al sicuro. Che potranno studiare e lavorare tranquilli, senza stare in fuga, senz'andare all'estero, senza studiare nelle università statali solo per “svignarsela”, senza riscattarsi con alcuni mesi del budget familiare da distretti militari corrotti. Forse allora smetteremo anche di perdere popolo russo di censimento in censimento e queste perdite non assommano in otto anni 2,2 milioni di persone? Forse allora da noi sia con la demografia, sia con la forza lavoro andrà meglio? E avrà luogo quel “risparmio del popolo” di cui parlano ripetutamente dalle alte tribune? E avrà luogo anche il riarmo dell'esercito: semplicemente non bisogna sostenere le OPK [2] nell'ambito del “capitalismo degli amici”. Così come le avtoprom [3], gli APK [4] e altre belle abbreviazioni vicine ai cuori dirigenziali di qualcuno. Andrej Kolesnikov 29.03.2011, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2011/033/00.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni) |
[1] Gioco di parole tra VKontakte (cioè V Kontakte, “in contatto”, social network russo) e V Kontrakte (a contratto).
[2] Ob''edinënnye Promyšlennye Kompanii (Compagnie Industriali Riunite), cioè holding.
[3] AVTOmobil'nye PROMyšlennosti (Industrie Automobilistiche).
[4] AgroPromyšlennye Kompleksy (Complessi Agro-Industriali).
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