04 novembre 2013

A proposito di poesia e PR

La poesia da PR

Brodskij e Evtušenko: la comunanza nella lotta

In relazione al film che ha fatto rumore di Anna Nel'son [1] "Solomon Volkov [2]. Dialoghi con Evgenij Evtušenko" è diventato di moda contrapporre Evtušenko Brodskij. Penso che con tutta l'enorme differenza di talento, stile, posizione civile, i due noti poeti hanno anche una cosa in comune. Entrambi appartengono a un determinato tipo di "poeti da PR" comparsi in Russia già all'inizio del 20° secolo.

La tragedia dei primi poeti da PR

I poeti russi tradizionalmente non pensavano solo al successo e al pubblico, ma, prima di tutto, ai problemi morali, alle questioni filosofiche e metafisiche, al "senso della vita". Questi aspiravano a trovare la propria strada nell'arte, senza sottomettersi a opinioni e gusti dominanti. Erano autentici. La loro immagine, il loro stile, le loro passioni, perfino le loro stranezze e i loro errori erano sinceri, non per il pubblico, non per la vendita. Tali erano Puškin [3], Lermontov [4],Tjutčev [5] e Nekrasov [6]. Tale fu la maggioranza dei poeti del secolo d'argento: Blok [7], Chlebnikov [8], Pasternak[9], Mandel'štam [10] e Cvetaeva [11].

La formazione della cultura di massa ha causato un nuovo fenomeno – la comparsa di poeti di talento orientati alla conquista della popolarità ad ogni costo. Li si può chiamare poeti da PR. I primi eminenti poeti da PR furonoMajakovskij [12] Esenin [13] (anche Severjanin [14], ma finì rapidamente nell'ombra, la sua campagna di PR fu troppo breve). Erano attori nella vita e nell'arte, che si sforzavano di recitare solo quei ruoli che gli portavano successo sociale ("La fortuna, – diceva, - è l'astuzia della mente e delle mani").

All'inizio del percorso il produttore, image-maker e visagista di Esenin fu Kljuev [15], quello di Majakovskij Burljuk[16] (tutti ricordano lo sconvolgente golf giallo di Majakovskij e l'abito pseudo-contadino da feste natalizie di Esenin). Poi presero a "portare" Majakovskij i Brik [17] e Esenin Mariengof [18] Šeršenevič [19], che inventarono l'immaginismo russo (un progetto di PR piuttosto che letterario). Tuttavia i loro migliori PR furono essi stessi.

I futuristi (ad esclusione del quasi santo Chlebnikov) e in seguito gli immaginisti si mossero secondo tutte le leggi della réclame moderna. Le loro tournées per il paese si accompagnavano a campagne speculative di PR, con scandali su commissione e fughe di notizie. Come PR competenti non dimenticavano di lavorare con le élites al potere. Esenin insieme a Kljuev ingannò già l'entourage dell'imperatrice e in seguito con Mariengof usò astutamente gli amichevoli commissari rossi per ottenere benefici e vari permessi. Grazie a questo, perfino nei tempi più terribili del comunismo di guerra, fu abbastanza ben garantito materialmente.
Tra l'altro Majakovskij e Esenin non furono solo "progetti di PR poetiche", ma anche geniali poeti tragici. Capirono l'ambiguità e la menzogna della propria posizione, si tormentarono e soffrirono ("Mi legge la vita. Di un qualche mascalzone e ubriacone, Cacciando nell'anima angoscia e paura"). Questo sdoppiamento forse fu una delle cause del loro tragico finale.

La storia si ripete come farsa

Sotto Stalin i poeti da PR non erano necessari. Si richiedevano poeti-copywriters, che eseguissero gli ordini di Stato (Majakovskij cercò, ma non seppe entrare in questo ruolo). La successiva generazione di poeti-PR di se stessi giunse negli anni '60. Tra questi c'erano Evtušenko, Voznesenskij [20] e Roždestvenskij [21]. Questi erano privi della tragica riflessione di Esenin e Majakovskij e della loro genialità. Evtušenko scelse una strategia di vita e artistica molto conveniente. Questa fu una rivolta nell'ambito del consentito, un anti-stalinismo e un filo-ebraismo nei limiti di quanto permesso dalle autorità, al contempo la "fedeltà agli ideali di Lenin e del comunismo" e l'amicizia con le "forze progressiste di tutto il mondo", da Fidel Bobkov [22]. Tale strategia gli permise di ottenere l'appoggio sia del pubblico liberale russo, sia del potere "totalitario", sia del pubblico di sinistra occidentale. Cioè viaggi in Occidente, edizioni e onorari da noi e all'estero, premi, legami e intrallazzi ovunque, fama russa e mondiale.

Brodskij fece un'altra puntata. Cominciò presto a orientarsi sul mercato intellettuale occidentale, prima di tutto quello di lingua inglese.

Il segreto di Brodskij

Mi ha sempre colpito quanto tardi abbia iniziato a scrivere Brodskij. Per sua stessa ammissione - a 18 anni, anche se singole poesie hanno anche una datazione precedente. In ogni caso proprio nell'infanzia, da adolescente, a scuola non scrisse versi. Questo è più che strano. La necessità di comporre versi non solo nei poeti, ma in generale nelle persone non indifferenti alla poesia sorge di regola molto presto. Nell'infanzia tali persone scrivono male, goffamente, ma non possono non scrivere. Ma in Brodskij, evidentemente, questa necessità non c'era affatto.
Questi iniziò a comporre versi già dopo aver lasciato gli studi, lavorò dove capitava, pensò di diventare un medico, "cercò se stesso". Negli anni '50 la poesia, i poeti erano, com'è noto, molto popolari. Il giovane Iosif, perché no, decise di provarsi in questa sfera. Anche molto bene, risultò. Brodskij si rivelò un versificatore di grande talento. Giunse il successo nella cerchia degli amici, l'interesse del pubblico, eccetera.

Rischierò di supporre che la decisione di diventare un poeta in età così consapevole può essere solo il risultato di un freddo calcolo razionale. Non è l'"alta malattia" [23], ma l'acquisizione di un determinato mestiere altamente qualificato. E in questo Brodskij ebbe uno splendido successo. Poi ci fu la sua "Tolone" [24] – il famoso processo, che rese Brodskij ampiamente noto in Occidente.

In seguito continuò splendidamente la campagna di PR iniziata non per sua volontà. Diventò un eccellente poeta di PR, che lavorava prima di tutto per il mercato occidentale. Si posizionò come intellettuale anglofilo, custode dell'oasi della cultura occidentale nel deserto totalitario sovietico. Senza ancora orientarsi troppo nella cultura inglese, cercò di imitare la partecipazione ad essa (scrisse la "Grande elegia a John Donne" senza neanche sapere chi fosse). Già Čukovskij [25]rivolse l'attenzione al carattere imitativo dell'anglofilia di Brodskij e al suo orribile inglese. Al consapevole calcolo di Brodskij sul successo proprio sul mercato occidentale è legato anche il fatto che da un certo momento non aspirò particolarmente a pubblicare in URSS. Ricordiamo anche solo la nota storia della rassegna su "Junost'" [26], quando per una piccola correzione della censura rinunciò alla sua prima pubblicazione in patria.

La popolarità di Brodskij è stata certamente aiutata dalla congiuntura politica. Com'è noto dalle sue memorie, molti suoi ammiratori nell'ambiente intellettuale anglofono non immaginavano affatto cosa scrivesse (fra questi anche quelli che lo tradussero dall'interlineare; infatti, non conoscendo la lingua, valutare adeguatamente un poeta è praticamente impossibile). Nonostante ciò questi reclamizzarono attivamente il giovane versificatore – il "lottatore per la libertà dell'arte che soffriva per colpa del regime totalitario". Il loro contributo al suo trionfo mondiale è enorme.

Io amo molti versi di Brodskij. Ma non mi è mai rimasta la sensazione che questi versi molto "fatti", "intellettuali" non fossero frutti della maestria e dell'abilità di un artigiano virtuoso e non "righe con sangue salite alla gola" [27]. Penso anche che la fama di Brodskij in Occidente sia in grande grado la conseguenza di una campagna di PR condotta con maestria e non dell'indubbia alta qualità dei suoi versi.

La battaglia dei re della PR

Una volta gli interessi dei due re delle PR della poesia russa si incrociarono. Gli States erano il feudo di Brodskij. E Evtušenko, al contrario, si lavorava con successo l'appezzamento del mercato poetico sovietico. Ma al contempo causava grande interesse anche in Occidente. Brodskij decise di bloccare l'espansione del collega sul mercato occidentale e usò per questa causa gli abituali strumenti politici del sovietico (tra questi la nota delazione, di cui nel film di Nel'son ha raccontato Evtušenko).

Questi si mostrò un maestro non solo delle PR di se stesso, ma anche delle PR nere contro i concorrenti. Per esempio accanto a Evtušenko cercò di screditare in America Voznesenskij. E ad Aksënov [28] rovinò semplicemente per molti versi la carriera letteraria americana quando scrisse una tonante recensione interna dell'"Ustione" [29] per la principale casa editrice. Per di più questi e Aksënov prima di questo episodio erano amici. Era la lotta per il mercato, niente di personale, solo affari. Infatti il poeta da PR è sempre un po' un uomo d'affari. Brodskij reclamizzava e aiutava quelli in cui non vedeva dei concorrenti, degli autori in quel momento evidentemente meno di successo di lui (Rejn [30], Ufljand[31], Dovlatov, eccetera). Ma chi poteva competere con lui per la fama in Occidente lo affondava. Di conseguenza vinse nella lotta per la concorrenza. Negli anni '70 l'intellettuale occidentale alla domanda "nomini un poeta russo contemporaneo", in primo luogo avrebbe nominato Evtušenko, ma negli anni '80 avrebbe nominato Brodskij.

Evtušenko nel film di Nel'son cerca di ricondurre il conflitto con Brodskij a una qualche incomprensione. Dice che "un grande ha salutato un grande", ma ci fu quasi una tragedia antica. Nella cosa si immischiò il destino e il fato malvagio fece litigare i geni. Dire la verità per lui significherebbe far calare la situazione a una banale lotta di due poeti da PR per il primato sul mercato occidentale, cioè abbassare non solo Brodskij, ma anche se stesso. Anche Evtušenko fu un PR e un commerciante non meno capace che come poeta e certamente non vuole ricordare questo lato della sua vita professionale.

Brodskij e Evtušenko non furono solo poeti da PR, ma anche, indubbiamente, veri versificatori di talento. Sul piano sociale ebbero molto successo. Per di più non si vergognarono di lottare duramente per il successo, di costruirsi una carriera poetica con modi da contabili, di realizzare il proprio talento come un progetto d'affari. Non si sono pentiti, non se ne sono pentiti, non hanno preso tale vita con una riflessione tragica (a differenza dei loro geniali predecessori).
Ora si usa considerare Brodskij un genio e Evtušenko no. Brodskij ha la reputazione di anticonformista, Evtušenko di persona da congiuntura. E' di moda ammirare Brodskij, su Evtušenko va bene dare un parere con un sorriso storto. Ma è tanto grande la differenza tra loro? E possono essere geniali i versi di poeti non tragici, che hanno successo negli affari poetici?

Igor' Ėjdman, "Svobodnaja Pressa", http://svpressa.ru/society/article/76831/ (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] Giornalista televisiva.
[2] Solomon Moiseevič Volkov, giornalista, scrittore e musicologo.
[3] Aleksandr Sergeevič Puškin, poeta nazionale russo (1799-1837).
[4] Michail Jur'evič Lermontov (1810-1841), poeta romantico.
[5] Fëdor Ivanovič Tjutčev (1803-1873), poeta classicista.
[6] Nikolaj Alekseevič Nekrasov (1821-1878), poeta di idee progressiste.
[7] Aleksandr Aleksandrovič Blok (1880-1921), poeta simbolista.
[8] Velimir Chlebnikov (Viktor Vladimirovič Chlebnikov) (1885-1922), poeta futurista.
[9] Boris Leonidovič Pasternak (1890-1960), noto da noi per il Dottor Živago.
[10] Osip Ėmil'evič Mandel'štam (1891-1938), poeta acmeista, vittima nelle "purghe" staliniane.
[11] Marina Ivanovna Cvetaeva (1892-1941), poetessa simbolista.
[12] Vladimir Vladimirovič Majakovskij (1893-1930), cantore della Rivoluzione d'Ottobre.
[13] Sergej Aleksandrovič Esenin (1895-1925), poeta dal destino infelice.
[14] Igor' Severjanin (Igor' Leont'evič Lotarëv) (1887-1941), poeta decadente russo.
[15] Nikolaj Alekseevič Kljuev (1884-1937), capofila della corrente "neocontadina".
[16] David Davidovič Burljuk (1882-1967), artista e poeta futurista.
[17] Osip Maksimovič (Meerovič) Brik (1888-1945) e sua moglie Lilja Jur'evna Kagan, letterati.
[18] Anatolij Borisovič Mariengof (1897-1962), poeta immaginista.
[19] Vadim Gabriėlevič Šeršenevič (1893-1942), poeta immaginista.
[20] Andrej Andreevič Voznesenskij (1933-2010), poeta contemporaneo.
[21] Robert Ivanovič Roždestvenskij (Robert Stanislavovič Petkevič) (1932-1994), poeta contemporaneo.
[22] Filipp Denisovič Bobkov (1925), ex vice-presidente del KGB.
[23] Titolo di una poesia di Boris Leonidovič Pasternak.
[24] "Questa sarà la mia Tolone!" dice uno dei protagonisti del romanzo "Il generale e il suo esercito" di Georgij Nikolaevič Vladimov (Georgij Nikolaevič Volosevič) (1931-2003).
[25] Kornej Ivanovič Čukovskij (Nikolaj Vasil'evič Kornejčukov) (1882-1969), letterato e giornalista sovietico.
[26] "Gioventù", rivista letteraria.
[27] Verso di Boris Leonidovič Pasternak.
[28] Vasilij Pavlovič Aksënov (1932-2009), scrittore contemporaneo.
[29] "L'ustione" è un romanzo autobiografico di Vasilij Pavlovič Aksënov.
[30] Evgenij Borisovič Rejn (1935), scrittore contemporaneo.
[31] Vladimir Iosifovič Ufljand (1937-2007), letterato e artista contemporaneo.
[32] Sergej Donatovič Dovlatov (1941-1990), scrittore contemporaneo.


http://matteobloggato.blogspot.it/2013/11/brodskij-e-evtusenko-come-poeti-pr.html

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