Sette persone della lista dei prigionieri politici non sono finite nella "lista di Medvedev"
6 marzo 2012, 06.00
Nell'ordine dato dal presidente russo Dmitrij Medvedev di analizzare la fondatezza delle sentenze nei confronti delle persone incarcerate della lista preparata dall'opposizione mancano i nomi di sette persone inizialmente incluse in questa lista.
Come ha riferito "Kavkazskij uzel", Medvedev ha dato ordine alla Procura Generale di analizzare la fondatezza delle sentenze nei confronti di persone della lista dei prigionieri politici compilata dall'opposizione, la cui liberazione è stata chiesta dai partecipanti all'azione di protesta in piazza Bolotnaja [1] e in via Sacharov [2] e al corteo del 4 febbraio.
In tutto nella lista dell'opposizione erano inclusi 39 nomi, ma l'ordine del presidente della Federazione Russa riguarda solo 32 di essi. Sette persone non sono capitate nella "lista presidenziale". Tra queste Bulat Gajanov [3], Maksim Kaliničenko [4], Anton Lukin [5], Taisija Osipova [6], Vladimir Pereverzin [7], Maksim Petlin [8]. In questa lista non c'è neanche Igor' Sokolov, riconosciuto colpevole di attacco ai danni di cittadini e organizzazioni a Budënnovsk [9] e anche della presa dell'ospedale centrale cittadino nel giugno 1995, in conseguenza dei quali morirono 129 persone.
Ricordiamo che il 17 luglio 2009 il tribunale condannò Sokolov a 13 anni di reclusione. Tra l'altro, come ritengono i rappresentanti dell'opposizione, "il tribunale non tenne conto delle prove della sua innocenza, mostrò prevenzione e unilateralità, forse nella persecuzione giudiziaria di Sokolov giocò un ruolo la concorrenza imprenditoriale".
Tra quelli nei cui casi il presidente ha ordinato alla Procura Generale di far luce ci sono cinque persone legate ai fatti del Caucaso del Nord e del Sud della Russia e altre cinque legate ai disordini in piazza del Maneggio [10] a Mosca nel dicembre 2010.
Così nel novero delle persone indicate è entrato l'ex ufficiale delle truppe interne del ministero degli Interni Sergej Arakčeev, che combatté in Cecenia e accusato di omicidio di civili ceceni nel gennaio 2003 e nel dicembre 2007 fu condannato a 15 anni di reclusione. In Cecenia la sentenza di colpevolezza fu vista con approvazione, ma nelle città della Russia si svolsero azioni in difesa di Arakčeev.
Il 15 giugno 2011 Arakčeev registrò un video-appello al premier russo Vladimir Putin, in cui dichiarò la propria innocenza e chiese al premier di far luce sulle circostanze del caso. Il 30 gennaio 2012 la difesa di Sergej Arakčeev chiese alla Procura Generale di riaprire il caso, in quanto, secondo gli avvocati, sono comparse nuove basi per la sua revisione. In precedenza la Procura Militare si era rifiutata di rivedere il caso di Sergej Arakčeev.
Nella "lista di Medvedev" ci sono anche i nomi dei condannati per l'esplosione del treno Groznyj-Mosca, avvenuta nell'estate del 2005, Michail Klevačëv e Vladimir Vlasov, che nell'aprile 2007 il tribunale regionale di Mosca condannò a 18 e 19 anni di reclusione.
Gli autori dell'appello al presidente ritengono che Klevačëv e Vlasov siano stati condannati nonostante la mancanza di prove della colpevolezza e le evidenti contraddizioni dell'accusa. "Il primo collegio dei giurati, che emise un verdetto di assoluzione, fu sciolto. I motivi politici della persecuzione di Vlasov sono legati alle sue convinzioni nazionaliste e all'indispensabilità di "risolvere" un caso clamoroso", – si afferma nell'appello.
I rappresentanti dell'opposizione svolsero un'azione a sostegno dei condannati. Così, il 25 maggio 2009 a Mosca si tenne il concerto di beneficenza "Per la vostra e la nostra libertà!". Ad esso presero parte i noti "bardi" [11] Julij Kim e Aleksandr Gorodnickij, l'attore Aleksandr Filippenko e lo scrittore satirico Viktor Šenderovič.
Richiesero la liberazione di Klevačëv e Vlasov anche i partecipanti alla manifestazione in difesa delle vittime delle persecuzioni politiche in Russia che si svolse il 31 ottobre 2009.
Tra quelli, la cui sentenza viene sottoposta a verifica secondo la "lista presidenziale" c'è Zara Murtazalieva, originaria della Cecenia. Ricordiamo che nel gennaio 2005 il tribunale cittadino di Mosca riconobbe la studentessa cecena Zara Murtazalieva colpevole della preparazione di una serie di atti terroristici sul territorio di Mosca e la condannò a nove anni di reclusione.
Gli attivisti per i diritti umani dichiararono che il procedimento penale era stato fabbricato. Le indagini si svolsero con gravi violazioni, fu fatta violenza sull'imputata e le prove della colpevolezza di Murtazalieva furono evidentemente falsificate, affermano gli autori dell'appello a Medvedev.
L'ordine del presidente riguarda anche Lors Chamiev, originario della Cecenia, che nell'aprile 2009 fu condannato a 8 anni di colonia penale per la preparazione di un atto terroristico contro il presidente ceceno Ramzan Kadyrov.
I fuoriusciti ceceni Umar Batukaev, Ruslan Musaev e Lors Chamiev, inizialmente accusati della preparazione di un atto terroristico alla stazione "Profsojuznaja" [12] del metrò di Mosca, nel corso delle indagini divennero sospettati della preparazione di un attentato a Ramzan Kadyrov. Nessuno di essi riconobbe la propria colpevolezza. Due degli imputati furono assolti dai giurati del tribunale cittadino di Mosca. Gli attivisti per i diritti umani non hanno creduto alla fondatezza dell'accusa ai giovani ceceni di aver preparato un attentato a Kadyrov.
Nella lista acclusa all'ordine di Dmitrij Medvedev sono indicati anche i nomi degli imputati del procedimento penale per i disordini in piazza del Maneggio a Mosca – Igor' Berezjuk, Kirill Unčuk, Ruslan Chubaev, Leonid Panin e Aleksandr Kozevin.
Come scrisse "Kavkazskij uzel", l'11 dicembre 2010 più di cinquemila tifosi calcistici e nazionalisti causarono disordini in piazza del Maneggio dopo il corteo in memoria del tifoso dello Spartak Egor Sviridov, ucciso in una rissa nella notte del 6 dicembre 2010. Secondo le notizie delle autorità di Mosca, in conseguenza dei disordini rimasero ferite 32 persone. Sul banco degli imputati si sono trovati gli attivisti di "Altra Russia" Igor' Berezjuk, Kirill Unčuk, Ruslan Chubaev, Leonid Panin e Aleksandr Kozevin. Il 28 ottobre 2011 questi furono condannati a periodi di detenzione da 2 a 5 anni e mezzo.
Gli autori della risoluzione della manifestazione di protesta in piazza Bolotnaja a Mosca ritengono che la persecuzione giudiziaria dei giovani avesse "carattere prevenuto e selettivo" e che la sentenza di condanna sia stata emessa per motivi politici, in particolare per via dell'appartenenza di Unčuk al partito "Altra Russia".
Faremo notare che la risoluzione con la richiesta di liberare i prigionieri politici è stata approvata dai partecipanti all'azione dell'opposizione "Per elezioni oneste" svolta a Mosca in piazza Bolotnaja il 4 febbraio.
Nota della redazione: vedi anche le notizie "A Rostov sul Don [13] si è svolta la manifestazione di coloro che non sono d'accordo con i risultati delle elezioni parlamentari", "In Daghestan il 21 dicembre si svolgerà la manifestazione di coloro che non sono d'accordo con gli esiti delle elezioni organizzata dal KPRF [14]", "In Daghestan sono cominciati gli interrogatori sulle violazioni nel corso delle elezioni alla Duma di Stato", "A Stavropol' [15] alla manifestazione "Per elezioni oneste" sono andate circa 300 persone".
"Kavkazskij uzel", http://www.kavkaz-uzel.ru/articles/202450/ (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
Note
[1] Piazza del centro di Mosca.
[2] Via del centro di Mosca.
[3] Bulat Marsovič Gajanov, imprenditore tataro ufficialmente condannato per fatti di terrorismo.
[4] Maksim Sergeevič Kaliničenko, attivista di "Jogging Russo" (movimento che promuove la ricostruzione della Russia attraverso lo sviluppo psicofisico) ufficialmente condannato per violenza contro le autorità e appelli alla violenza.
[5] Attivista del Partito Nazional-Bolscevico ufficialmente condannato per attività estremista.
[6] Attivista del partito d'opposizione "Altra Russia" ufficialmente condannata per spaccio di stupefacenti.
[7] Alto dirigente della compagnie petrolifera JUKOS ufficialmente condannato per appropriazione indebita e riciclaggio di denaro.
[8] Maksim Anatol'evič Petlin, deputato del partito di orientamento liberale "Jabloko" ("Mela" – nome che deriva dalle iniziali dei cognomi dei fondatori Grigorij Alekseevič Javlinskij, Jurij Jur'evič Boldyrev e Vladimir Petrovič Lukin) ufficialmente condannato per estorsione.
[9] Città della Russia meridionale.
[10] Piazza adiacente alla Piazza Rossa.
[11] Leggasi "cantautori".
[12] "Dei Sindacati", stazione della periferia sud-occidentale di Mosca.
[13] Città della Russia meridionale.
[14] Kommunističeskaja Partija Rossijskoj Federacii (Partito Comunista della Federazione Russa).
[15] Città della Russia meridionale.
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