La Procura ha verificato le comunicazioni di "Kavkazskij uzel" sugli abusi degli agenti delle strutture armate in Daghestan
28 gennaio 2012, 23.31
Il resoconto dei risultati della verifica delle pubblicazioni di "Kavkazskij uzel" su arresti illegali, uso di violenza da parte di collaboratori delle forze dell'ordine e altre violazioni in Daghestan è stato presentato dalla Procura della repubblica.
Su tutti i casi di violazione dei diritti degli abitanti della repubblica da parte di rappresentanti delle strutture armate della Repubblica del Daghestan sono state condotte le conseguenti verifiche e vengono prese misure di reazione della Procura, hanno informato in Procura.
"A tutti i querelanti che si sono rivolti agli organi della Procura della repubblica per questi fatti vengono indirizzate risposte motivate. Il corso delle indagini per i procedimenti penali e l'esame delle denunce su crimini di questa categoria è sotto il controllo della Procura", – si dice nel resoconto della Procura della repubblica pubblicato oggi sul sito del ministero degli Interni del Daghestan.
Nel resoconto della Procura si da la lista delle misure intraprese in relazione agli appelli di abitanti della repubblica pubblicate sul "Kavkazskij uzel".
L'arresto di abitanti del borgo di Šamchal nel novembre 2011
Come riferì "Kavkazskij uzel", nel borgo di Šamchal del quartiere Kirovskij di Machačkala [1] il 13 novembre ci furono arresti di massa tra gli abitanti. Furono arrestati Tažudin Džalilov, Arsen Ubajdullaev, Ali Abakarov, Timur Šejchov, Kurban Maksudov e Šichsaid Aliev. Del fatto riferirono al corrispondente di "Kavkazskij uzel" gli avvocati degli arrestati Ramazan Rabadanov e Bagaudin Bagaudinov. Questi dichiararono anche che non li avevano fatti incontrare con gli arrestati.
Alla verifica è stato stabilito che nel lavoro dell'inquirente della polizia si trova il procedimento penale avviato l'11 novembre 2011 per un attacco banditesco alla famiglia di un abitante del borgo di Šamchal nel quartiere Kirovskij di Machačkala, si dice nel resoconto della Procura del Daghestan.
"Furono condotte perquisizioni nelle abitazioni di otto abitanti del borgo di Šamchal, nel corso delle quali non fu trovato né sequestrato nulla. L'esecuzione delle suddette perquisizioni è stata riconosciuta legale dal tribunale. Come sospetti di complicità nell'attacco furono arrestate tre persone, nei confronti delle quali il 15 novembre fu presa una misura cautelare sotto forma di reclusione. Allo scadere del periodo di 10 giorni di arresto, a causa della mancata conferma dei sospetti, le suddette persone furono scarcerate", – si dice nel resoconto.
Il 19 novembre a Šamchal i collaboratori delle forze dell'ordine arrestarono altre persone. Fin dal mattino il borgo fu bloccato da agenti delle strutture armate, i collaboratori delle forze dell'ordine condussero perquisizioni nelle case. A quanto affermano gli abitanti del posto, le perquisizioni furono condotte con violazioni. A loro dire, armi e munizioni scoperte nel corso delle perquisizioni furono "piazzate".
"Il 19 novembre 2011 in relazione al procedimento penale detto prima furono condotte perquisizioni in circostanze non differibili nelle abitazioni di due abitanti del borgo di Šamchal, nel corso delle quali nelle loro case di proprietà furono scoperte e sequestrate granate e munizioni. Per detenzione illegale di munizioni sono stati avviati procedimenti penali e indagini", – si riferisce nel resoconto della Procura.
Secondo le informazioni della Procura, il 20 novembre 2011 l'esecuzione di queste perquisizioni fu riconosciuta legale dal tribunale del quartiere Kirovskij di Machačkala.
"In tali circostanze non si ha alcuna violazione delle leggi, per cui mancano i fondamenti per un intervento della Procura", – fa notare la Procura.
Il sequestro di Rustam Kurbanaliev nel distretto di Kiziljurt [2]
"Kavkazskij uzel" scrisse che il 9 marzo alcuni sconosciuti armati e mascherati sequestrarono Rustam Kurbanaliev, abitante del villaggio di Sultanjangijurt del distretto di Kiziljurt in Daghestan. Questo raccontò agli attivisti per i diritti umani daghestani suo padre Kurbanali Kurbanaliev.
Secondo un abitante del posto, il 9 marzo verso le 15.00 i sequestratori fermarono il taxi su cui Rustam andava da casa a Kiziljurt e lo portarono via. Secondo i familiari, in precedenza Rustam fu convocato più di una volta all'OVD [3] "Kiziljurtovskij", lo trattennero per qualche ora, ma poi lo rilasciarono perché non era ritenuto complice di un crimine. Nel proprio appello al centro per la difesa dei diritti umani "Memorial" Kurbanali Kurbanaliev chiese di essere aiutato a chiarire il luogo in cui si trova il figlio e a ristabilire i suoi diritti violati.
"Sulla base della dichiarazione di Kurbanaliev sul sequestro di suo figlio fu condotta una verifica da parte della Direzione Investigativa di Kiziljurt del Comitato Inquirente russo. Secondo i risultati di questa, il 21 aprile fu presa la decisione di respingere l'avvio di un procedimento penale "per mancanza di elementi di reato". Nel corso dello studio dei materiali della verifica alla Procura della repubblica la decisione presa in proposito fu riconosciuta fondata", – si dice nel resoconto della Procura.
Il 15 agosto il regime di operazione antiterroristica (KTO [4]) fu introdotto in parte del territorio del distretto di Chasavjurt [5] in Daghestan. Il 17 agosto nel corso di uno scontro nel villaggio sud-orientale di Ėndirej furono uccisi sei presunti militanti.
"Fra i membri di formazioni armate illegali eliminati fu riconosciuto Rustam Kurbanalievič Kurbanaliev, abitante del villaggio di Sultanjangijurt nel distretto di Kiziljurt. Su questo fatto il 17 agosto 2011 da parte della Direzione Investigativa di Chasavjurt del Comitato Inquirente russo per il Daghestan fu avviato un procedimento penale per indizi di reati previsti dagli articoli 208 (organizzazione di formazione armata illegale), 222 (acquisizione e detenzione illegale di armi e munizioni) e 317 (attentato alla vita di un agente delle forze dell'ordine) del Codice Penale della Federazione Russa. Il corso delle indagini del procedimento penale è stato preso sotto il proprio controllo dalla Procura della repubblica", – riferisce la Procura.
Il sequestro di Zurab Batyrbekov a Machačkala
"Kavkazskij uzel" scrisse che della scomparsa di Batyrbekov il 13 gennaio a Machačkala aveva avuto notizia dai rappresentanti di "Memorial" e dall'organizzazione sociale regionale daghestana "Madri del Daghestan in difesa dei diritti umani", a cui si era rivolta la madre dello scomparso Zaid Kumbutaev con la richiesta di aiuto nella ricerca del figlio. Qualche giorno dopo fu trovato nello IVS [6] di Kaspijsk [7], è sospettato di partecipazione a formazioni armate illegali. Il 18 gennaio i familiari di Zurab Batyrbekov denunciarono continue pressioni da parte delle forze dell'ordine.
"La verifica ha stabilito che Batyrbekov fu arrestato il 14 gennaio nell’ambito di un procedimento penale avviato per indizi del reato previsto dall'articolo 208 (organizzazione di formazione armata illegale) del Codice Penale russo. Da lui il 15 gennaio fu ammesso l'avvocato assunto dai familiari. Nei confronti dell'indagato Batyrbekov il tribunale cittadino di Kaspijsk intraprese una misura cautelare sotto forma di detenzione per un periodo di 30 giorni", – si dice nel resoconto della Procura.
Il pestaggio di un adolescente nel distretto di Magaramkent [8]
Come scrisse "Kavkazskij uzel", il 14 gennaio la madre di Šarvili Ramazanov denunciò che suo figlio era stato picchiato da cinque collaboratori dello ROVD [9] del distretto di Magaramkent. Cercavano, a suo dire, di costringere il ragazzo a confessare il furto di denaro e oro dalla casa del capo della polizia investigativa, il maggiore di polizia Zingar Abdullaev. La presenza di fitte contusioni sul corpo del ragazzo fu confermata dai medici dell'ospedale di Derbent [10]. Il Comitato Inquirente del distretto di Magaramkent iniziò una verifica pre-investigativa su questo caso, tuttavia rifiutò di avviare un procedimento penale contro i poliziotti.
"Sul fatto del 20 gennaio da parte dell'inquirente è stata presa la decisione di rifiutare l'avvio di un procedimento penale nei confronti dei collaboratori della polizia per mancanza di elementi di reato nelle loro azioni. Da parte della Procura della repubblica è stato richiesto il suddetto materiale per la verifica della legalità e della fondatezza della decisione presa", – si dice nel resoconto della Procura.
La persecuzione degli abitanti del villaggio di Gimry durante la KTO
Il 10 gennaio al servizio SMS di "Kavkazskij uzel" giunse una comunicazione sul blocco del villaggio di Gimry. Secondo gli abitanti del posto, il villaggio fu circondato da collaboratori delle forze dell'ordine e militari, verso il centro abitato vennero portati armamenti pesanti da guerra. L'11 gennaio l'entrata e l'uscita di Gimry furono aperti, tuttavia gli agenti delle strutture armate rimasero nel villaggio.
Il 14 gennaio gli abitanti del villaggio tennero una manifestazione per chiedere che venisse abrogato il regime di KTO. All'azione di protesta presero parte circa mille persone. La sera dello stesso giorno ci fu un incontro degli abitanti del villaggio con i capi dell'operazione speciale. Il 17 gennaio il capo del centro abitato Aliaschab Magomedov informò che gli agenti delle strutture armate avevano lasciato il villaggio. Tra l'altro al Consiglio di Sicurezza del Daghestan dichiararono di non sapere quando fosse stato abrogato il regime speciale nel distretto di Uncukul' [11], aggiungendo che "la formulazione KTO non è del tutto corretta".
"Su "Kavkazskij uzel" fu pubblicato un articolo sul pestaggio da parte di collaboratori della polizia e militari di abitanti del villaggio di Gimry nel distretto di Unkucul'. Questa pubblicazione il 23 gennaio fu indirizzata alla Procura del distretto di Uncukul' per l'organizzazione di una verifica e la presa di misure", – informa la Procura.
Il forzatamente mancato incontro dell'avvocato con l'arrestato Muslim Sejtekaev del 14 agosto 2011
Con l'abitante del distretto di Chasavjurt in Daghestan Muslim Sejtekaev, che si trova nell'IVS, non fanno incontrare il difensore, ha affermato nel gennaio 2012 l'avvocato dell'arrestato Sapijat Magomedova. Secondo Magomedova, l'inquirente non solo non le ha permesso di venire a conoscenza dei materiali del caso, ma si è anche rifiutato di riferire di cosa sia accusato il suo assistito. Sapijat Magomedova ha indirizzato una denuncia per le azioni del Comitato Inquirente del distretto di Chasavjurt alla Procura, all'USB [12], al presidente russo e al capo del Daghestan.
"Sulla base delle informazioni della pubblicazione è stata condotta una verifica ed è stato stabilito che nei confronti di Sejtekaev indaga la Direzione Investigativa del Comitato Inquirente e che è stata formulata l'accusa di aver compiuto i crimini previsti dagli articoli 208 (organizzazione di formazione armata illegale), 209 (banditismo) e 222 (acquisizione e detenzione illegale di armi e munizioni) del Codice Penale russo. Il 20 gennaio l'avvocato Magomedova si è rivolta alla Procura di Chasavjurt con una denuncia su questo fatto, che lo stesso giorno è stata indirizzata per essere esaminata in merito alla Direzione Investigativa del Comitato Inquirente russo per il Daghestan", – informa la Procura.
Il pestaggio e la rapina ai danni di Magomed Magomaev
"Kavkazskij uzel" scrisse che il 31 dicembre 2011 degli abusi degli agenti di polizia aveva riferito l'abitante del villaggio di Burtunaj nel distretto Kazbekovskij Magomed Magomaev. A suo dire, fu picchiato e rapinato all'OVD del distrettto di Kiziljurt.
"Nel corso della verifica delle informazioni sul pestaggio e la rapina di Magomed Magomaev da parte di collaboratori dell'OVD "Kiziljurtovskij" esposti sul "Kavkazskij uzel" è stato stabilito che Magomaev non si è rivolto alle forze dell'ordine con una denuncia sul fatto. Questa pubblicazione del 23 gennaio è stata indirizzata al procuratore interdistrettuale di Kiziljurt per l'organizzazione di una verifica. In caso di conferma delle informazioni indicate saranno prese le misure indispensabili nel modo stabilito dalla legge", – si dice nel resoconto della Procura del Daghestan.
"Kavkazskij uzel" segue la situazione in Daghestan e tiene una cronaca degli scontri armati e dei sequestri che si verificano là.
Nota della redazione: vedi anche le notizie "Un'abitante di Machačkala denuncia la scomparsa del fratello", "Un'abitante del Daghestan fa una denuncia per l'arresto dei nipoti", "In Daghestan Nadyr Junusov [13] è stato scarcerato".
"Kavkazskij uzel", http://www.kavkaz-uzel.ru/articles/200091/ (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
Note
[1] Capitale del Daghestan. Il quartiere Kirovskij è nella zona settentrionale.
[2] Città del Daghestan centrale.
[3] Otdelenie Vnutrennich Del (Sezione degli Affari Interni), in pratica la sede della polizia.
[4] Dalla dicitura russa KontrTerrorističeskaja Operacija.
[5] Città del Daghestan centrale.
[6] Izoljator Vremennogo Soderžanija (Carcere di Detenzione Temporanea).
[7] Città sul Mar Caspio.
[8] Villaggio ai confini con l'Azerbaijan.
[9] Rajonnoe Otdelenie Vnutrennich Del (Sezione Distrettuale degli Affari Interni), in pratica la sede distrettuale della polizia.
[10] Città sul Mar Caspio.
[11] Villaggio del Daghestan centro-meridionale.
[12] Upravlenie Sobstvennoj Bezopasnosti (Direzione della Sicurezza Interna), ente di controllo interno della polizia.
[13] Agente di polizia accusato di aver ferito a colpi d'arma da fuoco una collaboratrice della Procura di Chasavjurt.
http://matteobloggato.blogspot.com/2012/01/ai-confini-dellimpero-russo-dove-la.html
29 gennaio 2012
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