Qualcuno si ricorda ancora del “Kursk”? |
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Solo un procedimento alla Corte di Strasburgo rammenta oggi la tragedia nel Mare di Barents
11 anni fa scomparve il “Kursk”. Non affondò, ma scomparve proprio. Come troppo spesso scompaiono i soldati russi: mostrando insensatamente e inutilmente miracoli di eroismo. 23 sommergibilisti sopravvissuti dopo la seconda terribile esplosione dei siluri da combattimento, restando al posto di combattimento, agirono sapientemente e con precisione, senza permettersi alcuna manifestazione di panico. Sperarono e contemporaneamente dissero addio. Ci scrissero i loro appunti nel 9° scomparto, da cui non poterono tirarsi fuori da soli. E noi non avremmo potuto salvarli. Anche se avessero resistito più di quanto resistettero – due giorni e mezzo. Nell'agosto 2000 io scrissi la prima nota sul “Kursk”. Sull'incontro di Putin con i familiari dei sommergibilisti nella Casa degli Ufficiali nella cittadina di Vidjaevo [1]. Io ero là. Avevo 22 anni e per la prima volta sentii la parola podmandit' [2]. Non sapevo neanche cosa significasse. Non mi poté neanche entrare in testa. Infatti si trattava del presidente che parlava con persone affrante dal dolore… Vidjaevo per la prima volta diagnosticò la sua incapacità di avere compassione. Parrebbe che fosse un'elementare emozione umana. Ma quant'è pericoloso senza di essa! Nel 2001, sotto la pressione di una tragedia realmente NAZIONALE [3] il più incapace comandante in capo della Marina russa Vladimir Kuroedov scrisse la “lista delle persone da fucilare”. Accanto a evidenti “capri espiatori” in congedo molto privilegiato furono messi anche quegli ufficiali della Marina che erano effettivamente colpevoli della tragedia del “Kursk”. Anche se il potere non riconosce comunque la vera causa di questi congedi. Un decreto del presidente permetterà a molti di evitare la condanna del tribunale per il caso della perdita del sommergibile e dei 118 membri dell'equipaggio. Nel 2002 il caso sarà chiuso “per mancanza di colpevoli”. Il comandante in capo Kuroedov andrà in congedo per motivi di salute solo cinque anni dopo il “Kursk”, dopo aver “affondato” un'altra imbarcazione e tutti i più forti pretendenti alla sua poltrona. Nel 2004 il tribunale Basmannyj [4] troverà comunque i colpevoli. Io e la “Novaja gazeta” saremo riconosciuti colpevoli della diffusione di informazioni calunniose e non corrispondenti alla realtà per l'articolo “Il caso del “Kursk” va riaperto”. Ci citerà in giudizio il principale medico legale del ministero della Difesa Viktor Kolkutin. Proprio questi mette la propria firma sotto l'analisi decisiva del caso da molti tomi. In quest'analisi si dice che i sommergibilisti del 9° scomparto morirono tra le 4,5 e le 8 ore dopo le esplosioni sul “Kursk”. Un'altra analisi è adattata dal primo ufficiale di rotta della Marina Militare della Federazione Russa Sergej Kozlov. Con mano salda questi scriverà: i segnali di SOS sono stati registrati fino alla sera del 14 agosto 2000, ma furono lanciati da persone che gli inquirenti non hanno potuto stabilie da un'imbarcazione che gli inquirenti non hanno potuto stabilire. Proprio queste analisi – quella di Kozlov e quella di Kolkutin – giocano un ruolo fondamentale nell'ingloriosa conclusione delle indagini sul caso del “Kursk”. Nel 2010 il “Kursk” non sarà rammentato con una sola parola né da Medvedev, né da Putin e su questo con evidente perplessità scriveranno anche i giornalisti stranieri. Nel 2011 la Corte di Strasburgo potrà prendere la propria decisione sull'istanza n. 409/06 “La “Novaja gazeta” e Milašina contro la Federazione Russa”. Abbiamo presentato un'istanza alla Corte Europea sei anni fa. A Strasburgo nel frattempo già si trovava l'istanza del padre del tenente di vascello Dmitrij Kolesnikov. Ricordate, sì? Ottobre 2000, profondità settanta metri nel Mare di Barents, i sommozzatori di profondità estraggono dal 9° scomparto 23 corpi. E i morti testimoniano: “Qui è scuro per scrivere, ma provo a farlo a tentoni. Possibilità, pare, non ce ne sono: 10-20 per cento. Speriamo che almeno qualcuno leggerà. Qui c'è la lista dell'equipaggio degli scomparti, che si trova nel 9° e cercherà di uscire. Un saluto a tutti, non bisogna disperarsi. Kolesnikov”. Da questo appunto, che colpisce tra le costole la bugia ufficiale sulla morte istantanea di tutto l'equipaggio del “Kursk”, cominciò anche la mia indagine. E ancora non è finita, anche se tutti quelli con cui e per cui l'abbiamo fatta vogliono solo una cosa: dimenticare. Nel 2009 Roman Dmitrievič Kolesnikov ritirò la propria istanza alla Corte Europea. Non lo condanno, provo compassione. Anche se ciò è offensivo. Ecco che è andata in modo tale che gli unici che finora aspettano, se non un processo sulla sostanza, almeno la giustizia simbolica di Strasburgo sul caso del “Kursk”, siamo io e la “Novaja gazeta”. Aspetteremo quanto è necessario. 11.08.2011, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2011/088/04.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni) |
[1] Cittadina sulle sponde del Mare di Barents.
[2] Difficile tradurre. Qualcosa come “sbeffeggiare mentendo consapevolmente”. Il corsivo è mio.
[3] Il rilievo grafico è nell'originale
[4] Tribunale sito nell'omonimo distretto di Mosca, tristemente noto per le condanne emesse contro persone invise al potere.
http://matteobloggato.blogspot.com/2011/08/in-russia-ce-chi-non-vuole-dimenticare.html
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