22 febbraio 2011

A proposito di Putin (XVI)

Partenza tranquilla




Vladimir Putin avvia la propria campagna presidenziale


La “Novaja gazeta” aveva già scritto: nella corsa del 2012 vincerà quello del duumvirato che per prima annuncerà ufficialmente la partenza. Perché ciò significherà che la decisione interna di competere con due sconosciuti sarà stata presa e che, ahimè, le elezioni principali avranno già avuto luogo. Finora non sono seguite precise dichiarazioni, ma tuttavia ci sono segni che l'attiva preparazione della campagna di Putin sia cominciata.

Falsa partenza?

In superficie tutto sembra precisamente il contrario. Dmitrij Medvedev già due volte, anche se in diverse qualità – inizialmente come successore, poi come presidente – è stato alla rassegna annuale dell'élite mondiale a Davos, il che, rammentando il ruolo che questo luogo di villeggiatura alpino ha già giocato nella storia delle elezioni presidenziali russe nel 1996, si può, a dire il vero con una forzatura, considerare una conferma delle sue ambizioni, diffusesi alla vigilia del 2012.

Ci sono anche indicazioni dirette: Arkadij Dvorkovič, assistente del presidente, in un'intervista alla ВВС ha detto che, a quanto percepisce, Dmitrij Medvedev vorrebbe e sarebbe pronto a prolungare la propria permanenza al posto di padrone del Cremlino per un ulteriore mandato, stavolta di sei anni. Tutti sono stati d'accordo che difficilmente l'assistente avrebbe fatto tale dichiarazione senza il consenso del padrone, tuttavia nessuno né nella squadra di Medvedev né nella squadra di Putin ha preso il testimone e si è messo a sviluppare un tema scivoloso.

Ma ciò non significa affatto che non sia seguita una risposta.

Cos'ha raccontato la Gazprom

La fonte che ha chiarito questa questione non è un qualche funzionario chiacchierone, ma un noiosissimo resoconto di contabilità, che è stato pubblicato dalla Gazprom il 10 febbraio.

In esso è raccontata la storia poliziesca su come il 20 dicembre la Gazprom abbia venduto alla Gazprombank le azioni della NOVATĖK. Il poliziesco sta nel fatto che un pacchetto pari al 9,7% di questo produttore indipendente di gas è andato in tutto per 57,46 miliardi di rubli [1]. Anche se all'inizio di novembre, quando l'affare fu formulato, il valore del pacchetto era di 74,68 miliardi di rubli [2], al momento dell'affare (allora il prezzo non fu annunciato) era di 87,62 miliardi di rubli [3]. Il 21 dicembre è stato reso noto che l'opzione biennale per l'acquisto della quota della NOVATĖK appartenente alla Gazprombank è stata ottenuta da una certa compagnia “Hibridge Ventures Ltd”, dopodiché il prezzo ha superato i 90 miliardi di rubli [4].

La sessione della mai vista generosità della Gazprom ha avuto luogo su uno sfondo assolutamente inadatto ad essa. Nel resoconto si dice che nel gennaio-settembre 2010 i ricavi da esportazione della Gazprom sono caduti. In Europa sono caduti del 7,6% - fino a 953,36 miliardi di rubli [5]. “Donare” un miliardo di dollari, ma come minimo a tanto è ammontato lo sconto che la Gazprombank ha ottenuto, non è evidentemente alla sua portata, anche se una situazione in cui meriti gettare tali somme difficilmente si verifica di principio.

Ma cosa c'entrano qui Putin e la sua campagna presidenziale?

La sgridata improvvisa

Prima di rispondere, mostrerò ancora un fatto dalla vita della Gazprom, avvenuto per eloquente coincidenza lo stesso giorno, il 10 febbraio. Vladimir Putin, tradizionale difensore degli interessi della Gazprom, improvvisamente, seccamente e pubblicamente ha rimproverato il monopolio del gas. Anche se dire che ha rimproverato è dire poco. Putin ha minacciato di privare la Gazprom della cosa più cara, le tubature, cioè di toglierle ciò che propriamente è il portatore materiale del suo “monopolio naturale”. “O lavorate con efficienza o saremo costretti ad andare a cambiare le regole vigenti, ad andare a cambiare la legislazione perché siano tenuti in considerazione gli interessi del settore nel suo complesso” – ha dichiarato il premier. La Gazprom, secondo lui, non sviluppa le infrastrutture di trasporto, limitando lo sviluppo dell'economia: “Il deficit c'è, ma non facciamo entrare nessuno là. Voi ponete gli interessi della compagnia al di sopra degli interessi del settore, il che diventa un freno per l'economia”.

Putin ha ragione, per la Gazprom è da tempo il momento di concentrarsi sulla soluzione dei compiti del suo profilo. Ma proprio da tempo. Eppure l'insoddisfazione è apparsa da ben poco tempo, il che fa pensare.

E ricordare che proprio in quel giorno nero per la Gazprom, il 10 febbraio, la compagnia di stato “Inter RAO EĖS” [6], principale erede della defunta RAO EĖS, ha siglato un contratto a lungo termine per la fornitura di gas con la TNK-BP [7], che ha rotto con la Gazprom. Questo non è un fatto unico, ma la testimonianza di una preferenza di principio, che il maggior produttore di energia elettrica non da alla Gazprom, ma a produttori di gas indipendenti da essa – NOVATEK, TNK-BP, Northgas, che la “Inter RAO EĖS” intende riscattare da Farchad Achmedov. Il capo della “Inter RAO EĖS” Boris Koval'čuk spiega la propria politica: egli “deve avere la garanzia della stabilità della fornitura di carburante a giusto prezzo”. La Gazprom, di conseguenza, non corrisponde a queste condizioni.

Le persone interessate

Finora è chiara una cosa: sulla Gazprom si infittiscono le nubi. Ma il quadro diventa più multiforme e al contempo più chiaro, se si sostituiscono le cifre con le persone.

A chi toccherà il miliardo di dollari di cui è è stata privata la Gazprom? Prima di tutto alla Gazprombank, il cui nome non deve indurre in errore – la Gazprom non la possiede già da tempo. La Gazprombank attraverso la compagnia Lider [8] e la banca Rossija [9] sono controllate da Jurij Koval'čuk (con suo figlio Boris Koval'čuk ci siamo già scontrati). Ma, com'è già stato detto, la compagnia “Hibridge Ventures Ltd” ha un'opzione per l'acquisto delle azioni della NOVATĖK appartenenti alla Gazprombank. Le condizioni dell'opzione non sono note. Tuttavia è noto il nome del detentore dell'opzione – si tratta di Gennadij Timčenko, comproprietario della NOVATĖK, del grandissimo trader petrolifero Gunvor e di molto altro ancora e anche dell'immutabile capo della NOVATĖK Leonid Michel'son. E' ragionevole supporre che il premio da un miliardo di dollari in fin dei conti sarà diviso tra i signori Koval'čuk, Timčenko e Michel'son.

La cosa importante è che Koval'čuk e Timčenko, cosa di cui si è scritto più di una volta, fanno parte della cerchia più vicina a Vladimir Putin. Questo sarebbe già sufficiente per acquisire un ulteriore miliardo. Ma in questo caso – dalla sofferente Gazprom. Questi premia e arma chi porta un deciso attacco alla sua posizione – i fornitori di gas indipendenti. E' chiaro che è costretto ad agire così. Qualcosa del genere è semplicemente impossibile senza la partecipazione delle più alte forze politiche. La conclusione è solo una: nella cerchia più vicina a Putin, di cui fa parte anche Aleksej Miller [10], sta avvenendo un nuovo raggruppamento di forze e di mezzi. Il motivo è evidentemente politico e tra questi ci sono le elezioni presidenziali senza concorrenza. In questo periodo un oligarca privato affidabile è più valido di una leale compagnia di Stato, questi è più libero nel disporre dei mezzi e in generale anche più efficiente.

Se non avessi convinto che all'uscita di Dvorkovič la squadra di Putin ha dato una risposta convincente, si potrebbe ricordare come a febbraio la “Nacional'naja Media Gruppa” [11] controllata da Jurij Koval'čuk ha acquisito dalla Millhouse [12] di Roman Abramovič per 150 milioni di $ il 25% delle azioni della Spa “Pervyj Kanal” [13], aggiungendovi i pacchetti di maggioranza del 68% di REN TV [14] e del 72% della TRK “Peterburg – Pjatyj kanal” [15], per non parlare di altre attività, compreso, per esempio, il giornale “Izvestija”. Abbiamo davanti un'evidente preparazione mediatica alle elezioni, al centro della quale il principale agitatore e propagandista è il “Pervyj kanal” e lo stesso Jurij Koval'čuk.

Torniamo all'aritmetica. Koval'čuk ha ottenuto dal niente un miliardo di dollari (che, forse, dividerà con Timčenko e Michel'son) e per il pacchetto di maggioranza del “Pervyj kanal” ha dato in tutto 150 milioni di $ (molti sono convinti che anche qui siamo davanti a uno sconto). Come non ricordare qui l'affermazione di un altro oligarca, Boris Berrzovskij: il business più vantaggioso è il business sulla politica. Pare che il veterano abbia ragione.

Nikolaj Vardul'
giornalista economico

20.02.2011, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2011/019/18.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] Oltre 1,44 miliardi di euro.

[2] Quasi 1,88 miliardi di euro.

[3] Oltre 2,2 miliardi di euro.

[4] Oltre 2,26 miliardi di euro.

[5] Oltre 23,96 miliardi di euro.

[6] RAO sta per Rossijskoe Akcionernoe Obščestvo (Società per Azioni Russa), EĖS sta per Edinaja Ėnergetičnaja Sistema (Sistema Energetico Unico).

[7] Holding formata dalla TNK (Tjumenskaja Neftjanaja Kompanija, “Compagnia Petrolifera di Tjumen'” – Tjumen' è una città della Siberia occidentale) e dalla British Petroleum.

[8] Russificazione di leader. Probabilmente è solo una “scatola cinese”.

[9] “Russia”.

[10] Aleksej Borisovič Miller, vice-ministro dell'Energia e presidente della Gazprom.

[11] “Gruppo di Media Nazionale”.

[12] Società finanziaria.

[13] “Primo Canale” (il primo canale della TV di Stato).

[14] TV privata (REN sta per Renessans, “Rinascimento”).

[15] “TeleRadioKommunikacija (Tele-Radio-Comunicazioni) Pietroburgo – Quinto Canale”, canale televisivo pietroburghese indipendente.


http://matteobloggato.blogspot.com/2011/02/come-putin-prepara-la-campagna.html

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