30 dicembre 2010

A proposito di giornalismo (II)

Timošenko: nel rapporto del CPJ non sono entrate informazioni sulla morte di tre reporter russi

Dic. 27, 2010, 13:24

A dicembre il “Committee to Protect Journalists” [1] ha pubblicato un rapporto speciale sugli omicidi di giornalisti nel mondo. Fra l'altro nella lista dei morti non sono entrati tre giornalisti daghestani uccisi. Secondo i dati della “Glasnost Defense Foundation [2], questi omicidi erano legati alla loro attività professionale.

“Quanto al rapporto speciale, è venuto fuori stranamente che la Russia manca nella lista del CPJ (Committee to Protect Journalists). Su 12 casi di uccisioni di giornalisti registrati nel 2010 dalla GDF (Glasnost Defense Foundation) perlomeno tre casi sono molto simili a omicidi legati all'attività professionale”, – ha raccontato al corrispondente di "Kavkazskij uzel" il capo del servizio di monitoraggio della “Glasnost Defense Foundation”
Boris Timošenko.

“Sono gli omicidi in Daghestan di Sultan Sultanmagomedov,
Šamil' Aliev e Said Ibragimov. Negli ultimi nove casi in Russia non è tutto così evidente”, – chiarisce Timošenko.

Il Comitato per la difesa dei giornalisti (Committee to Protect Journalists, CPJ) il 15 dicembre a New York ha pubblicato un rapporto speciale dedicato agli omicidi di giornalisti nel 2010. I suoi autori ritengono che il paese più pericoloso per la stampa quest'anno sia diventato il Pakistan, dove nel 2010 si sono attivati in modo significativo i terroristi kamikaze.

Gli esperto del CPJ comunicano che come minimo otto giornalisti sono stati uccisi in Pakistan per la loro attività professionale. Secondo i dati del CPJ, complessivamente nel 2010 sono stati uccisi non meno di 42 giornalisti. La maggior parte delle morti di giornalisti nell'anno è dovuta ad attacchi di terroristi kamikaze e a scontri armati nelle strade. Tra gli uccisi cresce la quota di rappresentanti del giornalismo su Internet.

Nel rapporto si nota particolarmente che circa il 90 per cento degli omicidi di giornalisti restano casi irrisolti. Nel documento si sottolinea che il comitato per la difesa dei giornalisti conduce una Campagna mondiale per la lotta all'illegalità, facendo particolare attenzione alle Filippine e alla Russia, due paesi con un gran numero di casi irrisolti di omicidi di giornalisti”.

In seguito gli autori del rapporto scrivono che “di omicidi di giornalisti in Russia legati alla loro attività professionale quest'anno non c'è stata comunicazione”.

Timo
šenko ha notato che gli omicidi dei tre giornalisti daghestani sono tutti comunque legati alla loro attività professionale. Perfino se si trattava di qualche caso commerciale – tutti questi casi erano legati ai mezzi di informazione di massa.

Lo specialista della “International Federation of Journalists” (IFJ)
John Crowfoot ha raccontato al corrispondente del “Kavkazskij uzel” che la sua organizzazione insieme alla “Glasnost Defense Foundation” e il “Center for Journalism in Extreme Situations” ha già reso nota la banca dati sui giornalisti morti in Russia.

A breve tempo sarà pubblicata una seconda banca dati, in cui entreranno non solo casi di aggressioni e uccisioni di giornalisti, ma anche casi di minacce a giornalisti.

“Come mostra la pratica, praticamente tutti i giornalisti che hanno subito aggressioni sapevano in anticipo che poteva accadergli qualcosa. La maggior parte di essi aveva ricevuto minacce. Perciò abbiamo deciso di inserire una nuova sezione nella banca dati sui giornalisti russi. Questo darà notorietà a casi simili e forse aiuterà in qualche modo gli stessi giornalisti, nei cui confronti ci sono state minacce”, – ha raccontato John Crowfoot.

Secondo lui, in seguito si programma perfino di descrivere come i giornalisti siano usciti dalla difficile situazione creatasi – se hanno fatto dichiarazioni alla polizia, alla procura, alle organizzazioni internazionali per la difesa dei diritti umani e a quelle di giornalisti. Questo, secondo Crowfoot, può diventare un qualche aiuto concreto per i giornalisti russi che si trovano in situazioni complesse e non sanno o non si decidono a rivolgersi a qualcuno.

“Non si aveva molta voglia ora di separare i casi di uccisioni di giornalisti che hanno illustrato temi caucasici, e non ci siamo messi per ora a separarli dagli altri. Ma effettivamente i fatti sono evidenti – nel Caucaso del Nord, in particolare in Daghestan, ci sono gli indici più tristi”, – ha notato allora John Crowfoot.

Al momento presente la banca dari comune dell' IFJ, della “Glasnost Defense Ffoundation” e del “Center for Journalism in Extreme Situations” si trova su Internet.

Secondo Boris Timo
šenko, se nella nuova banca date dei giornalisti russi uccisi sarà introdotta la sezione “minacce”, la statistica sulla Russia sarà molto grande.

La “Glasnost Defense Foundation” ha pubblicato i propri dati sui giornalisti uccisi in Russia nel 2010. Cinque di essi sono giornalisti del Caucaso del Nord, di cui tre del Daghestan.

Così nella triste lista è entrato Evgenij Fedotov di
Čita [3], ucciso il 19 ottobre da un proprio conoscente, secondo i dati delle indagini. La versione sul legame dell'omicidio con l'attività professionale del giornalista viene verificata.

Dajan
Šakirov della regione di Kirov [4] è morto nell'esercito. Il giovane giornalista del “Čeljabinskij rabočij” [5] teneva dei diari nel periodo di servizio, programmando di pubblicarli in seguito. Presumibilmente si è ucciso, tuttavia sul suo corpo sono stati trovati numerosi lividi ed emorragie interne. E' stato avviato un procedimento penale per “induzione al suicidio”. Il diario di Dajan Šakirov è scomparso. Šakirov è stato insignito post-mortem del premio Sacharov per il giornalismo.

Il 1 agosto in Cecenia in conseguenza di un DTP
[6] sulla strada Groznyj-Šatoj [7] insieme alla propria famiglia è tragicamente perita la corrispondente speciale del "DOŠ" [8] Malika Betieva, insignita del premio Sacharov per il giornalismo nel 2009. In precedenza alla redazione, temendo per la vita e la sicurezza di Malika, toccò pubblicare i suoi materiali sotto pseudonimo e talvolta a rinviare del tutto la pubblicazione di singoli suoi articoli.

Il 25 luglio nella repubblica di Kara
čaevo-Circassia è morta la corrispondente di "Kavkazskij uzel", la 26enne Bèlla Ksalova, che in precedenza si era lamentata di pedinamenti. Verso le 21, non lontano dalla sua casa a Čerkessk [9], l'ha investita un'automobile. Secondo i dati del ministero degli Interni della Karačaevo-Circassia, la ragazza aveva attraversato la strada in “un punto non stabilito”.

Secondo i dati preliminari dell'inchiesta, il guidatore dell'automobile che ha investito Bèlla Arsen Abajchanov al momento dell'incidente era sobrio e non è fuggito dal luogo del fatto. Era al volante di una Volga
[10] di servizio del Rosprirodnadzor [11]. Bèlla è stata portata alla clinica repubblicana della Karačaevo-Circassia, dov'è deceduta per i traumi subiti.

Il 25 giugno a Mosca è stato ucciso il telegiornalista Dmitrij Okkert. Secondo i dati della CKP
[12] della Federazione Russa, il giornalista è deceduto per una ferita da coltello al collo. I rappresentanti della SKP hanno annunciato che esamineranno tutte le versioni possibili, compresa quella legata alla sua attività professionale.

Il 23 febbraio nel Territorio della Transbajkalia
[13] nella città di Chilok è stato ucciso l'ex corrispondente del giornale “Zabajkal'skij rabočij[14], lo scrittore Ivan Stepanov.

Il 18 marzo a Kaliningrad
[15] è stato ucciso il noto giornalista e blogger Maksim Zuev. Il suo corpo è stato trovato in un appartamento di un condominio in via Krasnaja nella città di Kaliningrad con segni di morte violenta – ferite lacero-contuse al collo e al tronco.

Il 13 maggio nel distretto di Sergokala
[16] in Daghestan è stato ucciso il direttore del canale televisivo locale TBS Said Ibragimov. Insieme a una squadra di riparatori accompagnata da una brigata della polizia andava a ristabilire un ripetitore televisivo, mitragliato il giorno prima dai militanti. Vicino al paese di Ajazi la Niva con i riparatori e la UAZ della polizia sono cadute in una trappola. I militanti hanno fatto esplodere una bomba sulla strada seguita dalle macchine e poi hanno aperto il fuoco su di esse. Di conseguenza sono morte cinque persone, tra cui Said Ibragimov e quattro sono rimaste ferite.

Il direttore della compagnia televisiva “Macha
čkala-TV” [17], ex capo della sezione per l'istruzione islamica dell'amministrazione spirituale dei musulmani [18] del Daghestan Magomedvagif (Sultan) Sultanmagomedov è stato ucciso l'11 agosto a Machačkala.

L'attentato a Sultanmagomedov è stato compiuto di mattina – l'automobile su cui si trovava è stata colpita da ignoti con armi automatiche all'incrocio dei viali
Šamil' e Akušinskij. Sultanmagomedov è stato portato in ospedale, ma non sono riusciti a salvare il giornalista – è deceduto per le ferite subite, senza riprendere conoscenza.

Sultanmagomedov era diventato direttore della compagnia televisiva “Macha
čkala-TV” dopo la morte del precedente direttore Abdulla Ališaev, ucciso a colpi d'arma da fuoco il 2 settembre 2008. Sultanmagomedov, così come il suo predecessore Ališaev, era un avversario ideologico dei wahhabiti [19]. Sull'esplosione dell'automobile sono stati aperti due procedimenti penali per due articoli del Codice Penale della Federazione Russa – “tentato omicidio” [20] e “uso illegale di munizioni e di sostanze esplosive”.

Il 5 maggio a Machačkala è stato ucciso
Šamil' Aliev, creatore e capo delle stazioni radio “Priboj” [21] e “Vatan” [22], direttore del canale televisivo “TNT [23]-Machačkala”. La sua automobile è stata colpita con armi automatiche da ignoti, che sono rapidamente fuggiti dal luogo del delitto. In conseguenza dell'attacco sono rimaste uccise due persone – si tratta di Šamil' Aliev e della sua guardia del corpo Saidmagomed Ubajdullaev, l'autista Ramzan Magomedov è rimasto ferito.

Ricordiamo che il problema delle uccisioni di giornalisti russi è stato discusso anche alla conferenza internazionale "Garanzia per un futuro sicuro del giornalismo in Europa Orientale" tenuta a Mosca dall'8 al 10 dicembre.

Nota della redazione: vedi anche le notizie “Ad Astrachan' [24] il tribunale ha rimandato al procuratore il caso del pestaggio di giornalisti durante le elezioni del sindaco della città", "Salagaev [25]: il primo ministro della Federazione Russa ha dato garanzie sulla sicurezza della giornalista Aslamazjan [26], "A Mosca il 19 novembre avrà luogo una proiezione alternativa del film sulla giornalista Baburova".

Autore: Dmitrij Florin; fonte: corrispondente del “Kavkazskij uzel”


[1] Organizzazione internazionale in difesa della libertà di stampa.

[2] Fondazione russa in difesa della libertà di stampa.

[3] Città della Siberia meridionale.

[4] Città della Russia centrale.

[5] “Il Lavoratore di Čeljabinsk”, giornale nato a Čeljabinsk (città ai piedi degli Urali nella Russia asiatica) come organo rivoluzionario.

[6] Dorožno- Transportnoe Proisšestvie (Incidente legato ai Trasporti Stradali).

[7] Šatoj è un importante villaggio della Cecenia meridionale.

[8] “Parola” in ceceno.

[9] Città della parte settentrionale della Repubblica di Karačaevo-Circassia.

[10] Automobile russa.

[11] Nome colloquiale dell'Obščestvennyj sovet pri Federal'noj službe po nadzor v sfere prirodopol'zovanija (Consiglio sociale presso il Servizio Federale nell'ambito dello sfruttamento delle risorse naturali).

[12] Sledstevennaja Komissija pri Prokurature (Commissione Inquirente presso la Procura).

[13] Territorio della Siberia meridionale.

[14] “Il Lavoratore della Transbajkalia”, giornale nato come organo rivoluzionario.

[15] Capitale dell'omonima enclave russa sul Mar Baltico.

[16] Villaggio del Daghestan centro-meridionale.

[17] Machačkala è la capitale del Daghestan.

[18] Principale centro culturale-spirituale islamico.

[19] Termine usato in Russia per definire gli estremisti islamici in generale.

[20] Sic.

[21] “Risacca”.

[22] “Patria” in àvaro, lingua maggioritaria del Daghestan.

[23] Tvoë Novoe Televidenie (La Tua Nuova Televisione), con allusione all'esplosivo...

[24] Città russa alla foce del Volga.

[25] Èduard Michajlovič Salagaev, presidente dell'associazione nazionale russa dei giornalisti televisivi e radiofonici.

[26] Manana Al'bertovna Aslamazjan, giornalista russa di origine armena sottoposta a persecuzioni giudiziarie e costretta a riparare in Francia.


http://matteobloggato.blogspot.com/2010/12/anche-le-organizzazioni-di-settore.html

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