Un'ammonizione in una gamba |
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Perché un agente dello FSB [1] ha sparato nel metrò di Mosca
Un'immeritatamente lussureggiante primavera è piombata quest'anno su Mosca. Sotto la mia finestra, che guarda sul centro commerciale e ricreativo “Evropejskij” [2], fioriscono odorosi i lillà e più forte della Babkina [3] cantano gli usignoli. Probabilmente proprio gli usignoli hanno inquietato i soldati del fronte invisibile: I cekisti [4] sono entrati compatti nell'inasprimento primaverile. Non è riuscita la nostra rapida, qual rondine, Duma di Stato a valutare sia pure in prima lettura la legge Putin-Orwell giunta dalla Lubjanka [5] a nome del governo, che prevede pene per i reati del pensiero, come se gli eredi di Dzeržinskij [6] giocassero in anticipo. Ricordiamo che il menzionato documento dà agli agenti dei servizi segreti il diritto di comminare ammonizioni a quei cittadini che ancora non hanno compiuto azioni punibili penalmente, ma, secondo lo FSB, sono capaci di farlo. Ma perché queste ammonizioni, come qualsiasi idea della Lubjanka, acquistino forza materiale, si propone di introdurre emendamenti al Codice sulle violazioni amministrative. Per il rifiuto di adempiere le richieste dei cekisti si minacciano i comuni cittadini di multe da 500 a 1000 rubli [7] o di arresto per 15 giorni, i funzionari, che agli occhi d'acciaio della gebucha [8] sono meglio dei cittadini, da 1000 a 3000 [9] e ai nemici del popolo giuridici toccherà pagare fino a 50000 [10]. Perfino il deputato della Duma di Stato Viktor Iljuchin, di cui i compagni di classe dicevano negli intervalli con un'ombra di orgoglio: “Guarda, è arrivato il nostro deržimorda [11]”, ha riconosciuto che i cekisti pretendono poteri oltre i limiti dell'abuso sovietico. “Oggi tutto è dato alla mercé delle strutture armate”, – ha detto Iljuchin, come facendosi simile a Colombo. Ma un fedele allievo di Feliks Èdmundovič e Lavrentij Pavlovič [12], un certo coraggioso capitano dello FSB, ha deciso di non attendere l'esito felice dei dibattiti della Duma. Nell'atrio della stazione del metrò “Varšavskaja” [13] con la pistola d'ordinanza ha sparato eroicamente a una gamba di un criminale del pensiero, che, forse, analizzava fra se ad alta voce le partite di scacchi di Kasparov e si inquietava a causa di Katyn'. Secondo il comunicato dell'ITAR-TASS, l'incaricato operativo dello FSB era ubriaco. D'altra parte, la “RIA Novosti” [14], dove sono informati meglio degli altri sui nostri Stirlitz [15], afferma che ubriaco era il nemico del popolo, mentre il capitano si trovava in servizio e ha condotto nel metrò una battaglia mai vista. In un modo o nell'altro, dal luogo dell'incidente l'uomo sospetto è stato trasportato all'ospedale con una ferita ad una gamba, ma dove si sia nascosto il cekista non è noto. Probabilmente è andato al covo a creare una leggenda. Secondo me il caso non vale un tubo [16]. Il nemico è penetrato nell'atrio della stazione “Varšavskaja” e ha maledetto mentalmente la verticale del potere. E il capitano dello FSB ha reagito istantaneamente e gli ha comminato un'ammonizione con la pistola di ordinanza. Che gli dica pure grazie che dopo la prima ammonizione non è seguita quella finale [17]. In epoca sovietica il popolo scherzava timorosamente: “Nel CC mettono a tacere, nella ČK fanno a pezzi” [18]. Adesso c'è stata una modernizzazione: lo FSB ha preso su di se entrambe le funzioni. 14.05.2010, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2010/050/06.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni) |
[1] Federal'naja Služba Bezopasnosti (Servizio di Sicurezza Federale), il principale servizio segreto russo.
[2] Europeo.
[3] Nadežda Georgievna Babkina, famosa cantante melodica russa.
[4] Če-ka è lo spelling russo di ČK, abbreviazione di Črezvyčajnaja Komissija po bor'be s kontrrevoljuciej i sabotažem (Commissione Straordinaria per la lotta alla controrivoluzione e al sabotaggio), la prima polizia politica sovietica. I suoi agenti erano detti čekisty e così vengono chiamati tuttora gli agenti segreti.
[5] Nome colloquiale della sede del KGB (poi dello FSB) in piazza Lubjanskaja, nel centro di Mosca.
[6] Feliks Èdmundovič Dzeržinskij, fondatore della ČK.
[7] Da 13 a 26 euro circa.
[8] Nome colloquiale del KGB (che in russo si legge Ka-Gè-Bè).
[9] Da 26 a 79 euro circa.
[10] Oltre 1325 euro.
[11] Qualcosa come “reggi-muso”, sinonimo di soldataccio, rude uomo d'ordine.
[12] Lavrentij Pavlovič Berija, il terribile braccio destro di Stalin.
[13] “Varsaviana” (stazione della periferia meridionale sul viale Varšavskij, “Varsaviano”).
[14] Russian Information Agency (Agenzia Russa di Informazioni) Notizie, agenzia di stampa russa.
[15] Eroico e geniale agente sovietico infiltrato tra i nazisti del romanzo “Diciassette momenti di primavera” di Julian Semënov (Julian Semënovič Ljanders) e dello sceneggiato televisivo ad esso ispirato, su cui è nata in URSS un'infinità di barzellette paragonabili agli attuali “Chuck Norris facts”.
[16] Letteralmente “un uovo mangiato”.
[17] Letteralmente “di controllo” (così viene definito il colpo con cui ci assicura che il nemico muoia).
[18] In russo V CK (leggasi Cè-Ka) cykajut, v ČK čikajut, gioco di parole intraducibile.
http://matteobloggato.blogspot.com/2010/05/il-nuovo-kgb-della-russia-di-putin.html
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