12 febbraio 2010

A proposito della dottrina militare

La Russia lascia la vicinanza



Secondo la nuova dottrina militare il nemico non è la NATO, ma il suo allargamento


A scrivere dottrine militari pubbliche si pensò alla fine dell'epoca sovietica, per riflettere il carattere amante della pace del paese, che rinunciava per sempre al passato aggressivo e imperiale. Certo, allo Stato Maggiore ci sono anche documenti militari più seri. Per esempio, il piano per l'utilizzo delle forze armate, prima di tutto della componente missilistico-nucleare. Ma il piano per l'utilizzo era e resta difeso dal più alto grado di segretezza di Stato (OV o “Osoboj Važnosti[1]) e per la sua valutazione pubblica si rischia una bella condanna. Nella scorsa settimana il presidente Dmitrij Medvedev ha reso nota la dottrina militare pubblica e anche le declassificate “Basi della politica dello stato nell'ambito del contenimento nucleare fino al 2020”, che non è possibile valutare.

Nella Costituzione del 1993 è scritto che la Federazione Russa deve avere una dottrina militare dichiarata. Negli ultimi tempi gli entusiasti del Consiglio di Sicurezza sotto la guida dell'energico Nikolaj Patrušev hanno scritto molte dottrine e concezioni di ogni tipo, ma quella militare è un caso particolare, solo questa ha uno status costituzionale obbligatorio. Nel 1993 fu reso noto un documento transitorio – le “Basi fondamentali della dottrina militare”. Nel 2000 Vladimir Putin rese noto una dottrina militare complessiva. Hanno cercato di riscriverla molte volte, ma solo a Patrušev alla fine è riuscito.

La nuova dottrina è venuta meglio della precedente: il volume è inferiore del 20 percento e leggerla è più facile, anche se è costituita quasi esclusivamente di secche e insensate formule burocratiche. Tipo: “Innalzamento della qualità della preparazione dei quadri e dell'istruzione militare e anche crescita del potenziale militare-scientifico”. Nella dottrina ci sono in tutto 53 punti e quasi tutti sono spezzettati in importanti sotto-punti.

La precedente dottrina aveva un carattere transitorio dall'epoca eltsiniana di democrazia iniziale al suo sviluppo putiniano e perciò si distingueva per l'inclinazione alla verbosità. Per esempio, come una delle principali minacce esterne era indicato: “L'allargamento dei blocchi e delle unioni militari ai danni della sicurezza militare della Federazione Russa e dei suoi alleati”. E' chiaro che si tratta della NATO e non, diciamo, degli Emirati Arabi Uniti, ma l'imprecisione permetteva interpretazioni che nella pianificazione militare non sono ammissibili. Adesso l'avversario è finalmente indicato direttamente e in ciò consiste la principale dote della nuova dottrina – nell'onestà.

Nella nuova variante il primo fondamentale pericolo militare esterno è indicato sia pure in un linguaggio burocratico biascicato, ma del tutto chiaramente: “L'aspirazione ad attribuire al potenziale di forza della NATO funzioni globali, poste in atto in violazione delle norme del diritto internazionale, ad avvicinare le infrastrutture dei paesi membri della NATO ai confini della Federazione Russa, fra l'altro attraverso l'allargamento del blocco”. A parte questo: “Lo sviluppo (la crescita) dei contingenti militari degli stati esteri (dei gruppi di stati) nei territori degli stati (ortografia dell'originale – nota dell'autore [2]) confinanti con la Federazione Russa e i suoi alleati e anche nelle acque adiacenti”. A parte questo: “La creazione e lo sviluppo dei sistemi strategici della PRO [3], che mina la stabilità globale e viola i rapporti di forze creatisi nella sfera missilistico-nucleare e anche la militarizzazione dello spazio cosmico, lo sviluppo di sistemi di armamenti strategici non nucleari ad alta precisione”. E infine, “le rivendicazioni territoriali nei confronti della Federazione Russa e dei suoi alleati, l'intrusione nei loro affari interni”.

Certo, qui non si tratta solo degli USA e della NATO, ma anche, diciamo, dei cattivi georgiani, che muovono rivendicazioni e cercano di immischiarsi negli affari interni “della Federazione Russa e dei suoi alleati”. Ma per gli scopi dell'organizzazione militare, per cui propriamente si scrive la dottrina, non sono importanti i contadini georgiani diventati profughi in conseguenza delle pulizie etniche, ma la NATO e gli USA, che adesso sono precisamente indicati come i principali avversari della Russia. Il Segretario Generale della NATO Anders Fogh Rasmussen in risposta si è offeso e ha dichiarato: “Devo dire che la nuova dottrina non riflette il mondo reale… La NATO non è nemica della Russia. La dottrina non riflette la realtà e contraddice evidentemente tutti i nostri tentativi di migliorare i rapporti tra la NATO e la Federazione Russa”. Si è offeso del tutto invano. Il fatto è che sotto il potere sovietico la NATO era un nemico a pieno titolo e i nostri generali preparavano sul serio un'operazione strategica di difesa per bloccare una potenziale aggressione attraverso un'occupazione preventiva di tutta l'Europa Occidentale fino alla Manica. Ma nella nuova dottrina è indicato del tutto precisamente che l'avversario in generale non è la NATO e non sono gli USA , ma il loro “avvicinamento”, il loro “allargamento” e la loro “crescita” nella nostra zona di vacanze ai nostri confini “e nelle acque adiacenti”. Mosca può assolutamente collaborare con Bruxelles – e questo punto nella notevole dottrina c'è. Il fatto è che l'URSS sognava dimensioni mondiali, ma alla Russia oggi interessa solo la propria regione, proprio qui ci sono interessi di importanza vitale per cui si è pronti a lottare come con la Georgia.

La riforma militare radicale è cominciata a pieno regime un anno e mezzo prima della promulgazione ufficiale della nuova dottrina militare russa e questo è corretto, alla sovietica: la pratica determina la teoria. In conseguenza della riforma si disegnano delle forze armate del tutto determinate. Non per la guerra globale, come le precedenti sovietiche, ma esclusivamente per i circondari più vicini: compatte, mobili, moderne, con una componente nucleare a parte in ogni caso . Nella nuova dottrina, a dire il vero, si è conservata la posizione sull'indispensabilità di prepararsi non solo a guerre locali e regionali, ma anche a guerre “di grandi dimensioni” – nome convenzionale della precedente guerra globale con gli USA. Ma questo è solo un tributo alla tradizione, una preparazione a un reale conflitto globale come in epoca sovietica oggi non è contemplata.

Essenzialmente, seguendo con precisione la nuova dottrina, la Russia interviene nello spazio post-sovietico come ciò che l'Iran vuole diventare – come un teppista di strada in un quartiere disagiato (come una superpotenza regionale) con armi nucleari, perché i ragazzi degli altri quartieri si impauriscano e non si mettano di mezzo. Perciò nella nuova dottrina è notevole la paura di perdere il forte potenziale nucleare a causa della PRO progettata dagli americani. Peraltro nella nuova dottrina non c'è nulla sugli “attacchi nucleari preventivi”, di cui Patrušev aveva parlato in precedenza. Della nostra leadership si può dire tutto, ma tra loro non ci sono kamikaze idealisti: nessuno si prepara a usare realmente gli armi nucleari, sia “preventivamente”, sia in altro modo – sono solo per il contenimento e per le sbruffonate.

La dottrina è risultata del tutto chiara e in essa c'è un problema serio: il mantenimento di un potenziale nucleare pari a quello degli USA costa caro, da noi ora si spende metà del budget per questo e le prospettive dell'economia attuale non sono rosee. Ai partner a Teheran meriterebbe mettersi a pensare, guardandoci, se apparirà così bello il loro sogno, una volta diventato realtà.

Pavel Fel'gengauèr
osservatore della "Novaja gazeta"

10.02.2010, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2010/014/18.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] “Di particolare importanza”.

[2] Nell'originale Fel'gengauèr nota un errore di ortografia che non rilevo. Spero che qualcuno mi possa chiarire le idee.

[3] ProtivoRaketnaja Oborona (Difesa AntiMissile).



http://matteobloggato.blogspot.com/2010/02/una-dottrina-militare-da-teppista-dei.html

4 commenti:

citi951 ha detto...

trovo che le paure della Russia siano completamente valide. La Nato è stata molto aggressiva negli anni passati, espandendosi verso Est sempre di più. Ora la presenza di Obama può mitigare questa politica espansiva, ma un domani ? Se pensiamo che una stella nascente del partito repubblicano è Sara Palin, una che odia la Russia con tutte le sue forze ........

Matteo Mazzoni ha detto...

@Citi951: non voglio certo dire che gli USA e la NATO siano bravi, buoni e belli, ma la Russia sta giustificando ogni suo obbrobrio (Cecenia, Georgia, ecc.) su questa base...

Anonimo ha detto...

Bravo Mazzoni!È tutto vero quello che hai scritto.La Russia non è una santa, anzi al contrario.Sta dando Fastidio a tutti,e come!

Matteo Mazzoni ha detto...

@Anonimo: perché non ti firmi?