Ve la rifaremo vedere noi [1]! |
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La “Giovane Guardia di Russia Unita” [2] si è dichiarata un'arma di distruzione di massa
Il 22 giugno, nel giorno della Memoria e del Lutto [3], forse non più comprensibilmente di altri, ma peraltro, in ogni caso, più rumorosamente ha manifestato il proprio lutto la “Giovane Guardia”. Dispostisi in una piazzetta in via Aleksandr Nevskij [4] (che non molto tempo fa ha battuto per mezzo muso I.V. Stalin nel Grand Prix di “Imja Rossija” [5]), i membri della “Giovane Guardia” hanno acceso la sirena dell'allarme aereo in modo fedifrago, senza dichiarare guerra, causando alle vecchiette dei dintorni sedute sulle panchine lievi convulsioni e ai poliziotti che avevano l'aspetto di servizio d'ordine – una lieve emissione di urina. Certo, questa è stata l'azione di maggior successo di oggi dei membri da parquet della “Giovane Guardia” – per lo meno quella che ha avuto il più evidente effetto audiovisivo. Fra l'altro fino ad allora tutto era andato in qualche modo con tensione e bruttezza: né il coraggio di Serëžka Tjulenin [6], né lo charme di Ljubka Ševcova [7]. Si erano radunati per qualche scopo in piazza della Rivoluzione [8] nel giorno della Costituzione [9] e avevano annunciato al mondo intero con il microfono che il loro compito è far sì che in Russia non ci siano mai più rivoluzionari. Per eliminare in qualche modo la goffaggine, il leader ideale della MGER [10] Ivan Demidov aveva spiegato oscuramente che questa riunione “non è ancora il matrimonio della gioventù con la Costituzione, ma è già come un fidanzamento”. Ma questa sciocca ci sperava ed era andata probabilmente a farsi un bagno di vapore [11]. Dopo aver concesso lo ius primae noctis con la Costituzione ai vecchi compagni, i giovani lupi del Cremlino, con le mascelle stridenti per la libido insaziata, avevano deciso di pattugliare le vie in cerca di lavoratori immigrati illegalmente. Ma qualcosa non andò per il verso giusto. O gli immigrati non si fecero vedere o le batterie delle torce erano state comprate al mercato Čerkizovskij [12], si misero a sedere. E' diabolicamente difficile trovare un immigrato che lavora in nero [13] in una strada buia senza torcia. Peraltro stavolta tutto è andato com'era scritto. Dopo aver assordato le vecchiette con la sirena, i ragazzi gli hanno cantato una dura canzone patriottica per consolarle, hanno dato una rapida passata ai monumenti che si trovavano nelle vicinanze e sono partiti per un raid verso le ambasciate di Estonia, Ucraina e Lettonia. Senza dimenticare, prima di partire, di gridare lo slogan: “Chi vuole riesaminare la storia, se la rivedrà con noi!”. Dopo queste parole una vera minaccia ha preso a incombere sull'umanità. Se questa, come le vecchiette di via Aleksandr Nevskij, riposerà sulle panchine [14], nel mondo accadranno fatti mostruosi, con conseguenze irreversibili. Per cominciare la “Giovane Guardia” farà rivedere Katyń ai polacchi, la MGER deporterà di nuovo un quarto degli estoni e dei lettoni in Siberia, dopodiché cercherà e neutralizzerà in tutta l'Ucraina gli avanzi e i compagni d'armi di Petljura [15], Bandera [16], Mazepa [17], Chruščëv e Ščors [18]. Agli ungheresi la “Giovane Guardia” farà rivedere il '56 e ai cecoslovacchi il '68. All'America, perché non rialzi la testa – la crisi di Cuba. Ai francesi ridarà Mosca e la brucerà di nuovo con i lavoratori immigrati. Agli svedesi i membri della “Giovane Guardia” faranno rivedere Poltava [19], ai britannici il vero volto di Čičvarkin [20]. Era stata espressa l'idea di far rivedere Tsushima ai giapponesi, ma è stata riconosciuta sbagliata [21]. Dopo lunghe e libere discussioni a una tavola rotonda in presenza di Surkov[22] hanno deciso semplicemente di volgere loro il proprio muso asiatico [23]. Si sono arrovellati molto con gli afghani: c'è qualcosa che possiamo mostrargli di nuovo, che non abbiano già visto? Poi è venuto in mente: certo, “9 rota” [24] di Bondarčuk [25]. Fra l'altro è venuto in mente allo stesso Bondarčuk. Fino a tarda notte, nell'incerta luce di fumose lanterne, i ragazzi e le ragazze senza paura hanno discusso su cosa sia meglio dal punto di vista del 2020 [26]: invitare M. Šajmiev [27] a un nuovo scontro sull'Ugra [28] o semplicemente inviare contro di lui Osljabja [29] da Ščerbinka [30]? E poi i loro occhi hanno preso a incollarsi e si sono addormentati, lasciando l'umanità in pace per un po' di tempo. 26.06.2009, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2009/067/12.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni) |
[1] Letteralmente “vi faremo rivedere la madre di Kuz'ka”, espressione idiomatica di minaccia variamente interpretata e spesso usata da Chruščëv nei confronti dell'Occidente.
[2] Organizzazione giovanile di “Russia Unita” (partito che ha il solo scopo di portare avanti la politica di Putin) che si richiama all'organizzazione giovanile “Giovane Guardia”, che combatté contro i nazifascisti che avevano attaccato l'URSS durante la Seconda Guerra Mondiale.
[3] Giorno in cui si ricorda l'attacco della Germania nazista e dei suoi alleati all'URSS.
[4] Via del centro di Mosca.
[5] Il principe Aleksandr sconfisse gli svedesi sul fiume Neva nel nord della Russia nel XIII secolo e perciò fu chiamato Nevskij (“della Neva”). “Imja Rossija” (Nome Russia) è un concorso televisivo per eleggere i cento più importanti personaggi della storia russa.
[6] Sergej Gavrilovič Tjulenin, uno dei membri di punta della “Giovane Guardia” storica, ucciso dai nazisti nel 1943.
[7] Ljubov' Grigor'evna Ševcova, altra dirigente della “Giovane Guardia”, anch'essa uccisa dai nazisti.
[8] Piazza antistante la Piazza Rossa.
[9] Il 12 dicembre.
[10] Molodaja Gvardija Edinoj Rossii (Giovane Guardia di Russia Unita).
[11] Il più grande mercato moscovita, in cui si può trovare di tutto (ma non cose di qualità).
[12] Come dire, era andata a farsi bella (ci si rifà qui alle usanze di una Russia antica e agraria).
[13] Resa un po' goffa del gioco di parole dell'originale (dove l'immigrato era definito čërnyj, che letteralmente significa “nero”, ma va inteso principalmente come “clandestino”).
[14] Gioco di parole intraducibile tra počivat' na lavrach (riposare sugli allori) e počivat' na lavkach (riposare sulle panchine).
[15] Symon Vasil'ovyč Petljura, leader nazionalista ucraino che tentò di costituire un'Ucraina indipendente dopo la caduta dello zarismo.
[16] Stepan Andrijovyč Bandera, nazionalista ucraino, che tentò di costituire un'Ucraina indipendente durante l'invasione nazifascista.
[17] Ivan Stepanovyč Mazepa, capo cosacco che si schierò al fianco degli Svedesi contro la Russia.
[18] Nikolaj Alekandrovyč Ščors, comandante rosso ucraino rimasto ucciso durante la guerra civile dopo la Rivoluzione.
[19] Città ucraina, presso la quale i Russi sconfissero gli Svedesi all'epoca di Pietro il Grande.
[20] Evgenij Aleksandrovič Čičvarkin, imprenditore del settore della telefonia mobile e politico di opposizione, condannato in contumacia per sequestro di persona ed estorsione dopo la sua fuga in Gran Bretagna.
[21] Nella battaglia navale di Tsushima, nello stretto di Corea, i Giapponesi inflissero ai Russi la sconfitta decisiva per le sorti della guerra russo-giapponese del 1904-1905.
[22] Vladislav Jur'evič Surkov, primo vice-direttore dell'amministrazione presidenziale russa.
[23] Di volgere il proprio muso asiatico ai nemici orientali parlano gli “Sciti” (da leggersi come Russi) dell'omonimo poema di Aleksandr Aleksandrovič Blok.
[24] “La nona compagnia” (uscito sul mercato internazionale con il titolo inglese “The 9th Company”), film su un episodio dell'intervento sovietico in Afghanistan.
[25] Fëdor Sergeevič Bondarčuk, attore e regista.
[26] La “Giovane Guardia” si è posta come obbiettivo di lavorare in vista dell'anno 2020, atteso quasi come una data messianica.
[27] Mintimer Šaripovič Šajmiev, presidente della repubblica autonoma del Tatarstan, che sta lavorando per portarla dall'autonomia all'interno della Federazione Russa alla piena sovranità.
[28] Nel 1480 i Russi sconfissero i Tataro-Mongoli sul fiume Ugra (nella Russia centrale) e distrussero definitivamente l'Orda d'Oro.
[29] Roman (o Rodion) Osljabja è una figura semileggendaria di monaco-guerriero che affrontò i Tatari a Kulikovo – nella Russia centro-meridionale - nel 1380, nella battaglia che segnò l'inizio della fine del dominio tataro sulla Russia e sancì la supremazia del grande principato di Mosca sulla Russia.
[30] Cittadina nei pressi di Mosca.
http://matteobloggato.blogspot.com/2009/06/non-solo-putin-anche-i-suoi-giovani.html
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