22 gennaio 2009

A proposito delle forze dell'ordine russe (III)

I padroni di Mosca

Arrivano nella capitale su Mercedes con i bagagliai pieni di armi, uccidono i propri nemici nel centro della città, sequestrano persone e si impossessano di affari altrui, sparano su un autobus di linea con i passeggeri a bordo che non gli ha dato strada, vengono rilasciati subito dopo l’arresto perché hanno in mano i distintivi dei servizi segreti, le loro automobili sono fornite di permessi “per qualsiasi posto”, il loro principale argomento è la Stečkin [1]

Cos’è successo all’autobus n. 752

Questa storia viene raccontata in Internet come una barzelletta. Anche se, a nostro modo di vedere, c’è poco di divertente. Il 5 gennaio di quest’anno a Mosca il conducente di un autobus di linea non ha dato strada ad una berlina Mercedes МL 500. La macchina straniera era guidata dal plenipotenziario operativo dell’USB [2] del ministero degli Interni della Repubblica Cecena, il passeggero era il plenipotenziario operativo dell’UBOP [3] dello stesso ministero degli Interni. I poliziotti sono entrati all’interno dell’autobus e hanno picchiato il conducente, che, per difendersi, ha sferrato qualche colpo con il cric sul volto di uno degli assalitori. In seguito il conducente dell’autobus ha tentato di allontanarsi con il mezzo dal luogo dello scontro, ma uno dei poliziotti ceceni ha aperto il fuoco con una pistola Stečkin.

Per vie ufficiali non si è riusciti a chiarire nulla di questa storia. Gli uomini di turno all’OVD [4] “Troparevo-Nikulino” [5] hanno riso quasi a crepapelle: “Non ricordiamo proprio nulla! Chiamate lo ZAO [6], là lo ricordano”. Gli uomini di turno all’UVD [7] dello ZAO si sono rifiutati istericamente: “Ma noi qui non abbiamo a che fare con questo!” – e hanno consigliato di insistere a Troparevo.

Alla fine un poliziotto si è accordato per parlare con noi in forma anonima, “senza che, Dio ci scampi, mi si menzioni!”. (Certo, che c’è da stupirsi? Non si tratta della mafia, ma della polizia.)

“Il conducente guidava l’autobus n. 752. Da qualche parte a un incrocio qualcuno non ha dato strada a qualcun altro. E’ una questione di cultura, della GAI [8] in fin dei conti. Ma non si fa così! Non si spara! Ad accusare penserà il tribunale, ma il guidatore e il passeggero della Mercedes non erano di indole pacifica. Sono giunti alla fermata successiva, hanno aspettato quest’autobus, sono entrati all’interno, si sono messi a spiegare la situazione al conducente. Non so cosa gli abbia risposto il conducente. C’è stata una rissa, il conducente è stato trascinato per strada. Ha afferrato il cric – beh, capite, erano in due e questi era da solo. A uno ha rotto una mascella, anch’essi l’hanno malmenato. Poi il conducente è saltato dentro l’autobus e ha chiuso le porte. E attraverso una porta chiusa uno dei ceceni ha aperto il fuoco sull’autista con una pistola Stečkin. Ha sparato 7 proiettili. Al conducente, certo, è andata molto bene: un proiettile gli è entrato in una gamba – e basta! All’interno c’era gente, sono finiti sul pavimento, si sono nascosti in qualche modo”.

I passeggeri hanno chiamato un’ambulanza e la polizia. E’ giunto il gruppo ad azione rapida dell’OVD “Troparevo-Nikulino”. E qui gli sparatori hanno mostrato i propri distintivi. I poliziotti non hanno badato ai distintivi: “Qui siamo a Mosca, non sulle montagne e il conducente non è un militante”.

Il conducente è stato ricoverato in ospedale. “Ma questi colleghi… Uno è stato portato all’ospedale n. 31 con uno zigomo rotto, l’altro è stato portato sotto buona scorta alla procura di Nikulino: quando un poliziotto in qualche modo fa fuoco, la cosa è di competenza della procura. La procura ha preso subito tutti i dati degli agenti operativi e ha rimesso lo sparatore in libertà. E il suo compagno dall’ospedale n. 31 è stato portato non si sa dove – adesso non sappiamo neanche se è stato aperto un procedimento penale!”

Fra l’altro i poliziotti hanno dimenticato i nomi della vittima e dei ceceni perfino parlando in forma non ufficiale. Ma abbiamo potuto ristabilire i nomi di alcuni di quelli che hanno preso parte alla vicenda. In particolare il conducente, caduto sotto la scarica, si chiama Michail Poršnev, lavora al parco degli autobus n. 14 di Mosca.

Michail è entrato allo NII [9] Sklifosovskij il cinque gennaio con una ferita da arma da fuoco alla tibia. E’ stato operato e trasferito al secondo reparto traumatologico. “Il paziente si trovava sotto sorveglianza continua. Giorno e notte lo sorvegliavano due agenti di polizia – a turno. Era perché non lo finissero da noi, – ha raccontato uno degli uomini dello NII Sklifosovskij. – Il fatto è che, dicono, erano kadyroviani [10] e questi ha spaccato la testa ad uno di loro”. Il medico non ha più risposto ad alcuna altra domanda: “Anche così vi ho già detto più di quanto potessi”.

Il parco degli autobus n. 14, dove lavorava Michail, ci ha accolti in modo guardingo. All’ingresso ci hanno bloccati subito due guardiani, in attesa che il loro capo telefonasse ai dirigenti. I dirigenti si sono consultati per un po’ di tempo, poi hanno richiamato: “Purtroppo non vi possiamo accogliere. Andate al Mosgortrans [11], qui non avete nulla da fare”.

Fra l’altro il guardiano ha precisato: “Abbiamo una disposizione – per parlare della sparatoria non fare entrare assolutamente nessuno”. Di conseguenza la sorveglianza del parco degli autobus non ha permesso al nostro fotoreporter di fare foto neanche in campo lungo – si sono messi a gridare e ad agitare i pugni.

Il 15 gennaio è finita la breve degenza di Michail Poršnev, il conducente dell’autobus è stato dimesso. Non ci è riuscito neanche stabilire dove si trovino attualmente gli sparatori. Probabilmente vanno da qualche parte…

Rostislav Boguševskij [12]
Elena Kostjučenko

Novaja Gazeta, 19 gennaio 2009, http://www.novayagazeta.ru/data/2009/004/00.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] Pistola di fabbricazione russa.

[2] Upravlenie Sobstvennoj Bezopasnosti (Direzione della Sicurezza Interna).

[3] Upravlenie po Bor’be z Organizovannoj Prestupnost’ju (Direzione per la Lotta alla Criminalità Organizzata).

[4] Otdel Vnutrennich Del (Sezione degli Affari Interni), in pratica la polizia di quartiere.

[5] Quartiere della zona sud-occidentale di Mosca.

[6] Zapadnyj Administrativnyj Okrug (Circondario Amministrativo Occidentale).

[7] Upravlenie Vnutrennich Del (Direzione degli Affari Interni), in pratica la polizia di circoscrizione.

[8] Gosudarstvennaja Avtomobil’naja Inspekcija (Ispettorato Automobilistico di Stato), in pratica la polizia stradale.

[9] Naučno-Issledovatel’skij Institut (Istituto di Ricerca Scientifica).

[10] Membri dell’esercito privato di Kadyrov, noto per la sua ferocia.

[11] MOSkovskij GORodskoj TRANSport (Ente Cittadino dei Trasporti di Mosca).

[12] Giornalista della “Novaja gazeta”, che ha sperimentato anche in proprio la violenza dei “tutori dell’ordine” russi.


http://matteobloggato.blogspot.com/2009/01/il-potere-criminale-di-mosca.html

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Si, probabilmente lo e

Matteo Mazzoni ha detto...

@Anonimo: cosa?