09 gennaio 2009

A proposito della situazione del Caucaso (VIII)

DI NUOVO RIFORME

Jakub Chadziev [1], 07.01.2009 15:12


Nelle sue risposte date ai giornalisti della televisione locale prima di Capodanno il presidente della Repubblica di Inguscezia Ju. Evkurov, ricordando il destino del distretto Prigorodnyj [2], ha detto che in futuro sarà possibile che in luogo di una serie di repubbliche del Caucaso del Nord ci sia un governatorato (a dire il vero non ha fatto menzione di quale soggetto amministrativo e territoriale della Federazione Russa si tratterà) e allora tutti i problemi che riguardano questo distretto saranno risolti nell’ambito di questo governatorato.

Evidentemente, quando Ju. Evkurov ha parlato di un qualche governatorato, volontariamente o meno ha rivelato i piani del Cremlino per compiere una nuova riforma dell’organizzazione amministrativa e territoriale della Federazione Russa. Fra l’altro già da più di un anno notizie in merito filtrano sulle pagine degli organi di stampa e sugli schermi televisivi. Fra l’altro alcuni esponenti politici e di Stato della Federazione Russa nelle loro dichiarazioni degli ultimi anni hanno espresso il desiderio di ridurre il numero di soggetti del paese e qualcosa in questo senso è già stato fatto. Così le regioni di Perm’ [3], della Kamčatka [4] e molte altre tramite la fusione di 2 soggetti sono diventate territori [5]. Ognuna di queste regioni ha inglobato un soggetto etnico [6] (per esempio, la regione di Perm’ si è unita al circondario autonomo dei Komi-Permiachi [7]) e questo processo va avanti in tutta l’immensa Russia.

Indubbiamente piani del genere esistono anche per il multietnico e inquieto Caucaso del Nord.
In questo senso bisogna ricordare gli anni ‘20 del secolo scorso, quando per qualche anno esistette l’ASSR [8] Montanara nell’ambito della RSFSR [9], ma in seguito fu liquidata da I. Stalin a vantaggio di una sola etnia (gli Osseti) per trasferire ad essa la capitale comune – Vladikavkaz [10].

Va notato che ogni etnia che faceva parte dell’ASSR Montanara aveva la propria suddivisione amministrativa e territoriale (circondario), ma una capitale comune, un’unica legislazione e un unico governo. Allora non c’erano liti per i territori tra i montanari e un fenomeno del genere non c’era neanche tra montanari e cosacchi.

Liti e conflitti sono iniziati dopo l’inizio del processo di dissoluzione (un altro termine non è adeguato qui) dell’ASSR Montanara per iniziativa di Mosca e si sono acuiti dopo la deportazione di interi popoli in Kazakistan negli anni ‘40 e il loro ritorno negli anni ‘50 del secolo scorso.
Ogni etnia che faceva parte dell’ASSR Montanara aveva la possibilità di sviluppare la propria cultura, compresa la lingua e la scrittura. Certo, qui era presente un’autonomia nazionale e culturale elementare, nessuna etnia, cioè, cioè aveva una propria formazione nazionale e territoriale in diretto rapporto con Mosca. Ciò fu fatto più tardi, ma non negli interessi di ogni concreta etnia, ma per rafforzare l’influenza del centro sulle regioni (repubbliche).

Questa ricostruzione dei confini nel Cauucaso del Nord si è prolungata negli anni ’20-‘50 del XX secolo.

Più di tutti di questo “riassemblamento” dei popoli del Caucaso del Nord hanno sofferto gli ingusci, quando metà (il 48%) delle terre degli ingusci si sono trovate a far parte dell’ASSR dell’Ossezia del Nord e l’altra metà (il 52%) dell’ASSR di Cecenia e Inguscezia [11]. Questa situazione paradossale si è creata alla fine degli anni ‘50 del XX secolo e finora non è stata risolta, nonostante il ristabilimento di un’entità statale inguscia. Bisogna sperare che con l’ennesima riforma dell’organizzazione amministrativa e territoriale del Caucaso del Nord il centro federale si farà guidare non solo dai propri interessi (il rafforzamento della verticale del potere [12]) ma terrà conto anche dell’opinione e delle particolarità dei popoli di questo territorio.

La mancata volontà del centro federale (dell’Unione) di tener conto delle particolarità della storia, dei costumi e della psicologia dei caucasici del Nord più di una volta ha causato disgrazie a queste genti amanti della libertà e orgogliose.

http://www.ingushetia.org/news/17537.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)


[1] Uno dei redattori del sito inguscio indipendente Ingushetia.org.
[2] “Periferico”, distretto inguscio fatto proprio dall’Ossezia del Nord.
[3] Città della Russia europea ai piedi degli Urali.
[4] Penisola dell’estremo oriente della Russia asiatica.
[5] Krai sta per grande regione, all’interno della quale si trova una repubblica o una regione autonoma.
[6] Letteralmente “nazionale” (in pratica si tratta di territori popolati in prevalenza da una o due determinate etnie).
[7] Distretto uralico popolato in prevalenza dagli ugro finnici Komi e Permiachi.
[8] Avtonomnaja Sovetskaja Socialističeskaja Respublika (Repubblica Socialista Sovietica Autonoma).
[9] Rossijskaja Sovetskaja Federativnaja Socialističeskaja Respublika (Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa).
[10] Città principale e tuttora capitale dell’Ossezia del Nord.
[11] Ceceni e Ingusci sono stati forzatamente uniti fino alla caduta dell’URSS, ma nel Caucaso russo sopravvivono altre “unioni forzate” come quelle tra Cabardini e Balcari e tra Karačaj e Circassi.
[12] La struttura di potere creata da Putin che fa sì che le cariche esecutive siano nominate “dall’alto” mentre il popolo finisce per eleggere solo il presidente federale e organi legislativi privi di potere reale.


http://matteobloggato.blogspot.com/2009/01/il-caucaso-unito-un-back-to-ussr-che.html

5 commenti:

Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie

Anonimo ha detto...

leggere l'intero blog, pretty good

Anonimo ha detto...

La ringrazio per Blog intiresny

Matteo Mazzoni ha detto...

@Anonimi: ?

Anonimo ha detto...

INSERT