Com’è fatta: La stabilità in Cecenia
Perché la repubblica ha vissuto tranquillamente l’omicidio Jamadaev, la guerra in Ossezia del Sud, le “elezioni”[1] parlamentari e perfino un terremoto
La società cecena, che nel corso di tutto il 2008 è stata scossa da diversi avvenimenti e voci angosciose, lo conclude in uno stato abbastanza inerte. La guerra in Ossezia del Sud, la rotta del clan degli Jamadaev e l’uccisione dell’ex deputato della Duma di Stato [2] Ruslan Jamadaev, le elezioni del nuovo parlamento della repubblica, un terremoto accompagnato da distruzioni e vittime, – nel recente passato ognuno di questi avvenimenti sarebbe stato sufficiente per inasprire seriamente la situazione all’interno della Repubblica Cecena. Non è che la società cecena non abbia reagito in alcun modo ai detti avvenimenti – è semplicemente che la reazione si è sempre caratterizzata per una mitezza che non c’era negli anni precedenti.
Di per se questo può testimoniare la stabilità del sistema politico mai vista prima in Cecenia, raggiunta come esito di un’intera serie di fattori , tra cui si possono definire prioritari: 1. L’azione stabilizzatrice del centro federale; 2. Il consolidamento in corso dell’elite della repubblica attorno al caln dei Kadyrov , che dà una sufficiente stabilità alle autorità della repubblica. Dopo aver sistemato gli Jamadaev in modo relativamente facile e rapido, R. Kadyrov l’ha confermato ancora una volta – non c’era mai stato nella storia post-sovietica della Cecenia un presidente che avesse un così grande potere.
Tutto questo, tuttavia, non significa che la stabilità in Cecenia sia garantita per un lungo periodo. All’interno della Repubblica Cecena non ci sono in effetti forze in grado di sfidare seriamente il potere di R. Kadyrov, ma questo non lo ha reso più indipendente nei confronti del centro federale. La leadership politica di R. Kadyrov è stata raggiunta grazie all’appoggio diretto e decisivo del Cremlino e proprio questa risorsa gli permette di restare leader indiscusso. E’ sufficiente ricordare che i grandi programmi sociali, sui quali si basa la popolarità di Kadyrov all’interno della società cecena, sono pagati da Mosca. Le forme alternative di amministrazione (il programma “sgravi fiscali”), proposti in precedenza dalla Cecenia dopo gli avvenimenti del conflitto russo-georgiano, non sono già più attuali.
Non c’è alcun segno che indichi che il centro federale intenda in tempi brevi cercare un sostituto per R. Kadyrov, – il suo governo è “abbastanza efficace” per mantenere la stabilità in Cecenia. Lo stesso modello di governo in Cecenia è una copia precisa del governo della Federazione Russa da parte del Cremlino. Se in altre regioni dai governanti si esige lealtà e una qualche efficacia manageriale, da R. Kadyrov si esige solo lealtà.
Inoltre il centro federale, senza attrarre troppa attenzione, intraprende azioni dirette a far sì che il presidente ceceno non si trasformi in un governante autoritario indipendente.
Su questo piano è molto indicativa la storia dello scioglimento del battaglione “Vostok” [3], che all’interno della società cecena è stato recepito come una vittoria di R. Kadyrov sui fratelli Jamadaev. Tuttavia insieme a quella dei battaglioni “Vostok” e “Zapad” [4], considerati fuori dal controllo del presidente ceceno, si è iniziata anche la riorganizzazione dei battaglioni “Sever” [5] e “Jug” [6], considerati quasi la guardia personale di R. Kadyrov. Di fatto il centro federale ha iniziato la liquidazione degli “eserciti privati”, che sono esistiti per anni in Cecenia e che erano mantenuti rispettivamente dal ministero della Difesa e degli Interni russi. Al posto delle suddivisioni “nazionali” si formano gli usuali reparti militari con l’usuale linea di comando.
In tal modo la liquidazione dei battaglioni “Vostok” e “Zapad” non ha reso R. Kadyrov più forte davanti al centro federale, anche se il suo potere sulla società cecena appare adesso indiscutibile. Per lo meno all’interno della società cecena non ci sono forze capaci di sfidarlo. Proprio questo stato di cose ha fatto sì che perfino il rumoroso omicidio di R. Jamadaev (chiunque ci fosse dietro), presentato come un evidente regolamento di conti, non abbia provocato alcun serio inasprimento della situazione in Cecenia.
Inoltre i tentativi del centro federale di utilizzare R. Kadyrov come esempio vivente dell’efficacia della propria politica caucasica non hanno effetto in quanto l’attuale presidente ceceno è recepito negativamente non solo in Occidente, ma anche all’interno della società russa. Secondo buona parte dei russi, il regime esistente in Cecenia ha un carattere criminale, è estremamente corrotto e apertamente inaffidabile e l’appoggio ad esso da parte del centro federale è giustificato solo dal punto di vista politico – una Repubblica Cecena lasciata a se stessa diventerebbe per la Russia una fonte di grandi spiacevolezze.
Nonostante tutti gli sforzi intrapresi dai mezzi di informazione di massa di Stato per migliorare l’immagine delle autorità della repubblica e di R. Kadyrov in persona, non si riesce a raggiungere questo scopo. E se nella guerra dell’informazione con gli estremisti religiosi si hanno ancora singoli successi (per esempio, la campagna di pubbliche relazioni piuttosto ben fatta per l’apertura di una grande moschea a Groznyj), agli occhi del pubblico occidentale il presidente ceceno rappresenta non più di una marionetta del Cremlino, utilizzata per il lavoro “sporco”.
Insieme all’apertura della moschea il maggior interesse tra la popolazione è stato suscitato dall’intervento di un rappresentante del Senegal, che ha raccontato della presenza in passato sul suo territorio dello sceicco [7] Kunt-Chadži noto in Cecenia e degli oracoli dello sceicco avveratisi in Senegal.
Gli avvenimenti in Transcaucasia hanno solo dato il via a una guerra dell’informazione dell’Occidente contro la Russia, nella quale la Cecenia ha un ruolo poco importante. Il presidente ceceno si presenta a detta di tutti come una vera minaccia ai processi democratici del Sud della Russia e i suoi stretti legami con il Cremlino vengono valutati negativamente. Fra l’altro appaiono segni di una contrapposizione della diaspora cecena in Occidente alla maggior parte dell’etnia cecena che vive nella Cecenia stessa.
Oggi il fattore più irritante per la società cecena non sono i conflitti che di tanto in tanto scuotono l’elite della repubblica, ma il sistema di balzelli generali, che in varia misura si diffondono su quasi tutta la popolazione economicamente attiva della repubblica. I lavori di ricostruzione sono stati finanziati in buona parte da tassazioni imposte ai dirigenti non solo di imprese statali, ma anche private. Per esempio, l’ennesima ristrutturazione dell’ex viale della Vittoria (ora viale V. Putin) si è compiuta tra l’altro anche a spese degli imprenditori, i cui uffici si trovano in questa parte di Groznyj.
Oggi si può affermare in piena sicurezza che alcune attese, legate all’inizio dell’attività del parlamento della repubblica e delle sezioni regionali dei partiti politici russi, non si sono realizzate. Le passate elezioni della seconda legislatura hanno mostrato di nuovo che il loro risultato dipende completamente dal volere del presidente della Repubblica Cecena e del suo entourage più ristretto e che l’operato dei partiti politici è totalmente sottomesso al compito di instaurare nella realtà il modello di potere. La scelta di “Russia Unita” [8] e “Russia Giusta” [9] si spiega con il fatto che agli occhi di R. Kadyrov questi due partiti operano in qualità di parti [10] di un unico progetto politico e si trovano sotto il patronato dell’amministrazione del presidente della Federazione Russa [11].
E’ sintomatico che alla futura riforma amministrativa la società cecena non associ alcuna aspettativa.
Per caratterizzare in breve lo stato d’animo della maggior parte degli abitanti della Repubblica Cecena si può dire che questa vive di angosciose aspettative. La guerra in Ossezia del Sud ha mostrato ancora una volta quanto fragile e incerta sia la pace giunta in Cecenia. Questa sensazione è continuamente corroborata dalle azioni terroristiche condotte sistematicamente nelle vicinanze – in Inguscezia, inDaghestan, e adesso anche in Ossezia del Nord. E soprattutto: nonostante la crescente attività della polizia della repubblica e di altre strutture armate, per tutti resta evidente che la stabilità in Cecenia è garantita come prima da un’istituzione federale e dal sostegno finanziario di Mosca in ogni campo. La perdita di questo sostegno a R. Kadyrov potrebbe in tempi brevissimi portare la Cecenia fuori da uno stato di equilibrio così difficilmente acquisito e mantenuto.
Il sistema di governo statale russo in Cecenia è costruito in modo tale che non potrebbe funzionare in modo autonomo neanche per tre mesi.
Gruppo analitico della “Novaja gazeta”
01.12.2008, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2008/89/20.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1] Nell’originale l’ironia si percepisce meglio, perché in russo Vybory significa sia “elezioni” sia “scelte”.
[2] Tutte le assemblee legislative si chiamano “Duma”.
[3] “Est”, battaglione che agiva praticamente come esercito privato degli Jamadaev.
[4] “Ovest”.
[5] “Nord”.
[6] “Sud”.
[7] Il termine va inteso nel più puro senso di “anziano”, di leader spirituale.
[8] Partito che ha il solo scopo di attuare ovunque e comunque la politica di Putin.
[9] Partito filo-putiniano.
[10] Letteralmente “anelli”.
[11] E fra l’altro ha perfettamente ragione a pensarla così…
http://matteobloggato.blogspot.com/2008/12/la-stabilit-cecena.html
11 dicembre 2008
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