28 dicembre 2013

A proposito di Olimpiadi (XII)

In nome dell'Olimpiade di Soči

I casi degli oppositori Sergej Udal'cov [1], Leonid Razvozžaev [2] e Daniil Konstantinov [3] sono stati rinviati alla procura

Non sono riusciti tutti a stupirsi della clamorosa amnistia, grazie a cui hanno iniziato a uscire in libertà, tra gli altri, gli imputati del caso del 6 maggio [4] che il potere ha di nuovo iniziato come consapevolmente a danneggiare la propria reputazione. Come si può spiegare il rinvio alla procura dei casi di Udal'cov Razvozžaev, come pure il caso di Daniil Konstantinov  con un meschino spirito di vendetta o con il fatto che la giustizia non è riuscita a ricevere dal potere le istruzioni riguardo ai noti oppositori e nello smarrimento ha messo la faccenda “in pausa”?
La versione più diffusa sull'improvvisa misericordia del potere si formula semplicemente. L'ampia amnistia, che ha riguardato, tra gli altri, le persone coinvolte nel caso del Pantano [5] e la grazia a Chodorkovskij sono state causate dal desiderio del Cremlino di correggere la propria immagine prima dell'Olimpiade di Soči. Altrimenti i capi delle principali potenze mondiali avrebbero potuto semplicemente ignorare un progetto tanto importante per la Russia. Forse per il capo del nostro stato era diventato del tutto scomodo rispondere alle numerose domande riguardo al destino dei detenuti politici. E neanche l'opinione dei semplici ospiti stranieri della futura Olimpiade, per la maggior parte simpatizzanti con gli oppositori della nostra patria, si può togliere dal conto.

Il periodo in cui le autorità di fatto hanno rinviato i più clamorosi processi agli oppositori conferma in parte la versione “olimpica” dell'improvviso “disgelo”. A Udal'cov e Razvozžaev sono state prolungate le misure restrittive fino al 6 febbraio (gli arresti domiciliari e la detenzione agli arresti rispettivamente). Anche Daniil Konstantinov resterà nel SIZO[6] come minimo fino al 4 marzo. Nel frattempo l'Olimpiade-2014 si concluderà il 23 febbraio.

Purtroppo contare su una seria attenuazione della posizione dell'accusa è difficile. Nonostante che la posizione degli inquirenti nel caso di Udal'cov e Razvozžaev sembri come minimo dubbia e che il caso di Daniil Konstantinov si presenti apertamente falsificato, non c'è certezza di un verdetto assolutorio. Rilasciando noti oppositori, le autorità saranno con questo costrette ad ammettere che gli inquirenti hanno come minimo commesso gravi errori. Come massimo toccherà punire chi ha combinato entrambi gli scandalosi processi senza avere sufficienti basi.

Il'ja Konstantinov, padre di Daniil Konstantinov:

– Il tribunale ha stabilito che l'indagine di fatto non è stato condotta e che sulla base dei materiali che sono ora a disposizione non può essere emessa una sentenza.

Io ricorderei le parole del presidente all'ultima grande conferenza stampa, dove a una domanda sul caso del pantano e sul caso di Daniil Putin rispose che sono possibili errori investigativi e giudiziari, che è necessario correggere e che è necessario farlo insieme alla stampa e al pubblico. Mi sembra che Vladimir Putin abbia risposto così anche alla domanda su Daniil postagli di recente (all'incontro degli scrittori con il presidente alla fine di novembre di quest'anno – nota del redattore) da Sergej Šargunov [7]. E mi immagino che ci sia un determinato legame tra l'odierna decisione del tribunale e le parole del presidente.
Avrei voglia di credere che non sia semplicemente una decisione congiunturale legata all'Olimpiade. Ho voglia di credere che al potere sia apparsa l'idea che il sistema investigativo-giudiziario nella Russia contemporanea si trovi in uno stato orribile. Nell'ambito delle forze dell'ordine ci sono troppi elementi corrotti e apertamente criminali. Che, per dirla delicatamente, è necessario riformarlo e, per dirla in modo più determinato, è necessario ripulirlo e punire i criminali con le mostrine.

Ogni pozzo ha un fondo. Mi sembra che il sistema investigativo-giudiziario sia precipitato proprio sul fondo e che, come si dice, bussi ancora più in basso. Più avanti c'è la fine, più avanti c'è la catastrofe. Questo è già chiaro assolutamente a tutti e questo orrore non può continuare all'infinito. E avrei voglia di credere che anche la leadership politica della Russia si rende conto di questo.

Sergej Davidis, membro del consiglio dell'associazione per la difesa dei diritti umani “Memorial”:

– Questi casi sono del tutto diversi. Il caso di Konstantinov è essenzialmente casuale. Non penso che tutta la potenza del potere statale sia indirizzata a incarcerarlo. Penso che sia andata semplicemente così per sfortuna: le ambizioni degli agenti del centro "Ė" (La Direzione centrale per la lotta all'estremismo del Ministero degli Interni della Federazione Russa – n.d.r.) hanno fatto sì che in piena assenza di qualsiasi base sia stato avviato un procedimento penale clamorosamente falsificato. Non potevano già più tornare indietro e l'hanno portato in tribunale.
Quando si tratta di disordini di massa, è una questione di valutazioni. Diciamo che non ci sono stati disordini e gli inquirenti e la procura dicono: ci sono stati. Ma nel caso di Konstantinov si tratta di un fatto: se la persona era sul luogo del delitto o non c'era. Quando a tutti è chiaro che là non c'era, ha un alibi di ferro. Tutta l'accusa è costruita sulle deposizioni di una persona che, solo nel tempo che è durato questo procedimento penale, ha compiuto circa12 furti (il 22enne Aleksej Sofronov ha tre condanne e due condizionali per furti – n.d.r.). Ha cambiato deposizioni di volta in volta e durante le indagini la sua memoria si è sempre più chiarita.

Da una parte qui si tratta forse dell'Olimpiade, della riluttanza del giudice nel “passare alla storia”, dall'altra, e del tutto comprensibilmente, del fatto che l'attenzione pubblica alla persecuzione di Konstantinov non si spegnerà con l'emissione di una sentenza di condanna – al contrario, diventerà un fortissimo fattore di irritazione.

Per quanto riguarda Udal'cov e Razvozžaev, qui è esattamente il contrario: il potere ha il compito di dimostrare con qualsiasi mezzo che tutti gli interventi contro di esso sono stati ispirati da forze esterne. Semplicemente alla vigilia dell'Olimpiade non vogliono che una sentenza di condanna attiri l'attenzione su di loro. Razvozžaev per tradizione è considerato "legato" a Udal'cov. E perfino stando nel SIZO, è relativamente sicuro quanto a influenza sull'opinione pubblica. Finché Udal'cov si trova agli arresti domiciliari non crea flussi di informazione. Se stesse nel SIZO, avrebbe la possibilità di tenere una corrispondenza, attirerebbe simpatia verso di sé. E se l'oppositore fosse in libertà, organizzerebbe proprio delle manifestazioni, scuotendo l'opinione pubblica.

Spostarlo "nella cassa lontana" [8] fino alla fine dell'Olimpiade era l'unica cosa che il potere potesse fare e l'ha fatta.

L'Olimpiade, indubbiamente, è un potente fattore frenante per le nostre autorità. E dopo la sua fine, probabilmente, ci si può aspettare il rafforzamento delle repressioni.

Ivan Šipnigov, “Svobodnaja Pressa”, http://svpressa.ru/politic/article/79817/ (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] Sergej Stanislavovič Udal'cov, leader dell'“Avanguardia della Gioventù Rossa”.
[2] Leonid Michajlovič Razvozžaev, membro del “Fronte di Sinistra” sequestrato da agenti segreti russi a Kiev, dove stava per chiedere asilo politico.
[3] Daniil Il'ič Konstantinov, membro del movimento civico “Lega in Difesa di Mosca”.
[4] Il 6 maggio 2012, giorno in cui grandi manifestazioni contro il regime di Putin furono represse e moltissimi oppositori furono arrestati per poi essere detenuti e processati in modo arbitrario.
[5] Nome colloquiale della repressione seguita alla manifestazione del 6 maggio 2012 (vedi nota 4) in piazza Bolotnaja – “del Pantano”, che c'era un tempo – nel centro di Mosca.
[6] Sledstvennyj IZOljator (Isolatore di Custodia Cautelare).
[7] Sergej Aleksandrovič Šargunov, giornalista e scrittore vicino all'opposizione a Putin.
[8] Modo di dire russo. Come dire “rimandandolo alle calende greche”.


http://matteobloggato.blogspot.it/2013/12/ci-sono-le-olimpiadi-e-le-repressioni.html

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