04 settembre 2013

A proposito della Seconda Guerra Mondiale

La capitolazione incondizionata dei samurai
Il Giappone fu costretto alla resa non dagli attacchi atomici degli americani, ma dalle truppe sovietiche
Il 2 settembre è il giorno della fine della Seconda Guerra Mondiale. Proprio quel giorno nel 1945 il Giappone, l'ultimo alleato della Germania, fu costretto a firmare la capitolazione incondizionata. In Russia questa data per lungo tempo è rimasta come nell'ombra della Grande Guerra Patriottica [1]. Solo nel 2010 il 2 settembre fu dichiarato Giorno della Gloria Militare della Russia. Tra l'altro la disfatta dell'Armata del Kwantung di più di un milione di persone in Manciuria da parte delle truppe sovietiche è uno dei brillanti successi delle armi russe. In conseguenza dell'operazione, la cui parte principale durò in tutto 10 giorni – dal 9 al 19 agosto 1945, furono eliminati 84 mila soldati e ufficiali giapponesi. Quasi 600 mila furono fatti prigionieri. Le perdite dell'Armata Sovietica ammontarono a 12 mila persone. Una statistica abbastanza convincente per quelli che amano ripetere che i marescialli e i generali sovietici vinsero solo perché coprirono i nemici di cadaveri. 
Oggi è molto diffusa la versione, secondo cui i giapponesi furono costretti a deporre le armi dai bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki, che grazie a questo furono conservate le vite di centinaia di migliaia di soldati americani. Tuttavia una serie di storici ritiene che proprio la fulminea disfatta dell'Armata del Kwantung abbia mostrato all'imperatore del Giappone l'inutilità di un'ulteriore resistenza. Già nel 1965 lo storico Gar Alperovitz dichiarò che i colpi atomici sul Giappone non ebbero un grande significato militare. Anche Il ricercatore inglese Ward Wilson nel libro recentemente pubblicato "Cinque miti sulle armi atomiche" giunge alla conclusione che sulle determinazione giapponese nel combattere non influirono affatto le bombe americane. 
– Proprio l'entrata in guerra dell'URSS con il Giappone e la rapida disfatta dell'Armata del Kwantung da parte delle truppe sovietiche servirono da fattori principali della fine accelerata della guerra e della capitolazione incondizionata del Giappone, – concorda il direttore del Centro di Studi sul Giappone dell'Istituto per l'Estremo Oriente dell'Accademia Russa delle Scienze Valerij Kistanov. – Il fatto è che i giapponesi non intendevano arrendersi rapidamente. Si preparavano a una lotta furiosa con gli USA per le proprie isole principali. Testimoniano questo gli accaniti combattimenti a Okinawa, dove giunsero le truppe da sbarco americane. Questi combattimenti mostrarono alla leadership degli USA che erano imminenti battaglie sanguinose, che, secondo le supposizioni degli esperti militari, avrebbero potuto protrarsi fino al 1946. 
Recentemente è stato pubblicato un fatto interessante: sulle montagne non lontano da Kyoto gli americani hanno trovato un'apparecchiatura speciale destinata a lanciare proiettili da guerra che sarebbero stati comandati da kamikaze. Una sorta di aerei-proiettili. I giapponesi non avevano semplicemente fatto in tempo a usarli. Cioè accanto agli aviatori kamikaze c'erano anche altri soldati pronti a diventare kamikaze. 
L'entità numerica dell'Armata del Kwantung in Cina e in Corea con i reparti alleati ammontava a più di un milione di persone. I giapponesi avevano una difesa scaglionata e tutte le risorse necessarie per svolgere una guerra lunga e accanita. I loro soldati erano predisposti a combattere fino alla fine. Ma l'Armata Sovietica a quel tempo possedeva una colossale esperienza di svolgimento di guerra. Le truppe che erano passate per il fuoco e per l'acqua sconfissero molto rapidamente l'Armata del Kwantung. A mio parere, proprio questo fiaccò la volontà di lottare del comando giapponese. 
"SP": – Perché comunque si ritiene che proprio il bombardamento di Hiroshima e Nagasaki abbia costretto il Giappone a capitolare rapidamente?
– Sminuire il ruolo dell'URSS nella Seconda Guerra Mondiale, aumentando il significato degli USA è una tendenza comune. Guardate cosa avviene in Europa. La propaganda là agisce con tale successo che se si interrogano i piccoli borghesi comuni, moltissimi risponderanno che il maggior contributo alla vittoria sulla coalizione hitleriana è stato fornito dagli USA con i loro alleati occidentali.
E' caratteristico degli americani aumentare i propri meriti. Inoltre, affermando che proprio il bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki indusse il Giappone alla capitolazione, essi in qualche modo giustificano questo atto barbarico. Dicono, salvammo le vite dei soldati americani.
Tra l'altro l'uso delle bombe atomiche non spaventò molto i giapponesi. Questi non capirono neanche fino in fondo cosa fosse. Sì, fu chiaro che era stata usata un'arma potente. Ma allora nessuno sapeva delle radiazioni. Inoltre gli americani lanciarono le bombe non sulle forze armate, ma su città pacifiche. Ne soffrirono le fabbriche militari e le basi navali, ma morì principalmente la popolazione civile e la capacità di combattere dell'esercito giapponese non soffrì fortemente. 
"SP": – Il Giappone già da qualche decennio si considera un alleato degli USA. Il bombardamento di Hiroshima e Nagasaki ha impresso un marchio sui rapporti tra giapponesi e USA o questa è una pagina della storia già voltata da tempo?
– Tali cose certo non si dimenticano. I rapporti di molti giapponesi comuni con gli USA non sono affatto tra i più cordiali. Per quel barbarico bombardamento non c'è giustificazione. Sono stato a Nagasaki e a Hiroshima, ho visto i musei dedicati a questa tragedia. Un'impressione terrificante. A Hiroshima presso il memoriale c'è un deposito speciale dove si trovano le targhette con i nomi delle vittime di questo bombardamento. Ecco che questa lista continua ad essere ampliata – le persone muoiono per le conseguenze delle radiazioni. 
Il paradosso della storia sta nel fatto che i peggiori nemici di ieri oggi sono alleati. Questo incide sul modo in cui i funzionari giapponesi e i mezzi di comunicazione di massa ufficiali trattano questi avvenimenti. Negli articoli della stampa giapponese si può incontrare molto raramente la menzione di chi lanciò le bombe atomiche. Di solito parlano di questo in modo molto astratto. Ecco, dicono, è successa una tragedia, sono cadute delle bombe. Sugli USA tra l'altro neanche una parola. Si può pensare che le bombe atomiche fossero cadute dalla luna. Per di più suppongo che in conseguenza di questo occultamento alcuni giovani giapponesi sono certi che abbia fatto questo l'URSS, nei cui riguardi i mezzi di comunicazione di massa trasmettono molta negatività. 
Ma, ripeto, in maggioranza i semplici giapponesi non hanno dimenticato e non hanno perdonato quel bombardamento. Umori particolarmente negativi nei confronti degli americani sono diffusi a Okinawa, che fino al 1972 rimase sotto la diretta occupazione degli USA. Su questa piccola isola è ancora concentrato il 75% delle basi militari americane in Giappone. Queste basi danno molte spiacevolezze alla popolazione locale, a cominciare dal rumore degli aerei per finire con le sortite di alcuni soldati americani. Di tanto in tanto si verificano degli eccessi. I giapponesi non riescono ancora a tranquillizzarsi dopo che 18 anni fa alcuni marines violentarono una studentessa giapponese.
Tutto questo porta a far sì che regolarmente si svolgano iniziative con la richiesta di togliere la principale base americana. Le ultime proteste degli abitanti di Okinawa erano legate al trasferimento sull'isola di nuovi aerei americani. 
– La penisola coreana e la Cina erano una base di servizi logistici e risorse molto importante per il Giappone, – dice l'orientalista, candidato in Scienze Storiche e collaboratore del Centro per gli studi sulla Corea dell'Istituto per l'Estremo Oriente dell'Accademia Russa delle Scienze Konstantin Asmolov. – Esisteva perfino un piano di evacuazione della corte imperiale giapponese in Corea nel caso in cui sulle stesse isole del Giappone fossero iniziati combattimenti accaniti. Fino al momento dell'uso dell'attacco nucleare molte città giapponesi furono distrutte da bombardamenti convenzionali. Per esempio, quando l'aviazione americana bruciò, morirono circa 100 mila persone. Da come i giapponesi reagirono inizialmente al bombardamento di Hiroshima e Nagasaki fu evidente che non erano molto spaventati. Per loro, in generale, non era una grande differenza se una città era distrutta da una bomba o da mille. La disfatta dell'Armata del Kwantung da parte delle truppe sovietiche e la perdita della più importante piattaforma strategica sul continente fu per loro un colpo ben più serio. Proprio perciò si può dire che l'URSS al prezzo di 12 mila soldati morti accelerò in modo significativo la fine della Seconda Guerra Mondiale. 
– Quale fu il ruolo dell'URSS nella disfatta del Giappone si può giudicare da questo fatto, – dice lo storico e direttore del Centro per gli studi sulla Russia dell'Istituto di ricerche fondamentali e applicate dell'Università Umanistica di Mosca Andrej Fursov. – Churchill proprio alla fine della guerra dette ordine di elaborare l'operazione "Impensabile", che sottintendeva l'attacco delle truppe americane e inglesi con la partecipazione di divisioni tedesche sotto il controllo degli alleati occidentali il 1 luglio 1945. Contro questa operazione da parte degli esperti militari anglo-americani furono avanzati due contro-argomenti. Il primo – l'Armata Sovietica era troppo forte. Il secondo – l'URSS era molto necessaria per sconfiggere il Giappone. Nonostante il fatto che già nel 1943 nella guerra nell'Oceano Pacifico fosse avvenuta una svolta e gli americani avessero stretto con successo il nemico, questi capivano perfettamente che senza l'Unione Sovietica "finire di falciare" il Giappone sarebbe stato assai complesso. L'Armata del Kwantung teneva enormi territori in Cina e in Corea. E gli americani non avevano esperienza di una seria guerra terrestre. Perciò fu deciso di non svolgere l'operazione "Impensabile".
Se l'URSS non avesse sconfitto l'Armata del Kwantung come fece – rapidamente ed efficacemente, le perdite degli americani nella Seconda Guerra Mondiale (circa 400 mila persone) sarebbero state varie volte maggiori. Per non parlare delle enormi perdite finanziarie. 
I bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki non giocarono un ruolo militare. Da una parte fu una vendetta ingiustificatamente crudele per Pearl Harbor, dall'altra fu un'azione di intimorimento dell'URSS, a cui bisognava mostrare tutta la potenza degli USA. 
Oggi USA e Gran Bretagna hanno molta voglia di presentare tutto come se il ruolo dell'URSS nella vittoria sul Giappone fosse stato minimo. Bisogna riconoscere che nella loro propaganda hanno ottenuto grandi successi. I giovani di questi paesi non solo sanno poco della partecipazione dell'URSS alla Seconda Guerra Mondiale. Alcuni sono perfino convinti che l'URSS abbia combattuto dalla parte della Germania fascista [2]. Si fa di tutto per spingere la Russia fuori dal novero dei vincitori.
Aleksej Polubota, "Svobodnaja Pressa", http://svpressa.ru/war/article/73580/ (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] La guerra tra l'URSS e gli invasori nazifascisti.
[2] Fuori dall'Italia tutte le dittature di destra sono dette fasciste. Tra l'altro l'URSS fu di fatto alleata della Germania di Hitler nel primo anno della Seconda Guerra Mondiale.
 

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