Anatomia della giustizia [1]
Alcune leggi e concetti di un sistema giudiziario
repressivo
22.07.2013
Come ho notato subito dopo la condanna di Aleksej Naval'nyj, scrivere della questione stessa non è nel mio profilo – io sono un giurista e non un critico teatrale. Ma questo è un ottimo motivo per parlare del sistema giudiziario nel suo complesso, che a Kirov [2] si è inflitto una condanna. Questa condanna non riguarda solo Naval'nyj. Questa stabilisce lo "standard aureo" del sistema giudiziario russo. E' il più alto e ultimo stadio di putrefazione del sistema giudiziario russo.
Il caso Naval'nyj compie il processo di
trasformazione della giustizia russa in amministrazione del diritto.
La Russia contemporanea si rivela un paese dove il
diritto nella vita pratica gioca il ruolo più misero. Ben maggiore
significato del diritto avevano finora nel paese le norme e le
regole di comportamento non formali (i "concetti"). Oggi è
già in dubbio anche il vigore degli stessi concetti. Sorge la
sensazione che l'unico efficace "regolatore" dei rapporti
in Russia sia rimasta la nuda violenza (l'abuso).
Allo stesso tempo, per quanto sia paradossale, in
Russia cresce la "richiesta di diritto". Questa richiesta
deriva prima di tutto dalla necessità di un mercato privato
crescente, nonostante tutte le limitazioni. Lo sviluppo dei rapporti
di mercato ha come sua inevitabile conseguenza la necessità di
"guidare" continuamente migliaia di piccoli e grandi
conflitti che sorgono ogni giorno. E questo, a sua volta, spinge i
partecipanti al mercato alla ricerca di forme ottimali di
risoluzione delle situazioni di lite. Di anno in anno sempre più
persone in Russia si rivolgono alla giustizia. Tra l'altro crescono
a ritmi sempre più rapidi proprio le cause per liti tra loro di
cittadini e organizzazioni private. E' facile notare che i russi si
fanno più volentieri causa tra loro piuttosto che farla al potere.
La stragrande maggioranza delle volte i casi in
tribunale si risolvono più o meno secondo la legge. E anche se la
qualità del sistema giudiziario lascia a desiderare e non
corrisponde alle attese sociali, in generale e nel complesso è
abbastanza sopportabile, cosa che si riflette anche nei dati delle
statistiche giudiziarie e nei risultati dei sondaggi della pubblica
opinione. Tuttavia dove lo stato direttamente o indirettamente è un
partecipante al conflitto, la legge cessa di agire. Il potere,
similmente a un "buco nero" fa curvare attorno a se lo
"spazio del diritto" e nelle sue immediate vicinanze la
"materia di diritto" scompare del tutto.
La recezione cessa di essere duplice non appena ci
spostiamo nelle aule dove si ascoltano i procedimenti penali.
Nonostante tutte le belle parole sull'indipendenza, l'obbiettività
e il carattere competitivo del sistema giudiziario penale, i
tribunali penali restano dei fast-food giuridici che vendono
hamburger accusatori. Tra l'altro difficilmente qualcuno oggi
rischierà di riferire questo esclusivamente al lavoro qualificato
dei pubblici ministeri.
Il precipitoso degrado del sistema giuridico si
verifica contemporaneamente in due segmenti: "esterno" e
"interno". Nell'"esterno" rientra l'influenza
del potere giudiziario in quanto tale. Nell'"interno" si
verifica la rinascita del processo, la sua "semplificazione",
si castrano istituti e regole che sostanzialmente costituiscono il
contenuto della giustizia. Di conseguenza in Russia si verifica
continuamente la riduzione dello "spazio della giustizia",
la rinascita della giustizia come amministrazione del diritto.
L'amministrazione del diritto si distingue dalla
giustizia per il fatto di non possedere alcuna particolare autonomia
nei confronti di tutte le altre forme di attività burocratica. Il
sistema giudiziario in questo caso non è una branca indipendente
del potere che si trova in rapporti particolari con le altre sue
branche secondo il principio costituzionale della divisione dei
poteri, ma si trasforma in un qualche specifico ramo di attività
all'interno del potere esecutivo, che si distingue dagli altri rami
solo nella misura in cui nella società fondata sulla divisione del
lavoro una forma di qualsiasi attività professionale si distingue
da un'altra.
Nel sistema di amministrazione del diritto la
gerarchia della tutela dell'ordine appare del tutto diversa da
quella del sistema della giustizia. Prima di tutto questo è legato
al fatto che nell'amministrazione del diritto il tribunale non gioca
un qualche ruolo particolare di formazione del sistema, non è la
vetta della piramide dell'applicazione del diritto. Al contrario, i
tribunali sono privati di qualsiasi ruolo indipendente, tanto più
creativo. Sono una sorta di sezioni per il controllo tecnico (ОТК
[3]) sulla grande
produzione, dove il prodotto finito passa il controllo finale prima
di "essere messo in vendita". Questo ha due conseguenze
molto importanti.
In primo luogo, i giudici cessano di essere
funzionari particolari con uno status particolare e diventano
funzionari comuni, che rendono conto del loro lavoro ai funzionari
più alti, ricevono indicazioni e adempiono piani. Incoraggiamenti e
punizioni sono legati direttamente ai risultati del loro lavoro. Gli
stessi tribunali sono organizzati come dicasteri comuni, "ministeri
di giustizia" , che si distinguono poco, tranne che nel nome
dal Ministero della Difesa o dal Ministero dell'Istruzione.
In secondo luogo, nell'ambito del sistema
dell'amministrazione del diritto "gli ultimi saranno i primi".
La piramide dell'applicazione del diritto si rivolta da capo a piedi
nel vero e proprio senso della parola. Oggi le azioni dei servizi
operativi – l'anello primario della catena della giustizia –
predeterminano la sentenza del tribunale. E' come se l'opinione
dell'infermiera di turno in un ospedale distrettuale si rivelasse
decisiva in tutti i casi per un consulto di professori della
capitale. Tutti gli altri istituti – gli inquirenti, la procura,
il tribunale – hanno un carattere ausiliario, complementare nei
confronti del servizio operativo e ribadisce (fissa) soltanto i
risultati del lavoro operativo "sulla carta". Tanto le
indagini preliminari, quanto quelle giudiziarie, per non parlare già
delle ispezioni della procura sono una procedura particolarmente
formale, una finzione giuridica pan-russa
Il caso Naval'nyj entrerà nella storia come il
limite più importante nella formazione del sistema giudiziario
repressivo, divenuto il punto finale del movimento che è durato più
di dieci anni e, essenzialmente, ha occupato tutta l'epoca che si
usa definire "putiniana".
Questo processo di degrado del sistema giudiziario è
passato per tre tappe fatidiche, ognuna delle quali è stata
testimoniata dal suo simbolico clamoroso spettacolo penale.
All'inizio ci fu il "caso Chodorkovskij" – un
avvertimento che non certo tutti (neanche l'autore dell'articolo)
capirono subito. Era la rappresaglia su quelli che erano
"terribilmente lontani dal popolo" [4]
e che bisognava spaventare per primi. Poi ci fu il "caso
Magnitskij", il caso dei raznočincy
[5],
per sua essenza la condanna di tutta la classe media russa, il
segnale che non aveva niente da sperare in questo paese. E alla fine
giunse il turno del "caso Naval'nyj", che bussa già ad
ogni porta. Con questo l'evoluzione si è compiuta, tutte le
possibili tappe di sviluppo sono state passato. Il diritto russo è
andato per l'ennesima volta per tappe.
Nella fase finale i cambiamenti distruttivi nel
sistema giuridico sono passati sotto il segno del superamento dei
"ghirigori liberali" – il tentativo di
"liberalizzazione" del sistema giudiziario penale
intrapreso nel 2011, iniziato da Dmitrij Medvedev come reazione allo
scandalo legato alla morte del giurista Sergej Magnitskij in un SIZO
[6] russo alla fine del
2009. Purtroppo già nel 2012 l'"effetto Magnitskij" fu
completamente annullato e divenne chiaro che gli emendamenti
liberali alla legislazione non avevano influenzato in modo
essenziale la pratica dell'applicazione del diritto, che nel
complesso manteneva e perfino incrementava il suo carattere
repressivo.
La proprietà chiave del sistema giudiziario
repressivo è la riduzione del contenuto giuridico a vantaggio di
quello politico. L'evoluzione della pratica di applicazione del
diritto nel corso degli ultimi due anni si è verificata
esclusivamente in direzione dello stabilimento di un controllo
politico totale e globale sugli istituti e i processi giuridici.
La pressione ininterrotta e intensiva sul sistema
giudiziario ha portato alla "stratificazione" di fatto del
sistema giudiziario in "generale" e "speciale",
cosa che in qualche grado corrisponde alla pratica storica
tradizionale delle epoche di reazione (fine XIX – inizio XX
secolo, anni '30 del XX secolo). Tutti i casi, tanto penali, quanto
civili, in cui è presente l'"interesse dello stato", sono
esaminati con un ordine particolare sotto un duro controllo
amministrativo da giudici particolarmente selezionati, che si
specializzano nell'esame di questo tipo di casi. La possibilità di
una disposizione del tribunale non concordata politicamente
nell'ambito di tale "giustizia speciale" è praticamente
esclusa.
Certo, il sistema giudiziario opera anche in
un'enorme numero di casi penali e civili in cui l'"interesse
dello stato" non è espresso direttamente. Nell'ambito di tali
procedimenti le disposizioni dei tribunali sono prese secondo le
leggi vigenti con una correzione sulla componente della corruzione
(la cui importanza non va sminuita, ma non merita neanche di essere
esagerata), ma anche sulla base del degrado generale della cultura
professionale giuridica dei giudici (che è inevitabile con lo
sviluppo dell'amministrazione del diritto). Tra l'altro, la
"giustizia speciale" cresce come un tumore, il potere si
infila letteralmente in tutti i buchi giuridici e se si andrà
avanti così, presto ogni caso in Russia diventerà "fatidico".
Il "caso Naval'nyj" è un segno di maturità del sistema giudiziario repressivo. La sua evoluzione è compiuta e questo ora sta solidamente sulle proprie gambe. Non bisogna più, essenzialmente, regolare i tribunali in regime manuale per ogni caso. E' stato creato un sistema automatizzato di comando politico della giustizia. Nell'ambito di questo sistema le repressioni sono diventate tecnologiche. Queste tecnologie permettono al potere di risolvere i suoi problemi politici nei tribunali con spese minime.
L'assorbimento del sistema giudiziario civile da parte di quello penale
L'insegna del tempo è diventata l'essenziale
riduzione del ruolo del sistema giudiziario civile. Nella pratica la
decisione del giudice in un caso civile, in particolare una lite
economica, non è più il punto finale della lite tra le parti. Non
ottenendo soddisfazione nei tribunali civili, queste ricorrono
sempre più spesso a un metodo sperimentato – cercano di
trasformare il conflitto giuridico civile in un conflitto giuridico
penale, di coinvolgere lo stato con tutto il suo "apparato di
forza" nella loro lite privata, di costringere le forze
dell'ordine a lavorare "per loro". Quello che è
impossibile ottenere nell'ambito del sistema giudiziario civile, si
rivela pienamente possibile da ottenere per mezzo della prosecuzione
penale dell'avversario, tra l'altro praticamente gratis. La tendenza
globale consiste nella ricrescita, nella rinascita dei casi civili
come penali. Questo crea nella coscienza di massa e perfino
professionale un'idea inadeguatamente elevata del ruolo del diritto
penale e del sistema giudiziario penale. Alcuni giuristi già
dichiarano che il sistema di diritto russo è una piramide, in cima
alla quale si è posto non la Costituzione, ma il Codice Penale.
La catena di montaggio accusatoria
Il trionfo della giustizia selettiva
In Russia è prevalso il principio, secondo cui ogni
persona merita il proprio tribunale, chi severo e chi, al contrario,
umano. Un tribunale per Magnitskij in una cella affogata di feci, un
altro per la compagna dell'ex capo del servizio fiscale, i cui
funzionari Magnitskij accusò di appropriazione di miliardi di rubli
[8] pubblici, Evgenija
Vasil'eva, che in attesa della sentenza trascorre il tempo nelle
boutique della capitale. Questi doppi standard sono propagandati
apertamente e senza alcun imbarazzo. Chodorkovskij è in prigione da
dieci anni per quello che hanno fatto quasi tutte le persone del suo
livello, ciò che tacitamente non solo era considerato una norma
informale, ma in quel momento era legale. Tra l'altro nessuno di
quelli che hanno mostrato lealtà verso il potere è stato
incriminato per azioni analoghe. Tutto questo ha portato a far sì
che la norma costituzionale sull'uguaglianza di tutti davanti alla
legge si sia rivelata parole vuote e si crea l'impressione che su
questa sia stata imposta una moratoria.
Procedimenti speciali senza motivo speciale
In Russia diventa sempre più popolare
l'"applicazione esclusiva del diritto". Dalle regole e
procedure comuni sempre più spesso si fanno eccezioni per casi
particolari che non sono affatto particolari. E' come se un'utile
"invenzione" – procedimenti particolari per persone che
concordano con l'accusa e desiderano che le indagini nei loro
confronti si compiano in forma semplificata senza esaminare
essenzialmente il caso, cioè senza l'escussione dei testimoni,
senza l'esame delle prove e così via – si fosse trasformata in un
buco di dimensioni cosmiche nella giustizia, attraverso cui fuggono
legge e giustizia.
Il numero di processi di questo genere, che
procedono senza testimoni nel senso letterale e figurato della
parola, cresce in proporzione geometrica. Le persone coinvolte nei
casi penali si sentono partecipanti alle Universiadi e si affrettano
in gara a riconoscersi colpevoli, facendo per strada deposizioni
accusatorie nei confronti di altre persone, trasformatesi in ostaggi
di questi processi semplificati. Questo è già un puro "sistema
giudiziario secondo Vyšinskij".
Non c'è un reale sistema giudiziario, esso si riduce a un commercio
tra imputati e servizi operativi, che hanno la possibilità
illimitata di fare pressione sull'imputato durante la sua
carcerazione preventiva. Basta abolire l'arresto pre-processuale e
tutta la giustizia penale in Russia crollerà. Questo sistema può
farcela solo con una persona appesa alla ruota della tortura.
Il giudice Blinov [10]
ha condannato il sistema giudiziario russo alla pena suprema – la
perdita di fiducia a vita da parte della società. Non si può più
parlare di una qualche evoluzione di questo sistema, ha raggiunto il
suo apogeo e in futuro non lo minaccia già più alcun cambiamento
qualitativo. La differenza tra la giustizia di oggi e di ieri sarà
come quella tra il tritacarne meccanico e quello elettrico, tra le
forbici e il distruggi-documenti.
E' il traguardo. Più avanti si può solo fare
qualche giro per lo stadio, ma non si mette già più in conto. Il
terzo "caso Chodorkovskij" che si prepara non potrà
ispirare nuova energia in questo Halloween giudiziario. Questo, come
la condanna postuma di Magnitskij, sarà solo lo sfondo infernale
del sabba della giustizia russa. In questo senso nella condanna di
Magnitskij c'è una sua raffinata logica – i morti condannano i
morti.
I discorsi sulla riforma giudiziaria perdono ogni
senso. Il sistema giudiziario in Russia non va aggiustato.
Dev'essere mandato alla pattumiera della storia insieme a tutti i
suoi penosi abitanti. Qualsiasi cambiamento parziale è impossibile.
Ogni segmento non staccato del tutto con il tempo infetterà i nuovi
tessuti sani.
In questa situazione, se saranno confermate le
congetture sul fatto che per Dmitrij Medvedev è stata preparata la
poltrona di sommo sacerdote della corte suprema unificata creata in
fretta, sarà impossibile valutare questo se non come la sua ultima
umiliazione politica pubblica. Lo designeranno per lavorare come
guardiano del cimitero del suo sogno.
[1]
Allusione ai documentari "Anatomia della protesta"
trasmessi dal canale televisivo NTV di proprietà della Gazprom volti
a mettere in pessima luce l'opposizione a Putin.
[2]
Città della Russia centro-settentrionale dove si è svolto il
processo a Naval'nyj.
[3]
Dalla dicitura russa Otdely
Techničeskogo Kontrolja.
[4]
Parole di Lenin riferite ai rivoluzionari del XIX secolo.
[5]
Qualcosa come "di diverso grado", quelli che nella Russia
zarista stavano a metà tra i poveri e i privilegiati.
[6]
Sledstvennyj
IZOljator
(Isolatore di Custodia Cautelare).
[7]
Dalla dicitura russa Avtomatizirovannaja
Sistema Upravlenija Pravosudiem.
[8]
Un miliardo di rubli equivale a 29,2 milioni di euro.
[9]
Andrej Januar'evič Vyšinskij, procuratore generale sovietico
all'epoca delle purghe staliniane.
[10]
Sergej Vladimirovič Blinov, giudice del caso Naval'nyj.
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