29 novembre 2012

A proposito di Anna Poltkovskaja (XV)

Il comitato dell'ONU contro la tortura ha ricordato alla Federazione Russa la necessità di indagini sugli omicidi di Politkovskaja ed Ėstemirova
26 novembre 2012, 17.00
Il comitato dell'ONU contro la tortura nel suo rapporto sui diritti umani in Russia ООН critica le leggi recentemente approvate sulle organizzazioni sociali e il tradimento, indica i fallimenti nelle indagini su casi largamente noti di uso di violenza sui cittadini ed esorta le autorità russe a svolgere indagini e a punire i colpevoli degli omicidi dell'osservatrice della "Novaja gazeta" Anna Politkovskaja e dell'attivista per i diritti umani Natal'ja Ėstemirova.
Anna Politkovskaja, che ottenne notorietà prima di tutto grazie ai suoi articoli sul tema della Cecenia e del Caucaso del Nord, fu uccisa il 7 ottobre 2006. Il 15 luglio 2009 a Groznyj fu sequestrata, portata sul territorio dell'Inguscezia e uccisa un'amica di Anna Politkovskaja , l'attivista per i diritti umani Natal'ja Ėstemirova. I colleghi legano il suo omicidio alla sua attività professionale.
Tra le raccomandazioni degli esperti dell'ONU ci sono l'abolizione degli emendamenti alla leggi sulle ONG e sul tradimento di Stato
Il rapporto del comitato di profilo dell'ONU è dedicato all'adempimento degli obblighi internazionali nella sfera della tortura e di altri tipi di pena umilianti per la dignità umana. E' stato preparato da dieci esperti del comitato alla fine della sessione di novembre dell'ONU a Ginevra, nell'ambito della quale si sono svolti due incontri sulla situazione in Russia.
La Federazione Russa ha ratificato un accordo che prevede misure contro la tortura e altre forme di trattamento e pene crudeli, inumane e umilianti per la dignità già nel 1987, tuttavia gli attivisti per i diritti umani continuano ancora a riferire di numerosi casi in cui le forze dell'ordine cercano di ottenere confessioni dagli arrestati con l'aiuto della violenza, si dice nel testo del documento.
Il comitato dell'ONU ha esortato la Russia a intraprendere "misure immediate ed efficaci per la prevenzione di ogni caso di tortura e trattamento crudele sul territorio di tutto il paese" e a "liquidare l'impunità tra i responsabili". Nel rapporto si indicano anche i sempre più frequenti casi di intimorimento, persecuzione e attacco ad attivisti per i diritti umani e organizzazioni che seguono l'adempimento degli obblighi internazionali da parte della Russia.
Tra l'altro gli autori del rapporto criticano una serie di leggi approvate in seguito alle proteste di massa e all'insediamento di Vladimir Putin per il terzo mandato presidenziale, tra cui l'ordine di registrazione delle organizzazioni sociali nel registro degli "agenti stranieri" se il finanziamento della sua attività è compiuto con fondi occidentali entrato in vigore a novembre, come pure gli emendamenti al Codice Penale che ampliano i concetti di tradimento dello stato, spionaggio e divulgazione di segreto di Stato.
Una serie di attivisti per i diritti umani che lavorano sul territorio del Caucaso del Nord, come ha riferito "Kavkazskij uzel", ha definito l'iniziativa dei legislatori nei confronti delle ONG un "giro di vite", i rappresentanti delle due maggiori organizzazioni russe per la difesa dei diritti umani – "Memorial" e "Za prava čeloveka" [1] – hanno dichiarato di non essere intenzionate a rinunciare ai contributi internazionali e che faranno appello contro la legge alla Corte Europea. Anche gli emendamenti che riguardano le pene per tradimento dello stato sono stati sottoposti a critiche da parte degli attivisti per i diritti umani, che hanno espresso il timore che la nuova legge sarà ampiamente usata per schiacciare la loro attività.
Il comitato contro la tortura dell'ONU esorta tra l'altro la Russia a indagare sugli omicidi dell'osservatrice della "Novaja gazeta" Anna Politkovskaja nel 2006 e della collaboratrice del centro per la difesa dei diritti umani "Memorial" Natal'ja Ėstemirova, che lavorava nel Caucaso del Nord, nel 2009. Le autorità russe devono anche rivolgere attenzione al pestaggio dell'avvocato Sapijat Magomedova da parte di poliziotti in Daghestan nel 2010, indicano gli estensori del rapporto.
Questi hanno anche espresso seria inquietudine riguardo all'indipendenza delle commissioni pubbliche di osservazione che effettuano la sorveglianza sui luoghi di detenzione, riferendosi a comunicazioni su pressioni sui membri delle commissioni. Gli autori del rapporto hanno indicato anche l'assenza di reazione da parte delle forze dell'ordine russe a numerose comunicazioni sull'uso della tortura, anche alle più clamorose, notando che in tribunale giunge solo un piccolo numero di procedimenti penali aperti sulla base di tali denunce, scrive "Gazeta.Ru" [2].
I funzionari russi dichiarano che c'è un progresso nella lotta alla tortura nel paese
Prima della stesura del rapporto il comitato dell'ONU a Ginevra ha esaminato il quinto rapporto periodico della Russia sull'adempimento della Convenzione contro la tortura e le altre forme crudeli, inumane ed umilianti per la dignità di trattamento e di pena. Presentando il rapporto, il vice-ministro della Giustizia Georgij Matjuškin ha dichiarato che nella Costituzione della Federazione Russa è fissato l'assoluto divieto di tortura e di altre forme disumane di trattamento e di pena.
Il vice-ministro della Giustizia della Federazione Russa ha sottolineato anche che negli ultimi anni la Russia ha intrapreso un'intera serie di misure normative indirizzate alla lotta alla tortura e al trattamento incivile dei detenuti e che nel paese si intraprendono passi per la riduzione del numero di reclusi per misure restrittive prima dell'inizio delle istruttorie.
Il vice-ministro ha riferito della riduzione del numero di disposizioni giudiziarie per la reclusione come misura restrittiva e di un più frequente uso di misure restrittive non legate all'isolamento dei sospetti dalla società nel corso delle indagini preliminari e dell'uso di misure penali che introducono limitazioni della libertà di spostamento in luogo della reclusione. Negli ultimi 18 mesi, a suo dire, più di 36000 condannati hanno ricevuto tali forme di pena e nel 2013 in Russia sarà introdotta una nuova forma di pena – i lavori obbligatori, ha notato Matjuškin.
Questi ha dichiarato che nella Federazione Russa sta migliorando la situazione delle persone detenute in carceri e isolatori: sono stati creati più di novemila posti aggiuntivi nei carceri di custodia cautelare e che in media ad ogni recluso nel paese oggi toccano più di quattro metri quadrati. In particolare il vice-ministro ha indicato le ispezioni nelle carceri russe da parte di esperti indipendenti, notando che 700 membri delle commissioni speciale su questa questione hanno compiuto più di 1500 visite all'anno nelle carceri senza uno speciale permesso delle istituzioni.
Nelle proprie note preliminari i membri del comitato hanno approvato tali visite nelle carceri, tuttavia hanno espresso dubbi riguardanti le possibilità finanziarie degli attivisti per i diritti umani per compiere viaggi nelle località isolate della Russia, dove si trova la maggior parte delle carceri e hanno anche espresso inquietudine per le comunicazioni sull'aumento del numero di casi di maltrattamento di detenuti nelle carceri russe, si dice nel rapporto nel sito "Centro notizie dell'ONU".
Il comitato dell'ONU contro la tortura ha espresso inquietudine per il rapporto del governo russo, i cui autori hanno concluso che "nei luoghi di custodia cautelare non sono stati scoperti casi di tortura o trattamenti o pene crudeli, disumani e umilianti".
Ciò non corrisponde alle informazioni su come stanno le cose in altri paesi del mondo e alle informazioni che si hanno dalla Russia, ha notato al riguardo il vice-presidente del comitato Felice Gaer. "Vediamo che ben poche indagini… terminano con l'incriminazione (di chi ricorre alla tortura)", – ha dichiarato Gaer.
Questa ha sottolineato che l'assenza di controllo sulla situazione da parte delle autorità russe appare particolarmente angosciante sullo sfondo del fatto che questa è solo una delle "molte orribili tendenze" nella Russia contemporanea.
Come ha notato Gaer, dalla Russia giungono sempre più comunicazioni su violazioni di diritti umani, ma la crescita del numero di tali segnali può essere causato tanto dal peggioramento della situazione quanto pure dal miglioramento del sistema di monitoraggio delle violazioni.
Ricordiamo che le organizzazioni non governative russe hanno preparato un rapporto alternativo sulla situazione della tortura e sulle misure intraprese dalla Federazione Russa sulla sua prevenzione. Questo rapporto è stato presentato nel corso delle udienze sull'osservazione da parte della Russia della Convenzione contro la tortura e i maltrattamenti di Ginevra. Il rapporto abbraccia un grande spettro di problemi legati alla tortura: il nonnismo nell'esercito, la situazione nel Caucaso del Nord, nelle cliniche psichiatriche, ecc. Gli attivisti per i diritti umani indicano nel rapporto anche i tentativi dello stato di fare ordine in una serie di sfere, ma nota anche molte situazioni in cui mancano riforme.
"Kavkazskij uzel", http://www.kavkaz-uzel.ru/articles/216328/ (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1] "Per i diritti umani".
[2] "Giornale.ru", giornale on-line russo.
[3] Maksim Leonardovič Ševčenko, giornalista e attivista per i diritti umani russo.
[4] Cioè della Mordovia, repubblica autonoma della parte centrale della Russia europea.


http://matteobloggato.blogspot.it/2012/11/se-anche-lonu-chiede-che-si-indaghi-su.html

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