Atti terroristici mal spiegati
Due anni fa le šachidki [1] fecero esplodere il metrò di Mosca. Le tracce sono nitide, ma ingarbugliate
29.03.2012
Il 29 marzo alle 8 del mattino alla stazione del metrò "Lubjanka" [2] si fece esplodere la 29enne Mar'jam Šaripov, 40 minuti dopo alla stazione del metrò "Park kul'tury" [3] la 18enne Džanet Abdullaeva. Le kamikaze erano nei vagoni. Le esplosioni rimbombarono alle fermate quando i treni frenarono presso la piattaforma e alle porte che si aprirono si accalcarono i passeggeri.
La potenza dell'ordigno esplosivo alla "Lubjanka" era pari a circa 4 chilogrammi di tritolo, a "Park kul'tury" a circa 2 chilogrammi. In conseguenza delle due esplosioni morirono 40 persone, più di 100 rimasero feriti, parti lese sono state riconosciute 168 persone.
Per un mese intero ho tormentato il Comitato Inquirente con richieste di raccontare lo stato del procedimento sull'atto terroristico avviato due anni fa. Inizialmente il servizio stampa non riusciva a decidersi se in generale ci sarebbe stato un resoconto per l'ennesimo anniversario dell'attentato o no. Ma ecco che ieri mi hanno comunque inviato un comunicato stampa dell'ente, che oggi dev'essere presentato dal rappresentante ufficiale del Comitato Inquirente russo Vladimir Markin.
E' parso che ci fosse stato un qualche errore. Davanti a me stanno due comunicati stampa del Comitato Inquirente Russo sul corso delle indagini sugli atti terroristici nel metrò di Mosca, uno per lo scorso anno, l'altro per questo. Dire che sono simili è dire niente, si ripetono al 95%: parola per parola, lettera per lettera.
Ma non è un errore, perché si è riusciti a trovare la differenza. Per esempio, dal nuovo comunicato stampa consegue che rispetto all'anno scorso al procedimento, su cui lavorano due gruppi di inquirenti (uno a Mosca, l'altro in Daghestan) e in cui, accanto agli inquirenti, entrano agenti dello FSB [4] e del ministero degli Esteri, si sono aggiunte 4 perizie (invece di 322 sono divenuti 326). Ne risulta che in 365 giorni non è stata compiuta alcun altra azione investigativa. Il procedimento penale, com'era 110 tomi nel 2011, tale è restato anche nel 2012. Ma, prosegue Markin, "Il Comitato Inquirente Russo insieme ai servizi operativi del ministero degli Interni e dello FSB continua a identificare fiancheggiatori e altri complici del crimine allo scopo di fare ulteriori arresti".
Tuttavia in un anno nessun "altro" è comparso nel resoconto. Si afferma che "sono stati identificati tutti gli organizzatori immediati e gli esecutori degli atti terroristici". Organizzatore è il leader delle organizzazioni clandestine terroristiche del Daghestan Magomedali Vagabov, esecutori sono Gadži Aliev, Achmed Rabadanov, Ali Isagadžiev, Šamil' Magomednabiev, Murad Ščaščaev, Mar'jam ŠaripovaŠaripova e Džanet Abdullaeva. Sono già tutti morti.
A dire il vero, adesso, ritengono gli inquirenti, tutte le persone sopraelencate "facevano parte della banda del "jama'at [5] di Novyj Kostek", creato da Vagabov nel febbraio 2010". E nel territorio del distretto di Chasavjurt [6] (in questo distretto si trova il villaggio di Novyj Kostek – nota dell'autrice), afferma il Comitato Inquirente Russo, "si istruirono in faccende di esplosivi e nelle basi della preparazione militare, prepararono ordigni esplosivi artigianali, registrarono video-appelli per Internet", insomma si prepararono all'atto terroristico. E qui mi sorgono grossi dubbi.
Il fatto è che il "jama'at di Novyj Kostek" non esiste e non è mai esistito. Se non altro perché Šamil' Magomednabiev era emiro [7] del jama'at di Kiziljurt [8] e Murad Ščaščaev di quello di Kaspijsk [9]. Questi note personalità delle organizzazioni clandestine daghestane, essendo emiri nei propri luoghi, per quanto potessero volerlo non avrebbero potuto far parte di altre "bande". Entrambi furono uccisi nel 2010 nel corso di due diverse operazioni speciali, la loro liquidazione fu esposta dettagliatamente dal comitato antiterroristico nazionale. I rappresentanti del comitato antiterroristico nazionale elencarono decine di crimini a cui avevano preso parte Magomednabiev e Ščaščaev, da attacchi ad agenti delle forze dell'ordine e militari a incendi di negozi e posa di mine sulla rete ferroviaria in Daghestan. Ma né lo FSB, né il ministero degli Interni rammentarono una volta la loro partecipazione all'organizzazione degli attentati di Mosca.
Invece dopo la liquidazione di Achmed Rabadanov e Ali Isagadžiev – li uccisero il 26 aprile 2010 nel corso di un'operazione speciale – allo FSB dichiararono subito che uno [10] degli uccisi aveva accompagnato le kamikaze a Mosca, che era stato pedinato per molto tempo e che infine erano riusciti a neutralizzarlo. Solo ad aprile, secondo il resoconto degli agenti delle strutture armate, questi era Achmed Rabadanov, ma 4 mesi dopo, ad agosto, il presidente del Comitato Inquirente Russo Aleksandr Bastrykin in un'intervista "confermò" che uno dei militanti eliminati ad aprile "aveva accompagnato le kamikaze del metrò" e che era Ali Isagadžiev. Non è sorprendente che di conseguenza sia Rabadanov, sia Isagadžiev siano entrati nel "jama'at di Novyj Kostek". Che, ricordo, non è mai esistito.
E così nuovi cognomi di partecipanti alle esplosioni nel metrò nel resoconto del Comitato Inquirente Russo per lo scorso anno non sono comparsi, invece uno è sparito – non c'è Gusejn Magomedov. Nel 2011 Markin affermò che "proprio questi accompagnò le kamikaze al metrò". Perché questo cognome sia sparito ora non so, invece so che Magomedov è vivo e, secondo alcune notizie, è membro del jama'at di Sergokala [11].
Perché il capo dello FSB Aleksandr Bortnikov, che all'incontro con Medvedev si obbligò a informare sul corso delle indagini non ci racconterebbe che oggi esistono due centri per la preparazione di kamikaze? Nel primo la preparazione degli shahid si svolgeva sotto la guida del più influente comandante in campo ceceno Chusejn Gakaev. Fino alla disfatta nel marzo dello scorso anno la base principale si trovava nei boschi della Sunža [12]. Da là fu inviato all'aeroporto di Domodedovo il giovane kamikaze Magomed Evloev, là pure si preparò un'altra intera serie di shahid che si sono fatti esplodere nei territori della Repubblica Cecena e dell'Inguscezia.
Il secondo "centro" sorse circa tre anni fa nei boschi del distretto di Karabudachkent [13] in Daghestan sotto la guida di Magomedali Vagabov. Accanto a Mar'jam Šaripova e Džanet Abdullaeva là furono preparati kamikaze che compirono altri 8 atti terroristici, principalmente nel territorio del Daghestan.
Perché non ci raccontano che agli atti terroristici contro i civili, per esempio in Daghestan, guardano decisamente in modo negativo, cercò di introdurre una simile pratica un mucchietto di fanatici con a capo Magomedali Vagabov. Tuttavia dopo la sua liquidazione da parte dei gruppi speciali dello FSB nell'agosto 2010, e in seguito nel febbraio 2012 del suo successore Ibragimchalil Daudov e di parte dei suoi compagni più vicini tale pratica potrebbe cessare del tutto. Non ci sono persone desiderose di "far esplodere la Russia", una cosa è condurre una guerra contro gli "sbirri" ed esigere soldi per la jihad dagli "uomini d'affari" locali e tutta un'altra è far saltare in aria dei civili. Questo sente anche Dokku Umarov, che qualche mese fa dichiarò che "proibiva atti terroristici contro i civili della Federazione Russa".
Ma non dormirò tranquilla perché Umarov ha dato un qualche "ordine", voglio sapere precisamente cos'hanno fatto gli splendidi agenti delle strutture armate per la mia tranquillità. Ed essi stessi capiscono che ci è necessario saperlo. Ma per qualche motivo alcuni fanno tutto il lavoro e incaricano di fare resoconti altri, che non ne sanno nulla.
Irina Gordienko, "Novaja gazeta", http://www.novayagazeta.ru/politics/51874.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1] Russificazione e "femminilizzazione" dell'arabo shahid, "martire", cioè "terrorista kamikaze".
[2] Stazione del centro di Mosca presso la tristemente nota sede dei servizi segreti russi.
[3] "Parco della Cultura", stazione presso il parco noto in Occidente come "Gorky Park".
[4] Federal'naja Služba Bezopasnosti (Servizio di Sicurezza Federale), il principale servizio segreto russo.
[5] Comunità islamica (da intendersi qui come "gruppo terroristico islamico"). Il corsivo è mio.
[6] Città del Daghestan ai confini con la Cecenia.
[7] Nel senso primordiale di capo politico-militare.
[8] Città del Daghestan centrale.
[9] Porto daghestano sul Mar Caspio.
[10] Corsivo dell'autrice.
[11] Villaggio del Daghestan meridionale.
[12] Fiume caucasico che attraversa Ossezia del Nord, Inguscezia e Cecenia.
[13] Villaggio del Daghestan centro-meridionale.