Brogli per posta
Nelle commissioni elettorali di Piter [1] ci sono file di persone che desiderano votare per posta – più di cinquemila persone hanno già espresso tale volontà
14.11.2011
Il "voto a distanza" per chi per qualche motivo il 4 dicembre non potrà andare al proprio seggio elettorale è utilizzato per la prima volta nella capitale settentrionale – ed ecco, ma va', ha acquisito tanta popolarità. L'opposizione, a dire il vero, è convinta che il problema non è il massiccio esodo dalla città nel giorno delle elezioni, ma che in tal modo il partito del potere compra i voti: altrimenti non può ottenere i risultati necessari.
Secondo le regole del "voto postale" ribadite dalla CIK [2], chi vuole votare per posta può presentarsi personalmente alla commissione elettorale territoriale e fare una dichiarazione o inviare una lettera alla commissione elettorale territoriale con la richiesta di inviargli una scheda (in questo caso la firma va autenticata da un notaio). Ricevuta la scheda, l'elettore la compila, la inserisce in una busta speciale e la invia per posta alla commissione elettorale territoriale. In seguito le schede (direttamente nelle buste sigillate, che vengono aperte solo alla conta dei voti) vengono trasmesse alle commissioni di seggio e si aggiungono a quelle che gli elettori depongono nelle urne il giorno delle elezioni.
Sembrerebbe che tutto fosse logico. Ma questo schema – come fin dall'inizio dissero gli scettici – è calcolato per membri delle commissioni elettorali e impiegati delle poste imparziali e indipendenti. Ma questo a Pietroburgo e non solo là è più che fantascienza. Le commissioni elettorali, totalmente controllate da "Russia Unita", sono diventate da tempo sezioni del partito per la garanzia dei risultati necessari alle elezioni e la "Posta della Russia" è entrata compatta nell'ONF [3] di Putin. E perciò niente impedisce di organizzare un flusso di dichiarazioni di volontà di votare per posta da parte di cittadini che sono dipendenti dal potere: impiegati statali, pensionati, militari. Tra l'altro il processo di voto "postale" è sottratto al controllo degli osservatori dell'opposizione: questi non possono verificare se è il cittadino stesso a compilare la scheda.
La realtà ha immediatamente confermato questi timori: alcuni cittadini si sono gettati sulle commissioni elettorali da soli, altri hanno preso a inviare là intere truppe. Peraltro tutte le commissioni elettorali territoriali si trovano negli edifici delle amministrazioni di quartiere.
La "prima rondine" è stata la circoscrizione del deputato di "Russia Unita" Aleksej Belousov nel quartiere Petrogradskij [4], dove dal 18 ottobre le dichiarazioni accuratamente preparate sull'intenzione di votare per posta venivano date direttamente all'ufficio per i servizi alle abitazioni, promettendo in cambio 500 rubli [5]. Promettevano di dare cento rubli subito e 400 dopo che davanti agli occhi degli "istruttori" l'elettore avesse posto la "spunta" sul cognome Belousov e gli avesse dato la scheda. Per legge l'elettore deve mandare la scheda personalmente, ma in presenza della "propria gente" alla posta questo limite si aggira facilmente. Come motivo per cui il cittadino non sarebbe stato in città gli "istruttori" ordinavano di scrivere una cosa qualsiasi. "Scrivete che sarete in trasferta", – spiegavano…
Notiamo: secondo la disposizione sul "voto postale", alla dichiarazione sull'intenzione di votare per posta il cittadino è obbligato ad allegare i documenti che confermano la gravità dei motivi della sua assenza dalla città il 4 dicembre. Ma de facto, la stragrande maggioranza dei cittadini che vengono accompagnati o trasportati alla commissione elettorale territoriale non allega alcun documento. De jure, in questo caso la commissione elettorale territoriale deve decidere se il motivo è grave e se non lo è non inviare la scheda. Ma de facto, le schede vengono inviate a tutti senza verificare niente. Anche se di "trasferta" o di "congedo" hanno scritto persone di età assai veneranda.
In seguito la fila di quelli che desiderano votare per posta si è formata anche in altri quartieri. Nel quartiere Kirovskij [6] – nella circoscrizione del deputato di "Russia Unita" Vitalij Milonov – le nonnine sono state trasportate a intere "partite" alla commissione elettorale territoriale su dei minibus e pure in un giorno festivo, quando la commissione formalmente non lavora. Nel quartiere Krasnogvardejskij [7] nelle circoscrizioni dei membri di "Russia Unita" Svetlana Nesterova e Igor' Rimmer nella commissione elettorale territoriale si è formata una vera folla di persone che facevano la dichiarazione. Anche nel quartiere Primorskij [8] i cittadini sono stati portati alla commissione elettorale territoriale con gli autobus – tra l'altro quello che uscivano dagli autobus erano subito istruiti, gli veniva spiegato come formulare il motivo per cui in nessun modo il 4 dicembre avrebbero potuto andare al seggio elettorale. Nello stesso quartiere Petrogradskij nella scuola n. 80 le dichiarazioni per il voto per posta sono state trasmesse tramite i bambini – spiegandogli che il già rammentato deputato Belousov "aiuta la scuola e tutti devono votare per lui". Nel quartiere Admiraltejskij [9] il 1 novembre gli insegnanti della scuola n. 280 sono stati trasportati all'amministrazione di quartiere, dove gli è stato richiesto di scrivere dichiarazioni sulla volontà di votare per posta. Il 3 novembre all'amministrazione del quartiere Vyborgskij [10] sono stati trasportati gli educatori dell'asilo n. 119 – direttamente durante l'"ora di silenzio", mentre i bambini dormivano. Tutti questi hanno scritto dichiarazioni sulla volontà di votare per posta, spiegando ciò con il fatto che il 4 dicembre andranno in trasferta a Kislovodsk [11].
Ora l'opposizione di Piter conduce un'osservazione sulle commissioni elettorali territoriali e scrive denunce. Non è escluso neanche un ricorso al tribunale per far abolire il "voto postale", che acquista un carattere sempre più scandaloso. Essenzialmente, ritengono gli oppositori, sotto la nuova insegna rinasce l'ormai abolito "voto anticipato", che per molti anni è stato usato per comprare gli elettori.
Ai primi di novembre il vice-presidente della Commissione Elettorale Cittadina Dmitrij Krasnjanskij espresse la convinzione che coloro che desideravano votare per posta sarebbero stati "una misera quantità". E inizialmente il termine per fare le dichiarazioni sull'intenzione di votare per posta era stato stabilito al 13 novembre. Ma "su richiesta dei lavoratori" [12] la Commissione Elettorale Cittadina l'ha prolungato al 24 novembre. E' evidente che altrimenti non si realizza il piano.
Viktorija Rabotnova
San Pietroburgo
"Novaja gazeta", http://www.novayagazeta.ru/politics/49459.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1] Nome colloquiale di San Pietroburgo.
[2] Central'naja Izbiratel'naja Komissija (Commissione Elettorale Centrale).
[3] Obščerossijskij Narodnyj Front (Fronte Popolare Panrusso), la coalizione di Putin.
[4] "Di Petrograd" (nome "russo" di San Pietroburgo), il quartiere più antico di Pietroburgo.
[5] Circa 12 euro.
[6] Quartiere della zona sud-occidentale, chiamato così in onore del politico sovietico Sergej Mironovič Kirov (vero cognome: Kostrikov).
[7] "Della Guardia Rossa", quartiere della zona orientale.
[8] "Marittimo", quartiere della zona centro-occidentale.
[9] "Dell'Ammiragliato", quartiere centrale.
[10] "Di Vyborg" (città della Russia settentrionale), quartiere della zona nord-orientale.
[11] Città ai piedi del Caucaso.
[12] Formula sovietica usata ironicamente.
http://matteobloggato.blogspot.com/2011/11/la-russia-di-putin-esplora-la-nuova.html
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