19 aprile 2010

A proposito di ambiente

Bajkal. Foto ricordo



Se la Russia di oggi ha pure una missione, questa consiste nel conservare per il pianeta i suoi polmoni – la Siberia e il suo pozzo – il Bajkal


Introduzione
Quando siamo andati lungo il Bajkal, la guida Aleksej Nikiforov si è aggiustata interiormente, ha cambiato faccia, ha smesso di imprecare, non ha fumato, in generale si è comportata come in chiesa. Se a qualcuno lì vicino fosse venuto in mente di gettare una cartaccia nell'acqua sacra, Nikiforov, penso, non l'avrebbe ucciso, ma quella persona si sarebbe resa conto della propria nullità. Per le nostre conversazioni rumorose borbottava scuse – ai venti, ognuno ha il proprio nome, e al Bajkal, si inchinava davanti a lui chiamandolo batjuška [1]. “Bisogna impetrare”, – ha detto, ha preso della vodka, l'ha versata, ha intinto l'anulare della mano sinistra nel bicchiere e ha scosso gocce di vodka nell'acqua ai quattro venti. Così sono venuto a sapere a cosa è necessario a una persona questo anulare [2]: questo, secondo gli aborigeni, è il più puro, perché con esso si servono anche le forze ultraterrene.
L'abitante di Irkutsk
[3] Nikiforov, è una persona radiosa, organizzatore e guida di spedizioni e viaggi, un po' – come tutti noi in Siberia – pagano. Lo abbiamo chiarito in modo speciale – è d'accordo con la trattazione veterotestamentaria: Dio in principio ha creato il cielo e la terra, “e lo Spirito di Dio aleggiava sulle acque”. Ma in questa frase questi, pare, fa molta attenzione non a questo inquieto Spirito, ma sul fatto che l'acqua a quel tempo già c'era.

E' la maggiore e la più profonda riserva di acqua dolce da 30 milioni di anni. Il Bajkal, è chiaro, aspetterà sia che il primo ministro Vladimir Putin vada in pensione, sia che il presidente del comitato per lo sfruttamento delle risorse naturali e per l'ecologia dell'unione degli industriali e degli imprenditori russa Oleg Deripaska fallisca.

Ma ciò non consola, in quanto nella Rus' [4] non sono sante solo le icone. Il Bajkal è santo. Per milioni di persone. E profanare ciò che è santo non è permesso né a Putin né a Deripaska. Fra l'altro quest'ultimo “è rimbalzato”, scambiando con profitto le azioni del Bajkal'skij celljulozno-bumažnyj kombinat [5] (BCBK) – l'unica impresa industriale che versi i rifiuti dritti nel sacro mare. E, come sottolineano i suoi PR, Deripaska (che in precedenza possedeva il pacchetto di maggioranza) non ha già più a che fare con il complesso industriale. Lo stesso Putin, firmata il 13 gennaio la delibera n. 1, che permette di nuovo di versare rifiuti nel Bajkal, finora non l'ha sostituito. Perciò questi resta il principale nemico del Bajkal e della Siberia.

Se ciò vi sembra troppo duro, lo ripeterò ancora una volta: non si tratta del fatto che il primo ministro sia andato contro la volontà storica – chiara e comprensibile – degli abitanti della regione del Bajkal, abbia umiliato e offeso i sentimenti di dignità umana e civile, l'essenziale è che ha fatto ingerenza nella sfera religiosa. Come conseguenza oggi per la difesa del Bajkal si uniscono persone completamente diverse con convinzioni diametralmente opposte o del tutto prive di esse. Cioè la protesta ha una base profonda, religiosa. Altrimenti non si spiegano i risultati delle votazioni sul sito di Irkutsk Babr.ru. Alla domanda su chi sia il principale nemico della Siberia hanno già risposto quasi 30 mila persone: 40% – Putin, 16% – Deripaska, 13% – “Russia Unita”, 5% – i moskali [6], 4% – la verticale del potere. In totale nell'attuale regime vede un nemico l'80% dei votanti.

La delibera n. 1 è un grande errore di Putin. Intende correggerla, scusarsi per essa? E perché dovrebbe cambiare? Tutto ciò che può fare, ciò di cui è capace, l'abbiamo visto nello scorso decennio. E di vedere questo come errore è dato a me, a Nikiforov (vedi Introduzione). Ma per Putin questo è nella logica della sua politica: la purga sistematica degli istituti ecologici e il rinnovamento di progetti mortali per la natura, che rifiutava anche il CC del PCUS.

L'ultimo intervento di Putin sul Bajkal alla seduta della Società Geografica Russa sembra opera di fantasia. Il premier, tentando di motivare la propria decisione di riavviare il BCBK, per esempio, ha dichiarato: “Ecco lo scarico delle acque di scolo. Nel 2008 il CBK – 27 mila 400 tonnellate. E la città di Ulan-Udè – 34 mila tonnellate. La canalizzazione della città di Irkutsk – 106 mila tonnellate…” In realtà gli scarichi del BCBK nel 2008 sono ammontati a 27,53 milioni di tonnellate. Mille volte di più. Ciò risulta dal rapporto statale “Sullo stato del lago Bajkal e le misure per la sua tutela nel 2008”. (Fra l'altro nel 2008 il complesso industriale a causa di un arresto dell'attività ha scaricato solo 2/3 dell'usuale volume annuale.) L'accademico Michail Gračëv, uno dei più autorevoli conoscitori del Bajkal, si è deciso – unico tra i grandi studiosi – ad additare pubblicamente il potere per la sua mancanza di conoscenza del proprio paese. In particolare per il fatto che “Irkutsk scarica effettivamente più rifiuti di Bajkal'sk [7], tuttavia si trova più in basso sul corso del fiume Angara e i suoi rifiuti non possono finire nel Bajkal”.

Ricordo che mio figlio di pochi anni, quando per la prima volta facemmo il giro del Bajkal in macchina, contò sulla base dei ponti i piccoli fiumi che sfociavano nel mare. Sapeva già allora che nel Bajkal sfociano 336 fiumi e ruscelli, ma esce solo l'Angara. O Putin e i consiglieri che gli hanno preparato l'intervento hanno manipolato consapevolmente dati inattendibili, o non sono andati a scuola, confondono le migliaia con i milioni e non hanno le conoscenze elementari della geografia dell'oltre-MKAD [8].

E' certamente una vergogna per il premier non conoscere il paese che governa. O ci fermiamo alla versione per cui deformazioni e menzogne sono consapevolmente consentite, così il premier ci è più caro?

Naturalmente, gli assistenti che hanno fatto sfigurare così il premier, facendone oggetto di scherno, dovrebbero essere rimossi da posti di responsabilità. Tuttavia di dimissioni, a parer mio, non è stata data comunicazione. E questo aggiunge ancora più stranezza all'accaduto.

Finché il BCBK si trovava sotto Deripaska, gli argomenti del potere in favore dei rifiuti nel Bajkal e dell'affumicamento di Bajkal'sk – “l'impresa che forma una città”, “i posti di lavoro” – suonavano assurdi: perché gli abitanti della regione dovevano pagare con la propria salute i profitti di Deripaska? Badare al suo business? Come può in generale il premier paragonare gli scarichi di città dove da secoli vivono i cittadini di questo paese agli scarichi del business di qualcuno? Non si tratta neanche dell'imparagonabile velenosità di questi ultimi, ma del fatto che la servitù della gleba da noi è stata abolita 150 anni fa. Ma nel fatto stesso che Putin si ingegni di fare questo paragone sta tutta l'essenza della sua politica interna.

Se tutte le costruzioni cospirazioniste non fossero idiozie, penserei che tutta questa storia, iniziata con l'immersione di Putin sul fondo del Bajkal nella scorsa estate, sia stata inventata per risolvere dei piccoli, mercantili problemi di Deripaska. Il BCBK ora non ha mercato di sbocco, ha problemi con la materia prima e con i quadri qualificati. E' in bancarotta, i debiti esistenti superano tutti i suoi ipotetici profitti. I documenti di concessione sono stati ottenuti solo per un ciclo senza scarichi (ma così non potrà lavorare). Dicono che a metà aprile il complesso industriale otterrà il permesso per un ciclo aperto – il lavoro con scarico di rifiuti nel Bajkal. Ma, come nota Gračëv, in tal caso il BCBK “risulterà fuori dall'ambito della legge, in quanto da un punto vigente della precedente versione della delibera è vietato lo scarico nel Bajkal di qualsiasi sostanza di cui non sia stata stabilita la PDK (predel'no dopustimaja koncentracija [9]), e di tali sostanze negli scarichi ce ne sono molte centinaia”.

Il BCBK, non appena si è arrestato, si è trasformato da ciò che porta denaro in ciò che lo porta via. A chi serve un complesso industriale morto con un mucchio di problemi per risolvere i quali sono necessari enormi stanziamenti? E il riavvio del BCBK sancito da Putin ha richiesto che Deripaska si liberasse di un'attività a lui già non più necessaria, divenuta non semplicemente una zavorra, ma un vero e proprio passivo, una serie di obblighi. Se n'è liberato vantaggiosamente. Una cosa è mercanteggiare una montagna di rifiuti e di rottami metallici, un'altra cosa è mercanteggiare un'impresa funzionante.

Il metodo è usuale, provato – il ricatto al potere con la minaccia di agitazioni sociali, lo sfruttamento degli ostaggi – gli abitanti della monogorod [10]. E la loro “sindrome di Stoccolma”. Un esempio dello stesso genere – il richiamo dello stato in aiuto – è Pikalëvo [11].

Di conseguenza Deripaska trasmette il 25,07% delle azioni del BCBK al partner nel business del legname Nikolaj Makarov. In cambio del suo pacchetto di minoranza nella struttura di Deripaska che controlla il BCBK – la “Continental Management”. E il 25,2%, come dichiarò ancora in inverno lo stesso Deripaska, lo trasmetterà all'amministrazione di Bajkal'sk. Il 49% del BCBK com'era, così resterà del Rosimuščestvo [12]. Tutte le questioni adesso passano allo stato.

Il potere ha dato il complesso industriale, il business se n'è servito, adesso restituisce debiti, rifiuti e problemi. Perché dare al comune di Bajkal'sk questa valigia senza manici, piena di merda [13] fino all'orlo? Questo per legge non ha diritto di avere proprietà non destinate all'uso per necessità municipali. Ma il fatto è che nelle democrazie tradizionali il potere e il business sono divisi. Il potere limita, il business resiste. Là c'è una lotta. Da noi c'è l'amore. L'amore mercenario a spese dei contribuenti-spettatori.

In fin dei conti Deripaska non c'entra, c'entrano di nuovo il bilancio, la municipalità e lo stato.

Ma, si capisce, nessuno schema cospirazionista è in atto in Russia, altrimenti si potrebbe decidere che Putin, sancendo l'inquinamento del Bajkal, realizza il piano dei nemici dello stato russo. Ma cosa c'è di valore da noi oltre al Bajkal e alla Siberia? E' proprio tutto ciò che è rimasto. Beh, ci sono ancora i teatri, i musei e i monasteri della Russia Europea. E se qualcuno vede un senso nelle conversazioni sulla missione del popolo russo, non consiste questa nel conservare per il pianeta i suoi polmoni – la Siberia e il suo pozzo – il Bajkal?

La quinta parte delle acque dolci del pianeta è nel Bajkal, peraltro questa è pulitissima, non ha bisogno dei filtri di Petrik&Gryzlov [14]. La sesta parte della popolazione della Terra in generale non ha accesso all'acqua potabile pulita. Riempi una bottiglia nel Bajkal e inviala. Fatti i conti, è super-redditizia. Ma al posto del BCBK bisogna fare un impianto per la trasformazione e l'utilizzo dei suoi rifiuti, delle sue discariche. E quando il lavoro sarà finito – un bel praticello verde, come avviene in Europa e in America.

La violenza su ciò che è santo è pienamente nello spirito dei governanti russi e di tutta la vita russa, l'attuale premier non è originale. Anche la maggior parte dei nostri governanti viene ricordata solo per quello. Sarebbe ancora bene se, come presso gli altri paesi e gli altri popoli, si disprezzassero i santuari altrui, no – i propri, quelli patrii. La civiltà dei consumi annienta il pianeta, ma ovunque già si aspira a frenare questo processo. In Russia i problemi ecologici sono da tempo divenuti i più importanti, tuttavia Putin, e dietro a lui tutta la verticale, ostentatamente non notano questo dato. Ma invano. In Europa da molto tempo hanno tolto dal potere chi non voleva fare i conti con la primaria necessità umana di un ambiente di vita sano. Da noi un giorno succederà lo stesso. Meglio – per tutti – che sia presto. Per non rimpiangere che il Bajkal ce le abbia date.

Aleksej Tarasov
nostro corrispondente, Krasnojarsk
[15]

14.04.2010, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2010/039/00.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] Appellativo ossequioso di persone anziane.

[2] Letteralmente “dito senza nome”, detto così perché anticamente soggetto a tabù.

[3] Città della Siberia meridionale sull'Angara, emissario del Bajkal.

[4] Antico nome della Russia.

[5] “Complesso Industriale della Cellulosa e della Carta del Bajkal” (il corsivo è mio).

[6] Dispregiativo per “russi” (il corsivo è mio).

[7] Città nata intorno alla famosa cartiera.

[8] La MKAD (Moskovskaja Kol'cevaja Avtomobil'naja Doroga – Strada Automobilistica Anulare Moscovita) è praticamente il GRA di Mosca. L'“oltre-MKAD” è il mondo fuori di Mosca...

[9] “Concentrazione limite concessa”.

[10] “Monocittà”, città nata intorno ad un impianto industriale.

[11] Centro abitato a nord di Pietroburgo sorto intorno a cementifici adesso in crisi.

[12] Qualcosa come “Proprietà Russa”, nome non ufficiale dell'ente che amministra le proprietà dello stato.

[13] Sic.

[14] Viktor Ivanovič Petrik è uno pseudo-scienziato, inventore di un filtro universale per l'acqua sponsorizzato anche dal presidente della Duma Boris Vjačeslavovič Gryzlov.

[15] Città della Siberia centrale.



http://matteobloggato.blogspot.com/2010/04/il-regime-di-putin-e-dannoso-anche-per.html

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