Dove sono andati i soldi della JuKOS? |
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Questi hanno nutrito la burocrazia sotto l'aspetto di una riforma della ŽKCh [1] e sono già finiti. Adesso la riforma continua a spese della popolazione
Esattamente un anno fa nella seduta del presidium del governo il primo ministro Vladimir Putin dichiarò l'intenzione di “liquidare completamente l'inservibile fondo per le abitazioni” entro il 2012. In autunno al congresso di “Russia Unita” [2] il leader nazionale ricordò il compito di “tirar fuori la gente dalle catapecchie” e promise che per la metà del presente anno si sarebbero trasferite in nuovi appartamenti 150000 persone. Quante fossero in tutto nel paese le case pericolose per la vita si programmava di chiarirlo nell'ambito dell'inventario delle abitazioni inagibili. Per il trasferimento degli “abitanti di case inagibili” in due anni sono già stati spesi più di 50 miliardi di rubli [3] del Fondo per il sostegno alla riforma della ŽKCh, a cui furono trasmessi i soldi della vendita delle attività della JuKOS Altri 112 miliardi [4] furono messi in conto per le grandi ristrutturazioni delle case. Nel buco, come chiamano il ramo dei servizi per le abitazioni, si è trovato un fondo d'oro. Diciotto regioni hanno già reso conto dell'acquisizione precoce del finanziamento e hanno espresso il desiderio di ricevere dei bonus. Ma in case in sfacelo abitano come prima persone che hanno visto il progetto abitativo nazionale solo in televisione. Che trovino dove alloggiare Per entrare nella casa dove vive Marina Aleksachina bisogna essere persone coraggiose. Da una baracca a due piani hanno letteralmente tagliato una fetta. Nel punto del taglio dal muro pendono pezzi di travi di legno, negli squarci nereggia un ripieno di segatura. L'uscita per il secondo piano si trova nell'ingresso di Marina. Perché non ci siano spifferi, in questo posto hanno messo un armadio. Non aiuta: d'inverno il muro di tegole ha fatto passare il gelo, sulla carta da parati si è formata la brina. “Come abbiamo vissuto? Abbiamo messo un giubbotto al bambino, abbiamo messo due stufette nella stanza, una terza nel corridoio. E ne avremmo piazzata una quarta, ma il cavo fa scintille”, – del modo di passare l'inverno Marina racconta in modo sorprendentemente tranquillo. Suo figlio ha undici mesi. Marina nel 2002 aveva comprato una stanza in via Železnodorožnaja 82. Una casa di due secoli fa, cucina comune, bagno al primo piano, ma peraltro un vano di proprietà. Nell'autunno 2008 comparve un cantiere nel cortile. Risultò che si preparava la demolizione della casa dello studente dell'università statale di Saratov [5]. Dal punto di vista dell'uomo della strada la casa dello studente e il condominio rappresentavano due parti di un edificio. Ma ufficialmente avevano diversi indirizzi, status e proprietari. La casa dello studente era stata riconosciuta inagibile già negli anni '70. Marina si interessò presso l'università statale di Saratov se non intendessero sfrattarla – in effetti una baracca vecchia di 130 anni poteva non sopportare la perdita della seconda metà. A suo dire la dirigenza rispose che di sfratto si sarebbe potuto parlare se l'appartamento fosse crollato. Marina corse a presentare istanze – all'amministrazione provinciale e cittadina, al ministero regionale della ŽKCh, alla procura. L'istituzione per le ispezioni reagì – mandò un collaboratore, che controllò... la legalità della demolizione. Oggi l'alto edificio della nuova casa dello studente (più precisamente, il complesso abitativo istituzionale) dell'università statale di Saratov è quasi pronto. Finestrelle di plastica, inferriate forgiate al terrazzino d'ingresso. Sul nuovo edificio lo striscione ““Russia Unita” agli studenti!” A dicembre sono giunti qui il segretario generale di “Russia Unita” Volodin e anche il ministro della Pubblica Istruzione Fursenko e il vice-procuratore generale Zabarčuk. L'oggetto già nel 2007 fu incluso nella “Lista delle costruzioni e degli oggetti per le necessità statali federali finanziate da grandi investimenti statali” e fu espresso l'atteso costo del lavoro – 150 milioni di rubli [6]. Ancora nel 2008 Marina fece svolgere a sue spese una perizia tecnica sull'appartamento. Gli specialisti chiarirono in particolare che le fessure nei muri raggiungono i tre centimetri. La commissione inter-istituzionale per la valutazione degli spazi abitativi che opera nell'amministrazione cittadina rifletté per quasi un anno. Nel 2009 concluse: lo spazio non è abitabile. L'atto con la decisione scritta non fu dato ad Aleksachina – spiegarono che l'addetto era scomparso con tutti i documenti ed era stato dichiarato ricercato. Marina raccolse di nuovo le carte (la perizia costa 3000 rubli [7] più 10000 [8] per il consulto di un avvocato). A settembre la commissione riconobbe di nuovo inabitabile l'appartamento, ma non fornì di nuovo la decisione scritta. Marina si appellò in giudizio. Il processo durò otto mesi. In questo tempo Aleksachina si rivolse all'istanza principale di tutti gli umiliati e oppressi – scrisse al presidente. La lamentela fu rinviata al governo regionale, che rese conto che “il disegno di disposizione del capo dell'amministrazione di Saratov è in fase di approvazione”. A marzo durante un'udienza del processo porsero a Marina questo stesso disegno. Il documento prescriveva alla proprietaria di trasferirsi per proprio conto dove la portavano le gambe [9] entro tre mesi e all'amministrazione del quartiere Kirovskij di Saratov di non permettere di abitare di nuovo lo spazio inagibile. La “Novaja gazeta” ha cercato di venire a sapere cosa pensino di questa storia le alte cariche. Il prorettore dell'università statale di Saratov con delega per le grandi costruzioni Natal'ja Lucenko ha fatto sapere attraverso il segretario che potrà comunicare con la stampa solo per iscritto. Il capo della sezione abitativa dell'amministrazione del quartiere Kirovskij non si è riusciti a trovarlo per tre giorni. Nell'ufficio del sindaco di Saratov hanno dichiarato che il disegno di disposizione per gettare sulla strada la donna con il bambino è un errore di un funzionario di quartiere. Come ha chiarito il facente funzione di presidente del comitato cittadino per i rapporti con il pubblico Aleksej Kaljamin, la cittadina è proprietaria dell'appartamento, i suoi problemi sono assolutamente estranei [10] alla municipalità: “Se il suo vicino, facendo una ristrutturazione, vi rompesse un muro, non correreste all'amministrazione, ma chiarireste in tribunale chi è colpevole?” Se il vicino risulta essere il progetto sociale di “Russia Unita”, la domanda diventa retorica: certo, i colpevoli sono gli inquilini. Si trovino dove alloggiare. Il progetto nazionale è passato accanto Marina a volte riesce a guardare la televisione: agli spettatori raccontano dei successi nella sfera delle abitazioni accessibili. Per esempio, la regione di Saratov si ritiene leader dei programmi delle grandi ristrutturazioni e dei trasferimenti da case inagibili, condotti dal Fondo per il sostegno alla riforma della ŽKCh. Questa struttura è stata organizzata per iniziativa di Vladimir Putin nel 2007. Alla corporazione statale furono trasmessi 240 miliardi di rubli [11] incassati dalla vendita delle attività della JuKOS “Se una volta questi soldi sono stati rubati al popolo, bisogna restituirli direttamente al popolo stesso, a persone concrete, che si trovano nelle più difficili condizioni di vita...” – dichiarò Putin. In due anni il Fondo della ŽKCh ha inviato nelle regioni oltre 166 miliardi di rubli [12], insieme al finanziamento dei bilanci locali la somma ha superato i 224 miliardi [13]. All'uomo della strada può sembrare che, ottenuta una somma pari al valore della JuKOS, il ramo dei servizi delle abitazioni dovesse cominciare a vivere non peggio della JuKOS Ma nessuno aveva promesso che si sarebbe riusciti a garantire condizioni di vita normali a tutti. Secondo i calcoli della corporazione statale, i soldi sarebbero bastati per le grandi ristrutturazioni di solo il 12 percento delle case, che richiedevano ricostruzione e per il trasferimento del 30 percento degli abitanti di catapecchie. Nel programma di trasferimento con i mezzi finanziari del fondo della ŽKCh si possono includere solo case riconosciute inagibili prima del 1 gennaio 2007 (in questa data in Russia si avevano 11,7 milioni di metri quadrati di abitazioni inagibili). Prima dell'inizio del finanziamento di febbraio il trasferimento degli “abitanti di case inagibili” era un problema dei bilanci locali e alle case in sfacelo si riconosceva tale status molto malvolentieri. La casa dove vive Marina Aleksachina non rientra nel progetto nazionale. Una pioggia d'oro Nella casa al n. 25 di via Mira il progetto nazionale c'è stato. Adesso Galina Agibalova, inquilina di un appartamento al quinto piano, dorme sotto una tela cerata. Del fatto che la casa rientrava nel programma di una grande ristrutturazione, Galina Ivanovna venne a saperlo da una fattura: in essa si trovava una nuova voce per 220 rubli [14] al mese. A suo dire, gli operai sul tetto comparvero nell'autunno 2008 e il 19 febbraio di quest'anno, appena iniziato il disgelo, sulla carta da parati del soffitto si è formata un'enorme bolla. Gli inquilini hanno bucato la carta e hanno raccolto quattro secchi d'acqua. Si allagarono entrambe le stanze, la cucina, l'ingresso, il bagno. E' toccato coprire i pavimenti e i mobili dell'appartamento, in particolare il lettino della nipotina di Galina Ivanovna con capanni di tela cerata. Saliti in soffitta, gli inquilini trovarono strati di metri di ghiaccio e buchi nel nuovo tetto della grandezza di un pugno. Galina Ivanova presentò tutte le istanze per il proprio tetto. L'unica cosa che le consigliarono i funzionari fu di rivolgersi al tribunale. Agibalova scosse le mani: dove prendere quei soldi? La perizia tecnica sul danno causato all'appartamento costa 5000 rubli [15], l'assicurazione statale 800 rubli [16]. Galina Ivanovna, pensionata, invalida del secondo gruppo [17], è costretta a lavori extra per nutrire la figlia con la bambina. La spesa condominiale è cresciuta quest'anno da 1500 [18] a 3500 rubli [19]. La casa di Agibalova viene rammentata nel sito “ReformaŽKCh.Ru”: “Per la grande ristrutturazione del tetto furono messi in conto 636700 rubli [20], l'atto di messa in esercizio fu siglato nel dicembre 2008”. La ravvivata corrispondenza sul sito è condotta dal pensionato di Saratov Jurij Alekseevič Gus'kov, inquilino di una casa nel viale Kirov. Secondo Jurij Alekseevič, gli inquilini hanno richiesto per più di un anno che la TSŽ [21] si includesse nella grande ristrutturazione promessa dalla televisione. La facciata della casa si è crepata circa quindici anni fa – ora nel buco si può mettere una mano. Nell'estate dello scorso anno per la ricostruzione furono stanziati 2 milioni di rubli [22] (1,7 milioni [23] furono dati dal fondo, 115000 [24] dal bilancio regionale, 100000 [25] furono pagati dagli inquilini). La crepa, che ha diviso la casa in due piccole metà, non è rientrata nel conto dei lavori. Gli inquilini non presero parte alla scelta dell'appaltatore. Secondo alcune voci, la ditta con cui secondo i risultati di un concorso aperto era stato stipulato il contratto, era affiliata ai rappresentanti della TSŽ e scomparve dopo la conclusione dei lavori. I muratori coprirono il tetto (due volte, poiché dopo la prima volta questo gocciolò subito) e sostituirono i tubi dell'acqua (nell'appartamento di Gus'kov la canalizzazione fu rifatta tre volte). A gennaio le acque di scarico allagarono lo scantinato. Com'è detto nel sito “ReformaŽKCh.Ru”, il 1 dicembre l'assemblea generale degli inquilini ha confermato l'atto di messa in esercizio. Ma Jurij Alekseevič è convinto di non aver firmato nulla e la TSŽ non risponde alla richiesta di mostrare i documenti. I controllori civili delle istanze hanno reindirizzato gli inquilini alla polizia. La OBÈP [26] ha rifiutato due volte di avviare un procedimento penale. Le vecchie cose ben dimenticate Rivka Bernardovna Bejzman vive in una casa di Lagutenko in via Lampovaja. L'ingegnere sovietico Vitalij Lagutenko (nonno del leader del gruppo “Mumij Troll'” [27]) viene chiamato lo Henry Ford russo della costruzione di case – questi ha elaborato il primo progetto delle tipiche case a pannelli, basato sulla costruzione di massa con l'uso di tecnologia industriale. Negli anni '50 si chiarì che erigere “stalinki” neoclassiche, simboleggianti la vittoria dell'edilizia sovietica, costava troppo caro. Le case a cinque piani di Lagutenko si adattavano idealmente alla nuova linea del partito: stanze passabili, soffitti bassi, cucine da quattro metri quadrati, non c'erano balconi e neanche soffitte. Anche le “lagutenki” erano un progetto nazionale: con il loro aiuto si suppose di trasferire gli abitanti di baracche e kommunalki [28]. Le case a cinque piani erano programmate per 20 anni di sfruttamento: poi, come si supponeva, sarebbe giunto il comunismo. …Nell'ingresso non ci sono porte né finestre, la scala bassa è crollata, al suo posto c'è una scaletta di legno. Si sale lentamente: in primo luogo i gradini sono coperti di ghiaccio, in secondo luogo ghiaccioli così pittoreschi li vedi di rado – soprattutto dentro un condominio. In senso contrario scendono uomini con vestiti pesanti. “Fotografate le nostre stalattiti?” – sorridono con orgoglio. Si presentano come dipendenti dell'amministrazione (in conseguenza della riforma delle amministrazioni al posto dei ŽÈK si devono portare anche nel ramo dei servizi delle abitazioni la concorrenza e l'efficacia del business privato). I “manager” consigliano di passare al quinto piano, “là è ancora più interessante”. Gli uomini dei servizi passarono da Rivka Bernardovna. Per legge proprio i proprietari di abitazioni in assemblea generale devono scegliersi l'amministrazione. Ma oggi Bejzman li ha visti per la prima volta. Nell'inverno dello scorso anno, nel momento più freddo, in casa è stata tolta la corrente elettrica. Al servizio di manutenzione si sono stupiti: “Vi hanno demoliti da un pezzo!” – e non sono venuti. Rivka Bernardovna per una settimana ha vissuto con le candele finché gli stessi inquilini non hanno steso un cavo temporaneo. Qualche mese fa senza alcuna spiegazione alla casa è stata tolta l'acqua calda: non l'hanno semplicemente chiusa, ma hanno tagliato i tubi. A febbraio a Bejzman hanno mandato una fattura da 4297 rubli [29] (a dicembre aveva pagato 2300 rubli [30]). In particolare, per il riscaldamento alla pensionata chiesero 637 rubli [31], per la canalizzazione (che si versa nello scantinato) 51,57 rubli [32], per il trasporto dei rifiuti (che stanno sotto la scala nell'ingresso) 21,53 rubli [33]. Lo sport nazionale prioritario Ho cercato di venire a sapere dall'amministrazione: quali servizi hanno fornito agli inquilini della Lampovaja per 492 rubli e 47 copechi [34] (secondo la voce “mantenimento dell'abitazione”)? Il vice-direttore dell'amministrazione “Naš dom” [35] Sergej Vasil'evič (che non ha voluto dire il proprio cognome) ha raccontato che con questi soldi si mantengono i servizi di manutenzione – elettricisti e fabbri. Ma qui ha notato pure che “svolgere lavori sulla Lampovaja non è redditizio”: “Non ci sarà nessuna riparazione là. Perché mettere soldi, se quella casa da un momento all'altro verrà demolita?”. Mi interesso, perché l'amministrazione – organizzazione privata – ha preso una casa così, non redditizia? “Non ce l'hanno chiesto. In autunno bisognava accendere il riscaldamento e l'amministrazione locale ci ha rifilato questa “lagutenka”. Mi stupisco, come può l'amministrazione del quartiere indicare un'organizzazione privata? “Non si fa neanche così”, – ride l'interlocutore. All'amministrazione del quartiere Leninskij non si è trovato uno specialista pronto a commentare la situazione delle case di Lagutenko. I funzionari hanno chiarito di non aver niente a che fare con il trasferimento degli abitanti delle case allo sfacelo. A Saratov la lotta con le “lagutenki” è lo sport nazionale. Se si rileggono le dichiarazioni dei funzionari degli ultimi quindici anni, risulta che gli abitanti di ogni casa sono stati trasferiti e questa demolita come minimo tre volte. Il governatore Ajackov al primo mandato promise di farla finita con le “lagutenki” entro il 1999. Il sindaco Aksenenko nel 2000 dichiarò il totale trasferimento per il 2005. Nel 2005 la Duma regionale ha spostato il termine al 2009. E ogni capo non dimentica di vantarsi quanti soldi del bilancio sono stati stanziati per questo... Dossier della “Novaja gazeta” – Secondo i dati del gennaio 2010, nell'ambito dei programmi delle grandi ristrutturazioni, finanziate con la partecipazione del Fondo per il supporto alla riforma della ŽKCh, sono state riparate 80941 case multi-appartamenti (dove vivono 10 milioni di persone) su 81405, incluse nei programmi. Negli anni 2008-2009 a questi scopi dai mezzi finanziari del Fondo della ŽKCh furono indirizzati 111,9 miliardi di rubli [36]. – Secondo la legge la corporazione statale deve cessare l'attività il 1 gennaio 2012. Recentemente la dirigenza del fondo ha preparato degli emendamenti al Codice sulle abitazioni, secondo cui si propone di creare simili fondi in ogni regione. Gli inquilini si iscriveranno a conti, fondi aperti, quote per le grandi ristrutturazioni delle proprie case. Secondo i calcoli degli esperti, nei prossimi 20 anni per le grandi ristrutturazioni degli immobili per abitazione saranno richieste alcune migliaia di miliardi di rubli [37]. – Come ha comunicato la Procura generale nella primavera dello scorso anno, “nell'attività della corporazione statale si sono evidenziati esempi di sprechi di mezzi finanziari stanziati per essa dal bilancio federale”. Secondo i dati dei procuratori, le spese amministrative e di gestione della corporazione, per cui lavorano 97 persone, nel 2008 hanno superato i 340 milioni di rubli [38]. Cinquantacinque milioni di rubli [39] in qualità di pagamento del lavoro li ha ricevuti la direzione del fondo: il direttore, i suoi vice e il direttore del dipartimento giuridico. Alla procura hanno calcolato che è all'incirca quanto la regione autonoma degli Ebrei [40] ha speso per le grandi ristrutturazioni di 48 case multi-appartamenti, la regione di Tomsk [41] con all'incirca questi soldi ha rinnovato 77 stabili a più piani. In risposta ai rimproveri della Procura generale la dirigenza del fondo ha ricordato che il patrimonio del fondo si forma a spese delle quote della Federazione Russa e dei redditi da esso ottenuti dallo spostamento di mezzi finanziari temporaneamente liberi e “appartiene al fondo con diritto di proprietà”. Nadežda Andreeva 24.03.2010, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2010/030/01.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni) |
[1] Žiliščno-Kommunal'noe Chozjajstvo (Struttura per le Abitazioni e i Servizi).
[2] Il “partito del potere”, che porta avanti la politica di Putin.
[3] Oltre 1,26 miliardi di euro.
[4] Oltre 2,83 miliardi di euro.
[5] Città della Russia centro-meridionale.
[6] Quasi 3,8 milioni di euro.
[7] Quasi 76 euro.
[8] Oltre 250 euro.
[9] Letteralmente “dove guardano gli occhi”.
[10] Letteralmente “paralleli”.
[11] Oltre 6 miliardi di euro.
[12] Circa 4,2 miliardi di euro.
[13] Oltre 5,6 miliardi di euro.
[14] Oltre 5 euro.
[15] Oltre 126 euro.
[16] Circa 20 euro.
[17] Cioè non della maggiore gravità.
[18] Circa 38 euro.
[19] Oltre 88 euro.
[20] Oltre 16100 euro.
[21] Tovariščestvo Sobstvennikov ŽŽil'ja (Società del Proprietari di Abitazioni), in pratica il condominio.
[22] Circa 50600 euro.
[23] Circa 43000 euro.
[24] Oltre 2900 euro.
[25] Circa 2530 euro.
[26] Otdel po bor'be s èkonomičeskimi prestuplenijami (Sezione per la Lotta ai Reati Economici).
[27] Noto gruppo rock russo.
[28] Appartamenti per più famiglie con bagno e cucina comuni.
[29] Quasi 110 euro.
[30] Quasi 60 euro.
[31] Circa 16 euro.
[32] Circa 1,3 euro.
[33] Circa mezzo euro.
[34] Oltre 12 euro.
[35] “Casa Nostra”.
[36] Oltre 2,8 miliardi di euro.
[37] Mille miliardi di rubli sono 25,3 miliardi di euro.
[38] Oltre 8,6 milioni di euro.
[39] Quasi 1,4 milioni di euro.
[40] Regione dell'estremo oriente della Russia asiatica.
[41] Città della Siberia sud-occidentale.