25 ottobre 2009

A proposito di Internet in Russia (II)

I cani da catena della zona .ru [1]



C'è una professione del genere – “far schifezze” in Internet. Per denaro


I loro post sono le stesse scritte: grandi, monotone e villane. Internet è come la cucina di una kommunalka [2] – è un posto ideale in cui regolare i conti. Esiste la categoria del pol'zovatelec [3], quelli che “fanno schifezze” a bella posta nei forum, nei siti e nei LiveJournal [4]. Fra l'altro non vengono lanciati anatemi contro di loro per questo e i “našisty [5] non fanno i picchetti con le bandierine agli ingressi delle loro case (a proposito, questi hanno giocato un “ruolo importante” nella persecuzione di Aleksandr Podrabinek [6]). Al contrario, ora “far schifezze” è conveniente. I blogger “di particolare talento” vengono pagati per questo.

Questi hanno il loro linguaggio, il loro lessico, i loro stereotipi. Questi sono visibili nei loro monotoni post furiosi e illetterati. Esteriormente sono fatti così: irregolare distribuzione di virgole nel testo, tasto Caps Lock [7] “piantato”, ignoranza della logica, insulti volgari. E il contenuto è all'incirca uguale all'affermazione che “il luminoso Putin ha risollevato la Russia” e chi non è d'accordo è “un agente della CIA e un omosessuale”. Per esempio, tra le patriottiche “guardie” del Cremlino esiste la parola “liberast[8]. E' buffo che simmetricamente, dall'altra parte (tra i “liberasty), c'è la parola “pedriot [9]. Nella composizione delle parola qua e là si allude all'omofobia. “Questi blogger hanno una terribile pappa nella testa, – chiarisce Lev Rubinštejn, poeta, columnist del sito grani.ru. – Per esempio, non distinguono sovietico e post-sovietico: la stessa persona può dire che odia i bolscevichi, ma ama Stalin. In generale questa è la caratteristica dei tempi attuali – il disorientamento, sia ideale, sia estetico. Molte persone che utilizzano attivamente Internet, vivendo praticamente in essa, non capiscono la sua natura. Gli sembra di trovarsi in uno spazio fisico da cui si può scacciare qualcuno. Per esempio scrivono agli utenti stranieri: “togliti dalla nostra runet [10], “chi ti ha chiamato in un sito russo?”.

La brigata

Li chiamano troll e “sinapsidi” [11] o più spesso “brigate”. Lavorano in gruppi. Una brigata di 10 blogger può far venire gli incubi a centinaia di Livejournal al giorno. “Tutto è cominciato nel 2005, dopo la “rivoluzione arancione” in Ucraina, – racconta Michail Tul'skij, presidente del centro di studi “Političeskaja analitika[12]. – Al Cremlino allora era venuta l'idea fissa che ci fosse anche da noi una minaccia “arancione” e che ci fosse bisogno di lottare con essa. Surkov [13] e il suo entourage dettero la stura a Putin per avere buoni fondi per la lotta con l'“arancionismo”. Questa lotta è stata condotta in alcune direzioni. Una di queste direzioni è la creazione e la rianimazione dei siti propagandistici in cui si raccontava che “Rogozin [14] è un agente di Chodorkovskij”, che “in “Jabloko” [15] è in corso la fascistizzazione”, che “quelli di SPS [16] sono finocchi [17]”, che “il KPRF [18] è il reparto rosso del Dipartimento di Stato”, ecc. Cioè siti “sporchi” di pubbliche relazioni. Il più onesto di questi siti è Vzglyad.Ru [19], ma ce ne sono anche di meno onesti come Dni.ru [20], Politgeksogen [21] e decine di siti, come li chiamo io, della “holding Krivda.ru [22]1. Allora furono create anche delle brigate di blogger, che hanno cominciato a “far schifezze” attivamente nei siti di opposizione. Queste si sono formate presso il Fèp (il Fond Èffektivnoj Politiki [23] di Gleb Pavlovskij [24]) e nei siti curati da Konstantin Kostin (allora vice-capo del comitato esecutivo di “Russia Unita” [25] e ora vice-capo della direzione per la politica interna del Cremlino). Questi blogger hanno lavorato in tre direzioni. Prima – la glorificazione generale di Putin e del suo entourage, la respinta di qualsiasi critica. Supponiamo che qualcuno scriva qualcosa sull'illegalità e l'ingiustizia sotto Putin e in risposta gli arriva un post – “tutto è migliorato”, “i redditi sono cresciuti”, “La Russia si è risollevata dopo essere stata in ginocchio”. Il secondo metodo di propaganda da blogger sono l'offesa, i tentativi di mettere in dubbio la competenza e l'adeguatezza della persona che critica il potere. Il terzo metodo – i blogger concordano con la critica al potere e la portano all'assurdo: “Sì, sono d'accordo con lei, che tutto il popolo russo è un gregge”, “in Russia non c'è mai stato nulla di buono e non ci sarà mai”, “sono tutti servi”, ecc. Così concordano con ciò che la persona che critica il potere non ha affermato. E il critico diventa sostenitore di un'opinione così odiosa e assurda. Ci sono anche post privi di ogni logica: “Sì, Lei è un agente dello FSB [26]” o barzellette antisemite”.

Ci sono alcune questioni dolorose sulle quali i “goblin” [27] “si sollevano” più spesso – il tema nazionale, il tema della Georgia e dell'Ucraina, il tema del Cremlino e del potere, la religione. “Reagiscono letteralmente alle parole chiave: alla parola “ebreo”, per esempio” – racconta Lev Rubinštejn. – La reazione a “Grani” [28] è istantanea, cinque minuti dopo la pubblicazione compare il primo commento, perciò diviene chiaro: il sito è osservato 24 ore su 24. Talvolta il commento si origina più rapidamente di quanto sia fisicamente possibile leggere l'articolo. Cioè scrivono senza aver letto o avendo letto solo il primo o l'ultimo paragrafo”. I “goblin” si sforzano di dare l'impressione che nei siti di opposizione solo i pazzi ragionino su qualche assurdità. Per una persona normale là non c'è nulla da fare. “Bisogna ammettere, – dice Michail Tul'skij, – che il lavoro per insozzare la blogosfera viene portato avanti non solo in Russia, non solo da parte del Cremlino. Anche i servizi segreti americani conducono un lavoro del genere. Quando scrivi qualcosa che evidentemente non è favorevole al potere americano (per esempio, un post sui rapporti di Abcasia e Ossezia con la Georgia), là compaiono dei blogger, che scrivono insensatezze tipo “Tskhinval [29] non è stata bombardata dai militari georgiani, ma da quelli russi», ecc. A scrivere questo cominciano nello stesso momento blogger “di vari paesi”, tra cui blogger bielorussi, specializzatisi nella lotta con Lukašenko, ecc. Cioè anche i servizi segreti americani conducono qualche lavoro. Un simile lavoro, pare, viene condotto anche dall'Arabia Saudita wahhabita [30]. I musulmani, giungendo in Europa, in maggioranza perdono interesse per l'Islam (si allontanano dalla religione e passano perfino al cristianesimo). Di conseguenza nelle grandi potenze petrolifere wahhabite è comparsa l'idea di condurre in tutto il mondo una propaganda inversa sul fatto che delle persone passano in massa all'Islam: quelli che dichiarano il proprio passaggio all'Islam vengono pagati perché lo dichiarino pubblicamente e fra l'altro lo strombazzino nei LiveJournal. Ma ecco che da parte dei paesi dell'UE e degli stati europei in generale si nota che non si occupano della propaganda del proprio “luminoso nome”. L'Europa ha semplicemente un'immagine normale, non ha bisogno di qualche correzione. Il Cremlino ha problemi di immagine, perciò gli tocca assumere un mucchio di bugiardi per correggere questa immagine. Anche gli americani hanno questo problema, essi pure hanno bisogno di assumere bugiardi professionisti”.

Quanto costano le “schifezze”?

Ad ogni blogger (e in tutto ce ne sono alcune decine e per ognuno in medi una decina di LiveJournal) vengono dati non più di 1000 dollari. Decine di migliaia per tutti, in un anno centinaia. “Per il potere questo è ben poco denaro, – ritiene Michail Tul'skij. – Per fare un paragone: per la propaganda sui giornali in Russia talvolta vanno via milioni di dollari all'anno. Ogni articolo in un noto giornale russo costa da 10000 a 30000 dollari. Nei mezzi di informazione di massa occidentali ancora di più. Un simile articolo costa da 100000 a 300000 dollari». Anche Tat'jana Stanovaja, politologa, capo del dipartimento di analisi del Centr političeskich technologij [31] è convinta che per i blogger non vada via tanto denaro quanto può sembrare: “Non penso che sia una verticale costruita in modo così rigido, un sistema con una netta subordinazione. I blogger che “insudiciano” i LiveJournal e i siti non sono in grado di influenzare davvero molto la coscienza delle masse in quanto la tecnologia è inefficace. Questa gente fa questioni personali, usa molte offese e questo non sembra estetico, ragionevole e convincente. Non di meno il potere ha un forte desiderio di entrare nei dibattiti in Internet e dirigere le discussioni che si accendono in Rete. Fondamentalmente i metodi che il potere utilizza non sono amministrativi – questo è un “più” e un “meno””. Non nega l'esistenza delle “brigate” neanche il blogger “tysjačnik” [32] Anton Nosik, giornalista, noto operatore di Runet.ru [33]. “Ci sono persone che esprimono in quel modo la loro opinione, che “sfogano l'animo”, ma ci sono anche quelle che vengono pagate per lasciare commenti di un certo tipo. Individuare i segni di un lavoro “di brigata” è più facile per il proprietario di un blog, di un forum, di un server – per la monotonia delle repliche, per la loro origine dagli stessi indirizzi. Una persona che svolge tali attività per denaro può utilizzare qualsiasi quantità di “identità virtuali”, qui non ci sono limiti. Il 99% degli utenti a cui è proibito lasciare commenti nel mio blog sono spambot [34], cioè identità virtuali, create con un unico scopo: lasciare spam nei LiveJournal. Per essere bloccati a causa di espressioni inadeguate bisogna offendere con molta forza e senza argomenti gli altri partecipanti a una discussione nel mio blog. Alle offese rivolte a me semplicemente non reagisco, sono quelli più attivi”.

Quando si attivano

Michail Matveev, moderatore del sito ecmo.ru, creato dai difensori del bosco di Chimki [35], riconosce i “visitatori sporchi” a prima vista: “Vediamo esplosioni di aggressività nei confronti delle nostre manifestazioni e delle nostre azioni di protesta, nei giorni in cui vengono prese importanti decisioni su questioni ecologiche e in generale quando sul sito ci si aspetta un afflusso di visitatori. Ma il picco di attività dei teppisti da LiveJournal è stato durante la campagna elettorale per il posto di sindaco di Chimki. I commenti compaiono nel corso di alcune ore. L'impressione è che il sito sia seguito come minimo in tutte le ore diurne. Se si scartano gli “assalti” da villani ai membri del Movimento in difesa del bosco di Chimki, lo scopo della maggior parte dei commenti del genere è cercare di suscitare nel visitatore l'impressione che tutti gli attivisti siano “comprati” da qualcuno. E' capitato che abbiano semplicemente cercato di “rimpinzare lo schermo” con commenti che non avevano niente a che fare con la vicenda. Nasce la sensazione che i commenti “sporchi” siano ordinati dalle stesse persone che pagano gli attacchi DDos2. Si può notare come prima di un ulteriore attacco (quando i troll sanno che nel giro di un'ora o due il sito smetterà comunque di funzionare) il flusso di comunicazioni offensive si placa”.

Con i troll nel proprio LiveJournal Lev Rubinštejn agisce “secondo le leggi di guerra”: li “stermina” semplicemente “Ma nel LiveJournal ce ne sono pochi del genere, principalmente scrivono commenti agli articoli su “Grani”. Anche da me ci sono “persone bendisposte”. Ma ecco cos'è interessante – dopo tre o quattro commenti il tema dell'articolo scompare assolutamente e le persone cominciano a chiarire i rapporti le une con le altre, dimenticandosi del tutto dell'autore e del suo testo. Talvolta osservarli è abbastanza divertente. Ma per me l'interesse per ciò è in parte etnografico e in parte drammaturgico. A un certo punto comincio a prendere i commenti come un pezzo teatrale. E talora mi inserisco là nel ruolo di “autore”, non per convincere qualcuno, ma per puro interesse artistico. Non mi metterei a lottare seriamente con loro. Perché? Hanno tutti ruoli assegnati, non ne escono, nessuno muta le proprie opinioni, nessuno ascolta l'altro. Tutto questo, fra l'altro, c'era anche prima di Internet. Per esempio, nelle code sovietiche per la merce deficitaria le persone si distribuivano immediatamente i ruoli e cominciavano a chiarire i loro rapporti. E questo ricorda anche fortemente le cucine delle kommunalki”.

Bannate i goblin

Anton Nosik dice che le identità virtuali “sporche”, “vanno incondizionatamente, necessariamente bannate. Ma con chi nei LiveJournal esprime diverse opinioni bisogna rapportarsi come con persone reali”.

E' d'accordo con lui Michail Tul'skij: “Questi, si capisce, si possono bannare, ma il miglior metodo di lotta è non mettersi a discutere con loro. Quando è chiaro, che una persona dice evidenti assurdità, porta avanti un falso punto di vista, cerca di deformare la realtà, non bisogna parlare con lei. Un'altra questione – talvolta è difficile determinare subito chi ti sta davanti, un oppositore o un propagandista. Ma se non lo indovini la prima volta, la terza si può già capire precisamente che tipo di persona ti scrive”.

I blogger “che fanno schifezze” nei LiveJournal possono risponderne a livello amministrativo e penale. “La responsabilità per offese e calunnie è prevista dal Codice Penale della Federazione Russa (artt. 130 e 129 rispettivamente), ed è anche possibile muovere un'istanza civile per la difesa dell'onorabilità, della dignità o della reputazione nel mondo degli affari, – dice Viktor Naumov, esperto nell'ambito della difesa della proprietà intellettuale e della regolamentazione delle tecnologie dell'informazione, partner dello studio legale Salans. – Nell'ambito dell'istanza il cittadino può richiedere il risarcimento delle perdite e del danno morale e anche la smentita delle informazioni diffuse. Quanto a Internet per la difesa dell'onorabilità e della dignità del cittadino non ci sono norme speciali. L'ambito di diffusione delle informazioni, lo spazio della Rete, non è una regione speciale. Non c'è neanche una regolamentazione speciale – tutto si compie nell'ordinamento generale. Di principio, per i tribunali tale categoria di cause e di procedimenti penali non deve rappresentare una particolare complessità materiale e legale – nella legislazione sono previste norme abbastanza chiare in merito. Può, a dire il vero, sorgere una complicazione sul fatto se si possa considerare questo o quel sito (o servizio) un mezzo per la pubblica diffusione di informazioni o no – questa è una circostanza aggravante al momento di emettere una sentenza e ha anche influenza sull'entità dei danni riconosciuti (o del risarcimento) al momento di chiudere una causa civile. Ma il principale problema qui è processuale: bisogna raccogliere testimonianze sulla partecipazione di una persona concreta alla pubblicazione (nota del redattore: non è così difficile – vedi l'articolo di Jurij Revič "Beccare un provocatore"), registrare la pubblicazione stessa, cosa non banale da fare in modo impeccabile dal punto di vista processuale E proprio sull'aspetto processuale inciampano più spesso i querelanti o gli inquirenti. Alcuni sono stati chiamati a rispondere a livello civile e penale per violazioni commesse in Internet, ma la quantità di procedimenti differisce numericamente dalla quantità di processi per offese “comuni””.

“Si viene processati principalmente non per le offese, ma secondo l'articolo 282 del Codice Penale, per “incitamento”, – afferma Anton Nosik. – Il blogger di Perm' [36] Dmitirj Širinkin viene processato secondo l'articolo 207 del Codice Penale” (comunicazione consapevolmente falsa su atti di terrorismo). Nel settembre 2007 questo blogger scrisse nel LiveJournal: “Ieri… ho comprato una pistola Vi odio, odio Putin, odio Kasparov [37], odio “Dom-2” [38]... Porterò con me venti o trenta anime. Per ora non ho deciso in quale istituto superiore della città andrò. Probabilmente, comunque in un politecnico. Lo odio…”. Gli uomini della Procura di Perm' hanno trovato estremi di reato nelle comunicazioni di Širinkin.

Il caso di Širinkin non è una regola.

Nonostante il fatto che in Internet ogni giorno compaiano molti post, precisamente degni di attenzione da parte delle forze dell'ordine. Dopo aver posto nel blog della “Novaja gazeta” un brano di un nostro articolo (del 12 ottobre) in qualche ora sono giunte più di 100 repliche Gli utenti che si sono irritati agiscono secondo gli schemi descritti nell'articolo. Tra i commenti da troll ne sono comparsi anche alcuni che contengono aperte minacce all'indirizzo di giornalisti della “Novaja gazeta”. Alla Commissione per la risoluzione di conflitti della SUP, che gestisce i LiveJournal, ci hanno consigliato di rivolgerci immediatamente alle forze dell'ordine e di presentargli gli screenshot con le minacce, cosa che abbiamo fatto. Sui risultati comunicheremo in seguito.

1Forse intende la holding di Internet Pravda.ru. Il proprietario di questa è una società per azioni a numero chiuso.

2Attacco Ddos: al server vengono indirizzate contemporaneamente decine di migliaia di finte richieste e questo cessa di essere in grado di operare e diventa inaccessibile. Lo scopo di queste azioni è mettere fuori uso il server e chiudere la bocca ai suoi creatori.

P.S. Ringraziamo i colleghi che lavorano al sito “Novyj Region” [39] per averci suggerito questo tema.

Repliche nel blog http://novayagazeta.livejournal.com/

volnodum[40]

I troll e i blogger pro-Cremlino pagati risiedono effettivamente in grande quantità nei LiveJournal.

Il picco della loro attività è coinciso con la guerra con la Georgia. Bisogna notare che durante la persecuzione di Podrabinek l'opposizione liberale ha operato molto bene ed efficacemente nello spazio della blogosfera – i post e i commenti anti-Podrabinek non hanno potuto bilanciare i post e i commenti in sua difesa.

Inoltre, se si monitora Internet, si può scoprire che la difesa di Podrabinek ha perfino dominato in qualche modo sugli “attaccanti” e ha condotto molto bene dei duri contrattacchi (io non faccio eccezione).

In questo momento Internet è quello spazio in cui il potere e i suoi lacchè pagati non possono dominare sull'opposizione e tanto meno tapparle la bocca. La battaglia è condotta alla pari e l'opposizione la vince in parte in forza della mancanza di intelletto dei difensori del potere.

mrparker (Maksim Konovenko, conduttore televisivo, canale NTV [41])

Julija Balašova è invitata a commentare il mio LiveJournal e in particolare idiot.fm [42]. E scoprire là con stupore che la “brigata” esiste anche dall'altra parte. Per esempio, per ogni mio post sull'“idiota” dopo qualche secondo appare un commento di opposizione (a dirla molto delicatamente). Quanto costano queste persone? E chi li paga, non forse Lev Rubinštejn?:) Anche sollevare il tema delle “brigate” tre anni dopo che si è riso in proposito è ridicolo.

dieman7ich

I blogger particolarmente arguti/schifosi [43] ricevono fino a 1000 dollari al mese.

DA CHI LI RICEVONO?!!!

Dite nome e indirizzo di una persona che da un mucchio di verdoni per rompere le palle ai pazienti, per favore! Vi prego tanto. Curatori, dove siete?! Io pensavo che vi avessero dato un'ascia e un rompighiaccio in premio – e poi rompi come vuoi. E per questo danno anche del denaro!

In breve, o dite chi paga per questo e io vado da queste persone a ottenere il mio stipendio, o tutto questo è frutto della vostra immaginazione malata.

P.S. In realtà mi hanno costretto a scrivere questo. Scrivo in caratteri piccoli perché i curatori non mi notino. Non ci paga nessuno, lavoriamo per mangiare. Se perseguitiamo male i difensori della libertà e della democrazia, ci picchiano con le balalaiche e ci costringono a guardare gli interventi di Putin per cinque ore di fila. Un tempo ero una persona normale, ma gli uomini del KGB mi hanno preso, mi hanno tolto le scarpe da ginnastica Nike e mi hanno costretto a portare in Internet il dispotismo e il totalitarismo. Per favore, salvatemi! Sono pronto a chiedere asilo politico in qualsiasi paese, solo toglietemi da questi orribili luoghi di tortura, qui è scuro, terribile e da dietro il muro si sentono i gemiti dei giornalisti amanti della libertà torturati. Sbrigatevi, vi prego!

Slavikmad [44]

La teppa pro-Putin (“Naši, “Giovane Guardia” [45]), pare, crede seriamente che la parte opposta riceva denaro quando commenta i loro post da mentecatti. Dicono lo stesso delle manifestazioni... Le stesse donnette ne ricevono e credono che anche l'altra parte venga pagata e come potrebbe non essere così, senza essere pagati non si muoverebbero per nulla, eppure nell'anima sono accesi patrioti. Così il pubblico liberale non prende denaro, visto che non soffre di patriottismo del cervello [46].

darkwren [47]

Diavolo, mi dispiace così tanto per voi – persone a cui non viene neanche in testa che altri possano avere la propria opinione, diversa dalla vostra.

“Far schifezze” nei LiveJournal è qualcosa che viene certamente dall'aver troppo tempo libero. Meglio spenderlo per il lavoro, la famiglia, gli hobby, etc.

Ma se, per esempio, qualcuno dei vostri pazzi porta in strada una folla di persone e le conduce davvero all'assalto del Cremlino, io senza particolare dispiacere prendo in mano un'arma automatica per fermarvi.

Perché io apprezzo quella libertà che c'è da noi e non voglio prendere il vostro giogo su di me.

Julija Balašova

23.10.2009, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2009/118/12.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1]Dominio primario dei siti internet russi.

[2] Struttura abitativa nata in Unione Sovietica: appartamento condiviso da più famiglie con cucina e servizi igienici comuni (il corsivo, qui e altrove, è mio).

[3] Neologismo creato aggiungendo il suffisso -ec alla parola pol'zovatel', “utente”, per darvi una valenza spregiativa.

[4] I “diari” on line tenuti nei blog gestiti dal provider LiveJournal (Diario dal Vivo).

[5] Nome derisorio dei membri dell'associazione giovanile putiniana Naši (I Nostri). L'allusione ai nazisti è chiarissima.

[6] Aleksandr Pinchosovič Podrabinek, scrittore e giornalista con un passato da dissidente e oppositore del regime di Putin tenuto d'assedio nella propria casa dai Naši dopo aver criticato i reduci della II guerra mondiale che hanno ottenuto di far cambiare nome a una tavola calda moscovita dal nome “antisovietico”.

[7] Tasto usato per scrivere in carattere maiuscolo (ed è noto che scrivere in maiuscolo in Internet equivale a urlare ed è segno di grande maleducazione).

[8] “Incrocio” tra liberal (liberale) e pederast (pederasta).

[9] “Incrocio” tra pederast e patriot (patriota).

[10] RUsskij NET (“Rete Russa”), segmento russofono di Internet.

[11] Rettili simili ai mammiferi.

[12] “Analisi politica”.

[13] Vladislav Jur'evič Surkov, principale “ideologo” del Cremlino.

[14] Dmitrij Olegovič Rogozin, ex leader del partito nazionalista moderato “Patria”, ora membro del partito filogovernativo “Russia Giusta”.

[15] Letteralmente “Mela”. Partito di orientamento liberale il cui nome si ispira alle iniziali dei fondatori Javlinskij, Boldyrev e Lukin.

[16] Sojuz Pravych Sil (Unione delle Forze di Destra), partito conservatore.

[17] Letteralmente “azzurri”, termine gergale per “omosessuali”.

[18] Kommunističeskaja Partija Rossijskoj Federacii (Partito Comunista della Federazione Russa).

[19] Sito del giornale filogovernativo “Vzgljad” (Sguardo).

[20] Sito dell'omonimo giornale Internet (Dni significa “giorni).

[21] Sito del giornale filogovernativo Političeskij Geksogen (Esogeno Politico). L'esogeno è un esplosivo usato in ambito militare.

[22] Krivda significa “menzogna”.

[23] “Fondo per una Politica Efficace”, fondazione filogovernativa.

[24] Gleb Olegovič Pavlovskij, politologo, consigliere del capo dell'amministrazione presidenziale russa.

[25] Il “partito del potere”, che porta avanti la politica di Putin.

[26] Federal'naja Služba Bezopasnosti (Servizio Federale di Sicurezza), l'erede del KGB.

[27] Termine mitologico usato come sinonimo di “troll”.

[28] “Confini”. Si intende il sito informativo di opposizione “Grani.ru”.

[29] O meglio Tskhinvali, capitale dell'autoproclamata repubblica dell'Ossezia del Sud.

[30] Da leggersi come “fondamentalista”.

[31] “Centro di Tecnologie Politiche”, istituto politologico indipendente.

[32] Che ha mille o più lettori (da tysjača, “mille”).

[33] Cioè dell'Internet russofona.

[34] Cioè robot da spam, programma per l'invio automatico di spam.

[35] Città nei pressi di Mosca, il cui bosco è minacciato da grandi progetti edili e stradali.

[36] Città della Russia europea orientale.

[37] Garri Kimovič Kasparov, ex scacchista e ora principale oppositore di Putin.

[38] Reality show del canale satellitare TNT.

[39] “Nuova Regione”, agenzia di informazioni indipendente.

[40] Nickname che rimanda a vol'nodumec, “libero pensatore”.

[41] Canale televisivo un tempo indipendente, adesso sotto l'egida della Gazprom.

[42] Blog di “Mr. Parker”.

[43] Gioco di parole intraducibile tra gadlivyj (schifoso) e dogadlivyj (arguto).

[44] “Slavik il matto”. Slavik è diminutivo di Vjačeslav.

[45] Organizzazione giovanile putiniana.

[46] Come dire che “Slavik il matto” considera il “patriottismo” dei sostenitori di Putin una malattia mentale.

[47] “Scricciolo nero”.



http://matteobloggato.blogspot.com/2009/10/al-servizio-di-putin-ci-sono-anche.html

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