Il generale e la Zolla |
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Perché il generale Šamanov ha mandato due gruppi di uomini dei corpi speciali delle VDV [1] ad arrestare un inquirente impegnato in casi particolarmente importanti?
Ore 16.07 Vadim Pan'kov: Anatolič [2]. Anatol'evič (ufficiale di Kubinka [3]): Eh? V. P.: Ha chiamato ora il comandante. Da Ivanovo [4]. <…> Ha parlato di un indirizzo a Mosca e bisogna mandare là due gruppi. A.: A fare cosa?! V. P.: …Nel quartiere del viale Altuf'evskoe [5]. Ha detto di mandare là due gruppi. Io sono il superiore, ora vado là. (…) A.: A fare cosa? V. P.: Beh, non lo so. Sul posto mi farò un'idea. A.: Sì, vestiti in che modo? V. P.: Beh, in uniforme, probabilmente bisogna essere. Probabilmente, dal reparto, per… A.: Sì. Ma il compito qual è, almeno lo sai? V. P.: Beh, ha detto che la c'è un oggetto, da questo non va permesso a nessuno di giungere all'ingresso. Lui va là da Ivanovo, in generale. A.: Aha. V.P.: C'è bisogno di venti persone, in generale, dal reparto. A.: Bisogna prendere un autobus. V. P.: Sì, un autobus. Dici, dai l'ordine, che là si avvicini al reparto e io ora dico che si radunino. Ore 16.08 Jurij Šamanov: Pronto, Vadim, ciao. Vadim Pan'kov: Ciao, Jur [6], che è successo? Ju. Š.: In che senso? Che intendi per: che è successo? Forse ora ha telefonato di nuovo? V. P.: Beh, sì, per… Grida “Là, per…” Andate là… Mi puoi spiegare che è successo là? Ora vado a Mosca. Ju. Š. : Beh, è una perquisizione, là alla fabbrica, quella nell'Altuf'evskoe. (…) V. P.: Beh, dai, spiegami l'essenza della faccenda. Là da qualche parte, più vicino, nel quartiere. Io vado là. Sono solo, la gente si aggiunge dopo. Ju. Š.: Beh, il senso di cosa c'è là. L'inquirente, probabilmente, è arrivato là con qualche carta ufficiale che gli permette di fare questa perquisizione. Là in qualche modo è possibile influenzare la cosa. V. P.: Non parliamo di questo per telefono. Vediamoci. Come ti è comodo andare là? Ore 16.24 Vladimir Šamanov: Dove ti trovi ora? Vadim Pan'kov: Lo dicevo ora a lui al telefono: alla persona di cui mi hanno dato il numero. Vado da solo. Sono già passato da Mosca, vado da lui. La gente è andata da là, da Kubinka. (…) V. Š.: Bene, avanti! V. P.: Bene, ci siamo. V. Š.: E là c'è un cognome: Celipotkin, per… Ecco, quest'uomo dev'essere internato, per… (…) Ore 17.35 Vadim Pan'kov: Sì, sì. Compagno comandante, siamo al lavoro, ma è preferibile che Lei non vada là. Non è necessario. E qui la gente ha detto, beh, poi le spiegherò tutto, io vado al quartier generale. Vladimir Šamanov: Non tirarti dietro nessuno là. Sei solo là? V. P.: Sono solo. Io e Andrej ce la sbrighiamo, la gente ci aiuta. Beh, Glielo dirò dopo, non per telefono. (…) V. Š.: Sì. Tieni la gente a Sokol'niki [7]… Beh, questo cliente (evidentemente l'inquirente Celipotkin – nota del redattore) è preferibile farlo fotografare a me. (…)
Il colonnello Pan'kov era ritenuto dagli agenti operativi “in stretto legame” con il ricercato Glyba e per stabilire dove si nascondesse l'imputato era stato messo “sotto ascolto”. Il 18 agosto 2009 furono pure registrate queste trattative, da cui consegue: il generale Vladimir Šamanov da l'ordine di mandare dei gruppi dei corpi speciali delle VDV a disposizione del 45° reggimento distaccato dell'intelligence, dislocato a Kubinka, per bloccare una fabbrica sita nel viale Altuf'evskoe e trattenere l'inquirente Celipotkin. Cosa temeva tanto il generale e cosa non doveva trovare l'inquirente nella fabbrica? Il 5 luglio 2006 la Mercedes blindata di Dmitrij Barčenkov si era fermata a un incrocio nel villaggio di Medvež'i Ozëra [10]. Alla macchina si avvicinò una moto con guidatore e passeggero, che piazzarono una borsa con un ordigno esplosivo sul tetto della Mercedes e fuggirono all'istante. L'esplosione della carica cava perforò la blindatura e penetrò nel terreno per 40 centimetri Tuttavia Barčenkov, che subì numerose ferite da frammenti, rimase comunque in vita. E nel maggio 2008 il tribunale regionale di Mosca condannò a pene detentive di varia durata un gruppo di persone che aveva tentato di uccidere Barčenkov. Il mandante è ancora in libertà. Le indagini e gli avvenimenti ulteriori ad esse legati hanno messo in luce circostanze tanto curiose che la “Novaja gazeta” ha deciso di indagarle dettagliatamente. Abbiamo studiato il procedimento penale, quattro sentenze di condanna (due di esse sono state emesse da giurie) e abbiamo parlato con tutte le persone coinvolte nel conflitto che hanno accettato di incontrarci. L'inizio del conflitto Chi è Barčenkov? La sua holding ha tolto di mezzo il vecchio mercato di Ščëlkovo, nei pressi di Mosca, che stava sotto il racket dei banditi, e ha costruito al suo posto un edificio moderno. I commercianti sono stati liberati dal pizzo, è stato bloccato lo spaccio di droga, si è preso a riscuotere l'affitto in via ufficiale e le tasse adesso vanno al Fisco. Accanto al nuovo mercato la holding ha eretto il primo hotel-grattacielo della regione, lo “Zvëzdnyj” [11]. Inoltre Barčenkov costruisce chiese, ristruttura il lungofiume cittadino sulla Kljaz'ma [12], ha deciso di trasformare il centro della città in zona pedonale, ha aperto un parco con meridiane e ha deciso di pagare borse di studio ai migliori studenti delle scuole del distretto. Secondo le deposizioni degli imputati, nell'autunno 2006, alle elezioni del capo della città di Ščëlkovo i leader dell'OPG [13] locale, che avevano già perso il mercato, mandarono avanti un loro candidato. Ma Barčenkov appoggiò il rappresentante di “Russia Unita”, che di conseguenza ottenne la vittoria. Come si deduce dalla sentenza del tribunale regionale di Mosca, gli avvenimenti si svilupparono nel modo seguente. Nella primavera 2005 al mediatore Jašar Achmedov si rivolse il conoscente Aleksej Chramušin, per cui Barčenkov era il principale concorrente nel distretto di Ščëlkovo. Chramušin propose ad Achmedov, Zvezdov e Mamedov (pure condannati per lo stesso caso) di cercare dei sicari, promettendo di pagarli 200000 dollari. Achmedov si rivolse al suo conoscente Topko, che procurò uno degli esecutori diretti – Roman Terpan. La situazione di Terpan in quel momento era disperata: aveva 50000 dollari di debiti e perciò si accordò presto. Tanto più che in un primo tempo gli si chiedeva solo di rubare alcuni documenti dalla macchina di Barčenkov. Terpan e il suo compare Pavel Ušakov elaborarono questo piano: proposero di creare un incidente con l'aiuto di un KrAZ [14] dopodiché rubare i documenti. Il mandante approvò il piano, ma quando i soldi (15000 dollari) migrarono lungo la catena Achmedov-Topko verso l'esecutore immediato, il “compito tecnico” cambiò inaspettatamente: adesso a Terpan chiedevano di uccidere Barčenkov. E Terpan finì in trappola – non poteva più rifiutarsi. Ma l'attentato con l'aiuto di un camion fallì: il guidatore al momento giusto fu abbagliato dal sole… Organizzatori ed esecutori presero ad elaborare altre varianti. Pianificarono di organizzare un altro incidente, poi vollero uccidere Barčenkov a colpi d'arma da fuoco al mercato e allo scopo assoldarono perfino due killer. Tuttavia l'incidente non ebbe successo e i killer si rifiutarono. Toccò fermarsi all'esplosione della macchina. Il mandante dette ulteriori soldi. Per tutto questo tempo minacciarono Terpan. Dopo che fallì anche il piano dell'esplosione, gli fu chiaro: adesso la sua vita era già in serio pericolo – il mandante dell'omicidio, a detta dell'intermediario, era Oleg Glyba, noto in certi ambiti. Interesse pubblico Glyba è Aleksej Chramušin, marito di Svetlana Šamanova, genero del comandante delle Truppe Scelte Aviotrasportate russe Vladimir Šamanov. Secondo fonti della polizia, Glyba è considerato un membro attivo di un gruppo criminale tataro. Oggi su Aleksej Chramušin pende un mandato di cattura internazionale e si sta procedendo contro di lui in contumacia. Il figlio del generale Šamanov Jurij è il suo uomo di fiducia. Dmitrij Barčenkov e il suo vice, partecipe agli avvenimenti, Aleksej Rykov, hanno esposto molto dettagliatamente la loro visione degli avvenimenti. In una breve risposta alla nostra domanda il generale Šamanov ha fatto sapere che si rifiuta di dare una valutazione della sua situazione familiare. Ma qualche giorno dopo una delegazione di persone di fiducia della famiglia Šamanov ha fatto visita alla redazione. A differenza di Barčenkov hanno chiesto che non si facessero i loro nomi, anche se sul caso di cui scriviamo sono già state emesse delle sentenze e i documenti sono accessibili. Le conclusioni delle persone di fiducia degli Šamanov portano a quanto segue. Né il generale, né suo figlio hanno alcun rapporto con la città di Ščëlkovo. Il dubbio (a loro parere) passato dell'uomo d'affari Barčenkov riduce nettamente il significato delle indagini. Barčenkov avrebbe comprato il posto nel consiglio politico della sezione di “Russia Unita”. Non ci hanno comunicato fatti che confermino queste affermazioni, per corroborare quanto hanno raccontato hanno rinviato a vecchi articoli di vari mezzi di informazione di massa. L'OPG tatara L'OPG tatara è comparsa già negli anni '90. Sfera di attività: estorsioni, armi, droga, racket. Si ritiene che uno dei suoi capi sia Jurij Kop'ev, che al momento è agli arresti ed è in attesa di giudizio per il caso dell'attentato a Barčenkov come uno degli organizzatori diretti. Alla fine del secolo i “tatari” hanno preso a fare sempre più attenzione agli immobili e ai terreni. Gli agenti operativi legano questo salto di qualità all'arrivo nel gruppo di Dmitrij Fëdorov, figlio del defunto generale di divisione dello FSB [15] Jurij Fëdorov. Dmitrij è diventato direttore di alcune imprese curate dai “tatari”. Fëdorov, a differenza della maggior parte di membri di gruppi criminali, era una persona colta – voleva il graduale passaggio alla legalità degli affari criminali. E con il tempo il figlio del generale dello FSB prese a guidare tutti gli affari dei “tatari”. Dopo la morte di Fëdorov-senior al gruppo era necessario un nuovo appoggio nelle strutture armate. Fëdorov-junior, secondo consistenti testimonianze, attraverso la propria gente fece in modo che il membro dell'OPG Chramušin-Glyba conoscesse Svetlana Šamanova. Ma nel 2005 il giovane leader della comunità criminale cadde inaspettatamente – di lui rimase solo una pozza di sangue e tutte le sue proprietà furono divise tra i membri del gruppo criminale tataro. In particolare, le quote in alcune imprese, appartenenti ai membri della famiglia Fëdorov passarono a Chramušin, Kop'ev e altri membri dell'OPG. Pare che tali rapporti tra leader delle OPG siano la norma. Per esempio, subito dopo l'arresto di Jurij Kop'ev (soprannominato Fedja o Kopej) gli ex compagni hanno preso a dividersi le sue proprietà – fra i “tatari” è scoppiato una guerra crudele. E' stato compiuto un attentato ai danni di Aleksej Efremčikov soprannominato Dizel' [16], erede di Kop'ev, tuttavia in conseguenza di questo è morto il killer stesso, Aleksandr Brykov (Bryk). Oggi a vari membri del gruppo criminale tataro appartiene più di una decina di imprese nei pressi di Mosca, la principale ricchezza delle quali sono i terreni. “Sporttèk Spa” Prima di darsi alla fuga, Glyba divenne l'unico proprietario della Spa Sporttèk, su una parte della quale avanza pretese la figlia del generale Šamanov e del cui consiglio di amministrazione fa parte suo figlio. Le principali ricchezza dell'impresa sono gli immobili e i terreni. Allora, con il cambio di proprietario, tutti i poteri degli ex membri del consiglio di amministrazione furono temporaneamente sospesi. Fra l'altro, come ci ha raccontato l'ex direttore generale della Spa Sporttèk Jurij Černov, i vecchi membri del consiglio di amministrazione non hanno ricevuto nulla in cambio. Alla domanda sul perché sia andata così Černov ha dato una risposta stupefacente: dice, l'impresa e i soldi non avevano un significato essenziale. Anche se, secondo le valutazioni più modeste, il valore della fabbrica al momento ammontava a circa 10-15 milioni di dollari. E alla domanda su quale ruolo avesse avuto Šamanov nel cambio di proprietario Černov ha risposto nel modo seguente: “A quel tempo per la Sporttèk mostrò un attivo interesse la compagnia Rosbilding. Perciò ci risultò perfino necessario introdurre Jurij Šamanov nel consiglio di amministrazione. In ogni caso è il figlio di una persona nota e il suo cognome può decidere molto. Cosicché abbiamo utilizzato con grande successo questa risorsa amministrativa”. Cioè ci salvammo dall'assorbimento per essere comunque mangiati. Alla domanda della “Novaja gazeta” se gli fosse dispiaciuto in fin dei conti dare via l'impresa gratis Jurij Černov ha risposto così: “Certo che mi è dispiaciuto, ma che si poteva fare…” Come dicono degli uomini d'affari che conoscono la situazione, Jurij Šamanov non ha quasi mai preso decisioni: a lui si chiedeva la presenza, ma tutti gli affari erano guidati da Chramušin con la copertura di un cognome noto. I condannati per l'attentato durante gli interrogatori hanno detto di credere nella propria impunità proprio per via dell'autorevole famiglia di Glyba. E adesso agli inquirenti tocca “coprire con il segreto” molti testimoni di questo caso, com'è venuta a sapere la “Novaja gazeta”. Lo chiedono i testimoni stessi: per qualche motivo hanno paura, ma non dei banditi... Cosicché è difficile supporre che proprio grazie a Šamanov-junior si sia riusciti ad accordarsi riguardo alla Sporttèk e alla Rosbilding, uno dei fondatori della quale è il più che influente e stimato uomo d'affari Michail Mamiašvil. Per trattative a tale livello era richiesta una figura di grande peso… Fra l'altro, adesso il capitale della Sporttèk è valutato 20-25 milioni di dollari. Le versioni delle parti Al processo Barčenkov ha chiesto ai giurati clemenza per coloro che si sono pentiti di aver compiuto l'attentato ai suoi danni. Questi vuole vedere sul banco degli imputati il mandante, che gli inquirenti ritengono essere Chramušin-Glyba. E Barčenkov ha anche rivolto un'accusa al generale Šamanov: “Mi è noto da fonti credibili che un amico di Šamanov , il deputato della Duma di Stato [17] Andrej Bočarov ha indirizzato agli organi per la tutela dell'ordine – ministero degli Interni, Procura – delle istanze con la richiesta di verificare tutta l'attività economica della holding Ščëlkovskij. Queste verifiche sono state effettuate, ma non è stata riscontrata alcuna violazione. Adesso su richiesta dello stesso Šamanov mi sottopongono di nuovo a verifica. Ho fatto rimostranze sull'operato della Procura e del ministero degli Interni. Dopodiché si è chiarito che come base della verifica è servito un qualche appello a Bočarov del deputato del consiglio cittadino di Ščëlkovo Produn. Ma quando la Procura ha interrogato Produn, questi ha dichiarato di non aver firmato alcun appello a nome di Bočarov. Per via dell'attivo operato del generale Šamanov mi sorge una domanda: quale ruolo nell'organizzazione dell'attentato ha avuto suo figlio Jura? Non è questi complice di questo crimine?” La “Novaja gazeta” ha contattato il figlio del comandante delle VDV Jurij Šamanov ed ecco cosa ci ha risposto: “Mio padre non ha niente a che fare con questo caso. Non ha telefonato a Barčenkov e in generale non ha influenzato in alcun modo le indagini. Quanto all'appello del deputato cittadino Produn… Ho prove inconfutabili che ha firmato l'appello da solo. Perché ciò è avvenuto in mia presenza e in presenza di altri testimoni, tra cui Jurij Kop'ev. La mia famiglia non riceve alcuna rendita dalle proprietà di Aleksej Chramušin. Sì, oggi io sono effettivamente la persona di fiducia ufficiale di Aleksej e faccio parte del consiglio di amministrazione della Spa Sporttèk, ma lo faccio su basi di pubblico interesse e assolutamente senza compenso”. Perché un deputato ha firmato la richiesta di verificare l'attività di Barčenkov in presenza del leader di un gruppo criminale, che a causa di questi aveva perso il mercato cittadino, e del figlio di Šamanov? Ci siamo rivolti a Èduard Produn – questi ha dichiarato di non aver firmato alcun appello a nome di Bočarov. Per di più gli inquirenti non hanno ottenuto risposta a una semplice domanda: perché le verifiche sull'attività di Barčenkov sono state organizzate proprio da Andrej Bočarov, che non ha alcun interesse per il distretto di Ščëlkovo? Questi non è stato eletto là, non ha partner di affari là né alcun tipo di legame. Peraltro questi conosceva il generale Šamanov quando era governatore della regione di Ul'janovsk [18]. E nella Duma di Stato Bočarov è vice presidente della Commissione per i veterani, frequenta per motivi di servizi i comandanti militari passati dalla Cecenia. Oltre a tutto questo si è trovata a disposizione della redazione l'istanza di Svetlana Chramušina-Šamanova al primo sostituto procuratore generale e al presidente dello SKP [19] presso la Procura della Federazione Russa Aleksandr Bastyrkin, in cui chiede che siano difesi i suoi diritti e sia tolto il blocco posto sulle azioni della Spa Sporttèk ОАО, in quanto il 50% delle azioni appartiene a lei come legittima consorte del ricercato Aleksej Chramušin. Inoltre, a quanto dice Barčenkov, gli ha telefonato una persona, che si è presentata come il generale Šamanov e gli ha proposto di fermare il procedimento penale in cambio di denaro, altrimenti gli avrebbe tolto la sua attività e avrebbe coinvolto lo FSB. A questa conversazione erano presenti il deputato del consiglio distrettuale di Ščëlkovo Sergej Tjurin e altri. In seguito da Barčenkov andò una persona, che si presentò come una guardia del corpo del generale e propose anch'essa di “appianare” il caso in cambio di denaro. Ma in conseguenza della verifica condotta dalla SKP fu negato l'avvio di un procedimento penale. “A parte questo, – continua Barčenkov, – vorrei sottoporre al giudizio del pubblico una situazione in cui il comandante delle VDV, utilizzando la propria posizione, mando un gruppo dei corpi speciali per “internare” (come egli si esprime) un inquirente che sta effettuando una perquisizione legale nella fabbrica del genero del generale, su cui pende un mandato di cattura internazionale. Con le proprie azioni Šamanov non scredita davvero le Forze Armate e il presidente della Federazione Russa che gli ha dato fiducia? E' davvero possibile lasciare questo fatto che grida vendetta senza una valutazione civile e legale?” Chi ha dato ordine a chi Alla “Novaja gazeta” è riuscito ottenere di incontrarsi con uno dei compagni e dei conoscenti più prossimi di Aleksej Chramušin-Glyba, che ha chiesto di non fare il suo nome. Ecco cosa ci ha raccontato: “Leggete attentamente la biografia di Barčenkov. Quest'uomo è legato molto strettamente sia alla criminalità, sia ad importanti strutture statali. Oltre a questo è diventato membro del consiglio politico della “Russia Unita” locale grazie a materiale compromettente sul presidente del consiglio politico Aleksej Zvjagin raccolto dal suo vice Aleksej Rykov”. Barčenkov non ci ha nascosto l'esistenza di determinati legami: “Sì, quando il generale Šamanov ha cominciato a influire attivamente sulle indagini, anche a me è toccato ricorrere all'aiuto di amici. Solo perché la cosa fosse indagata in modo efficace e obbiettivo. E che mi restava da fare se uno dei primi inquirenti mi ha chiesto direttamente se non mi fossi fatto saltare in aria da solo? Nel mio corpo ci sono ancora delle schegge che non mi toglieranno fino alla fine della mia vita”. E il presidente del consiglio politico locale di “Russia Unita” Zvjagin ci ha dichiarato che Barčenkov fu accolto nel consiglio politico del partito proprio grazie alla sua attività. “Vi dico sinceramente: nel distretto di Ščëlkovo non c'è un altro uomo d'affari che abbia fatto tanto per il suo sviluppo. E la storia del materiale compromettente la sento da voi per la prima volta”. Abbiamo chiesto alla nostra fonte, rappresentante di parte del ricercato Glyba, di commentare anche l'episodio dell'attentato a Barčenkov. “Aleksej neanche conosceva questo Barčenkov. Non si conoscevano, perciò non aveva alcun motivo per ordinare l'attentato”. Alla domanda su come potesse a sua volta Barčenkov, se non conosceva Chramušin, chiedere agli inquirenti di calunniare una persona a lui ignota, la nostra fonte ha avuto difficoltà a rispondere. “A parte questo, o – continua il conoscente di Chramušin-Glyba, – nel fascicolo ci sono le dichiarazioni degli imputati Achmedov e Zvezdov, che hanno scritto di aver calunniato Aleksej Chramušin. Ciò conferma il fatto che su di loro sono state fatte pressioni da parte degli inquirenti”. Il collega di Barčenkov – Aleksej Rykov – ci ha confermato che Achmedov ha effettivamente scritto qualcosa del genere, tuttavia per qualche motivo lo ha fatto in presenza di un notaio e di uno dei membri del gruppo criminale tataro, Evgenij Jakovlev. Secondo Rykov, lo stesso Jakovlev avrebbe raccontato di aver ricevuto tale compito dal leader dei “tatari” Jurij Kop'ev. E al processo Achmedov indicò Chramušin e Kop'ev come organizzatori del crimine. Oltre a ciò esattamente un mese fa il condannato Zvezdov ha pure mostrato di aver scritto la propria dichiarazione su insistente “consiglio” dei propri vicini di cella e sentendosi offeso perché a lui, a differenza di Achmedov non avevano ridotto la pena. Oggi questi conferma la complicità di Kop'ev e Chramušin nell'attentato a Barčenkov. Per ulteriori chiarimenti la “Novaja gazeta” si è rivolta all'avvocato del genero ricercato del generale Šamanov Leonid Proškin. “Ditemi, può esserci in un omicidio su commissione una catena di 12 persone? Persone diverse, di parti diverse. E' assolutamente assurdo! In secondo luogo, visto che al processo si parla di una somma di 200000 dollari, gli organizzatori non avrebbero potuto assoldare dei killer professionisti ? Inoltre al mio assistito sono state bloccate tutte le azioni della Spa Sporttèk a lui appartenenti. Questo è stato fatto in modo assolutamente illegale. Barčenkov ha presentato un'istanza civile nell'ordine, pare, di 5,5 milioni di rubli [20] e il valore delle azioni dell'impresa è centinaia di volte superiore all'istanza presentata”. Tra l'altro, stando ai materiali del procedimento penale, per l'omicidio fu pagata solo la metà di quanto promesso. Ma gli intermediari divisero tra loro anche questi soldi, il loro destino è stato seguito dettagliatamente dagli inquirenti. All'esecutore Terpan toccò una piccola parte. In questo procedimento penale non è stato ancora messo un punto. Secondo informazioni degli agenti operativi, Aleksej Chramušin si nasconde all'estero: o in Olanda o in Austria. Per entrare nell'ufficio di Dmitrij Barčenkov bisogna superare due pesanti porte metalliche. La minaccia, a suo parere, è ancora reale. Diritto di replica Abbiamo posto per iscritto al comandante delle VDV Vladimir Šamanov domande riguardanti le circostanze di questo caso, tenendo conto del fatto che il generale potrebbe essere ostaggio di una non semplice situazione familiare. Il generale Šamanov ha ritenuto indispensabile rispondere alle domande: Vi siete rivolti a me con la richiesta di rispondere a una serie di domande come a una persona con una funzione pubblica – quella di comandante delle Truppe Scelte Aviotrasportate, ma tutte le domande poste riguardano la mia vita personale. Esiste un'intera serie di disposizioni di legge – la “Costituzione della Federazione Russa” (articoli 23 e 24), la legge “Sui mezzi di informazione di massa” [21] (articolo 49) e altre, che mi permettono di non rispondere alle domande da Voi poste, basate su dicerie e talvolta aventi anche un carattere apertamente provocatorio. Nello svolgimento dell'attività professionale il giornalista è tenuto a rispettare i diritti, gli interessi legali, l'onore e la dignità dei cittadini e delle organizzazioni. Sono pronto a rispondere a qualsiasi domanda riguardante la mia attività di servizio in qualità di comandante delle Truppe Scelte Aviotrasportate. Spero nella Vostra comprensione e in un ulteriore atteggiamento collaborativo. 21.09.2009, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2009/104/01.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni) |
[1] Vozdušno-Desantnye Vojska (Truppe Scelte Aviotrasportate).
[2] Abbreviazione del patronimico Anatol'evič (l'usanza di chiamare le persone con il patronimico è tipica dei contadini russi).
[3] Cittadina nei pressi di Mosca.
[4] Città della Russia centro-settentrionale.
[5] Nella parte nord-orientale di Mosca.
[6] Forma vocativa colloquiale per Jura, diminutivo di Jurij.
[7] Quartiere della parte centro-orientale di Mosca.
[8] “Zolla”.
[9] Il “partito del potere”, che porta avanti la politica di Putin.
[10] “Laghi degli Orsi”, zona residenziale nei pressi di Mosca.
[11] “Stellare”.
[12] Fiume della regione di Mosca, subaffluente del Volga.
[13] Organizovannaja Prestupnaja Gruppa (Gruppo Criminale Organizzato).
[14] Un camion della KRemenčugskij Avtomobil'nyj Zavod (Fabbrica di Automobili di Kremenčug – città dell'Ucraina centrale).
[15] Federal'naja Služba Bezopasnosti (Servizio Federale di Sicurezza), l'erede del KGB.
[16] “Diesel”.
[17] Tutte le assemblee legislative russe si chiamano Duma, di qui la precisazione.
[18] Città della Russia centro-meridionale, nota per essere il luogo natale di Lenin.
[19] Sledstvennyj Komitet pri Prokurature (Commissione Inquirente presso la Procura).
[20] Circa 123000 euro.
[21] Le leggi russe si indicano con il titolo e non con un numero.
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