20 settembre 2009

A proposito della giustizia in Russia (IV)

Igor' Sutjagin, studioso, z/k [1]



Igor' Sutjagin, direttore di settore della sezione di studi politico-militari dell'Istituto per gli USA e il Canada dell'Accademia Russa delle Scienze, fu arrestato nell'ottobre 1999. L'accusa era “rivelazione di segreto di Stato”. Nonostante gli scandali che hanno accompagnato il processo e la contraddittorietà delle prove di colpevolezza di Sutjagin, il tribunale cittadino di Mosca nel 2004 ha condannato lo studioso per alto tradimento a 15 anni di colonia penale a regime duro. Nell'aprile 2004 l'organizzazione internazionale per la difesa dei diritti umani Amnesty International ha dichiarato Sutjagin prigioniero di coscienza.

Alla vigilia di questa triste data tonda – 10 anni in prigione – esce il libro di Igor' Sutjagin, alcuni capitoli del quale sono stati pubblicati sulla “Novaja gazeta”1. Oggi pubblichiamo l'introduzione.

Igor' Sutjagin. “A metà strada verso i minerali grezzi siberiani”

(A mo' di introduzione)

Quando siedi a lungo in una cella di isolamento, cominci a capire perché descrivono proprio così un determinato stato d'animo: “aver voglia di urlare”. In particolare se questa cella di isolamento non è la cella “lefortoviana” [2], un po' consunta, ma formalmente accurata, ma una cella costruita ancora sotto Caterina di un edificio del SIZO [3] di Kaluga [4]. Arcate basse e schiaccianti. Muri ridipinti molte volte, ma comunque graffiati. E uno strato di nicotina mista a polvere sul soffitto tondeggiante arcuato e sui muri – così spesso che si può raschiare con un fiammifero. Un quadro cupo.

Ma per qualche tempo ho assolutamente dimenticato questa cupezza – quando nella mia cella “numero 68” hanno portato un telegramma di Larisa Bogoraz [5]. Come un contatto dal vivo con la Storia. Capite, una cosa è sapere cos'è successo. Ma è tutta un'altra cosa, quando all'improvviso la storia si materializza in un foglietto di carta, dove – scusate i paroloni, ma è proprio così – Larisa Iosifovna, che appartiene alla Storia si rivolge concretamente a te, invitandoti a non perderti d'animo. Probabilmente non è lo stesso che per loro la Mauser [6] di Dzeržinskij. Ma per me ricevere quel telegramma è stato un fatto ben poco comune.

Forse grazie anche a quello il mio animo è rimasto comunque saldo. Perfino quando mi è toccato scontrarmi con le più incredibili, sfacciate menzogne degli inquirenti, che hanno affogato la verità nel fango e nelle supposizioni. Quando si è affermato che se c'è scritto “a” e c'è scritto “b”, allora formare con esse “ab” non si può, è impossibile. Quando quasi tutta la potenza delle strutture di sicurezza dello stato – dall'UVKR2 all'intelligence esterna e agli inquirenti militari fino al Dipartimento per la sicurezza economica – hanno cercato con tutte le forze di montare il “caso”.

In generale questi, in qualche modo particolarmente disperato, hanno lottato proprio con la verità. Con la verità e con tutto ciò che distruggeva la menzogna da loro montata. E questi erano perfettamente consapevoli di mentire. Perché una persona normale, sana non può affermare seriamente che un libro edito nel 1992 fosse impossibile da utilizzare nel 1998 nel lavoro per un articolo, perché il libro “era stato pubblicato dopo che l'articolo era stato scritto”3. E una persona sana, dopo aver letto in una rivista che “in Russia è stata organizzata la produzione di ХХХ», non è proprio in grado di firmare onestamente l'accusa basata sul fatto che la frase “in Russia è stata organizzata la produzione di ХХХ” non possa essere ricavata da fonti pubblicamente accessibili. E di accludere la rivista in qualità di prova4.

Effettivamente non nascondevano neanche che l'essenza di ciò che accadeva gli era del tutto chiara. L'essenza reale, non quella annunciata dai canali di stato. Per l'ennesima volta, dopo aver mostrato al capo del gruppo degli inquirenti come dal giornale che stava sul tavolo si ricavasse la “frase segreta” registrata a mio carico nell'accusa, io ho chiesto, dando del tu in tono accusatorio:

– Saša, ma davvero non capisci che tutto questo è una sciocchezza?

Saša rispose subito, senza riflettere un secondo:

– Certo che lo capisco. Ma capisco anche che tu sei in prigione già da un anno e se io oggi ti rilascio, domani al tuo posto dovrà esserci qualcuno di noi. E noi non vogliamo stare in prigione. Perciò ci starai tu e non noi.

Perlomeno fu onesto. Grazie, Saša, per la sincerità. L'ho apprezzata.

E così va in tutti gli ambiti. Solo tra gli inquirenti e gli agenti operativi a me noti personalmente per via del mio caso quattro tenenti sono diventati primi tenenti [10], due primi tenenti capitani, un capitano maggiore, due tenenti colonnelli colonnelli, un colonnello generale e uno che sognava il potere di generale vice governatore della regione. Probabilmente questi ritenevano che ciò giustificasse pienamente la loro lotta contro la verità. Tanto più che adesso sono in prigione già da quasi dieci anni.

E poi tre giorni prima della mia ultima sentenza a Mosca giunse la notizia che Larisa Bogoraz era morta. E io nella cella di Lefortovo per qualche motivo sentii che mi era stato come passato il testimone. Capisco da solo che non sono in grado, che non è roba per me [11] e che io sono come sono. Non so neanche se potrò andare in piazza o se la paura che si ripeta per le persone a me vicini tutto quello che hanno già passato mi fermerà. Ma in modo incomprensibile il senso di responsabilità inculcato dall'infanzia (il senso del dovere, cos'altro?) mi ha comunque spinto a percepire che il testimone è comunque stato passato e bisogna portarlo avanti – come si può, purché senza arrendersi e dicendo la verità. Ricordo dall'infanzia:

Se io non brillerò,
Se tu non brillerai,
Se noi non brilleremo —
Quando mai si disperderà l'oscurità?
[12]

E c'è molto da disperdere. Perché continuano a mentire. A mentire e senza aver tanto ritegno. Raccontando che non hanno competenza, ma si basano solo sulle conclusioni degli esperti. E continuando a scegliere gli esperti – già in servizio! – comodi e necessari. E sempre più persone si trovano schiacciate nell'asfalto, neanche tanto profondamente, – ma il rullo compressore è passato su tutti. Akuličev [13], Kajbyšev [14], Rešetin [15] tra gli accademici. Ščurov [16], Mirzajanov [17], Fëdorov [18], Korobejničev [19], i fratelli Oleg e Igor' Minkin [20], Babkin [21] tra i professori. Danilov [22], Chvorostov [23], Sojfer [24], Vizir [25], Ivanov [26], Rožkov [27], Koval'čuk [28], Moiseev [29], Tverdochlebov [30] tra i collaboratori scientifici di vario rango. Nikitin [31], Pas'ko [32]… Casi di “spionaggio” si sono sviluppati a Murmansk [33], Mosca e Pietroburgo, nel Territorio del Litorale [34], a Kaluga, Novosibirsk [35], Čeljabinsk [36], Krasnojarsk [37], Voronež [38]… E dovunque odora di menzogna. Di menzogna e di mostrine che desiderano nuove stelle. O di nuovi soldi – il che, essenzialmente, è quasi lo stesso. A volte viene voglia di urlare quasi come allora, nella cella di isolamento annerita dal tempo e dalla nicotina. Per non dar loro in qualche modo di prendere il sopravvento, nel mio lager settentrionale mi sforzo almeno di non tacere su ciò che è successo. Ma comunque si arrampicano sempre con le loro menzogne “da grande potenza”.

Ma che resta da fare? Ripetere e ripetere caparbiamente la verità. Anche se nessuno ascolta. Anche se nessuno sente.

“La verità non vince. La verità è ciò che rimane quando tutto il resto è già perduto”. Oggi queste parole sono tanto attuali quanto lo erano allora, nell'agosto del '68.

La presentazione del libro di I. Sutjagin “A metà strada verso i minerali grezzi siberiani” avrà luogo il 22 settembre nella Casa centrale del Giornalista [39]. Inizio alle 15.00.

1 I capitoli sono usciti sotto il titolo “Diario di una spia”. Vedi “Novaja gazeta” del 30.01. 2009, 28.11.2008 e 12.12.2008.


2 Upravlenie Voennoj KontrRazvedki [7] (UVKR) del Departament KontrRazvedki [8] (DKR) dello FSB [9].

3 Disposizione del colonnello K. del 17 giugno 2002, tomo 27, foglio del caso 89; disposizione del maggiore P. del 19 luglio 2002, tomo 27, foglio del caso 161.

4 Disposizione del maggiore P. del 29 luglio 2002. Sulla presentazione dell'accusa, tomo 23, foglio del caso 117.

18.09.2009

[1] Abbreviazione di Zaključënnyj Kanalestroenija (Detenuto per la Costruzione del Canale), data ai prigionieri del Gulag inviati a costruire il canale Mar Baltico-Mar Bianco e diventata sinonimo di prigioniero del Gulag in generale.

[2] Di Lefortovo, carcere di Mosca.

[3] Sledstvennyj IZOljator (Carcere di Custodia Cautelare).

[4] Città della Russia centro-meridionale.

[5] Larisa Iosifovna Bogoraz, linguista e dissidente, morta nel 2004.

[6] Pistola semiautomatica tedesca.

[7 Direzione del ControSpionaggio Militare (il rilievo grafico, qui e altrove, è mio).

[8] Dipartimento di ControSpionaggio.

[9] Federal'naja Služba Bezopasnosti (Servizio Federale di Sicurezza), l'erede del KGB.

[10] Grado che non esiste in Italia, dove da tenente si diviene capitano.

[11] Letteralmente “non è un cappello per Sen'ka (diminutivo di Semën, “Simone”)”, modo di dire russo.

[12] Versi di Nazim Hikmet.

[13] Viktor Anatol'evič Akuličev, fisico.

[14] Oskar Akramovič Kajbyšev, fisico tataro, accusato di spionaggio in favore della Corea del Sud.

[15] Igor' Rešetin, fisico, accusato di aver ceduto materiale missilistico alla Cina.

[16] Vladimir Ščurov, docente di acustica, accusato di aver ceduto materiale segreto alla Cina.

[17] Vil Sultanovič Mirzajanov, chimico tataro che accusò la Russia di produrre armi chimiche proibite e fu poi incarcerato per rivelazione di segreto di stato.

[18] Vjačeslav Vasil'evič Fëdorov, fisico.

[19] Oleg Pavlovič Korobejničev, chimico, accusato di rivelazione di segreto di stato.

[20] Non ho trovato notizie su questo caso.

[21] Anatolij Babkin, fisico, accusato di aver ceduto materiale segreto agli USA.

[22] Valentin Vladimirovič Danilov, fisico, accusato di aver fornito materiale segreto alla Cina.

[23] Jurij Chvorostov, collaboratore di Danilov (vedi nota 21), accusato di essere suo complice.

[24] Vladimir Nikolaevič Sojfer, oceanografo, autore di studi sull'inquinamento radioattivo dell'Oceano Pacifico, accusato di rivelazione di segreto di stato.

[25] Sergej Andreevič Vizir, economista, accusato di aver fornito materiale segreto alla Cina.

[26] Non ho trovato notizie su questo caso.

[27] Non ho trovato notizie su questo caso.

[28] Non ho trovato notizie su questo caso.

[29] Valentin Ivanovič Moiseev, economista, accusato di spionaggio a favore della Corea del Sud.

[30] Sergej Tverdochlebov, collaboratore di Rešetin, accusato di esserne complice.

[31] Aleksandr Nikitin, collaboratore scientifico, accusato di spionaggio dopo aver scritto un rapporto sui rischi nucleari legati alla flotta del Mare Artico.

[32] Grigorij Michajlovič Pas'ko, ecologista, accusato di spionaggio dopo aver scritto articoli sull'inquinamento causato dai militari.

[33] Città dell'estremo nord della Russia.

[34] Regione dell'estremo oriente della Russia asiatica.

[35] Città della Siberia meridionale.

[36] Città della Siberia occidentale.

[37] Città della Siberia centrale.

[38] Città della Russia centro-meridionale.

[39] Centro giornalistico indipendente di Mosca.


http://matteobloggato.blogspot.com/2009/09/un-prigioniero-di-coscienza-nella.html

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