09 novembre 2008

A proposito delle forze dell'ordine russe (I)

Hanno seppellito il corpo e sono andati a bere

I “placidi mediocri” con le mostrine da tenente, ai quali “non è stata fatta attenzione al momento giusto”, hanno confessato di aver bruciato una persona


A Saratov [1] sono stati arrestati tre agenti dello RUVD [2] del quartiere Leninskij, sospettati di un feroce omicidio. Secondo gli inquirenti, i poliziotti avrebbero bruciato viva una persona che non voleva confessare un furto.

Gli agenti operativi lavoravano su un caso di furto di oggetti d’oro. La sera del 28 ottobre avevano portato all’UVD [3] di quartiere il cittadino armeno trentenne Gasparjan. Come si è chiarito in seguito gli ufficiali che svolgevano gli obblighi di servizio erano ubriachi. I poliziotti volevano che l’arrestato confessasse il furto, anche se non era stato coinvolto nel caso in qualità di sospetto. Nell’edificio della polizia hanno picchiato l’uomo per un’ora. Poi l’hanno portato fuori città, nella zona del sobborgo di Sokol, e hanno proseguito l’esecuzione. Come hanno stabilito gli esperti, gli assassini “hanno sferrato colpi di bastone, soprattutto alla testa”. Hanno versato benzina sull’uomo ancora vivo e gli hanno dato fuoco. Poi hanno seppellito il corpo e sono andati a bere ancora.

Qualche ora dopo un’informazione operativa è giunta alla polizia criminale del GUVD [4] regionale (gli uomini delle forze dell’ordine non spiegano come hanno saputo ciò che era successo). Sono stati trovati i familiari della persona uccisa e i testimoni del delitto. Ventiquattr’ore dopo il delitto lo SOBR [5] ha arrestato i tre sospetti nell’appartamento di un loro conoscente. I poliziotti non hanno opposto resistenza, in quanto dormivano profondamente dopo una sbronza durata due giorni. Uno di loro ha scritto subito una confessione, gli altri hanno confessato al mattino e hanno indicato il luogo di sepoltura.

La notizia del delitto è finita in mano ai mass-media e i capi delle strutture armate [6] hanno convocato in fretta una conferenza stampa collettiva. Come ha raccontato il facente funzione di capo del GUVD Boris Orlov, i poliziotti sospettati dell’orribile omicidio, erano considerati dei “placidi mediocri”. “Non si segnalavano particolarmente né in bene né in male. Anche se due di loro erano finiti nel campo visivo dell’USB [7], – ha detto il signor Orlov. – E’ evidente, a loro non è stata fatta la dovuta attenzione al momento giusto. Probabilmente è una nostra mancanza”. Gli agenti operativi prestavano servizio nella polizia da più di cinque anni, portavano mostrine da tenente.

Perché gli agenti operativi abbiano scelto come vittima proprio Gasparjan non è stato chiarito dagli inquirenti. Come dicono i familiari, l’uomo era uscito di casa per andare al negozio a comprare le sigarette. Per strada è passato al banco dei pegni, dove dava regolarmente qualcosa in pegno e ha riscattato il proprio oro. Tra il banco dei pegni e il chiosco l’hanno preso alcune persone in uniforme.

Il delitto ha provocato una forte reazione tra gli stessi poliziotti. “Perfino agli sbirri più scafati si sono rizzati i capelli. Insomma, picchiare un arrestato, prendergli il portafogli va bene, ma non bruciarlo. Questi sono dei veri mostri”, - ha dichiarato alla “Novaja gazeta” una fonte che collabora strettamente con le forze dell’ordine. Quello che è successo ha terrorizzato gli abitanti di Saratov proprio per il livello di crudeltà, di per se il fatto che i tutori dell’ordine abbiano violato la legge non ha stupito nessuno. “Certo, nessuno costringe i poliziotti ad andare contro la legge. Ma ecco, mettiamo, una situazione del genere: il capo della sezione riceve nel suo ufficio un ospite importante. Chiama un agente operativo e gli ordina di portare un costoso cognac. Ma un agente operativo dove prende una bottiglia da 2000 rubli [8], se il suo stipendio è di 12000? L’unica via d’uscita è prendere per il collo al padrone del chiosco. Se questo non capisce con le buone, tocca portarlo in un bosco e spiegarglielo grossolanamente”, - dice la nostra fonte.

Si capisce che un semplice agente del PPS [9] non può prendere per il collo il padrone di un chiosco, così come un sottufficiale non può prendere per il collo il padrone di una fabbrica. Non è il suo livello. I gradi più bassi sono temuti soprattutto dagli strati meno difesi della società – i bevitori, i disoccupati, i pregiudicati, i rappresentanti di etnie non slave e altra “erba da pascolo”. Anche le etnie sono diverse. Attaccare un armeno, un azero o un ceceno è rischioso, perché in loro difesa possono accorrere le forti comunità della diaspora. Ma chi difende, per esempio, un tagiko?

L’uomo con le mostrine è temuto nelle località di campagna: più povero è il villaggio, maggiore è il terrore. Adesso sono sotto processo un agente semplice e un operativo della provincia di Arkadak [10]. Come sostiene l’accusa, gli uomini delle forze dell’ordine hanno preso un abitante del villaggio di Semënovka, gli hanno legato i piedi a una macchina e l’hanno trascinato per una strada del villaggio, ottenendo la confessione di un furto.

Nel 2005 a Saratov sono stati processati sette agenti del posto di polizia n. 13. Come ha confermato il tribunale, i poliziotti prendevano regolarmente bustarelle e derubavano le persone arrestate – soprattutto lavoratori ubriachi e lavoratori immigrati non registrati. Un senzatetto del posto, a cui non si poteva prendere nulla, è stato semplicemente picchiato fino a ucciderlo. E’ notevole che in quel momento nell’edificio del posto di polizia c’erano già delle telecamere nascoste dell’USB, il delitto è stato registrato su nastro, ma nessuno è accorso in aiuto della vittima.

I poliziotti di Saratov hanno notato che alla conferenza stampa convocata dopo il feroce omicidio i capi hanno preso a parlare dei bassi stipendi del personale. “Di solito non menzionano la cosa in pubblico. Ma in effetti un tempo il capo della polizia provinciale prendeva più del presidente della provincia, di un agente dello FSB [11] o di un procuratore. Quando avremo uno stipendio da 40-50000 rubli [12], allora si potrà esigere, che gli agenti non misurino meno di 180 centimetri, non pesino meno di 80 chili e abbiano anche un buon QI”, – ha dichiarato alla “Novaja gazeta” un’altra fonte, che presta servizio nelle file della polizia. Fra l’altro, secondo la fonte, lo scarso stipendio non è certo un buon motivo per bruciare cittadini inermi.

Supporre cosa abbia indotto gli ufficiali a gesta così feroci mette in difficoltà la nostra fonte. “E’ strano che abbiano perso la testa tutti e tre, nessuno ha fermato il compagno finché era in tempo. Evidentemente hanno capito troppo tardi cosa avevano combinato: se avessero fatto uscire dallo RUVD la persona che avevano picchiato, questi sarebbe andato in procura. Perciò l’hanno portato fuori città e l’hanno finito di picchiare. L’hanno bruciato perché il cadavere fosse irriconoscibile. Hanno studiato tutti criminologia, sanno, come si fa”. Secondo la fonte, il comportamento “glaciale” è particolarmente caratteristico della giovane generazione di agenti, che sanno dall’infanzia che il poliziotto non è lo zio Stëpa [13], ma una persona, a cui “hanno dato un pistola e fai il duro quanto vuoi”.

Come suppone il nostro interlocutore, gli assassini erano certi che l’avrebbero scampata: “Beh, avrebbero trovato il “bucaneve” la primavera successiva e nessuno avrebbe pensato a loro. Ma i loro colleghi, quelli che avevano visto l’arrestato nel posto di polizia, non li avrebbero traditi, perché avrebbero puntato il dito contro tutto lo RUVD. Forse qualcuno sarebbe stato denunciato per negligenza”. Particolarmente amareggiante per la fonte è il fatto che la cosa sia avvenuta alla vigilia della Festa della polizia – c’è il rischio di essere privati dei riconoscimenti.

Nel frattempo, come nota l’ufficio stampa del GUVD regionale, la popolazione attacca i poliziotti molto più spesso di quanto questi attacchino la popolazione. Negli ultimi dieci mesi gli agenti hanno compiuto 31 crimini (contando questo omicidio – 32). Ma i cittadini hanno offeso e commesso atti violenti nei confronti dei tutori dell’ordine (li hanno morsi, graffiati, hanno strappato loro le mostrine, ecc.) 737 volte, tra cui 52 volte in ottobre.

Nadežda Andreeva
nostro corrispondente speciale, Saratov

06.11.2008, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2008/82/25.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] Città della Russia centro-meridionale.

[2] Rajonnoe Upravlenie Vnutrennich Del (Direzione di Quartiere degli Affari Interni), in pratica la polizia di quartiere.

[3] Upravlenie Vnutrennich Del (Direzione degli Affari Interni).

[4] Glavnoe Upravlenie Vnutrennich Del (Direzione Principale degli Affari Interni), in pratica la sede regionale della polizia.

[5] Special’nyj Otdel Bystrogo Reagirovanija (Reparto Speciale a Reazione Rapida), corpo speciale anti-criminalità.

[6] Nell’originale Silovye Vedomstva, “strutture di forza”, cioè le strutture militari e di polizia autorizzate ad usare la forza.

[7] Upravlenie Sobstvennoj Bezopasnosti (Direzione della Sicurezza Interna), organismo di controllo interno della polizia.

[8] Circa 58 euro.

[9] Patrul’no-Postovaja Služba (Servizio di Pattuglia ai Posti di Blocco).

[10] Cittadina (circa 14000 abitanti) della provincia di Saratov.

[11] Federal’naja Služba Bezopasnosti (Servizio Federale di Sicurezza), erede del KGB.

[12] 1160-1450 euro.

[13] Gigante buono, personaggio di una serie di poesie per bambini di Sergej Vladimirovič Michalkov, che fra le varie attività fa anche il poliziotto.


http://matteobloggato.blogspot.com/2008/11/e-mentre-i-nazionalisti-russi.html

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