08 giugno 2008

A proposito di Kadyrov (IX)

A Mosca è in corso la caccia alle “lingue”

Nella capitale vengono inviati dalla Cecenia gruppi speciali. Il loro compito è sequestrare persone in possesso di informazioni su gravi crimini e fare pressione sulle persone sgradite a Ramzan Kadyrov

La sera del 31 gennaio 2008 in via Povarskaja è stato sequestrato il capo criminale Movladi Atlangireev. Per un finora incomprensibile concorso di circostanze стечению non era armato come di solito e non ha potuto fare una particolare resistenza.

I sequestratori si sono avvicinati al ristorante “Karetnyj dvor” [1], dove stava cenando Atlangireev, a bordo di due jeep Mercedes, l’hanno colpito con il calcio di una Stečkin [2] e l’hanno portato via. Tutto si è svolto senza sparatorie. E’ stato avviato un procedimento penale per sequestro di persona, dei risultati delle indagini finora non si sa niente. E abbiamo l’impressione che non ci sarà alcuna notizia ufficiale al riguardo per molto tempo. Le cause della segretezza sono due: la figura dello stesso Atlangireev e la personalità di chi ha ordinato questo crimine.

La “Novaja gazeta” è venuta a conoscenza di alcuni particolari del rapimento di quest’uomo, che interessa al giornale prima di tutto per il suo coinvolgimento nelle indagini sull’omicidio della nostra giornalista [3] Anna Politkovskaja. Perché lo si sappia: su una delle jeep (targata Е 777 НЕ 177), appartenente ai rapitori, ultimamente si era spostato per Mosca Beslan Chakimov (alias Zelimchan Israilov). Al volante dell’altra (targata Р800АС 199) c’era Aslanbek (alias Sup’jan) Bajsarov. Ma lo stesso Atlangireev risultava essere in Cecenia: lo hanno visto sia a Centoroj [4] (dove si trova il quartier generale di Ramzan Kadyrov), sia a Gudermes [5] – e sempre in compagnia di uomini armati.

Alla storia del rapimento di quest’uomo molto influente e informato è stato dato risalto solo in primavera e in un contesto particolare. Prima di dimettersi l’ex capo della GSU [6] della commissione investigativa della procura Dmitrij Dovgij ha reso nota ai giornalisti la propria versione dell’omicidio della giornalista della “Novaja gazeta”. Oltre a Berezovskij [7] ha fatto un altro nome – Chož-Achmed Nuchaev.

Proprio Nuchaev (che adesso vie in Turchia e commercia petrolio con successo attraverso i porti russi), il sequestrato Atlangireev e l’agente dell’FSB [8] Maks Lazovskij (ucciso nel 2000 in circostanze non chiarite) crearono alla fine degli anni ‘80 la banda criminale del “Lazan’ja” [10]. C’era molto sul conto di questo OPG [9]: guerre tra bande criminali, la lotta per i porti di Novorossijsk e Tuapse [11] e i primi attentati a Mosca, compiuti da ufficiali che lavoravano nell’impresa “Lanako” di Lazovskij e Nuchaev (per maggiori dettagli, fra l’altro anche sui legami degli uomini di “Lazan’ja” con i servizi segreti russi, si veda il n. 24 di quest’anno della “Novaja gazeta”). Ma molti erano convinti che i tempi degli uomini del “Lazan’ja” fossero finiti da un pezzo.

Tuttavia nell’agosto 2006 fu arrestato a Mosca un certo Gajtukaev con l’accusa di aver attentato alla vita dell’uomo d’affari ucraino Korban e sospettato dalle forze dell’ordine ucraine e dai mass media di una lunga serie di altri crimini, fra cui la complicità nell’assassinio della giornalista della “Novaja gazeta” Anna Politkovskaja. Si è chiarito che gli uomini del “Lazan’ja” non si sono nascosti da nessuna parte, lavorano attivamente nell’ambito post-sovietico e si stanno specializzando in omicidi su commissione e in spaccio di sostanze stupefacenti.

Di Gajtukaev si sa poco. E’ lo zio dei fratelli Machmudov, arrestati per il caso Politkovskaja, è membro della banda di “Lazan’ja”, buon conoscente di Atlangireev. Resta da aggiungere che, infuriato per la condanna, Gajtukaev ha detto in tribunale di aver lavorato in Ucraina fra l’altro anche per conto dell’FSB della Federazione Russa [12].

Neanche il sequestrato Atlangireev è un estraneo per i servizi segreti russi: durante la prima e la seconda campagna cecena [13] ha collaborato attivamente con essi e ha svolto compiti delicati di vario tipo, era ben noto alla dirigenza dell’FSB (alcuni generali se la spassarono al matrimonio di suoi parenti), gli è stata conferita anche un’arma d’onore. Atlangireev è un uomo ben informato, che più di una volta è stato testimone nel corso di molti procedimenti penali, lo si poteva vedere alla Procura Generale e negli edifici di altre strutture autorizzate all’uso della forza.

Ma nel 2007 gli agenti di Scotland Yard l’hanno visto a Londra e l’hanno espulso: c’erano elementi per affermare che Atlangireev era giunto in Inghilterra per organizzare un attentato contro Boris Berezovskij. Da allora non si è sentito più dir nulla di lui – fino al momento del suo sequestro.

Ma non pochi sanno che non è stato sequestrato solo Atlangireev. Nel febbraio 2008, una settimana dopo il fatto del ristorante “Karetnyj dvor”, a un amico di Atlangireev, Zajndi Šachbiev, legato al mondo degli affari ceceno a Mosca , è stato fissato un incontro [14] presso il centro commerciale “Vremena goda” [15]. Quello che l’aveva chiamato si era presentato come Sulim Geremeev, anch’egli era giunto al luogo dell’incontro su una Mercedes (targata Р 007 ЕТ 177). Dopo la conversazione Šachbiev si è recato in fretta in Cecenia, dove pure è sparito.

Il nome Geremeev è noto alla “Novaja gazeta”. E sempre in riferimento al caso Anna Politkovskaja. Nell’ottobre 2006, qualche giorno dopo l’omicidio della nostra giornalista, giunse in redazione Bislan Gantamirov – ex vice-premier [16] ed ex sindaco di Groznyj. In presenza di ufficiali dell’apparato centrale del ministero degli Interni raccontò che tre gruppi di agenti delle forze dell’ordine della Cecenia si erano diretti a Mosca con un compito particolare: liquidare lo stesso Gantamirov, la Politkovskaja e l’ex uomo delle forze armate ed ex guardia del corpo di Achmat Kadyrov [17] Movladi Bajsarov, che aveva collaborato con l’FSB. Sul perché non ce l’abbia comunicato prima non abbiamo avuto spiegazioni comprensibili. Invece abbiamo ricevuto una lista dei membri di tutti e tre gruppi inviati, l’abbiamo ricevuta e l’abbiamo trasmessa al ministero degli Interni.

Uno di questi gruppi al momento dell’incontro era già stato arrestato – fra l’altro del tutto casualmente. In seguito a una verifica dei documenti al RUVD [18] di Chamovniki nella capitale furono portati tre uomini, nella macchina dei quali era stato trovato un intero armamentario da killer, compreso un fucile di grosso calibro, preparato per sparare su automobili blindate. Gli arrestati avevano con se distintivi di agenti del ministero degli Interni della Cecenia, ma non avevano autorizzazioni per la trasferta o alcun documento, che permettesse di girare per Mosca con un bagagliaio pieno di armi. Per toglierli dalla “gabbia delle scimmie” [19] giunse un agente dell’apparato centrale dell’FSB, il capitano di seconda classe Bažanov. Non gli consegnarono alcuno, al contrario fu aperto un procedimento penale. Bažanov rispose spontaneamente all’interrogatorio, l’FSB come d’abitudine rispose: “questo agente è stato dimesso dal servizio”, cosa che, tuttavia, non gli impediva di andare al lavoro. Come sia finito il procedimento penale nessuno lo dice, si allude solo al fatto che gli arrestati si sono dati da fare più seriamente per trovare dei difensori e alla fine sono stati rilasciati.

Non hanno dato esito neanche le informazioni sugli altri gruppi di cui ha parlato Gantamirov. Il risultato è noto: Bajsarov è stato ucciso nel centro di Mosca in presenza dell’ex autista del terrorista Raduev, poi del vice-premier della Cecenia [20] e adesso deputato della Duma di Stato [21] Delimchanov.

Risultato numero due: il sequestro di Šachbiev. Tutto sta nel fatto che anche il nome del presunto complice di questo crimine – Geremeev – viene rammentato nelle liste consegnate da Gantamirov.

Da tutti questi intrecci si possono trarre alcune conclusioni. Primo: le strutture armate cecene usano a Mosca la stessa tattica di quelle moscovite in Cecenia. L’invio di piccoli gruppi speciali (gli agenti federali li chiamano SSG – svodnye specializirovannye gruppy [22], che fino a poco tempo fa l’FSB e le VV [23] utilizzavano attivamente in Cecenia), mirati all’esecuzione di compiti segreti: sequestri ed esecuzioni extragiudiziali.

Secondo: i sequestrati sono persone informate, capaci di far luce sulle circostanze di una serie di omicidi su commissione e atti terroristici. Al riguardo sorge una domanda: sequestrandoli cancellano le tracce o conducono le loro indagini indipendenti (tra l’altro dalla legge)

Vjačeslav Izmajlov,
osservatore militare della “Novaja gazeta”

Sergej Sokolov

“Novaja gazeta”, 19 maggio 2008, http://www.novayagazeta.ru/data/2008/35/00.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] “Cortile delle carrozze”.

[2] Pistola di fabbricazione russa.

[3] Letteralmente “osservatrice”.

[4] Villaggio della Cecenia sudorientale.

[5] Città della Cecenia centrale.

[6] Glavnoe Sledstvennoe Uprvalenie (Direzione Investigativa Centrale).

[7] Boris Abramovič Berezovskij, discusso uomo d’affari russo inviso a Putin e residente in Gran Bretagna.

[8] Federal’naja Služba Bezopasnosti (Servizio Federale di Sicurezza), i servizi segreti russi.

[9] Organizovannaja Prestupnaja Gruppirovka (Gruppo Criminale Organizzato) cioè “associazione a delinquere”.

[10] Lazan’ja (Lasagna) è un ristorante moscovita, sorta di sede della banda. Questa e i suoi membri vengono definiti – secondo gli usi linguistici russi – con l’aggettivo lazanskij declinato in genere, numero e caso: qualcosa come “lasagnesco”…

[11] Porti sul Mar Nero.

[12] La precisazione non è ridondante: l’FSB ha strutture regionali, provinciali, cittadine, se non di quartiere. Gajtukaev lavorava dunque per le alte sfere…

[13] Cioè la prima guerra cecena, iniziata del 1994 e conclusa con un armistizio nel 1996, e la seconda iniziata nel 1999 e di fatto non ancora conclusa…

[14] Nell’originale strelka, che nel russo standard sta per “freccetta” o “lancetta”, ma nel mondo criminale sta per “incontro” (per dirimere una questione).

[15] “Stagioni”, letteralmente “tempi dell’anno”.

[16] Dell’autoproclamata repubblica di Cecenia.

[17] Achmat Abdulchamidovič Kadyrov, signore della guerra, eletto presidente della Repubblica Cecena federata con Mosca nel 2003 grazie a brogli giganteschi e ucciso nel 2004, padre dell’attuale presidente Ramzan Achmatovič Kadyrov.

[18] Rajonnoe Upravlenie Vnutrennich Del (Direzione di quartiere del ministero degli Interni), in pratica la stazione di polizia del quartiere di Chamovniki, nel centro di Mosca.

[19] Il carcere per la detenzione preventiva.

[20] Del governo filorusso, in questo caso.

[21] Duma viene chiamata in Russia ogni assemblea legislativa, anche a livello locale.

[22] “Gruppi specializzati assemblati”, cioè formati per compiere una missione e poi sciolti.

[23] Vnutrennie Vojska (Truppe Interne), corpi militari al servizio del ministero degli Interni.


http://matteobloggato.blogspot.com/2008/06/mosca-in-cecenia.
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