20 giugno 2008

A proposito del modo di far politica in Russia (II)

Parlament light [1]


L’amministrazione presidenziale ha proposto di fare della Duma di Stato [2] un “organo applaudente”

Che lo spostamento di Putin sulla poltrona del premier avesse avviato un processo di spostamento dei poteri verso la Casa Bianca [3] era evidente quantunque Medvedev e Putin assicurassero il contrario e giurassero fedeltà alla costituzione, promettendo di non mutarla.
Ed ecco che il processo si è avviato: il capo dell’amministrazione presidenziale Sergej Naryškin ha invitato senza mezzi termini a mutare la costituzione per rafforzare il ruolo del governo. Finora gli alti funzionari non avevano osato nulla di simile.
Secondo Naryškin è opportuno ridurre il numero di “soggetti di diritto con iniziativa legislativa” – di coloro che hanno il diritto di presentare disegni di legge alla Duma di Stato. Adesso hanno tale diritto, secondo l’articolo 104 della costituzione, il presidente, il governo, il Consiglio della Federazione [4], i singoli membri del Consiglio della Federazione, i deputati della Duma di Stato, i parlamenti regionali e anche la Corte Costituzionale, la Corte Suprema e l’Alta Corte Arbitrale [5] “su questioni di loro competenza” [6]. In tutto, contando 450 deputati della Duma di Stato, 168 membri del Consiglio della Federazione e 84 dei parlamenti regionali, ci sono oltre settecento “soggetti di diritto”. Questo in teoria. In pratica non certo tutti presentano disegni di legge.
Le iniziative delle regioni presentate alla Duma di Stato sono sempre state respinte – con rare eccezioni. Per quanto riguarda le iniziative di deputati e senatori, nei primi mandati della Duma si poteva ancora contare sull’iter di disegni di legge “individuali”, che venivano portati avanti con l’autorità e l’energia personali degli autori. Negli ultimi mandati, quando la maggioranza costituzionale ha cominciato ad appartenere a “Russia Unita” [7], hanno avuto la chance di un iter solo le iniziative concordate in precedenza con il Cremlino.
Comunque i parlamenti regionali e singoli deputati propongono disegni di legge che passano per le commissioni della Duma, vengono dibattuti pubblicamente, provocano risonanza a livello sociale e in caso di insuccesso danno ai loro autori la possibilità di accusare la Duma di Stato di bloccare iniziative utili. Simili rimproveri risuonano perfino in una situazione in cui praticamente tutti gli organi legislativi sono controllati da “Russia Unita” – i “fratelli maggiori” fingono di non vedere i “minori”. Così l’assemblea legislativa di Piter [8] si lamenta regolarmente del fatto che la Duma di Stato respinga i suoi disegni di legge in campo sociale – per esempio quello sulla seconda pensione per i lavoratori delle retrovia e i veterani dell’ultima chiamata alle armi e sul riconoscimento dello status di veterani agli ex prigionieri dei fascisti [9] indipendentemente dalla loro età al momento della liberazione.
Il capo dell’amministrazione presidenziale propone di risolvere questi problemi in modo radicale: tagliando il numero dei “soggetti”. Dice “quando altri soggetti (non il governo) presentano disegni di legge, nella maggior parte dei casi esprimono preferenze locali a scopo elettorale e talvolta altri interessi privati e corporativi, interessi di mantenimento di un’immagine”. Ma invece il governo “dispone di maggiori risorse per attuare il diritto di iniziativa legale con grande efficacia pratica” e “per primo riceve segnali sulla necessità di elaborare disegni di legge”.
L’allusione è estremamente chiara: il diritto di presentare disegni di legge va lasciato solo al governo (sarebbe interessante sapere: e il presidente? O neanch’egli dispone delle risorse necessarie e non riceve i segnali per primo?). Certo, non cambieranno la costituzione proprio adesso, tranquillizza Naryškin (“l’incremento dell’efficienza dell’amministrazione statale e del suo strumento principale – l’iniziativa legale – non è compito di un solo anno”), ma “non bisogna” neanche “rimandare a domani” la soluzione di questo problema…
Fra l’altro la proposta indicata appare dubbia e gli argomenti di Naryškin poco convincenti. Davvero il governo “esprime interessi privati o corporativi” o “interessi di mantenimento di un’immagine” in misura minore dei deputati? No di certo: come valutare allora, tanto per dire, l’ultima decisione del governo prima dell’insediamento di Medvedev di accelerare i ritmi di crescita delle tariffe sui monopoli di risorse naturali? E i “segnali sulla necessità di elaborare disegni di legge” di solito vengono ricevuti per primi dai deputati, che hanno a che fare con gli elettori più spesso dei ministri.
Il governo, se qualcuno non lo ricorda, è il potere esecutivo. Il suo compito è applicare le leggi. Sì, in molti paesi d’Europa è proprio il governo a presentare la maggior parte dei disegni di legge. Ma il governo fra l’altro è formato dal parlamento [10] ed è sotto il suo controllo.
La funzione del governo russo, secondo lo stesso articolo 104 della costituzione, è dare responsi su disegni di legge in campo finanziario ed economico: senza il suo parere è proibito esaminarli (il che è un mezzo efficace per far sì che il governo blocchi disegni di legge inadeguati). Ma farne anche il monopolista della presentazione di disegni di legge? Perché allora il parlamento dovrebbe in generale fungere da “organo applaudente”?
Certo, ora che gli “orsi” [11] hanno la maggioranza costituzionale alla Duma, la proposta di Naryškin cambia poco le cose sul piano pratico: comunque non diventerà legge una sola proposta non approvata da Putin. Ma questo stato di cose non è eterno e prima o poi il nuovo parlamento avrà chiaro che potrà solo aspettare disegni di legge dal governo (come un fax programmato per la ricezione automatica), ma non avrà neanche il diritto di presentarli. E cambiare la costituzione sarà estremamente difficile…
Fra l’altro, se si sono prefissi il compito di rafforzare quella branca del potere, alla guida della quale al momento presente si trova il “leader nazionale” [12], il processo andrà avanti. E’ forse invano che il più sicuro indicatore delle intenzioni del Cremlino – l’immutabile guida dei liberal-democratici [13], che per molti anni ha difeso strenuamente la forma presidenziale di governo – abbia preso a parlare di repubblica presidenziale?


Boris Višnevskij [14], osservatore della “Novaja gazeta”
05.06.2008, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2008/40/12.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)



Note
[1] Gioco di parole. Parlament è “parlamento” in russo, “Parliament Light” un noto tipo di sigarette. Un parlamento light, cioè “leggero” è quello che vorrebbe l’amministrazione presidenziale russa…
[2] “Duma” è il nome dato a tutte le assemblee legislative russe…
[3] La sede del governo russo.
[4] Sorta di Senato russo composto da rappresentanti dei soggetti della Federazione Russa (repubbliche autonome, regioni, ecc.)
[5] Tribunale deputato a dirimere questioni economiche.
[6] Notare che in Russia non esiste l’istituto della legge di iniziativa popolare (perfino i referendum abrogativi sono diventati praticamente impossibili).
[7] Partito che ha il solo scopo di portare avanti la politica di Putin.
[8] Nome colloquiale di San Pietroburgo.
[9] Qualifica generica di Hitler e dei suoi alleati.
[10] O per meglio dire è espressione della maggioranza parlamentare.
[11] Medvedi (orsi) sono detti i sostenitori di Medvedev…
[12] Putin, ovviamente…
[13] Il nazionalista Vladimir Vol’fovič Žirinovskij, leader del cosiddetto Partito Liberal-Democratico.
[14] Boris Lazarevič Višnevskij, esponente del partito di orientamento liberale "Jabloko".

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