25 agosto 2007

A proposito della giustizia in Cecenia (IV)

Condannato dopo la morte

Le persone morte in atti terroristici vengono equiparate ai terroristi

Il 28 giugno la Corte Costituzionale della Federazione Russa ha riconosciuto legale il rifiuto di consegnare i corpi dei terroristi ai loro familiari. Alla Corte Costituzionale si erano rivolti con un’istanza Elena Karmova e Kunak Guzeev. I loro figli erano stati uccisi durante un’operazione speciale a Nal’čik[1]. I querelanti pregavano la Corte di verificare la costituzionalità dell’articolo 14.1 della legge federale della Federazione Russa “Sulla sepoltura e i funerali”[2], secondo il quale i corpi dei terroristi non vengono consegnati per la sepoltura e il luogo in cui vengono custoditi non viene comunicato.

Le madri degli uccisi hanno dichiarato che questa disposizione viola i loro diritti costituzionali, in particolare il diritto di seppellire i familiari e i congiunti secondo i canoni religiosi. In sostanza questa è “ una forma di terrore e punizione collettiva”, scrivono nella loro istanza.

I rappresentanti delle autorità nella Corte Costituzionale hanno pregato la Corte di considerare costituzionale questa legge. Così il rappresentante della Duma di Stato[3] presso la Corte Costituzionale Elena Mizulina ritiene che la sepoltura segreta dei terroristi renda possibile una diminuzione degli atti terroristici. La legge, a suo dire, è ispirata dalla volontà di non permettere che si faccia dei terroristi dei martiri per la fede e si venerino le loro tombe. Ma il rappresentante del ministero degli Interni Nadežda Tuzlukova ha dichiarato che in Russia ci sono stati casi in cui i luoghi in cui sono stati uccisi dei terroristi sono diventati luoghi di culto. La sua posizione è stata sostenuta anche dal rappresentante del governo Michail Barščevskij. In sostanza le autorità non hanno discusso le conclusioni dei querelanti, ma hanno posto l’accento sul carattere appropriato o meno di tali misure, dettate dalla necessità di lottare contro il terrorismo.

E’ difficile opporre qualcosa al desiderio delle madri di vedere per l’ultima volta i propri figli e seppellirli secondo le proprie usanze religiose. Ma i fondamenti giuridici di questa sentenza della Corte Costituzionale vanno contro i principi fondamentali del diritto. Alla procedura di sepoltura segreta vengono sottoposto persone innocenti, poiché la loro colpevolezza può essere stabilita solo da un tribunale. Il legislatore ritiene una base sufficiente la loro “partecipazione a un’attività terroristica” e la loro morte, sopraggiunta “in conseguenza dell’interruzione imposta alla data azione terroristica”. Tuttavia la partecipazione formale a un’attività terroristica può essere causata da varie ragioni: costrizione, ricatto, in casi estremi dal lavoro come infiltrati. Infine sul luogo dell’atto terroristico possono trovarsi persone presenti per caso, il grado di partecipazione e di responsabilità delle quali può essere stabilito solo da un’accurata inchiesta giudiziaria. A parte ciò, è noto un sufficiente numero di casi di falsificazione, in cui civili pacifici sono stati accusati di attività terroristica dalle autorità militari e di polizia.

E’ giusto ricordare qui la storia degli emendamenti alla legge “Sulla sepoltura e i funerali”. Nell’ottobre 2002 a Mosca fu preso il Centro Teatrale sulla Dubrovka. Durante il blitz tutti i terroristi e 129 ostaggi furono uccisi dai corpi speciali. Già a novembre la Duma di Stato approvò il summenzionato emendamento e l’11 dicembre fu firmato dal presidente Putin. Il nuovo testo della legge permetteva in questo caso e in tutti i successivi di nascondere al pubblico i nomi tanto dei terroristi quanto delle persone presenti per caso, a cui i servizi segreti senz’alcuna indagine appendessero al collo il cartellino “terrorista”. E la rapida cremazione esclude la possibilità di un’esumazione dei resti per l’identificazione dei corpi, il chiarimento delle vere cause della morte o una possibile inchiesta giudiziaria basata su circostanza già note o scoperte in seguito.

Aleksandr Podrabinek[4]
osservatore della “Novaja Gazeta”

02.07.2007, “Novaja Gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2007/49/10.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)



[1] Città della repubblica caucasica di Kabardino-Balkaria.

[2] Le leggi russe vengono indicate con il loro titolo e non con un numero.

[3] “Duma” è il nome generico di ogni assemblea parlamentare russa.

[4] Aleksansdr Pinchosovič Podrabinek, giornalista, dissidente in epoca sovietica.



http://matteobloggato.blogspot.com/2007/08/in-russia-ci-sono-anche-pene-da.html

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