02 dicembre 2006

A proposito del nazionalismo russo

GLI SKINHEADS HANNO PRESO AD UCCIDERE DUE VOLTE PIU’ SPESSO


La procura di Mosca ha avviato un procedimento per “teppismo” dopo il pestaggio di due rabbini da parte di ignoti adolescenti. (…) Il rabbino capo della Russia Berl Lazar al riguardo ha richiamato i tutori della legge a difendere meglio i rappresentanti delle minoranze nazionali. Tuttavia in Russia il numero di crimini a sfondo nazionalista continua a crescere enormemente. Secondo le statistiche nel 2004 skinheads e nazionalisti hanno compiuto il doppio di omicidi dell’anno precedente.

Il centro d’informazione e di analisi “SOVA”, che da tempo tiene d’occhio le manifestazioni di nazionalismo e xenofobia in Russia, ha diffuso il rapporto “Nazionalismo e xenofobia nel 2004: sue manifestazioni e politiche per contrastarlo”.

In esso si dice che nello scorso anno i nazionalisti sono stati molto più attivi che nell’anno precedente. Nel 2004 hanno svolto i loro primi meeting legali e hanno avanzato pretese di agire su scala nazionale.

A maggio il co-presidente del Partito Nazional-imperialista di Russia Aleksandr Sevast’janov ha indetto nelle scuole il concorso nazionale di composizioni sul tema “Che significa essere russi oggi?”. Il ministero della Pubblica Istruzione non gliel’ha impedito e tra i patrocinatori del concorso c’era il comitato per la cultura e il turismo della Duma di Stato [la “camera bassa” del parlamento russo – nota del traduttore ].

Nel 2004 si sono intensificati gli scontri interetnici di tipo episodico. I deputati hanno continuato ad usare slogan nazionalisti, tanto più che alla società non sono estranei. Il potere centrale “non ha visto” la rapida diffusione di umori nazionalisti e la polizia “non ha notato” il movente nazionalista dei crimini.

- Il 16 marzo, durante un meeting presso il parco Gor’kij [il più grande di Mosca – n.d.t.] organizzato dal Movimento contro l’immigrazione illegale, la polizia non solo non ha impedito che si facesse dal palco propaganda apertamente razzista, ma ha fermato gli antifascisti che tentavano di interrompere tali azioni – nota l’autrice del rapporto Galina Koževnikova.

Nel 2004 i gruppi nazionalisti radicali hanno ricorso impunemente alla violenza e hanno compiuto omicidi premeditati. A giugno a San Pietroburgo è stato ucciso il noto studioso Nikolaj Girenko. L’organizzazione Russkaja respublika [Repubblica Russa – n.d.t.] si è presa la responsabilità dell’omicidio e a suo aperto sostegno si è espresso il co-presidente del Partito Nazional-imperialista di Russia Aleksandr Sevast’janov. A maggio a Dolgoprudnyj è stata fatta esplodere la macchina del giudice Žanna Radčenko e il 9 agosto è stato ucciso il giudice Natal’ja Urlina. Entrambi i giudici prendevano parte al processo contro gli attivisti locali dell’RNE [Russkoe Nacional’noe Edinstvo, cioè “Unione Nazionale Russa”, partito neonazista – n.d.t.].

Gli omicidi di matrice nazionalista nel 2004 sono aumentati di due volte e mezza. Nel 2004 sono stati non meno di 44 contro i 20 del 2003. “Questi sono solo quegli omicidi sulle cui motivazioni non ci sono dubbi” scrive Galina Koževnikova.

Inoltre almeno dieci omicidi non hanno avuto larga risonanza. Tra le vittime degli skinheads nel 2004 vi erano cittadini della Russia e dell’ex Unione Sovietica e immigrati da Afghanistan, Vietnam, Guinea Bissau, Giordania, Cina, Corea, Libia e Siria. Più di 160 persone di 24 paesi sono state selvaggiamente picchiate dagli skin o hanno ricevuto ferite da arma da taglio. Le regioni più pericolose sono quelle di Mosca, San Pietroburgo e del Kuban’. Seguono quelle di Voronež, di Nižnij Novgorod, di Tjumen’, di Novosibirsk e del Primor’e [la costa pacifica – n.d.t]. Nel 2004 anche politici rispettabili hanno appoggiato iniziative dei nazionalisti: il 22 giugno lo hanno fatto alcuni deputati di Edinaja Rossija [“Russia unita”, il “partito del potere” creato da Putin – n.d.t.] e di Rodina [“Patria”, partito nazionalista moderato che si richiama all’Unione Sovietica – n.d.t.].

L’intensificarsi delle azioni terroristiche – soprattutto il sequestro dei bambini di Beslan – hanno accentuato la “caucasofobia” e l’islamofobia.

- Dopo le azioni terroristiche di agosto sugli aerei è iniziata l’“epidemia” di rifiuti da parte dei passeggeri di volare con persone che sembrano loro “musulmani” o “caucasici”. – dice Galina Koževnikova – E’ significativo che le compagnie aeree abbiano dato ragione a questi passeggeri e abbiano impedito di volare ad alcune persone senza motivi legalmente validi.

Comunque l’anno scorso vi sono state anche buone notizie. Il ministro degli Interni Rašid Nurgaliev ha riconosciuto che, in effetti, in Russia ci sono gli skinheads.

Ol’ga Timofeeva, “Izvestija”, 20 gennaio 2005, http://www.izvestia.ru/incident/article1031765/, traduzione e note di Matteo M.

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