L'unione degli anziani dittatori è
rimasta senza Karimov
Lo spazio post-sovietico che Putin sogna di
reincarnare si disfa di nuovo
L'Organizzazione del Patto dell'Atlantico del Nord (NATO) fu fondata il 4 aprile 1949 a Washington e allora divennero stati membri 12 paesi. Oggi nella NATO ci sono 28 paesi e non pochi ancora desiderosi di entrare e nessuno è ancora uscito dall'Alleanza. L'Organizzazione del Patto di Sicurezza Collettiva (CSTO [1]) fu fondata nel 1992 e ora nell'organizzazione, che Mosca cerca di formare a immagine e somiglianza della NATO, ci sono in tutto sei paesi: Russia, Bielorussia, Armenia, Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan. Tre paesi sono riusciti a lasciare il CSTO – Georgia, Azerbaigian e Uzbekistan. Quest'ultimo è uscito dal CSTO due volte – nel 1999, poi tornò nel 2006 e di nuovo ha cessato di essere membro la scorsa settimana.
Questo è certamente un peccato. Il presidente
Vladimir Putin già da due decenni cerca in ogni modo di reintegrare
lo spazio post-sovietico, ma questo si disfa ogni volta.
Probabilmente è di nuovo colpa del Dipartimento di Stato. Adesso in
terra uzbeka comparirà immancabilmente una base americana. Dal 2001
gli USA utilizzava la base aerea di Karshi-Khanabad in appoggio alle
operazioni in Afghanistan, ma nel 2005 i corpi speciali del
presidente Islam Karimov schiacciò spietatamente una rivolta ad
Andijan nella valle di Fergana, uccidendo non poche. L'Occidente,
USA compresi, condannò il massacro di Andijan, ma Mosca mostrò
comprensione. Karimov cacciò gli americani da Khanabad nel 2006 ed
entrò di nuovo nel CSTO. Tra l'altro, Andijan in Occidente è stata
gradualmente dimenticata e a Karimov il CSTO è presto venuto a
noia. Tashkent è stata irritata dai tentativi di Mosca di fare del
CSTO un alleanza con capacità di agire e in particolare di fare
piani per la creazione di Forze Collettive di Reazione Operativa
(KSOR [2]). Nella nota
inviata da Tashkent alla segreteria del CSTO, come riferiscono, è
indicato che a loro "non vanno i piani per il rafforzamento
della collaborazione militare".
Per molti anni Mosca si è sforzata di demolire la
NATO e parve che fosse vicina al successo nel 1966, quando de Gaulle
tolse i militari francesi dalla subordinazione al comando unito in
Europa. A febbraio a Sarov (Arzamas-16 [3])
Putin parlò della "non necessità" e della condanna
storica che grava sull'Alleanza, in cui si accumulano le
contraddizioni degli USA con gli alleati e disse che la Russia
continuerà a lavorare attivamente in questa direzione, "stringendo
relazioni particolari con l'Europa". Ma non c'è alcun
risultato: perfino la Francia, in precedenza dissidente, è tornata
nell'organizzazione militare NATO. L'alleanza dei popoli liberi,
anche se appariva un po' flaccida davanti all'URSS e al Patto di
Varsavia, si è rivelata ben più vivace.
Il CSTO è un'alleanza di dittatori non giovani, che
soffrono della malattia professionale di chi governa da molti anni –
la paranoia. Nei paesi della NATO il cambio di esecutivo in
conseguenza delle elezioni non cambia gli obblighi di alleanza, ma
nel CSTO un cambio di umore di un governante in conseguenza,
diciamo, di cattiva digestione o di bruciore di stomaco mattutino
può cambiare letteralmente tutto. Per esempio, nel 2009 Karimov
ordinò di tagliare gli ombrosi platani secolari dei Giardini
Pubblici Centrali di Tashkent e furono liquidati tutti i caffè che
vendevano gelati per "far smettere di passare il tempo
oziosamente", secondo la spiegazione delle autorità locali.
Però, come affermano fonti locali, adesso nello spazio vuoto i
tiratori scelti possono sparare facilmente. Gli abitanti di Tashkent
finora rimpiangono il giardino pubblico perduto e del CSTO se ne
fregano.
Ai paesi piccoli della NATO conviene ridurre le
spese militari e gli armamenti, integrando pochi reparti atti a
combattere sotto il comando comune. Nel CSTO i piani per trasferire
forze scelte al KSOR sotto un comando comune (russo) sono falliti
perché in ogni paese membro proprio questi reparti sono il sostegno
e la fonte di potere del governante-dittatore e non un libero
processo elettorale come nella NATO. Dopo Andijan Karimov non
trasferirà mai da nessuna parte i suoi corpi speciali e anche gli
altri se ne guarderanno bene.
Gli USA a suo tempo spesero molti soldi per mettere
in ordine la base aerea sovietica distrutta di Khanabad e
difficilmente vorranno tornare là, spendere e organizzare di nuovo
per essere nuovamente fatti uscire a calci in qualsiasi momento. La
NATO e gli USA si preparano a uscire dall'Afghanistan e in Occidente
difficilmente sarebbero contrari al fatto che il CSTO si assumesse
il compito di tenere sotto controllo gli islamisti della regione e
di garantire la stabilità nell'ex Asia Centrale sovietica. Ma il
CSTO è un'organizzazione insensata e incapace di agire. Perché
questa alleanza nell'attuale organico si metta in qualche modo a
funzionare, bisogna costruirla come il Patto di Varsavia di modo
che, se un qualche membro cerca di andarsene, subito lo invadano i
carri armati come in Ungheria nel 1956 o in Cecoslovacchia nel 1968.
Ma la Russia non è quella e quei carri armati non ci sono, è
rimasta solo la spocchia e vuoti, ma costosi sogni di reintegrazione
dello spazio post-sovietico.
Pavel Fel'gengauėr, "Novaja gazeta", http://www.novayagazeta.ru/columns/53300.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1]
Anche qui a livello internazionale si usa l'abbreviazione basata
sulla dicitura inglese.
[2]
Dalla
dicitura russa Kollektyvnye
Sily Operativnogo Reagirovanija.
[3]
Base nucleare della Mordovia (Russia europea centrale).
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