28 giugno 2009

A proposito del modo di far politica in Russia (IX)

Ve la rifaremo vedere noi [1]!



La “Giovane Guardia di Russia Unita” [2] si è dichiarata un'arma di distruzione di massa


Il 22 giugno, nel giorno della Memoria e del Lutto [3], forse non più comprensibilmente di altri, ma peraltro, in ogni caso, più rumorosamente ha manifestato il proprio lutto la “Giovane Guardia”.

Dispostisi in una piazzetta in via Aleksandr Nevskij [4] (che non molto tempo fa ha battuto per mezzo muso I.V. Stalin nel Grand Prix di “Imja Rossija” [5]), i membri della “Giovane Guardia” hanno acceso la sirena dell'allarme aereo in modo fedifrago, senza dichiarare guerra, causando alle vecchiette dei dintorni sedute sulle panchine lievi convulsioni e ai poliziotti che avevano l'aspetto di servizio d'ordine – una lieve emissione di urina.

Certo, questa è stata l'azione di maggior successo di oggi dei membri da parquet della “Giovane Guardia” – per lo meno quella che ha avuto il più evidente effetto audiovisivo. Fra l'altro fino ad allora tutto era andato in qualche modo con tensione e bruttezza: né il coraggio di Serëžka Tjulenin [6], né lo charme di Ljubka Ševcova [7]. Si erano radunati per qualche scopo in piazza della Rivoluzione [8] nel giorno della Costituzione [9] e avevano annunciato al mondo intero con il microfono che il loro compito è far sì che in Russia non ci siano mai più rivoluzionari. Per eliminare in qualche modo la goffaggine, il leader ideale della MGER [10] Ivan Demidov aveva spiegato oscuramente che questa riunione “non è ancora il matrimonio della gioventù con la Costituzione, ma è già come un fidanzamento”. Ma questa sciocca ci sperava ed era andata probabilmente a farsi un bagno di vapore [11].

Dopo aver concesso lo ius primae noctis con la Costituzione ai vecchi compagni, i giovani lupi del Cremlino, con le mascelle stridenti per la libido insaziata, avevano deciso di pattugliare le vie in cerca di lavoratori immigrati illegalmente. Ma qualcosa non andò per il verso giusto. O gli immigrati non si fecero vedere o le batterie delle torce erano state comprate al mercato Čerkizovskij [12], si misero a sedere. E' diabolicamente difficile trovare un immigrato che lavora in nero [13] in una strada buia senza torcia.

Peraltro stavolta tutto è andato com'era scritto. Dopo aver assordato le vecchiette con la sirena, i ragazzi gli hanno cantato una dura canzone patriottica per consolarle, hanno dato una rapida passata ai monumenti che si trovavano nelle vicinanze e sono partiti per un raid verso le ambasciate di Estonia, Ucraina e Lettonia. Senza dimenticare, prima di partire, di gridare lo slogan: “Chi vuole riesaminare la storia, se la rivedrà con noi!”.

Dopo queste parole una vera minaccia ha preso a incombere sull'umanità. Se questa, come le vecchiette di via Aleksandr Nevskij, riposerà sulle panchine [14], nel mondo accadranno fatti mostruosi, con conseguenze irreversibili.

Per cominciare la “Giovane Guardia” farà rivedere Katyń ai polacchi, la MGER deporterà di nuovo un quarto degli estoni e dei lettoni in Siberia, dopodiché cercherà e neutralizzerà in tutta l'Ucraina gli avanzi e i compagni d'armi di Petljura [15], Bandera [16], Mazepa [17], Chruščëv e Ščors [18].

Agli ungheresi la “Giovane Guardia” farà rivedere il '56 e ai cecoslovacchi il '68. All'America, perché non rialzi la testa – la crisi di Cuba. Ai francesi ridarà Mosca e la brucerà di nuovo con i lavoratori immigrati.

Agli svedesi i membri della “Giovane Guardia” faranno rivedere Poltava [19], ai britannici il vero volto di Čičvarkin [20]. Era stata espressa l'idea di far rivedere Tsushima ai giapponesi, ma è stata riconosciuta sbagliata [21]. Dopo lunghe e libere discussioni a una tavola rotonda in presenza di Surkov[22] hanno deciso semplicemente di volgere loro il proprio muso asiatico [23].

Si sono arrovellati molto con gli afghani: c'è qualcosa che possiamo mostrargli di nuovo, che non abbiano già visto? Poi è venuto in mente: certo, “9 rota[24] di Bondarčuk [25]. Fra l'altro è venuto in mente allo stesso Bondarčuk.

Fino a tarda notte, nell'incerta luce di fumose lanterne, i ragazzi e le ragazze senza paura hanno discusso su cosa sia meglio dal punto di vista del 2020 [26]: invitare M. Šajmiev [27] a un nuovo scontro sull'Ugra [28] o semplicemente inviare contro di lui Osljabja [29] da Ščerbinka [30]? E poi i loro occhi hanno preso a incollarsi e si sono addormentati, lasciando l'umanità in pace per un po' di tempo.

Leonid Florent'ev

26.06.2009, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2009/067/12.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] Letteralmente “vi faremo rivedere la madre di Kuz'ka”, espressione idiomatica di minaccia variamente interpretata e spesso usata da Chruščëv nei confronti dell'Occidente.



[2] Organizzazione giovanile di “Russia Unita” (partito che ha il solo scopo di portare avanti la politica di Putin) che si richiama all'organizzazione giovanile “Giovane Guardia”, che combatté contro i nazifascisti che avevano attaccato l'URSS durante la Seconda Guerra Mondiale.



[3] Giorno in cui si ricorda l'attacco della Germania nazista e dei suoi alleati all'URSS.



[4] Via del centro di Mosca.



[5] Il principe Aleksandr sconfisse gli svedesi sul fiume Neva nel nord della Russia nel XIII secolo e perciò fu chiamato Nevskij (“della Neva”). “Imja Rossija” (Nome Russia) è un concorso televisivo per eleggere i cento più importanti personaggi della storia russa.



[6] Sergej Gavrilovič Tjulenin, uno dei membri di punta della “Giovane Guardia” storica, ucciso dai nazisti nel 1943.



[7] Ljubov' Grigor'evna Ševcova, altra dirigente della “Giovane Guardia”, anch'essa uccisa dai nazisti.



[8] Piazza antistante la Piazza Rossa.



[9] Il 12 dicembre.



[10] Molodaja Gvardija Edinoj Rossii (Giovane Guardia di Russia Unita).



[11] Il più grande mercato moscovita, in cui si può trovare di tutto (ma non cose di qualità).



[12] Come dire, era andata a farsi bella (ci si rifà qui alle usanze di una Russia antica e agraria).



[13] Resa un po' goffa del gioco di parole dell'originale (dove l'immigrato era definito čërnyj, che letteralmente significa “nero”, ma va inteso principalmente come “clandestino”).



[14] Gioco di parole intraducibile tra počivat' na lavrach (riposare sugli allori) e počivat' na lavkach (riposare sulle panchine).



[15] Symon Vasil'ovyč Petljura, leader nazionalista ucraino che tentò di costituire un'Ucraina indipendente dopo la caduta dello zarismo.



[16] Stepan Andrijovyč Bandera, nazionalista ucraino, che tentò di costituire un'Ucraina indipendente durante l'invasione nazifascista.



[17] Ivan Stepanovyč Mazepa, capo cosacco che si schierò al fianco degli Svedesi contro la Russia.



[18] Nikolaj Alekandrovyč Ščors, comandante rosso ucraino rimasto ucciso durante la guerra civile dopo la Rivoluzione.



[19] Città ucraina, presso la quale i Russi sconfissero gli Svedesi all'epoca di Pietro il Grande.



[20] Evgenij Aleksandrovič Čičvarkin, imprenditore del settore della telefonia mobile e politico di opposizione, condannato in contumacia per sequestro di persona ed estorsione dopo la sua fuga in Gran Bretagna.



[21] Nella battaglia navale di Tsushima, nello stretto di Corea, i Giapponesi inflissero ai Russi la sconfitta decisiva per le sorti della guerra russo-giapponese del 1904-1905.



[22] Vladislav Jur'evič Surkov, primo vice-direttore dell'amministrazione presidenziale russa.



[23] Di volgere il proprio muso asiatico ai nemici orientali parlano gli “Sciti” (da leggersi come Russi) dell'omonimo poema di Aleksandr Aleksandrovič Blok.



[24] “La nona compagnia” (uscito sul mercato internazionale con il titolo inglese “The 9th Company”), film su un episodio dell'intervento sovietico in Afghanistan.



[25] Fëdor Sergeevič Bondarčuk, attore e regista.



[26] La “Giovane Guardia” si è posta come obbiettivo di lavorare in vista dell'anno 2020, atteso quasi come una data messianica.



[27] Mintimer Šaripovič Šajmiev, presidente della repubblica autonoma del Tatarstan, che sta lavorando per portarla dall'autonomia all'interno della Federazione Russa alla piena sovranità.



[28] Nel 1480 i Russi sconfissero i Tataro-Mongoli sul fiume Ugra (nella Russia centrale) e distrussero definitivamente l'Orda d'Oro.



[29] Roman (o Rodion) Osljabja è una figura semileggendaria di monaco-guerriero che affrontò i Tatari a Kulikovo – nella Russia centro-meridionale - nel 1380, nella battaglia che segnò l'inizio della fine del dominio tataro sulla Russia e sancì la supremazia del grande principato di Mosca sulla Russia.



[30] Cittadina nei pressi di Mosca.


http://matteobloggato.blogspot.com/2009/06/non-solo-putin-anche-i-suoi-giovani.html

26 giugno 2009

A proposito della situazione del Caucaso (XIV)

Si è fatto dei nemici



Cos'è riuscito a fare Junus-Bek Evkurov in otto mesi di presidenza


Il presidente dell'Inguscezia Junus-Bek Evkurov al momento della chiusura del numero si trova in rianimazione all'istituto di chirurgia Višnevskij [1], dove è stato portato lunedì sera da Nazran' [2]. Questi ha subito una serie di difficilissime operazioni e le sue condizioni, nonostante i primi ottimistici comunicati, sono gravi [3]. Evkurov ha pagato un prezzo troppo alto per meno di otto mesi di presidenza. I medici gli hanno asportato alcuni organi interni distrutti dall'esplosione, fra l'altro anche parte del fegato. Junus-Bek è rimasto gravemente ustionato, ha subito un barotrauma e un gravissimo ematoma cerebrale. E perfino questa sua attuale situazione si può considerare un miracolo: sopravvivere dopo un'esplosione del genere era di fatto impossibile. Della Mercedes presidenziale blindata è rimasto solo un relitto bruciato e contorto.

Pur sopravvissuto e perfino con chance di guarigione, in senso politico Junus-Bek Evkurov è già stato messo fuori gioco. La repubblica, in cui di fatto è in corso una guerra civile, non potrà restare per alcuni mesi (nel migliore dei casi) senza un leader reale.

Questi otto mesi, in cui Junus-Bek Evkurov è stato in carica come presidente, sono un periodo breve per trarre conclusioni sul suo operato. In Inguscezia gode di un'incredibile popolarità, dovuta per la maggior parte al carisma personale. Per la sua apertura, per la leggerezza con cui dà il proprio numero di cellulare, per le parole ingannevolmente semplici pronunciate davanti agli abitanti di quasi ogni villaggio inguscio, la gente gli ha concesso un colossale credito di fiducia e non ha chiesto niente in cambio. Quand'erano passati tre mesi dal momento della sua entrata in carica, molti in Inguscezia dicevano: il presidente dice tutto bene, ma ha ancora bisogno di tempo. Sei mesi dopo dicevano lo stesso: bisogna attendere un po' di tempo – passerà un anno e allora chiederemo. Come sarebbe diventata la repubblica dopo un anno di amministrazione di Evkurov, non lo sapremo mai. Peraltro possiamo vedere com'è diventata dopo otto mesi del suo operato.

Da gennaio a maggio in Inguscezia sono state uccise 107 persone, 9 sono state sequestrate. Per fare un paragone, secondo i dati del PC [4] di Memorial [5], da gennaio ad aprile 2008 nel territorio dell'Inguscezia erano state uccise 9 persone. Ma già allora la situazione della repubblica era considerata estremamente instabile.

Per quanto riguarda la corruzione del governo, alla logica conclusione è giunto un solo procedimento: contro il ministro dello Sport Issa Ozdoev, che aveva rubato sulla costruzione del principale Palazzo dello Sport della repubblica. La disoccupazione non è diminuita.

Quello che è veramente riuscito a Evkurov in questi otto mesi è stato farsi dei nemici. Fra l'altro, ora pochi dubitano: gli esecutori dell'attentato sono stati gli uomini della cosiddette organizzazioni clandestine banditesche [6] – dietro a questo crimine può esserci un'ampia cerchia di persone.

Nell'ambito della lotta contro la corruzione Evkurov si è trovato in forte disaccordo con molte importanti figure della repubblica. In parte i contrasti non avevano tanto il carattere di valutazione di un reato, quanto di lite sui concetti. Per gli uni erano da banditi, per altri da ufficiali. Fatto sta che in determinate situazioni si sarebbe potuto fornire al presidente ben più strumenti per far pressione sui corrotti.

Ai primi di febbraio, quando era passato ben poco tempo dalla nomina di Evkurov a presidente, questi mi disse:

– Tutto è portato a termine ora: prima di aprire un procedimento penale, è necessario fare una discussione. “Tu rimetti i soldi in cassa. Se li rimetti – ti viene perdonato tutto”.

Per capire le dimensioni delle rimostranze: per la costruzione di un solo zuccherificio sono spariti 55 milioni di rubli [7]. Come pure non è stata finita di costruire una fabbrica vetraria, una fabbrica di turbine e molto altro. Dove sono gli ottanta oggetti di cui era stata avviata la costruzione di cui l'ex presidente Zjazikov raccontò all'ex presidente Putin? Trovare il modo per togliere di mezzo Evkurov in questa situazione sembra qualcosa di molto attraente.

E comunque la versione ufficiale sugli organizzatori dell'attentato è questa: al presidente hanno attentato dei terroristi che vogliono destabilizzare la situazione del Caucaso del Nord.

Junus-Bek per le organizzazioni clandestine era veramente scomodo. E' riuscito a condurre nella repubblica una serie di grandi operazioni speciali – e pure senza il baccano con cui i federali accompagnano le proprie gesta. Forse questo è stato il risultato più notevole del suo operato. Questi ha detto apertamente: “Se ci sarà bisogno, condurrò trattative con i terroristi”.

Non molto tempo fa a Magas [8] ha avuto luogo una tavola rotonda sulle questioni della sicurezza. E là Evkurov ha detto:

– Quest'anno su 40 persone che intendevano darsi alla macchia, sono andati via 16 giovani. Il nostro compito principale è fermare chi vuol darsi alla macchia. Sono tutti ragazzi nostri: prodi, coraggiosi. Solo che la prodezza di chi si da alla macchia è utilizzata ai propri scopi da altre forze. Più di una volta ho dichiarato che sono pronto al dialogo e li invito a deporre le armi e a tornare alla vita pacifica. Sono pronto a parlare con i militanti fino all'ultimo…

Chiudendo l'incontro, il presidente dell'Inguscezia ha fatto notare in particolare che “i familiari dei banditi non devono soffrire per il fatto che i loro figli compiono crimini”.

Evkurov ha proposto una formula niente affatto male: voi uscite dalla clandestinità e noi vi giudichiamo in tribunali civili, legali.

Il problema è che alle parole del presidente ha impedito di credere chi in realtà lotta contro i militanti in Inguscezia. Si tratta degli uomini delle strutture armate federali. I loro metodi sono il principale argomento contro le rassicurazioni “pacifiste” di Evkurov.

L'attuale facente temporaneamente funzione di presidente Rašid Gajsanov, come dicono molti in Inguscezia, non resterà tale a lungo. Sotto Ruslan Aušev [9] questi era ministro dell'economia. Evkurov, che per lunghi anni non ha vissuto nella repubblica, non capiva bene le questioni dei quadri dirigenti, dei disonesti funzionari diceva: “E dove se ne possono prendere altri?”. Proprio il fatto che Gajsanov aveva lavorato con Aušev ha influito sulla scelta di Evkurov – e Gajsarov è diventato presidente del consiglio dei ministri.

Gajsanov, probabilmente, non è un cattivo economista. Ma se l'Inguscezia avesse avuto bisogno di un economista, il Cremlino a novembre dello scorso anno non avrebbe inviato là un uomo del servizio segreto militare.

E' un'altra storia che la nomina di Gajsanov sia una mossa eccellente a livello di quadri dirigenti. Gli spetteranno tutte le questioni cerimoniali e dal punto di vista formale in Inguscezia si conserverà la sovranità del potere. Ma di garantire la sicurezza si occuperà Kadyrov, esperto in queste faccende. Questi adesso ha il permesso del presidente della Federazione Russa di passare nel territorio della repubblica vicina e introdurre là il suo ordine. Nel caso che questi si dimostri efficace in questo lavoro, si deciderà da se la questione della possibile introduzione di una sua amministrazione esteriore della repubblica.

L'impressione che la repubblica, lentamente ma certamente, andrà sotto Kadyrov la si ha da molto tempo in Inguscezia. Ieri parlavo con uno dei consiglieri del presidente Evkurov. Questi mi ha detto:

– Gliel'ho sempre detto: Junus-Bek, abbi cura di te. Sii più prudente. Se ti succederà qualcosa, sappi: tu pagherai per il fatto che inghiottiranno l'Inguscezia.

Anche se Evkurov era evidentemente sconsiderato nel garantire la propria sicurezza, questi, evidentemente, sentiva che mirano all'Inguscezia. Alla seduta di febbraio del Consiglio del popolo inguscio questi, che gode di un indiscusso appoggio del popolo, ebbe un diverbio con questo stesso popolo. Il popolo esigeva di prendere alla vicina Ossezia del Nord il distretto Prigorodnyj [10]. In generale la questione della restituzione del Prigorodnyj negli ultimi tempi risuona sempre più spesso e più decisamente. Il presidente dapprima delicatamente, poi già in forma ultimativa ha detto: il Prigorodnyj non si tocca. Ha motivato la sua posizione brevemente, militarmente: voi non sapete tutto e io non posso dire tutto, ma credetemi, sarà meglio così.

Cosa sapeva il presidente? Sapeva, in parte, che la vicina Cecenia già in tre sedute aveva elaborato un disegno di legge sull'annessione dei distretti di Sunža e di Malgobek dell'Inguscezia. Si tratta di circa metà del territorio inguscio. C'è motivo di pensare che le terre inguscie divenissero un riscatto da pagare nelle discussioni sul distretto Prigorodnyj. Si dice che l'affare dell'annessione delle terre inguscie posso essere stato pensato a Mosca: fra l'altro per frenare le pretese territoriali dell'Inguscezia nei confronti dell'Ossezia ed evitare con questo un nuovo conflitto etnico. Il neo nominato presidente Evkurov era giunto nella repubblica nativa con una precisa comprensione di questa situazione.

Un altro presidente - Kadyrov – in questi anni è riuscito ad ammettere che l'unione delle due repubbliche non è già più un progetto così inimmaginabile come poteva sembrare in precedenza. E l'idea della creazione di un'unica repubblica, a cui si oppose perfino il flemmatico predecessore Zjazikov, negli ultimi anni è risuonata sempre più spesso anche a Mosca.

Ol'ga Bobrova

24.06.2009, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2009/066/01.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni

[1] Clinica moscovita.


[2] Ex capitale dell'Inguscezia, dove hanno tentato di uccidere Evkurov.


[3] Attualmente le sue condizioni vanno realmente migliorando ed è considerato fuori pericolo.


[4] Pravozaščitnyj Centr (Centro per la Difesa dei Diritti Umani).


[5] “Memoriale”, associazione nata per difendere la memoria delle vittime delle repressioni sovietiche e tuttora attiva sul fronte della tutela dei diritti umani.


[6] Cioè di gruppi dediti tanto al banditismo quanto al terrorismo.


[7] Oltre 1.250.000 euro.


[8] Città costruita per diventare la nuova capitale dell'Inguscezia (una sorta di piccola Brasilia caucasica).


[9] Ruslan Sultanovič Aušev, presidente dell'Inguscezia dal 1993 al 2001.


[10] Il distretto Prigorodnyj (Periferico) apparteneva all'Inguscezia – o per meglio dire, alla repubblica di Cecenia e Inguscezia – prima che Stalin esiliasse nella Russia asiatica tutti i Ceceni e gli Ingusci, accusati falsamente di aver collaborato coi nazifascisti. Con la destalinizzazione Ceceni e Ingusci poterono tornare, ma i confini del Caucaso erano stati ridisegnati.


http://matteobloggato.blogspot.com/2009/06/non-hanno-ucciso-evkurov-ma-linguscezia.html

22 giugno 2009

A proposito della Russia e degli altri (I)

La Terza Guerra Mondiale contro la Russia



Georgia, Ucraina, USA, Bielorussia, Cina, per non parlare di Lettonia o Polonia, ci hanno dichiarato guerra


Quando il presidente Putin salì al potere si dava il caso che ad Occidente non ci amassero. Cioè, notate, non era che noi non amassimo qualcuno. Noi, al contrario, eravamo sempre pronti ad essere amici di tutti – di quelle serpi di americani, che vogliono organizzare una rivoluzione “arancione” in Russia, di quella marmaglia dell'Unione Europea, che invidia la grandezza della Russia, e perfino con i chochly [1], che ci rubano il gas e vogliono far litigare i nostri popoli ragionando del cosiddetto Holodomor [2].

Noi quelle serpi, quei mostri, quei caproni, – li amavamo. E loro noi, così grandi, – no.

Poi quelle serpi hanno smesso di non amarci e hanno preso ad attaccarci. Per prima ci ha attaccati la Georgia. La Polonia, com'è noto, a suo tempo aveva attaccato la Germania [3] e la Georgia ha attaccato la Russia.

La Georgia non è riuscita a subire una sconfitta umiliante, perché al seguito gli USA hanno attaccato la Russia. Questi hanno organizzato a bella posta da loro una crisi finanziaria per distruggere l'economia russa.

Come? Non lo sapevate? Invano. Perfino funzionari molto liberali al Cremlino alla fine del 2008 hanno raccontato che: a) la Russia resta un isolotto di stabilità nel mare della crisi finanziaria; b) tutto questo è stato fatto apposta dagli USA per distruggere la Russia; c) in conseguenza della crisi crollano gli USA.

La seguente ad attaccarci è stata l'Ucraina. I delinquenti, che ci rubano il gas e pongono un cuneo tra i nostri due popoli, hanno chiuso il rubinetto verso l'Europa e hanno dichiarato che l'avevano fatto i russi.

E cosa pensate? Questi delinquenti in Europa gli hanno creduto! Anche se chiunque rilegga gli interventi di Putin vedrà che: a) il gas è la nostra arma energetica; b) la Russia è un fornitore di gas affidabile.

In conseguenza della guerra del gas lanciata dall'Ucraina allo scopo di screditare la Russia, la quota della Gazprom nel bilancio del gas dell'Europa è caduta dal 31 al 16% e singoli paesi europei hanno preso a lottare attivamente contro due progetti russi – il South Stream [4] e il North Stream [5]. Per qualche motivo hanno preso a considerare i pacifici gasdotti russi come un'arma energetica russa, l'operato della quale ai loro occhi ha sperimentato su di se l'Ucraina. Cioè di fatto l'Ucraina è entrata nella guerra del gas contro la Russia al fianco dell'Ucraina!

In seguito un'aggressione contro la Russia è stata lanciata dalla Bielorussia. Inizialmente il Piccolo Padre [6] ci ha ingannati da fedifrago: ha preso un mucchio di soldi per il riconoscimento di Ossezia del Sud e Abcasia e ci ha abbandonati. E dopo alla Russia è meritato guardare attentamente il latte bielorusso e scoprire che non è affatto latte, ma sa il diavolo cosa, è perfino sconveniente dire cos'è [6], che il Piccolo Padre ci ha vigliaccamente colpiti al fianco bloccando il transito di merci verso la Russia e ci è toccato capitolare rapidamente.

Al contempo ci è toccato combattere con la Cina. A dire il vero, qui la guerra si è rivelata segreta, non pubblica: poiché il Cremlino non riusciva in alcun modo a giungere a un accordo con la Cina sulla vendita a questa del petrolio russo, abbiamo deciso di far vedere i sorci verdi [8] alla Cina e metterla in ginocchio, proibendo l'invio di legname in Cina e creando al confine file di vari giorni per gli stracci cinesi (fra l'altro, ha coinciso con successo con la nostra guerra doganale interna). A dire il vero, in conseguenza del divieto di esportazione non sono morti i consumatori cinesi, ma i nostri lavoratori del settore del legname. Ma peraltro si è riusciti a strappare ai denti cinesi almeno 100 miliardi di dollari – in cambio della promessa di fornire 300 milioni di tonnellate di petrolio nei prossimi 20 anni, cioè in cambio della promessa che la Russia diventerà un'appendice che rifornisce di risorse la Cina.

Adesso è il turno del secondo fedifrago attacco della Georgia. I militari temono che la Georgia vigliaccamente, da dietro l'angolo, attacchi Akhalgori [9], dove, contro tutti gli accordi internazionali restano le nostre armate. A dire il vero, ora attorno a Akhalgori stanno in stretto accerchiamento le missioni dell'ONU e dell'OCSE. E non appena qualcuno muovesse un'armata, sarebbe subito chiaro chi ha cominciato. Perciò la Russia lotta instancabilmente perché le missioni vengano mandate via. E si può già predire anticipatamente che, non appena gli osservatori internazionali se ne andranno, la Polonia attaccherà di nuovo la Germania.

In generale, contro la Russia viene semplicemente condotta la Terza Guerra Mondiale. I più diversi paesi – Georgia, Ucraina, USA, Bielorussia, Cina, per non parlare di Lettonia o Polonia – hanno dichiarato guerra alla Russia.

Inizialmente non ci amavano. Ma adesso combattono contro di noi. E' terribile perfino pensare quale sarà la terza fase.

Julija Latynina [10]
osservatrtice della "Novaja gazeta"

22.06.2009, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2009/065/14.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] Letteralmente “ciuffi” (per via dell'usanza cosacca di portare solo un ciuffo di capelli in testa), nome derisorio dato dai Russi agli Ucraini.



[2] Qualcosa come “uccisione tramite la fame”. Si tratta della carestia ucraina degli anni '30, provocata ad arte da Stalin, che provocò milioni di vittime. L'establishment russo rifiuta ancora di parlare di Holodomor e pare voler far passare l'assurda tesi di una normale carestia.



[3] Allusione a tesi assurde, comparse sul sito ufficiale del Ministero della Difesa russo, secondo cui la Seconda Guerra Mondiale sarebbe cominciato con un attacco della Polonia alla Germania nazista (come sosteneva ufficialmente Hitler).

[4] “Corrente Meridionale”, progetto russo-italiano di gasdotto dalla Russia all'Austria e all'Italia.

[5] “Corrente Settentrionale”, progetto russo-tedesco di gasdotto dalla Russia alla Germania attraverso il Mar Baltico.

[6] Titolo del dittatore bielorusso Aleksandr Grigor'evič Lukašenko (Aljaksandr Ryhoravič Lukašènka).

[7] Riferimento umoristico a una sorta di “guerra del latte” scoppiata recentemente tra Russia e Bielorussia.

[8] Letteralmente “di far vedere dove svernano i gamberi” (i padroni punivano i servi della gleba mandandoli a cercare gamberi in inverno).

[9] Villaggio sul confine sudoccidentale tra l'autoproclamata repubblica di Ossezia del Sud e la Georgia.

[10] Julija Leonidovna Latynina, nota giornalista e scrittrice russa.


http://matteobloggato.blogspot.com/2009/06/tutti-contro-la-russia.html

10 giugno 2009

A proposito del modo di far politica in Russia (VIII)

Le risposte del governatore di San Pietroburgo V.I. Matvienko alle domande della “Novaja gazeta”


1. Può, a suo parere, mutare lo status di San Pietroburgo nella lista dei luoghi da proteggere dell'UNESCO a causa dello stato dei monumenti architettonici della città e dei nuovi edifici di vetrocemento, che irrompono nell'antico insieme?

RISPOSTA: Lo status di San Pietroburgo come grandissima formazione urbanistica con un paesaggio storico-culturale unico era, è e sarà immutato. Per quanto riguarda il pericolo per la tutela del patrimonio, questo è sempre e ovunque conseguenze di un vuoto legale nell'attività urbanistica. Da noi adesso non c'è alcun vuoto. E' entrata in vigore la triade di leggi di San Pietroburgo: il piano regolatore, le Regole per l'utilizzo dei terreni e per le costruzioni, i Confini e i regimi delle zone di salvaguardia degli oggetti del patrimonio culturale. L'insieme di queste leggi previene qualsiasi manifestazione di volontarismo nell'urbanistica e nell'architettura e difende pienamente il paesaggio storico cittadino. Nei testi delle leggi è scritto precisamente: dove, cosa e come si può ricostruire, restaurare e costruire. Con rigidità sono indicati in cifre i parametri accettabili di ricostruzione e nuova costruzione. Per dirla più semplicemente: non più alto, non più basso, non più lontano, non più vicino, considerando le caratteristiche storiche ambientali, i materiali tradizionali e i metodi di decorazione.

Gli esperti dell'UNESCO e dell'ICOMOS [1], valutando la situazione odierna del centro storico di San Pietroburgo, hanno ritenuto che le misure legislative prese dalle autorità cittadine abbiano accresciuto in modo significativo l'efficacia del governo della città dal punto di vista della sua tutela.

Nella Sua domanda Lei ha toccato non solo le costruzioni storiche, ma anche lo stato dei monumenti architettonici. Non so cosa intenda di preciso. E' riconosciuto da tutti che a San Pietroburgo ci sono standard elevati per la tutela degli oggetti del patrimonio culturale e per il loro restauro. E questo è stato notato più di una volta dagli esperti dell'UNESCO e dell'ICOMOS. Nel restauro di complessi di livello mondiale: il monastero Smol'nyj [2], la lavra [3] di Aleksandr Nevskij [4], Oranienbaum [5], l'Ammiragliato, le chiese, i palazzi, le dimore, i teatri, i ponti, i lungofiume, migliaia di facciate – non si può neanche contare tutto. Ecco le cifre dei restauri in un quinquennio: 445 oggetti del patrimonio culturale, 528 facciate di edifici monumentali, 1437 facciate di edifici di carattere storico generale. E l'entità dei finanziamenti ai restauri nel 2008 è di 10 miliardi e 869,5 milioni di rubli [6] (4 miliardi e 301,9 milioni di rubli [7] dal bilancio federale, 6 miliardi e 567,6 milioni di rubli [8] dal bilancio di San Pietroburgo) – confrontiamola con le spese per i restauri in Francia e in Italia.

2. In realtà da quando Lei è diventata governatore di San Pietroburgo, la zona protetta della città è diminuita quasi quattro volte: un tempo nella zona protetta non rientrava la maggior parte della Petrogradskaja Storona [9], adesso solo il territorio attorno alla fortezza dei Santi Pietro e Paolo, un tempo vi rientrava la metà dell'Isola Vasil'evskij, adesso solo la Strelka [10] e parte del lungofiume, un tempo vi rientrava tutta la prospettiva Nevskij , adesso solo fino all'incrocio con la prospettiva Litejnyj [11]? A cos'è dovuta la riduzione della zona protetta di San Pietroburgo, la ritiene giustificata?

RISPOSTA: Beh, come si dice, atteniamoci ai fatti.

Nell'aprile 2004, cioè 5 mesi dopo la mia elezione a governatore di San Pietroburgo, ho firmato la disposizione del governo di San Pietroburgo – il cosiddetto “regolamento temporaneo dell'altezza degli edifici”. Fino ad allora l'altezza degli edifici non era in generale regolata da atti normativi ed era ostaggio delle procedure di accordo. Da qui “sono cresciuti” i progetti che hanno ottenuto il diritto ad esistere negli anni '90 – il “Mont Blanc”, l'“Avrora” [12], la Borsa [13], la cupola dell'albergo “Renaissance”, il condominio di via Špalernaja [14], il “Regent Hall” [15] sulla prospettiva Vladimirskij…

Per quanto riguarda le dimensioni della zona protetta di San Pietroburgo, basiamoci sulle cifre. Il territorio della zonizzazione protetta in confronto al 1988 è aumentato più di tre volte (a spese dei territori periferici, delle zone di costruzione regolamentata – 2).

Ma che senso aveva valutare i confini della zona protetta, se i regimi, cioè le regole e le limitazioni in essa non funzionavano? Una zona protetta, in cui si permettevano nuove costruzioni tramite il ritaglio di sezioni-esclusioni (le cosiddette “lacune”), ha perso le proprie funzioni di difesa già negli anni '90. Si rendeva necessario con insistenza una rigida regolamentazione legale. La zona protetta doveva diventare una zona realmente proibita per nuove costruzioni. Tale è diventata oggi.

Per gli altri territori le regole si sono formate secondo i loro valori storico-culturali, i livelli di perdite urbanistiche, le possibilità di adeguati riempimenti. Alla preparazione della legge sui confini e sui regimi hanno preso parte non solo gli organi amministrativi della città e i deputati dell'Assemblea legislativa, ma anche i rappresentanti della società, in particolare la VOOPIiK [16]. Nella legge sono state prese in considerazione le proposte costruttive della società, che si è resa conto benissimo che i regimi di utilizzo sono più importanti dei confini. Dal punto di vista della tutela del patrimonio storico (tanto gli oggetti del patrimonio culturale, quanto le costruzioni storiche che li accompagnano) la situazione legislativa è stata notevolmente irrigidita e le costruzioni saranno tutelate con la stessa severità non solo in una, ma in tutte le zone.

3. E' vero che il regolamento dell'altezza degli edifici, indicato nelle regole per l'utilizzo dei terreni e per le costruzioni, prima dell'approvazione degli emendamenti è stato violato 227 volte? Come si accordano con il regolamento dell'altezza degli edifici l'edificio della Borsa delle merci e del petrolio (63 metri), l'abitazione “Finansist” [17] (68 metri), il condominio “Avrora” (73 metri), il complesso condominiale “Mont Blanc” (76 metri), il complesso condominiale “Imperial” (73 metri) a fronte di una norma consentita di 35 metri, il Palazzo della Danza sul lungofiume Evropy [18], apposta per il quale sono state cambiate le regole di costruzione e di utilizzo dei terreni? A Suo parere, danneggiano il panorama queste costruzioni moderne? Questo è un conto da pagare inevitabile per lo sviluppo della città?

RISPOSTA: A parte delle sue domande ho già risposto. “Mont Blanc”, “Avrora”, la Borsa, “Finansist”, ecc. non si accordano in alcun modo con il regolamento dell'altezza degli edifici a causa a causa dell'assenza di questo al momento dell'approvazione dei progetti. Ma il concorso per il progetto del Palazzo della Danza per il teatro di Boris Èjfman [19] viene portato avanti in piena conformità con le Regole approvate per l'utilizzo dei terreni e le costruzioni.

227 violazioni dei parametri dell'altezza degli edifici… Scusate, ma non è possibile costruire tanti oggetti in tutto il territorio del centro storico. Forse, Lei intende la mia indicazione di verificare tutte le proposte precedenti i progetti (fra cui anche quelle oltre i confini della zona protetta) sulla base della loro possibile influenza sul centro storico. In tal senso, sì: sono state sottoposte a verifica oltre 200 proposte di progetti. Nel caso di mancata conformità o di influenza negative, certamente i parametri dell'altezza degli edifici progettati saranno certamente corretti. Com'è previsto dalla legge.

4. L'articolo 40 del Codice Urbanistico della Federazione Russa permette alla commissione per l'utilizzo dei terreni e per le costruzioni di concordare deroghe dalle regole per oggetti particolari. Cosa, a suo parere, è un oggetto particolare e le è noto quante deroghe sono state fatte negli ultimi tempi e come sono state fatte?

RISPOSTA: L'articolo 40 del Codice Urbanistico della Federazione Russa prevede una procedura di deroga dai parametri limite. L'azione dell'articolo si estende non solo su San Pietroburgo, ma anche sull'intero territorio della Federazione Russa. Non si tratta di alcun oggetto particolare. Questo articolo regola l'attività sulle sezioni di terreno, i parametri delle quali sono meno stabiliti dal regolamento o le condizioni ingegneristico-geologiche inadatte per la costruzione. La commissione per le regole sull'utilizzo dei terreni e sulle costruzioni esaminerà le dichiarazioni degli aventi diritto a tali sezioni dopo l'approvazione dell'ordine dell'esame di esse. Per ora il documento è in preparazione.

5. La preoccupazione della commissione dell'UNESCO è legata allo skyline di Pietroburgo. A Suo parere quanto è essenziale questo problema?

RISPOSTA: Se avessi ritenuto questo problema inessenziale, difficilmente sarebbero apparse le leggi di cui ho parlato. Davvero non erano attuali negli anni '90? Che tali documenti non si scrivano in un mese, è un'altra storia. In ogni caso, il teso lavoro per la loro creazione è stato portato avanti dal KGA [20] e dal KGIOP [21] in 4 anni.

La silhouette della città, il panorama del principale spazio cittadino adesso sono oggetto di tutela urbanistica, sono nominati e indicati dalla legge sui confini e sui regimi delle zone.

6. Può commentare la situazione dei progetti dell'“Ochta-centr” [22] e della Nuova Olanda [23], che hanno avuto un'eco non solo a San Pietroburgo, ma anche nel resto della Russia?

RISPOSTA: Il progetto “Ochta-centr” ha oppositori furibondi e altrettanto incrollabili difensori. Oggi, a quanto osservo, l'iniziativa è dei difensori – il loro numero cresce, in particolare tra gli abitanti dell'Ochta. Penso che gli abitanti della città troveranno consensi.

Certo, questo non è il centro storico. Non di meno, le costruzioni che modificano il paesaggio vengono studiate da tutti i punti di possibile influenza. Ora in questo territorio si portano avanti scavi archeologici – i più grandi e i più significativi per le loro scoperte in tutta la storia di San Pietroburgo.

La missione dell'UNESCO ha fatto conoscenza due volte con il progetto “Nuova Olanda” , allo stadio di concorso per il progetto e di cantiere. Il progetto è degno in ogni senso, il territorio militare chiuso semidistrutto, con i suoi eccellenti monumenti architettonici sarà restituito al fondo culturale della città. Cosa c'è di male qui? Alle prossime sessione del Comitato per il Patrimonio Mondiale, penso, sarà data una valutazione anche su questo progetto.

7. Come si rapporta alle posizioni del movimento sociale indipendente per la tutela del patrimonio culturale “Città viva”? Ha cercato di condurre trattative coi rappresentanti del movimento e di ascoltare le loro opinioni ?

RISPOSTA: Sono lontana dal pensare che con la creazione di una pienamente valida base legale tutti i problemi di tutela del patrimonio di Pietroburgo saranno automaticamente risolti. Sì, le regole e le limitazioni difendono dagli errori urbanistici. Ma nessuna rigidità di queste regole, così come la libertà da esse garantisce la qualità dell'architettura. Ecco perché un ruolo particolare è attribuito oggi ai Consigli socio-professionali, a cui è conferito lo status di istituti di esperti presso il governo di San Pietroburgo. Diciamo che nel Consiglio per la tutela del patrimonio culturale presso il governo di San Pietroburgo ci sono cinque rappresentanti del VOOPIiK. A sua volta nell'amministrazione del VOOPIiK sono entrati degli attivisti di “Città viva”. Non sono una frazione della “società”? Proposte ragionevoli filtrano sempre. Ma la figura più importante è l'architetto, il suo talento, la capacità di non sottomettersi ai committenti.

Cosicché il punto nelle discussioni sociali sul tema della tutela del patrimonio e sulle nuove costruzioni non è posto e non può essere posto. E grazie a Dio, gli abitanti della città non sono indifferenti. Anche se qui non è tutto così semplice. Nel XIX secolo la società parlava come di errori urbanistici della Casa Singer [24], della clinica Otto [25], del negozio dei fratelli Eliseev [26], delle palazzine tra i padiglioni dell'Ammiragliato, della cupola di Kitner [27] sopra l'arco destro del Quartier Generale – e adesso sono oggetti tutelati del patrimonio culturale. E non ha davvero rotto lo skyline la Grande Casa [28]? Ma adesso è un monumento architettonico. Non è un affare facile la tutela dei monumenti. Col passar del tempo sono mutate nettamente e spesso le idee sul valore di questo o quello stile architettonico. Non mi metto a discutere di gusti. Quello che si è conservato, lo preserveremo. Forse agiranno così anche i nostri discendenti.


27.05.2009, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2009/055/02.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)


1] International Council on Monuments and Sites (Consiglio Internazionale Sui Monumenti e i Siti), organizzazione internazionale non governativa per la tutela del patrimonio artistico e culturale.

[2] Monastero femminile, divenuto poi Istituto per l'istruzione delle figlie dei nobili, poi quartier generale bolscevico, poi municipio di Pietrogrado/Leningrado/San Pietroburgo.

[3] Struttura tipico del monachesimo orientale che ha una regola a metà tra quella eremitica e quella cenobitica.

[4] Aleksandr Jaroslavič detto Nevskij (della Neva), principe russo che condusse l'esercito alla vittoria contro gli svedesi sulla Neva, poi canonizzato.

[5] In tedesco “Giardino degli Aranci”, residenza imperiale.

[6] Circa 250 milioni di euro.

[7] Circa 99 milioni di euro.

[8] Oltre 150 milioni di euro.

[9] “Parte di Pietrogrado”, isole della Neva che costituiscono il nucleo storico di Pietroburgo.

[10] “Freccia”, la punta orientale dell'Isola Vasil'evskij.

[11] Come dire meno di un quarto della storica strada cantata anche da Franco Battiato...

[12] Mastodontici condomini di lusso. L'“Avrora” (Aurora) rimanda all'incrociatore che con i suoi cannoni dette il segnale d'inizio all'assalto al Palazzo d'Inverno. La nuova Russia ipercapitalista ama recuperare la vecchia simbologia...

[13] Gigantesco edificio, che deturpa il panorama dell'Isola Vasil'evskij.

[14] “Degli Arazzi”, storica via del centro di San Pietroburgo, un tempo occupata dagli arazzieri.

[15] Grande centro di affari.

[16] Vserossijskoe Obščestvo Ochrany Pamjatnikov Istorii i Kul'tury (Società Panrussa per la Tutela dei Monumenti Storici e Culturali), associazione non governativa.

[17] “Finanziere”.

[18] “Dell'Europa”.

[19] Boris Jakovlevič (Jankelevič) Èjfman, famoso coreografo e direttore artistico.

[20] Komitet Gradostroitel'stvo i Architektury (Commissione Urbanistica e Architettura).

[21] Komitet po Gosudarstvennomu Ispol'zovaniju i Ochrane Pamjatnikov (Comitato per l'Utilizzo e la Tutela Statale dei Monumenti).

[22] Ochta-centr (Centro dell'Ochta – l'Ochta è un piccolo corso d'acqua di San Pietroburgo e da il nome anche a un quartiere) è il nome del colossale centro della Gazprom, che nel progetto originale prevedeva una torre di 396 metri, dall'impatto disastroso sul panorama di San Pietroburgo.

[23] La Nuova Olanda è un'isola della Neva così chiamata perché Pietro il Grande la fece edificare a immagine di Amsterdam. I progetti di nuove costruzioni sull'isola avrebbero un effetto devastante.

[24] Palazzo di sei piani fatto costruire dall'impresa costruttrice di macchine da cucire Singer in luogo del grattacielo da questa voluto (le regole sull'altezza degli edifici agli inizi del XX secolo stabilivano un limite di 23,5 metri al cornicione e venivano rispettate...).

[25] Clinica ostetrico-ginecologica costruita agli inizi del XX secolo in uno stile che pareva cozzare con l'estetica neoclassica pietroburghese.

[26] Il grandioso negozio di generi coloniali dei fratelli Eliseev scioccò i pietroburghesi dei primi anni del XX secolo per il suo stile Art Nouveau.

[27] Ieronim Sevast'janovič Kitner, architetto russo.

[28] Nome non ufficiale dell'edificio della sezione pietroburghese del Ministero degli Interni e dei servizi segreti, costruito in stile costruttivista negli anni '30 del XX secolo.


http://matteobloggato.blogspot.com/2009/06/allaccusa-di-distruzione-di-un.html

02 giugno 2009

A proposito del passato della Russia (VII)

Pietroburgo non vuole morire




Ritratto di una città sullo sfondo del potere




Il complesso “Imperial” è stato costruito senza vergogna dietro il monastero Novodevičij


Ecco come hanno “migliorato” la prima Borsa del grande costruttore Thomas de Thomon e la Strelka dell'isola Vasil'evskij

Le crepe sulle colonne, le tavole che si staccano sono il terribile prezzo dell'incuria per la cattedrale di Sant'Isacco


Pietroburgo è stata appena lasciata dai collaboratori del dipartimento per il patrimonio mondiale dell'UNESCO con a capo il loro direttore Francesco Bandarin. La questione del posto e dello status di una delle più belle città del mondo nella lista dei luoghi da proteggere dell'UNESCO resta aperta. Troppo nel suo aspetto è mutato negli anni in cui sulla poltrona di governatore siede Valentina Matvienko.

Pietroburgo non voleva morire quando la elessero governatore. La città credeva nel rinnovamento, sperava nella sua esperienza e nel suo buon senso. Questi hanno anche funzionato – per lo sviluppo sociale. Ma oggi si tratta del destino del patrimonio culturale. E questo è sull'orlo di una catastrofe umanitaria: non appena sono state cancellate le elezioni del governatore e a Valentina Matvienko è rimasto un solo e unico elettore [1], ha cominciato ad accelerare i tempi la sistematica distruzione della Venezia del Nord. Il tempestoso abbattimento di monumenti architettonici, le fosse senza fondo per le fondamenta, le cime abissali [2] dei nuovi edifici in vetrocemento che invadono l'insieme antico, anno dopo anno hanno divorato lo spazio pietroburghese. Non è un'immagine, ma un fatto: l'epoca della Matvienko ha inferto alla città ferite più gravi dei bombardamenti, degli incendi, degli spari di Leningrado durante la Grande Guerra Patriottica [3].

Valori eterni a caro prezzo [4]

Pietro aprì una finestra sull'Europa, costruì un porto e il delta della Neva divenne il percorso principale, attorno a cui crebbero la città e la flotta. La larghezza del fiume e la piattezza del terreno dettarono agli architetti russi, francesi, italiani e tedeschi regole rimaste intatte per due secoli. Gli edifici furono innalzati non oltre 23 metri, all'altezza del cornicione del Palazzo d'Inverno e sopra la linea comune fu permesso innalzarsi solo a cattedrali e chiese, cupole e punte, le vie furono costruite una dietro l'altra, le proporzioni delle facciate furono verificate severamente, tutte le linee si intrecciavano in un insieme con i lungofiume e i panorami. Nella città entrarono alla pari il classicismo e il barocco, lo stile Impero e il moderno. Pietroburgo, a differenza di molte città d'Europa distrutte dalla guerra, era ed è rimasta un capolavoro architettonico e un fenomeno culturale fino ai tempi più moderni, quando alle sue rive si è avvicinato rapacemente il nuovo capitalismo russo.

Nel ХХI secolo Pietroburgo, a differenza di Mosca, è entrata ancora relativamente conservata: la aiutarono la miseria del budget sovietico e la mancanza dello status di capitale. Settemila monumenti di vario livello si trovavano nel territorio del centro storico; nel 1988 fu dichiarata Zona unitaria protetta, dove furono proibite costruzioni moderne. Ma ciò che ancora l'altro ieri pareva inflessibile e con cui furono costretti a fare i conti anche il sindaco Anatolij Sobčak [5] e il governatore Vladimir Jakovlev [6], è stato spazzato via dal nuovo ordine di vita che ha coinciso con l'inizio del regno dei nuovi padroni dello Smol'nyj [7].

Sotto l'attuale governatore la zona protetta di Pietroburgo è diminuita di quasi quattro volte; è nata la motivazione ufficiale “la città deve svilupparsi in modo consono alle esigenze della modernità”. In precedenza nella zona protetta rientrava la maggior parte della Petrogradskaja Storona [8], adesso solo il territorio intorno alla fortezza dei santi Pietro e Paolo [9]. In precedenza vi rientrava metà dell'Isola Vasil'evskij [10], adesso solo la Strelka [11] e parte del lungofiume. In precedenza vi rientrava tutta la Prospettiva Nevskij, adesso solo fino alla Prospettiva Litejnyj [12]. Dalla lista dei monumenti è scomparsa la Piazza del Palazzo [13]!

Adesso i valori eterni a Pietroburgo si sono mutati in alti prezzi. Il pensiero strategico, la capacità di guardare al domani, la responsabilità di fronte ai posteri sono messi alle strette dal guadagno immediato. La dura mano del nuovo potere con la collaborazione del KGIOP (Komitet Gosudarstvennoj Inspekcii Ochrany Pamjatnikov [14]) e del KGA (Komitet Gorodskoj Architektury [15]) leali ad esso le possibilità degli investitori e del business edile si sono ampliate come non si poteva neanche sognare sotto Sobčak e Jakovlev.

Le innovazioni che hanno cambiato il volto della città si dividono in due parti: l'erezione di nuove abitazioni e la distruzione delle vecchie.

La skyline in pezzi

Pietroburgo viene rapidamente privata di ciò che attraeva e deve attrarre là i turisti di tutto il mondo – la bellezza dei panorami. Il destino del centro storico dipende dalla magica abbreviazione PZZ – Pravila Zemlepol'zovanija i Zastrojki [16], in cui il parametro più importante è il regolamento dell'altezza degli edifici. I nuovi costruttori l'hanno infranto (tenete a mente questa cifra) oltre duecento volte.

Nel periodo (circa un anno) in cui in città non ci sono stati emendamenti confermati al regolamento dell'altezza degli edifici, gli accordi sui progetti sono andati avanti, secondo gli esperti, “in un ambito di vuoto legale”. E in quest'ambito è sorto un intero gregge di mostri di vetrocemento.

Il miglior panorama di Pietroburgo, quello della Strelka dell'Isola Vasil'evskij dalla Borsa di Thomas de Thomon [17] e dalla Colonna Rostrata [18] è stato insozzato dalla Borsa delle Merci e del Petrolio, 63 metri e dal condominio “Finansist” [19], 68 metri, costruiti all'interno dell'Isola Vasil'evskij. Li ha eretti il tutt'altro che sconosciuto deputato-costruttore Vladimir Gol'man. Secondo certe voci, il presidente Dmitrij Medvedev [20], navigando sulla Neva non tanto tempo fa, restò terrorizzato e ordinò di abbatterli! Non li abbatterono.

Di fronte al Giardino d'Estate [21] ci sono due grattacieli mostruosi: il condominio “Avrora” [22], 73 metri, e il complesso condominiale “Monblan” [23], 76 metri (della corporazione Strojmontaž [24]). Entrambe distruggono la silhouette della riva destra della Neva. Accanto ad essa, dietro l'edificio della moschea di San Pietroburgo [25], i “Serebrjanye zerkala” [26] di 48 metri penetrano nel cuore di Pietroburgo – il panorama della fortezza dei santi Pietro e Paolo.

Il monastero Novodevičij [27] è stato sfigurato dal complesso condominiale “Imperial” (norma consentita – 35 metri, altezza di fatto – 73). La compagnia LÈK ha portato avanti tranquillamente i lavori senza il permesso per costruire. Quando è scoppiato lo scandalo, la costruzione è stata fermata “per avere un'analisi storico-culturale”. L'hanno avuta, si sono messi d'accordo ben in fretta con il servizio di ispezione – e hanno dato il permesso. Le cupole d'oro del monastero adesso si disegnano sullo sfondo di mostruose torri e questo ha del tutto sulla coscienza il vice governatore senza timor di Dio Aleksandr Vachmistrov.

Non si vede più da lontano la cattedrale Smol'nyj [28] – è coperta da tutti i lati da nuovi grattacieli. La cattedrale della Madre di Dio di Vladimir è schiacciata dalla grigia massa della commerciale “Regent Hall”. Il colonnato della Cattedrale di Kazan' [29] è “messo in ombra” da un edificio commerciale in vetro costruito da poco.

Allo Smol'nyj amano rimandare all'articolo 40 del codice urbanistico della Federazione Russa, che permette alle commissioni per l'utilizzo del territorio e le costruzioni di fare accordi per deroghe alle regole per edifici “particolari”. Particolari nella Piter [30] contemporanea si possono considerare praticamente tutti gli oggetti – tanto per dire, il discusso “Ochta-centr” [31]. Non a caso la principale preoccupazione della commissione dell'UNESCO è legata proprio alla “linea del cielo” di Pietroburgo (definizione di Dmitrij Sergeevič Lichačëv [32]).

La commissione PZZ, esaminando gli emendamenti, ha garantito tutte le aggressive altezze degli edifici in costruzione e progettati e adesso Pietroburgo dal cielo non sembrerà più un disegno ordinato, ma un caos con escrescenze maligne. Già oggi molte di esse perfino a livello ufficiale sono riconosciute come “errori urbanistici”. Essenzialmente queste sono crimini urbanistici.

Lo scavo sotto Montferrand [33]

…Immaginate: siete seduti a casa nella vostra vasca da bagno e all'improvviso un martello pneumatico rompe il muro con fracasso. Questo è successo alla nota attrice Larisa Malevannaja. La storia della lotta per la salvezza della propria casa, in cui si è messa Larisa Ivanovna, è rovinata in qualcosa di genere granguignolesco, ma gli abitanti hanno vinto.

A Pietroburgo la gente ha cominciato ad autoorganizzarsi per contrapporsi agli insaziabili istinti di rapacità edile. Non sempre la lotta finisce con la vittoria. Gli abitanti del condominio all'angolo tra la Prospettiva Nevskij e la via Malaja Morskaja [34], uno dei primi ad essere ricostruiti dopo l'assedio [35], sono stati cacciati con la forza. Hanno ripulito il posto per la stazione “Admiraltejskaja” [36].

Questa è la stazione del metrò che sarebbe stato meglio se non ci fosse stata. La cattedrale di Sant'Isacco è tenuta su da undicimila colonne, infisse da Montferrand nel cedevole suolo pietroburghese. Queste creano l'effetto di far volteggiare come fumo sulla piazza una cattedrale con la scritta sul frontone: “La mia casa sarà chiamata casa di preghiera” [37]. Supponete che il segreto di una costruzione senza precedenti abbia costretto i posteri a “non soffiare sul Vostro miracolo, Montferrand” [38]? Niente di tutto ciò.

Intorno alla piazza di Sant'Isacco ribollono e sono ribolliti i lavori: la ricostruzione del Senato e del Sinodo per la Temi [39] russa è andata avanti tra cedimenti del terreno, sotto piazza Truda [40] hanno scavato centri commerciali sotterranei, hanno fatto scavi per la stazione della metropolitana. Hanno violato l'idrogeologia del luogo e adesso le correnti che passano sotto terra nel canale dell'Ammiragliato passano sulle fondamenta della cattedrale. Sulle colonne e sugli archi due anni fa sono comparse crepe minacciose. Ma quando uno dei principali specialisti dei suoli di Piter – la professoressa dell'istituto per la Montagna Regina Daško ha alzato la voce contro la barbarica intrusione nel mondo degli elementi sotterranei, dietro le quinte degli avvenimenti è successo qualcosa che ha costretto la professoressa a rifiutarsi di fare qualsiasi commento in pubblico!

Come possa influire sulla cattedrale di Sant'Isacco la distruzione di una casa all'angolo tra la via Malaja Morskaja e la Prospettiva Nevskij (in essa, tra l'altro, aveva vissuto il regista Nikolaj Akimov) e la costruzione di un corridoio sotterraneo è terribile pensare.

Ha sofferto molto anche l'unico edificio civile di Monteferrand rimasto a Pietroburgo – la casa Lobanov-Rostovskij, monumento di valore federale, la lodata “Casa coi leoni”, cantata da Puškin nel “Cavaliere di bronzo”. Sono stati distrutti tutti i suoi interni storici, è stata abbattuta un'ala costruita all'interno del cortile, alla casa sono state appiccicate mostruose mansarde, è stato innalzato il tetto per le caldaie.

I suoli di Piter sono mutevoli e conflittuali. Un tempo i costruttori lo sapevano bene. Ma adesso solo lo scavo delle fondamenta del secondo palcoscenico della Mariinka [41] ha inghiottito quantità di denaro impensabili. Il Palazzo della Cultura del Primo piano quinquennale e un frammento dell'edificio del Mercato Lituano [42] opera di Quarenghi [43] sono stati distrutti senza studi geodesici preventivi: il terreno dello scavo sprofonda ogni anno; il suolo paludoso di Piter respinge le ambizioni di Gergiev [44].

I soggetti distrutti sono infiniti. E' caduta la famosa Casa delle Arti (Casa Čičerin [45]) – un edificio molto antico, ricordato da Achmatova, Blok, Gor'kij; qui Grin [46] scrisse “Vele scarlatte”, qui fu arrestato Gumilëv [47]. “La nave dei folli” descritta da Ol'ga Forš [48] non c'è più.

Gli eredi dei funzionari plebei sovietici, che hanno demolito chiese e antichi edifici, i nuovi “costruttori” vogliono piuttosto smembrare il corpo di Pietroburgo, demoliscono – e questo è un vero dramma – le costruzioni sullo sfondo, ciò che rende Pietroburgo quasi l'unica città rimasta integra in Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale, strappano e fanno a pezzi il tessuto della città, che finora ha mantenuto un'integrità. Spezzano le pietre – e con esse la memoria della cultura.

Erostato [49] Slavina

Solo a marzo sono stati finalmente approvati i confini della zona protetta, ribaditi già nel 2005 dal piano regolatore. Nonostante l'attiva resistenza della lobby edile i difensori della città hanno ottenuto la cosa più importante: nessun edificio costruito prima del 1917 sarà d'ora in poi sottoposto a demolizione. Unico motivo per la demolizione – uno stato di degrado, da cui non sia possibile trarre l'edificio.

Un errore verbale pericoloso. Le analisi su ordinazione sono una disgrazia comune. La pratica del pagamento delle conclusioni degli esperti da parte degli investitori quasi non conosce eccezioni. Ciò è possibile solo in assenza di una vera analisi obbiettiva – e cioè dell'interesse per essa da parte delle autorità.

Si sa: lo studio architettonico di Tat'jana Slavina ha approvato un'enorme lista di oggetti in stato catastrofico, emettendo ogni volta condanne a morte per monumenti architettonici, permettendo di irrompere in zone protette. A questo studio la città deve la conclusione positiva degli esperti sui progetti della Borsa e di “Finansist”. Nella lista del disonore di Slavina c'è il permesso di costruire nei Giardini di Tauride [50], sulla Prospettiva Litejnaja, sulla Fontanka [51], nel porto Galernaja [52], sulla via Sadovaja [53], sull'Isola Vasil'evskij. La sua reputazione è così scandalosamente nota, che è il momento di porre alla Rosochrankul'tura [54] la questione della privazione della licenza. Slavina e il direttore dello studio Vjačeslav Poletajkin entrano nella storia contemporanea come killer, Erostati dell'architettura, le cui analisi hanno aiutato e aiutano a distruggere Pietroburgo come città e come mito.

Un esempio fresco: la costruzione dello stesso complesso condominiale “Imperial” presso il monastero Novodevičij, secondo le valutazioni degli esperti dello studio di Slavina, “non ha un'influenza essenzialmente negativa sulle condizioni di percezione visiva degli oggetti del patrimonio culturale”.

Città viva

“Esci in strada – riprenditi la città!” non è uno slogan, ma un minimo civile.

“Città viva” è un “movimento sociale indipendente per la conservazione del patrimonio culturale”, a poco a poco cambia Pietroburgo e i pietroburghesi, aiuta gli abitanti della città a diventare cittadini. Da non molto tempo sui mezzi di trasporto pietroburghesi si possono sentire le parole “piano regolatore” e “regolamento dell'altezza degli edifici”.

“Città viva” è erede del leggendario gruppo leningradese “Salvezza”, che 20 anni fa abbatté le transenne nella piazza di Sant'Isacco per accerchiare l'albergo “Angleterre” destinato alla demolizione. Esso è stato creato per iniziativa di tre donne di età dai 23 ai 26 anni – Elizaveta Nikonova, architetto, Elena Minčënok, traduttrice e Julija Minutina, insegnante di letteratura. Queste hanno cominciato rivolgendosi alla Rete.

– In un qualche momento è diventato chiaro: sta succedendo qualcosa di mostruoso e bisogna fare qualcosa. Se taceremo, distruggeranno la nostra città, – mi ha detto Julija Minutina.

“Città viva” basa la propria attività sull'interpretazione letterale dell'articolo 44, punto 3 della Costituzione della Federazione Russa, che recita: “Ciascuno è obbigato a preoccuparsi della conservazione del patrimonio storico e culturale, a prendersi cura dei monumenti della storia e della cultura”. La lista degli edifici storici distrutti in città negli ultimi 5 anni riporta 126 nomi. Non è stata composta da funzionari, ma dagli attivisti di “Città viva”.

Quando hanno demolito lo stabile all'angolo tra la Prospettiva Nevskij e la Piazza Vosstanija [55], “Città viva” ha organizzato un lancio di fiori sul cumulo di mattoni rotti. Quando hanno presentato il progetto della torre della Gazprom, nella cattedrale Smol'nyj sono giunti “l'imperatrice Caterina e Potëmkin [56] con le maschere antigas. Quando hanno spazzato via la “Casa coi leoni” sulla piazzetta antistante è comparso l'“Imperatore” con l'editto “Esiliare a Irkutsk [57] per sempre!” e la lista dei nomi dei nuovi padroni. Hanno condotto marce per la conservazione di Pietroburgo, a loro si sono uniti Aleksandr Sokurov [58] e Jurij Ševčuk [59]. Si fanno picchetti e raccolte di firme, si scrivono lettere alle istanze ufficiali, si ottengono informazioni da insider su minacce potenziali, viene fatto un sito, in cui, in particolare, si tiene la votazione pubblica per il titolo di “cittadino disonorevole di Pietroburgo”. Tra i leader – Vera Dement'eva, capo del KGIOP.

In “Città viva” ritengono che il potere abbia il coraggio di chiamare bianco ciò che è nero. Qui ci si basa sull'opinione degli abitanti della città, che sono convinti: per chi viene da fuori Pietroburgo è un progetto di investimento che conviene. Allo Smol'nyj quelli di “Città viva” sono stati definiti rivoltosi e urlatori, hanno fatto tutto il possibile per non farli incontrare con i rappresentanti dell'UNESCO.

“Citta viva” è un'esperienza della nuova società civile. Uno dei suoi principali strumenti è lo scandalo mediatico. Il tema della conservazione del patrimonio storico negli ultimi mesi è al top. A Pietroburgo ci sono giornalisti che hanno fatto della lotta per la città il senso della loro vita professionale. Uno di essi è l'osservatrice della “Novaja gazeta” di Piter Tat'jana Lichanova.

Sta di guardia Valentina”

…Criticare è facile – vai,
Scendi in trincea, sali sulla torre,
Trova ancora investitori,
Costruisci agli scrittori una casetta,
E al mattino, alzata alle ore otto,
Bella e giovane,
Asciugatasi le lacrime come una donna,
Sta di guardia Valentina
[60].

I versi dell'ode al governatore, letti pubblicamente da Aleksandr Kušner [61], hanno avuto un'eco negativa nell'ambito degli intellettuali schierati di Piter. Sottolineo: schierati. I VIP della cultura pietroburghese sono fin troppo consapevoli del loro grado di dipendenza dallo Smol'nyj e hanno già familiarità con l'umore irritabile della “padrona”. E comunque l'ironico entusiasmo del poeta non è stato condiviso da alcuno, tanto meno dagli scrittori, che al posto della casa signorile andata a fuoco (e ricostruita) sul lungofiume Kutuzov hanno davvero ricevuto una “casetta” in via Zvenigorodskaja [62].

E il patriarca della letteratura russa Daniil Granin, mentre sopportava gli onori per i suoi 90 anni, non si è stancato di ripetere: “Voglio che vi angosciate! Pietroburgo ha bisogno di essere difesa!”

Due personaggi significativi della cultura pietroburghese, Boris Èjfman [63] e Lev Dodin [64], che da moltissimo tempo hanno meritato dalla città e dal paese dei teatri propri, adesso, pare, alla fine li otterranno. Ma anche qui non senza dialettica.

Il Palazzo della Danza di quaranta metri nel complesso del Lungofiume Evropy [65] copre completamente (per fare questo hanno “piegato” la legge) la cattedrale di San Vladimiro. Boris Èjfman è colui che traina questo progetto, il suo nome è ampiamente utilizzato per conquistare il lussuoso boccone di lungofiume tra il ponte Tučkov e quello della Borsa, dove sarà eretta un'intera mini-città. Per il Piccolo Teatro Drammatico è stato scelto un giardino-piazzetta dietro il TJUZ [66], un ottimo terreno, ma chiuso alle costruzioni. Sono convinta: le persone che hanno dato il tono morale all'arte, lo porteranno anche sul suolo pietroburghese, non permetteranno che si usino i loro grandi nomi contro gli interessi della città.

Grazie alla crisi Šalva Čigirinskij [67] e i suoi partner forse non saranno in grado di danneggiare la Nuova Olanda [68] con uno dei più begli archi del mondo, opera di Vallin de la Mothe [69]. E di trasformare la magica isola al centro di Pietroburgo in un complesso di alberghi, negozi, ristoranti con un insensatamente enorme Palazzo dei Festival.

L'oscuro incubo delle notti bianche è diventato la torre “Ochta-centr” lucidata dagli scandali, per la quale i giganti morali della Gazprom pretendevano un'altezza di 396 metri. Al cono di vetro, subito ribattezzato “pannocchia di granturco”, ne hanno dati “in tutto” 100. Ma sono più che sufficienti per danneggiare radicalmente il panorama della città. Gli autori inglesi del progetto – l'ufficio RMJM – non molto tempo fa si sono rifatti vivi.

Davanti a noi c'è un cumulo incalcolabile di piani, che hanno fatto nascere nei cuori dei collaboratori del VOOPIK [70], dove lavorano molti attivisti per la difesa della città, una lecita angoscia. A capo di una serie di tali progetti c'è il simbolo del nepotismo trionfante Sergej Matvienko.

In quale paese civile il figlio del capo della città potrebbe occuparsi del business edile nel territorio affidato a un suo genitore [71]? Il prezzo di tale attività sono le dimissioni. Ma la forza dell'amor filiale spazza via le considerazioni politiche. Al figlio di Valentina Ivanovna sono stati dati i bocconi più succulenti tra i progetti edili. Tra questi la costruzione “d'oro” del lungofiume Evropy, davanti alla Casa di Puškin, la “Nevskaja Ratuša[72], un edificio statale vicino alla Prospettiva Suvorov (dell'altezza, fra l'altro, di 56 metri) e, come dicono le voci, di un numero incalcolabile di altri “piccoli” edifici.

In luogo di P.S.

Sorge un dubbio terribile: forse la zarina Avdot'ja [73], pronunciando la famosa maledizione “Pietroburgo sarà deserta!”, auspicava la venuta sulle rive della Neva della squadra creativa del governatore Valentina Matvienko? Perfino l'orecchio assordato dal rombo delle costruzioni dell'uomo contemporaneo distingue facilmente nella sua minaccia la fatale efficacia dell'attuale ripulitura.

Ma vogliamo sperare che la città abbia anche dei protettori. Non si tratta del genius loci, che come un tempo si muove sotto le acque grige della Neva. Si tratta dei fuoriusciti dalla seconda capitale[74] nella prima, della cui volontà politica ora come mai ha bisogno la loro città nativa.

Pietroburgo è stata dichiarata patrimonio mondiale, ma non è patrimonio della nazione. Al mondo, ne consegue, è necessaria – ma al paese? La nostra legislazione non coincide con le convenzioni internazionali, i complessi status per la tutela dei monumenti sembrano rompicapi. Ancora sette-dieci anni di tale mancanza di trasparenza e tutta la città sarà riempita di centri per gli affari e di condomini d'elite, perderà la sua unicità, il suo charme e la gloria mondiale.

E' tempo di difendere Pietroburgo, facendola oggetto del patrimonio culturale nazionale, oggetto di tutela federale. Questo non sarà semplicemente un atto di salvezza, ma un preciso passo strategico, un documento per la difesa del futuro.

P.P.S. La “Novaja gazeta” ha chiesto a Valentina Ivanovna Matvienko di rispondere alle questioni toccate nell'articolo della nostra osservatrice: se possa cambiare lo status di Pietroburgo nella lista dei luoghi da proteggere dell'UNESCO a causa delle nuove costruzioni; perché è stata divorata la zona protetta; come abbiano potuto sorgere gli edifici “Finansist”, “Monblan” e altri, che hanno reso Pietroburgo mostruosa. Mentre il numero andava in macchina, abbiamo ricevuto le dettagliate risposte del governatore di Pietroburgo.

Marina Tokareva
osservatrice della “Novaja gazeta”


27.05.2009, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2009/055/01.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni


[1] E' il presidente. La cosiddetta “verticale del potere” creata da Putin prevede che tutte le cariche esecutive, tranne il presidente della Federazione Russa, vengano nominate “dall'alto”.

[2] Allusione al romanzo “Cime abissali” di Aleksandr Aleksandrovič Zinov'ev (satira dell'URSS fin dal titolo – le “splendenti” (sijajuščie) vette della retorica sovietica diventavano zijajuščie, “abissali”.

[3] La guerra dell'URSS contro gli invasori nazifascisti.

[4] E' difficile rendere il gioco di parole tra cennost', “valore” e cena, “prezzo”.

[5] Anatolij Aleksandrovič Sobčak, sindaco di San Pietroburgo negli anni '90, una delle figure più significative della perestrojka.

[6] Vladimir Anatol'evič Jakovlev, primo capo della città di San Pietroburgo ad avere il titolo di governatore (San Pietroburgo ha una sorta di statuto speciale).

[7] L'istituto Smol'nyj, che serviva all'istruzione delle giovani nobili, fu sede dei bolscevichi prima dell'Ottobre, per diventare infine sede del governo di San Pietroburgo.

[8] “Parte di Pietrogrado”, zona storica di San Pietroburgo, situata su alcune isole della Neva.

[9] La fortezza dei santi Pietro e Paolo si trova su una delle isole della Petrogradskaja Storona.

[10] Una delle principali isole di San Pietroburgo, dove si trova fra l'altro l'Università.

[11] “Freccia”, la punta orientale dell'Isola Vasil'evskij, dove si trova lo storico edificio della Borsa.

[12] Partendo dalla piazza Vosstanija (piazza dell'Insurrezione), la Prospettiva Nevskij cantata anche da Battiato incrocia la Prospettiva Litejnyj (della Fusione) a meno di un quarto della sua lunghezza...

[13] Il Palazzo è nientemeno che l'Ermitage...

[14] Comitato Statale di Ispezione per la tutela dei Monumenti (il corsivo è mio).

[15] Comitato per l'Architettura Cittadina (il corsivo è mio).

[16] Regole per l'Utilizzo dei Terreni e le Costruzioni (il corsivo è mio).

[17] Jean-François Thomas de Thomon, architetto francese.

[18] Uno dei simboli di San Pietroburgo, posta davanti alla Borsa.

[19] “Finanziere”.

[20] Pietroburghese come Putin.

[21] Parco storico di San Pietroburgo.

[22] “Aurora” (la scelta del nome dell'incrociatore da cui partirono le cannonate che dettero il via all'assalto al Palazzo d'Inverno è l'ennesimo esempio di una Russia in cui il capitalismo sfrenato va di pari passo con il recupero nostalgico dell'URSS).

[23] Cioè Mont Blanc, Monte Bianco.

[24] “Costruzione-Montaggio”.

[25] La moschea di San Pietroburgo è un edificio notevole, a buon titolo iscritto tra i monumenti cittadini.

[26] “Specchi d'argento”.

[27] “Monastero delle Nuove Vergini”, bellissimo complesso architettonico.

[28] Più propriamente Cattedrale della Resurrezione, chiesa barocca progettata dall'italiano Bartolomeo Rastrelli.

[29] Più propriamente della Madre di Dio di Kazan'. Il colonnato della cattedrale è costruito a immagine di quello di San Pietro a Roma.

[30] Nome colloquiale di San Pietroburgo.

[31] L'Ochta è un piccolo corso d'acqua di Pietroburgo. Sull'“Ochta-centr” vedi in seguito.

[32] Grande studioso della letteratura russa, passato anche per l'arcipelago GULag.

[33] Henri Louis Auguste Ricard de Montferrand, architetto francese.

[34] “Piccola del Mare”.

[35] L'assedio dei nazifascisti durante la II guerra mondiale.

[36] “Dell'Ammiragliato”. L'Ammiragliato è uno dei luoghi simbolo di San Pietroburgo.

[37] Frase tratta da Isaia, pronunciata da Gesù al momento di scacciare i mercanti dal Tempio.

[38] Verso della canzone Naletela grust' (E' giunta in volo la tristezza) del famoso cantautore Aleksandr Jakovlevič Rozenbaum.

[39] La Giustizia.

[40] Piazza del Lavoro.

[41] Nome colloquiale del famoso teatro Mariinskij.

[42] Così chiamato perché sorgeva vicino al Castello Lituano, che ospitava il reggimento Lituano dei moschettieri.

[43] Giacomo Quarenghi, architetto italiano.

[44] Valerij Abisalovič Gergiev, direttore del teatro Mariinskij.

[45] Dal nome del generale Nikolaj Ivanovič Čičerin, a cui appartenne.

[46] Aleksandr Grin (pseudonimo di Aleksandr Stepanovič Grinevskij), scrittore simbolista.

[47] Nikolaj Stepanovič Gumilëv, poeta, che sposò la poetessa Achmatova e fu arrestato e ucciso nel 1921 per aver preso parte a un “complotto monarchico”.

[48] Ol'ga Dmitrievna Forš, scrittrice sovietica, nel romanzo “La nave dei folli” descrisse in forma trasfigurata la comunità degli scrittori della Casa delle Arti.

[49] Folle dell'antichità che bruciò il tempio di Artemide per rendere eterno il proprio nome.

[50] Parco monumentale di San Pietroburgo.

[51] Piccolo corso d'acqua di San Pietroburgo.

[52] Porto storico di San Pietroburgo, sede dello Yacht Club.

[53] “Via dei Giardini”, storica via pietroburghese su cui si affacciano la Biblioteca Nazionale e l'antico mercato Gostinyj Dvor.

[54] Nome non ufficiale di Federal'naja Služba po nadzoru za sobljudeniem zakonodatel'stva v oblasti ochrany kul'turnogo nasledija (Servizio Federale di ispezione sull'osservanza della legislazione nell'ambito della tutela del patrimonio culturale).

[55] Vedi nota 12.

[56] Grigorij Aleksandrovič Potëmkin, militare e favorito di Caterina II, famoso anche per aver creato villaggi modello nella campagna russa che in realtà erano di cartapesta...

[57] Città della Siberia meridionale.

[58] Aleksandr Nikolaevič Sokurov, noto regista.

[59] Jurij Julianovič Ševčuk, cantante del gruppo rock DDT.

[60] La mia traduzione è interlineare, l'originale in tetrametri giambici con rime in schema ABABCDCD è perfetto anche formalmente.

[61] Aleksandr Semënovič Kušner, poeta russo.

[62] Strada piuttosto secondaria.

[63] Boris Jakovlevič Èjfman, famoso coreografo.

[64] Lev Abramovič Dodin, regista teatrale.

[65] Dell'Europa.

[66] Teatr JUnych Zritelej (Teatro dei Giovani Spettatori), noto teatro per bambini.

[67] Šalva Pavlovič Čigirinskij, direttore del colosso energetico Sibir Energy.

[68] Isola che Pietro il Grande fece edificare sul modello di Amsterdam.

[69] Jean-Baptiste Vallin de la Mothe, architetto francese.

[70] Vserossijskoe Obščestvo Ochrany Pamjatnikov Istorii i Kul'tury (Società Panrussa per la Difesa dei Monumenti Storici e Culturali).

[71] Me ne viene in mente uno, ma non lo dico...

[72] “Municipio della Neva”.

[73] Evdokija Fëdorovna Lopuchina, prima moglie di Pietro il Grande, fu fatta rinchiudere dal marito in un monastero e maledisse la “creazione” di questi.

[74] San Pietroburgo.

[75] Mosca. Ad essere pignoli la prima capitale del regno (anzi “grande principato”) russo fu Kiev e la seconda fu Vladimir, ma è evidente che qui si prende le mosse dalla nascita dello stato russo nel senso attuale, sotto l'egida di Mosca. Le persone di cui si parla sono principalmente i pietroburghesi Putin e Medvedev.


http://matteobloggato.blogspot.com/2009/06/anche-san-pietroburgo-cio-che-non.html