27 aprile 2009

A proposito del modo di far politica in Russia (VII)

La democrazia e noi


La democrazia si sviluppa solo dove la popolazione è incline a lavorare di più e a frodare di meno. Cioè, da noi non si svilupperà, probabilmente...

Noi siamo cupi. Non è un segno etnico, ma di appartenenza nazionale e di comunità storica. I nostri volti sono così espressivi che capita che gli stranieri ci chiedano: “Che fate, vi insultate?” “No, o – rispondiamo, – conversiamo con gli amici”.
Un polacco in qualche modo mi chiese: “Perché hai gli occhi così tristi? Non sei ebreo?”.
Quando uno dei nostri vede davanti a se un microfono e una telecamera parla precisamente come Puškov [1] in televisione: del presidente, che…; delle ginocchia [2], da cui… ; sulla Georgia e l'Ucraina, che… E pure dell'America, che è un gendarme e un incendiario, parla non peggio di Leont'ev [3] e Prochanov [4].
Basta spegnere l'apparecchiatura e il discorso cambia. Le stesse identiche persone cominciano a parlare del paese come di un parente spensierato e bevitore, dalla psiche instabile, di orientamento incomprensibile e con tendenze aggressive.
A noi in Russia pare che qualcuno ci inganni sempre. In effetti è così. Le azioni dei raider, gli investitori in campo immobiliari [5], le elezioni, le “piramidi” [6]… Nei negozi frodano sul peso, in farmacia danno farmaci falsi, le assicurazioni non pagano, i bambini vengono rapiti e portati nei “punti caldi” [7]… Il lavoratore froda il datore di lavoro, il datore di lavoro froda il lavoratore. Lo Stato, a sua volta, froda tutti. Promette appartamenti, riforme, sradicamento della corruzione, imbrigliamento dell'inflazione, modernizzazione, nanotecnologie…
Nei paesi che non somigliano a noi e che proprio per questo consideriamo civili i rapporti tra le persone sono diversi. Là il venditore e il compratore si sforzano di piacersi a vicenda. Il venditore vuole che una persona venga di nuovo e questa che la servano con attenzione e che a lui, cliente fisso, facciano uno sconto. Il datore di lavoro e il lavoratore, per quanto possibile, si vengono incontro. Dove i legami economici si sviluppano naturalmente, mirano all'ottimizzazione. Le persone sorridono e in questo modo mostrano mutua concordia e fiducia. Questo va da se, in tutta sincerità ed è diventato da tempo una norma che non richiede sforzi speciali.
Da noi nell'economia e nei rapporti di produzione c'è poco di naturale, è un vero e proprio bonsai o ikebana. Tagliano i rami sani, li torcono, ci appendono dei piccoli pesi, non nutrono il terreno a sufficienza o lo nutrono con qualcosa di dannoso. “Perché non crescano”, come si esprimono in alto.
Degli odiosi burocrati parliamo come se fossero scesi dalla luna. Ma non vengono dalla luna, vengono dal cuore del nostro lodato e stralodato popolo. I burocrati siamo noi e quelli tra noi che si sono infilati tra i dirigenti grandi e piccoli, a cui è toccato un pezzetto di potere. Colui, dal quale dipende qualcosa nella nostra vita, è un burocrate. Anche se di potere gliene è toccata la più piccola quantità, non è già più popolo, mira più in alto. Ha bustarelle, un'automobile straniera, un cottage. Ma quello che schiacciano, quello da cui dipende poco, quello è il popolo, che ha la borsa della spesa. Qui non c'è da sorridere!
Ci agitiamo per i deputati, ma se ci trovassimo al loro posto, ci comporteremmo proprio così. Anche se molti di noi sono convinti che si comporterebbero del tutto diversamente. Non lo faremmo. Perché non conosciamo altro modo di raggiungere il benessere. Trovandoci in compagnia di gente educata dal partito comunista, dall'FSB [8] e dallo LDPR [9], ci trasformeremmo nei deputati dell'attuale Duma. Altrimenti ci caccerebbero via. O ci metterebbero in prigione. O ci avvelenerebbero. O ci ucciderebbero a colpi d'arma da fuoco.
Se l'onorabilità non è onorata, per la democrazia nel paese non c'è posto e non ci sarà. Dimenticatevene! Per società democratica si intende una società in cui la maggior parte dei cittadini tiene in onore l'onorabilità e l'onestà come condizioni fondamentali della vita dell'uomo tra le persone. La democrazia si sviluppa solo dove per la maggioranza è essenziale un consapevole rispetto per ogni persona, se non ha causato danni ad alcuno, dove la popolazione è incline a lavorare di più e a frodare di meno. Dove regna la falsità diffusa e l'inganno reciproco, la democrazia non si svilupperà, comunque si ha un juche [10] sovrano.
Chi chiama il popolo russo servo ha ragione nella stessa misura di chi dice: no, non è servo. Ce n'è di questi e di quelli. Ma nel paese si è stabilito un ordine in cui alle persone onorate e oneste non è agevole vivere. La maggior parte si è diretta dove è agevole. Le persone onorate su questo sfondo sembrano folli, anormali. Mentre i bugiardi professionisti hanno riconoscimenti e benessere.
Quando “costruivamo il comunismo”, la contrapposizione tra URSS e America era spiegabile. Oggi non siamo l'URSS, ma al contrario, costruiamo una società democratica. Le nostre amate guide hanno annunciato di avere alla base delle proprie dichiarazioni politiche proprio i valori occidentali. Non di meno guidano il paese come sotto il comunismo non finito di costruire. In altro modo non possono, non gli riesce.
Da noi i valori occidentali sono in voga solo in cose come Internet, computer, automobili, telefoni cellulari, macchine fotografiche, teiere elettriche, lavatrici, evroremont, evroparket, evrootdych [11]. Ma per quanto riguarda il parlamento, le elezioni, la stampa, la giustizia, preferiamo valori turkmeni o azeri [12]. Eleggiamo il presidente di un'unione di artisti come il sindaco della città di Soči, tanto rumore e tanti torbidi, ma il risultato è noto fin dall'inizio. Trionfalmente, sempre e ovunque vince il campione di tutte le specialità, l'invincibile risorsa amministrativa.
...E comunque sarà possibile in un futuro visibile stabilire in Russia rapporti normali e sani nell'economia, nella cultura, nella scienza? Penso che sia possibile! Andate ai magazzini “Ikea” o “Ašan” [13]. I nostri là non si comportano peggio dei parigini o dei berlinesi, ma con gentilezza, con disponibilità. Nessun miracolo, semplicemente là c'è un'atmosfera di un qualche ordine, ragionevolezza e controllo, quello che manca lì intorno. La maggioranza delle persone si sottomette volentieri a un ordine ragionevole e a un controllo onesto, quando non è un'imitazione, ma è vero. Allora non c'è necessità di mentire, rubare e farsi largo. Così è più facile vivere.
Quando nel nostro paese ci sarà una stampa libera, il diritto di scelta e una magistratura indipendente, solo allora potremo sentirci liberi, responsabili e coscienziosi cittadini. Per questo non c'è bisogno di molto. E' sufficiente che dieci onesti e competenti governanti vadano a capo del paese. Per cominciare anche solo uno!
Ma ecco il guaio! Chi li porterà là?


Tofik Šachverdiev [14]


17.04.2009, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2009/040/12.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)


[1] Aleksej Konstantinovič Puškov, noto politologo televisivo russo.
[2] Allusione ai proclami putiniani sulla Russia che “si è rialzata dalle ginocchia”.
[3] Michail Vladimirovič Leont'ev, giornalista di tendenza nazionalista.
[4] Aleksandr Andreevič Prochanov, giornalista, scrittore e attivista politico di estrema destra.
[5] Si tratta di non pochi russi la cui partecipazione a imprese edili si è rivelato vantaggiosa quanto l'acquisto di bond argentini...
[6] Le imprese che funzionano secondo il truffaldino schema piramidale, basato sul reclutamento continuo di nuovi soci. In Russia ci sono state truffe del genere clamorose.
[7] Le zone dell'ex URSS in stato di guerra o di agitazione (Cecenia, Inguscezia, Georgia...).
[8] Federal'naja Služba Bezopasnosti (Servizio Federale di Sicurezza), l'erede del KGB.
[9] Liberal'no-Demokratičeskaja Partija Rossii (Partito Liberal-Democratico di Russia), il partito nazionalista di Žirinovskij.
[10] L'ideologia ufficiale della Corea del Nord, una fusione di stalinismo e confucianesimo.
[11] Evroremont sta per “euro-ristrutturazione”, cioè la ristrutturazione dei brutti appartamenti sovietici secondo un criterio “europeo”, cioè occidentale, in voga in Russia negli anni '90. L'occidentalizzazione dell'epoca ha portato alla nascita dell'Evroparket (“euro-parquet”, essenziale per l'euro-ristrutturazione), ma anche dell'Evrootdych, le “euro-vacanze”.
[12] L'autore dell'articolo è nato a Bakù, capitale dell'Azerbaijan. Non credo che ritenga turkmeni e azeri popoli inferiori, ma alluda soprattutto ai regimi autoritari del Turkmenistan, per anni in mano a un satrapo megalomane come Nijazov, e dell'Azerbaijan, dominato dalla “dinastia presidenziale” degli Aliev.
[13] Marchio russo della Auchan.
[14] Regista e sceneggiatore.


http://matteobloggato.blogspot.com/2009/04/della-russia-e-della-democrazia.html

20 aprile 2009

A proposito di Medvedev (VI)

La dichiarazione di Medvedev. Anno 2009

Nell'intervista alla “Novaja gazeta” il presidente russo ha parlato di sazietà e di libertà, delle elezioni a Soči, del “caso JUKOS”, della propria non appartenenza a un partito, di censura a Internet e di “riabilitazione della democrazia”



Il presidente russo Dmitrij Medvedev ha risposto alle domande della “Novaja gazeta” il 13 aprile nella residenza di Gorki [1]. Questi ha fatto notare che “questa è la sua prima intervista ad un organo di stampa russo, ma la pratica proseguirà anche con altri giornali”.

Su Soči

“Novaja gazeta” (Muratov [2]): Vorrei cominciare con domande più generali, ma ce ne sono di urgenti. Forse sarebbe meglio cancellare le elezioni a Soči che farne un'imitazione? Un'imitazione è più cinica di una cancellazione. Il candidato Lebedev è stato di nuovo tolto di mezzo dal tribunale, al candidato Nemcov non permettono di portare avanti la campagna elettorale.

D. Medvedev: Finora non so chi e come sia stato tolto di mezzo, ma in ogni caso a Soči va avanti una valida battaglia politica. Ed è bene che ad essa partecipino diverse forze politiche. A mio modo di vedere, molte elezioni municipali peccano di uniformità, la gente non ha chi scegliere, non le interessa.

E' vero che i cittadini quasi sempre scelgono i politici che capiscono e non le famose star, ma più fatti netti del genere ci sono, tanto meglio per il sistema elettorale, per la democrazia nel paese.

Ma per quanto riguarda le circostanze concrete, alle elezioni ci saranno sempre candidati che perdono, candidati che vengono tolti di mezzo, è così in tutto il mondo.

Ma in generale penso: per la democrazia campagne così nette sono un bene.

Il patto sociale. Di nuovo a proposito di salame e di libertà

“Novaja gazeta”: Il 15 aprile lei terrà il Consiglio presidenziale per la società civile e i diritti umani. Sono stato contento quando ho visto nella lista di questo consiglio persone intelligenti e a modo. Auzan [3], Simonov [4], Svetlana Sorokina [5], Panfilova Elena [6], Jurgens [7], Irina Jasina [8] e non li ho detti ancora tutti. Ho capito bene che la società civile oggi è per Lei più importante della società della “gente in borghese”?

D. Medvedev: Sa, la società civile è per la Russia una categoria che non abbiamo ancora imparato fino in fondo a recepire correttamente. La società civile in tutto il mondo è l'altra faccia dello stato. Lo stato non è solo una macchina politica, è quella forma di organizzazione della vita che è fondata sul potere statale e basata sulla legge. Ma la società civile è la misura umana di qualsiasi stato. Essa opera sì in ambito legale, ma secondo leggi proprie, umane, che non sempre, fra l'altro, hanno forma giuridica. Ancora non molto tempo fa molti non capivano affatto, quando gli si diceva “società civile”. “Stato” è più o meno comprensibile. Ma cos'è la società civile? La società dei cittadini? Ma noi siamo comunque in qualche modo cittadini del nostro paese. Ma ora c'è già il concetto che la società civile è l'istituto sociale inalienabile di qualsiasi stato. L'istituto dell'altra faccia. Le organizzazioni di persone che si trovano fuori dai posti di comando, ma partecipano attivamente alla vita del paese. E gli incontri, il contatto tra il presidente di un paese e i rappresentanti della società civile sono assolutamente necessari. Faccio notare: questi contatti non sono mai facili per alcun potere. Perché la società civile, i rappresentanti delle organizzazioni per la difesa dei diritti umani hanno sempre un enorme quantità di rimostranze da fare allo stato e alla leadership. Hanno moltissime domande da fare. Ma alle domande non sempre si ha voglia di rispondere. Ma proprio per questo tali contatti devono avere un carattere sistematico. Fra l'altro anche nell'ambito del Consiglio da Lei ricordato. Io conto sul fatto che sarà una conversazione interessante. Dura, evidentemente. Ma proprio in questo sta il suo valore.

“Novaja gazeta”: Tra stato e società (più precisamente, la maggior parte di essa) per alcuni anni c'è stato un tacito accordo: lo stato garantisce un certo livello di sazietà e di comfort e la società in cambio della sazietà garantisce lealtà allo stato.

D. Medvedev: Lei intende lo schema “democrazia in cambio di sussistenza” o, diciamo, “salame in cambio di libertà”?

“Novaja gazeta”: Sì. Ma ora, in mancanza della sussistenza di un tempo, quale può essere il patto secondo Lei? La parola “disgelo” non la pronuncio neanche, ma uno “scongelamento”1 della società – sia pure. Con la crisi né la società, né lo stato possono farcela da soli, bisogna parlare in qualche modo.

D. Medvedev: Il contratto sociale, certamente, è una delle più luminose idee umane, che, senza dubbio, ha giocato un ruolo significativo nello stabilimento degli istituti democratici nel mondo. Le fonti dell'idea di Rousseau sono note, ma se si parla della lettura moderna del contratto sociale, allora direi che questa costruzione è alla base della nostra Costituzione. Anche la Costituzione è un accordo speciale tra lo stato da una parte e i cittadini di questo stato dall'altra.

“Novaja gazeta”: Un accordo su cosa?

D. Medvedev: Sul modo di esercitare il potere sul territorio del nostro stato, del nostro paese. In questo contesto il contratto sociale significa la trasmissione allo stato di una parte dei poteri che in forza del diritto naturale appartengono alla persona. Perché questo le garantisca sussistenza, vita e libertà. Ma mi pare che in nessun caso si possa contrapporre una vita stabile e buona all'insieme dei diritti e delle libertà politiche. Non si può contrapporre la democrazia alla sazietà. D'altra parte è certo chiaro che i diritti e le libertà inalienabili dell'uomo e del cittadino possono essere minacciati, se la società non è stabile. Se in essa non viene garantita la sussistenza elementare. Se le persone non si sentono difese, se non ricevono gli stipendi, se non possono comprare le provviste fondamentali, se la loro vita è minacciata.

Perciò nella Sua domanda per me non c'è contraddizione. Per me è evidente che le radici del contratto sociale non sono solo nelle note teorie del XVII-XVIII secolo, ma anche nella nostra Costituzione.

“Novaja gazeta”: Sostiene la coesistenza in Russia di libertà e sussistenza?

D. Medvedev: Sì.

Il funzionario. I suoi redditi, i suoi compiti, sua moglie, i suoi diritti

“Novaja gazeta”: La principale funzione della società al giorno d'oggi è certamente il controllo sulla burocrazia. Su quei compiti, quei servizi, che la burocrazia fornisce a questa società. Come si può, secondo Lei, esercitare questo controllo? Tutto il paese ha letto le dichiarazioni dei redditi e delle proprietà dei Suoi sottoposti e di quelli del primo ministro.

D. Medvedev: A tutti, probabilmente, è piaciuto leggere questo?

“Novaja gazeta”: Sì, è piaciuto. A dire il vero, non si capisce chi controllerà l'autenticità delle dichiarazioni. Nel nostro paese da qualche giorno è sorta una potente comunità di “miseri” mariti di mogli facoltose…

D. Medvedev: Sa, il compito di controllare la burocrazia, i funzionari è uno dei compiti fondamentali di qualsiasi stato. Lo stato deve controllare la classe dei propri funzionari, che, propriamente, serve questo stato. E certamente si tratta delle più diverse procedure di controllo.

Di questo abbiamo cominciato ad occuparci già abbastanza presto e non posso dire che abbiamo ottenuto grandi successi. Ma se si parla, diciamo, della situazione degli anni '90 e della situazione attuale, io ritengo comunque che questa sia migliore. Gli schemi di controllo come minimo hanno già le loro procedure giuridiche e come uomo con un pensiero giuridico posso dire che le procedure hanno un significato molto importante. E da quanto si applicano dipende l'ordine legale nella società nel suo complesso, dipende la conoscenza giuridica, dipende il livello dello stesso nichilismo giuridico di cui ho parlato più di una volta. Perciò ora da noi c'è una sufficiente quantità di procedure. Qualche tempo fa abbiamo cambiato la legislazione sul servizio statale. Io, fra l'altro, ho cominciato ad occuparmi di questo quando ancora lavoravo nell'amministrazione presidenziale. Abbiamo approvato una legge moderna assolutamente eccellente sui fondamenti del servizio statale, abbiamo approvato leggi su diversi tipi di servizio statale e questo lavoro continua, là ci sono molte novità. Non molto tempo fa abbiamo approvato un intero pacchetto di leggi anticorruzione e di emendamenti alla legislazione sul servizio statale, tra cui quelli che presuppongono la dichiarazione dei redditi e una serie di altre cose serie e utili. A mio modo di vedere, il problema principale ora consiste non nell'assenza di atti normativi sul controllo, ma nella loro inderogabile applicazione. Questo, certamente, è la cosa più difficile. Perché quando la burocrazia si propone di controllare se stessa, questo certamente non soddisfa, lo capisco. Ma bisogna fare in modo che queste procedure siano comunque osservate, anche se a nessuno piace controllare se stesso, a nessuno piace costringere se stesso entro margini ristretti. Ma una società civilizzata si distingue anche in questo da una poco civilizzata, per il fatto che comunque ha imparato a farlo. Per quel che riguarda le dichiarazioni, questo è solo uno degli istituti di controllo. E' importante, ma non è tutto, certamente. Non è affatto male, che per la prima volta in tutta la storia dello stato russo (questo non c'è mai stato – né sotto lo zar, né sotto il potere sovietico, né nella storia più recente) tutte le più alte cariche abbiano non semplicemente scritto per il fisco, per esempio – quali siano i loro redditi e quelli dei loro parenti più stretti, ma l'abbiano presentato al popolo.

Ecco un'abitudine che deve formarsi e che non deve dare allergia.

Certamente mi potrebbero chiedere: la pubblicazione delle dichiarazioni significa che abbiamo posto sotto controllo tutte le alte cariche e gli altri funzionari? Certamente no! Ma come minimo il primo passo nella direzione assolutamente giusta è stato fatto. E se una persona di anno in anno dichiara i redditi, e per le alte cariche questa non è semplicemente una dichiarazione, ma, ripeto, anche una pubblicazione di documenti – come minimo questa persona deve pensare qual è la natura della proprietà che acquisisce e con quali mezzi questo acquisto viene fatto. Fra l'altro noi, certamente, non dobbiamo permettere cose umilianti per la persona. Io ritengo che i nostri funzionari sono cittadini russi come tutti, che adempiono una missione molto utile.

“Novaja gazeta”: Cittadini russi come tutti?

D. Medvedev: Assolutamente come tutti gli altri.

“Novaja gazeta”: Solo che hanno le sirene.

D. Medvedev: Beh, non tutti davvero. Questa è comunque una certa, diffusa opinione erronea. Da noi ci sono milioni di persone che ricoprono cariche, di servitori dello stato, ma tra questi ha diritto a particolarità di spostamento di questo tipo solo un numero insignificante. Così sia la dichiarazione, sia altre forme di controllo creano una catena di avvenimenti, che alla fine deve formare la storia della persona.

“Novaja gazeta”: La storia creditizia del burocrate?

D. Medvedev: E perché no? E' assolutamente la stessa persona. Ecco, Lei ha parlato, per esempio, delle mogli. In primo luogo, ritengo che ogni persona possa determinare a modo proprio come organizzare la vita nella propria famiglia. E non c'è niente di particolare nel fatto che le mogli dei funzionari si occupino di affari, no. La questione è un'altra: quanto è trasparente questo? E certamente nel fatto se non ci sia qui un conflitto di interessi. Se, mettiamo, un'alta carica si occupa della regolamentazione dei processi di questo o quel settore e suo marito o sua moglie lavorano per una grande compagnia di quel settore, questo non è etico. Ma se si tratta di qualche altro business – non c'è niente di terribile. E' così in tutto il mondo. Non c'è alcun tabù sul fatto che i coniugi delle alte cariche si occupino di affari, non esiste. E' una questione di misura e di cultura interna. E le azioni per la pubblicazione delle dichiarazioni dei redditi delle principali alte cariche e dei loro parenti prossimi devono creare questa cultura.

Forse non di punto in bianco.

Ma ripeto ancora una volta, si crea già una certa storia. La storia della singola persona come leader e la storia della sua famiglia.

Questo, fra l'altro, potrebbe essere spiacevole, perché non sempre si vorrebbe, che qualcuno giudicasse i redditi di tuo marito o di tua moglie. Ma questo è parte dell'immagine pubblica del funzionario. Ma ogni persona ha una scelta! Si può restare nel mondo degli affari e in modo assolutamente legale, ma allo stesso tempo fare soldi alla chetichella senza pubblicare alcun resoconto. Il segreto bancario in Russia dev'essere garantito come in ogni altro paese.

Ma si può scegliere un altro percorso.

Si può entrare a far parte dei servitori dello stato, diventare funzionari, ma in questo caso una persona, che in particolare “pensa al futuro”, che struttura in modo corretto la propria carriera deve capire che in qualche momento tocca rivelare parte della propria vita privata. Questa è una scelta consapevole, ma chi la compie deve capire che è inevitabile. E questo può procurare fastidi alla sua famiglia.

“Novaja gazeta”: Ma Lei personalmente ha percepito una reazione negativa dei funzionari? O nei confronti della Sua decisione – pubblicare le dichiarazioni – sono stati comprensivi?

D. Medvedev: Beh, sa, il ruolo di presidente libera dal dover ascoltare la reazione negativa dei funzionari.

Ho preso una decisione e tutti devono eseguirla.

Sui tribunali e sull'“affare Chodorkovskij-Lebedev”

“Novaja gazeta”: Dmitrij Anatol'evič, dal “tribunale del popolo”, quando si pubblicano, si espongono le dichiarazioni e appare la “storia creditizia” dei funzionari, si vorrebbe passare al Suo tema preferito: ai tribunali e alla loro indipendenza. Vorrei fare domande sul “secondo caso JUKOS”. Prevediamo al Suo posto la conclusione di questo caso? La conclusione del primo caso per la maggior parte delle persone che se ne sono interessate è stata, ahimè, chiara. Ma prevediamo la conclusione adesso? Mi è giunta una lettera del genere: forse Medvedev per la prima volta telefonerà ai giudici, fra gli altri al giudice del “caso JUKOS” e dire: tu sei indipendente, tu sei indipendente, ti ricordo, tu sei indipendente, tu sei indipendente, tu sei indipendente! Ecco un comando manuale per il ristabilimento della cultura giuridica…

D. Medvedev: Posso dirLe che ogni comando manuale ha in se perdite molto grandi. Non parlo neanche del processo. Semplicemente è necessario aspirare al fatto che la macchina dello stato funzioni in regime di ragionevole automatismo. Adesso per quanto riguarda i tribunali e il processo concreto. Io qui rispondo abbastanza brevemente. Forse per qualcuno prevedo la conclusione di questo o quel caso. E' questa libertà la felicità della persona che non è investita di obblighi di stato, ma è, mettiamo, un analista libero e dice: io penso che andrà così! E poi dice: ecco che è andata così! Oppure – pardon, mi sono sbagliato.

Ma per un servitore dello stato, e tanto più per il presidente, non può esserci alcuna libertà del genere nel fare commenti.

La previsione di un verdetto, di una condanna da parte del presidente è contraria al diritto. E' il segno di un'infrazione della legge. Ma per tutti gli altri commentatori liberi è una faccenda personale. Per i servitori dello stato e per il presidente non dev'esserci alcuna previsione su alcun processo.

“Novaja gazeta”: Lei ora ha quasi ripetuto l'eccellente frase del XVIII secolo dell'imperatore Federico (cito una lezione di M. Mamardašvili [9]). Quando Federico volle togliere un mulino a un mugnaio, il mugnaio gli disse : “Signor Imperatore, oltre a Voi nel vostro paese ci sono anche i giudici…”. E Federico, dopo aver lasciato il mugnaio in pace, ordinò di scrivere sulla sua residenza: “Signor Imperatore, oltre a Voi nel vostro paese ci sono anche i giudici…”. Buon per il mugnaio. Oltre all'imperatore aveva i giudici.

D. Medvedev: Ci sono anche altre sentenze su questo tema. Per esempio: “Tutto il sistema politico esiste solo perché i giudici possano espletare la loro funzione in modo indipendente”. Così disse Hume.

“Novaja gazeta”: Ed è un pensiero splendido…

Una tessera di partito per il presidente

“Novaja gazeta”: Prima di passare a questioni di beneficenza, vorrei farle una domanda. Ci sono giunte voci. Lei non intende diventare membro di un partito? Forse anche di quelli al governo?

D. Medvedev: Ma io non molto tempo fa ho parlato su questo tema, quando mi sono incontrato con “Russia Unita” [10]. E ho detto che nel nostro paese ora esiste la tradizione del “presidente senza partito”. E in un determinato periodo storico, io ritenevo e ritengo così, questo è giusto. Se volete – per via dello scarso sviluppo del nostro sistema politico. Questo deve svilupparsi, deve diventare più maturo. Ciò non significa che si possa mettere la croce su un presidente di partito e dire che questo è impossibile per il nostro paese. In altri paesi diventano presidenti persone che sono sia membri di partiti, sia leader di movimenti politici. Da noi finora non è così. La domanda è: quando saremo pronti per questo? E' una questione di pratica politica. E' una questione di vita politica.

“Novaja gazeta”: Cioè bisognerà fare tra qualche tempo anche riforme del sistema elettorale perché sia garantita una reale concorrenza tra i partiti?

D. Medvedev: Io ritengo che sia la legislazione elettorale, sia la legislazione sul modo di svolgere le elezioni, sia la legislazione sui partiti, sia la legislazione sulle formazioni sociali siano abbastanza mobili. A mio parere si possono e si devono cambiare periodicamente. Come in altri paesi è avvenuto ed avviene. E nel nostro paese questo è un processo del tutto normale. Io sarei molto più prudente, diciamo, nel cambiare la legislazione civile, che determina la situazione patrimoniale dei nostri cittadini, il diritto di proprietà nel paese, gli istituti di arbitrato, gli istituti di successione, perché queste sono cose fondamentali. Il Codice di Napoleone è stato approvato 200 anni fa. E niente, funziona, nonostante che in esso vi siano molti anacronismi. Ma nessun cambiamento deve porre in dubbio le basi fondamentali dell'ordine costituzionale.

Sulla beneficenza e la misericordia

“Novaja gazeta”: Giorni fa (Lei probabilmente l'ha visto nei blog) si sono giustamente agitate le “Madri di Beslan”. Ai tutori e ai genitori rimasti vivi è stato richiesto il pagamento delle tasse per la vita e l'istruzione dei loro figli nel liceo “Koralovo”2. Lo stato non spende soldi per esso, ma esige il pagamento delle tasse.

E questo non è un caso particolare. Quando io come privato cittadino verso soldi per la cura di un bambino malato, so che ai genitori richiederanno un imposta del 13 per cento, come da un reddito!

Chi riceve questi soldi, appena li ha raggranellati per la cura del bambino (ci sono molti esempi in questo senso), deve piangere, ma andare e pagare.

"Novaja gazeta" :Forse ha senso cambiare la legislazione sulla beneficenza?

D. Medvedev: La legislazione sull'attività benefica ha bisogno di perfezionamenti. Il problema, come al solito, è nei dettagli. Ci sono casi del tutto evidenti, quando si parla di attività benefica e si presta aiuto a bambini malati e agli anziani. E ci sono cose meno evidenti, quando sorge la tentazione di indirizzare per quel tipo di canale soldi per il raggiungimento di scopi commerciali.

Bisogna imparare (con l'aiuto della legge) a distinguere i soldi diretti alla beneficenza da quelli diretti al raggiungimento di scopi commerciali.

“Novaja gazeta”: E bisogna rendere più facile alla gente compiere buone azioni. Mettiamo: hai visto in un giornale la foto di un bambino malato, sotto di essa c'era il numero di un operatore di telefonia cellulare, l'hai chiamato e ti hanno detratto soldi dal tuo conto. L'accessibilità di una buona azione è assoluta. Ma le compagnie telefoniche prendono percentuali impensabili su questo servizio e tutto perde senso.

D. Medvedev: Buona idea. Tutto dev'essere fatto molto rapidamente e fra l'altro l'accessibilità alle buone azioni dovrà essere la stessa per i ricchi e per i poveri.

La beneficenza è importante su larga scala (per stimolarla abbiamo approvato una legge per la creazione di fondi a questo scopo) e nel piccolo. Questa, peraltro, non ha minor valore. Ho sempre fatto questo esempio: perché per qualche motivo ci vergogniamo a tirar fuori di tasca 100 rubli [11] e inviarli a un fondo per il sostegno ai bambini malati o per il sostegno alla propria università, in cui si è studiato. Perché? Perché abbiamo dei dubbi. Beh, cosa 100 rubli? Penseranno che li prendi in giro. Ma per qualche motivo in altri paesi non ci vergogniamo a mandare un dollaro, anche uno solo, alla propria università o alla municipalità della propria città, perché la gente pensa che agire così sia perfettamente normale… E bisogna aiutare in qualche modo importanti iniziative sociali. Mi sembra che questo sia molto giusto – far del bene indipendentemente dallo status, con qualsiasi somma.

E' opportuno dire che una pratica del genere c'è. La Sberbank [12] ha fatto un'azione interessante. Hanno cominciato ad emettere carte di credito particolari. Se prendi una carta del genere, sottoscrivi anticipatamente che di qualsiasi tua spesa qualcosa, una piccola percentuale dell'acquisto, andrà in beneficenza3.

“Novaja gazeta”: Le trovate in campo sociale sono cose importanti e spesso non richiedono spese serie. Noi insieme al Comitato delle madri dei soldati di Valentina Mel'nikova e ad alcuni distretti militari abbiamo condotto un esperimento – abbiamo dato telefoni cellulari alle reclute. Beh, perché in caso di necessità telefonassero alla procura, alla mamma o alla ragazza. I casi di nonnismo, come ci hanno comunicato, si sono decisamente ridotti. A questa tariffa, mettiamo: “da soldato”… E verso la fine del servizio – “da congedato”…

D. Medvedev: Buona idea. I crimini compiuti nell'esercito sono pericolosi prima di tutto per la loro latenza, perché al procuratore militare, all'inquirente militare ne giunge solo una percentuale molto insignificante, per non parlare della prospettiva di un processo. Ma i mezzi di comunicazione moderna certamente aiutano.

Le nonne salveranno la Russia

“Novaja gazeta”: Non molto tempo fa abbiamo pubblicato un articolo dalla città di Majskij. Forse Lei ha sentito questa storia, è legata a Lei. Nella città di Majskij in Kabardino-Balkarija [15] è corsa voce che presto sarebbe arrivato Medvedev, in quanto Medvedev ha una nonna che vive là da quelle parti. E che fanno le autorità, non potendo trovare la nonna? In ogni caso a Majskij hanno allungato le strade dappertutto. Hanno portato via tonnellate di spazzatura, hanno pavimentato la piazza cittadina, hanno messo una fontana. La gente è contenta. Penso che se spandessero voci sulle nonne di Medvedev, di Surkov [16], di membri del governo in varie città, forse le autorità locali si risveglierebbero per la paura.

D. Medvedev: Non è una cattiva tecnica… Capisco di cosa si parla. Un tempo in Kabardino-Balkarija e proprio nella provincia di Majskij, se ben ricordo, lavorava mio nonno come segretario del comitato provinciale del partito. A dire il vero, è stato molto tempo fa, è stato più di 60 anni fa, comunque. Forse da questo è venuta fuori la notizia…

Internet e televisione. Gradi di libertà

“Novaja gazeta”: Internet è uno dei pochi spazi pubblici di discussione. Lei pensa che i funzionari cerchino continuamente di mettere la Rete sotto controllo?

D. Medvedev: Penso che non sia così. Internet non è semplicemente uno dei pochi, ma, a mio modo di vedere, il migliore spazio di discussione e non solo nel nostro paese, ma anche in generale, perché non c'è niente che sia stato inventato di più socialmente rilevante, niente che entri più attivamente in ogni casa e che allo stesso tempo crei la possibilità di creare comunicazione diretta, di Internet.

Nei confronti di Internet ho espresso più di una volta la mia posizione e posso dire ancora una volta – dobbiamo creare da noi condizioni normali per lo sviluppo di Internet. Come persona abbastanza profondamente immersa in Internet e che la usa ogni giorno abbastanza intensamente, ritengo che dobbiamo avere una normale base giuridica per il suo sviluppo nel nostro paese – giuridica e organizzativa. Perché senza una base organizzativa, ne ho parlato poco tempo fa, Internet nel nostro paese non si svilupperà.

Non molto tempo fa ho presenziato al lancio della tecnologia WiMAX4 in Armenia e ho semplicemente invidiato i nostri amici armeni, perché sono una piccola repubblica e hanno subito coperto tutto – tutto, in generale. Si può andare per il loro territorio e guardare la televisione in macchina: con l'aiuto di Internet il segnale giunge a grande velocità.

Da noi c'è un'altra situazione, abbiamo un paese enorme e perfino per far comparire Internet nelle scuole servono molti soldi, grandi risorse organizzative, l'interesse dello stato. Mi sono occupato personalmente di questo. E' molto bene che comunque abbiamo portato Internet in tutte le scuole e che con questo ha cominciato a svilupparsi anche nei piccoli centri abitati, lontani dal centro del paese.

Quanto alla regolamentazione giuridica di Internet – questa deve essere ragionevole. Non dobbiamo correre avanti a tutto il pianeta, dobbiamo pensare in che modo creare l'involucro giuridico che da una parte permetta a Internet di svilupparsi, dall'altra blocchi i crimini che si possono compiere con l'uso di tecnologie Internet. Ma in nessun caso si può guardare a Internet come a un qualche potenziale ambiente criminale più pericoloso di altri. Internet non è il male assoluto.

“Novaja gazeta”: Nel nostro giornale abbiamo riportato le parole del grande analista e scrittore Dmitrij Oreškin – in URSS non si poteva creare un computer, in quanto persino le fotocopiatrice erano sotto il controllo del KGB. E di avere un proprio calcolatore elettronico non l'avrebbero permesso a nessuno. Ma per la modernizzazione c'è bisogno di uno spazio particolare, libero. E Lei oggi ha parlato di elezioni, di controllo sulla burocrazia, di Internet. Ciò significa che il presidente Medvedev intendeva riabilitare la democrazia in Russia?

D. Medvedev: Sa, io penso che la democrazia di per se non abbia bisogno di alcuna riabilitazione. La democrazia è una categoria storica e allo stesso tempo pienamente nazionale. Perciò da nessuna parte la democrazia richiede una riabilitazione. La questione è un'altra: per molti nostri cittadini i difficilissimi processi politici e soprattutto economici degli anni '90 in un qualche momento si sono fusi con l'avvento dei principali istituti democratici nel nostro paese e per loro questo è stato un tempo molto difficile. Che ha marchiato anche la recezione del termine stesso. Ma questo riguarda più l'esperienza personale che il rapporto con l'istituzione nel suo complesso. Perciò non penso che abbiamo bisogno di riabilitare la democrazia. La democrazia c'era, c'è e ci sarà.

“Novaja gazeta”: Giorni fa ho visto il film di Andrej Chržanovskij su Brodskij, lì c'era una frase notevole: “La disumanità nel nostro paese è sempre stata più facile da organizzare di qualsiasi altra cosa”. La disumanità, in effetti, è sempre più facile, ma la giustizia e la libertà sono sempre più difficili. Le auguro di aver successo per la strada difficile.

D. Medvedev: Grazie. Non posso non essere d'accordo, è davvero più difficile…

1 Termine usato da A. Auzan.

2 Il liceo è stato creato da M. Chodorkovskij per gli orfani e per i bambini , i cui genitori (o essi stessi) abbiano sofferto a causa di atti terroristici o per aver vissuto in punti caldi. Nel liceo lavorano i suoi genitori.

3 La Sberbank insieme al fondo di Čulpan Chamatova [13] “Podari Žizn'” [14].

4WiMAX è una tecnologia di telecomunicazioni per molti apparecchi, dai computer ai telefoni cellulari. Accesso alla Rete ad alta velocità, standard IEEE 802.16.

Dmitrij Muratov

15.04.2009, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2009/039/01.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)


[1] Località nei pressi di Mosca.


[2] Dmitrij Andreevič Muratov, direttore della “Novaja gazeta”.


[3] Aleksandr Aleksandrovič Auzan, economista ed esponente della società civile.


[4] Aleksej Kirillovič Simonov, regista, scrittore e attivista per i diritti umani.


[5] Svetlana Innokent'evna Sorokina, giornalista non particolarmente allineata.


[6] Elena Anatol'evna Panfilova, giornalista, membro dell'associazione “Transparency International” per la libertà di informazione.


[7] Igor' Jur'evič Jurgens, imprenditore molto attivo sul fronte della libertà di informazione.


[8] Irina Evgen'evna Jasina, giornalista.


[9] Merab Konstantinovič Mamardašvili, filosofo georgiano (1930-1990).


[10] Il “partito del potere”, che porta semplicemente avanti la politica di Putin.


[11] Circa 3 euro.


[12] Abbreviazione di SBERegatel'nyj BANK (Cassa di Risparmio), la principale cassa di risparmio russa.


[13] Čulpan Nailevna Chamatova, attrice russa di etnia tatara.


[14] “Regala vita”.


[15] “Repubblica autonoma” caucasica.


[16] Vladislav Jur'evič Surkov, capo dell'amministrazione presidenziale.

14 aprile 2009

A proposito del modo di far politca in Russia (VII)

Il rilancio del multipartitismo



Può comparire un nuovo partito democratico indipendente in Russia?


L'ennesima crisi delle risorse e della verticale [1] ha coinciso con la fine ingloriosa del multipartitismo russo. Al momento presente il sito del ministero della Giustizia russo conta in tutto sette partiti politici registrati [2] (io non considero quei tre che stanno compiendo la procedura di autoliquidazione).

Eppure ancora poco tempo fa fiorivano i giardini dei partiti. Negli anni '90 il numero dei partiti giunse fino a centocinquanta. Ancora cinque anni fa ce n'erano più di 40. Si creavano blocchi regionali e partiti regionali, che lanciavano con successo la sfida ai “progetti” moscoviti. Adesso tutto questo è chiuso, disperso, proibito. Nel 2001 su iniziativa di Vladimir Putin è stata promulgata una legge sui partiti politici con clausole draconiane, che ha portato con se una vera e propria purga [3] di partiti. Per mano dell'obbediente Servizio Federale di Registrazione e degli obbedienti tribunali il Cremlino ha rapidamente liquidato la stragrande maggioranza dei partiti russi, rifiutando nel frattempo la registrazione ai nuovi partiti di Irina Chakamada [4] e Michail Kas'janov [5], e in generale di tutti quelli che hanno provato a saltare gli ostacoli posti dalla nuova legge. Sulla scena sono rimasti solo quelli scelti accuratamente dal Cremlino e gli “sparring partner” comodi per esso in tutti i sensi.

Si è avverato il sogno del nostro “leader nazionale” – la creazione nel paese di un sistema politico “di Dresda” – un sistema di imitazione di democrazia e di falso multipartitismo. Solo che nella defunta DDR si chiamava democrazia “popolare”, ma da noi si chiama “sovrana”. L'essenza è la stessa – imitazione di multipartitismo, imitazione di concorrenza politica, imitazione di elezioni.

Concorrere con “Russia Unita” [6], nelle cui file sono quasi tutti i governatori e i sindaci delle città, molti alti funzionari statali e capi di grandi compagnie, per cui lavora tutta la macchina della propaganda di Stato e della censura, è fuori dalla realtà. Come ha mostrato la storia recente della destituzione del governatore di Murmansk Evdokimov, che si era permesso di criticare il partito del potere e sostenere un altro candidato sindaco, il criterio di lavoro dei capi delle regioni oggi non è affatto la cura per il popolo o la lotta con la crescita della disoccupazione, ma la lealtà al Cremlino. Non a caso i risultati dichiarati di “Russia Unita” crescono come se lievitassero, qua e là superando il 100%.

A dire il vero, negli ultimi tempi l'“eptapartito” tirato su dal Cremlino ha cominciato a perdere sensibilmente colpi. Alle elezioni di marzo di quest'anno, nonostante tutta la pressione, in molti posti quelli di “Russia Unita” hanno perso le elezioni o hanno avuto risultati notevolmente peggiori . In una situazione di partecipazione (affluenza) in continuo calo, quelli che ancora vanno ai seggi sempre più spesso si rifiutano di votare per “Russia Unita”, dando i loro voti agli pseudoavversari. Ritenendo ciò il male minore, esprimendo in tal modo la propria protesta contro la cattiva influenza dei funzionari e il peggioramento della propria situazion. Sempre più spesso si può sentire l'opinione: “Non c'è per chi votare!”

Peggio che mai il sistema “di Dresda” funziona nelle grandi città, nei centri industriali e scientifico-culturali. Oggi il suo punto d'appoggio è il villaggio, la lontana periferia, le piccole città, le repubbliche nazionali [7], dove c'è meno informazione, meno accesso a Internet, dov'è più forte la stampa amministrativa, dove ci sono quantità più significative di brogli e falsificazioni.

Alle città e ai centri industriali, in generale alla popolazione attiva e istruita ispira sempre più disgusto la volgare e falsa propaganda neosovietica, il sistema di abusi e corruzione generalizzata, la monopolizzazione di tutto e tutto il sistema, che chiude la strada alla carriera professionale e alla crescita, in cui il clientelismo e le conoscenze sono tutto e le capacità personali e l'amore per il lavoro quasi niente. A milioni di russi non serve un sistema di “verticale” e di comando manuale, ma istituzioni di mercato e di Stato funzionanti, sottomesse solo alla legge, che garantiscano condizioni uguali per tutti.

Il numero di questi cittadini, che chiedono istituizioni di diritto e democratiche funzionanti, l'uguaglianza di tutti davanti alla legge, il controllo democratico sulle autorità, secondo i dati del “Levada-Centr” [8], non è calato in questi ultimi anni sotto il 20%. Oggi questi non hanno rappresentanza effettiva né nel sistema partitico, né in parlamento. Questo è quel reale potenziale d'appoggio, su cui potrebbe contare il nuovo, chiamiamolo convenzionalmente, Partito Democratico Indipendente Russo (NDPR [9]).

Proprio il controllo democratico, l'uguaglianza di tutti davanti alla legge, la trasparenza dell'operato delle autorità, la demonopolizzazione della politica e dell'economia devono diventare la principale richiesta delle forze democratiche nella nuova fase. Solo il controllo democratico e la possibilità di render conto del proprio operato di tutti i rami e tutti i livelli di potere possono garantire l'incondizionata osservanza della Costituzione e delle leggi e la difesa dei diritti umani, compresi il diritto alla proprietà, alla libertà di parola e all'informazione. Solo il controllo democratico sul potere può rendere la società russa più giusta – infatti con un'attiva partecipazione dei cittadini alla vita sociale e politica la conservazione delle attuali mostruose sproporzioni di redditi e di proprietà è impossibile. Senza la partecipazione e il controllo popolari è impensabile ridurre l'insopportabile livello di corruzione, portare l'ordine nell'utilizzo del denaro pubblico e resituire alle regioni e alle municipalità i poteri insensatamente tolti loro dalla “verticale”.

Il Cremlino è perfettamente consapevole dell'enorme potenziale delle idee democratiche. Non a caso proprio contro le forze democratiche negli ultimi anni viene condotta la più grande e sfrenata campagna di infamia e discredito e proprio l'opposizione democratica è sottoposta alla maggiore pressione e alle maggiori persecuzioni, fino ad assalti, aggressioni e omicidi. E perciò è più difficile la realizzazione del potenziale delle forze democratiche.

Vladimir Ryžkov [10]

13.04.2009, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2009/038/08.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)



1] La “verticale del potere”, il sistema politico messo in atto da Putin, grazie a cui le cariche esecutive non sono più elette, ma nominate dall'alto.

[2] Dato verificato personalmente.

[3] Začistka (letteralmente “ripulitura”) viene chiamata anche un operazione di rastrellamento compiuta in zone come il Caucaso.

[4] Irina Mucuovna Chakamada, politico liberale russa di origine giapponese.

[5] Michail Michajlovič Kas'janov, a lungo primo ministro durante il primo mandato di Putin, poi caduto in disgrazia.

[6] Il “partito del potere”, che porta avanti la politica di Putin.

[7] Nel senso russo di “etniche”. Sono le repubbliche autonome, la cui autonomia significa autogoverno virtuale o dominio di tirannelli locali come Kadyrov, che spadroneggiano nei “propri” territori, ma sono devoti a Mosca.

[8] “Centro Levada”, istituto di studi sociologici intitolato allo studioso Jurij Aleksandrovič Levada.

[9] Abbreviazione della denominazione originale Nezavisimaja Demokratičeskaja Partija Rossii.

[10] Vladimir Aleksandrovič Ryžkov, esponente del Partito Repubblicano Russo, di orientamento liberale.

13 aprile 2009

A proposito del modo di far politica in Russia (VI)

“Imparerai...” [1]

Elena Vasil'eva, membro del consiglio politico del movimento “Solidarnost'” [2], attivista per i diritti umani e nota ecologista di Murmansk (collabora con Greenpeace e con la Green Cross International [3]; è stata uno degli iniziatori della creazione del partito “Unione dei Verdi Russa”), domenica sera è stata crudelmente picchiata nel vagone del treno da Tambov [4] a Mosca. Stava tornando dalla conferenza di fondazione della sezione di “Solidarnost'” di Tambov.

Elena Vasil'eva era giunta a Tambov al mattino del 5 aprile. Durante la giornata, dopo la conferenza (non si era riusciti a tenerla subito, in quanto la Federazione dei sindacati indipendenti aveva restituito i soldi pagati in anticipo per l'affitto dei locali), gli attivisti di “Solidarnost'” avevano organizzato un presidio nel centro di Tambov contro lo spreco di denaro pubblico. I manifestanti erano seguiti attentamente dagli uomini dell'OMON [5] e da “tutori” dello FSB [6], noti personalmente a chi frequenta le manifestazioni dell'opposizione. Anche Elena Vasil'eva aveva preso parte al presidio, ma a sera si era diretta alla stazione.

Il capo della sezione di “Solidarnost'” di Tambov Valerij Sytnik ha raccontato alla “Novaja gazeta” i successivi avvenimenti:

– Siamo andati in tre al binario e una pattuglia del PPS [7] ha chiesto a Elena di mostrare i documenti – per qualche motivo solo a lei. Quando ho chiesto di spiegare la ragione, il poliziotto ha spiegato che al posto di guardia la aspettavano i “rappresentanti di altri servizi”. Ho chaimato la procura regionale e lo FSB, ho richiesto che queste persone venissero da noi. Nessuno è comparso, il poliziotto ha detto che “si sono dileguati” e che non gli “era più assolutamente necessario”. Poi ha restituito il passaporto [8] e si è scusato con Elena.

Circa un'ora dopo la partenza il treno è giunto a Mičurinsk [9]. Durante una fermata di mezz'ora Elena Vasil'eva è stata aggredita da un uomo di 25-30 anni, di aspetto sportivo, dai capelli corti, vestito di jeans e giubbotto. Questo le ha inferto un colpo secco con la parte bassa del palmo nella zona del cuore. Un'azione così particolare, secondo i medici, può provocare l'arresto cardiaco. Per fortuna è andata bene. Elena Vasil'eva mi ha raccontato che solo ora “ha ricominciato a respirare, muoversi e mangiare autonomamente” e che potrebbe riconoscere l'uomo che l'ha aggredita:
– Io e i miei colleghi l'avevamo visto già a Tambov. Era presso il binario accanto a degli agenti di polizia, ho avuto l'impressione che non fosse un estraneo per loro. Poi, quando il treno si è mosso, è passato due volte per il nostro vagone, fra l'altro uscendo da esso come se svolgesse la funzione di poliziotto ferroviario. A Mičurinsk, cinque-sette minuti prima delle partenza del treno, sono andata nella zona fumatori [10]. Quando ho finito di fumare, dal mio vagone è comparso quest'uomo e dicendo qualche parola (“Imparerai ad andare nella regione di Tambov”) mi ha colpita con forza al petto. Il cuore ha cominciato ad arrestarsi. Sono riuscita a prendere aria nei polmoni, saltare fuori dal treno e trascinarmi fino all'infermeria. L'ambulanza mi ha portata in rianimazione (in quel momento la pressione era 40-80). Sono stupita di essere rimasta in vita. Sono molto grata ai medici, che non se ne sono andati per tutta la notte.

La polizia e la procura hanno mostrato interessa per le circostanza dell'aggressione a Elena Vasil'eva solo ventiquattro ore dopo. In tutto questo tempo questa si trovava in rianimazione, ora è stata trasportata nel reparto di Medicina Generale. Finora non è stato aperto alcun procedimento penale.

P.S. Ricordiamo che la sera del 31 marzo a Mosca due sconosciuti hanno aggredito il 67enne capo del movimento “Per i diritti umani” Lev Ponomarëv (che fra l'altro, come Elena Vasil'eva, ha un ruolo significativo in “Solidarnost'”). L'attivista per i diritti umani ha subito contusioni alla testa e al petto. Ora Lev Ponomarëv, a suo dire, non sta male e collabora strettamente con gli inquirenti.


Il'ja Kriger [11]


08.04.2009, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2009/036/37.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)


[1] Letteralmente “Saprai...”.
[2] “Solidarietà” - movimentoo che mira a raccogliere gli oppositori al Cremlino, che si richiama evidentemente alla Solidarność polacca.
[3] “Croce Verde Internazionale”, associazione ecologista fondata da Michail Gorbačëv.
[4] Città della Russia centro-meridionale.
[5] Otdel Milicii Osobogo Naznačenija (Reparto di Polizia con Compiti Speciali), sorta di Celere russa nota per la sua durezza.
[6] Federal'naja Služba Bezopasnosti (Servizio Federale di Sicurezza), il principale servizio segreto russo.
[7] Patrul'no-Postovaja Služba (Servizio di Pattuglia e di Posto di Blocco).
[8] In Russia non esistono carte di identità e il passaporto è l'unico documento che identifica una persona.
[9] Città della Russia centro-meridionale.
[10] Sui treni russi si può fumare in zone chiuse tra un vagone e l'altro.
[11] Il'ja Borisovič Kriger, giovane giornalista e poeta russo.

12 aprile 2009

A proposito di scienza in Russia (I)

Perché fare di noi dei “nemici del popolo”?


Noti scienziati e attivisti per i diritti umani sul ruolo dei servizi segreti nelle storie di “spionaggio”


La scorsa settimana il Comitato sociale per la difesa degli scienziati ha presentato ai giornalisti un rapporto sulla situazione di persecuzione degli scienziati in Russia. Gli organizzatori della dibattito pubblico – il segretario responsabile del Comitato Èrnst Čërnyj e l'accademico dell'Accademia delle Scienze Russa Jurij Ryžov – hanno invitato a una tavola rotonda gli avvocati che hanno difeso persone coinvolte in importanti vicende di spionaggio, politici e figure pubbliche e anche gli stessi scienziati contro cui i servizi segreti in precedenza hanno dato il via a procedimenti penali – Oskar Kajbyšev [1] e Anatolij Babkin.

Per dialogare nell'ambito del tema “Lo FSB [2] nella Russia contemporanea: servizio segreto o organo punitivo?” erano stati invitati anche rappresentanti delle autorità: deputati della Duma di Stato [3], uomini dello FSB, della Procura Generale e della Corte Suprema. I loro posti al tavolo del “centro-stampa indipendente” sono rimasti vuoti. Di conseguenza la conversazione sulle manipolazioni delle giurie, la parzialità del potere giudiziario, il ritorno della pratica della delazione e la componente economica (da raider) nell'operato degli scienziati ha avuto luogo senza la presenza delle autorità.

Un motivo per non rimandare la discussione problematica sono stati i fatti avvenuti in questi tempi agli scienziati e la pericolosa tendenza alla crescita dell'incontrollabilità dei servizi segreti da parte delle istituzioni sociali. Secondo i partecipanti alla tavola rotonda, in molti dei cosiddetti “casi di spionaggio” si utilizza un meccanismo già rodato: dall'accusa di divulgazione di segreto di Stato o di alto tradimento non di rado si passa a quella di esportazione di “tecnologie duplici” [4] e in qualità di articoli “paracadute” in caso di inconsistenza di altri si applicano quelli economici – malversazione, appropriazione indebita, ecc. Di conseguenza solo pochi, grazie all'appoggio della comunità scientifica e dei giornalisti, restano in libertà ricevendo pene condizionali. Così è avvenuto con il professor Kajbyšev di Ufa, di fatto cacciato dal proprio istituto. Oskar Kajbyšev ha raccontato alla “Novaja gazeta” che perfino ora – già dopo l'estinzione della pena – continuano a sorgergli problemi. Secondo lo scienziato, hanno rifiutato di prorogargli il passaporto per l'estero [5], sorgono ostacoli al suo ulteriore lavoro scientifico: “Ma la pena è estinta. Perché perseguitare ancora? Dichiarare “nemico del popolo”? Non danneggiano solo me. Danneggiano lo Stato. Ora si tratta della creazione di un motore di quinta generazione. Là tutte le questioni sono mie – i dischi, le pale. Mi vogliono prendere come specialista. Un tempo ottenevano il permesso dal partito e dal governo, ma adesso pare che ci sia bisogno di ottenere il permesso dal principale servizio segreto”.

Una storia simile ha raccontato il professore, dottore in Scienze, ex titolare della cattedra di “Motori missilistici” della MGTU [6] Bauman Anatolij Babkin. Questi ha ricevuto una pena condizionale in seguito all'accusa di alto tradimento per la collaborazione, approvata da tutte le sezioni speciali, dell'università con gli americani: “Nel giugno 2006 il tribunale provinciale del quartiere Taganskij ha sentenziato che “la pena è estinta”. Ora non lavoro. Il rettore ha detto – non ci sono problemi, vieni, ma qualcuno si è opposto”.

Gli scienziati sono convinti che la mancanza di controllo sui servizi segreti e la loro certezza in una ben determinata conclusione di questo o quel procedimento sia diventata possibile per via della comparsa di uffici di esperti “foraggiati” e per l'incompiutezza dell'istituto dei processi con giurie. “Le pene terribili inflitte a Valentin Danilov (ex direttore del centro termofisico dell'Università Tecnica Statale di Krasnojarsk [7]) e Igor' Sutjagin (ex collaboratore dell'Istituto per gli USA e il Canada) – più che a degli assassini – sono conseguenza di un totale sregolamento, – dice l'accademico Jurij Ryžov. – Un dirigente dello FSB ci risponde che tutto va secondo la legge, la decisione è stata presa dai giurati e non è soggetta a mutamento. Quante volte lo FSB ha sconvolto l'organico dei giurati, ci ha inserito i suoi uomini! C'è stato un episodio, quando mi hanno fatto il nome di una persona, inserita nell'organico dei giurati e mi hanno detto che in qualche modo era legato al MAI [8]. Ma io conosco questa persona, negli anni '70 era nel comitato del Komsomol [9] di questo istituto, poi finì la scuola del KGB, lavorò all'ambasciata in Polonia, si “bruciò” molto quando cominciò a cercare di trarre dalla propria parte il primo ministro polacco. Nell'organico dei giurati era iscritto come commerciante”.

Nell'ottobre di quest'anno saranno già 10 anni che Igor' Sutjagin si trova dietro le sbarre, ma perfino ora, a quanto dicono i suoi familiari, continua ad essere sottoposto a pressioni: “Dopo la sentenza Igor' è scomparso per due mesi ed è stato trovato a Jagul [10], in una colonia penale a regime particolarmente duro, anche se secondo la sentenza gli spettava il normale regime, – racconta la mamma di Igor' Svetlana Efimovna. – Poi l'hanno privato della possibilità di lavorare. E' stato costretto a finire l'istituto tecnico professionale locale per ottenere la qualifica di elettricista – per questo era stato richiesto di inviare da Mosca la sua laurea alla facoltà di Fisica. Ora, per non impazzire, cerca di finire il corso per addetti alle caldaie. E anche se c'erano dei posti liberi, non l'hanno preso al lavoro. Non collega questo a un'iniziativa dell'amministrazione, è più simile a una continua supervisione da parte degli agenti”.

La tesi principale della conferenza, secondo cui anno dopo anno il numero di procedimenti contro gli scienziati non diminuisce e che è sempre più difficile aiutarli con gli sforzi dei difensori, è stata confermata con l'esempio della storia dell'ex collaboratore dell'Istituto di Fisica dello Stato Solido di Černogolovka [11] Ivan Pet'kov. Giorni fa è stato condannato a cinque anni e mezzo di colonia penale a regime comune. “Contro Pet'kov ha scritto qualcosa il suo ex dirigente e lo hanno incastrato per esportazione di “tecnologia duplice”, – ha spiegato Èrnst Čërnyj. – Questa persona faceva vetri per gli orologi svizzeri – in corindone, sulla base di alte tecnologie. E' possibile che compriate dei Rolex con i vetri di Pet'kov, ma lui è in prigione”.

Le conclusioni della conferenza sono state tratte da Ljudmila Alekseeva [12]e Aleksej Simonov [13]. Questi erano lontani dall'ottimismo: la difesa degli scienziati dagli abusi dello FSB resta in Russia un affare di pochi attivisti sociali, noti scienziati di fama mondiale e alcuni mezzi di informazione di massa. Tuttavia, a quanto dice Alekseeva, “se non si dice la verità, nulla si muoverà mai”.

Articolo preparato da
Dar'ja Pyl'nova

Dmitrij Škrylëv

06.04.2009, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2009/035/36.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)


[1] Oskar Akramovič Kajbyšev, fisico specializzato in metallurgia, condannato in seguito all'accusa di aver fornito tecnologie d'avanguardia alla Corea del Sud.


[2] Federal'naja Služba Bezopasnosti (Servizio Federale di Sicurezza), il principale servizio segreto russo.

[3] Precisazione necessaria perché tutte le assemblee legislative russe si chiamano Duma.

[4] Cioè quelle che si applicano sia in campo civile sia in campo militare.

[5] Precisazione necessaria per distinguerlo dal passaporto interno (in Russia non esistono carte di identità).

[6] Moskovskij Gosudarstvennyj Techničeskij Universitet (Università Tecnica Statale di Mosca).

[7] Città della Siberia.

[8] Moskovskij Aviacionnyj Institut (Istituto di Aviazione di Mosca).

[9] KOMmunističeskij SOjuz MOLodëži (Unione Comunista della Gioventù), l'organizzazione giovanile comunista.

[10] Nella repubblica di Udmurtia (zona centro-orientale della Russia europea).

[11] Città nei pressi di Mosca.

[12] Ljudmila Michajlovna Alekseeva, ex dissidente sovietica e attivista per i diritti umani.

[13] Aleksej Kirillovič Simonov, regista, scrittore e attivista per i diritti umani.


http://matteobloggato.blogspot.com/2009/04/la-nuova-urss-di-putin-e-gli-scienziati.html