28 luglio 2007

A proposito di Anna Politkovskaja (II)

Il luogo degli avvenimenti

Una via della Città Eterna

Roma non intende dimenticare Anna Politkovskaja

Domenica scorsa il sindaco di Roma Walter Veltroni ha dichiarato ufficialmente che presto una delle vie di Roma sarà intitolata ad Anna Politkovskaja.

Come ha comunicato la RIA[1] Novosti[2], il sindaco della capitale italiana ha detto quanto segue: “Nell’ambito della nostra missione di città della pace e del dialogo, voglio confermare che si è conclusa la procedura amministrativa per l’intitolazione di una strada ad Anna Politkovskaja. Tra qualche settimana un luogo di Roma porterà il nome di una donna russa, di una giornalista che ha pagato con la propria vita la propria aspirazione professionale e civile ad affermare la piena democrazia nel proprio paese”.

Su richiesta della “Novaja gazeta” la giornalista italiana Margherita Belgioioso[3] si è messa in contatto con il braccio destro del sindaco di Roma, il sig. Walter Verini[4], che ha raccontato i dettagli di questa decisione delle autorità cittadine della capitale italiana.

La via a cui sarà dato il nome di Anna si trova nel parco che circonda Villa Pamphili – una villa bellissima, costruita nel Rinascimento[5], che si trova nel cuore di Roma. In questo parco ci sono già alcune strade a cui sono state date i nomi di donne importanti, divenute celebri per aver lottato per i diritti umani. A parte questo, nel parco c’è via Luigi Calabresi (si tratta di un poliziotto[6], che fu ucciso dai terroristi a Milano negli anni ’60[7] e divenne un eroe nazionale[8]) e ci sono anche vie dedicate a D’Antona e Biagi – professori italiani, uccisi per mano dei militanti delle nuove Brigate Rosse negli anni ‘90[9].

L’iniziativa di intitolare una strada di Roma alla Politkovskaja è nata subito dopo il suo omicidio. L’idea è del sindaco Veltroni, ma anche della direzione della rivista italiana “Internazionale”, che spesso pubblicava gli articoli di Anna. L’idea è stata annunciata pubblicamente in una lettera aperta del sindaco, pubblicata su “Internazionale”. La rivista ha condotto anche un’iniziativa di massa: dopo l’omicidio di Anna ha stampato cartoline con la condanna dell’omicidio della Politkovskaja e la richiesta di un’indagine onesta, che i lettori della rivista hanno ritagliato, firmato e indirizzato all’ambasciata russa in Italia – di queste cartoline ne è stata spedita una grande quantità.

In questi giorni la procedura preparatoria ufficiale per l’intitolazione alla Politkovskaja di una strada romana è stata ultimata: la commissione culturale, di cui fanno parte grandi storici italiani e altri intellettuali (si chiama Comissione Toponomastica[10]) durante la sua seduta ha appoggiato l’iniziativa del sindaco Veltroni e ha scelto una strada concreta, che avrà il nome di Anna.

L’ufficio del sindaco di Roma, a quanto ha detto il sig. Verini, vorrebbe che la data della solenne inaugurazione di via Politkovskaja fosse scelta in accordo con la “Novaja gazeta” e che i suoi rappresentanti prendessero parte alla cerimonia.

Andrei Lipskij

31.05.2007, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2007/40/03.html



[1] Rossiijskoe Informacionnoe Agentstvo (Agenzia d’Informazione Russa).

[2] “Notizie” (il corsivo è mio).

[3] Corrispondente dell’“Espresso” da Mosca.

[4] Capo dello staff di Veltroni, ritenuto dagli avversari una sorta di “sindaco-ombra”.

[5] In realtà la villa è secentesca.

[6] Calabresi, com’è noto, era commissario, ma forse per “poliziotto” si può intendere chiunque faccia parte della polizia.

[7] In realtà era il 1972.

[8] Calabresi ha avuto la decorazione al Valor Civile solo nel 2004.

[9] In realtà Marco Biagi è stato ucciso nel 2002.

[10] In italiano (scorretto) nell’originale.


http://matteobloggato.blogspot.com/2007/07/anna-roma.html



23 luglio 2007

A proposito di affari nel Caucaso (II)

Il nodo del Caucaso

Compagni di presa

La Cecenia viene ricostruita dai colonnelli arricchitisi durante la guerra

Purtroppo anche da questa Grande Guerra, in cui milioni di persone hanno dato la loro vita, qualcuno è tornato con valigie di trofei. Di questo cantava Vladimir Vysockij[1]: “Il Giappone dei trofei, la Germania dei trofei… E’ venuta la volta del paese di Limonija[2] – una vera e propria Čemodanija[3]”.
E poi c’è stato l’Afghanistan. E là ho incontrato non pochi “eroi” di Čemodanija.

Pareva che mi ci fossi abituato. Ma il cinismo delle due campagne cecene non ha paragoni. Al nemico sono state vendute non solo le armi, fra l’altro le più moderne, che non aveva neanche l’esercito russo (durante una delle operazioni del 1996 ai guerriglieri fu preso ai guerriglieri un BTR[4]-90 in fase di collaudo), ma anche persone: soldati e ufficiali. In questo modo il nemico ha accumulato un capitale, che in parte è stato utilizzato per sostenere la guerra e in parte è stato intascato da qualcuno.

Nel commercio di materiale umano si è particolarmente distinta la 58.a armata: la 19.a divisione (Vladikavkaz[5]) e la 136.a brigata di Bujnaksk (Daghestan). La vendita di soldati ai banditi della Cecenia ha avuto la sua massima fioritura negli anni 1998-1999 quando la 58.a armata era sotto il comando dei generali Sedjakin e Šamanov. (A proposito, adesso il generale di brigata Vladimir Šamanov è a capo della Commissione presidenziale per i prigionieri di guerra, gli internati e gli scomparsi, che della ricerca degli scomparsi in Cecenia di fatto non si occupa.)

Nell’estate del 1998 la brigata di Bujnaksk ha stabilito un record: in una volta sola ha venduto ai banditi dieci militari. Fino ad allora il record apparteneva alla brigata di guardie di frontiera di Nazran (Inguscezia): nell’aprile dello stesso anno erano state sequestrate otto guardie di frontiera.

Ma a Vladikavkaz si ingegnarono di vendere perfino i combattenti che si trovavano in ospedale. E a Machačkala[6] due soldati delle truppe interne[7] furono portati via direttamente dal 1° ospedale cittadino, dove si preparavano a operarli.

In alcuni casi si è riusciti a dimostrare che i mercanti erano dei commilitoni: nella stessa brigata di Bujnaksk, per esempio, un soldato che aveva venduto i propri commilitoni ha ricevuto trecento rubli[8] per ciascuno di essi.

Ma c’erano anche altre quotazioni: una militare dell’MČS[9] dell’Inguscezia, Radimchan Moguškova, ha chiesto migliaia di dollari per i soldati sequestrati. Il lavoro si svolgeva sulla base di una conduzione familiare. E così questa e il figlio Adam passarono dal commercio di soldati alla vendita delle loro madri e dei giornalisti. Nelle loro reti finirono il corrispondente di guerra delle “Moskovskie Novosti”[10] Dmitrij Bal’burov, il giornalista di Samara[11] Viktor Petrov e l’attivista di un movimento femminile Svetlana Kuz’mina.

Ad un ancor maggiore livello di professionalità si svolgeva il lavoro del RUBOP[12] del Caucaso Settentrionale (Nal’čik). Là i lottatori con il crimine organizzato si ingegnarono di vendere i loro colleghi: il colonnello Šapkin e il tenente colonnello Šartanov. I segreti di questo affare, su cui ho scritto a suo tempo, li conosce nei dettagli il capo del RUBOP del Caucaso Settentrionale, il generale di corpo d’armata della polizia Ruslan Jašugaov. Fra l’altro vendettero i colonnelli al luogotenente del terrorista Raduev Vacha Džafarov e furono tenuti prigionieri nella casa di Groznyj dell’allora ministro degli Interni dell’Inguscezia Daud Korigov. Questi era amico di Džafarov, andava abbastanza spesso a fare una visitina alla propria casa a Groznyj e là vide i propri colleghi sequestrati.

Un’introduzione così ampia è necessaria perché molto spesso mi chiedono: come hanno fatto gli “oligarchi” locali ad accumulare il capitale iniziale in Cecenia? In che modo, a parte che con il commercio di petrolio casalingo? La spartizione di fondi statali è già la seconda tappa dell’arricchimento e della concentrazione del capitale. Qualcuno ne sa qualcosa? Tutti. Così come sanno che nella lista dei ricchi della repubblica gli alti ufficiali delle forze dell’ordine non occupano gli ultimi posti.

Nella favola di Charles Perrault sul Gatto con gli stivali il re, dopo aver visto un bel palazzo, chiese a quelli che abitavano nei dintorni: ma chi ne è il padrone? Cosa gli risposero è noto: lo stesso che avevano detto dei campi, dei boschi e dei fiumi. In Cecenia episodi simili hanno preso ad accadere con invidiabile regolarità.

Ramzan Kadyrov, per esempio, passando per Urus-Martan[13], notò improvvisamente tra le comuni case di campagna un bel palazzo di mattoni rossi e chiese: “A chi appartiene questo ricco castello?”. Gli risposero: “Questa casa dietro un alto e possente cancello appartiene a un comune colonnello della polizia cecena, Sultan Satuev”.
Conosco abbastanza bene Sultan Satuev fin dalla prima campagna cecena[14]. Nell’agosto 1996, quando molti poliziotti ceceni combattevano con i guerriglieri, questi svolgeva il suo servizio all’aeroporto “Severnyj”[15]. E durante la seconda guerra cecena[16], già dopo aver comprato un appartamento a Mosca, improvvisamente ha fatto carriera: è diventato vice ministro degli Interni della repubblica. E ha prosperato in questo ruolo per sette anni.
Non so come abbia spiegato a Ramzan Kadyrov con quali soldi ha costruito un palazzo a Urus-Martan e una casa nella località di villeggiatura di Kavkazskie Mineral’nye Vody[17], ma il presidente ha apprezzato il talento commerciale di Satuev e qualche tempo fa lo ha nominato direttore generale dell’aeroporto di Groznyj.

Il colonnello Lema Magomadov fino a qualche tempo fa era considerato l’“eterno” capo della GAI[18] della Cecenia. Sia durante la prima sia durante la seconda guerra ha comandato questo ufficio.

Nell’agosto del 1996 con il battaglione dei servizi segreti della 205.a brigata motorizzata combattevo contro i guerriglieri nella zona del GAI della repubblica. Il 18 agosto, quando il generale Pulikovskij lanciò il suo ultimatum[19], già divenuto storico, il colonnello Magomadov ordinò ai propri uomini di abbandonare la posizione. E la GAI allora subì un saccheggio spietato, prima da parte dei soldati russi e poi da parte dei guerriglieri. Allora, nell’agosto del ‘96, avendo trovato in aeroporto il colonnello Magomadov, gli chiesi di darmi alcuni sottoposti per difendere l’edificio e i documenti che si trovavano là. Quei cinque coraggiosi ufficiali restarono con me fino alla fine, finché il comando federale non ci ordinò di lasciare la posizione.

Il colonnello Lema Magomadov e i suoi fratelli durante gli anni di guerra si costruirono dei palazzi nel villaggio natio di Alchan-Jurt[20]. Hanno appartamenti a Groznyj e a Mosca, nel prestigioso Kutuzovskij prospekt[21] e case nei luoghi di villeggiatura di Kavminvod[22].

Dopo essere diventato presidente della repubblica, Ramzan Kadyrov ha altamente apprezzato anche la vena commerciale del colonnello Magomadov e lo ha nominato vice-premier del governo della repubblica.

Il colonnello Achmed Chasambekov era a capo dei reparti strutturali del RUBOP del Caucaso Settentrionale. Durante la prima guerra i suoi sottoposti trascinavano i ceceni nel tristemente noto RUOŠ (Regional’noe Upravlenie operativnych štabov[23] del ministero degli Interni russo). Poi chiedevano soldi in cambio dei sequestrati. Di regola uomini mascherati portavano via le persone nella notte e poi, di giorno, uomini con le spalline offrivano i propri servigi per il riscatto di vivi e morti.

Durante le battaglie dell’agosto del 1996 Chasambekov scomparve del tutto. Alla vigilia del 6 agosto tutti sapevano della presa di Groznyj, che veniva preparata da parte dei guerriglieri, e il capo del reparto speciale del ministero degli Interni, il colonnello Chasambekov era obbligato a saperlo per primo. Ma ecco che scomparve. Fra l’altro il RUBOP di Chasambekov fu attaccato dai guerriglieri del suo compaesano – il bandito Arbi Baraev. Furono prese quasi tutte le armi del reparto di Chasambekov.
[24]
Dopo la prima guerra il colonnello Chasambekov comparve a Nal’čik con un ruolo importante nel RUBOP del Caucaso Settentrionale. Comandava una sezione che doveva occuparsi della liberazione degli ostaggi. Allora molti sfortunati si rivolsero a me per lamentarsi di ufficiali di polizia che facevano proposte di tipo commerciale riguardanti loro parenti sequestrati o uccisi.

Il colonnello Chasambekov non si dimenticò dei propri compagni d’armi di Groznyj. Questi li reintegrò a una condizione: se ogni persona riportava il proprio fucile automatico, sottratto un tempo dagli uomini di Baraev. Qualcuno riscattò la propria arma dai banditi, ma, di regola, comprarono i fucili automatici al mercato[25] – non importava che i numeri non corrispondessero.

Nell’ottavo anno della seconda campagna cecena il colonnello Achmed Chasambekov dirige in Cecenia il cosiddetto ОРБ-2 (operativno-razysknoe bjuro[26]), che non risponde al ministero degli Interni della Cecenia. Questo ufficio oggi ha la peggiore reputazione, proprio qui decine di persone sono scomparse senza lasciare traccia.

Oggi Achmed Chasambekov è uno dei più ricchi colonnelli non solo della Cecenia, ma della Russia e aspira a diventare nel più breve tempo possibile uno dei più ricchi generali del ministero degli Interni. A differenza dei suoi colleghi – i colonnelli Satuev e Magomadov – non intende per ora rinunciare alla propria carriera nella polizia.

Molti di quelli di cui ho raccontato e di quelli di cui non l’ho fatto sognano da tempo di andarsene in pace. Nel corso di due guerre hanno saputo accumularsi un capitale. Ma Kadyrov è un leader moderno, non ha bisogno di miseri novellini e perciò non può congedare gli ufficiali in gamba – come si lamentano gli stessi potenziali congedati – se non a una condizione: restituire il maltolto o costruire case ad altri ceceni.
E’ un management così evoluto…

Vjačeslav Izmajlov

28.05.2007, “Novaja Gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2007/39/13.html



[1] Vladimir Semënovič Vysockij, famoso poeta, attore e cantautore russo di epoca sovietica, piuttosto inviso al potere.

[2] Paese immaginario, qualcosa tipo il paese di Cuccagna.

[3] Da čemodan, “valigia”.

[4] BroneTankovyj Rezerv (Riserva Carristi), sigla che identifica i mezzi blindati russi.

[5] Capitale della repubblica caucasica dell’Ossezia Settentrionale.

[6] Città del Daghestan sulle rive del Mar Caspio.

[7] Cioè quelle truppe che fanno capo al ministero degli Interni.

[8] Attualmente 300 rubli equivalgono a 8,50 euro…

[9] Ministerstvo Črezvyčajnych Situacij (Ministero per le Situazioni di Emergenza), che equivale in un certo senso alla nostra Protezione Civile, ma che dispone di reparti militari.

[10] “Notizie Moscovite”, giornale di Mosca.

[11] Città della Russia centro-meridionale.

[12] Regional’noe Upravlenie po Bor’be s Organizovannoj Prestupnost’ju (Direzione Regionale per la Lotta con il Crimine Organizzato).

[13] Città della Cecenia centrale.

[14] Cioè dalla prima guerra cecena, condotta senza successo dalla Russia di El’cin negli anni 1994-1996.

[15] “Settentrionale” (aeroporto di Groznyj).

[16] La guerra iniziata nel 1999 come “operazione antiterroristica” e ufficialmente terminata con l’avvento al potere di Ramzan Achmatovič Kadyrov.

[17] Letteralmente “Acque Minerali Caucasiche”.

[18] Gosudarstvennaja Avtomobil’naja Inspekcija (Ispettorato Automobilistico Statale), in pratica la polizia stradale.

[19] Il 18 agosto 1996 il generale Konstantin Borisovič Pulikovskij intimò alla popolazione civile di Groznyj di lasciare la città conquistata dai guerriglieri prima dell’attacco dei russi. Alla fine però i russi se ne andarono e firmarono l’armistizio a Chasavjurt nel Daghestan.

[20] Vilaggio della Cecenia centro-meridionale nella provincia di Urus-Martan.

[21] Grande strada del centro moderno di Mosca (il corsivo è mio).

[22] Kavkazskie Mineral’nye Vody (vedi nota 17).

[23] Direzione Regionale dei Quartier Generali Operativi.

[24] Capitale della repubblica autonoma caucasica di Kabardino-Balcaria.

[25] A Groznyj, durante la prima guerra cecena (e forse anche dopo), i Kalašnikov si potevano comprare al mercato.

[26] Ufficio Operativo di Ricerca.


http://matteobloggato.blogspot.com/2007/07/la-cecenia-e-il-
regime-dei-colonnelli.html

11 luglio 2007

A proposito di Ramzan Kadyrov (VII)

Giochi politici

La pistola ha sparato da sola e sul capo[1] dell’amministrazione è caduto un albero

Come difendono dalla legge la nuova elite cecena

Non molto tempo fa la “Novaja gazeta” ha raccontato alcune storie interessanti sulla vita della nuova elite dei funzionari della Cecenia, giunta al potere insieme a Ramzan Kadyrov. Lo ricordiamo perché queste storie hanno avuto un seguito fantastico[2].

Il 30 agosto 2004 l’attuale capo della provincia di Ačchoj-Martan[3] (allora era ancora un vice e prima ancora un guerrigliero) Musa Dadaev, per dirlo nel modo più delicato, è entrato rumorosamente nella sede locale della Rossel’chozbank[4], ha insultato pesantemente i collaboratori che gli avevano fatto delle critiche e quando il sorvegliante Amirchan Chadžaev ha cercato di farlo ragionare, ha aperto il fuoco. Chadžaev e una persona presente nella banca, Adam Agaev sono rimasti feriti. Questo fatto è stato registrato dall’ROVD[5] locale, ci sono molti testimoni.

Il nostro articolo era indirizzato alla procura della repubblica. Il procuratore generale della Cecenia ha dato alla procura della provincia di Ačchoj-Martan il compito di investigare. Il procuratore provinciale Š.M. Abdul-Kadyrov e l’inquirente M.A. Džabrailov hanno investigato. Dal punto di vista della legge locale la situazione appare così.

“Questi (Chadžaev e Agaev. – nota di V.I.) sono rimasti feriti da colpi sparati accidentalmente dalla pistola di ordinanza (l’annotazione è mia. – nota di V.I.) di Dadaev (…) …che questi portava alla cintura” (…) “Per primo è rimasto ferito Chadžaev in conseguenza di una colluttazione, quando ha cercato di portare Dadaev fuori dalla banca e Agaev, avendo valutato male la situazione, ha tentato di togliere la pistola al vice capo dell’amministrazione, che nel frattempo l’aveva scaricata. Questi si sono riconciliati con Dadaev (entrambi si trovavano in ospedale con varie ferite e sono rimasti in vita per miracolo. – nota di V.I.) e non hanno alcuna rimostranza da fare nei suoi confronti”.

Dunque, naturalmente, a causa di fatti svoltisi in maniera così curiosa “si è rifiutato di avviare un procedimento penale nei confronti di Dadaev M.M. (…) per fattiva mancanza di elementi di reato”.

In modo altrettanto felice per il capo della provincia Dadaev si sono svolti anche i fatti legati a un altro episodio. Il pestaggio del capo dell’amministrazione del villaggio di Šaamjurt[6]. Ricordo di nuovo: nel marzo di quest’anno Musa Dadaev e le sue guardie del corpo picchiarono Said-Magomed Bagaev davanti agli occhi di molti compaesani. Bagaev finì in ospedale con un trauma cranico.

La procura ha indagato in modo creativo le circostanze. “Su proposta del capo dell’amministrazione della provincia Dadaev, questi e Bagaev si sono allontanati in automobile da un luogo in cui si svolgevano lavori volontari di pulizia per chiarire i loro rapporti. Nell’abitacolo dell’automobile tra le due persone in conflitto ha avuto luogo una conversazione dai toni accesi, dopodiché sono andati ciascuno a casa sua… Questi (Bagaev) è stato al CRB[7] di Ačchoj-Martan perché si è raffreddato durante i lavori volontari di pulizia. Mentre si trovava presso casa sua ha subito anche un lieve trauma cranico in conseguenza di una caduta da un albero…”.

Bisogna dire che tali conclusioni sono confermate da numerose testimonianze di abitanti della provincia, che sono presi dal timor panico davanti al capo della provincia Musa Dadaev e a suo fratello Ibragim soprannominato Medved’[8], che tenevano tutta la provincia nel terrore già ben prima della sua rapida ascesa – quando correvano armati per i boschi. A proposito, Medved’ adesso è un alto ufficiale di polizia.

Certo, per lavorare in procura nella Cecenia di oggi, è indispensabile avere un enorme coraggio. Certo, se si lavora e non si tolgono dai guai i compagni preferiti del presidente. Un procuratore provinciale di mia conoscenza ha convinto dei compaesani, che si erano rivolti a lui per avere un aiuto dopo che avevano rapito dei loro familiari, a non sporgere denunce alla procura. “Altrimenti, – ha detto, – potrebbe andare ancora peggio. Verrebbero i federali e violenterebbero le vostre donne”.

Un procuratore in Cecenia può essere ucciso, può essere rapito, possono portargli via i figli e i familiari. Conosco alcuni esempi: io stesso mi sono impegnato per far liberare dalla prigionia degli uomini della procura. Proprio per questo Mosca è costretta a mettere specialisti di altre regioni della Russia nei posti chiave della procura cecena: non gravati dal pensiero della famiglia, delle circostanze, dei clan e di quant’altro non permetta di stabilire la legalità sul territorio di una repubblica che ha sofferto molto.

Gente del genere non è amata.

Il difensore dei diritti umani e il procuratore

La scorsa settimana il conflitto tra il presidente Kadyrov e il procuratore della repubblica Valerij Kuznecov è riesploso con rinnovata intensità. E il presidente stavolta ha dato mandato al plenipotenziario per i diritti umani della repubblica Nurdi Nuchažiev, dichiarando che è necessario rimuovere il procuratore dal suo incarico e perfino avviare nei suoi confronti un procedimento penale “per colpevole inazione”.

Nei confronti della procura di Ačchoj-Martan, fra l’altro, il plenipotenziario non ha rimostranze da fare, ma Kuznecov… Proprio Kuznecov alla fine dello scorso anno ha sanzionato l’avvio di un procedimento penale e l’arresto nei confronti del direttore della segreteria della commissione per i risarcimenti per le abitazioni perdute Sultan Isakov, stretto consigliere di Ramzan Kadyrov. Fu arrestata anche una serie di funzionari e gli abitanti della Cecenia tirarono un sospiro di sollievo: era cominciata la lotta con la terrificante corruzione. Ma non passarono che pochi giorni, che, non senza l’intervento di Kadyrov, tutti gli arrestati furono rimessi in libertà. Solo che nessuno poté fermare il procedimento penale – il procuratore ne fece una vera questione di principio.

E qui i difensori ufficiali dei diritti umani gli hanno fatto un sacco di rimostranze. Parlando al parlamento ceceno, Nuchažiev ha chiamato il procuratore della repubblica Kuznecov e i suoi colleghi “favoriti[9], che pensano solo a come fare carriera qui (in Cecenia). Arrivano da noi colonnelli e se ne vanno generali”.

Per quel che riguarda sequestri e omicidi compiuti da uomini delle forze armate locali il difensore dei diritti umani Nuchažiev non ha particolari rimostranze da fare. Gli raccomando - forse non ne sa nulla – di fare attenzione al lavoro dei procuratori locali di Ačchoj-Martan (vedi sopra). E anche alle lamentele degli abitanti di questa provincia, che sospettano che il proprio capo, Dadaev, sia responsabile di molte sciagure: per esempio del pestaggio di un medico di villaggio e di partecipazione a un DTP[10], in conseguenza del quale un bambino è rimasto menomato… Si potrebbe controllare: e se fosse proprio vero?

Ma non controlleranno. Finché la vita nella repubblica sarà così confusa, distinguere dov’è la verità e dov’è l’invenzione, dove si ha a che fare con un guerrigliero e dove con un difensore dei diritti umani sarà impossibile. Le uniche cose su cui non ci sono dubbi sono la paura e l’ipocrisia – proprio queste determinano il comportamento sia dei procuratori, sia dei difensori dei diritti umani, sia dei politici.

Dukvacha Stirlitz[11]

Quando una mia vecchia conoscenza, l’attuale presidente del parlamento ceceno Dukvacha Abdurachmanov chiede di prolungare il mandato presidenziale fino a 5-7 anni, è ipocrisia. E paura.

Gli ho telefonato, gli ho chiesto: “Ma perché?”. Dukvacha ha risposto come se parlasse in parlamento: “Noi non dobbiamo andare dietro all’Europa, noi abbiamo la nostra via. Essi non ci possono insegnare nulla di buono. Il nostro leader Ramzan Kadyrov ha solo trent’anni. In qualche mese di presidenza ha ricostruito la repubblica in modo tale che non la si riconosce più. Perché mai dovremmo limitare il suo mandato a quattro anni?”.

Capisco. Perché contemporaneamente il signor Abdurachmanov si è preoccupato per se stesso, dichiarando che è indispensabile prolungare anche il mandato dei deputati.

Capisco. Perché davanti a me ci sono alcune raccomandazioni di noti comandanti in campo ceceni con le loro firme e i timbri “da lupi”[12]. Queste sono stati inviati all’ex vice ministro dell’Agricoltura del governo filorusso della Repubblica Cecena presieduto da Doku Zavgaev (negli anni 1995-1996), Dukvacha Abdurachmanov.

Gli “eroi” degli attacchi a Budënnovsk[13] e alla città daghestana di Kizljar[14] – i comandanti in campo Chunkar-Paša Israpilov, Turpal-Ali Atgeriev – La raccomandano, egregio Dukvacha, per un posto importante in Ičkerija[15] perché (cito) “ha veramente fornito aiuto morale e materiale ai combattenti e a diversi gruppi e reparti della resistenza, fra l’altro nell’operazione “Jihad” dell’agosto 1996 (la presa di Groznyj da parte dei guerriglieri), nella lotta con gli occupanti russi”.

Se si crede a questi documenti, Lei a metà degli anni ‘90 allo stesso tempo occupava un posto importante nel governo filorusso di Zavgaev e lottava contro di esso con i guerriglieri. Lei è Stirlitz, caro Dukvacha?

Oggi, signor Abdurachmanov, Lei sta di nuovo col potere russo. Ufficialmente Lei – la seconda carica della repubblica – desidera, che il presidente della cecenia prolunghi il proprio mandato e che il presidente russo Vladimir Putin si presenti alle elezioni per un terzo mandato[16]. Per chi lavora Lei adesso, mio caro vecchio amico?

In risposta a tutte le mie argomentazioni, per cui i presidenti e i deputati “a lunga durata” perdono l’orientamento riguardo a ciò che è loro e ciò che è dello stato, Dukvacha ha dichiarato: “Vjačeslav, in altri tempi tu sei stato spesso da noi, abbiamo valutato i problemi, ma ora tu vivi, ti sei separato dalla nostra realtà, la repubblica vive una vita nuova, creativa e tu e la vostra “Novaja gazeta” scrivete solo ciò che accade di brutto. Ciònonostante, il nostro presidente considera il vostro giornale uno dei migliori e dei più popolari”.

Sì, davvero. Non molto tempo fa il presidente della Cecenia Ramzan Kadyrov, parlando alla televisione locale, ha dichiarato, che considera la “Novaja” il più onesto e popolare giornale della repubblica.

Do al presidente ciò che gli spetta. E’ possibile che abbia capito una verità, che, ahimé, è inaccessibile alla sua cerchia più prossima: i mezzi di informazione di massa sono obbligati a riportare a terra i funzionari, proteggendoli dal cadere dall’alto. Se, certo, nel frattempo non fa questo la procura.

Vjačeslav Izmajlov
capo redattore della sezione per le situazioni di emergenza

21.05.2007, “Novaja Gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2007/37/00.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)



[1] Il gioco di parole è un po’ più complesso in russo che in italiano. “Capo” (inteso come massimo dirigente) è glava, termine della lingua slava ecclesiastica comune per “testa”, in russo golova.

[2] Nel senso originario di “fantasioso”, non certo di “meraviglioso”.

[3] Provincia della Cecenia sud-occidentale.

[4] Abbreviazione di ROSsijskij SEL’skoCHOZjajstvennyj BANK (Banca Agricola Russa).

[5] Rajonnyj Otdel Vnutrennich Del (Sezione Provinciale degli Affari Interni), in pratica la sede provinciale della polizia.

[6] Villaggio della provincia di Ačchoj-Martan.

[7] Central’naja Rajonnaja Bol’nica (Ospedale Centrale Provinciale).

[8] Orso.

[9] Nell’originale vremenščiki, cioè persone che per qualche tempo (in russo vremija) occupano una carica grazie all’appoggio di qualche potente.

[10] Dorožno-transportnoe proisšestvie (Incidente Automobilistico-Stradale).

[11] Eroe del romanzo sovietico Diciassette momenti di primavera di Julian Semënovič Semënov, da cui fu tratta anche una serie televisiva. Stirlitz è un agente segreto sovietico che riesce a infiltrarsi tra gli alti ufficiali nazisti (fra l’altro pare che il cognome Stirlitz non esista in Germania).

[12] Nella Russia zarista “passaporto da lupo” era detta un documento con un’annotazione che ne indicava il portatore come persona politicamente infida. Qui si intende un documento con un timbro di qualcuno “molto in alto”.

[13] Nel 1995 un commando di terroristi ceceni prese in ostaggio l’intero ospedale di Budënnovsk (Russia meridionale). Dopo un blitz fallito, i terroristi poterono andarsene con alcuni ostaggi, che liberarono una volta messisi al sicuro.

[14] Nel 1996 a Kizljar un commando di terroristi ceceni prese in ostaggio un ospedale. Le cose andarono poi più o meno come a Budënnovsk.

[15] Nome dell’autoproclamata repubblica indipendente cecena.

[16] Ricordo che in Russia, secondo la costituzione, nessuno può essere presidente per più di due mandati consecutivi.


http://matteobloggato.blogspot.com/2007/07/il-volto-meno-noto
-della-pax-cecena.html

08 luglio 2007

A proposito di Beslan (VI)

Ai direttori degli RUVD[1] e degli ROVD[2] del ministero degli Interni dell’RSO-A[3]. 11.08.04

In conseguenza delle indagini compiute nei territori in prossimità dei KPP, dei… (incomprensibile – nota del traduttore) e dei posti di blocco del DPS[4] del GIBDD[5] sono state scoperti possibili percorsi di aggiramento per mezzo di strade di campagna e di altro tipo. Propongo di ridurre i percorsi di aggiramento in uno stato tale da rendere impossibile il passaggio di mezzi di trasporto e di fare rapporto al riguardo entro il 15 agosto del corrente anno.

Il vice ministro, colonnello di polizia M.M. Mouraov


Ai direttori dei RUVD e dei ROVD

Telegramma 1751 del 18.08.2004

Il ministero degli Interni dell’RSO-A ha ricevuto informazioni su spostamenti di membri di NVF[6] dalle zone pianeggianti della Repubblica Cecena e della Repubblica di Inguscezia verso una località della zona montuosa e boscosa al confine tra la Repubblica di Inguscezia e l’RSO-A.

La riunione dei terroristi è stata fissata presumibilmente a metà agosto del c.a., dopodiché nei tempi più brevi è previsto la messa in atto sul territorio dell’RSO-A di un’azione terroristica sul tipo di quella di Budënnovsk[7].

Secondo i dati pervenutici, i terroristi progettano di prendere ostaggi in un edificio civile, per poi indirizzare alle autorità del paese la richiesta di fare uscire i reparti delle forze federali dalla Repubblica Cecena. Per condurre l’azione avrebbero già movimentato dalla Turchia una grossa somma in valuta.

Comunico ciò perché siano prese misure di carattere preventivo.

Il vice ministro
Capo del quartier generale del ministero della Difesa
Colonnello di polizia… (incomprensibile – n.d.t.)


Telegramma 1602 del 25/08

Ai direttori dell’UGIBDD[8], dell’SOB[9] dell’RUVD, dell’ROVD, dell’OVD[10] e del ministero della Difesa della città di Vladikavkaz[11]

Il 1 settembre 2004 nelle scuole della repubblica avranno luogo le solenni cerimonie dedicate al “Giorno della Conoscenza”[12].

Allo scopo di garantire l’ordine e la sicurezza pubblici nei luoghi in cui si celebrerà il “Giorno della Conoscenza” e dei luoghi nelle vicinanze

esigo:

  1. che si organizzino immediatamente incontri con i dirigenti scolastici e con i rappresentanti dei comitati dei genitori, nei quali si chiarirà l’ordine di svolgimento delle solenni cerimonie e si stabilirà come mantenere l’ordine e la sicurezza di queste;
  2. che si faccia un resoconto delle forze e dei mezzi a disposizione per il mantenimento di (incomprensibile – nota del traduttore) e della sicurezza dei cittadini nei luoghi in cui si svolgeranno le cerimonie dedicate al “Giorno della Conoscenza” e dei luoghi di ritrovo di massa dei cittadini, che si predisponga il controllo di ogni scuola da parte di agenti del PDN[13] e di (incomprensibile – n.d.t.), che si creino riserve di forze per i casi di aggravamento delle situazioni e che nel caso di viaggi organizzati di alunni dalle province della repubblica verso la città di Vladikavkaz questi siano scortati per tutto il percorso e che le copie dei resoconti delle forze e dei mezzi a disposizione siano presentati all’UOOP[14] del ministero degli Interni dell’RSO-Alanija entro il 26 agosto 2004;
  3. che i percorsi di pattugliamento delle forze di polizia si avvicinino al massimo agli edifici scolastici, che siano infittiti i PPN[15] nei luoghi di svago degli alunni (…[incomprensibile – n.d.t.], la strada lungo il Terek[16],… [incomprensibile – n.d.t.], il cinema “Terek”);
  4. che si garantisca la sicurezza e il deflusso del traffico automobilistico, prestando particolare attenzione alle strade che conducono alle scuole;
  5. che si prendano misure per prevenire possibili atti terroristici nei luoghi in cui si svolgeranno le cerimonie dedicate al “Giorno della Conoscenza” con l’indispensabile perlustrazione di vani e terreni con l’ausilio dei mezzi tecnici e dei cani;
  6. che si garantisca la qualità dell’addestramento delle forze di polizia, con particolare attenzione alla salvaguardia della legalità e di un atteggiamento rispettoso nei confronti dei cittadini;
  7. che l’organizzazione delle misure per il mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblici si svolga sotto il Vostro diretto controllo
Il vice ministro – capo dell’SOB del ministero degli Interni dell’RSO-A
Colonnello di polizia Mouraov M.M.

Al direttore dell’ROVD della provincia Pravoberežnyj[17]

Telegramma NR Č5 del 27.08.2004

Con riferimento a quanto indicato, da parte Sua alle ore 18.00 presso la DČ[18] dell’attività criminale del ministero degli Interni sono state presentate informazioni sul reale numero di posti di blocco nella zona confinaria e sul personale in essi operante.

Fra l’altro l’entità numerica dei reparti disposti è stata abbassata perfino rispetto all’abituale standard di servizio da 55 a 44 agenti, cosa che in una situazione operativo divenuta complessa non è ammissibile.

Sulla base di quanto detto,

esigo:

- che si garantisca immediatamente un servizio ai posti di blocco rigidamente corrispondente alla direttiva del ministero degli Interni dell’RSO-A NR Č26 del 23.07.2004 in una versione rinforzata nella misura del 50%

- che si faccia rapporto sull’esecuzione degli ordini presso la DČ del ministero degli Interni entro le ore 23.00 del 27.08.04

- che l’esecuzione di quanto in questo telegramma si svolga sotto il Suo diretto controllo

Il vice ministro degli Interni dell’RSO-Alanija
Colonnello di polizia Popov V.N.


…(incomprensibile – n.d.t.) dell’RUVD, dell’ROVD e dell’OVD del ministero della difesa della città di Vladikavkaz

Telegramma NR 1825 28.08.2004

Allo scopo di individuare e impedire tempestivamente possibili atti terroristici sul territorio dell’RSO-Alanija e in esecuzione della direttiva del ministero degli Interni della Federazione Russa n. 588 del 22.08.04

esigo:

  1. che si dia il compito personale ad ogni capo di dipartimento di polizia, ad ogni capo di un reparto di PPS[19], DPS[20], OVO[21] di identificare persone di sesso maschile di età compatibile con il servizio militare che giungano senza essere registrati e senza una determinata occupazione, che si controllino puntigliosamente gli spostamenti di gruppi di cittadini di detta categoria per individuare e stroncare tempestivamente i piani dei banditi riguardanti attacchi armati, ecc;
  2. che si coinvolga il maggior numero possibile di membri di armate cosacche e popolari, di agenzie di sicurezza, di servizi di sicurezza, di formazioni civili a scopo di difesa dell’ordine pubblico che si trovano sul territorio della giurisdizione perché svolgano opera di collaborazione e di pattugliamento comune delle strade con gli agenti degli organi del ministero dell’interno presso la frontiera amministrativa e nei luoghi di ritrovo di massa dei cittadini;
  3. che si garantisca il rafforzamento della sorveglianza dei luoghi di particolare importanza, dei luoghi di stoccaggio e di produzione di esplosivi e di sostanze altamente velenose e radioattive, dei grandi impianti idrici, dei complessi per la raffinazione del petrolio, degli aeroporti e dei luoghi di sosta dei mezzi volanti, delle sedi degli organi di potere statale, del governo locale, degli organi di pubblica sicurezza, dei luoghi di dislocazione dei reparti militari;
  4. che si metta in atto un complesso di misure preventive e profilattiche[22] indirizzate alla garanzia della sicurezza dei cittadini nelle loro abitazioni, nelle istituzioni culturali e ricreative, negli ospedali, nelle scuole, negli asili e in altri luoghi altamente frequentati;
  5. che si organizzi la perlustrazione di mercati, alberghi, convitti e di altri luoghi pubblici, che si renda più severo il controllo di passaporti nelle sedi amministrative in cui viene prestato servizio, allo scopo di individuare persone che soggiornano illegalmente nel territorio dell’RSO-A;
  6. che si perquisiscano soffitte e cantine e di altri luoghi di possibile… (incomprensibile – n.d.t.) di meccanismi esplosivi, in collaborazione con l’AMSU[23]… (incomprensibile – n.d.t.);
  7. che in collaborazione con i comitati… (incomprensibile – n.d.t) si svolga un lavoro di istruzione per i cittadini per un innalzamento del livello di attenzione, per l’organizzazione di servizi di guardia e di sorveglianza del settore… (incomprensibile – n.d.t.) nelle ore notturne, per la tempestiva informazione dell’OVD riguardo a persone sospette o oggetti lasciati in luoghi pubblici;
  8. che continui la perlustrazione di abitazioni date in affitto, dei luoghi noti di domicilio e residenza di persone di etnia[24] cecena, fra cui quelle rientrate, utilizzando informazioni raccolte nel settore privato, negli ospedali, nei pensionati, per individuare i loro nuovi legami e conoscenze, che si renda più severo il controllo dei passaporti e dei visti di persone di etnia orientale giunte nella Federazione Russa;
  9. che nel corso dei rapporti con la popolazione nelle sedi amministrative si raccolgano informazioni che possano avere a che fare con il terrorismo, che tutte le informazioni pervenute siano puntigliosamente verificate e che si garantisca una risposta operativa ad esse.

Il vice ministro
Capo dell’SOB del ministero degli Interni dell’RSO-A
Colonnello di polizia M.M. Mouraov

Fonte: http://www.pravdabeslana.ru/teletayp.htm



[1] Rajonnoe Upravlenie Vnutrennich Del (Amministrazione Provinciale degli Affari Interni), in pratica la sede provinciale della polizia.

[2] Rajonnyj Otdel Vnutrennich Del (Sezione Provinciale degli Affari Interni), in pratica lo stesso che sopra.

[3] Respublika Severnaja Osetija-Alanija (Repubblica dell’Ossezia Settentrionale-Alanija); Alanija è il nome autoctono dell’Ossezia Settentrionale.

[4] Dorožno-Patrul’naja Služba (Servizio di Pattugliamento delle Strade).

[5] Gosudarstvennaja Inspekcija Besopasnosti Dorožnogo Dviženija (Ispettorato Statale per la Sicurezza del Traffico Stradale), in pratica la Polizia Stradale.

[6] Nelegal’nye Voennye Formacii (Formazioni Armate Illegali).

[7] Tra il 14 e il 19 giugno 1995 i miliziani ceceni guidati da Basaev sequestrarono un intero ospedale. Dopo un fallito blitz che costò la vita di molti degenti, i terroristi poterono andarsene da vincitori, portando con se alcuni ostaggi poi liberati. Va notato che la storia si ripete: se alcuni ostaggi dovettero fare da scudo umano alle finestre, nessuno fu comunque maltrattato o tanto meno ucciso direttamente dai terroristi.

[8] Upravlenie Gosudarstvennoj Inspekcii Besopasnosti Dorožnogo Dviženija (Direzione dell’Ispettorato Statale per la Sicurezza del Traffico Stradale).

[9] Služba Obščestvennoj Besopasnosti (Servizio di Pubblica Sicurezza).

[10] Organy Vnutrennich Del (Organi degli Affari Interni), in pratica i servizi segreti.

[11] Capitale della repubblica dell’Ossezia Settentrionale

[12] Il 1 settembre, primo giorno dell’anno scolastico in Russia, è festeggiato in pompa magna come “Giorno della Conoscenza”.

[13] Podrazdelenie po delam nesoveršennoletnich (Reparto per i Casi inerenti a Minorenni).

[14] Upravlenie Obespečenija Obščestvennogo Porjadka (Dipartimento per la Garanzia dell’Ordine Pubblico).

[15] Punkt Postojannogo Nabljudenija (Punto di Osservazione Continuata).

[16] Fiume di Vladikavkaz.

[17] “Della riva destra” (del Terek), la provincia di cui Beslan è capoluogo.

[18] Dežurnaja Čast’ (Unità di Controllo).

[19] Patrul’no-Postovaja Služba (Servizio di Pattuglia e dei Posti di Blocco).

[20] Dorožno-Patrul’naja Služba (Servizio di Pattuglia delle Strade).

[21] Otrjad Voennizirovannoj Ochrany (Reparto di Guardia Militarizzato).

[22] Sic.

[23] Administracija Mestnogo SamoUpravlenija (Amministrazione del Governo Locale).

[24] L’appartenenza a un determinato popolo è certificata nel passaporto di ogni cittadino russo.