Giochi a cui giocano le nazioni.
Nazioni che giocano a dei giochi
La geo-cassa con la sabbia per bambini
26.06.2012
Nei notevoli libri dello psicanalista Eric Berne
"Ciao!... E poi?" [1]
e "A che gioco giochiamo?" [2]
l'"io" umano è descritto come una miscela di tre diversi
stati: "bambino", "adulto" e "genitore"
e il comportamento umano distruttivo come "gioco" in cui
il "bambino" persegue scopi del tutto diversi
dall'"adulto".
Talvolta il gioco può essere del tutto innocente.
Per esempio, il commesso di un negozio che dice: "Ah, madame,
questa cosa è troppo cara per lei", – in realtà si rivolge
non all'"adulto", ma al "bambino", che, sentito
questo, subito si farà allettare e comprerà.
Tuttavia più spesso i giochi sono distruttivi. A un
gioco distruttivo gioca il disoccupato che cercherebbe continuamente
di trovare un lavoro: "Ah, sono così sfortunato, tutto il
mondo è contro di me" – e il collaboratore dell'agenzia per
l'aiuto ai disoccupati che cercherebbe di aiutarlo: "Ah, volevo
solo aiutare".
A giochi distruttivi, purtroppo, giocano anche
intere nazioni.
A un gioco distruttivo dal titolo "Saremmo così
felici, se questi maledetti israeliani non cercassero di
distruggerci" giocano già da sei decenni i palestinesi. Per
motivare questo loro gioco fanno esplodere discoteche, si
impossessano di aerei, bombardano di razzi gli israeliani e nel
frattempo si coprono, usandoli come scudo, con le proprie donne e i
propri bambini e negli ultimi anni aspirano sempre a massimizzare
sempre più le perdite delle proprie
donne e dei propri bambini.
A un gioco distruttivo dal titolo "L'Occidente
ci ha offesi" giocava bin Laden. I postulati di questo gioco
sono esposti nella sua celebre fatwa del 1998. Eccoli: "Ho
diritto di uccidere qualsiasi americano", "Assassino non
sono io, ma gli americani" e "Questi sanguinosi americani
per qualche motivo ritengono l'Islam aggressivo".
E' chiaro che questa scelta di postulati in realtà si appella non all'"adulto", ma al "bambino" nell'animo del musulmano. Ciò porta al comportamento umano più distruttivo possibile: al comportamento dell'aggressore che si ritiene una vittima.
Ora proprio questo tipo di comportamento distruttivo
diviene quello guida in Medio Oriente. Ha ottenuto la vittoria prima
alle elezioni parlamentari e poi a quelle presidenziali in Egitto e
probabilmente nei tempi più brevi vedremo in Medio Oriente
un'intera fila di nuovi stati totalitari islamisti che giocano al
gioco "Il marcio Occidente ci ha offesi" e "Siamo
poveri perché siamo spiritualmente superiori".
Un analogo gioco distruttivo impone alla Russia il
regime putiniano. Le condizioni del gioco sono le stesse degli
islamisti. "L'Occidente ci offende", "Siamo poveri
perché siamo spiritualmente superiori".
C'è un'altra variante di questo gioco a cui i
patrioti russi giocano nei confronti delle ex repubbliche
sovietiche: "Vi abbiamo liberati dai fascisti e vi abbiamo
costruito l'industria e ci chiamate occupanti".
L'Armata Rossa occupò le Repubbliche Baltiche nel
1940. A quel tempo la differenza di livello di vita tra i miseri,
collettivizzati contadini staliniani e i benestanti padroni di case
coloniche baltici era colossale e non in favore dell'URSS. I
patrimoni furono tolti alle persone, queste furono fucilate o
portate in Siberia: dalla Lituania furono esiliate 360 mila persone,
in Estonia solo da lì al 14 giugno 1941 furono deportate 10 mila
persone, in tutto nella regione del Baltico fu deportato il 10%
della popolazione – in condizioni disumane: i vagoni strapieni
andavano per un mese, alla gente poteva non essere data acqua per
giorni, i bambini morti erano gettati lungo il percorso.
A ciò si può guardare in modi diversi. Si può
dire: "L'URSS conquistò la regione del Baltico". Si può
dire: "Stalin uccise tutti – sia estoni, sia russi". Si
può dire: "Si cavi un occhio a chi rammenta le cose vecchie,
cominciamo da zero". Tutto ciò è un tipo di comportamento
costruttivo che si appella all'"adulto" nel nostro "io".
Ma il gioco proposto dai patrioti russi "Noi li
abbiamo liberati, ma essi ci considerano occupanti", così come
il gioco analogo proposto da bin Laden, si appella al "bambino"
nella nostra psiche ed è consapevolmente distruttivo.
Questo gioco fa della persona un aggressore che si
considera una vittima. Ma simili motivazioni distruttive sono
caratteristiche di maniaci e tossicodipendenti.
E' molto interessante che gli oggetti di un simile
gioco non sono mai i reali "offensori". Nessuno degli
ideologi putiniani, per esempio, ha proposto ai russi di giocare al
gioco "I maledetti bolscevichi hanno distrutto l'Impero Russo e
da allora siamo rimasti indietro rispetto all'Occidente" o
"Stalin ha organizzato il genocidio del popolo russo" –
proprio perché queste affermazioni corrispondono più o meno alla
realtà. Perché il gioco "Definirsi vittima e definire la
vittima aggressore" abbia successo dall'altra parte ci
dev'essere una nazione che non ha mai concordato sul ruolo
attribuitole da chi gioca.
Di solito iniziatori di un simile gioco sono
politici o ideologi che aspirano al potere. Il loro compito è
spingere la popolazione che gioca a un gioco distruttivo a sentirsi
"circondata da nemici" e a compattarsi intorno al leader
che la salva dai nemici.
Il problema sta nel fatto che un simile gioco
distruttivo è ben più duraturo di qualsiasi politico. Il politico
può andarsene, ma l'ideologia distruttiva resterà.
Julija Latynina, "Novaja gazeta", http://www.novayagazeta.ru/columns/53235.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1]
In russo il titolo originale What
do you say after you say Hello?
(Cosa dici dopo aver detto ciao?) è stato tradotto incoerentemente
Persone che giocano a
dei giochi.
[2]
In russo Games people
play
è stato coerentemente tradotto Giochi
a cui giocano le persone.
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