Ingushetia.Ru, 02.10.2012, 15.48
Talvolta
senti come quello la cui situazione lo ha "stufato" con il
suo essere senza uscita e involontariamente proferisce: "Non ci
sono parole. Solo pensieri e quelli sono parolacce". Ecco così
che, senza temere affatto alcun giudizio pubblico, poiché solo
l'Onnipotente è nostro Giudice, ho deciso di esporre alcuni miei
pensieri, anche se preventivamente ripuliti da espressioni non
letterarie.
Si
avvicina, se non suonasse cinico, un giubileo – il ventennale dei
tragici avvenimenti e il genocidio dei rappresentanti del popolo
inguscio nel distretto Prigorodnyj [2]
dell'Ossezia del Nord.
A
questa data la leadership della Repubblica di Inguscezia si prepara a
modo suo. Come capita (in lingua inguscia ciò si chiama "chur
de" – fare come capita). O forse com'è programmato?
Solo che la domanda è: "Da chi?"
E
perché alla leadership inguscia capita sempre di rappresentare gli
ingusci e l'Inguscezia nel modo più spiacevole sia agli occhi del
pubblico mondiale o dei comuni cittadini negli angolini più nascosti
della più grande potenza del mondo?
Qui,
penso, non merita fare un excursus nella storia relativamente
recente, quando letteralmente il giorno dopo il capo dell'Inguscezia
scopì la "pista inguscia" nel "caso di Domodedovo"
[3]. Quando allo scopo di
fare il PR di se stesso propose a una persona onestissima, il capo
della polizia di Mosca, di applicare nella capitale le misure
particolarmente dure nei confronti di violatori di etnia inguscia.
Quando,
intraprendendo la prosecuzione delle deportazioni staliniane in modo
velato, ha iniziato il trasferimento di persone di etnia inguscia
nella regione di Sverdlovsk [4]
e dopo il fallimento di questa azione ha preso ad accusare di
inaffidabilità i "sollevatori delle terre vergini siberiane"
(cit.) venuti meno alle aspettative. Dice, hanno preso 58 mila rubli
[5] dal bilancio per il
trasferimento e… li hanno abbandonati. Tra questi, forse, c'era
anche qualche decina di famiglie.
Tra
l'altro la leadership dell'Inguscezia, che da cinque anni
diligentemente "lotta con la corruzione", ha taciuto
modestamente sull'"appropriazione" di 270 milioni di rubli
[6] del bilancio per
questo programma, su cui scrissero allora qualcosa anche nella stampa
federale.
Ma
questi sforzi "per il bene del popolo" sono già nel
passato. Oggi all'"attivo" della leadership
dell'Inguscezia, oltre alla garanzia da parte di questa di una
copertura certa per la lenta forma di eliminazione della popolazione
da parte degli agenti delle strutture armate sotto forma di lotta
alla clandestinità armata, ci sono le relazioni rovinate da tempo
con la leadership della vicina Repubblica Cecena. Grazie a Dio,
finora solo con la leadership, in quanto l'opinione della leadership,
anche in Cecenia, non va sempre in parallelo con l'opinione del
popolo affidatole.
Ed
ecco che con tale "bagaglio", sotto la guida del
"governatore da 3" [7]
(dal dossier di NEWSru.com [8])
ci avviciniamo al ventennale della data dei tragici avvenimenti
dell'ottobre-novembre 1992 nel distretto Prigorodnyj dell'Ossezia del
Nord.
Tuttavia,
a vedere l'annuncio sul sito ufficiale del capo della Repubblica di
Inguscezia il più brillante avvenimenti del prossimo novembre è
detta la preparazione delle visite delle delegazioni dell'Inguscezia
in Kazakistan e nel regno del Belgio. Senza approfondire la vera
essenza dei prossimi viaggi all'estero delle delegazioni, noteremo
che, evidentemente, è giunto il tempo di risollevare il caduto
rating della leadreship dell'Inguscezia con l'aiuto dei compatrioti,
tra cui gli uni non possono tornare a casa in patria dalla
deportazione in quanto la Patria li ha traditi nel gennaio 2009 e gli
altri l'hanno abbandonata, evidentemente in cerca di miglior sorte.
Cioè non da una bella vita [9]
in quella patria.
Così
ecco, se pensavate che con questo il capo della repubblica "dalla
stupefacente capacità lavorativa" (secondo i muftì ingusci) si
sia calmato, vi sbagliate. A novembre del corrente anno è
programmato l'arrivo in terra inguscia (o in ciò che di questa terra
resterà) di una nota personalità regale – il Capo della Casa
Imperiale Russa, Sua Altezza Imperiale la Granduchessa Marija
Vladimirovna [10]. Il capo
dell'Inguscezia l'ha ufficialmente invitata a visitare il Memoriale
del Ricordo e della Gloria, nel complesso scultoreo del quale è
raffigurato un parente di Marija Vladimirovna, il Granduca Michail
Aleksandrovič, che servì
degnamente nella cavalleria della Divisione Selvaggia Indigena [11].
L'alta
delegazione ha in programma anche la visita del più antico luogo di
culto in Russia, che si trova nella parte montuosa dell'Inguscezia –
la chiesa di Tchaba-Erdy (o com'è scritto nel testo del comunicato
sul sito ufficiale del capo "Tchaba-Jardy"?!).
Certo,
questo è un avvenimento indubbiamente significativo per
l'Inguscezia, in quanto nessuno dei reggimenti della Divisione Nativa
e nessun popolo che abbia preso parte alle campagne militari della
Russia Imperiale può vantare un tale numero di generali, ufficiali e
semplicemente di combattenti insigniti di alte decorazioni zariste.
Ma
quanto alla visita della Granduchessa mi sorgono domande: "La
leadership inguscia sarà obbiettiva nel raccontare alla personalità
regale le particolarità del Memoriale del Ricordo e della Gloria?"
e "Visiterà l'alta ospite il distretto Prigorodnyj dell'Ossezia
del Nord come culla del popolo che ha mostrato eroismo e valore senza
precedenti nei combattimenti per la gloria delle armi russe e da cui
20 anni fa fummo cacciati in sprezzo a tutte le leggi per mezzo delle
armi russe?"
Certo,
dalle mie domande già possono sorgere domande. E prevenendo ciò,
posso solo riferire le cause che mi hanno incitato a porle. Il fatto
è che durante il recente viaggio in Armenia chiesero alla
Granduchessa: "Sua Altezza desidera visitare il Nagorno
Karabakh?" Al che il Capo della Casa Imperiale Russa rispose che
non escludeva tale possibilità. Questa risposta scosse il pubblico
dell'Azerbaigian. Sulle pagine di un sito Internet si è perfino
sentito che un funzionario del Ministero degli Esteri
dell'Azerbaigian avrebbe dichiarato che ciò sarebbe stato valutato
come violazione dell'integrità territoriale dello stato.
La
cosa è comprensibile, Baku oggi non esercita una giurisdizione sul
Nagorno Karabakh, tuttavia non rinuncia neanche alle proprie
rivendicazioni su di esso, ritenendo il Nagorno Karabakh un
territorio che si trova temporaneamente sotto l'occupazione armena.
Questo incidente, a prima vista insignificante, avrebbe potuto
passare del tutto inosservato, se non fosse stato per i gelosi azeri,
che ritengono che la visita di chiunque in Armenia non sottintenda la
visita del territorio del Nagorno Karabakh. E al direttore della
Cancelleria di Sua Altezza Imperiale A.N. Zakatov è toccato chiarire
alla parte azera che la Granduchessa, come custode degli ideali
storici e dei valori spirituali della Dinastia dei Romanov visita
liberamente tutti i paesi formatisi dopo il crollo dell'URSS e si
sente ovunque nella propria Patria, senza fare distinizioni di
carattere etnico, confessionale, politico o di altro genere. (Dai
comunicati del sito dell'ufficio stampa dell'Unica Patria).
A
differenza di quella situazione interstatale, il distretto inguscio
Prigorodnyj dell'Ossezia è un affare interno di un solo paese. Ma è
la differenza tra la zuppa e il pan bagnato [12].
Un'occupazione è un'occupazione anche in Africa. Perciò ripeto
anche una delle mie domande (a chi farla?): "Visiterà
l'alta ospite il distretto Prigorodnyj dell'Ossezia del Nord come
culla del popolo che ha mostrato eroismo e valore senza precedenti
nei combattimenti per la gloria delle armi russe e da cui 20 anni fa
fummo cacciati in sprezzo a tutte le leggi per mezzo delle armi
russe?" E approfittando del caso, voglio rivolgermi al
direttore della Cancelleria di Sua Altezza Imperiale A.N. Zakatov con
le parole:
Egregio
Aleksandr Nikolaevič!
Nell'ambito della futura visita, se giungerà all'aeroporto della
città di Beslan (Bersa-Jurt in inguscio), dove immancabilmente
porteranno tutti gli ospiti a deporre fiori per le vittime della
tragedia nella scuola di Beslan, non creda a tutto ciò che le sarà
raccontato là e soprattutto alla favola dell'"aggressione
inguscia", poiché, come disse in quei giorni il Santissimo
Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Alessio Secondo "questi
sfortunati bambini hanno pagato per i peccati dei loro genitori".
In
seguito, passando attraverso il villaggio agricolo di Čermen,
sappia che è il villaggio inguscio di Močk''i-Jurt,
in cui per caratteri etnici, confessionali, politici o altri
sconosciuti non è ancora maturato un "clima morale-psicologico"
per la vita in comune di ingusci e osseti e i loro figli vanno a
scuola separatamente.
Continuando
per Džejrach [13],
verso gli antichi santuari di Tchaba-Erdy, se il percorso passerà
attraverso la città di Vladikavkaz [14],
sappia che questa benedetta città fu fondata come fortezza sul
villaggio inguscio di Zaur-Kov ancora nel 1784, quattordici anni dopo
il passaggio volontario delle comunità Ingusce sotto la sudditanza
Russa. Non dico poi che seguirà tutto questo percorso per la strada
Militare Georgiana fino al ponte sul fiume Terek e in seguito a
Džejrach per il
territorio chiamato culla del popolo inguscio, ma che per cattiva
volontà o per volontà dei cattivi è proibito a persone di etnia
inguscia. (Per caratteri etnici, confessionali, politici o altri
finora sconosciuti).
La
cosa più importante è che Lei e tutti quelli che si troveranno a
far parte di questa Alta Missione sappiano questo, in quanto è
ignoto cosa e come ve lo racconteranno le personalità ufficiali che
vi accompagneranno tra il novero dell'odierna leadership della
Repubblica di Inguscezia, all'indirizzo della quale personalmente non
ho parole. Solo pensieri. Batr
Ėginskij
www.ri-online.ru
www.ri-online.ru
http://ingushetiyaru.org/news/24410/
(traduzione e note di Matteo Mazzoni)
Note
[1] Dall'espressione inguscia
chur de
(vedi in seguito).
[2] "Periferico",
distretto della parte occidentale dell'Ossezia del Nord.
[3] L'attentato all'aeroporto
moscovita di Domodedovo del 2011.
[4] Città ai piedi degli Urali
fondata come Ekaterinburg e ribattezzata Sverdlovsk in epoca
sovietica in onore del politico sovietico Jakov Michajlovič
(originariamente Ešua-Solomon Movševič o Jankel' Miraimovič)
Sverdlov. La regione è rimasta ufficialmente "di Sverdlovsk".
[5] Oltre 1440 euro.
[6] Oltre 6,7 milioni di euro.
[7] Il nostro voto 6 (i voti
russi vanno da 1 a 5).
[8] Agenzia di informazioni
russa.
[9] Espressione usata dall'attore
e scrittore Ivan Fëdorovič Gorbunov nel racconto "L'aeronauta"
e divenuta proverbiale per indicare chi fugge da una brutta
situazione.
[10] Marija Vladimirovna
Romanova, membro più eminente dell'ex famiglia regnante Romanov. E'
la bisnipote del fratello minore dello zar Alessandro III.
[11] La "Divisione
Selvaggia" del Caucaso era "Nativa" perché formata da
solo caucasici.
[12] In russo suona "tra "in
fronte" e "sulla fronte"".
[13] Villaggio dell'Inguscezia
meridionale.
[14] Capitale dell'Ossezia del
Nord.
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