E buona
fortuna a loro
Invece del comunismo avemmo le Olimpiadi-80, invece
della promessa vita felice in una Russia fiorente avremo le
Olimpiadi-2014 e il Campionato del Mondo-2018 di calcio
02.10.2012
La grande bellezza olimpica è limitata a una città
e ai suoi travagliati dintorni, la lista dei luoghi resi felici dal
grande calcio al termine della scorsa settimana doveva ridursi da 13
a 11. E si è ridotta – tra le grida entusiaste degli uni e i
lamenti con maledizioni degli altri. Si sono ingegnati di
trasformare la procedura di lavoro in uno show patriottardo, nel
corso del quale sono stati annunciati i vincitori.
Chi hanno sconfitto questi undici fortunati?
Jaroslavl' [1] e
Krasnodar [2], che sono
state rifiutate definitivamente? Quella Russia che non mostra
particolare entusiasmo a sentir menzionare il Campionato del
Mondo-2018 e non entra nell'esaltazione patriottica? Hanno sconfitto
chi dubita dell'opportunità di spese grandiose per alcune regioni
ai danni delle altre? Il titolo di "vincitore" in questo
caso non è proprio del tutto opportuno – se si tiene conto del
fatto che le sconfitte delle eliminatorie sono state determinate in
una crudelissima lotta dietro le quinte con la partecipazione di
tutti i possibili gruppi di sostegno.
Hanno premuto, naturalmente, non sul presidente
della FIFA Joseph Blatter o sugli altri capi della potente
organizzazione. E' ingenuo pensare che la decisione definitiva si
sia compiuta senza la partecipazione della parte russa (anche se
proprio così hanno raffigurato la situazione i nostri funzionari –
noi, dice, non c'entriamo nulla, è tutto prerogativa della
federazione calcistica internazionale). Altrimenti non si sa perché
in un giorno Krasnodar da candidata pienamente degna si è
trasformata nell'outsider della corsa e l'evidente pretendente
all'uscita dalla lista Saransk [3]
ha compiuto un decollo da capogiro e probabilmente non solo perché
"in essa vivono popoli del gruppo ugro-finnico"
(espressione del ministro dello Sport Vitalij Mutko).
L'idea di includere nella domanda più città del
necessario allo scopo di assicurarsi in qualche modo e mostrare fin
dall'inizio alla federazione calcistica internazionale la
multiformità russa sembrava non molto produttiva ed eticamente
dannosa. Era sufficiente indicare 11 pretendenti principali e
due-tre città di riserva per poi non organizzare una cosa in
verticale e il pubblico "abbassamento" delle sconfitte.
Sì, gli organizzatori brasiliani del campionato-2014 inizialmente
annunciarono 17 città, ma hanno il proprio specifico e tale
"varietà" ha solo aggiunto problemi.
Da noi dopo la "vittoria" principale, che
ha sancito la giustezza della concezione fondamentale della FIFA
(l'avanzamento del calcio nelle regioni arretrate), tra nove città
si è svolta una lotta nascosta. Mosca, San Pietroburgo, Kazan' [4]
e Soči
[5] potevano
guardare questo baluginare dall'alto del proprio status di
"intoccabili". Senza Mosca non si va da nessuna parte,
così come senza Piter [6]
(anche se il super-cantiere dello stadio sull'isola Krestovskij [7]
già da molto tempo avrebbe dovuto mettere in guardia la commissione
della FIFA per la valutazione). Kazan' è la sede delle
Universiadi-2013, Soči
è la sede delle Olimpiadi-2014, là nelle infrastrutture e
nel resto sono stati buttati tanti soldi, ai quali è meglio non
pensare. Ekaterinburg [8],
Krasnodar, Samara [9] e
Nižnij
Novgorod [10]
ancora venerdì erano collocate nel gruppo delle forti di metà
classifica – affidabili e con considerevoli atout. Saransk,
Volgograd [11],
Kaliningrad [12], Rostov
sul Don [13] e Jaroslavl'
all'arrivo della campagna si ritrovavano nel gruppo a rischio.
Secondo la versione ufficiale, sulla base dei risultati delle
conclusioni delle verifiche degli ispettori della FIFA, ma in realtà
non era obbiettivamente tutto in ordine. Le città non toccate da
mega-progetti non avevano e non potevano avere qualche vantaggio una
sull'altra. Forse Krasnodar, con la sua favorevolissima posizione
geografica, due squadre nella massima serie, i migliori indici di
presenze alle partite di calcio e infrastrutture relativamente buone
non avrebbe potuto presentare di più della garanzia del proprio
carattere esclusivo.
Secondo la semplice logica e per ragioni di
compattezza le prime candidate all'esclusione avrebbero dovuto
essere le due città più lontane – la capitale dell'enclave
occidentale Kaliningrad e la "capitale degli Urali"
Ekaterinburg, tra cui ci sono quasi duemilacinquecento chilometri.
Se si mette in primo piano l'"avanzamento", tra gli
outsider, indubbiamente, si ritrovava Saransk – poco più di
trecentomila abitanti, scarse tradizioni calcistiche, strutture dei
trasporti non sviluppate. La particolare provincialità non
impedisce alla capitale della Mordovia [14]
di ritenersi un centro mondiale della marcia sportiva con la
presenza di una grande scuola, che ha formato alcuni campioni
olimpici. Ma il calcio e le cose che lo accompagnano sono un affare
un po' diverso, su questo piano Saransk perdeva con quasi tutti i
concorrenti.
Tuttavia proprio questa città ha staccato il
biglietto fortunato. Perché ha già iniziato a costruire uno stadio
e anche perché ha saputo volgere le proprie mancanze in vantaggi –
dove far avanzare il calcio, se non a Saransk? Non è importante che
il Mordovija, molto probabilmente, non si manterrà nella massima
serie. L'importante è che l'ex-governatore Nikolaj Merkuškin
abbia difeso il suo ex-feudo e che non abbia offeso il nuovo,
cioè il governatorato di Samara.
Krasnodar con tutti i suoi atout è rimasta senza
nulla. Secondo la versione ufficiale, a causa del fatto che una
regione può presentare solo una città. Il territorio di Krasnodar
ha già Soči,
cosicché al centro del territorio si può lasciare per un tempo
l'iniziativa. Là costruiranno lo stadio per l'apertura delle
Olimpiadi-2014 e le infrastrutture in quattro anni magari non
crolleranno. Krasnodar, certo, si è indignata, ma il treno è già
passato.
Ma ecco che Jaroslavl' è stata concretamente
offesa. L'aggancio formale è stato la posizione non molto
favorevole dello stadio "Šinnik"
[15] ristrutturato
e il costo molto alto delle varianti alternative. Ma molti a
Jaroslavl' ritengono che l'esclusione della città dalla lista sia
la vendetta del Cremlino per il fatto che alle recenti elezioni del
sindaco abbiano "bocciato" il rappresentante di "Russia
Unita" [16]. Ma per
la libertà di scelta bisogna pagare – ed ecco che Jaroslavl', con
il suo nuovo sindaco Evgenij Urlašov
ha pagato questo alto prezzo. Gli abitanti della città hanno un
loro conto aperto con le autorità dalla tragedia di un anno fa con
l'aereo JaK-42 e la morte della squadra di hockey del Lokomotiv (il
forum politico che si svolgeva in quei giorni all'"Arena-2000"
[17] è il colpevole
indiretto del mostruoso e assurdo incidente aereo), ma adesso si
sono sforzati di convincerli definitivamente di essere prevenute.
L'argomento in favore di Saransk sono stati i 1000 anni della città,
ma anche Jaroslavl' ha appena festeggiato i 1000 anni, si sono già
affrettati a portare le strade della città nel loro solito stato e
i fondi federali non li avrebbero molto ostacolati.
Alle città sconfitte hanno proposto di consolarsi
con il fatto che entreranno nel programma culturale del Campionato
del Mondo-2018. Ci mancherebbe altro che la più grande città
dell'Anello d'Oro [18]
non ci entrasse – così come il maggior nodo dei trasporti
meridionale. Ed è stato anche dichiarato che in qualità di
risarcimento queste regioni potranno disporre presso di se le
squadre partecipanti e anche i tifosi. Tenendo conto del fatto che
da Jaroslavl' e Krasnodar ai più vicini stadi ufficiali ci sono più
di trecento chilometri questo aiuto si presenta piuttosto come una
beffa.
Peraltro anche con Mosca si è risolto
definitivamente tutto: i giochi si svolgeranno in due stadi. Si
programma di ristrutturare l'arena principale di Lužniki
[19] e portare la
sua capienza a 90 mila spettatori. E il secondo stadio ufficiale
sarà quello dello Spartak, esclusivamente a causa dei ritmi
superiori (in confronto allo stadio della Dinamo) di costruzione.
Secondo le richieste della FIFA, la lista definitiva
delle città avrebbe potuto essere annunciata l'anno prossimo. Ma i
nostri saggi capi hanno chiesto di dare il via "un pochettino
prima", evidentemente guardando come avanzano i mega-progetti e
anche il cantiere del secondo stadio del Campionato del Mondo-2018
per importanza a San Pietroburgo. Oggi risulta che dal momento
d'inizio dei lavori all'ennesima data di messa in funzione prevista
passino dieci anni. Mettendoci insieme il rincaro della
progettazione e della costruzione del super-impianto sull'isola
Krestovskij di dieci volte come minimo merita pensare – non
iniziamo un po' tardino? Infatti nella maggior parte delle città
"vincitrici" non si è mosso un dito. Come non senza
umorismo ha notato il ministro dello Sport, "molti non hanno
ancora capito l'entità della disgrazia". Aggiungendo che è
una disgrazia "in senso buono".
Una disgrazia sarà per il bilancio. La prevista
quantità di spese di 600 miliardi di rubli [20]
(il finanziamento statale è pari al 50 per cento) si può
coraggiosamente moltiplicare qualche volta. Noi certamente non
difendiamo questo prezzo. Ma per esperienza del summit dell'APEC
[21] a Vladivostok il
gioco non vale la candela [22].
Strilli patriottici tanti, spese incredibili, ma utilità appena un
po'.
Certo, il regime di Putin esige un ancora maggiore
consolidamento della società davanti alle disgrazie che si
avvicinano sotto forma di tre mega-progetti. La retorica
patriottarda anche senza questo è adesso il trend principale, ma
più si va avanti, più parole ci sono. L'annotazione di per se del
tutto sensata del ministro dello Sport che oggi è necessario "non
garantire, ma fare" è affondata nell'abituale euforia: "La
gente gioisce, tutti sono contenti della vittoria, siamo colmi di
senso di orgoglio…" Ancora più forte del governatore della
regione di Nižnij
Novgorod Valerij Šancev
si è espresso il governatore di Kaliningrad Nikolaj Cukanov:
"Per il 2018 vedremo una città del tutto nuova, sbalorditiva,
dove sarà comodo vivere e dove saremo felici!"
Con questo per ora concludiamo.
Vladimir Mozgovoj, "Novaja gazeta", http://www.novayagazeta.ru/sports/54728.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1]
Città della Russia centro-settentrionale.
[2]
Città della Russia meridionale.
[3]
Città della Russia centrale.
[4]
Città della Russia centrale.
[5]
Città sul Mar Nero.
[6]
Nome colloquiale di San Pietroburgo.
[7]
Una delle isole nella foce del fiume Neva.
[8]
Città ai piedi degli Urali.
[9]
Città della Russia centro-meridionale.
[10]
Città della Russia centro-orientale, la Gor'kij del periodo
sovietico.
[11]
Città della Russia meridionale, un tempo chiamata Stalingrado.
[12]
Città sul Mar Baltico, la ex Königsberg prussiana.
[13]
Città della Russia meridionale.
[14]
Repubblica autonoma della Russia centro-orientale.
[15]
"Operaio della fabbrica di pneumatici" (così si chiama la
squadra di Jaroslavl', inizialmente legata alla fabbrica di
pneumatici).
[16]
Il "partito del potere" che sostiene il regime di Putin.
[17]
Stadio di hockey di Jaroslavl'.
[18]
Cerchia di antiche città a nord-est di Mosca.
[19]
Quartiere del centro di Mosca.
[20]
Oltre 14,9 miliardi di euro.
[21]
Asia-Pacific Economic Cooperation
(Cooperazione Economica dell'Asia e del Pacifico), organismo per la
cooperazione economica dell'area asiatica e del Pacifico.
[22]
Letteralmente "la pelle di pecora non vale la conciatura".
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