La "Tavola Rotonda" invita
alla convocazione di una "tavola rotonda"
La quadratura del cerchio
09.09.2012
Il 12 dicembre dello scorso anno, dopo le scandalose
elezioni alla Duma di Stato e la prima manifestazione di massa dei
"cittadini arrabbiati" in piazza Bolotnaja [1],
fu istituita una nuova piattaforma per l'elaborazione di una
strategia di protesta e di mutamenti di sistema. In essa entrarono
molti politici attivi e rappresentanti della comunità degli
esperti. Questa struttura prese il nome di "Tavola Rotonda del
12 dicembre".
Nella propria sessione di fondazione la "Tavola
Rotonda" approvò un Memorandum e un Appello (la "Novaja
gazeta" li pubblicò). In seguito per quasi due mesi cadde in
stato letargico.
Ma il 6 febbraio tenne la prima riunione di lavoro
(anch'essa descritta dettagliatamente dalla "Novaja gazeta").
In questa fu data la possibilità di esprimersi a chiunque lo
volesse (invitarono addirittura 160 membri). Di ricette diverse per
il comportamento dell'opposizione e la ricostruzione della società
ne furono annunciato meno di 160, ma sempre abbastanza. Fu deciso di
non incontrarsi più in forma così massiccia, ma di creare qualche
gruppo di lavoro per l'elaborazione di proposte per la riforma del
potere esecutivo, della sfera della concorrenza politica,
dell'ordinamento costituzionale, del sistema delle forze dell'ordine
e di altri segmenti della vita politica e sociale.
La seduta plenaria di turno della "Tavola
Rotonda del 12 dicembre" che ha avuto luogo venerdì scorso si
è svolta, come si ama dire da noi, "in tutto un altro paese".
Un paese che nel corso di elezioni "sporche" si trovato un
nuovo-vecchio presidente. Un paese in cui il potere, dopo essersi
ripreso dallo smarrimento dello scorso inverno ed aver rifiutato
qualsiasi tentativo di dialogo con gli insoddisfatti, è giunto al
giro di vite generale e alla repressione diretta degli attivisti
politici e civili. Un paese che vive una profonda crisi
socio-politica ed è gravido di conflitti pericolosi, con una
divisione sociale stimolata dal potere.
Uno dei principali argomenti del potere per
giustificare per giustificare la mancata volontà di avere un
dialogo con la società civile è che "non è chiaro con chi e
di cosa parlare concretamente". A sua volta, il movimento di
protesta mostra tradizionalmente una mancanza di capacità di
accordo tra le proprie file, dimenticando che senza il
consolidamento degli sforzi è impossibile avere la meglio su un
mostro che dispone di un sacco di strumenti efficaci come la
macchina statale.
La dichiarazione dei membri della "Tavola
Rotonda del 12 dicembre" (noteremo, molto diversi per
temperamento, opinioni e appartenenza partitica e persino
apartitica) approvata venerdì dopo un'energica discussione dà una
chance a questo consolidamento.
Ecco le idee fondamentali del documento (il testo
completo è nel sito della "Novaja gazeta"):
– L'uscita dalla crisi è possibile solo sulla
base dei principi e dei meccanismi costituzionali. I cambiamenti
politici, così come le azioni di protesta di massa, devono avere un
carattere esclusivamente pacifico.
– La via migliore per un cambio di potere pacifico
e legittimo sono le trattative dell'opposizione democratica e dei
rappresentanti dei movimenti civili con il potere sulle elezioni
anticipate e sulle misure che garantiscano la loro libertà e
correttezza.
– La forma ottimale per le trattative e la presa
di decisioni è la "tavola rotonda" (da non confondere con
la "Tavola Rotonda del 12 dicembre", che è solo una
piattaforma per la discussione dei rappresentanti dell'opposizione).
Il suo compito è la preparazione e lo svolgimento di elezioni
anticipate, in cui sarà formato un nuovo potere legittimo.
– Lo strumento fondamentale per spingere il potere
a partecipare alla "tavola rotonda" è una protesta ricca
di idee e pacifica sulla base dei valori della democrazia.
– Condizione preliminare immancabile per
l'apertura al potere di tale "tavola rotonda" è la
cessazione delle repressioni politiche, la liberazione dei
prigionieri politici e delle persone condannate in modo
evidentemente ingiusto.
– E' inammissibile la collaborazione con le forze
politiche di estrema sinistra e di estrema destra che rinnegano le
stesse basi dell'attuale regime costituzionale.
– E' necessario lo stretto coordinamento
dell'operato delle diverse forze politiche e dei diversi gruppi
civili nell'organizzazione di azioni di protesta e nella
partecipazione alle elezioni a livello regionale e locale. E anche
la comune comprensione delle esigenze politiche fondamentali di un
movimento democratico civile – tanto tattiche (sospensione
dell'indirizzo repressivo e svolgimento di elezioni anticipate),
quanto strategiche (prima di tutto di tutti i sistemi di misure che
escludano una nuova usurpazione del potere).
Nella dichiarazione si parla anche della necessità
di concretizzare la visione delle riforme politiche; della creazione
di un Comitato Organizzativo Unito delle azioni di protesta composto
dai rappresentanti delle diverse forze politiche; dell'elaborazione
dei contorni della riforma costituzionale che il futuro potere
legittimo potrebbe attuare.
Andrej Lipskij, "Novaja gazeta", http://www.novayagazeta.ru/politics/54362.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1]
Piazza del centro di Mosca.
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