Dichiarare eroe il lanciafiamme
A Beslan senza farsi notare è comparsa Via degli
Eroi del CSN. Si cerca di far passare il sanguinoso e inutile blitz
nella scuola n. 1 [1] per
un atto eroico dello FSB
12.09.2012
La scorsa settimana a Beslan si sono
svolte manifestazioni dedicate alla memoria degli ostaggi morti. E
il 5 settembre nella propria pagina di Facebook il capo
dell'organizzazione delle vittime "Golos Beslana" [2]
Ėlla
Kesaeva ha
pubblicato prima un comunicato e poi una dichiarazione ufficiale
sulla reintitolazione di parte di via Komintern, in cui si trova la
scuola n. 1, in Via degli Eroi del CSN*.
Il generale dello FSB Tichonov diventò Eroe dopo il "Nord-Ost"**. Ricordo che allora gli agenti del gruppo "Alfa" scrissero una lettera al deputato della Duma di Stato e vicedirettore della "Novaja gazeta" Jurij Ščekočichin. Ecco una citazione: "Le scrivono i combattenti del gruppo "Alfa" del CSN dello FSB russo che hanno partecipato al blitz del "Nord-Ost". Subito dopo Capodanno (del 2003 – nota dell'autrice) ha avuto luogo il conferimento di decorazioni e medaglie agli agenti dei reparti speciali dello FSB che avevano preso parte al blitz. Tra questi a cinque è stato attribuito l'alto titolo di Eroe della Russia. Tra questi un combattente ciascuno dei gruppi "Alfa" e "Vympel" ha ricevuto la stella di Eroe – sono ragazzi meritevoli sotto tutti gli aspetti: sono passati per tutti i punti caldi. Chi sono gli altri tre "eroi", che si sono attribuiti indebitamente meriti altrui? Sono il primo vicedirettore dello FSB, il generale Proničev – capo del quartier generale per la liberazione degli ostaggi e il capo del CSN, il generale A. Tichonov. Peraltro proprio Proničev e Tichonov sono responsabili della lotta al terrorismo sul territorio della Russia. Non solo non hanno avuto alcuna punizione per aver lasciato penetrare dei terroristi nel centro di Mosca, hanno anche ricevuto le stelle di Eroi, togliendole, essenzialmente, a ragazzi più degni, che hanno realmente rischiato le loro vite .
Il Quinto Eroe è il chimico che ha fatto entrare il gas nel centro teatrale. La persone che è diventata sia salvatore, sia assassino di molti ostaggi…"
I generali dello FSB Tichonov e Proničev sono ben noti anche a Beslan. Solo che nessuna delle vittime li considera eroi.
Tutto il mondo sa di Andrej Turkin, che coprì con il proprio corpo una granata lanciata dai guerriglieri contro gli ostaggi durante il blitz nella scuola n. 1. In realtà l'agente del corpo speciale Turkin morì per ferite da pallottole (...). Tutti e dieci gli agenti di "Alfa" e "Vympel" sono morti per ferite da pallottole e di shock emorragico in conseguenza di un aiuto medico fornito in modo non tempestivo. Avevano tutti i giubbotti antiproiettile (...). Altissimi professionisti del proprio campo, non potevano semplicemente disprezzare uno dei parametri fondamentali della propria sicurezza: dalla presenza del giubbotto antiproiettile dipendeva direttamente non solo la loro vita, ma anche l'efficacia di tutta l'operazione speciale.
Ecco l'interrogatorio di una delle vittime di Beslan (al momento dell'atto terroristico questa donna aveva 13 anni, il nome e il cognome sono noti alla redazione):
Inquirente V.S. Pašnin: "Lei vide qualche volta che spararono con carri armati, lanciafiamme, lanciagranate e mitragliatrici?"
Risposta: "No".
Domanda dell'inquirente A.N. Chalin: "Ma se non lo vide, come può affermare che spararono con carri armati e lanciafiamme nella denuncia da te firmata?»****
Risposta: "Ma se nella palestra volò una palla di fuoco da fuori, cosa fu, se non lo sparo di un lanciafiamme?"
Inquirente A.N. Chalin: "Qui non è Lei a fare le domande. Risponda soltanto. Può dire cognomi e nomi di chi morì per colpa di questa palla di fuoco?"
Risposta: "Non so dire i cognomi, sono passati otto anni".
Inquirente A.N. Chalin: "Ma Le è noto che per false deposizioni può essere incriminata?"
Risposta: "Sì".
Inquirente V.S. Pašnin: "Lei vide chi concretamente uccise sparando con carri armati, lanciafiamme e lanciagranate? Può dire i cognomi?"
Risposta: "Quando ci cacciarono nella mensa, i terroristi sollevarono davanti alla finestra una donna con uno straccio bianco. E in quel momento spararono da fuori e la testa di questa donna fu portata via".
V.S. Pašnin: "Ma qualcuno le ha detto che per false deposizioni può giungere un'incriminazione?"
Risposta: "Non sono di un'età in cui non si può capire. Capisco tutto questo. Ma ciò che fu, lo dico".
Elena Milašina, "Novaja gazeta", http://www.novayagazeta.ru/society/54402.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
Del Centro per i Compiti Speciali dello FSB della
Federazione Russa fanno parte "Alfa", "Vympel"
[5]
e anche la Direzione per le Operazioni Speciali. Il centro è
diretto dal generale di brigata Aleksandr Tichonov, Eroe della
Russia.
Il generale dello FSB Tichonov diventò Eroe dopo il "Nord-Ost"**. Ricordo che allora gli agenti del gruppo "Alfa" scrissero una lettera al deputato della Duma di Stato e vicedirettore della "Novaja gazeta" Jurij Ščekočichin. Ecco una citazione: "Le scrivono i combattenti del gruppo "Alfa" del CSN dello FSB russo che hanno partecipato al blitz del "Nord-Ost". Subito dopo Capodanno (del 2003 – nota dell'autrice) ha avuto luogo il conferimento di decorazioni e medaglie agli agenti dei reparti speciali dello FSB che avevano preso parte al blitz. Tra questi a cinque è stato attribuito l'alto titolo di Eroe della Russia. Tra questi un combattente ciascuno dei gruppi "Alfa" e "Vympel" ha ricevuto la stella di Eroe – sono ragazzi meritevoli sotto tutti gli aspetti: sono passati per tutti i punti caldi. Chi sono gli altri tre "eroi", che si sono attribuiti indebitamente meriti altrui? Sono il primo vicedirettore dello FSB, il generale Proničev – capo del quartier generale per la liberazione degli ostaggi e il capo del CSN, il generale A. Tichonov. Peraltro proprio Proničev e Tichonov sono responsabili della lotta al terrorismo sul territorio della Russia. Non solo non hanno avuto alcuna punizione per aver lasciato penetrare dei terroristi nel centro di Mosca, hanno anche ricevuto le stelle di Eroi, togliendole, essenzialmente, a ragazzi più degni, che hanno realmente rischiato le loro vite .
Il Quinto Eroe è il chimico che ha fatto entrare il gas nel centro teatrale. La persone che è diventata sia salvatore, sia assassino di molti ostaggi…"
___________
*Centr Special'nogo Naznačenija [3] dello FSB [4] della Federazione Russa.
**Il 20 dicembre 2011 la Corte di Strasburgo ha sconsacrato il mito della "brillante operazione" a Dubrovka [6], constatando: gli ostaggi furono avvelenati con il gas e non furono soccorsi.
*Centr Special'nogo Naznačenija [3] dello FSB [4] della Federazione Russa.
**Il 20 dicembre 2011 la Corte di Strasburgo ha sconsacrato il mito della "brillante operazione" a Dubrovka [6], constatando: gli ostaggi furono avvelenati con il gas e non furono soccorsi.
I generali dello FSB Tichonov e Proničev sono ben noti anche a Beslan. Solo che nessuna delle vittime li considera eroi.
Gli agenti di "Alfa" e "Vympel"
morti – sì. Non solo onorano la loro memoria, ma credono in modo
toccante ai miti dei soccorritori dei corpi speciali.
Tutto il mondo sa di Andrej Turkin, che coprì con il proprio corpo una granata lanciata dai guerriglieri contro gli ostaggi durante il blitz nella scuola n. 1. In realtà l'agente del corpo speciale Turkin morì per ferite da pallottole (...). Tutti e dieci gli agenti di "Alfa" e "Vympel" sono morti per ferite da pallottole e di shock emorragico in conseguenza di un aiuto medico fornito in modo non tempestivo. Avevano tutti i giubbotti antiproiettile (...). Altissimi professionisti del proprio campo, non potevano semplicemente disprezzare uno dei parametri fondamentali della propria sicurezza: dalla presenza del giubbotto antiproiettile dipendeva direttamente non solo la loro vita, ma anche l'efficacia di tutta l'operazione speciale.
In realtà a Beslan per ricordare non sono necessari
miti su "giubbotti antiproiettile" e "granate".
Scritte in ringraziamento di "Alfa" e "Vympel"
comparvero sui muri della scuola n. 1 già il 4 settembre 2004.
La bugia sui giubbotti antiproiettile è stata
inventata da quelli a cui conveniva far passare la cinica decisione
di iniziare il blitz per uno spontaneo sviluppo degli avvenimenti
per colpa dei terroristi. Gli agenti dei corpi speciali, gettatisi
in combattimento SENZA giubbotti antiproiettile***, sono un
dettaglio manipolatorio chiamato a convincere la popolazione civile
del carattere inatteso del sanguinoso scioglimento giunto il 3
settembre 2004.
Ripeto: la decisione di compiere un blitz INVECE
della liberazione degli ostaggi (che i terroristi erano pronti a
rilasciare persone lo dimostrò Ruslan Aušev
[7], che il 2 settembre
portò via dalla scuola 26 ostaggi) fu consapevole, cinica e
politica. Ma, a differenza del "Nord-Ost", lo stato non
rischia ancora di ammettere questo fatto.
Neanche la granata che "coprì" l'agente
dei corpi speciali Turkin è comparsa per caso. Il mito non ha
semplicemente funzionato al 100%. E' diventato pericoloso ignorarlo
e tanto più smascherarlo.
Telefono ai Totiev. Mi hanno detto che proprio
questi sono stati attivi iniziatori della reintitolazione della via.
Il 1 settembre 2004 la famiglia Totiev mandò a scuola 8 figli –
ne tornarono due.
– Sento parlare per la prima volta della
re-intitolazione della via. Ora chiedo a mia moglie… No, neanche
lei lo sa. E cos'è il CSN?
Lo spiego e Sergej dice:
– Appoggio pienamente questa iniziativa. Sono
eroi! L'agente dei corpi speciali Turkin coprì una granata e salvò
mio figlio Acamaz.
Cerco prudentemente di dire che non è affatto così.
– A che scopo mi fa domande? – la voce di Sergej
Totiev suona tesa.
…"Lasciaci un pezzetto di mito della buona
Russia", – dice un altro mio buon conoscente di Beslan. E
riattacca con evidente sollievo.
_________
***In realtà i combattenti del CSN ricevettero l'ordine di entrare nella scuole (per la "ripulitura" finale) 2 ore dopo l'inizio del blitz, alle 15.10.
***In realtà i combattenti del CSN ricevettero l'ordine di entrare nella scuole (per la "ripulitura" finale) 2 ore dopo l'inizio del blitz, alle 15.10.
Ėlla
Kesaeva, che conosce il procedimento penale su Beslan quasi a
memoria, scrive: "Conducendo una nostra indagine indipendente
sull'atto terroristico, ci è capitato un documento del procedimento
penale, secondo cui subito dopo la presa degli ostaggi a Beslan
furono inviati tre gruppi di questi reparti del CSN. In tutto a
Beslan si trovavano circa 400 agenti dei corpi speciali. Tutti e tre
i gruppi giunsero separatamente uno dall'altro e agirono
autonomamente. Ognuno svolse il proprio compito…"
Chiamando via Komintern "via degli Eroi del
CSN", si cerca di nascondere il crimine di alcuni con l'atto
eroico di altri. I compiti che svolsero i diversi gruppi sono
diventati oggetto di particolare interesse per le vittime di Beslan.
Da 8 anni resta senza risposta una domanda essenziale: chi
concretamente dei combattenti del reparto particolare segreto del
CSN dello FSB eseguì un ordine criminale e alle 13.03 del 3
settembre 2004 sparò su una palestra piena di ostaggi con "Šmeli"
[8]
e RPG [9]? Proprio
con questi spari iniziò il blitz, nel corso del quale morirono
ostaggi (186 bambini, 99 donne e 16 uomini), 10 agenti dei corpi
speciali, 2 agenti dello MČS
[10] e 1
soccorritore civile.
Chi dette l'ordine e da dove giunse quest'ordine è
più o meno chiaro. Nelle denunce alla Corte Europea, che hanno
firmato quasi 500 vittime di Beslan, la responsabilità per l'inizio
del blitz è attribuita alla leadership dello FSB, in particolare ai
generali Proničev,
Anisimov e Tichonov. La responsabilità politica alla leadership del
paese, in particolare al presidente Putin. Le vittime hanno
chiamato molte volte tutti questi cittadini russi (compreso Putin)
nei tribunali russi in qualità di testimoni. Questi cittadini,
ovviamente, non sono comparsi in tribunale.
La Corte Europea per i Diritti dell'Uomo chiama i
testimoni assai raramente, là c'è un'altra procedura. In questa
primavera il governo della Federazione Russa, evidentemente, ha
ricevuto domande estremamente spiacevoli riguardanti la denuncia a
Strasburgo degli abitanti di Beslan. Ma a queste domande è
impossibile non rispondere. Tanto più che il silenzio porta a un
risultato indesiderato perfino più rapidamente di un dialogo tra i
denti.
E allora a Beslan sono iniziati di nuovo gli
interrogatori delle vittime.
Ecco l'interrogatorio di una delle vittime di Beslan (al momento dell'atto terroristico questa donna aveva 13 anni, il nome e il cognome sono noti alla redazione):
Inquirente V.S. Pašnin: "Lei vide qualche volta che spararono con carri armati, lanciafiamme, lanciagranate e mitragliatrici?"
Risposta: "No".
Domanda dell'inquirente A.N. Chalin: "Ma se non lo vide, come può affermare che spararono con carri armati e lanciafiamme nella denuncia da te firmata?»****
Risposta: "Ma se nella palestra volò una palla di fuoco da fuori, cosa fu, se non lo sparo di un lanciafiamme?"
Inquirente A.N. Chalin: "Qui non è Lei a fare le domande. Risponda soltanto. Può dire cognomi e nomi di chi morì per colpa di questa palla di fuoco?"
Risposta: "Non so dire i cognomi, sono passati otto anni".
Inquirente A.N. Chalin: "Ma Le è noto che per false deposizioni può essere incriminata?"
Risposta: "Sì".
___________
****La denuncia in tribunale per l'apertura del procedimento penale per l'uso di armi ad azione non selettiva durante il blitz fu fatta dai rappresentanti di "Golos Beslana" a nome di un gruppo di vittime e sulla base del rifiuto le vittime si rivolsero alla Corte Europea.
****La denuncia in tribunale per l'apertura del procedimento penale per l'uso di armi ad azione non selettiva durante il blitz fu fatta dai rappresentanti di "Golos Beslana" a nome di un gruppo di vittime e sulla base del rifiuto le vittime si rivolsero alla Corte Europea.
Ecco la trascrizione (formalizzata in una denuncia
ufficiale) di un altro interrogatorio del genere a una vittima (di
60 anni). Gli inquirenti giunsero a casa da lei con computer e
stampante.
Inquirente V.S. Pašnin: "Lei vide chi concretamente uccise sparando con carri armati, lanciafiamme e lanciagranate? Può dire i cognomi?"
Risposta: "Quando ci cacciarono nella mensa, i terroristi sollevarono davanti alla finestra una donna con uno straccio bianco. E in quel momento spararono da fuori e la testa di questa donna fu portata via".
V.S. Pašnin: "Ma qualcuno le ha detto che per false deposizioni può giungere un'incriminazione?"
Risposta: "Non sono di un'età in cui non si può capire. Capisco tutto questo. Ma ciò che fu, lo dico".
Ed ecco la testimonianza di Ėmilija
Bzarova. Il 7 settembre suo figlio Aslan avrebbe compiuto 18
anni.
"Mi portarono a un interrogatorio sotto scorta.
L'inquirente chiese:
– Chi è stato ucciso dai lanciagranate?
– Mio figlio! – dissi.
– Chi è stato ucciso dai carri armati?
– Mio figlio! – dissi.
– Chi è stato ucciso dal lanciafiamme "Šmel'"?
– Mio figlio!..."
Da 8 anni Ėmilija
cerca di venire a sapere la causa precisa della morte di suo figlio.
E non può. Non la sanno neanche gli inquirenti. Perché fin
dall'inizio non furono condotti esami medico-legali dei corpi dei
morti. E in generale non furono fatti esami balistici. Gli
inquirenti avevano molta fretta in quei giorni. "I familiari
dei morti richiesero i corpi dei loro cari per la sepoltura. Non ci
fu tempo per appurare le cause della morte degli ostaggi in
condizioni di evidenza delle circostanze del loro decesso per colpa
dei terroristi, che avevano fatto esplodere la palestra".
Questo pretesto all'inizio delle indagini permise di chiudere la
questione delle vere cause del decesso degli ostaggi.
Negli esami degli ostaggi di Beslan bruciati è
scritto: "Non appare possibile determinare la causa della
morte, in quanto si ha la carbonizzazione dei tessuti molli e delle
ossa in seguito all'azione sul corpo di una fiamma aperta in
mancanza di tracce di azione di altri fattori, tra cui anche di
segni di ferite da schegge… Appurare se la fiamma abbia agito su
vivi o su morti non appare possibile, in quanto non è stata
condotta l'analisi interna "…
I familiari dei morti richiedono da molti anni che
si conducano nuovi esami o che almeno si riconoscano inammissibili
quelli che sono stati fatti. Ma in 127 istanze russe hanno ricevuto
un rifiuto categorico.
…"Via Komintern è stata ribattezzata Via
degli Eroi del CSN dopo numerose richieste degli stessi abitanti di
Beslan", – così mi ha detto il sindaco di Beslan Mairbek
Chubaev. Gli sono realmente riconoscente: in primo luogo, non si è
nascosto dalle domande scomode. In secondo luogo, ha comunque
ammesso che le vittime di Beslan non hanno avuto niente a che fare
con l'iniziativa di eternare la memoria dello FSB a Beslan.
E' stata un'iniziativa dell'amministrazione locale
di Beslan concordata con lo FSB della Federazione Russa.
– Ma con chi precisamente vi siete accordati su
questa iniziativa allo FSB? – ho chiesto a Mairbek Soslanovič.
– Se permette, non risponderò a questa domanda, –
ha reagito il sindaco di Beslan.
Ma alla fine della conversazione ha detto: "Sa,
lo FSB aveva proposto di intitolare la via semplicemente "Via
degli Eroi". Abbiamo aggiunto noi l'abbreviazione CSN.
Probabilmente non è stata una decisione del tutto corretta ".
A Beslan si eterna la memoria dei corpi speciali
dello FSB per la terza volta. La prima è stata al cimitero di
Beslan. 300 lapidi uguali di granito rosa degli ostaggi morti e un
po' a lato un giubbotto antiproiettile di bronzo che copre un
orsetto di peluche. Nella scuola n. 1 di Beslan, di cui ora stanno
facendo un complesso memoriale, cercando come di conservare intatta
la scuola distrutta dai carri armati e dai lanciagranate, nel luogo
del decesso di ogni agente dei corpi speciali è posta una targa in
memoria. La logica della memoria coltivata accuratamente richiede
tuttavia misure più radicali: così, una delle prime azioni per la
costruzione del memoriale è stata la chiusura di tutti i buchi
fatti dai proiettili da carro armato nei muri della scuola e la
distruzione di tutte le tracce della caduta di granate. "Golos
Beslana" ha chiesto senza successo che una tale "ricostruzione"
della scena del crimine fosse dichiarata inammissibile fino alla
conclusione delle indagini sul caso di Beslan. E gli inquirenti
negli interrogatori recenti adesso minacciano azioni penali per
falsa testimonianza, rimandando all'"assenza di tracce di
cadute di proiettili da carro armato"…
Le tracce del crimine compiuto a Beslan si
cancellano di fatto e in senso figurato. Il sindaco Chubaev ha
dichiarato che a Beslan si programma di porre in mezzo a via
Komintern un monumento con una targa in memoria, su cui ci sarà una
dettagliata esposizione dell'atto eroico degli agenti dello FSB. Il
quarto monumento del genere.
Girano insistentemente anche voci sul fatto che lo
stesso memoriale di Beslan sarà intitolato agli eroi del CSN. Morti
e vivi.
A Beslan non c'è alcuna via intitolata agli ostaggi
di Beslan, molti dei quali si comportarono in modo sorprendentemente
coraggioso. Nessuno dei 26 salvati da Ruslan Aušev
ha ringraziato il generale sovietico di etnia inguscia per essere
stati salvati. Nessuno ha proposto di intitolare anche solo una
pietruzza a Beslan al vero eroe – l'osseto Izrail Totoonti. Ma
questi salvò molti ostaggi dalla palestra in fiamme. E proprio
questi è il vero autore dello storico rapporto della commissione
parlamentare dell'Ossezia del Nord, che per prima raccontò al mondo
le reali e non mitologizzate circostanze della tragedia di Beslan.
La parte dispari di via Komintern è stata
rinominata in modo molto interessante: le nuove targhette sono solo
dal numero 75 al numero 165.
I padroni di casa del n. 75, Sveta e Valiko Margiev
sono attivisti di "Golos Beslana" fin dai primi giorni. La
targhetta su casa loro è stata attaccata in loro assenza e questi
non hanno neanche notato subito "che erano diventati i primi di
Via degli Eroi del CSN".
– Non ho notato a lungo la targhetta, – dice
Sveta. – Ma non ci sarebbe mai venuta in mente una cosa del
genere…
Dopo l'atto terroristico i Margiev hanno sepolto la
figlia Ėl'vira.
Nonostante l'età veneranda, hanno adottato un bambino e questo ha
già iniziato la terza. Va bene a scuola, fa contenti i genitori.
Poco tempo fa Sveta è stata chiamata per un interrogatorio e hanno
minacciato di incriminarla per false deposizioni. Ma le sue sono
molto semplici e immutabili. Il giorno 3 settembre nella palestra
entrò in volo una palla di fuoco. Subito seguì un'esplosione. La
figlia di Sveta rimase ferita. Perse conoscenza… Dopo il blitz
Sveta trovò sua figlia all'obitorio completamente carbonizzata.
Sveta Margieva mi ha detto: "A Beslan la Via degli Eroi del CSN
è lo stesso che il Viale Putin a Groznyj".
Qualcuno, forse, ritiene che ciò sia pure
necessario.
Elena Milašina, "Novaja gazeta", http://www.novayagazeta.ru/society/54402.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1]
Le scuole russe non hanno un nome, sono semplicemente numerate.
[2]
"La Voce di Beslan".
[3]
"Centro per i Compiti Speciali". Il rilievo grafico è mio.
[4]
Federal'naja
Služba Bezopasnosti (Servizio
Federale di Sicurezza), il principale servizio segreto russo.
[5]
"Stendardo". Gruppo speciale, così come Alfa.
[6]
Nome di un quartiere del centro di Mosca e del teatro in cui nel
2002, durante la messa in scena del musical "Nord-Ost", un
commando di terroristi prese in ostaggio tutti i presenti. Il tutto
finì con un sanguinoso blitz delle forze speciali.
[7]
Ruslan Sultanovič Aušev, ex presidente dell'Inguscezia.
[8]
Lo "Šmel'" (Bombo) è un tipo di lanciafiamme.
[9]
Ručnoj Protivotankovyj Granatomët (Lanciagranate Anticarro
Manuale).
[10]
Ministerstvo Črezvyčajnych Situacij (Ministero per le
Situazioni di Emergenza).
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