28 novembre 2010

A proposito di Medvedev (XII)

Il “Partito di Internet” sferra un colpo al “Partito della Televisione”




Cos'è accaduto? Il presidente ha criticato duramente “Russia Unita” per essersi trasformata nel PCUS e aver soffocato l'opposizione (perfino quella timida) con l'aiuto di manipolazioni mediatiche ed elettorali, facendo sprofondare la Russia in una “stagnazione mortale”?

Il tutto è molto più serio di una semplice critica al partito del potere, che il partito neanche è (qualsiasi altro partito potrebbe svolgere la sua funzione di servizio, se venisse specialmente formato per questo). Si tratta della reale rivalità tra due partiti non registrati da nessuno, ma che oggi sono i rivali principali. I partiti che presenteranno realmente i loro candidati alla presidenza nel 2012.

Nell'ambito di questa rivalità il “Partito di Internet” per bocca del proprio leader ha inferto pubblicamente un colpo alla reputazione del “Partito della Televisione”, il cui leader compatibilmente è a capo anche di “Russia Unita”, che è totalmente di servizio.

E' chiaro che la risposta pubblica seguirà. Il 4-6 dicembre, quando il leader del “Partito della Televisione” interverrà alla conferenza di “Russia Unita” nell'estremo oriente [1]. O più tardi, quando questi come premier terrà il tradizionale discorso in televisione. Fra l'altro, non è obbligatorio neutralizzare il “cyber-attacco” del presidente con un colpo diretto. Lo si può semplicemente stingere, chiacchierare, profanare – e rendere innocuo.

Inizialmente per il criticato la cosa migliore è concordare con la critica del presidente. Questo, peraltro, l'hanno già fatto i rappresentanti della leadership di “Russia Unita”: il capo del comitato esecutivo di “Russia Unita” Vorob'ëv già mercoledì si è espresso dicendo che la dichiarazione di Medvedev per loro del partito del potere è “assolutamente comprensibile” e che la mancanza di concorrenza è effettivamente una minaccia allo sviluppo politico. Tra l'altro l'accento è posto sui passaggi della dichiarazione di Medvedev che sembrano meno convincenti, anche se comprensibili dal punto di vista delle regole non scritte per la costruzione di simili alte enunciazioni (perché non sia solo una critica, ma anche una messa in mostra di “passi costruttivi” già fatti sul terreno della “democratizzazione”). Dice, la modernizzazione del sistema politico va avanti già da qualche anno, i brogli elettorali sono stati “minimizzati”, l'accesso dei partiti ai mezzi di informazione di massa è diventato paritario, i partiti piccoli (dal 5 al 7% dei voti) hanno ottenuto la possibilità di creare i propri gruppi parlamentari, ecc. E il partito del potere ha puntualmente approvato alla Duma questi emendamenti alla legislazione elettorale. Cioè tutto va nella direzione normale e non c'è motivo di drammatizzare la situazione come “stagnazione” – questa sarà inevitabilmente prosciugata.

Peraltro desiderare vedere nella dichiarazione di Medvedev esclusivamente un “resoconto del lavoro fatto”, senza notare le parole dirette e dure sul partito del potere che si degrada e “diviene di bronzo” e sulla privazione dell'opposizione “della più piccola chance di vincere in una lotta corretta”, si può anche dalle fila dell'opposizione. Ma questo sarà altrettanto poco efficace di una discussione su quanti dimostranti possa contenere la piazza Triumfal'naja [2] - se 50 persone meno di quante sembri agli organizzatori, allora nessun compromesso con un regime sanguinario.

C'è anche un altro modo di indebolire l'attacco critico di Medvedev. Lo stereotipo per questo è già pronto. Intervenendo la scorsa settimana davanti agli studenti delle università degli USA il sig. Surkov, vice capo dell'amministrazione presidenziale, ha compiuto un disinnesco preventivo della dichiarazione del presidente, chiarendo come al Cremlino, dal suo punto di vista, valutino le reali prospettive dell'opposizione. E le prospettive sono tali che l'opposizione “si rafforzerà e diventerà rispettabile” non prima che tra 10 anni. Allora sarà possibile anche la sua partecipazione al potere, ma inizialmente solo in una coalizione con “Russia Unita”. 10 anni sono il tempo minimo che si assegna per la nobilitazione dell'opposizione e la trasformazione di essa in una forza la cui venuta al potere non porti a “mutamenti catastrofici”. Per ora, nelle future elezioni del 2011, certamente vincerà la pur “diveniente di bronzo”, ma funzionante “Russia Unita”.

Se Medvedev condivida tale approccio o no, non ci è precisamente noto. Si ha voglia di credere che non lo condivida. Una cosa è chiara – la cancellazione delle asprezze del suo messaggio Internet è già cominciata.

Andrej Lipskij [3]


26.11.2010, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2010/133/02.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] L'estremo oriente della Russia, tra la Cina e il Pacifico.

[2] “Trionfale” (piazza del centro di Mosca).

[3] Andrej Evgen'evič Lipskij, vice-direttore della “Novaja gazeta”.


http://matteobloggato.blogspot.com/2010/11/medvedev-lancia-la-sfida-putin-anche.html

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