28 luglio 2013

A proposito di Russia e "sinistra europea"

L'arcobaleno monocolore

A cosa porteranno gli euro-sinistrorsi

27.07.2013 17:22
giornalista
Ancora qualche anno fa per il piccolo borghese medio russo la bandiera color arcobaleno, se pure poteva suscitare qualche associazione, era forse con una festa infantile. Simili colorazioni di solito abbellivano varie feste mattutine e altre allegre iniziative negli asili e nelle prime classi della scuola. Nel bambino, ma pure in qualsiasi adulto, i molti colori dell'arcobaleno hanno sempre suscitato i sentimenti più caldi.
La folle occidentalizzazione, l'affermazione degli standard di visione del mondo e di comportamento dell'Occidente cosmopolita e liberale, ha portato i suoi correttivi anche nella sfera dei simboli. Oggi la colorazione arcobaleno è estremamente politicizzata – hanno trasformato l'arcobaleno da simbolo dell'infanzia e della gioia nel simbolo di omosessuali e lesbiche. Essenzialmente è la stessa storia che con la svastica. La si recepisce in modo univoco.
Proprio sotto le bandiere arcobaleno oggi passano le gay parade nei paesi dell'Occidente e si compiono tentativi di svolgerle anche nella nostra Russia nativa.
A quanto capisco, nelle idee dei cittadini liberali e tolleranti che si sono compattati ora sotto l'insegna multicolore dell'arcobaleno, questo è di per se la personificazione della multiformità del mondo circostante. Tutta una tavolozza di colori, qui ci sono per te sia l'azzurro, sia il giallo, sia il rosso.
Oltre a tutto l'arcobaleno è un fenomeno di carattere naturale e cioè normale. In questo simbolo si esprime, secondo le minoranze sessuali, tutta l'essenza del loro attivismo sociale e politico – la lotta per la multiformità della società. Tuttavia in cosa consiste questa immaginaria multiformità del multiculturalismo liberale?
Non ci si può immaginare un quadro più terribile e al contempo più triste e noioso del mondo utopico dei moralizzatori liberali. I diritti umani divinizzati in questo modello di organizzazione sociale sono castrati e portati all'assurdo e all'auto-confutazione – le minoranze dettano la loro volontà alla maggioranza e quest'ultima è costretta a sottomettere la propria volontà sotto minaccia di repressione.
La piena unificazione dell'individualità umana sul piano sociale è per l'appunto il credo fondamentale dell'utopia liberale. Attraverso l'accentuazione dei capricci individuali, delle sortite freak e delle deviazioni sessuali si raggiunge lo scopo principale – la società è estremamente atomizzata, dissociate in singoli, privi di legami di stirpe e di famiglia, "che non ricordano la stirpe", ma al contempo è pure unificata in un unico standard – consuma di più, identificati con chi ti pare, solo non con famiglia, stirpe, cultura, civiltà.
Il consumo è il principale feticcio del "nuovo ordine mondiale". Questo disumanizza la società, priva l'uomo di umanità, trasformandolo in uno zombi manipolato. Il boom delle deviazioni sessuali, che si accompagna all'attivo coinvolgimento in esse di giovani e adolescenti di entrambi i sessi, è pure solo una delle manifestazioni dell'affermazione dell'ideologia consumista. Che trasforma il mondo non in qualcosa di multicolore, ma piuttosto di marrone – un grande e poroso mucchio marrone.
 
Nell'utopia liberale non c'è alcuna multiformità. Genitore 1 e genitore 2 invece di papà e mamma, famiglie adottive invece della famiglia vera, asilo infinito e giustizia minorile – ecco il vero volto del progetto che così attivamente aspirano a insediare in tutto il mondo i difensori del "nuovo ordine mondiale". Con la "famiglia omosessuale felice" si presta tutta l'attenzione all'enorme macchina propagandistica dei mass-media liberali, le fisionomie dei non tradizionali non lasciano le riviste patinate e gli schermi televisivi.
La lotta contro la discriminazione immaginaria si trasforma in lotta per il dominio reale. Non riescono a far tacere la paura per la legalizzazione dei matrimoni omosessuali che gli attivisti LGBT vanno a un nuovo attacco – stavolta gli occorre il permesso per l'adozione dei bambini. E dove prendere i bambini? Nei rifugi? Ma neanche nei rifugi i bambini sono infiniti. E cioè – alle famiglie normali, che per poco non arrivano all'asticella del benessere materiale, le commissioni per i minori toglieranno i "bambini infelici" per portarli in rifugi, da cui alcuni di loro "avranno la fortuna" di capitare dai "genitori" 1 e 2.
All'avanguardia della "lotta per i diritti" c'è come sempre la sinistra. No, non quei comunisti che andavano senza paura contro i carri armati tedeschi presso Mosca nel '41. E non quelli che per secoli hanno lottato per il miglioramento della vita delle persone che lavorano e contro lo sfruttamento capitalista. E' la sinistra "di tipo europeo", per la quale l'orientamento omosessuale è un'ulteriore conferma di correttezza politica.
Euro-sinistrorso – questo nesso di parole è già diventato un sostantivo. Così bisogna chiamare gli spensierati cosmopoliti, per i quali la pseudo-lotta per i surrogati di "libertà" liberali ha preso il posto dell'autentica lotta per gli interessi della liberazione sociale. Per tale "sinistra" gli interessi delle minoranze sono sempre più importanti della misera situazione della maggioranza sociale. E credetemi, il diritto al matrimonio omosessuale di un omosessuale astratto gli interessa ben più dei bassi stipendi dati ai lavoratori della fabbrica vicina o dell'abolizione degli sgravi sociali e delle garanzie per i cittadini poco tutelati.
Tali "euro-sinistrorsi" da tempo guardano le minoranze come la nuova classe rivoluzionaria chiamata a produrre la rivoluzione sociale. Gli immigrati, gli "outsider sociali" (cioè bomži [1], biči [2] e altri "parassiti e alcolizzati" [3]), gli omosessuali – proprio a loro sarà assegnato il ruolo di "motore" dei cambiamenti progressivi nelle concezioni euro-sinistrorse.
E' chiaro che per l'appunto tale contingente, facilmente infiammabile, estremamente esplosivo a causa della sua situazione marginale, diventa un'ottima forza d'avanguardia per la destabilizzazione della vita in paesi una volta normali e socialmente stabili.
Vediamo che la distruzione della struttura sociale in Libia e in Tunisia, in Egitto e in Siria si accompagna all'esultanza entusiasta dei liberali occidentali e della loro ala di sinistra. I "tolleranti" e "umani" liberali applaudono i bombardamenti di civili da parte dell'aviazione della NATO e la morte di migliaia di persone, la cui colpa sta nel fatto di non aver avuto la fortuna di vivere in "paesi non democratici".
Dove sono in questo caso i lamenti sui diritti umani e la multiculturalità? Non ci sono, in quanto la loro essenza è solo la copertura della politica criminale dell'oligarchia finanziaria mondiale, di quelli dietro le quinte, che distruggono e annientano gli ultimi baluardi della civiltà normale, umana.
Ad americani ed europei contemporanei, e dietro a loro a una certa parte di russi, ficcano in testa false idee sulla possibilità di costruire una società "multiculturale". Ricordo che il mondo è sempre stato multiculturale e multiforme. Da millenni e secoli esistono la civiltà cristiana orientale e quella occidentale, quella arabo-musulmana e quella cinese e più piccole, ma non meno interessanti, civiltà di altri popoli ed etnie della Terra.
E praticamente in tutte le culture mondiali in una storia millenaria si sono elaborati gli unici criteri di normalità, che, ahimè, non sono applicabili ai difensori del "nuovo ordine mondiale". La vera multiformità delle culture è come un vero arcobaleno in cielo contro il surrogato di arcobaleno delle piccole bandiere delle gay parade. E la variante di multiformità proposta è come la scelta tra Pepsi e Coca-Cola, tra Sprite e 7up.
Al tentativo di svolgimento di gay parade a Piter [4] bloccato da attivisti civici e polizia tra gli altri c'era, come dicono, anche uno slogan molto univoco del genere – "Sodoma in ogni casa!" [5]. Ma se è in ogni casa, dov'è qui la multiformità? Dov'è l'arcobaleno multicolore? Ecco che risulta che in una società monodimensionale anche l'arcobaleno diventa monocolore.
Azzurro o rosa [6] – a ognuno come piace di più. Ma cosa siamo noi persone usuali, che l'"opposizione" liberale e tollerante chiama "naturali"? Per noi è necessario il nostro arcobaleno, vero, multicolore. Non sulle bandierine di dubbi movimenti. L'arcobaleno in cielo.
"Kavkazskaja politika", http://kavpolit.com/odnocvetnaya-raduga/ (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1] Bomž sta per Bez Opredelënnogo MestaŽitel'stvo (Senza Fissa Dimora).
[2] Bič sta per "vagabondo" (dall'inglese beach(comber), "raccoglitore di rifiuti sulle spiagge").
[3] Riferimento al poliziotto del film comico sovietico "Operazione Y e altre avventure di Šurik", che si rivolge ai teppisti chiamandoli "Cittadini parassiti e alcolizzati".
[4] Nome colloquiale di San Pietroburgo.
[5] Più incisivo in russo per la rima tra Sodom, "Sodoma" e dom, "casa".
[6] Azzurro e rosa sono in Russia i colori simbolo dell'omosessualità maschile e femminile.
[7] Giornale russo conservatore.
 
 

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