15 gennaio 2012

A proposito di Putin (XXXI)

Il programma manuale o "Alla gente bisogna pensare!"

Vladimir Putin nei prossimi sei anni vuol fare tutto ciò che per motivi inspiegabili non ha fatto negli scorsi dodici

"Al mattino spalmo una tartina –
Subito un pensiero: e il popolo?"

Leonid Filatov [1], "Su Fedot l'arciere"

Una volta il caporeparto della fonderia della ZIL [2] Arkadij Ivanovič Vol'skij intervenne a una riunione di giovani produttori alla presenza del primo segretario del CC del partito N.S. Chruščëv. E raccontò dettagliatamente i dettagli tecnici che avevano permesso di migliorare qualcosa là. L'improvvisamente svegliatosi Nikita Sergeevič presa a gridare: "Che parli solo di ferri?! Alla gente  bisogna pensare, alla gente [3]!"

Ecco che anche il nostro attuale, per così dire, primo segretario pensa tutto il tempo "alla gente [4]". Tra l'altro in una logica di "mezzadria" nei confronti della popolazione – dare un po' di tutto a tutti, perché le masse lavoratrici e parassitarie siano angosciate solo da un pensiero: che solo non vada peggio, meglio così che niente. Questo è anche il programma di Putin, che questi ha divulgato il 12 gennaio. Un programma di elemosine. Un programma di rinuncia allo sviluppo. Un programma di parole generiche su tutto ciò che va bene. 12 anni di governo di Vladimir Putin sono passati solo per capire verso dove vuole effettivamente muoversi.

E' un programma da zar-piccolo padre, che assegna tutto e tutti da solo. E' un programma di comando manuale. Invano, come ha ammesso l'addetto stampa del premier Dmitrij Peskov, Vladimir Vladimirovič ha scritto il programma a mano. Ma statali e pensionati, la sua principale risorsa di sostegno, li nutrirà di sua mano.

L'addetto stampa, in uno dei suoi numerosi commenti che essenzialmente sostituiscono il Twitter di Putin, ha fatto notare che il programma "una nuova visione del mondo, legata al mondo che cambia". Ma non c'è niente di principalmente nuovo nel "programma manuale" rispetto ai documenti programmatici di altri partiti e movimenti dell'ultimo decennio e mezzo – niente. Compresa la frase sul paese, in cui "vivere e lavorare confortevolmente, crescere figli e nipoti" (vedi il programma della SPS [5] del 2003) o l'illuminazione legata al fatto che nella ŽKCh [6] devono andare investimenti privati – di questo gli economisti parlano dalla fine degli anni '90.

Peraltro, a proposito degli anni '90. Questi dall'allora vice-sindaco e direttore del comitato per le relazioni esterne del comune di San Pietroburgo furono direttamente maledetti: non ama questo periodo. Ecco che nel "programma manuale" si incontra continuamente questo: "abbiamo superato la durissima crisi dei "feroci anni '90"". O questo: "i beni pubblici semidistrutti negli anni '90".

Uno dei capitoli del programma si chiama "I nostri valori". Dicono che al convegno dello scorso anno sul cinema il ministro della Cultura Aleksandr Avdeev abbia messo sul tavolo del premier l'intevista del critico cinematografico Daniil Dondurej alla "Novaja gazeta". Là per l'appunto si parlava della crisi dei valori morali. Gli insider affermano che Putin non ascoltò gli intervenuti al convegno, ma sottolineò con furia qualcosa nel testo dell'intervista. Ma il "leader nazionale" ha tratto conclusioni un po' strane: "Difenderemo attivamente le basi della moralità nei mezzi di informazione di massa e nella sfera di Internet… Non permetteremo a prodotti di cultura di massa di basso livello di deformare la salute morale e psichica dei nostri bambini e sosterremo la creazione e lo svolgimento di programmi e trasmissioni nazionali di qualità". Cioè, nazionale significa morale, ma nei mezzi di informazione di massa e su Internet ci aspetta la censura?

"Lo sviluppo della persona è il valore chiave", – scrive a mano Putin. Allora perché le spese statali per la difesa e la sicurezza crescono a ritmi ciclopici, ma per istruzione, sanità e cultura calano? O con questo budget statale il presidente del governo non ha a che fare?

"A ciascuno dev'essere garantita la libertà di scelta, tra l'altro la libertà deve basarsi sul fondamento della giustizia – solo così sarà riconosciuta dalla nostra società". Cioè, se la libertà viola la giustizia – i più intraprendenti guadagnano di più –, tale libertà non può essere riconosciuta "dalla società"? Allora questo cozza con la promessa di Putin: "Svilupperemo e garantiremo le libertà di impresa. Prima di tutto – la difesa da qualsiasi attentato alla proprietà privata"?

Il programma di Putin è fantasticamente dichiarativo e separato dalla realtà non solo nella parte "difesa del business dagli attentati". Prendiamo, per esempio, questa dichiarazione: "E' indispensabile stimolare la richiesta di innovazione di compagnie tanto private quanto statali. Ciò permetterà di dare lavoro a imprese ad alta tecnologia, ai nostri ingegneri e studiosi". Molto bene. Voto – cinque [7]. Ma il problema della sfera dell'innovazione è proprio nel fatto che la richiesta di innovazione non si presenta. E una risposta alla domanda su COME stimolare la richiesta lo scrittore a mano non la da affatto.

"L'attività delle forze dell'ordine dovrà essere indirizzata alla protezione e al sostegno dell'imprenditoria legale e non alla lotta ad essa", – dice l'autore ed esecutore di un sistema, in cui l'attività imprenditoriale si costruisce o sul sistema "attacco-bustarella" o sulla vicinanza allo stato e al suo "avere". Il solo caso Chodorkovskij, divenuto segno di riconoscimento del governo di Putin, ha sciolto le mani ai "tutori dell'ordine" e ai tribunali, ha dato alle indagini e alla giustizia un carattere  "su commissione".

Ed ecco che è giunta l'autocritica: "Il modello di crescita economica del decennio scorso, basato sugli alti prezzi del petrolio e sull'utilizzo di potenzialità non pienamente sfruttate, create ancora ai tempi dell'URSS, si è praticamente esaurito". Putin lincia questo modello con tanto ardore e pathos, come se non l'avesse stabilito lui in tutti questi 12 del suo governo, trasmettendo gli asset economici e commutando l'economia in un regime di comando manuale. E in questa economia avevano un ruolo chiave solo i prezzi del petrolio e nient'altro.

Vladimir Vladimirovič minaccia: "Garantiremo la subordinazione del potere alla società per cui lavora". Non ci fa paura. Perché chissà chi ci crederà…

Ma ecco la conferma dell'amore di Putin per il pilotaggio (guida di caccia, spegnimento di incendi): "Renderemo una regola la pratica del "pilotaggio" delle grandi trasformazioni". Ma questo non è ciò a cui noi e voi pensavamo. Questo è il sistema di verifica del tipo "funghetti al nonno" [8] – qualsiasi trasformazioni là "nelle regioni più preparate".

Beh, certamente, per l'umanità e la questione della pace lotta senza paura la satira: le "regole del gioco" nella politica e nell'economia internazionale non si possono determinare alle nostre spalle o aggirando la Russia e i nostri interessi. La collaborazione internazionale è una strada a doppio senso di marcia… Ma i passi unilaterali dei nostri partner, che non tengono conto del parere della Russia e dei suoi interessi, avranno un'adeguata valutazione la nostra reazione di risposta".

Tutto come sempre. La constatazione dei successi, i desideri di vivere ancora meglio, le minacce al nemico. E là qualsiasi libertà e ulteriore regolarità, su cui insistono nelle piazze, aspetterà. La cosa principale è che sia libera come minimo una persona nel paese – Vladimir Putin. E questo neanche sempre. Nel suo sito elettorale ammette che sente un "dolce senso di libertà" quando va in… moto.
Così – scendiamo tutti in piazza e andiamo in moto. Ecco la libertà!

Andrej Kolesnikov
osservatore della "Novaja gazeta"


13.01.2012, "Novaja gazeta", http://old.novayagazeta.ru/data/2012/002/00.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] Leonid Alekseevič Filatov, attore e scrittore russo morto nel 2003. "Su Fedot l'arciere" è una fiaba in versi su temi del folklore russo.

[2] Zavod Imeni Lichačëva (Fabbrica Lichačëv – ex "Fabbrica Stalin", intitolata nel 1956 al defunto direttore Ivan Alekseevič Lichačëv), fabbrica di mezzi pesanti e limousine per uomini di Stato.

[3] Le frasi originali sono in un russo molto colloquiale e un po' scorretto.

[4] Detto scorrettamente come nella citazione di Chruščëv. Il rilievo grafico, qui e altrove, è nell'originale.

[5] Sojuz Pravych Sil (Unione delle Forze di Destra), partito di orientamento liberale.

[6] Žiliščno-Kommunal'noe Chozjajstvo (Gestione delle Abitazioni e dei Servizi).

[7] Il massimo, i voti in Russia vanno da 1 a 5.

[8] Come dire un test su una cavia umana...


http://matteobloggato.blogspot.com/2012/01/putin-cambia-tutto-per-non-cambiare.html

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