14 aprile 2011

A proposito di Medvedev (XV)

Libertà per il presidente!




Il noto slogan ironico di Timur Šaov [1] comincia ad acquisire un reale senso politico: Dmitrij Medvedev, mantenendo normali relazioni personali con Vladimir Putin, sceglie un percorso politico indipendente e intende competere per la presidenza.

Le divergenze stilistiche, come mostra l'esperienza dell'autore di questo termine, Andrej Sinjavskij [2], che pagò per esse con un periodo di prigione, portano inevitabilmente a divergenze tattiche e in seguito anche strategiche. Medvedev e Putin, come ha dichiarato l'attuale presidente, fra l'altro con espressioni delicate al massimo, guardano in modo diverso al futuro del paese. E anche se finora non c'è una dichiarazione diretta sull'intenzione di competere, uno sguardo diverso sul futuro della Russia e pure annunciato davanti al più numeroso uditorio del mondo – quello cinese, è anche una rivendicazione per la corsa elettorale.

Il presidente è libero, finalmente è libero.

“Le misurazioni sono maturate, – ha constatato con sangue freddo lo sperimentatore Medvedev. – Chi non cambia, resta nel passato. E' evidente. Tutti i maggiori paesi cambiano rapidamente, perciò nessuna delle costruzioni esistenti può essere eterna. Ciò che era bene dieci anni fa, non è già più bene oggi, dobbiamo adattarci a un mondo che cambia, adattare questo mondo a noi stessi”.

Chi resta nel passato è evidente. E' il padre spirituale di Medvedev, la persona che lo fece suo erede e lo portò nella grande, molto grande politica. Putin Vladimir Vladimirovič. Dmitrij Medvedev è cresciuto oltre la cornice data. Il posto di presidente, invece di riconciliarlo definitivamente con la realtà putiniana, l'ha trasformato in un politico, con cui persone attive e istruite, orientate pragmaticamente hanno preso a legare il futuro della Russia. A tale appello si può anche non rispondere. Ma si può anche rispondere.

Medvedev ha scelto la chance, offertagli dalla storia.

Dopo la tattica “un passo avanti e due indietro”, dopo dichiarazioni che danno speranza e subito fanno perdere fiducia nelle speranze precedenti. Dopo oscillazioni e dubbi del tutto evidenti. Le decisioni recenti per migliorare il clima per gli investimenti e le posizioni sulla Libia sono risultate non capricci di un delfino, ma preannunci di una dichiarazione molto promettente.

Se Medvedev si rimangerà le proprie parole, ciò significherà la fine della sua carriera politica. Se le rafforzerà con azioni reali – il suo inizio.

12.04.2011, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2011/039/01.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] Timur Sultanovič Šaov, cantautore russo di etnia circassa.

[2] Andrej Donatovič Sinjavskij, scrittore dissidente russo.


http://matteobloggato.blogspot.com/2011/04/medvedev-ci-prova-davvero.html

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