14 dicembre 2009

A proposito della guerra in Cecenia (III)

Non c'è giustificazione



15 anni fa iniziava la guerra in Cecenia


Le autorità chiamarono ufficialmente questa carneficina “introduzione dell'ordine costituzionale”.

Nel novembre 1994 il potere federale cercò di provocare una guerra civile in Cecenia – alla cosiddetta opposizione dettero i carri armati russi insieme a militari russi, che furono arruolati segretamente in divisioni d'elite della guardia. Secondo la pensata della leadership russa, i carri armati avrebbero dovuto comparire nel centro di Groznyj e gli uomini di Dudaev avrebbero dovuto impaurirsi e disperdersi.

Ma non si impaurirono.

E poi cominciò il massacro… Il blitz di Capodanno, la frase vigliacca sul fatto che per la vittoria mancasse solo un reggimento delle VDV [1], i pivelli inesperti, che furono gettati in battaglia direttamente da dove marciavano, il terribile fuoco sulla città, da cui i civili non fecero in tempo a fuggire… In questo massacro morirono decine di migliaia di soldati russi e alcune decine di migliaia di abitanti della Cecenia. Finora non ci sono dati precisi sulle perdite.

Gli ufficiali si rapportarono a questa guerra in modo diverso. Alcuni dicevano: noi non combatteremo contro il popolo. Altri andarono, perché avevano prestato giuramento. Con i soldati era più semplice. Sono noti casi in cui furono rinchiusi negli arsenali perché qualcuno non fuggisse e al mattino furono mandati in aereo a Groznyj.

Ci furono, certamente, anche dei volontari, tanto fra gli ufficiali, quanto fra i soldati. Alcuni spararono e uccisero persone con piacere.

…Anch'io portavo le mostrine. Il giuramento mi ha portato là, dove dovevano essere molti soldati della mia generazione: in Afhanistan e in Cecenia. Là ho visto diverse cose. Ho visto moltissimo dolore umano. E fino alla fine dei miei giorni io, non credenre, pregherò per quelle persone che in Cecenia mi hanno incaricato di occuparmi della liberazione di prigionieri e ostaggi. Prima di tutto – per il generale di corpo d'armata Vjačeslav Tichomirov e il colonnello Vitalij Benčarskij. Questo lavoro in qualche modo giustifica la mia presenza là.

Ma questa guerra non ha giustificazione.

Maggiore
Vja
česlav Izmajlov


Dalla redazione

Con il maggiore Vjačeslav Izmajlov abbiamo fatto conoscenza proprio in quei giorni. Allora questi, collaboratore del distretto militare della periferia di Mosca, si rifiutò di inviare i soldati di leva in Cecenia e lo raccontò alla “Novaja gazeta”. Andò in Cecenia da solo e dopo il suo congedo dall'esercito divenne nostro osservatore.

14.12.2009, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2009/139/02.html, (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] Vozdušno-Desantnye Vojska (Truppe Scelte Aviotrasportate).



http://matteobloggato.blogspot.com/2009/12/la-guerra-di-cecenia-vista-dallinterno.html

2 commenti:

Anonimo ha detto...

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Matteo Mazzoni ha detto...

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